Come da titolo, il modello Rocco Serio è protagonista assoluto delle immagini scattate da Davide Musto per il servizio pubblicato sull’issue Youth Babilonia, chiamato a interpretare alcuni pezzi chiave della collezioni di griffe come Acne Studios, Dsquared2, Giuseppe Zanotti, Annakiki e John Richmond, tra monumentali cappe imbottite, balaclava ricamati, copricapi estrosi, dress stampati.
Total look and sunglasses Annakiki
Hood Christopher Raxxy
Coat Acne Studios, belt and shoes John Richmond, balaclava Mary Caos, socks Antipast
Il modello Luigi Bruno, davanti all’obiettivo di Davide Musto, gioca con i pezzi cult della nuova stagione e sfodera un’attitudine naturalmente fluida, facendo propri con disinvoltura micro top in pizzo trasparente, bluse plissé smanicate, blazer tempestati di borchie e accessori in pelle dal retrogusto bondage.
Shirt Youwei, pants Roberto Cavalli
Shirt Youwei, pants Roberto Cavalli
Left: total look Simon Cracker, boots Giuseppe Zanotti; right: body Adelbel, hat BonfilioHatsLeft: hat Bonfilio Hats, t-shirt Simon Cracker, shorts Youwei; right: print bomber jacket Roberto CavalliLeft: total look Dsquared2, harness stylist’s archive; right: total look CHB Christian Boaro, rings Vanesi
Total look and shoes John Richmond, choker Vanesi, socks stylist’s archive
La vitalità di Demba, modello 23enne di origine senegalese, è prorompente. Non si può non restarne colpiti, sentendolo parlare, con un misto di stupore, entusiasmo e (legittimo) orgoglio, dei tanti brand per cui ha sfilato o posato (e che brand: Emporio Armani, Armani Exchange, Marni, Diesel), di quanto si goda la passerella («fosse per me – confessa – farei avanti e indietro cinquanta volte»), dell’emozione che lo pervade al pensiero del prossimo lavoro, in California. Viso pulito, sguardo penetrante, treccine celate spesso dal cappellino, statura imponente (190 cm), fisico longilineo cesellato dallo sport, praticato a lungo prima di gettarsi a capofitto nel tourbillon frenetico di défilé, presentazioni, editoriali, fitting & Co., il ragazzo ambisce a farsi strada nella fashion industry, conscio delle proprie possibilità perché «detto con la massima umiltà, so quanto valgo».
Total look Antonio Marras (ph. Manuel Scrima)
Le agenzie di model management ingaggiano sempre più ragazzi di colore che, finalmente, ampliano un po’ lo spettro delle personalità associate alla nostra società. Cosa pensi al riguardo, trovi che le cose, nella moda italiana (e non solo), stiano effettivamente cambiando?
In effetti sì, da circa tre anni a questa parte veniamo presi molto in considerazione, come saprai non è stato sempre così, nell’ambiente italiano. È una rivoluzione, tra ragazzi di colore poi ci troviamo bene, facciamo squadra sostenendoci a vicenda. Speriamo si possa proseguire su questa strada.
Mi diceva il tuo agente che sei un po’ “pazzo”, cosa credi intendesse?
(Ride, ndr) Penso si riferisse al fatto che sono un po’ “complicato”, non in senso negativo, però ho quasi sempre la testa fra le nuvole e, a volte, ci si mette anche la sfortuna, che sul piano professionale non aiuta. Tuttavia non perdo mai la fiducia e, specie sul lavoro, sono concentrato, consapevole di ciò che faccio e di dove voglio arrivare.
Total look Antonio Marras (ph. Manuel Scrima)
Ti va di raccontarci la tua storia? Da dove arrivi, come e quando hai iniziato a fare il modello…?
Sono nato e cresciuto in Senegal, fino all’età di otto anni, per poi trasferirmi in Italia, a Cilavegna, in provincia di Pavia. Fin da piccolo ho giocato a calcio, smettendo nel 2019 quando mi sono capitati i primi lavori da modello. In verità, ho cominciato approfittando di una casualità, perché camminavo a Porta Genova, a Milano, e un modello mi ha chiesto se stessi andando al casting di Armani. Gli ho risposto di sì (non era vero, ovviamente) e l’ho seguito; terminate le prove, il casting director del brand mi ha chiesto i contatti, gli ho dato il biglietto da visita di una signora che, tempo prima, mi aveva fermato per strada, ma non avevo mai richiamato né ero andato alla sua agenzia. Alla fine, per fortuna, è andata bene, sono stato preso per la sfilata.
So che anche tuo fratello Imam è nel settore, vi confrontate e scambiate pareri sul modeling?
Certo, lui è più piccolo, l’anno scorso sono riuscito a introdurlo in questo mondo e adesso sta ottenendo ottimi risultati, ne sono contentissimo. Adoro mio fratello, parliamo sempre dei nostri lavori, mi chiede dei consigli che, avendo maggiore esperienza, sono lieti di dargli. È sveglio e intelligente, ci capiamo al volo.
Total look Antonio Marras (ph. Manuel Scrima)
Moda a parte, quali sono le tue passioni, di cosa ti interessi?
Sono pieno di idee, in generale mi piace giocare a calcio e praticare qualsiasi sport, lo styling, divertirmi, anche. Mi piace la vita, in ogni sua sfumatura.
Eri nella line-up di recenti show di marchi come Emporio Armani, Marni, Philipp Plein, Diesel. Qual è stata la sfilata più emozionante, che, per un motivo o per l’altro, ricordi con maggior piacere?
Sono due in realtà, ossia la prima, quella cioè di Emporio Armani di cui dicevamo (Autunno/Inverno 2019-20, ndr), in cui mi sono trovato di fronte al signor Giorgio, ti lascio immaginare l’emozione; e poi Philipp Plein, che si è tenuta il giorno precedente alla chiusura totale per la pandemia. Mi sono goduto tutto, la location, l’atmosfera, l’energia che si respirava.
Total look Antonio Marras (ph. Manuel Scrima)
Hai preso parte anche a degli shooting per testate importanti, Vanity Fair, Icon, Esquire, Nss Magazine… Secondo te, quali sono le differenze principali tra editoriali e catwalk?
Dello shooting apprezzo che sia “concentrato”, mi sono sempre trovato bene sui set, il numero di persone è ridotto e si viene a creare un bel legame, ti senti più a tuo agio, inoltre puoi scambiare quattro chiacchiere, confrontarti, imparare da chi ne sa più di te. Nel backstage degli show, invece, c’è un tale caos e frenesia che nessuno ha del tempo da dedicarti, risulta un po’ dispersivo come contesto, però lo amo ugualmente, fosse per me farei avanti e indietro cinquanta volte. Da Philipp Plein, infatti, mi sono gasato quando, prima di iniziare, ci hanno detto che la passerella era lunga 350 metri.
A giudicare dal profilo Instagram, il tuo è uno stile di marca street, che prevede sneakers Jordan o Yeezy, baseball cap, jeans a vita bassa, pantaloni cargo, bomber dalle tonalità piene.Tu come lo descriveresti?
Con un aggettivo, street futuristico.
Total look Antonio Marras (ph. Manuel Scrima)
Un capo/accessorio che compare sempre nei tuoi look?
Ho due must: l’underwear Armani e le calze colorate Missoni.
Designer o griffe con cui sarebbe un sogno lavorare?
Sono tante, ne cito tre: sarebbe bellissimo sfilare per Versace, Louis Vuitton Men e Burberry.
Sei piuttosto richiesto negli Stati Uniti, a breve ti recherai lì per lavoro, cosa ti aspetti da questo viaggio e, in generale, dal futuro?
Per il futuro mi auguro il meglio, tutto il bene possibile, perché mi amo e, detto con la massima umiltà, so quanto valgo. Le aspettative sono alte anche per il viaggio negli Usa, vedremo quel che succederà, non appena avrà sistemato tutto con i vari permessi partirò per Los Angeles, non sto nella pelle…
Total look Antonio Marras (ph. Manuel Scrima)
Total look Antonio Marras (ph. Manuel Scrima)
Total look Antonio Marras (ph. Manuel Scrima)
Credits
In tutto il servizio, Demba indossa abiti e accessori Antonio Marras
Alta, esile, jeans e camicia, un paio di Converse nere. Arriva come una studentessa che torna a casa dall’università. Penso che il suo nome, Morwenn, le doni: ha il sapore delle antiche leggende celtiche e delle storie elfiche. Per tutti è Ema Stokholma, artista italo-francese ormai romana. Si prende il suo spazio: una sigaretta nel giardino privato dell’agenzia che la segue, tra i vecchi edifici di Trastevere, in una giornata di aprile dove una timida primavera ancora non riesce a mandar via un inverno che sembra non voler finire.
Ha pubblicato lo scorso anno il suo primo libro Per il mio bene, edito da HarperCollins, dove ha raccontato la sua infanzia difficile e che le è valso il Premio Bancarella 2021. Lo ha scritto per aiutare altri giovani in difficoltà, per accendere una luce in quel tunnel che lei ha già attraversato. Vittoriosa.
Dress Antonio Marras, jewelry Marco De Luca Gioielli, rhinestone net stylist’s archive
Quando illuminiamo la strada per un’altra persona, illuminiamo anche la nostra. Cosa hai visto di te scrivendolo?
Che devo lavorare sugli episodi raccontati nella parte finale del libro, come la morte di mia madre. Cerco sempre di tenere le emozioni lontane da me, soprattutto quelle troppo forti. Mentre scrivevo, ho cercato di mettere distanza tra me e alcuni episodi dolorosi. Non volevo un racconto drammatico: già la storia lo è. Ma ho visto i sentimenti non ancora elaborati.
Dress Antonio Marras, jewelry Marco De Luca Gioielli, rhinestone net stylist’s archive
Per il mio bene. Siamo abituati a dire: “lo faccio per il tuo bene”. I soggetti maltrattanti dicono frasi come “non sono io che ti picchio, sei tu che me le levi dalle mani”. Addossano la colpa alla vittima mentre si dipingono caritatevoli…
Mia madre mi picchiava e diceva “lo faccio perché me lo stai chiedendo tu, hai bisogno di questo, io lo so perché sono tua madre e lo faccio per il tuo bene”. Ma quella cosa non ti fa bene. C’è un distacco tra il bene che vorresti avere e quello che ricevi. E quando sei bambino, non capisci più cosa è per il tuo bene. Da adolescente, poi, quando affronti un rapporto sentimentale, pensi che nel tuo bene ci debba essere anche la violenza, perché l’amore te lo hanno insegnato così. Se mi picchi per il mio bene, vuol dire che poi io devo andare a cercare questo tipo di rapporto. È difficile capire che quello non era per il tuo bene. Sono scappata senza pensarci, per istinto di sopravvivenza. Se ci pensi non lo fai, perché subentra la razionalità, il senso di colpa, la paura di non farcela. E poi ti dicono sempre che nella vita devi affrontare le situazioni, che non devi scappare davanti alle difficoltà. Non è sempre vero: a volte, per affrontare le situazioni, devi vederle da lontano. Ho provato a scappare tante volte, dall’età di cinque anni, ma mi riportavano sempre lì, senza neanche chiedermi “perché sei scappata?”. Ci sono riuscita a quindici anni, quando ero in grado di nascondermi, di confondermi, e nessuno mi ha riportato a casa. A trent’anni sono entrata in analisi: era ora di mettere le mani nel mio passato.
Dress Antonio Marras, jewelry Marco De Luca Gioielli, rhinestone net stylist’s archive
Ora non ti troveresti coinvolta in una relazione tossica?
Sono io la persona tossica. Non cerco relazioni tossiche, non cerco un uomo, una donna, una persona, un’amicizia, che riproduca quello che ho già vissuto e che rifuggo. Sono io che devo gestire la mia violenza, i miei sentimenti, le mie mancanze, i miei vuoti. Per questo sono andata in analisi, perché ho capito che il problema non era che cercavo le persone sbagliate. Ho sempre avuto delle persone fantastiche al mio fianco, ma sono io la persona problematica della coppia. Lo ammetto.
C’è una grande amicizia nella tua vita, Andrea Delogu. Come vi siete incontrate?
Era il 2009. Io facevo la cubista e lei la vocalist. Un giorno ho detto: non voglio più fare la cubista. Guadagnavo bene, ma non vedevo un futuro. Ho cominciato a fare la dj, dal nulla, ma era quello che volevo. Così ho conosciuto Andrea. Insieme, abbiamo cominciato a lavorare nelle discoteche più sperdute delle province italiane. Non è stato un colpo di fulmine. Prima un incontro, poi lentamente ci siamo aperte e abbiamo capito di avere bisogno l’una dell’altra. Io sono cresciuta nella violenza e nella solitudine, solo con mia madre e mio fratello. Lei in un ambiente violento, ma con tantissime persone, in una comunità dove erano tutti zii, fratelli, dove i bambini erano di tutti. Questo ci rende completamente diverse. Però è l’unica persona che davvero mi capisce e io capisco lei. C’è una forte empatia tra noi e ci siamo compensate.
Lace dress Antonio Marras, jewelry Pomellato, shoes Giuseppe Zanotti
Cosa cerchi in un rapporto di coppia?
Una persona tranquilla. Ho una personalità conflittuale. C’è una parte di me che va sempre verso la luce e un’altra che deve ancora superare vecchi meccanismi. Dico sempre: “vado in analisi e non voglio far fare a te questo lavoro. Ma, se mi ami, devi prendere il pacchetto completo. Sappi però che io faccio di tutto per migliorarmi”. Lo faccio per stare bene con me stessa. Non è l’altra persona che mi deve salvare e non do la colpa dei miei problemi agli altri.
Sei riuscita a evitare disturbi alimentari e dipendenze?
Non posso dire di non esserci cascata. L’alimentazione era un problema già quando vivevo con mia madre. A scuola mangiavo dai piatti di tutti perché avevo fame, ma a casa non ci riuscivo. L’inappetenza è rimasta, ma mi impongo di mangiare cose sane per il mio bene.
Il tuo Instagram è un’esposizione permanente dei tuoi quadri. Come ti sei avvicinata alla pittura?
Sono fiera del mio Instagram. Fin da bambina mia madre mi ci trascinava per musei e di questo le sono grata. Mi è rimasta la passione.
Riproduci fedelmente le foto, tranne i tatuaggi…
Non mi piacciono più neanche su di me. Alcuni li sto cancellando e vorrei toglierli tutti. Il problema dei tatuaggi è che quel disegno dopo dieci anni o venti non ti rappresenta più.
Feather detail dress Antonio Grimaldi
Il legame con tuo padre?
Avevamo rapporti sporadici. Passavano mesi o anni tra una visita e l’altra. Diceva “torno tra tre mesi” e poi non tornava mai. C’era già una distanza fisica, ma sono stata costretta a mettere una distanza affettiva, anche se con difficoltà. Non puoi vivere sempre in attesa. L’assenza la gestisci, ma quando una persona torna, va via e ti promette di tornare e poi sparisce di nuovo, è una tortura. Credo sia sommerso dai sensi di colpa, ma non cambia. Il senso di colpa è come una palude: ogni giorno ci affondi sempre più. Invece dovresti dire “da adesso in poi cambio”. Per questo è difficile recuperare il rapporto.
Non sei schiava del perdono…
Non lo concepisco. Se sbaglio lo ammetto. Non ha senso chiedere perdono: io non sono inferiore per aver sbagliato e tu non sei superiore perché mi perdoni. Mia madre non mi ha mai chiesto scusa. Non posso perdonare una madre che fa del male ai suoi figli, ma posso comprenderla, capire le sue mancanze, la solitudine, la follia. Quando si soffre troppo si rischia di impazzire. Se non sei circondata da persone che ti vogliono bene, che ti aiutano, che sono positive, è difficile. Mia madre era sola. Non voglio perdonarla, ma posso comprenderla. Se continui ad odiare per quello che ti hanno fatto, non vai avanti. Ricordo benissimo il giorno che mi sono liberata dal rancore e ho provato empatia per mia madre: mi sono sentita in pace con il mondo.
Dress and shoes Antonio Marras
“Non si è mai al sicuro in nessun posto”. Il libro inizia così. Ora che hai una casa tua, c’è un posto dove ti senti al sicuro?
