Abbiamo sete di pura bellezza e necessità di sollievo per gli animi. L’accenno e il torpore della silente primavera parigina ci distoglie dal bombardamento emotivo e mediatico che ci affligge e invita, nonostante tutto, a celebrare la vita.
La stoica Nina, modella ucraina volata nella capitale francese, lancia un messaggio di ottimismo e speranza per la sua terra, liberando l’espressività tra arte e natura.
Riflessioni multiple su una moda di nuova generazione che ispira una rinnovata produttività e dinamicità: è il lusso minimal e consapevole dei nativi digitali, fatto di forme asimmetriche e knitwear cozy chic dai tagli super croppati.
Nonostante debba ancora compiere 21 anni, Mike Cugnata è dotato di un “cool factor” da modello navigato che, unitamente al portamento e a un aspetto di quelli difficili da dimenticare (occhi verdi, fluenti capelli scuri, zigomi alti), possono fare la differenza nella carriera di qualsiasi indossatore. La sua, peraltro, è partita col piede giusto, arricchendosi da subito di esperienze presso nomi “pesanti” quali Etro (era nel video pubblicitario Caravan of Love, dello scorso anno) Philipp Plein e Palm Angels, brand, quest’ultimo, che sembra affine allo stile personale di un ragazzo italoamericano che ha trascorso l’adolescenza a Los Angeles, un incrocio tra rilassatezza nel vestire tipica della californian way of life e reminiscenze di una tra le decadi più caratterizzanti per la moda maschile, i ‘70s, senza disdegnare un pizzico di streetwear, come si può notare scrollando il suo profilo Instagram.
Da quanto fai il modello, come hai iniziato?Gli elementi che ti piacciono di più e quelli che ritieni meno positivi, i “difetti”, se così possiamo chiamarli.
Ho iniziato circa un anno fa, dopo il mio rientro da Los Angeles. Sin da bambino sono sempre stato a contatto con questo mondo: mia madre, americana, è stata una modella internazionale e mio padre è un agente, mi ha lanciato in questo settore con l’agenzia Fabbrica Milano, tra le più importanti per lo scouting di talenti italiani.
A giudicare dal tuo account IG, il filo conduttore dei tuoi look sembra sia la variatio, passi da capi street con loghi in evidenza a outfit di gusto dandy con foulard, stampe paisley e pantaloni chiari…
Devo riconoscere che, avendo trascorso buona parte della mia adolescenza in California, subisco in modo particolare le influenze di quell’area del pianeta. Non dimentico però le mie origini italiane: ho un cognome di origine siciliana e tutto un bagaglio di stile ed eleganza, quindi modulo il mio stile a seconda delle occasioni.
Tra i lavori fatti finora (tra gli altri il lookbook della collezione Umit Benan Fall/Winter 2021, campagne adv per Etro, Philipp Plein e District People, foto per e-store come LuisaViaRoma) quali ti sono rimasti più impressi, per un motivo o per l’altro?
Si dice che la prima volta non si scordi mai, anche per me è stato così. Il primo lavoro ha portato con sé quella carica emozionale che rimane impressa per sempre. Nella campagna di Etro, invece, interpretavamo coppie di fidanzati che andavano in gita in un van e, in quella occasione, ho conosciuto Adele Aldighieri, ragazza che ha iniziato la sua carriera con me, proprio nella mia stessa agenzia.
Salopette Levi’s Red Tab, boxer BATTISTA
Che cos’è secondo te lo stile? E, nello specifico, come descriveresti il tuo?
Secondo me lo stile è semplicemente la modalità attraverso cui viene esternata la personalità di ciascuno; il mio, quindi, riflette banalmente la mia, poi ognuno ha i suoi alti e bassi…
Il capo/accessorio (o anche più di uno) che non può mancare nelle tue mise e, al contrario, quello (o quelli) che non indossi mai, con cui non sapresti proprio vederti.
Alcuni mi dicono che la collana d’oro da “O.G.”(“Original Gangster”, ndr) sia un po’ eccessiva, soprattutto per i gusti italiani, ma la indosso molto spesso. Nel tempo libero mi piace indossare capi confortevoli, perciò raramente mi vedrete in abiti formali.
Pensando a due occasioni diverse, ad esempio un’uscita easy e un evento formale, come sarebbe il tuo look?