Ora sì! Fin da piccola non mi sentivo sicura da nessuna parte. Quando andavo dagli assistenti sociali, non raccontavo cosa succedeva: facevo scena muta perché non ero sicura, non mi fidavo. Sapevo che mi avrebbero riportata a casa e, se avessero detto a mia madre che avevo parlato, per me sarebbe stata la fine. Nessuno mi ha mai detto “siamo qui per aiutarti, dimmi cosa succede”. Nessuno mi ha fatto sentire al sicuro, per raccontare, per aiutare me, mia madre e mio fratello. Già quando ho preso quel treno per l’Italia mi sentivo meglio. Ora mi sento al sicuro dove sto perché mi sento al sicuro con le persone che ho accanto.
Com’è la tua famiglia?
È figa. L’ho scelta io. Mio fratello è un’estensione di me e poi c’è Andrea (Delogu), ci sono altri amici, le persone che mi aiutano a fare il mio lavoro, che condividono con me le cose belle. Sono contenta. Sono stata brava a scegliermi le persone che fanno parte della mia vita, sono loro la mia famiglia.
Dress Di Liborio, ring Marco De Luca Gioielli, sandals Giuseppe Zanotti
Giorni fa eri sul palco a Bologna per il concerto di Save the children per l’Ucraina. La musica non ferma la guerra, ma avete lanciato un messaggio, anche a chi questa guerra la sta negando.
È stato potente vedere tutte quelle persone cantare insieme e abbracciarsi. La gente nega tutto. Ce ne siamo accorti in questi anni. Sai perché ho scritto il libro? Perché un giorno, su Facebook, ho letto un post su un bambino morto in casa sul divano, con il collo spezzato dal compagno della madre. Se è successo, è perché i vicini hanno sentito urla per mesi e non hanno fatto nulla. Neanche le maestre a scuola. Le persone negano perché non vogliono capire cosa succede. Quando sono arrivata in Italia, mi chiedevano “perché non parli più con tua madre?”. Io dicevo “perché mia madre mi picchiava”. E mi rispondevano “però la mamma è sempre la mamma”. Sì, ma se la mamma è Hitler, perché devo chiamarla e dirle ti voglio bene? Le persone non vogliono vedere le tragedie che accadono dall’altra parte del mondo, come nella casa accanto. Ma se non vedi, non puoi agire e non aiuti nessuno. E allora qui che ci stai a fare?
Suit Gianluca Saitto, jewelry Marco De Luca Gioielli, sandals Giuseppe Zanotti
Pulizia, idratazione e protezione: sono i tradizionali gesti beauty che, soprattutto in primavera, aiutano la pelle a ritrovare luminosità. Ecco la nostra selezione per questo periodo, fra texture sontuose, fragranze sensoriali e pack preziosi di alcuni must-have beauty assoluti.
Chanel – Clarins Sensai – La PrairieEisenberg – SisleyLa Mer – Lumei
Credits:
Text: Massimiliano Benetazzo
Photographer: Umberto Gorra
Creative director and set designer: Gianmarco Chianese
Inaugura oggi, in contemporanea con MIA – Milan Image Art Fair (fiera internazionale dedicata alla fotografia d’arte), la mostra Nuovo Cinema Paradiso. Ospitata fino al 1° maggio negli spazi di Superstudio Maxi, in via Moncucco 35, l’esposizione intende valorizzare l’odierna scena attoriale italiana, ricca e vitale come mai prima d’ora, selezionando e organizzando in un percorso visivo curato da Federico Poletti, direttore di ManInTown, le immagini di alcuni dei suoi interpreti più conosciuti e apprezzati, scattate in tempi non sospetti da Davide Musto. Di origini palermitane ma ormai romano adottivo, il fotografo e talent scout ha seguito infatti da vicino, assiduamente, quel magma sempre in fieriche è, da un po’ di anni a questa parte, lo showbiz del Belpaese, affollato di talenti emergenti, giovani, spigliati, a proprio agio nelle pellicole d’autore come in film e serial distribuiti da Netflix, Amazon Prime Video et similia, che hanno assicurato loro un seguito estesosi ben oltre i confini nazionali.
Giancarlo Commare
Matilde Gioli
Giacomo Ferrara
Gli astri nascenti del cinema italiano
Musto ha avuto l’opportunità di fotografare diversi new names prima che spiccassero definitivamente il volo, ritrovandosi ad essere corteggiati da produzioni internazionali, vecchie e nuove emittenti (dalla Rai ai citati giganti dello streaming), maison titolatissime: tra quelli presenti in mostra, si possono fare i nomi di Matilde Gioli (32enne dal curriculum invidiabile, colmo di riconoscimenti e collaborazioni con registi del calibro di Paolo Virzì, Alessandro D’Alatri, Giovanni Veronesi), Giacomo Ferrara (assurto al rango di icona pop grazie al suo alter ego Spadino in Suburra), Lorenzo Zurzolo (il bel tenebroso liceale di Baby, habitué di Gucci e Valentino), Francesco Gheghi (attore rivelazione de Il filo invisibile), Ema Stokholma (figura poliedrica, passa senza un plissé dalla conduzione alle consolle dei club più famosi, all’autobiografia Per il mio bene che, nel 2021, le è valsa il Premio Bancarella), Rocco Fasano e Giancarlo Commare, già idoli dei teenager per aver recitato nella serie fenomeno Skam Italia.
Lorenzo Zurzolo
Ema Stokholma
Rocco Fasano
Da sempre appassionato di recitazione, l’autore ha colto, in questi e altri astri nascenti dello spettacolo (non solo) italiano, una combinazione «di sguardo cinematografico e appeal internazionale che riconosco per istinto»; qualità che hanno permesso loro di «segnare una svolta epocale nel panorama recitativo del paese, favorendo un cambiamento che non può che giovare all’intero sistema», e traspaiono chiaramente anche dalle foto in bianco e nero raccolte per l’exhibition, in cui la sensualità dei soggetti ritratti, mai sfacciata eppure tangibile, sposa un’impostazione estetica riconducibile agli svariati editoriali di moda da lui realizzati per magazine come L’Officiel, Style, Sportweek, Fucking Young!, oltre che per ManInTown (di cui è brand & content director).
Una nuova generazione per nuovi media
L’allestimento della mostra a Superstudio Maxi
L’allestimento della mostra
Dal canto suo, il curatore Federico Poletti è sicuro che «il cinema italiano viva un fermento inedito grazie a una new generation di attori versatili, molto preparati. Con questa mostra itinerante vogliamo darle spazio, promuoverla, così da farla conoscere a un pubblico attento alla fotografia e alla moda». Dopo la tappa milanese, Nuovo Cinema Paradiso proseguirà per Roma, Noto (durante i mesi estivi) e infine, in occasione della 79esima Mostra di Venezia, approderà in Laguna, arricchendosi di volta in volta di contenuti fotografici e video, dando ulteriore visibilità ad artisti lanciatissimi, abituati a variare, a muoversi liberamente all’interno di un contesto che d’altronde hanno contribuito a modificare, rendendo sempre più labili i confini e svuotando di senso categorie ormai stantie; perché se, come scriveva il critico e giornalista Antonio Mancinelli su ManInTown qualche tempo fa, «una volta c’erano il grande e il piccolo schermo, le cui dimensioni distinguevano due media differenti», adesso al contrario «tutto è intrecciato con tutto, con raffinatezze progettuali e ideative straordinarie, e ogni piattaforma che si presta a veicolare immagini in movimento deve reinventarsi quasi da zero». La nuova generazione di attori e attrici italiani sembra averlo capito meglio di chiunque altro.
Anthony Pomes, fotografo francese che abbiamo intervistato di recente, ha immortalato in esclusiva per Manintown Thomás de Lucca, in déshabillé su una terrazza assolata di Milano, dove si è trasferito da non molto il modello brasiliano. Foto d’impatto, potenti e delicate al tempo stesso, che mettono in chiaro il modus operandi di un autore che, come ci aveva confidato, ricerca in ogni ritratto la sensibilità e unicità del soggetto. Abbiamo approfittato dell’occasione per rivolgere qualche domanda a Thomás.
Trousers Zara
Top Bershka
Parto dalle fotografie di Anthony Pomes, da cui traspare un’atmosfera piuttostorilassata e spontanea, è così? Come ti sei trovato a lavorare con lui?
Mi sono sentito davvero a mio agio con Anthony, ha talento e sa come guidare un modello durante lo shooting. Onestamente, pensavo sarei stato un po’ arrugginito perché al momento mi sto concentrando su altre cose al di fuori del modeling, invece è andato tutto bene.
Trousers Zara
Raccontaci qualcosa di te, da dove vieni, da quanto fai il modello, quali sono i tuoi interessi…
Vengo dal sud del Brasile, faccio il modello da quasi 9 anni, da quando sono andato in Cina per lavoro, esperienza che mi ha aiutato a crescere ed essere qui oggi, rappresentato da una delle migliori agenzie milanesi. In parallelo, dall’anno scorso, mi occupo di marketing, ultimamente ci sto investendo molto tempo ed energie, anche se la mia passione è sempre stata, e resterà, la moda. Nel tempo libero mi piace andare in palestra, fare yoga e meditazione, anche tutti i giorni, se possibile. Amo stare col mio ragazzo e gli amici, e guardare film horror o sci-fi.
Jacket Tommy HilfigerBriefs Thorns
Sei brasiliano ma vivi per lavoro a Milano, com’è stato il primo impatto, cosa ti piace di più (ed, eventualmente, meno) della città?
Milano è fantastica, internazionale e facile da girare, devo però confessare che ho ancora dei problemi con la lingua perché “il mio italiano non è molto buono” (letteralmente l’unica frase che so dire senza ricorrere a Google Translator). Le cose che mi piacciono di più sono la pizza e il cappuccino, mi piace meno il costo parecchio elevato della vita.
Top Bershka, trousers ZaraBriefs Thorns, boxer shorts Personal Parade
Se ti parlo di stile, a cosa pensi?
A David Gandy, un riferimento assoluto per ogni modello, mi colpisce il suo stile che, adeguandosi all’età, risulta affascinante e up to date.
Briefs ThornsTop Bershka, trousers Zara
Griffe o designer per cui aspiri a lavorare?
Mi piacerebbe sfilare per Dolce&Gabbana e Giorgio Armani, sono la mia aspirazione professionale da quando faccio questo mestiere.
Top Bershka, trousers ZaraBoxer shorts Personal Parade
Dove ti vedi da qui a dieci anni?
Tra dieci anni vorrei essere un affermato coach di modelli, di quelli che viaggiano ovunque e tengono lezioni sul modo di pensare, al di là del lavoro dei sogni, sull’usare la passione a proprio favore. Vorrei incoraggiare tutti i miei colleghi a non rinunciare con troppo facilità alla carriera (so quanto possa essere difficile ricevere una marea di “no”). Si può sfruttare in tanti modi ciò che si impara o sperimenta in quest’ambiente, magari come aiuto per iniziare qualche nuova attività con cui siamo realmente in sintonia. Là fuori ci sono più opportunità di quanto si pensi.
Nella musica degli Iside (ovvero Dario Pasqualini, Daniele Capoferri, Giorgio Pesenti e Dario Riboli, tutti di Bergamo) confluiscono diverse influenze e svariati immaginari: un flusso di parole e suoni che uniscono elettronica, pop e l’indie rock dell’ultimo ventennio in una proposta artistica energica, emozionante e ricca di sfumature, che si svelano ascolto dopo ascolto. Gli ascolti e gli spunti sono tanti: da Brockhampton a Frank Ocean, da Mk Gee a Toro y Moi.
Left: jacket and pants Red September, shoes Giuseppe Zanotti – Right: shirt and skirt Red September, jacket Odor, shoes Giuseppe Zanotti Left: jacket Youwei, pants Red September, shoes Giuseppe Zanotti – Right: jacket and pants Red September, hoodie Unicore, shoes Scarosso, hat Subterranei
From left: jacket, pants and tie Gabriele Pasini, shirt Odor, shirt Unicore, pants Red September, sunglasses Junk, sweater Altea, cap Gant, sweater Red September, sunglasses Junk
Left: jacket and pants Gabriele Pasini, shirt Odor shoes Giuseppe Zanotti – Right: shirt Unicore, pants Red September, sunglasses Junk, shoes ScarossoLeft: jacket, pants and tie Gabriele Pasini, shirt Odor, shoes Scarosso – Right: coat Youwei, shirt Odor, foulard Gabriele Pasini, shoes Giuseppe Zanotti
Dopo una manciata di singoli pubblicati tra il 2019 e il 2020, tra cui Maremoto in collaborazione con See Maw, gli Iside pubblicano il loro primo album,Anatomia Cristallo. Anticipato dai singoli Pastiglia v7 e Margherita v11, questo disco rappresenta l’emblema del cambiamento del collettivo: dalle giornate passate sui banchi di scuola a quelle passate interamente in studio di registrazione.
Left: pants and jacket JordanLuca, shoes Giuseppe Zanotti – Right: sweater Altea, pants and cap Gant, shoes ScarossoLeft: sweater and pants Red September, shoes Giuseppe Zanotti – Right: tracksuit Youwei, shoes Scarosso
Iside è tra i 12 progetti italiani selezionati per Radar Italia, il programma globale di Spotify (per la prima volta in Italia) nato per supportare i migliori talenti della scena musicale emergente del nostro Paese. Il loro è un pop delicato accarezzato da morbida elettronica, sprazzi r’n’b, melodie leggiadre e lo sguardo introspettivo di chi ha il coraggio di mettere a nudo tutte le proprie fragilità.
In apertura, da sinistra: jacket Youwei, pants Red September, shoes Giuseppe Zanotti, jacket and pants Red September, hoodie Unicore, shoes Scarosso, hat Subterranei, shirt and skirt Red September, jacket Odor, shoes Giuseppe Zanotti, jacket and pants Red September, shoes Giuseppe Zanotti
Grazie al suo occhio attento ai talenti, Davide Musto è riuscito a seguire l’evoluzione e i cambiamenti di una serie infinita di giovani nomi che sono stati catturati lungo il loro percorso. La sua costante ricerca di nuovi volti si intreccia con il mondo della moda per creare uno storytelling unico.
Davide è un fotografo di Roma, specializzato nel cinema con un tocco fashion e seducente. La sua visione ricca di sensualità e contrasti affonda le radici nella sua terra natale, la Sicilia. Oltre alle sue collaborazioni con altre riviste italiane e internazionali, è stato nominato Head of Scouting per MANINTOWN.
A sinistra Tommy indossa cappotto Devo, giacca, camicia e pantaloni MTL studio by Matteo Lamandini, collana piume Radà; A destra Lucas indossa completo MTL studio by Matteo Lamandini, lupetto Hevo, collana piume Radà, cintura vintage A.N.G.E.L.O.
Bartek indossa total look Corneliani, collana e cintura vintage A.N.G.E.L.O.
Lucas indossa Total look Versace, piercing Archivio Guerrini, collana, anello, borsello, scarpe Versace, calzini Red
Ryu indossa Total look Corneliani, collana Sharra Pagano
Bartek di spalle indossa giacca Corneliani; Ryu a destra indossa Total look Corneliani, collana Sharra Pagano, cintura vintage A.N.G.E.L.O.
Tommy indossa Total look Paolo Pecora, foulard vintage A.N.G.E.L.O., collana usata come copricapo Sharra Pagano, scarpe Hevo
Lucas indossa Total lookLes Hommes, collana Sharra Pagano, cintura vintage A.N.G.E.L.O., calzini Red, scarpe Versace
Ryu indossa Total look Emporio Armani, collana Radà
Lucas indossa giacca Tagliatore, lupetto Hevo, collana Radà
Lucas a sinistra indossa giacca Tagliatore, lupetto Hevo, collana Radà Bartek a destra indossa completo Tagliatore, camicia DoppiaA, collana e cintura vintage A.N.G.E.L.O.
Tommy indossa Total look Ermenegildo Zegna, collana vintage Archivio Guerrini
Bartek indossa Total look Roberto Cavalli, collana e cintura vintage A.N.G.E.L.O., scarpe Hevo
Bartek a sinistra cappotto DoppiaA; giacca Gabriele Pasini, polo e pantaloni Tagliatore, collana Sharra Pagano, cintura vintage A.N.G.E.L.O., scarpe Hevo Lucas a destra indossa cappotto Corneliani, maglione CP Company, pantaloni Berwich, orecchino e collana Sharra Pagano
Tommy a sinistra indossa Total look Trussardi, piercing al naso Archivio Guerrini, collana Sharra Pagano; Ryu a destra Total look Trussardi, collana Sharra Pagano, orecchino vintage A.N.G.E.L.O., scarpe Hevo
Per Millennial, membri della Gen Z, giovani in generale la pandemia ha rappresentato un fenomeno dalle conseguenze se possibile ancor più disastrose che per il resto della popolazione, un colpo micidiale inferto a generazioni costrette già da anni a confrontarsi con crisi di ogni tipo – economiche, politiche, sociali, identitarie… – e prospettive oltremodo ristrette, angustianti (vedi alla voce emergenza climatica). Eppure, come vuole l’adagio, non tutto il male viene per nuocere, e c’è chi, nel lockdown del funesto 2020, ha colto un’opportunità inaspettata per ascoltarsi, per riflettere su ciò che è realmente importante nelle nostre esistenze mai così frenetiche e colme d’incertezza, sforzandosi di immaginare un futuro comunque migliore di questo tribolatissimo presente, a livello individuale e collettivo. Facendo leva magari sulla moda, che per sua stessa natura è espressione dello Zeitgeist, uno strumento formidabile per indagare la contemporaneità provando, allo stesso tempo, ad anticiparne cambiamenti ed evoluzioni.
Sono partiti da considerazioni simili Federico Cianferoni e Maxence Dinant, giovani autori del documentario Les Amateurs: Designers in Quarantine, in cui a riflettere sul futuro del fashion system sono creativi da tutto il mondo, dall’Europa all’India, da Londra a Buenos Aires, costretti – come da titolo – nelle rispettive abitazioni dal confinamento generalizzato dello scorso anno. Girati dagli stessi protagonisti, i filmati li mostrano all’opera durante le lunghe giornate della quarantena: le riprese indugiano su mani che sfiorano abiti in lavorazione, tagliano stoffe, tracciano figurini sul foglio, muovendosi su tavoli ingombri di “ferri del mestiere”, tra spilli, forbici, rotoli di tessuto, cartamodelli, libri, illustrazioni et similia. Le venti personalità scelte sono ovviamente assai diverse tra loro, che siano però studenti o professionisti affermati, al servizio di griffe blasonate (saltano all’occhio nomi del calibro di Gucci, Alexander McQueen, Helmut Lang e Berluti) o indipendenti, condividono tutti la necessità, l’urgenza quasi, di tornare all’essenza della moda, creando per il puro piacere di farlo, assecondando un’inclinazione.
I due registi spiegano come lo spunto sia venuto dalle riflessioni condivise, nel marzo 2020, da Li Edelkoort: in una conversazione con il direttore di The Business of Fashion Imran Amed, la trend forecaster olandese, abituata com’è a indagare lo stato dell’arte del mondo fashion, aveva parlato infatti di «inizio dell’epoca dell’amateur», sostantivo francese derivato dal latino amator (“colui che ama”) che, stando alla definizione della Treccani, designa una persona «che ha amore, inclinazione, trasporto verso un determinato oggetto», «chi si diletta di qualche cosa» oppure un «ricercatore, collezionista». Limitandosi all’industria modaiola, è dunque appropriato per indicare quei cultori che, nella loro pratica, canalizzano ed esaltano valori quali autenticità, inventiva, sostenibilità, artigianalità, dedizione, proprio come i designer che compongono il mosaico di voci della pellicola.
Aperto da una rapida testimonianza dei momenti surreali causati dal Covid-19, i cui effetti continuano tuttora a riverberarsi, il documentario consta di tre capitoli, introdotti da autorevoli insider: Angelo Flaccavento, critico, curatore e firma di punta di testate come Vogue Italia, Il Sole 24 Ore e System(L’Amore per l’autenticità), la coordinatrice italiana di Fashion Revolution Marina Spadafora (L’Amore per l’artigianato) e Sara Sozzani Maino, Head di Vogue Talents (L’Amore per il pianeta e il patrimonio mondiale). Gli stessi Cianferoni e Dinant hanno d’altronde una certa dimestichezza col settore: il primo, regista e sceneggiatore di origine toscana, nel 2018 ha diretto un fashion film per la stilista Francesca Liberatore (How Far Is Our First Kiss) e il documentario sull’architetto della moda Gianfranco Ferré, Identity Through Ferré, vincitore nella sua categoria al Bokeh South African International Fashion Film Festival; il secondo ha un background da designer e, dopo la laurea alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa, ha lavorato a lungo negli uffici stile di rinomate maison (tra le altre Jil Sander, Dolce&Gabbana e Salvatore Ferragamo), per poi studiare recitazione negli Stati Uniti e stabilirsi a Milano, dove si divide tra molteplici ambiti creativi, dalla scrittura alla regia.
I due film-maker, ritratti nelle foto che accompagnano l’articolo da Davide Musto, presenteranno Les Amateurs: Designers in Quarantine a Venezia dal 2 al 7 settembre, nella cornice del Venice Production Bridge, la sezione market della 78esima Mostra del Cinema; la discussione sui possibili – e auspicabili- scenari futuri della moda, più intimistici e a misura d’uomo, passa anche dal Lido.
Jill Sander FW 2009 e scarpe Attimonelli’s Total look Ardusse Federico caban Canali, pantaloni Kiton e scarpe Jil Sander, Maxence giacca Kiton, pantaloni Canali, t-shirt McQueen e scarpe ConverseMaxence maglia Kiton, Federico canotta ArdusseFederico total look MSGM, Maxence t-shirt Aries, shoes Federico Curradi e coperta ColvilleMaxence giacca Helmut Lang archive, Federico maglia CanaliMaxence shirt Sarah de Saint Hubert, jacket Helmut Lang Archive, Federico trousers Marsem, shirt Arthur Arbesser
Ph. Davide Musto Ph. Assistant Angelo De Marchis Stylist: Rosamaria Coniglio GroomingMaria Esposito per Simone Belli Agency Location NH Collection Vittorio Veneto
La fotografia è il mezzo che può documentare la storia delle nostre radici e spesso serve a definire i diversi centri gravitazionali che motivano l’indagine dello stare al mondo.
Si tratta degli stessi microcosmi che guidano la dimensione personale ad un allontanamento o ad un riavvicinamento verso le fondamenta della nostra esistenza.
Ed è il baricentro delle proprie origini che ha guidato Lucio Aru e Franco Erre, ambedue con un background creativo a livello internazionale, nella valorizzazione del territorio sardo nell’ambito visivo, sociale e antropologico.
Una mera patina superficiale potrebbe limitare erroneamente la loro mission alla fotografia di moda contemporanea con contaminazioni esterofile, importata in un pezzo di terra in mezzo al mare, corredata anche da un impegno nell’ambito della formazione (Lucio e Franco sono, infatti, docenti presso lo Ied di Cagliari).
In realtà, ciò che emerge contemplando la loro intensa quotidianità professionale, è il forte intento di dar voce alle new faces e ai luoghi inesplorati di un territorio di cui conosciamo solo le bellezze paesaggistiche instagrammabili e il luogo comune della ruralità.
Il Mal di Narènte, è la nostalgica sensazione che si prova nel ricordare i volti e i luoghi di un racconto visivo decantato nell’ennesimo lockdown e prodotto con la sabbia negli occhi, il vento nei capelli e l’amore per una terra che, grazie alla sua autenticità, ha preso un posto nel cuore.
Total look Vivienne Westwood, sandali Giuseppe Zanotti
Total look Paul Smith
Stefano 20 anni cagliaritano, studia Psicologia, ama giocare con la moda ed è fermamente convinto che il “genere” sia un discorso superato.
“La Sardegna ha i suoi limiti. Ne siamo un po’ gelosi ma anche molto austeri nel tutelarla perchè temiamo che tutto ciò che c’è di fuori possa contaminarla e comprometterla.”
Total look Valentino
Total look Etro
Matteo 15 anni cagliaritano, studia al Liceo Scientifico, ama la musica e parlare di politica.
“Importiamo idee e rendiamole nostre per dare un futuro alle nuove generazioni con l’intento di farle rimanere”.
Total look Pleats Please Issey Miyake
William 19 anni cagliaritano, modello, di base a Milano, ora a Tokyo per due mesi di on stay.
“Cagliari è nell’hub di giovani sardi a Milano. Non facciamo altro che parlare della nostra terra e invitiamo coloro che non la conoscono nel venire a visitarla.”
Total look Versace Jeans couture
Giacca Haikure, camicia Antonio Marras, sandali Paul Smith
Rafal 19 anni oristanese di origini polacche, ex calciatore ora allevatore
“Il mio sogno nella moda sarà supportato dal lavoro che sto facendo attualmente. Curo gli animali in un’azienda agricola, la mia quotidianità è tra pecore e agnelli.”
Camicia Asos Design, pantaloni Acne Studios
total look 1 Moncler JW Anderson
Kuba 17 anni cagliaritano, studia al liceo, non vede l’ora di cominciare il suo percorso nella moda.
“Mia madre faceva la modella in Polonia prima di trasferirsi in Sardegna cambiando la sua vita. Alla fine è diventato anche il mio sogno e, grazie al coaching di Lucio e Franco, vorrei realizzarlo”.
Total look Karl Lagerfeld, mocassini Church’s
Jacopo 20 anni sassarese, vuole studiare fashion design a Milano ma non ha ancora deciso la scuola più giusta per lui.
“Mi piacerebbe approcciarmi alla moda con un occhio sul fashion design. La fierezza dei modelli in passerella mi trasmette sicurezza. Un giorno sogno di andare a Milano per studiarla e provare a calcare le passerelle”.
Special Contents Direction, Production and Styling Alessia Caliendo
Location: Villa Egeria, Roma – Un progetto di Ganesh Poggi Madarena
Marco Rossetti, è davvero un romano DOC, ma il destino ha voluto che proprio lui unico laziale della famiglia dovesse interpretare il capitano Daniele De Rossi nella serie TV per SKY “Speravo de morì prima”. Attore, diplomato al Centro Sperimentale di Roma, divide le sue passioni tra il cinema, ovviamente, ed il suo sogno nel cassetto: la musica.
Manintown vi svela il Dietro le Quinte del contenuto esclusivo, Attivismo in musica : David Blank, a poche settimane dall’uscita del suo ultimo video. Lo Special Content potete trovarlo in questo articolo dedicato a David Blank .
Special contents direction, production, interview & styling Alessia Caliendo
I giovani talent del cinema italiano interpretano una selezione di marchi emergenti e non
Photographer Davide Musto
Grooming Davide Carlucci using Kemon
Backstage photo ITM srl
Special thanks to NH Collection Roma Palazzo Cinquecento
Dolce Green
Roma, NH Collection Roma Palazzo Cinquecento. Pochi giorni dopo che la settimana della moda has been gone ON DIGITAL, Manintown incontra i giovani interpreti più promettenti del panorama nazionale per dar vita a un contenuto il cui focus sono le anteprime del prossimo AI 21-22. Li riconoscerete mentre indossano l’esclusivo guardaroba, che non vede solo la presenza dei brand mainstream ma anche quella dei designer emergenti. Dedicato a coloro che, nonostante tutto, continuano ad alimentare di nuove visioni e di nuovi stimoli il Belpaese nell’ambito della creatività a 360 gradi.
Sangue calabrese, ha al suo attivo una discreta esperienza teatrale e tra le serie Tv cui ha preso parte figurano le tre stagioni di “Braccialetti rossi”, “Non è mai troppo tardi” e “Provaci ancora prof 6”. La sua esperienza cinematografica inizia prendendo parte ad alcuni cortometraggi prima di debuttare definitivamente sul grande schermo con “La buca” (2013). Successivamente recita in “Maraviglioso Boccaccio” (2014, dei fratelli Taviani), “La nostra quarantena” (2014) e “Abbraccialo per me” (2015).
Total Look Paul Smith
Total Look Alessandro Enriquez
Total Look Paul Smith
Lockdown e semi lockdown, a cosa ti stai dedicando in questo particolare momento storico in cui tutta la collettività è particolarmente colpita?
In realtà è un periodo in cui sto scrivendo molto. Sto lavorando ad un progetto autobiografico che conto di portare in teatro “ Anche gli angeli hanno le ali”. Contestualmente sono alle prese con molti provini. Posso affermare che questo è un momento nel quale sto mettendo in gioco me stesso.
La moda e il costume. Un frangente creativo al servizio del mondo dello spettacolo dalla notte dei tempi. Come ti approcci agli abiti/outfit e come scegli di dargli vita nei personaggi che interpreti?
Lavoro molto con i costumi perché mi aiutano a capire le movenze del personaggio. Il mio desiderio è sempre quello di avere un rapporto diretto con il costumista per dar vita ad idee sinergiche in merito al soggetto interpretato.
Total Look Federico Cina – Sneakers Giuseppe Zanotti
Total Look Paul Smith – Anfibi Giuseppe Zanotti
Total Look Alessandro Enriquez
E nella vita privata sei un fashion addicted focalizzato sull’outfit più instagrammabile oppure un cultore della nicchia, alle prese con il vintage e la sartorialità?
Sono un’appassionato di moda. Indossare qualcosa che rispecchi la tua personalità e ti faccia sentire appagato è importante. Sicuramente sono un instagram addicted e la moda si muove di pari passo con i miei post. Adoro lo stile streetwear e i tagli over mentre sui red carpet mi piace sperimentare guidato dagli stylist.
Il contenuto editoriale che stiamo scattando da voce ai BIG ma anche agli EMERGING della moda che, come il settore dello spettacolo è stato particolarmente penalizzato negli eventi fisici per dar vita alle forme di interazione digitale. Lo stesso nasce proprio con la necessità di comunicare in mancanza degli happening e dell’esperienza tattile. Cosa sta avvenendo, invece, nel tuo mondo?
C’è una grande rivoluzione in atto e noto con piacere che anche il mondo del teatro si sta evolvendo in tal senso. Il danno causato dalla pandemia in realtà sta generando benefici nell’ottimizzare la fruibilità dei prodotti culturali sperimentandone le nuove modalità di diffusione.
Total Look Paul Smith – Anfibi Giuseppe Zanotti
Total Look Federico Cina – Sneakers Giuseppe Zanotti
Total Look Paul Smith – Anfibi Giuseppe Zanotti
La riapertura dei luoghi della cultura e il ritorno ad una normalità che non sarà mai più la stessa, cosa è previsto nella tua carriera per i prossimi mesi?
A breve uscirà un lungometraggio molto interessante , già disponibile in streaming, “Un confine incerto” di cui sono il protagonista. Un lavoro che ha richiesto uno studio incredibile in quanto il mio personaggio, ad un certo punto della sua vita, decide di rapire una bambina. Ho dovuto cambiare totalmente il mio assetto personale perché ci ho convissuto giorno e notte, provando a trovare un equilibrio ed esulandolo dalla vita reale. Per il resto ci sono in ballo due progetti per i quali aspetto di lavorare al più presto.
I giovani talent del cinema italiano interpretano una selezione di marchi emergenti e non.
Photographer Davide Musto
Grooming Davide Carlucci using Kemon
Backstage photo ITM srl
Special thanks to NH Collection Roma Palazzo Cinquecento
Dolce Green
Roma, NH Collection Roma Palazzo Cinquecento. Pochi giorni dopo che la settimana della moda has been gone ON DIGITAL, Manintown incontra i giovani interpreti più promettenti del panorama nazionale per dar vita a un contenuto il cui focus sono le anteprime del prossimo AI 21-22. Li riconoscerete mentre indossano l’esclusivo guardaroba, che non vede solo la presenza dei brand mainstream ma anche quella dei designer emergenti. Dedicato a coloro che, nonostante tutto, continuano ad alimentare di nuove visioni e di nuovi stimoli il Belpaese nell’ambito della creatività a 360 gradi.