Per l’uscita easy: sneakers ricercate, black jeans, felpa nera e probabilmente anche un berretto oversize. Per gli eventi formali non si transige: l’eleganza formale è quella di un abito sartoriale italiano, magari con vestibilità asciutta, camicia e scarpa classica stringata.
Gilet and belt worn as a necklace @PWC Milano, pants Dockers, foulard E.Marinella
Brand con cui sarebbe un sogno poter lavorare?
Sono appena all’inizio della mia carriera, per me è ancora un sogno lavorare con tutti i brand!
A proposito di marchi, quali preferisci a livello personale e perché?
Non ho un marchio preferito, mi piace guardare in giro e prendere ispirazione. Poi metto insieme i vari capi al meglio e faccio un po’ lo stylist di me stesso.
Tra i tuoi colleghi in attività, chi sono secondo te i più interessanti, diciamo pure ispiranti?
Sono cresciuto quando modelli come David Gandy, Noah Mills e Jon Kortajarena erano delle vere e proprie icone, i miei riferimenti sono tuttora quelli.
Polo shirt and necklace @PWC Milano, salopette Levi’s Red Tab
Per il futuro sei concentrato, al momento, solo sulla professione di modello oppure ti vedi altrove?
Al momento sono super concentrato sul provare fino in fondo a diventare un modello professionista. La pandemia, sfortunatamente, ha reso più complicato viaggiare e spostarsi in altre capitali della moda importanti per lo sviluppo della carriera, a breve però riuscirò a spostarmi a Londra e in Germania, per acquisire esperienza anche in quei “mercati”.
Polo shirt and necklace @PWC Milano, salopette Levi’s Red Tab, boots Dr. Martens
Lunghi capelli corvini, lineamenti delicati, viso clean, la presenza magnetica di Yuna Heo si imprime nello sguardo, poco importa che, come nelle fotografie pubblicate qui, sia abbigliata con pizzi e merletti o mise da tomboy, tra camicioni immacolati e vistosi pendenti a croce. 22 anni, modi spigliati, basta una scorsa al profilo Instagram per capire che l’intrigante bellezza di questa ragazza sudcoreana si presta tanto ai lookbook quanto ai ritratti au naturel, agli editoriali dal tocco surreale come alle passerelle di griffe quali Gucci o Bottega Veneta, ricalcando così una naturale predisposizione al cambiamento che interessa anche il suo stile, perennemente mutevole (o meglio, «complesso, in alcuni momenti sono femminile, in altri decisamente mascolina») e considerato «un mezzo per esprimere un altro lato della mia personalità», quasi «un alter ego».
Da quanto tempo fai la modella?
Da cinque anni, ad essere precisi ne sono passati tre da quando ho cominciato a lavorare ufficialmente, da un anno a questa parte soprattutto in Europa. Fin da adolescente mi veniva suggerito di intraprendere questa strada, perché sono alta e ho braccia e gambe lunghe; perciò ho iniziato, prendendola come un’opportunità per incontrare persone stimolanti, e spinta dalla curiosità, mi sono iscritta a un’accademia per modelle (in Corea del Sud, in genere, bisogna frequentarne una per fare questo mestiere), dove ho potuto dare forma al mio sogno, le sono davvero grata.
Il tuo paese, la Corea, è piuttosto attento alle collezioni di maison e designer europei; quali pensi siano le principali differenze tra il modo di intendere, di vivere la moda dei coreani e quello degli italiani, ad esempio di Milano, città che frequenti spesso per lavoro?
Da noi ogni fashion week estera viene analizzata e solitamente ben accolta, rendendo possibile conoscere nuovi stili o tendenze stagionali per declinarle, poi, nel proprio modo di vestire. È un discorso limitato però ad addetti ai lavori e appassionati, mi sembra che gli italiani siano più interessati alla moda rispetto ai coreani, hanno molte opportunità di entrare in contatto con gli eventi del settore e i media per informarsi sono vicini.
Colpisce, nelle immagini dell’editoriale di cui sei protagonista, il contrasto tra look mannish (camicie ampie, collane con grosse croci) e la sensualità sofisticata di body trasparenti, slip dress e calze velate, questa dicotomia maschile/femminile appartiene anche al tuo stile personale?