Figlio d’arte e polistrumentista con un mentore come Gigi Proietti. Ha esordito ancora in fasce come doppiatore, e si è fatto conoscere per aver preso parte a film di successo come “Smetto quando voglio”, “Beata ignoranza”, “Bentornato Presidente!”, sequel di “Benvenuto Presidente!”, per il quale riceve una candidatura al Nastro d’Argento come “migliore attore di commedia”, e “Cops”. Lo ritroviamo, inoltre, ne “Il Tuttofare” al fianco di Sergio Castellitto e Elena Sofia Ricci.
Total Look Alessandro EnriquezTotal Look DalpaosTotal Look Eleventy
Lockdown e semi lockdown, a cosa ti stai dedicando in questo particolare momento storico in cui tutta la collettività è particolarmente colpita?
Nel primo lockdown mi sono dedicato alla cucina, specializzandomi nella risottatura della pasta, e agli strumenti musicali. Attività che nella frenesia quotidiana non riesci a fare come vorresti. Nel pieno della seconda ondata, invece, ho avuto la fortuna di non fermarmi e di essere, nonostante tutto, sul set.
La moda e il costume. Un frangente creativo al servizio del mondo dello spettacolo dalla notte dei tempi. Come ti approcci agli abiti/outfit e come scegli di dargli vita nei personaggi che interpreti?
Sono la gioia di molte costumiste e, venendo da esperienze teatrali, vivo il costume in tutti i sensi essendo un oggetto di scena. Avendo fatto epoca, sia al teatro che al cinema, ho imparato che la divisa di scena si deve vivere appena possibile per impostare la gestualità e l’attitude del personaggio.
Total Look EleventyTotal Look DalpaosTotal Look Eleventy
E nella vita privata sei un fashion addicted focalizzato sull’outfit più instagrammabile oppure un cultore della nicchia, alle prese con il vintage e la sartorialità?
Nella vita quotidiana non presto particolare attenzione a cosa indosso ma sono un grandissimo fan del tailor made. Amo i tagli perfetti e i tessuti di qualità, però mi diverto a cercare anche nei mercatini. Nelle occasioni speciali, invece, mi piace scegliere il look perfetto.
Il contenuto editoriale che stiamo scattando da voce ai BIG ma anche agli EMERGING della moda che, come il settore dello spettacolo è stato particolarmente penalizzato negli eventi fisici per dar vita alle forme di interazione digitale. Lo stesso nasce proprio con la necessità di comunicare in mancanza degli happening e dell’esperienza tattile. Cosa sta avvenendo, invece, nel tuo mondo?
Manca tutto il live, la promozione di un film in conferenza stampa o l’esibizione in teatro davanti ad un pubblico vero. L’attore deve stregare il pubblico in platea o la troupe e se ciò viene a mancare a tratti risulta demotivante.
Total Look DalpaosTotal Look DalpaosTotal Look Alessandro Enriquez
La riapertura dei luoghi della cultura e il ritorno ad una normalità che non sarà mai più la stessa, cosa è previsto nella tua carriera per i prossimi mesi?
Incrociando le dita a breve sarò alle prese con la seconda stagione di “Cops”. Inoltre usciranno “School of Mafia” e una nuova serie top secret. Ciò che mi sento di dire è che appena possibile bisognerà intervenire sulla cultura, sul teatro e sulle performance live. Sarà un impegno comune farli rivivere e finanziarli per sopperire a tutto ciò che è stato perso.
I giovani talent del cinema italiano interpretano una selezione di marchi emergenti e non.
Photographer Davide Musto
Grooming Davide Carlucci using Kemon
Backstage photo ITM srl
Special thanks to NH Collection Roma Palazzo Cinquecento
Dolce Green
Roma, NH Collection Roma Palazzo Cinquecento. Pochi giorni dopo che la settimana della moda has been gone ON DIGITAL, Manintown incontra i giovani interpreti più promettenti del panorama nazionale per dar vita a un contenuto il cui focus sono le anteprime del prossimo AI 21-22. Li riconoscerete mentre indossano l’esclusivo guardaroba, che non vede solo la presenza dei brand mainstream ma anche quella dei designer emergenti. Dedicato a coloro che, nonostante tutto, continuano ad alimentare di nuove visioni e di nuovi stimoli il Belpaese nell’ambito della creatività a 360 gradi.
Partenopeo. Inizia a studiare recitazione appena maggiorenne. Il debutto televisivo arriva nel 2016 con la serie Mediaset “Furore”. Poco dopo approda a teatro con “Diario di un bambino cresciuto”. L’abbiamo visto da poco sul piccolo schermo al fianco di Carolina Crescentini con un ruolo da protagonista all’interno della serie Rai “Mare fuori”.
Lockdown e semi lockdown, a cosa ti stai dedicando in questo particolare momento storico in cui tutta la collettività è particolarmente colpita?
Ho avuto parecchio da studiare e ne ho ancora. I lockdown sono stati una bellissima occasione per concentrarmi su me stesso. Inoltre, ho approfondito tante tematiche e mi sono appassionato di attivismo ambientale confrontandomi con personaggi che hanno molto a cuore il tema. Penso che un artista debba dare voce alle tematiche sociali proprio perché ha la possibilità di comunicare a livello massivo per sensibilizzare la collettività
Total Look Alessandro Enriquez
Total Look Etro
Total Look Dalpaos
La moda e il costume. Un frangente creativo al servizio del mondo dello spettacolo dalla notte dei tempi. Come ti approcci agli abiti/outfit e come scegli di dargli vita nei personaggi che interpreti?
Il costume deve calzare a pennello nel ruolo che interpreti e deve aiutarti a trovare la comodità nel farlo. Ad esempio, ne il Mare Fuori, una t-shirt con le ali è stata un ottimo aiuto nell’interpretazione. Grazie al lavoro di squadra con il reparto costumi i punti di vista sul personaggio si moltiplicano e ciò non può che fornire un contributo aggiuntivo durante il suo studio.
E nella vita privata sei un fashion addicted focalizzato sull’outfit più instagrammabile oppure un cultore della nicchia, alle prese con il vintage e la sartorialità?
Adoro il vintage. Ultimamente sono ossessionato dalle giacche doppiopetto stile militare. Per le giornate di studio o per bazzicare nel mio quartiere opto per la tuta o un look estremamente casual.
Total Look Kiton
Total Look Etro
Total Look Alessandro Enriquez
Il contenuto editoriale che stiamo scattando da voce ai BIG ma anche agli EMERGING della moda che, come il settore dello spettacolo è stato particolarmente penalizzato negli eventi fisici per dar vita alle forme di interazione digitale. Lo stesso nasce proprio con la necessità di comunicare in mancanza degli happening e dell’esperienza tattile. Cosa sta avvenendo, invece, nel tuo mondo?
Oramai tutto avviene tramite Zoom call, anche le lezioni di recitazione. Solo alcuni laboratori si svolgono in presenza Grazie ai social riesco a restare in contatto con tutti però voglio esprimere il mio disappunto per la grandissima ingiustizia che noi operatori dello spettacolo stiamo vivendo. Nei provini si opta per il self tape ma la verità è che il provino è un lavoro di squadra ricco di dinamiche incalzanti e inaspettate. La virtualità non consente le stesse opportunità che potrebbero generarsi nel live.
La riapertura dei luoghi della cultura e il ritorno ad una normalità che non sarà mai più la stessa, cosa è previsto nella tua carriera per i prossimi mesi?
Nel futuro ho in ballo due progetti per i quali sono pronto a non dormire la notte. Si tratta di personaggi con un grande potenziale che non vedo l’ora di interpretare.
I giovani talent del cinema italiano interpretano una selezione di marchi emergenti e non
Photographer Davide Musto
Grooming Davide Carlucci using Kemon
Backstage photo ITM srl
Special thanks to NH Collection Roma Palazzo Cinquecento
Dolce Green
Roma, NH Collection Roma Palazzo Cinquecento. Pochi giorni dopo che la settimana della moda has been gone ON DIGITAL, Manintown incontra i giovani interpreti più promettenti del panorama nazionale per dar vita a un contenuto il cui focus sono le anteprime del prossimo AI 21-22. Li riconoscerete mentre indossano l’esclusivo guardaroba, che non vede solo la presenza dei brand mainstream ma anche quella dei designer emergenti. Dedicato a coloro che, nonostante tutto, continuano ad alimentare di nuove visioni e di nuovi stimoli il Belpaese nell’ambito della creatività a 360 gradi.
Milanese di nascita e un piglio da vero 2000. Vanta un background teatrale e una serie di ruoli in TV. Nel 2017 ha, inoltre, lavorato con Francesca Archibugi per la realizzazione del film “Gli sdraiati” e tra le partecipazioni più interessanti annoveriamo quella nel film “Succede”(2018) distribuito da Warner Bros Italia. A breve lo vedremo nella serie Mediaset “Buongiorno Mamma”.
Lockdown e semi lockdown, a cosa ti stai dedicando in questo particolare momento storico in cui tutta la collettività è particolarmente colpita?
Sto studiando recitazione e sto scrivendo molto. Il resto del tempo lo passo, come tutti gli attori, a lavorare e a fare provini.La moda e il costume. Un frangente creativo al servizio del mondo dello spettacolo dalla notte dei tempi. Come ti approcci agli abiti/outfit e come scegli di dargli vita nei personaggi che interpreti? Il costume si muove parallelamente con l’anima e le azioni dei personaggi che interpreto. Ne delinea il carattere e indossarne letteralmente “i panni” mi proietta perfettamente nella giusta dimensione.
E nella vita privata sei un fashion addicted focalizzato sull’outfit più instagrammabile oppure un cultore della nicchia, alle prese con il vintage e la sartorialità?
Total look Federico Cina
Total look Federico Cina
Total look Federico Cina
Dipende da come mi sveglio, ma in linea di massima seguo molto le tendenze. Sono fan dello streetwear e di Iuter ma amo anche i big del Made in Italy come Etro, che indosso negli scatti, Gucci e Dolce & Gabbana. Anche gli emerging presenti nel guardaroba dello shooting mi hanno particolarmente colpito.
Il contenuto editoriale che stiamo scattando da voce ai BIG ma anche agli EMERGING della moda che, come il settore dello spettacolo è stato particolarmente penalizzato negli eventi fisici per dar vita alle forme di interazione digitale. Lo stesso nasce proprio con la necessità di comunicare in mancanza degli happening e dell’esperienza tattile. Cosa sta avvenendo, invece, nel tuo mondo?
Prima della pandemia eravamo trottole alle prese con i provini mentre adesso l’unica modalità è il self tape, vale a dire riprendersi mentre si interpreta una parte del copione. Anche sul set tutto è cambiato, le restrizioni sono tante e ciò causa un prolungamento delle tempistiche di realizzazione.
Total look Dal Paos, texani Giuseppe Zanotti
Total look Dal Paos, texani Giuseppe Zanotti
Total look Dal Paos, texani Giuseppe Zanotti
La riapertura dei luoghi della cultura e il ritorno ad una normalità che non sarà mai più la stessa, cosa è previsto nella tua carriera per i prossimi mesi?
Al ritorno di quella che definiamo normalità cercherò di recuperare tutto ciò che abbiamo perso. In primis viaggiare, una delle grandi limitazioni di questo periodo.
I giovani talent del cinema italiano interpretano una selezione di marchi emergenti e non
Photographer Davide Musto
Grooming Davide Carlucci using Kemon
Backstage photo ITM srl
Special thanks to NH Collection Roma Palazzo Cinquecento
Dolce Green
Roma, NH Collection Roma Palazzo Cinquecento. Pochi giorni dopo che la settimana della moda has been gone ON DIGITAL, Manintown incontra i giovani interpreti più promettenti del panorama nazionale per dar vita a un contenuto il cui focus sono le anteprime del prossimo AI 21-22. Li riconoscerete mentre indossano l’esclusivo guardaroba, che non vede solo la presenza dei brand mainstream ma anche quella dei designer emergenti. Dedicato a coloro che, nonostante tutto, continuano ad alimentare di nuove visioni e di nuovi stimoli il Belpaese nell’ambito della creatività a 360 gradi.
Gianmarco Saurino nasce a Foggia con una forte passione per la recitazione, la musica e lo spettacolo. Sin dagli esordi si trasferisce a Roma dove consegue il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia. Con trascorsi da attore teatrale è diventato noto al grande pubblico per ruoli televisivi e anche come doppiatore. Molti lo ricordano nelle fiction Rai “Doc Nelle Tue Mani”, in “Che Dio Ci Aiuti“ e in “Non dirlo al mio capo 2“.
Total look Eleventy
Total look Federico Cina
Total look Kiton
Lockdown e semi lockdown, a cosa ti stai dedicando in questo particolare momento storico in cui tutta la collettività è particolarmente colpita?
Per fortuna non ho mai smesso di lavorare e non ho mai avuto modo di fermarmi, salvo durante il primo lockdown. Durante questa fase, ad esempio, ho “imparato a respirare” perché di solito sono un iperattivo. Mi sono sentito libero di dire “bene, il mondo è fermo e ora puoi godertela”. Una parte di me, alla ripresa del tran tran, ha portato con sè questa affermazione per affrontare al meglio la quotidianità.
La moda e il costume. Un frangente creativo al servizio del mondo dello spettacolo dalla notte dei tempi. Come ti approcci agli abiti/outfit e come scegli di dargli vita nei personaggi che interpreti?
Ho sempre avuto un grande rapporto con i costumi perché lavorando in teatro ti viene insegnato il rispetto degli stessi. Sono fondamentali perché riescono a farti avere dimestichezza con il ruolo e diventano parte integrante di te.
E nella vita privata sei un fashion addicted focalizzato sull’outfit più instagrammabile oppure un cultore della nicchia, alle prese con il vintage e la sartorialità?
Quando sono sul set impazzisco per ciò che esteticamente è impattante mentre nella vita privata ho uno stile minimal che aiuta a neutralizzarmi e a muovermi nel pieno confort. Pensate che la palette cromatica nel mio armadio si direziona solo sul nero e sul bordeaux!
Total look Paul Smith
Total look Kiton
Total look Paul Smith
Il contenuto editoriale che stiamo scattando da voce ai BIG ma anche agli EMERGING della moda che, come il settore dello spettacolo è stato particolarmente penalizzato negli eventi fisici per dar vita alle forme di interazione digitale. Lo stesso nasce proprio con la necessità di comunicare in mancanza degli happening e dell’esperienza tattile. Cosa sta avvenendo, invece, nel tuo mondo?
E’ una domanda bellissima che cade a pennello con ciò che sto promuovendo. Da poco ha debuttato il mio ultimo spettacolo on demand nato dalla fusione tra cinema e teatro. In questo periodo è stato necessario trovare forme alternative, non sostitutive ma surrogate. Il lancio dell’iniziativa “Come a teatro”, di cui sono promotore, ha visto l’attivazione di una campagna social che ha entusiasmato tutti gli appassionati rendendoli protagonisti di attività interattive. Il teatro continuerà ad essere vissuto dal vivo ma basta pensare che anche il National Theatre di Londra ha creato una piattaforma degna di Netflix per vedere le più svariate piece comodamente da casa.
Total look Eleventy
Total look Federico Cina
Total look Kiton
La riapertura dei luoghi della cultura e il ritorno ad una normalità che non sarà mai più la stessa, cosa è previsto nella tua carriera per i prossimi mesi?
Stiamo girando le ultime battute di “Che Dio Ci Aiuti” e contestualmente uscirà in streaming “Maschile Singolare”, opera prima di Matteo Pilati e Alessandro Guida. Cito inoltre la diffusione europea di “Doc Nelle Tue Mani” che sta ricevendo apprezzamenti anche al di fuori del confine italiano.
Orfani della Menswear Fashion Week fisica, a favore di nuove forme di condivisione digitali, e nostalgici della città in fibrillazione tra taxi introvabili, sitting e standing e “lui è un modello chissà in quale show starà andando”, eccoci a censire i volti più interessanti presenti in town. Nel resiliente panorama delle produzioni visive digital e on paper, l’estro e la creatività alimentano il sistema moda che continua ad aver bisogno di trend e new faces ora più che mai. Noi abbiamo provato a raccontarvi le best 21 puntando un occhio ai migliori look e accessori della S/S 2021.
Atte @ The Lab
19 anni
Finlandese
Studente alla sua prima esperienza come modello
Instagram @atelehtinen
Atte indossa Valentino SS21. Per la sua ultima collezione il direttore creativo della Maison del lusso romana Pierpaolo Piccioli sfoggia lo zenith dello streetwear. Rifiniture e creatività creano un twist tra hype e sartorialità inarrivabile. Completano il look gli shades contemporanei con un design che combina dettagli sofisticati e hi-tech di Calvin Klein e le calze in spugna Fila Underwear.
Shin Hee @ Urban
30 anni
Sudcoreano
Modello e industrial designer
Instagram @heeisadreamer
Dando sempre inaspettati codici di lettura al menswear, il look del designer Fabio Quaranta è sinonimo di modernità e tradizione sartoriale italiana. La sua spasmodica passione per l’arte contemporanea è magistralmente esemplificata nell’outfit. Come shades The Bespoke dudes, quintessenza del dandy 2.0 per uno stridente contrasto da rocker urban.
Tsukasa @ The Lab
26 anni
Giapponese
Modello, insegnante, fa parte dello staff di Uniqlo
Instagram: @tsukasa_kakiudo
#CROCCOUTURE è l’hashtag appropriato per definire il look della maison francese, dove il più sublime outwerwear incontra l’haute couture. Il risultato? un ready-to-wear che è già entrato nella leggenda. Ai piedi Zanotti: modelli solo all’apparenza pesanti, che rivelano fondi e accessori ultra light, capaci di stupire. Nel gioco degli equilibri, qui è la sproporzione ad avere il ruolo di protagonista. Come shades FOVAL, dal design inconfondibile, forme audaci, materiali e finiture speciali e savoir-faire della massima artigianalità. Calze Fila Underwear.
Guillermo @ Sophie
19 anni
Olandese
Modello e studente di industrial design
Instagram: @guillermo_sparing
La maglieria è malleabile e a casa Missoni lo sanno bene. Un medium versatile per sentirsi sempre a proprio agio. Ai piedi Fratelli Rossetti, intrecci d’autore. Senza dover aggiungere altro, non occorrono certamente presentazioni. Per questo uomo dall’allure jazz come shades Marni con maxi montatura rotonda nera acetata.
Andrea @ Urban
19 anni
Italiano
Modello, studente di scienze motorie, cestista e venditore
Instagram: @cicer0_andrea
Poteva mancare l’appeal del rocker londinese? Ingentilito però da nuance pastello Paul Smith. La ruvidità sta dentro, fuori il diktat è emanere charme e gentilezza. Ai piedi candide sneakers Valentino e agli occhi gli striped Fendi. Al rocker non può certamente mancare un monile: Versace è il must in questo caso.
Francesco @ The Lab
22 anni
Italiano
Modello e fashion designer
Instagram: @francescogianfrate
Fluidità, samurai, una creatura orientale, che oseremmo definire zen è quella proposta da Pierpaolo Piccioli per la primavera estate 2021. Il suo uomo è libero dai taboo imposti dalla società sul ruolo borghese uomo/donna perché è consapevole e illuminato. Ai piedi anfibi Dr.Martens che conferiscono quel piglio punk che tanto amiamo. Shades Marni, design d’autore.
Dame @ Boom
20 anni
Italiano ma di origine senegalese
Modello
Instagram: @dame.chakur
C’è chi lo chiama copycat, ultimo tra i tanti Walter Wan Beirendonck, per noi è l’uomo del Rinascimento 2.0. Il giusto trionfo di un uomo afroamericano cui finalmente è stato concesso di potersi esprimere in tutto il suo tsunami creativo. Parliamo di Virgil Abloh e del suo lavoro per Louis Vuitton. Ammirate la foto per credere.
Nikita @ I love
24 anni
Estone
Modello
Instagram: @origamilegs
Preppy-Rock: Sarah Burton per Alexander McQueen era indecisa se condurci al college o al Glanstonbury. I britannici, si sa, hanno sempre idee contradditorie. Agli occhi una montatura Myway che da quel tocco geek che – diciamocelo francamente- in pochi possono permettersi.
Leon @ I love
22 anni
Ungherese
Modello
Instagram: @leonhubiqq
PRADA OR NADA. Quanto è vero. Ammirando il look, il volume, il taglio del capospalla, come cade sul corpo, sembra che il modello stia levitando. Sublime.
Roman @ I love
19 anni
Estone
Modello e manovale
Instagram: @romafironov
Dolce & Gabbana: il duo più controverso per la moda. Perché? Sono rimasti quelli più fedeli alla loro terra di origine. La tanto amata – e troppo spesso bistrattata- Italia. Il look è un loro classico, da ragazzo di strada. E la loro leggenda continua. Ai piedi del modello scarpe Zanotti: made in Italy da fuoriclasse. Shades Calvin Klein, un tocco di hi-tech, perché essere classici si, ma sempre di moda si parla.
Alessandro @ Boom
21 anni
Italiano
Modello e studente
Instagram: @alessandro.mayhem
Sembra di ascoltare una canzone di Giuni Russo guardando questo look, un tramonto ad Alghero, una festa in spiaggia a bordo piscina per pochi intimi osservando il look Antonio Marras. Ai piedi scarpe Prada da vera intellighentia. E per completare l’outfit gli occhiali di un brand indipendente della costa d’Argento, Ottica Rossi, un posto amato da Miuccia stessa.
Henry @ Boom
19 anni
Italiano
Modello e studente di ingegneria informatica
Instagram: @enry_bnoizzi
Tie and Dye, che grande passione. Un surfer in Iceberg così accattivante non si era mai visto. Capelli selvaggi al vento e ai piedi Zanotti, pronti per un giro in quad dopo aver surfato. Gli occhiali Carrera, per un uomo distinto ma non troppo di nicchia.
Hwan Kim @ Brave
29 anni
Sudcoreano
Studente e modello
Instagram: @hhwankim
Dolce & Gabbana ci portano non solo in Italia, ma anche nel mondo. L’outfit potrebbe essere ideale per un matrimonio balinese in riva all’oceano Pacifico e il perfetto equilibrio di cromie e pattern placement fa il resto.
Andrew @ Brave
21 anni
Californiano
Modello
Instagram: @andrewroyce
L’outfit perfetto per Miami Art Basel che farebbe impallidire persino Maluma all’afterparty di Kim Jones. Total look Moncler, calzino bianco Fila Underwear e shades aviator Dior
Lorenzo @ Brave
18 anni
Italiano
Modello, studente e ginnasta
Instagram: @lorenzomerolla_
Toni dark in contrasto con il candore dei pantaloni alla zuava. Stripes per il mod 2.0 tanto amato da Sarah Burton di Alexander McQueen con shades TBD Eyewear e calze Fila Underwear.
Junho Ock @ Brave
27 anni
Sudcoreano
Modello
Instagram: @ok_zuno
Kawaii-Rave è la parola d’ordine per accedere all’esclusivo party Versace: il Giappone incontra l’inarrivabile fantasia delle stampe della Maison della Medusa. Gli shades Maki dal tocco futuristico non vi faranno passare inosservati.
Gabriele @ Brave
22 anni
Italiano
Modello e pallavolista
Instagram: @gabrielepecin
Un outfit ispirato all’eleganza mondo ippico tanto caro alla maison, Antonio Marras colpisce ancora. Occhiali aviator con dettagli in pelle Hapter e Nike ai piedi perché si, oltre allo storicismo sempre di moda e contemporaneità si parla.
Cheikh @ Crew
19 anni
Italiano
Modello
Instagram: @imcheikhniang
Black and Gold era la hit di Sam Sparro che descrive alla perfezione l’outfit camo-urban di Antonio Marras. Ai piedi carrarmati Zanotti per distinguersi nell’urban jungle e shades Karl Lagerfeld, per quel tocco di nobiltà cui nessun gentleman contemporaneo dovrebbe mai rinunciare.
Yuan Ji @ Major
24 anni
Cinese
Modello e studente di fashion design
Instagram: @nidejixiaoyuan
Workwear urban per gli hit-boy, e non solo, di Milano: il look d’eccellenza che tutti i teenager vorrebbero indossare. Look di Versace, sneakers Dolce & Gabbana.
Tommaso @ Major
18 anni
Italiano
Modello, studente e surfista
Instagram: @tommasopolleschi
Un complesso gioco di patch e pattern: pantaloni Fabio Quaranta a check arancio, cardigan patchwork Lacoste e occhiali tondi da nerd Myway. Con questa inspo farete impallidire AsapROcky. Bagel Pacifik Poke.
Ili @ Crew
20 anni
Albanese
Modello e studente di economia
Instagram: @dai.ili
Total look Fabio Quaranta che ammicca agli albori di Bob Dylan, da cantautore con tanti sogni e diari che presto diventeranno inni generazionali. Aviator logati Fendi.
Jass @ Crew
19 anni
Estone
Modello
Instagram: @jassreemann
Lacoste: bourgeois, elegante raffinato, candido. L’apoteosi del bon ton con ai piedi calzature Fratelli Rossetti. Il bon chic genre dell’Italia e dei cugini d’Oltralpe.
Credits:
Special content direction, production, styling and introduction text: Alessia Caliendo
Text: Lorenzo Sabatini
Photographer and video director: Kristijan Vojinovic
Beauty: Jeune/Ange using Aveda
Alessia Caliendo’s assistants: Andrea Seghesio & Laura Ronga
È Lorenzo Zurzolo – uno dei new talent più promettenti del cinema italiano che, a soli vent’anni, ha già all’attivo ruoli in titoli di grande successo quali ‘Baby’, ‘Sotto il sole di Riccione’ e ‘Compromessi sposi’ – il protagonista degli scatti realizzati da Davide Musto e pubblicati su Man In Town. L’attore romano si fa qui interprete dell’estetica flamboyant, a tutto colore di Gucci, indossando pantaloni, maglie, completi e accessori dall’allure seventies, nei quali l’estetica squisitamente retrò del periodo si unisce agli stilemi della maison fiorentina, dall’iconico logo GG al nastro Web. Tra blazer dagli ampi revers a lancia, completi svasati, borse di grande formato, boots ornati dal morsetto e cromie brillanti alternate a nuance pastello, si fanno notare le fantasie floreali tratte dagli archivi di Ken Scott, marchio celebre proprio per le stampe variopinte ispirate al mondo animale e vegetale, oggi di proprietà di Mantero Seta. Così i motivi ideati dal “giardiniere della moda” animano le texture dei capi, espressione di uno stile caleidoscopico, libero da qualsiasi timore o condizionamento.
Da sinistra: Giacca e pantalone flare in lana, borsa hobo Jackie 1961 misura grande in pelle scamosciata marrone con nastro Web verde e rosso, stivaletti in pelle. Giacca e pantaloni flare in lana mohair con stampa Ken Scott, camicia in crêpe di seta beige con fiocco annodato. Giacca in velluto con stampa floreale rosa e verde Ken Scott, pantaloni flare in tessuto GG organico arancione e blu, t-shirt a righe marrone e avorio con dettaglio patch GG
Da sinistra: Giacca e pantaloni flare in seta e lana rosa e beige con pattern jacquard d’ispirazione greca ed etichetta Gucci, camicia in cotone a righe color crema e blu, mocassini in pelle con dettaglio nastro Web e nappine. Giacca, gilet e pantaloni in lana blu con dettaglio etichetta, camicia in cotone rigata.
Da sinistra: Giacca, gilet e pantaloni in lana verde, camicia in cotone rigata, mocassini in pelle con dettaglio nastro Web e nappine.
Giacca, gilet e pantaloni in lana blu con dettaglio etichetta, camicia in cotone rigata, stivaletti in pelle bordeaux.
Quando uno skipper incontra un DJ. Quando il mare e la musica danno vita a un oceano di accordi. Questa è la storia di un incontro tra due persone mosse da una passione: il velista francese Thomas Ruyant e il musicista elettronico Molécule (Romain De La Haye-Sérafini). Durante il Vendée Globe, prestigiosa competizione di vela, Molécule trasforma la barca di Thomas in uno strumento musicale. Una storia di mare, avventura, arte e viaggi. Un esperimento unico che comincia in Italia, prosegue in Francia e fa il giro del mondo.
Si dice che la regata Vendée Globe attorno almondosia l’Everest dei mari. 11 000 persone sono salite sull’Everest. 3000 persone sono andate nello spazio. Ma solamente 300 persone hanno compiuto una circumnavigazione in solitario, senza soste né assistenza. Thomas Ruyant fa parte di questa piccola cerchia, di questa élite.
L’edizione 2020-2021 è partita l’8 di novembre delle Sables d’Olonne (Francia). L’arrivo è previsto per gennaio 2021, stesso porto. Nel frattempo, in uno spazio di 5 m2, Thomas Ruyant avrà saggiato il freddo gelido e il caldo umido che s’insinuano in tutto, i venti violenti che strepitano giorno e notte, le onde feroci che minacciano di frantumare tutto e la calma totale che allieva le tensioni e colma il tempo con il vuoto. Ed è tutto ciò che Romain De La Haye-Sérafini, musicista elettronico proverà a trasmettere con le sue registrazioni e la sua musica. Romain cercherà di tradurre la sfida fisica e psicologica con un linguaggio sensoriale. Perché questa gara è una prova di resistenza ad alto livello.
Il musicista darà voce a LinkedOut,l’imbarcazione del velista. “La barca diventa uno strumento musicale. Voglio raccontare la storia dal punto di vista della barca.” Ha pertanto collocato 16 microfoni e 13 videocamere a bordo per registrare le vibrazioni di questo strumento unico. La barca è un Imoca, una delle imbarcazioni più sofisticate al mondo, la Rolls Royce delle grandi competizioni di vela. Le Imoca sono unicamente utilizzate per il Vendée Globe, la Route du Rhum o la Transat Jacques-Vabre. La barca di Thomas è stata costruita a Bergamo da Persico Marine, il migliore cantiere navale italiano e uno tra i migliori a livello internazionale. Il Luna Rossa Challenge ed altri Imoca dell’America’s Cup e The Prada Cup sono opera di Persico Marine. Dopo 35 000 ore di lavoro ad opera dei più bravi ingegneri navali, ora tocca al DJ di intervenire. L’obiettivo di Romain è realizzare al contempo un disco e un film sonoro. Un’avventura vuoi high-tech, vuoi del tutto poetica.
Romain ha già messo a segno tre filmi sonori che parlano tutti di mare e di dismisura, di infinito e di estremo. Nazaré(2020), l’ultimo uscito, verte sulla famosa onda più grande del mondo, in Portogallo. Il suo secondo film – 22,7°(2018) s’incentrava sul silenzio della Groenlandia. Per il suo primo film 60° 43’ Nord(2015), Romain aveva scelto di vivere un mese a bordo di un peschereccio nel Atlantico Nord. Voleva carpire il silenzio dei ghiacciai e l’urlo della tempesta. Romain ha la passione del mare. “Ho sempre voluto ascoltare quel che si staglia dietro la linea dell’orizzonte. Mi affascina la potenza degli elementi quando la Natura prevale su tutto il resto, come pure il legame tra l’Uomo e la Natura, quando si uniscono e quando si combattono l’un l’altro.”
“Qui a bordo di un’Imoca, i suoni scatenano l’ansia. Ci sono molte frequenze basse, suoni tonfi. Ma allo stesso tempo ti trasportano, creano degli spazi musicali, delle armonie.” Successivamente, con il suo lavoro musicale, Romain trascenderà questo spartito. La sua idea è tener fede alle emozioni di Thomas.
“La prima volta quando Romain è salito a bordo, è piovuto. Siamo entrati sottocoperta.” racconta Thomas. “Romain ha subito sentito che lo scafo era in grado di creare musica. Mi ha detto: la tua barca è uno strumento musicale ! È una grancassa di carbonio !” A Thomas è piaciuta l’idea che la sua barca potesse emettere musica. Poi, quando i due hanno navigato insieme per la prima volta, Romain ha proposto a Thomas di installare un vero e proprio armamentario di videocamere e microfoni per il Vendée Globe. Il velista ha detto al musicista e alla sua squadra di tecnici : “Attenzione ragazzi ! Questa è un’imbarcazione da regata. Dobbiamo controllare il peso, poiché comporta un costo energetico.”