Il mio stile è complesso, in alcuni momenti sono femminile, in altri decisamente mascolina.
Cosa rappresenta per te lo stile, come lo definiresti a parole tue?
Come un mezzo per esprimere un altro lato della mia personalità, potrei definirlo un alter ego.
Come descriveresti i tuoi outfit più ricorrenti usando solo tre aggettivi?
Basic, neutri, colorati.
Tutti gli abiti dello shooting sono vintage, ti piace indossare pezzi cosiddetti pre-loved?
Trovo il vintage bellissimo, estremamente cool. Di solito non compro capi vintage per usarli nella vita quotidiana, mi piace indossarli sul lavoro, per un video o durante i fitting; quando guardo abiti second hand, posso percepire la vita di qualcun altro.
Un capo o accessorio che consideri un vero e proprio must-have?
I jeans, i miei essentials di stile: nel mio guardaroba i pantaloni sono per l’80% in denim, ne ho modelli di diverse forme, lunghezze e vestibilità. Sono tra le cose che amo di più.
Come vesti solitamente nei momenti off, di quotidianità? E come, invece, nelle occasioni più formali, ad esempio una serata importante o un party?
Opto per abiti basici, penso che un look, grazie all’altezza e a un fisico armonico, possa dirsi riuscito anche se indossato “normalmente”, trasmettendo così l’amore per il proprio corpo. Per gli eventi formali preferisco il total black: i vestiti neri possono sembrare noiosi, ma basta scegliere un buon design per esprimere un’attitudine habillé e un po’ sexy.
Di recente hai sfilato per brand di assoluto prestigio come Gucci (per la collezione Aria Fall/Winter 2021-22) e Bottega Veneta, prendendo parte al défilé Salon 02, cosa ricordi e puoi dirci dei due show?
Sono state due passerelle davvero fantastiche, esattamente quelle che sognavo, tanto che, a dire la verità, non sapevo se sarei stata in grado di calcarle. Da Bottega Veneta le prove sono andate avanti fino all’una di notte del giorno stesso, ho avvertito l’immenso amore di Daniel Lee per le sfilate; il team del marchio, impegnato fino all’ultimo a modificare e sistemare al meglio i capi, è stato fantastico, alla fine ho potuto indossare outfit che mi vestivano alla perfezione, ad ora i miei migliori sul lavoro. Il set di Gucci era fenomenale e bellissimo, senza dubbio. Gli innumerevoli flash sulla pedana, poi, hanno aumentato la mia autostima. Ha significato molto, per me, che tutte le modelle siano state insieme in hotel per due settimane, dal primo casting ai fitting, allo show finale. Ora ho dei nuovi amici e un sacco di bei ricordi, non solo del défilé.
Passerelle e campagne pubblicitarie registrano una presenza via via maggiore di modelle dalle etnie, corpi e background eterogenei, ritieni che la fashion industry stia diventando realmente più inclusiva, oppure pensi si debbano compiere ulteriori passi in questa direzione?
Credo sia già sufficientemente variegata, con i casting che spaziano sempre di più a livello di etnie, età e fisicità.
Ci sono tue colleghe, del passato oppure in attività, che consideri dei modelli cui ispirarsi? Cosa speri possa riservarti questo mestiere per il futuro?
Non vengo ispirata dalle persone, ma dai paesaggi e dalle cose belle con cui entro in contatto. Per il futuro, vorrei che questo lavoro mi lasciasse, in primis, dei soldi (ride, ndr), in secondo luogo un buon ricordo nelle persone che hanno lavorato con me, come modella vorrei essere apprezzata da tutti, in ogni senso.
La piscina e il rooftop panoramico dell’Aleph Rome Hotel, che grazie alla posizione privilegiata nel cuore della città gode di una vista mozzafiato sull’urbs aeterna, fanno da cornice allo shooting realizzato per Manintown dalla fotografa Erica Fava, con lo styling di Sara Paolucci. Prendendo spunto dall’opera di Helmut Newton, dalla sofisticatezza artefatta eppure dirompente dei suoi scatti in bianco e nero, intrisi di glamour e sex appeal, le immagini che vedete in questa pagina provano a rileggere in chiave moderna e minimalista l’estetica del leggendario autore tedesco, patinata e voluttuosa in egual misura. Che indossi impeccabili tuxedo da grand soirée (portati però a pelle), maglie dal finish luminoso o un semplice accappatoio in spugna, il giovane protagonista delle foto trasuda uno charme magnetico, ed è attorniato da figure discinte, stese in costume sui lettini, immortalate in pose statuarie ai bordi della piscina o ritte di fronte a lui, issate su sandali con cinturino alla caviglia dal tacco imponente, le gambe fasciate in collant velati trattenuti dalle giarrettiere. Viene suggerita così un’atmosfera di sospensione, sottilmente sensuale, tanto languida quanto elegante, cui fanno da contraltare i tetti di Roma e la solennità di uno scenario monumentale che, a distanza di millenni, non smette di incantare lo spettatore.
LORENZO SUTTO total look Francesca Cottone – ARTIOM archivio – ROBERTA DI FEBO bag LOST IN ECHO/ ALPR communication / shoes DAMIANO MARINI / Jewelry STUDIODMODA
LORENZO SUTTO @francescacottone.design ARTIOM archivio ROBERTA hat BORSALINO/ Jacket CHRISTIAN ANGELO /ALPR (@alprcommunication) / Shoes DAMIANO MARINI (@studiodmoda)
Fashionisti e patiti dello shopping di lusso possono contare da oggi su una nuova piattaforma digitale: il multibrand Franz Kraler, istituzione del retail d’alta gamma dell’Italia settentrionale con sette store dislocati tra Dobbiaco, Bolzano e Cortina d’Ampezzo, debutta infatti nell’e-commerce, lanciando per l’occasione un fashion film (e relativo editoriale) ad alto tasso emozionale, affidato alla direzione creativa di Arturo Delle Donne. Call to the wild, questo il titolo del progetto, è una fiaba moderna, un viaggio di ricerca e ritorno alle origini in cui si intrecciano natura e moda, dando forma a uno storytelling che rispecchia al meglio filosofia e valori del retailer altoatesino: rispetto e amore per il territorio, il mistero e la purezza della natura, e la passione inesauribile per lo stile con la S maiuscola. Scaturisce da queste premesse una poesia per immagini che mette in scena le collezioni A/I 2021 dei più blasonati marchi luxury e high-end, da Alexander McQueen a Bottega Veneta, passando per Moncler, Gucci, Prada, Brunello Cucinelli, Alanui, Etro e tanti altri.
Total look EtroTotal look Bottega Veneta
È proprio il richiamo agli spazi incontaminati – gli stessi che circondano le boutique del gruppo – il fil rouge di Call to the wild, i cui protagonisti si muovono in una foresta rigogliosa, tra boschi e ruscelli, sullo sfondo le cime che costellano il paesaggio montano del Nord-Est italiano; l’atmosfera è fiabesca, ovattata, quasi irreale, il silenzio in cui sono immersi una condizione indispensabile per centrarsi sulle proprie emozioni. I modelli avanzano in uno scenario che appare come sospeso, vestendo mise capaci di esprimere un’attitude timeless e up to date allo stesso tempo, tra cui risaltano capi dalle tonalità accese nei colori più gettonati in questa F/W, come giallo, rosso, verde smeraldo o blu elettrico, alternati alle immancabili cromie neutre.
Total look Bottega Veneta, Gucci, Moncler Genius
Protagonisti i volumi over, puliti e confortevoli (ché la comodità è ormai una conditio sine qua non per i consumatori), materiali deluxe (cachemire, suède, pelle, lana…) e un tocco sapientemente dosato di logomania, così da esaltare i codici estetici delle griffe selezionate, dalla doppia G di Gucci al chek di Burberry, per finire con le borchie e il VLogo di Valentino. Per ciò che riguarda gli accessori, si contraddistinguono per le superfici materiche, spesso ultrasoft – basti vedere le sciarpe furry, le tote bag dalle consistenze spugnose oppure i morbidi berretti a coste, senza trascurare i best seller delle rispettive maison, per esempio la Cassette con motivo maxi intrecciato di Bottega Veneta o le borse Roman Stud firmate Valentino Garavani.