Thomas, lo skipper, ha la passione della musica elettronica. Per lui, accedere al mondo della creazione artistica, che di musica o cinema si tratti, è un orizzonte affascinante. E poi reputa che finora nessuno è mai riuscito a trasmettere le emozioni di uno skipper durante una competizione. “L’adrenalina, la stanchezza, l’euforia o il toccare il fondo ecc; lo spettro delle nostre emozioni è enorme. In mare, le nostre emozioni occupano tutto lo spazio perché siamo lontani da tutto. Ma possono essere pericolose perché non ci danno stabilità.” È il motivo per cui il modo di fare di Romain l’ha conquistato: fare delle sue sensazioni e dei suoi stati d’animo un che di musicale, ascoltare la sua imbarcazione, tastarne il polso. “Perché la mia barca mi parla, è espressiva.” Lo skipper non vede l’ora di sentire e vedere quello che verrà da questo incontro. Anche noi vogliamo che questo viaggio sensoriale ci trasporti su una terra incognita.
Non si fa che parlare della nuova stagione di The Crown e di quanto veritiera sia la trasposizione su Netflix. Il Principe Carlo, nuovo idolo dei Millenials (all’epoca ancora in fasce), diventa pura reference stilistica.
Documentazioni fotografiche dei primi anni Ottanta, ritratti regali e protocollo monarchico conducono al racconto fotografico che entra con il proprio occhio negli appartamenti reali documentando l’intimità di un Principe, tanto affascinante quanto solo.
Location Hotel Principe di Savoia
Photographer Kristijan Vojinovic
Special content director, stylist & producer Alessia Caliendo
Grooming Riccardo Morandin using Gucci Beauty @ WM Management
Model Pietro Mini @ Why Not Models
Stylist assistant Andrea Seghesio & Laura Ronga
Special thanks to La Polpetteria
Completo formale Versace Turtleneck in maglia Stella McCartney Mocassino Brera Fratelli Rossetti
Completo logato Valentino Dolcevita in maglia Stella McCartney Pochette in seta e coppola spigata Corneliani
Completo con dettagli dorati Alexander McQueen Mocassino Brera Fratelli Rossetti Cravatta a fantasia Corneliani
Total look JW Anderson
Total Look Prada
Total look Corneliani
Gilet e pantaloni in lana Ermenegildo Zegna Camicia a quadri Corneliani Stringate in pelle Corneliani
“Pier entra in studio, affilato, gli occhi sono attenti e vigili. La fotografia di Pier si arrende nell’assoluta imprecisione di foto mezze sfuocate, nei colori sbiaditi delle Polaroids, in un delirio di luci opache o di impressioni troppo sature comincia a vibrare l’esistenza, il sangue a scorrere nelle vene. La sua fotografia pulsa, diventa solida, concreta, testimone di un amore cucinato negli anni, incomprensibile forse, ma autentico nella sua tenera ferocia” A parlare è Toni Thorimbert , fotografo di moda di fama internazionale, nell’introduzione del progetto “CIBO” divenuto libro e pubblicato dalla Hoepli (Milano).
Manintown incontra Pier Costantini e gli affida un racconto fotografico dove ad emergere non è solo la sua fotografia ma anche i capisaldi della moda internazionale e i volti di tre talent scoutati dalle migliori agenzie milanesi.
Total look Trussardi Infradito platform SinobiTotal look Louis VuittonDolcevita in lana Corneliani Camicia in velluto Annakiki Pantaloni palazzo in pelle Calcaterra Sneakers in pelle Paul Smith Collana in piume LanvinTotal look Lanvin Ankle boots MissoniZaccaria indossa Total look Tod’s Cappello in pelle Ermenegildo Zegna Filippo indossa (anche negli scatti 12 e 18) Total look Tod’s Sneakers in pelle Fratelli Rossetti
Il ruolo del fotografo nella società contemporanea infestata da oltre un decennio dagli smartphone e dalle vittime dell’analogic nostalgia. Impressioni e considerazioni in merito alla direzione che sta prendendo la cultura visiva?
Credo che, attualmente, la figura del fotografo debba seguire una strada autoriale. Il fotografo deve essere prima di tutto capace di parlare diversi linguaggi per porre una forte base sulla propria cifra stilistica. Non si tratta più di imprimere su un sensore la rappresentazione della realtà, ma di andare oltre il reale proprio per indagare ciò che non è comprensibile ad un primo sguardo.
Autori e fautori di storytelling visivi. Da dove nascono i tuoi progetti e da dove attingi gli spunti ispirazionali che ti guidano nella realizzazione?
Mi dedico molto ai progetti personali che possono toccare le più svariate tematiche. Quando accolgo un progetto lo faccio mio, partecipo attivamente alla sua vita e non mi esulo in qualità di esecutore. La fase di studio e ricerca sono i momenti fondamentali dove mi confronto con i collaboratori al fine di creare connessioni solide che possano portare al miglior risultato di sempre. Oggi abbiamo numerosi strumenti e fonti di ispirazione. Guardo immagini tutto il giorno, creando un archivio non solo digitale ma anche mentale. Mi aiuta molto anche leggere, soprattutto di filosofia perché mi conduce verso mondi inesplorati.
Un’identità forte e una spiccata sensibilità analitica che porta Pier Costantini a lavorare su temi dalla forte valenza sociale. Descrivi ai nostri lettori il tuo background e i “punti focali” su cui di basa la tua personalità.
Arrivo tardi alla fotografia, dopo essermi laureato in Giurisprudenza, avevo una certa inclinazione per le materie umanistiche e per la filosofia (respiravo filosofia dalla mattina alla sera, mia madre è una professoressa di storia e filosofia). Nonostante avessi voti pessimi al liceo, studiavo solo gli autori che mi interessavano spesso lontani da programmi scolastici, come Umberto Eco. Inizio a fotografare e studiare da autodidatta come spesso accade.
La fotografia è stata più di una semplice passione, cosi ho deciso di intraprendere un lungo percorso di formazione. La mia formazione è stata inizialmente dedicata al ritratto, un territorio per me ignoto, prendendo come punto di riferimento il fotografo Eolo Perfido. Ho dedicato parte di essa anche allo studio della Street Photography. Se l’elemento umano è al centro della mia fotografia, la disciplina che mi mette in relazione ad esso nel quotidiano è proprio la Street Photography. Attualmente il mio lungo percorso è guidato da Toni Thorimbert cui ho affrontato e sto affrontando strade diverse, dallo studio della fotografia di moda al ritratto.
Total look ValentinoTotal look MissoniTotal look ValentinoDolcevita in lana Corneliani Camicia in velluto Annakiki Pantaloni palazzo in pelle Calcaterra Sneakers in pelle Versace Collana in piume LanvinTotal look Tod’s Sneakers in pelle Fratelli Rossetti
“CIBO” progetto fotografico, divenuto libro, con cui sei stato finalista al Premio Voglino 2018 di Fotografia Etica, ed entrato a far parte della Italian Collection 2018 (piattaforma dedicata a tutti gli autori italiani di talento della nostra comunità artistica). Prova a raccontarcelo.
Il progetto fotografico nasce dopo un lungo percorso di ricerca personale, guidato da Toni Thorimbert. Insieme abbiamo iniziato ad indagare e approfondire il mio intimo, al fine di restituire una fotografia che parlasse realmente di me, scevra da qualsiasi sovrastruttura e preconcetto. Da li ho iniziato a fotografare la mia famiglia, cercando di intraprendere un nuovo modo di comunicare, creare un ponte nuovo di contatto con loro. Noi siamo in 3. Io, mio padre Guerino e mia madre Anna. Il cibo ha sempre avuto un ruolo importante, mai nulla lasciato al caso, mai un pasto consumato alla buona. Mio padre educato con i vecchi valori contadini, dove ogni singolo elemento della terra doveva essere rispettato e trattato per quello che era, cibo da consumare, da vivere!
Guerino, nel corso della sua vita si è ammalato di diabete, una malattia dove l’alimentazione corretta è fondamentale, ma lui non è mai stato attento a questo, andando avanti per la sua strada. La malattia, se trattata con un’alimentazione adeguata e con insulina, dà la possibilità di vivere bene, ma se infrangi quelle poche regole ti logora e ti distrugge, dall’interno. Il grande amore di mio padre per il cibo lo ha portato ad aver sempre più bisogno di insulina, ma si sa l’insulina ammazza le arterie, motivo per il quale è finito in rianimazione per un coma diabetico, di lì a poco tempo 2 infarti; poi altro tempo e la circolazione alle gambe era ormai compromessa, specialmente una di gamba; poi altro tempo ancora, fino a perdere una gamba. Nonostante tutto questo mio padre non si è perso mai d’animo e ha continuato a cucinare, a scrivere ricette sul suo diario e a fare conserve con il suo “brand”: Guerino Forever, un desiderio, una speranza. Cibo, per me parla di radici, di famiglia. Ho deciso di documentare momenti nella nostra quotidianità, i pezzi sereni di vita dopo la tempesta. Un atto d’amore e di speranza.
Un autore non disdegna i progetti commerciali ed editoriali anzi contribuisce ad arricchirli con il suo occhio e la sua abilità nello storytelling e nella composizione visiva. Come strutturi le proposte creative per brand e testate?
Anche in questo caso la ricerca è la chiave di svolta. Seleziono brand e testate da contattare in linea con la mia estetica. La proposta creativa arriva dopo un’intensa fase di studio insieme al mio team di produzione e sono ben disposto a far fluire le energie del committente in essa, senza snaturare quella che è la mia conclamata identità.
Colori accesi, pietre incastonate ed ironia sono il nuovo trend per gli anelli degli e-boys ed e-girls di tutto il mondo. Forse li avrai già visti questa estate o nell’ultimo videoclip di Miley Cyrus “Midnight Sky”, di ogni dimensione e colore questi gioielli hanno attirato l’attenzione degli adolescenti della Generazione Z, superando il concetto di mascolinità, e se lo smalto sull’uomo non è più un taboo perché non introdurre anche dei gioielli?
Jupiter è un brand italiano, giovane e divertente che ha conquistato negli ultimi mesi i maggiori social media con foto stravaganti e spensierate di giovani ragazzi con le mani piene di anelli di plastica e perline. Se non hai più voglia di vestirti in maniera elegante e professionale davanti ad uno schermo o se hai voglia di sorridere quando guardi la tua mano mentre scrivi le risposte del test di matematica, non puoi assolutamente fare a meno di questi anelli.
Dal 430 di King’s Road alle boutique delle Champs-Élysées, borchie ed irriverenza anglosassone lasciano spazio a fresco di lana e bon-ton.
Motorcycle jacket and boots – Archive Saint Laurent by Hedi Slimane Tailored trousers – Archive Tagliatore
Il punk non è morto, è cresciuto, masticato e rielaborato negli anni dalle più importanti maison, divenendone una versione neo-punk capitanata da giovani ragazzi “grunge-twink”, una visione che probabilmente distorce dall’immaginario comune della cultura punk ma non dagli ideali di ribellione che essa rappresenta. Per definizione la nascita del punk è imputabile alla regina dell’anticonvenzionale, Vivienne Westdood che negli anni 70 con il suo ex-compagno e manager dei Sex Pistols, Malcolm Mclaren, decide di dar vita ad uno store di abiti stravaganti e fuori dal comune, creando una corrente di pensiero liberale e anarchico in grado di attraversare l’oceano, sbarcando negli USA e finendo sulle copertine dei più importanti magazine di moda.
T-shirt – Archive Vetements
Un’estetica riconoscibile ed affascinante in grado di diffondere sicurezza e pieno controllo della propria identità. Acconciature hardcore, spille da balia, jeans strappati e sguardo soporifero lasciano oggi spazio a completi sartoriali, capelli lunghi e curati, occhi di ghiaccio e fascino malinconico. Il nuovo punk è francese, più precisamente della capitale, giovane e dannato, dai capelli lunghi dei Ramones o dai tagli alla Mia Wallace, ascolta musica dai suoni elettronici ed indossa grandi firme rubate dagli archivi del padre o madre matching con look dalle ultime stagioni delle passerelle di haute couture parigina. Da Patti Smith, Luu Reed e Bowie massimi rappresentanti del punk e post-punk ad Andreas Kronthaler, Raf Simons, Billie Ellish ed Hedi Slimane, nuovi patrioti di questa sub-cultura nati dalla ricerca di un’entità mutabile, avanguardista ed ispiratrice.
Suit – Archive Saint Laurent by Yves Saint Laurent Boots – Archive Saint Laurent by Hedi Slimane
L’iconico chiodo in pelle di Joey Ramone, frontman della band statunitense Ramones fondatrice del movimento punk-rock newyorkese nel 1974, viene sostituito dal rifinito motorcycle jacket della maison francese Saint Laurent con direzione artistica di Hedi Slimane capitano della guerra contro lo streetstyle, l’acconciatura spettinata di Patti Smith e Luu Reed viene domata e curata, la maleducazione è velata da perbenismo sub-urbano ed infine l’espressione artistica passa attraverso i runway show di Undercover e Maison Margiela. Il neo-punk parigino non è solo estetica ma una costante ricerca di nuove forme di espressione prendendo come riferimento tutti coloro che negli anni ’70 fecero della protesta interiore uno stile di vita.
Tailored wool suit – Archive Tagliatore Popeline shirt – Archive Mauro Grifoni Shoes – Archive Saint Laurent by Hedi Slimane
Ma se il neo-punk parigino è sartoriale ed annoiato dai trend della società, a Los Angeles i giovani latino-americani ritrovano un rifugio nella musica dei Germs e Led Zeppelin, costantemente alla ricerca di nuove forme di evasione, la comunità della città degli angeli è al centro di una bufera sociale che ha come protagonisti piccole band di quartiere con lo spirito di rockers e metallari di fine anni ’70. Non interessa la politica e non interessano i movimenti culturali, vogliono solo essere liberi di esprimere ciò che sono e che vorrebbero essere con chitarra e batteria e se ciò non dovesse andare bene alla società la risposta è “Non ci importa!”.
Photo 1: Oversize Coat – Archive Del Mare 1911 Sunglasses – Archive Dior by John Galliano
Photo 2: Necktie – Archive Uniform Experiment Jeans – Levi’s Belt and boots – Saint Laurent by Hedi Slimane
Che sia a Los Angeles con i ricordi del passato o a Parigi con tailoring e disprezzo per i trend passeggeri della cultura urbana, ciò che accomuna questa onda di millenials irriverenti è la necessità di ritagliarsi un piccolo spazio nel mondo, allora perché non unirsi a questo mosh-pit.
It’s an evening after work. A guy is coming back from work after 10 hours in the office. Surprised by a bad weather, holding a broken umbrella, he is heading home through the night…
This story is about stress and the struggle of an employee. Colorful accents opposed to grey surfaces of the styling pieces on a black background pointing out the model’s expressions and the movement of hair and clothes. We can see that he was dressed up this morning but now he’s tired with no neat appearance anymore.
Special content direction, production & styling Alessia Caliendo
Il marchio di streetwear Made In Italy svela la nuova collezione autunno-inverno 2020/21 con uno shooting fotografico in anteprima per Man In Town.
Uno shooting hype & cool, realizzato in luoghi segreti della città. La luce del tramonto illumina i tre modelli che sfoggiano look provenienti dalla collezione autunno-inverno 2020/21 di Vision of Super. Il marchio Made In Italy fondato da Dario Pozzi propone capi e accessori streetwear con un twist underground e contemporaneo, che raccontano di community, di stile, di attitude ricercata. Le stampa a fiamme, firma iconica del brand, fa capolino su bomber, felpe, T-shirt, maglie, pantaloni, occhiali da sole e cuffie. A tutto ciò, si aggiunge anche la palla da basket firmata Vision of Super, che diventa pezzo di design da collezionare.