Total look Prada, Valentino, Burberry
Tra i must-have di stagione, per gli uomini, i blouson corti alla vita, i piumini laqué, i completi dal sapore sartoriale, i giubbotti e accessori rifiniti con dettagli colorful; per lei, invece, long dress eterei, capispalla scivolati, maglie cozy e abitini dalle linee geometriche. «Per il lancio del nostro online store – commentano i titolari, Daniela e Franz Kraler – abbiamo puntato sul valorizzare la bellezza del territorio, che sarà visto anche tramite le nostre proposte moda. Queste immagini rappresentano il perfetto binomio tra la nostra passione per la ricerca stilistica e l’amore per la natura che ci ospita. Anche online vogliamo fornire ai nostri clienti una shopping experience speciale, che possa regalare emozioni e sensazioni uniche».
Photographer: Manuel Scrima @manuelscrima Talent: Paolo Diomande @paolo.diomande
È difficile immaginare, per un modello agli inizi, un viatico migliore dello sfilare sotto l’egida di Hedi Slimane, vate dell’estetica rock-chic nonché instancabile talent scout fin dagli anni d’oro chez Dior Homme. La carriera di Paolo Diomande comincia, perciò, sotto ottimi auspici: ventenne, fisico slanciato e asciutto sormontato da una massa di treccine, parlando sprigiona l’entusiasmo di chi, dopo un paio di lavori degni di nota (il lookbook della collezione Yezael by Angelo Cruciani S/S 2020 e un editoriale per Moncler su i-D Italy) è stato catapultato in uno show mirabolante. Nello specifico, quello organizzato da Celine sull’Île du Grand Gaou, oasi di sfolgorante bellezza nel Mediterraneo diventata, per l’occasione, il palcoscenico della Spring/Summer 2022 della griffe, tra riprese aeree, soundtrack martellante e una pedana chilometrica adibita a rampa per le acrobazie dei motociclisti (in abiti del marchio, ça va sans dire); cornice spettacolare per il défilé rivelatosi, come da prassi slimaniana, un concentrato di topoi rock e spavalderia da club kids sommamente stilosi. Tra loro Paolo, appunto, sceso in passerella con chiodo profilato di borchie, felpa, jeans seconda pelle, boots e collane a cascata, mise poi replicata negli scatti in bianco e nero, a firma dello stesso Slimane, che campeggiano sulle pagine Instagram, Facebook & Co. della maison. Consapevole dell’importanza di una simile esperienza, specie per il suo futuro professionale, intende proseguire su una strada a questo punto ben avviata, mantenendo un’immagine (anche) social distinta, autentica, ché dall’esperienza di Celine si porta dietro una convinzione: «I brand preferiscono modelli con una personalità forte».
Giacca con frammenti di jacquard e logo catena Yezael by Angelo Cruciani
Quando e come hai iniziato a fare il modello?
Ho iniziato nel 2019, a dire la verità non ero molto propenso ma i miei amici mi hanno spinto a provare. Così per un paio d’anni ho fatto la “gavetta”, firmando il primo contratto a marzo.
Quali sono stati i lavori che ti hanno dato maggior soddisfazione, i più significativi?
Il lavoro appena fatto con Celine, un’esperienza unica, ad ora la migliore in assoluto.
Completo in jacquard floreale, Yezael by Angelo Cruciani
Completo in jacquard oro floreale Yezael by Angelo Cruciani
In effetti pochi mesi fa hai preso parte allo sfilata Celine S/S 2022, posando anche per le foto in bianco e nero diffuse via social dalla maison. Cosa puoi dirci a riguardo?
Non saprei nemmeno da dove partire, è stato il primo lavoro “serio”, non avevo idea di cosa mi aspettasse né di come comportarmi. Arrivato lì, ho capito che questo era ciò che avrei voluto fare nella vita. In un evento del genere ci sono modelli da tutto il mondo, si ha la possibilità di entrare in contatto con culture e stili di vita eterogenei. A colpirmi, in positivo, è stato in particolare il team di Celine, per come ci hanno trattato, per la gentilezza e i modi, in quelle due settimane ho legato con tutti loro. È stata un’esperienza fantastica, dallo show al clima che si respirava, e poi l’emozione di conoscere Hedi Slimane, straordinario anche a livello umano, ci ha fatto divertire mettendoci sempre a nostro agio.
Com’è stato essere “diretto”, tra passerella e shooting, da un gigante del fashion quale è Slimane?
Mi ha davvero impressionato, è una persona eccezionale, alla mano, durante pranzi o cene si sedeva con noi senza problemi. Durante il fitting, poi, ha iniziato a parlarmi in italiano, raccontandomi delle vacanze che trascorre spesso nel nostro Paese. Su Slimane non potrei trovare nemmeno volendo qualcosa da eccepire, posso anzi solo ringraziarlo per l’opportunità che mi ha concesso fin dal casting, è stato magnifico lavorare con lui e il suo team.
L’outfit indossato per l’occasione era da rocker consumato, decisamente strong (biker jacket, felpa, jeans aderenti, stivaletti), rispecchia il tuo modo di vestire o preferisci altri stili?
Non è esattamente il mio stile, infatti durante le prove ho avuto qualche problema con i boots, tanto che, al momento di girare nella location piena di alberi che precedeva la passerella, avevano preparato delle scarpe di riserva, nel caso non riuscissi a camminare come stabilito, per fortuna è andato tutto liscio. Il mio look è diverso da quello rock di Celine, solitamente prevede jeans o pantaloni semplici sotto t-shirt che riflettano appieno la mia personalità, sono abbastanza fissato con le magliette.
Completo in jacquard ‘Manifesto’ Yezael by Angelo Cruciani
Giacca con frammenti di jacquard e logo catena Yezael by Angelo Cruciani
Quale capo o accessorio non potrebbe proprio mancare nel tuo guardaroba?
Tutto sommato vesto in modo basic, non ci sono capi o accessori imprescindibili, posso uscire in jeans e tee come in tuta, oppure indossando un outfit elegante se il contesto lo richiede.
Celine a parte, ci sono altri marchi o designer con cui ti piacerebbe lavorare?
Amo Virgil Abloh perciò direi senz’altro Off-White e Louis Vuitton Men, ma mi piacerebbe molto lavorare anche per Fendi e Gucci.
Cos’è per te la moda, a cosa ti fa pensare?
Penso sia un qualcosa cui è possibile approcciarsi da diversi punti di vista, può riguardare il semplice vestirsi come i valori che ciascuno vuole trasmettere, soprattutto è un mondo bellissimo, dalle infinite sfumature. Probabilmente da fuori, come la vedevo del resto anch’io prima di lavorarci, l’idea che dà è lontana dalla realtà, per comprendere la moda la si dovrebbe vivere dall’interno, rendendosi conto di tutto ciò che c’è dietro, della creatività, del numero di persone coinvolte.
Giacca con frammenti di jacquard e logo catena Yezael by Angelo Cruciani
Giacca con frammenti di jacquard e logo catena Yezael by Angelo Cruciani
Cosa ti piace fare, come passi le giornate?
Mi piace giocare a basket e calcio, uscire la sera con gli amici, andare in discoteca, cose semplici.
Il tuo rapporto con i social, che tipo di immagine cerchi di trasmettere?
Uso Instagram e TikTok, quest’ultimo però solo per guardare i video. Ho un buon rapporto con i social, seguo molti profili, da quelli dei miei amici agli account di personaggi noti, alle pagine di attualità. Sul mio IG cerco di essere semplicemente me stesso, senza filtri o accorgimenti particolari, così che chiunque possa farsi un’idea. Il lavoro per Celine, in questo, mi ha aperto gli occhi: prima di partire, agitato com’ero, ho modificato il profilo mettendo nome e cognome, per dare un’impressione di maggior “serietà”, ma alla fine ho capito che è sempre un vantaggio essere se stessi e coltivare la propria unicità, i brand preferiscono modelli che sappiano distinguersi, con una personalità ben definita.
Ci sono altri lavori all’orizzonte?
A fine settembre forse andrò in Spagna, per un lavoro che dev’essere ancora confermato, spero che in futuro, con un pizzico di fortuna, arrivino tante nuove opportunità.