Credits:
Photographer: Walter Coppola
Stylist: Anna Festi
Models: Gaia Novellati, Eros Micheli e Luca Bombana
Special thanks: Vincenzo Lamberti, [hohm] street yoga
Corpo, mente e spirito, in unione attraverso lo Yoga. Quando si pensa a vivere bene con se stessi pensiamo a stare in pace con tutto ciò che ci circonda, eliminando lo stress, migliorando il nostro corpo ma soprattutto essere felici e in armonia con noi stessi. Ritrovandoci in una casa isolati abbiamo capito che non c’è cosa più importante che prendersi cura del proprio io in equilibrio tra corpo e mente. Lo Yoga è una pratica che sollecita la consapevolezza del nostro corpo, deviando le distrazioni esterne ed interne, ricercando un punto di congiunzione per la serenità, anche mentale. Secondo lo yoga, ognuno di noi è composto da un corpo fisico e uno energetico, invisibile, che coordina le nostre attività intellettuali e spirituali. Per questo servizio abbiamo quindi scelto non una semplice location, ma [hohm] street yoga, una scuola che da oltre 10 anni si dedica allo studio e all’insegnamento dello yoga in modo a-dogmatico, con un’offerta che spazia dal vinyasa allo yin e al restorative, e rivolge la sua attenzione tanto agli aspetti sottili e tradizionali della disciplina, fra cui il pranayama, quanto a una più moderna ricerca, come l’introduzione in Italia del metodo Katonah yoga. Fondata da Marco Migliavacca e Giovanna De Paulis, [hohm] street yoga affianca classi multilivello a percorsi pensati appositamente per i principianti, e di recente si è aperta anche a persone con disabilità o semplici difficoltà motorie, proponendo lezioni di yoga adattivo. Un centro dove approfondire lo studio dello yoga e portare la propria pratica a un nuovo livello di consapevolezza, anche tramite ritiri e laboratori con insegnanti italiani e internazionali.
[hohm] street yoga è presente a Milano con due sedi, viale Tunisia 38 e via Solari 19.
“SPIRIT KEEPER” è la ricerca costante della serenità.
MAAL wearing total outfit FRANCESCO GIANFRATE TYRON wearing LUDOVIC DE SAINT SERNIN – rings: ALAN CROCETTITYRON wearing JW ANDERSON CHRIS wearing LACOSTETYRON wearing sweater Marco De Vincenzo and pants LACOSTE– CHRIS wearing Marco De Vincenzo CHRIS wearing shirt and bag Marco De Vincenzo and pants LACOSTE MAAL wearing total outfit MARNI
GAYE wearing total outfit Marco De Vincenzo MAAL wearing total outfit MARNI
E’ il gioco dell’espressività che esplode in mirabolanti capriole e istintivi gesti. Libero dalla staticità delle pose e dalle sovrastutture stilistiche, il fotografo diventa il direttore d’orchestra di un assolo Adagio Andante Allegro Vivo.
Photographer Elodie Cavallaro
Special contents director, producer & stylist Alessia Caliendo
Grooming Carla Curione
New talent Nicolas @ The Lab Models
Styling assistant Andrea Seghesio
Camicia bowling Tintoria Mattei Bermuda Cargo cinque tasche Tintoria Mattei
Calze Sarah Borghi, Stringate Soho Renaissance
Pantalone cargo CP Company
Over shirt in cotone misto lino Tintoria Mattei Pantaloni dal taglio classico Lacoste Sneakers Marni visto su Zalando.it
Over shirt manica corta a righe seersucker Tintoria Mattei Pantaloni chino Levi’s
Camicia bowling Tintoria Mattei Robcap con visiera in pelle Muhlbauer
Nell’area postindustriale, fiore all’occhiello del recupero urbano sabaudo, luogo in cui fino agli anni Novanta sorgevano i grandi stabilimenti produttivi della Fiat e della Michelin, vive un esemplare centro di aggregazione spontanea dove l’integrazione, la passione per lo sport e per la musica creano un’atmosfera tutta da documentare. I cestisti di Parco Dora decidono di incontrarsi per fare due tiri poco dopo il lockdown e per avere uno svago nel tran tran quotidiano. C’è chi nella vita studia o sogna di approdare come modello a Milano, chi fa lo chef in uno dei migliori ristoranti di Torino o chi fa il DJ; amici di infanzia, e non, dei quartieri limitrofi, qui ognuno è benvenuto.
Sono tutti Millenial o della Generazione Z, dall’amatore al giocatore professionista, e li incontriamo in un momento storico in cui il racconto del tessuto sociale multietnico è fondamentale. Moussa Niang, Alioune Moussa Mbodji, Smail Souissi, Kevin Idahosa, Junior Ouattara e Ibrahima Seck si sono divertiti con noi ad indossare le ultime collezioni Fall/ Winter dei migliori brand italiani, tra cui alcuni Made in Turin, proprio come loro.
Special content direction, production & styling Alessia Caliendo
Photographer Matteo Galvanone
Styling assistant Andrea Seghesio
Giacca e pantaloni in denim tie dye MSGM, t-shirt logata Lacoste, sneakers bicolor MSGM, bucket hat Levi’s
Bomber in vinile Slam, kway color block Lacoste, marsupio Marni visto su Zalando.it
Total look Acne Studios, canotta da basket stylist’s own
Total look Lotto, sneakers urban Giuseppe Zanotti
Felpa con dettagli in tessuto tecnico Fila, felpa con cappuccio e cappello in lana stylist’s own
Giubbino in denim Levis’s per Lego, felpa con cappuccio stylist’s own, occhiale da vista squadrato Pugnale
Guida pratica alla mostra parmense sul genio della decorazione che ha creato le immagini più virali del ventesimo secolo.
C’è tempo fino al 14 febbraio 2021 per visitare “FORNASETTI. Theatrum Mundi”, la mostra-evento di Parma 2020+21 Capitale Italiana della Cultura e lasciarsi contagiare dal virus Fornasetti.
I sintomi? Semplicissimi da riconoscere: sentirsi sopraffatti dalla bellezza; vivere una vera e propria esperienza estatica da sindrome di Stendhal; e infine, avere un’irrefrenabile voglia di sfoderare il proprio smartphone per immortalare ogni dettaglio di questo viaggio nel Fornasetti-pensiero tra arte, architettura, storia e teatro, all’interno del Complesso monumentale della Pilotta.
Piero Fornasetti
L’esposizione offre al pubblico l’occasione di conoscere il mondo visionario e onirico di Piero Fornasetti (1913-1988), figura poliedrica dell’arte italiana che non si può incasellare in un’unica categoria. C’è chi lo definisce designer e chi lo considera a tutti gli effetti un artista, ma è molto di più. È l’uomo che a metà del Novecento ha costruito un nuovo modo di dar vita agli oggetti di uso quotidiano donando loro un valore culturale e un messaggio artistico attraverso la decorazione.
Affascinato dall’allure simbolica di mani, soli, lune e mazzi di carte, viene presto notato dal grande architetto Gio Ponti, altro indiscusso genio iniziatore del gusto italiano, che sin dagli anni Trenta gli proporrà di collaborare a svariati progetti decorativi la cui massima espressione si realizza nel trumeau Architettura, una credenza a metà tra mobile bar e scrittoio decorata come un pasticcio architettonico, che i due presentano alla Triennale di Milano nel 1951.
Oggi l’eredità culturale e progettuale di Piero è custodita dal figlio Barnaba che, in qualità di direttore artistico dell’atelier, sin dagli anni Ottanta ha contribuito all’internazionalizzazione del brand con la creazione di nuovi oggetti e decori, oltre a produzioni teatrali e importanti progetti espositivi in giro per il mondo.
Tuttora gli oggetti e le stampe vengono eseguiti a mano nell’atelier milanese in edizioni annuali limitate e le numerose fasi artigianali del ciclo di lavorazione fanno sì che ciascun manufatto sia concepito come un vero e proprio multiplo d’arte.
Fornasetti. Theatrum Mundi
I curatori della mostra, Barnaba Fornasetti (direttore artistico dell’Atelier Fornasetti), Valeria Manzi (Presidente dell’Associazione Fornasetti Cult) e Simone Verde (direttore del Complesso Monumentale della Pilotta), hanno disseminato tra le collezioni del museo ben 1234 opere dell’atelier ideando un percorso visivo tra simboli, citazioni e rimandi storici.
Il concetto chiave che dà il nome all’esposizione è la teoria del Theatrum mundi del filosofo Giulio Camillo (1480-1544) secondo il quale la conoscenza umana è un teatro della memoria in cui lo spettatore sta al centro e lo spettacolo gli si dispiega intorno attraverso l’infinita combinazione di elementi conosciuti. Allo stesso modo, nell’immaginario decorativo dell’Atelier Fornasetti, così come nella sede espositiva, icone, simboli, forme architettoniche e epoche storiche si intrecciano e si esaltano a vicenda assumendo nuovi significati con le sembianze di oggetti eleganti e ironici creati per una dimensione domestica senza tempo.
Lo stile Fornasetti
L’inconfondibile cifra stilistica di Fornasetti è il tratto continuo a china: un segno grafico leggero che delinea contorni, talvolta anche con un lieve tremolio, quasi dovesse rassicurare l’osservatore che la sua opera è il frutto di un gesto umano, pensato con la testa, sentito con il cuore e realizzato a mano libera.
Da esperto conoscitore delle più svariate tecniche grafiche e incisorie nelle sue opere si percepiscono influenze e ispirazioni che trapassano i secoli partendo dai dettagliatissimi disegni cinquecenteschi di Albrecht Dürer fino alle stilizzazioni di Jean Cocteau, ma il tutto è reinterpretato in chiave personale, in base al decoro da realizzare. Che si tratti di un piatto da appendere, una litografia, un biglietto di auguri, una sedia davanti a uno scrittoio o un piccolo posacenere, poco importa; ogni oggetto di Fornasetti è portatore sano di bellezza e ha il potere di cambiare la percezione dell’ambiente in cui viene posizionato.
L’eleganza dei gesti senza tempo
Il percorso espositivo si articola in svariati nuclei legati ai principali temi dell’opera di Fornasetti come i frammenti delle rovine greco-romane, i grandi trattati teorici dell’architettura, gli strumenti musicali, il collezionismo e la dimensione illusionistica e onirica dei trompe-l’oeil, ma ciò che riesce a catturare la curiosità del visitatore è l’immensa mole di oggetti di uso quotidiano che il maestro è riuscito a trasformare in piccoli capolavori, oggi croce e delizia dei collezionisti di modernariato. Calendari, piatti, paraventi, bicchieri, fermacarte, svuota-tasche, tappeti, tavoli, portaombrelli, tutto racconta di una gestualità apparentemente perduta di cui lo stesso Fornasetti si lamentava: “Mi reputo anche l’inventore del vassoio, perché ad un certo momento della nostra civiltà non si sapeva più come porgere un bicchiere, un messaggio, una poesia.”
Gradualmente, con la sua inventiva e il suo estro, reintroduce nelle case il buon gusto attraverso un linguaggio visivo, fatto di umorismo e nostalgia, rendendo mobili e complementi d’arredo dei veri e propri oggetti da conversazione.
10, 100, 1000 Lina Cavalieri
Citando una delle provocazioni del padre della beat generation, William S. Burroughs, che sosteneva “l’immagine è un virus”, il luogo fulcro della mostra vede come protagonista Lina Cavalieri. Entrando nel Teatro Farnese è infatti impossibile non sentirsi sopraffatti dalla Bellezza con la B maiuscola. A metà tra un’azione di guerrilla marketing e la più nobile delle istallazioni artistiche, come se non bastasse l’architettura di uno dei “teatri più belli del mondo”, seduto nella sua maestosa cavea lignea vi è un esercito di cloni della “donna più bella del mondo”, che scruta e ammalia l’osservatore.
Si tratta di Lina Cavalieri, la sciantosa trasformatasi nella più sofisticata e affascinante delle cantanti liriche della Belle Epoque, il cui ritratto trovato in una rivista d’epoca viene rielaborato dallo stesso Piero in oltre 350 versioni nella serie di piatti Tema e Variazioni.
Divorata da un coccodrillo, sorridente, piangente, tatuata, silenziosa, dubbiosa, sexy, maliziosa, furiosa, e chi più ne ha più ne metta, la Lina di Fornasetti si può considerare a tutti gli effetti come la Gioconda di Leonardo del ventesimo secolo, ancora prima della Marylin di Warhol. Un’icona femminile immortale di cui lo stesso Piero aveva appeso “solo” 300 varianti nel luogo più intimo del suo showroom, il bagno, ma che oggi, grazie alla mostra di Parma, calca nuovamente le scene di un teatro.
Può essere il sangue che ti scorre nelle vene o il desiderio recondito di visitarla. La immaginiamo come la più accogliente delle donne meridionali che rende le sue sfaccettature autentiche e veraci parte di un carisma inspiegabile. Pensiamo di sapere tutto di Lei, ci riempiamo la bocca dei “mille culure” o della “tazzulella e cafè” ma in fondo, nonostante le idee cosmopolite non le piacciano nemmeno un pò, è una città che si evolve in silenzio tenendo a debita distanza, per ora, pokerie e car sharing.
La sua Generazione Z diventa baluardo su Manintown per conoscere i nuovi talent, i volti e i luoghi da scoprire in città per una 48 ore che vi lascerà senza fiato.
In aereo o in treno Napoli è facilmente raggiungibile e, per rendere le vostre Stories o Tik Tok altamente ingaggianti, non c’è di meglio che soggiornare presso L’NH Napoli Panorama. E’ uno dei più alti grattacieli della città, recentemente ristrutturato, dal quale si può ammirare Napoli a 360 gradi; il luogo di partenza perfetto per poter visitare il capoluogo partenopeo in modalità green senza l’utilizzo di mezzi di trasporto.
“La gioventù napoletana rappresenta la voglia di ripartenza di una nazione intera. Tra tradizione e innovazione lo spirito partenopeo guarda con gli occhi del mondo”.
Emannuel, 21 anni, è uno dei primi modelli di colore presso la C Models Crew, di Nando Orlando Cioffo, agenzia impegnata a scoutare in town i volti più interessanti per i grandi nomi della moda.
La sua voce ci accompagna sonoramente attraverso i vicoli di Spaccanapoli, uno degli scorci più suggestivi della città. Una via, la cui caratteristica principale è dividere Napoli perfettamente da Nord a Sud. Nella stessa area ritroviamo la strada dei presepi San Gregorio Armeno, il Duomo, dove da secoli avviene il famoso Miracolo di San Gennaro, vale a dire la liquefazione del sangue del santo, e il relativo Museo del tesoro dove viene custodita la collezione di tutti gli incredibili capolavori donati dai devoti.
“Napoli per noi giovani è paradiso e inferno. Mi piace girare per Spaccanapoli e i Quartieri Spagnoli, fermarmi fuori a una rosticceria tipica o in riva al mare. Napoli è globale, meticcia, carica di odori e di suoni. Eleganza e fascino sono resi contemporanei dalla voglia di sperimentare delle nuove generazioni”. Sono le parole di Pietro che, nonostante la sua giovanissima età, da qualche stagione è volto sulle passerelle di Dolce & Gabbana.
Nel 2010 ogni qual volta che un Millenial aveva voglia di cultura si recava al Madre ed è così anche per la Generazione Z.
I tre piani dell’ottocentesco del Palazzo Donnaregina ospitano il Museo d’arte contemporanea omonimo che ha reso la Campania un crocevia di tutte le arti grazie a mostre, percorsi tematici e laboratori per avvicinare i visitatori di tutte le età alla ricerca e ai linguaggi moderni.
Proprio qui incontriamo Mirko “Non riesco ad immaginare come sarebbe stata la mia vita se fossi nato in un’altra città. Fin da piccolo ho lavorato incessantemente e Napoli mi ha dato modo di esprimermi anche nell’ambito della moda”.
E’ la Napoli di Liberato ad aver enfatizzato luoghi come Margellina dove non è difficile imbattersi, tra un tuffo in mare e un tarallo caldo con la birra, nei volti più autentici.
“Nascere a Napoli ti garantisce quotidianamente uno sguardo sulla cruda bellezza. Negli ultimi tempi la moda e il mondo social hanno imparato a valorizzare le sue mille sfaccettature e spero che tale tendenza si protragga nel tempo” a parlare è Salvatore, 19 anni, e un volto dai tratti irregolari che cattura l’obiettivo e i commenti di tutte le donne che sussurrano “bellu uaglion’”.