Giacca in jacquard ‘Manifesto’, pantalone in jacquard floreale Yezael by Angelo Cruciani
Giacca in jacquard ‘Manifesto’, pantalone in jacquard floreale Yezael by Angelo Cruciani
Assistenti PH: Michele Vitale, Eleonora Cova Minotti Location:The Fifteen Keys Hotel – ROMA
Un’anima nomade e libera quella di Giulio Beranek, che nella nostra conversazione ci racconta gli imminenti progetti per l’estate e ripercorre il suo percorso ricordando personaggi che hanno fatto parte della sua carriera come Lorenzo di “Tutto può succedere” e l’iconico Mico Farinella de “Il Cacciatore”. E ancora i grandi registi che lo hanno diretto, dai fratelli Taviani a Garrone, da Lodovichi a Danny Boyle, da Di Robilant a Corsicato. Lo scopriamo nell’intervista…
I tuoi esordi…
Inizia tutto in modo fortuito con “Marpiccolo” di Alessandro di Robilant a Taranto nel 2008, la mia terra d’origine ( unico luogo a cui Giulio resta davvero legato ancora oggi, ndr). Nel film ho interpretato Tiziano, un adolescente che vive a Taranto e che si trova ad affrontare situazioni difficili: episodi di malavita, un padre col vizio del gioco, personaggi che tendono a legarlo al mondo della malavita e miseria.
Total look : GUCCI
Un tratto predominante del tuo carattere?
Sono un’animia gipsy, inevitabile richiamo alle origini circensi della mia famiglia e da sempre abituato a condurre una vita nomade, libero da confini. Mi reputo una persona priva di vincoli nello spazio e nel tempo, non mi sono mai legato particolarmente ad un territorio. Siamo nati viaggiando e continuerò a farlo finchè vivrò…
Total look: ZEGNA
Lavori in corso al momento?
Ho finito di girare la serie Christian, di Lodovichi, poi dobbiamo concludere le tre settimane finali dell’ultimo film di Aureliano Amadei, un progetto molto sfortunato che si è fermato a causa del covid. Ho inoltre terminato l’Arminuta, un film di Giuseppe Bonito dove ho una piccola parte, la storia è davvero bella. Poi tante altre produzioni in corso di cui ancora non posso parlare. In tutto questo passerò l’estate tra Puglia e Roma.
Total look: ARDUSSE
Hai un ruolo interpretato a cui ti senti molto vicino?
Mi lego a tutti i personaggi che mi trovo a interpretare, ogni volta che ho fatto provini e film c’è sempre stata tanta fame e voglia di rappresentare un personaggio. Per una questione folkloristica e di divertimento ti direi Mico Farinella ne “Il cacciatore”. In questo caso ho trovato un regista che mi ha dato piena libertà di azione, infatti nel film lo studio sul linguaggio/costume molto poco sobrio rischiava di far diventare il personaggio una macchietta, ma siamo riusciti a tirare fuori un “jocker palermitano” che mi da ancora tanta soddisfazione.
Come procede invece la vita da papà?
Molti meno bagni al mare (ride) meno sonno, più preoccupazioni, ma tanta felicità. Ho imparato a gestire l’ansia, diventare papà è stato salvifico. Tutti i miei pensieri adesso vanno verso mia figlia e come dicono tutti finchè non ti succede non lo capisci. Al momento questo è il film più bello.
JACKET: CANALI
Che rapporto hai con la moda?
Sono un vero gipsy, non ho mai seguito le mode e ci ho sempre girato intorno. È mancato forse l’interesse verso lo stile o i vestiti, al liceo ero quello con la tuta acetata. Il mio look è davvero personale, compro quello che mi piace e posso spaziare da capi low cost a grandi firme.
Total look : GUCCI
Devi partire domani, cosa porti con te?
Sono un viaggiatore leggerissimo: cuffie un libro e un cambio vestiti per passare 1/2 notti. Le cose importanti per me non sono cose.
Total look: MSGM
Progetti e sogni per i prossimi mesi?
Stiamo girando il documentario tratto dal mio libro “Il figlio delle rane” e mi piacerebbe che il romanzo diventi poi una serie tv. Il libro nasceva proprio con l’idea di raccontare la vita dei giostrai, e se quest’anno partisse la scrittura della serie ne sarei davvero molto felice. Incrociamo le dita!
Giacca Skill_Officine, cardigan e pantaloni Pierre-Louis Mascia, maglioncino Wayeröb
Camicia da notte Pierre-Louis Mascia
Giacca e pantaloni Danilo Paura, sandali Tom Rebl
Camicia da notte Pierre-Louis Mascia
Completo Yezael by Angelo Cruciani, stivaletti Tom Rebl
Total look Danilo Paura, occhiali vintage Luciano Soprani from A.N.G.E.L.O, scarpe Antony Morato
Completo Yezael by Angelo Cruciani, stivaletti Tom Rebl
Kimono Skill_Officine, completo Tom Rebl
Vestaglia vintage Archivi Mazzini, completo e camicia DOPPIAA
Completo camicia e sandali Tom Rebl
Quando e come è iniziata la tua carriera da modello?
Nella vita faccio il medico. Ho sempre avuto la passione per la moda e la
bella fotografia. La carriera da modello è arrivata per caso grazie ai
social.
Il tuo lavoro ti ha permesso di conoscere l’Italia, cosa ti piace del nostro paese?
Fin da piccolo ho sempre visto l’Italia come il paese dei miei sogni, tanto
che l’ho scelta come paese dove studiare per il progetto Erasmus. Dell’Italia
amo tutto – la lingua, la cultura, il cibo e l’arte.
La tua città preferita nel nostro Paese?
Non ho una città preferita. Ho avuto la possibilità di conoscerla bene e
ogni città è diversa, ognuna con la propria identità e particolarità che la
rende magica.
La tua routine di allenamento e nutrizione?
Sono molto duro con me stesso e determinato al punto che non ho problemi a
fare tanti sacrifici per raggiungere i miei obiettivi. Mi alleno anche due
volte al giorno se necessario, svegliandomi alle 5 del mattino. La mia
alimentazione è soprattutto proteica con pochissimi carboidrati e grassi
limitati al necessario. Seguo uno schema chiamato “digiuno intermittente”.
Questo tipo di alimentazione non è facile da seguire ma fornisce risultati
reali. Bisogna limitare il consumo di calorie a una finestra di 8 ore e
astenersi dal cibo per le altre 16.
Tre cose indispensabili nella tua valigia?
Un bel libro, beauty case e il portafortuna che mi è stato regalato da una
persona a me cara.
Dove e come ti vedi tra 10 anni?
Non mi vedo tra 10 anni. Sicuramente continuerò a svolgere il mio lavoro di medico. Per il resto vivo la vita giorno per giorno, cercando di cogliere tutte le opportunità che essa mi presenta, ma restando sempre ben saldo con i piedi per terra.
Intervista a cura di Massimiliano Benetazzo.
Photographer: Roberto Viccaro @vicroberto Stylist: Stefano Guerrini Stylist’s assistants: Elisa Maria Montanaro e Salvatore Pezzella Grooming: Martina Muscariello Model: Fero Janicek @fero.janicek
total Look Gabriele Pasini, foulard vintage A.N.G.E.L.O.
Bryan e Stefano a sinistra: total look Wayeröb.
total look Emporio Armani; Stefano a destra in basso: T-shirt Wayeröb.
underwear Wayeröb, cappello Inverni.
underwear Wayeröb, cappello Inverni.
completo Manuel Ritz, felpa Lucio Vanotti, cappello Inverni, occhiali da vista Moscot Originals NYC; Stefano: bomber MTL Studio Matteo Lamandini, completo DOPPIAA.
impermeabile Manuel Ritz, completo Gabriele Pasini, camicia CC Collection Corneliani, scarpe Cesare Paciotti; Bryan : giacca impermeabile e camicia DOPPIAA, completo CC Collection Corneliani, scarpe Cesare Paciotti.
underwear Wayeröb, cappello Inverni.
cappello: Inverni.
a sinistra: giaccone CP Company, maglia Missoni, camicia Manuel Ritz; Bryan foto a destra, a destra: total look Missoni.
Stefano a sinistra: giaccone CP Company, maglia e pantaloni Missoni, camicia Manuel Ritz; Bryan a destra: total look Missoni.
PHOTOGRAPHER : Davide Carson
STYLIST : 3
STYLIST ASSISTANTS : Fabiana Guigli e Davide Spinella
GROOMING: Elija Gutierrez @MKS Milano
SET ASSISTANT: Vittoria Parola
VIDEO MAKER: Irene Cacciarini
Models: Stefano Berretti @3mmodels @Next Model Management; Bryan Guglielmetto @I Love Models Management