Quando dici panino a Napoli, dal 2017, diciPuok. E’ la napoletanità della cucina domenicale di mamme e nonne, fatta di passione e ricordi, raccontata in una serie di burger diventati iconici su Instagram. Tappa obbligatoria per tutti i palati che vogliono sentirsi parte integrante di una community che non smette di crescere. Due le sedi in città, in via Cilea e a Spaccanapoli, perché Napoli è street food in qualsiasi luogo e a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Editorial content director, producer and stylist Alessia Caliendo
Laureato presso l’Accademia di belle arti di Napoli e trovandosi a metà tra il movimento verso la città, e la saldezza delle sue radici irpine, Luigi è alla continua ricerca di un equilibrio che reputa senz’altro possibile, e che prova a concretizzare attraverso la sua arte. Assecondando il desiderio di sintesi, è alla continua ricerca di soluzioni innovative per rappresentare il suo rapporto con la natura e con gli altri, arrivando a ragionare e sperimentare anche riguardo la sua altra, grande, passione: la musica, che, nella sua visione, non può che stare allo stesso piano della fotografia per forza espressiva e sensazionale.
Napoletana, ragazza madre, impegnata attivamente nel settore beauty su tutto il territorio campano che gli riconosce la firma di importanti lavori di advertising nell’ambito della moda.
Styling assistants Maria Antonietta Amato e Laura Ronga
Emerging è la keyword con cui Manintown decide di identificarsi in queste calde giornate di fine agosto raccontando lo stile che sarà. Già presente negli store affascina tiktoker nati dal distanziamento sociale, fruitori e creatori di immagini per i quali gli orpelli sono semplicemente futili. E’ il cambiamento antropologico che coinvolge e affascina un pò tutti e che porta la moda e il beauty a esplorare primarie, libere e ingaggianti forme di espressione.
Editorial contents direction, production and stylingAlessia Caliendo
In giro per Roma con l’architetto e giudice di Cortesie per gli ospiti
Foto 1: Total look Gucci
Foto 2: Camicia Gucci e Impermeabile e jeans Ferragamo
Foto 3: Total look Gucci
Foto 4: Camicia Gucci e Impermeabile e jeans Ferragamo
Foto 5: Camicia Shirtstudio, Pants Fila
A Roma – città dove vive e lavora – abbiamo incontrato Diego Thomas, l’architetto che ha appena finito di girare la nuova serie di Cortesie per gli ospiti. Tra il serio e il faceto abbiamo fatto un giro per la capitale alla scoperta dei suoi luoghi del cuore.
Ecco i posti dove potrete incontrare Diego e il suo cane Paco passeggiando per la capitale.
Fare jogging al Circo Massimo e sentirsi l’atleta più acclamato della Roma imperiale
Chiacchierare sotto le stelle seduto sugli scalini di una delle tante scalette di trastevere, poi su altre, poi su altre, poi su altre…
Illudersi di fare tutta la pista ciclabile lungo il Tevere da nord fino al mare e rinunciarci per un gelato vicino al grande raccordo anulare
Prendere il sole cullati dallo scroscio delle cascatelle del Tevere sugli argini dell’Isola Tiberina
Fare un giro di vernissage nelle gallerie tra via Giulia e via dei Coronari per essere aggiornati dai galleristi sugli ultimi pettegolezzi nell’arte
Andare alla ricerca del capo vintage che proprio mancava nel guardaroba per i negozietti del rione monti e tornare a casa vestiti da hippy
Andare a prendere un caffè in piazzetta la domenica e incontrare talmente tante persone che la domenica è già finita
Armarsi di metro in tasca e girare in tutti i mercatini e robivecchi a cercare il mobile dalle dimensioni perfette
Avventurarsi in un piccolo tracking nella foresta nelle zone selvagge di villa Ada o villa Pamphili, poi aperitivo fashion in centro
Innamorarsi per i negozi di antiquariato e modernariato di pezzi che non sai dove mettere ma “vabbè intanto li prendo”
Accendere una candela in qualche intima chiesetta nascosta tra le vecchie case, in quelle grandi e famose la candelina si confonderebbe con le altre
Essere catapultati in giappone nel giardino zen dell’orto botanico
Rinvigorirsi davanti all’imponenza del Foro di Augusto: non avevano l’elettricità, internet e neanche instagram ma erano forti
Scegliere una via, assegnare a ogni palazzo una data di costruzione, calcolare la media matematica, la mediana, frullare bene in una matrice e giocare il risultato al lotto
Lanciare i legnetti al mio bassotto Paco su una spiaggia deserta in un’assolata giornata di primavera, a volte li riporta.
Passare incolumi tra il dominio dei principi Orsini e dei Colonna elencando tutte le differenze tra quelli di Roma Nord e quelli di Roma sud, rivali fin dal quattrocento e per quanti secoli ancora?
In bilico nell’atemporalità delle attese e nel moto perpetuo delle oscillazioni emotive e materiche.
E’ il sabato dell’Italia al mare ritrovata, che si muove nella consapevolezza di un guardaroba ricercato che per l’Autunno/Inverno non ha pretese se non quella di essere un intramontabile investimento.
Editorial content direction, styling and production Alessia Caliendo
Il successo di Skam Italia continua a raccogliere consensi di critica e una community di fan molto forte, così come quello dei giovani e talentuosi interpreti che danno vita ai suoi amati personaggi. In esclusiva per MANINTOWN, abbiamo incontrato Rocco Fasano, uno dei protagonisti che nella serie interpreta il personaggio di Niccolò Fares, un personaggio che ha segnato un momento importante nel percorso dello stesso attore.
Hai avuto sin da piccolo una formazione musicale…
Mi sono avvicinato alla musica molto presto. Mio padre mi ha spinto a fare un corso propedeutico musicale quando avevo 5 anni e da lì l’anno successivo ho iniziato a studiare pianoforte con un’insegnante e mi sono iscritto al conservatorio a 9 anni che ho finito 12 anni dopo.
La musica la vivi ancora, ti eserciti?
La esercito ma più in forma di passione privata; in realtà è sempre stato un po’ così, anche se l’ho studiata in maniera completa. Forse un po’ per timidezza, non mi è mai piaciuto esibirmi davanti a tante persone, mi ha messo sempre un po’ di ansia. Quella del concerto per esempio e quella del set sono molto diverse come situazioni e le vivo diversamente.
Raccontami il tuo debutto…
Avvenne nel 2014 con un film indipendente in lingua inglese con una distribuzione molto di nicchia. E’ stata la mia primissima esperienza e da lì, anno dopo anno ho sempre cercato di continuare con la mia passione e fare un passo in più rispetto all’anno precedente.
Di questa prima esperienza cosa ti ricordi?
Il set mi sembrava un luogo astruso, pieno di attrezzatura tecnica: la prima esperienza fa sempre un po’ paura, ti mette in soggezione. Però alla fine ero molto focalizzato, col regista abbiamo fatto un bel lavoro di cui sono ancora oggi contento.
Dopo quello cosa è successo?
Ho continuato a fare provini e ho fatto una piccola serie per Fox e poi per Sky dal titolo ‘Hundred to Go’ sempre in inglese. Quando posso cerco di lavorare anche in inglese perché mi piace molto.
Leggevo che parli diverse lingue, dialetti anche?
Dialetti sicuramente, in repertorio come dialetti italiani ho dal milanese al siciliano, napoletano, romano, cadenze che sento abbastanza mie. In inglese ho lavorato col britannico e con l’americano, poi parlo un pochino di francese.
Come è arrivato Skam Italia?
Con un classico provino tramite il mio manager: ho portato una mia idea di personaggio e poi il regista mi ha detto “sarei interessato che tu portassi fuori invece una forma di dolcezza”. Io non conoscevo il progetto al tempo, avevo portato un personaggio un po’ più fighetto e invece abbiamo lavorato su vulnerabilità e dolcezza e da li è nato il personaggio.
Un personaggio molto complesso, visto che non te l’aspettavi. Come ti sei preparato a un ruolo così?
Quando ho letto la sceneggiatura e il disturbo borderline di personalità e l’omosessualità ho fatto ricerche soprattutto sul disturbo borderline. Questi pazienti sono estremamente sensibili e vivono la loro emotività come se ci fosse un’enorme lente di ingrandimento di fronte. Anche la comunicazione e le piccole cose per loro non sono banali; ogni piccola sfida emotiva può diventare una grande sfida. Oltre a questo aspetto c’era quello della paura dell’abbandono, dell’incertezza e delle fasi depressive. Le ricerche poi le ho dovute coniugare con script e sceneggiatura e capire dove si potevano fare uscire questi aspetti, coadiuvato da una direzione oculata.
Quanto ti rispecchi in questo personaggio, in questi lati un po’ oscuri e un po’ fragili?
Tanto! Lavorare su Niccolò è stato importante perché ho dovuto raggiungere quella parte recondita e molto vulnerabile di me stesso, portandola fuori con scioltezza e con tante persone attorno. Il set è un ambiente paradossale, devi cercare di accedere a quelle zone di te stesso magari anche nascoste rapportandoti con altri personaggi. Questa è stata la sfida che poi è parte del lavoro. Questo mi ha fatto riscoprire quel lato di me stesso e me l’ha fatto amare molto di più. Prima tendevo ad accantonare e superare vulnerabilità e fragilità, Niccolò me le ha fatte riscoprire come fonte di ricchezza enorme.
La serie è importante perché ha un messaggio per i giovani, di essere se stessi..
Di essere se stessi al massimo possibile perché nell’essere te stesso, chiunque tu sia e nei limiti di non fare del male all’altro non c’è nessuna colpa. Questo deve passare come messaggio. Ad esempio la relazione omosessuale che c’è nella seconda serie viene normalizzata del tutto. Questo era l’intento del regista, non pesare sull’aspetto drammatico, ma mostrare gli aspetti normali che esistono nella nostra società, molto semplicemente fra due persone che si amano.
Ti aspettavi un successo così grande visto che alla fine questa serie conquista veramente persone con punti di vista diversi.
Skam ha creato un precedente nella serialità italiana. Dopo la quarta stagione si chiude un primo ciclo di serie teen in Italia. Io non me lo aspettavo quando sono entrato nel cast. Era un bellissimo progetto e scritto molto bene ma non potevo prevedere l’eco e la risonanza che avrebbe avuto e che abbiamo accolto con grande entusiasmo.
La tua vita quotidiana come è cambiata?
È cambiata tanto sia dal punto di vista pratico e pragmatico perché vieni riconosciuto per strada, non si sfugge agli incontri casuali che sono sempre delle gioie. Il fandom di Skam Italia poi è molto educato e pieno di energia. Ti viene davvero voglia di interagire con loro.
Invece con la moda? Come è iniziata la tua carriera di modello?
È iniziata leggermente più tardi della recitazione e per caso. Io stavo a Monti e una fotografa che poi è diventata una mia carissima amica mi ha fermato facendomi notare il mio particolare un profilo greco e mi ha voluto scattare. E da lì molto inconsapevolmente è iniziata questa carriera parallela che ho coltivato, ma la mia passione primaria rimane la recitazione.
Un sogno nel cassetto che speri di realizzare prossimamente?
Sicuramente continuare a far parte di progetti belli, non è una cosa scontata perché di cose se ne fanno veramente tante e anche in Italia ci sono tantissimi nuovi investimenti in questo settore. La mia speranza è di continuare sul filone di Skam in termini qualitativi e di fare sempre meglio.
A quasi un anno dall’ultimo editoriale, incontriamo nuovamente uno dei nostri men in town, Claudio Sona, che ci racconta una ritrovata quotidianità, svelandoci qualche dettaglio sui progetti imminenti.
Total look Christian Pellizzari
Giacca in pelle S.W.O.R.D, camicia Alessandro Gherardi
Completo DOPPIAA, camicia Christian Pellizzari, occhiali Moscot
Come sta andando il periodo successivo alla chiusura della tua attività?
Se il 2019 é stato l’anno dei cambiamenti, questo é il momento della costruzione. La realizzazione di una casa che rispecchi la mia personalità e che costituisca il mio porto sicuro insieme alla scelta di una nuova attività, nel settore ristorazione, che mi dia nuovi stimoli. Sono decisioni importanti che preferisco prendere con calma ma delle quali non mi piace parlare per scaramanzia. Quanto alla televisione, non ho progetti immediati ma sono ben accette proposte che non implichino il mero apparire.
A chi ti ispiri per creare il tuo stile?
Non mi ispiro a qualcuno in particolare, anche se ho i miei stilisti preferiti. Amo essere casual nel quotidiano, però mi sento ugualmente a mio agio se devo vestirmi elegante. Mi piace spaziare, abbinando colori e modelli, per non essere mai banale o scontato.
Stai facendo crescere i capelli, li curi con prodotti particolari?
Far crescere i capelli é stata una decisione che mette a dura prova la mia pazienza perché al momento sono ingestibili. Odio aspettare, vorrei averli lunghi e subito. Facendo palestra tutti i giorni li lavo spessissimo per cui cerco di curarli per evitare che si rovinino facendo molte maschere e, soprattutto, usando prodotti di qualità.
Total look Dirk Bikkembergs, scarpe Paciotti4Us
Kimono vintage A.N.G.E.L.O.
Cardigan Avril, underwear Guapo
Quanto tempo dedichi alla tua beauty routine?
Sono un incostante, non posso dire di avere una beauty routine precisa. Ovviamente ogni giorno cerco di pulire accuratamente la pelle del viso e idratarla. Faccio delle maschere un paio di volte a settimana e alla sera uso un prodotto specifico per le occhiaie. Quando riesco, cerco di ritagliarmi del tempo per coccolare il mio corpo con massaggi e trattamenti estetici mirati.
Il pezzo in cima alla tua playlist?
Amo tutta la musica e mi piace cantare. Mi tengo aggiornato e seguo tutte le uscite del momento. Non ho una canzone preferita ma ho degli artisti che seguo da sempre. Tra gli italiani sicuramente ascolto con piacere Vasco Rossi, Marco Mengoni e Tiziano Ferro mentre tra gli stranieri Bon Jovi, perché mi ricorda la mia adolescenza, ma anche Lady Gaga e Madonna.
Il libro che hai sul tuo comodino ora?
Cerco di leggere, quando posso, e sul mio comodino ci sono sempre molti libri in attesa di essere letti. Non ho un genere preferito. In questo periodo sto leggendo “Papà per scelta”, libro per il quale farò il moderatore alla presentazione che si terrà a Verona che mi sta prendendo molto.
La prima cosa che fai appena sveglio e l’ultima prima di addormentarti?
Ormai é diventato un rito: guardare cosa fa il mio cane Oscar. Difficile fare altro. Ogni sera si stende a terra, vicino al mio letto poi, quando si accorge che mi sono addormentato, si alza e va a dormire nell’altra stanza. Al mattino, non appena sente che mi giro nel letto, capisce che mi sto svegliando e mi raggiunge accucciandosi al mio fianco.
Trousers Dirk Bikkembergs, cap vintage A.N.G.E.L.O., veil vintage Archivio Guerrini
Camicia rosa DOPPIAA, lace ribbon vintage A.N.G.E.L.O.
Giacca Skill_Officine, cardigan e pantaloni Pierre-Louis Mascia, maglioncino Wayeröb
Camicia da notte Pierre-Louis Mascia
Giacca e pantaloni Danilo Paura, sandali Tom Rebl
Camicia da notte Pierre-Louis Mascia
Completo Yezael by Angelo Cruciani, stivaletti Tom Rebl
Total look Danilo Paura, occhiali vintage Luciano Soprani from A.N.G.E.L.O, scarpe Antony Morato
Completo Yezael by Angelo Cruciani, stivaletti Tom Rebl
Kimono Skill_Officine, completo Tom Rebl
Vestaglia vintage Archivi Mazzini, completo e camicia DOPPIAA
Completo camicia e sandali Tom Rebl
Quando e come è iniziata la tua carriera da modello?
Nella vita faccio il medico. Ho sempre avuto la passione per la moda e la
bella fotografia. La carriera da modello è arrivata per caso grazie ai
social.
Il tuo lavoro ti ha permesso di conoscere l’Italia, cosa ti piace del nostro paese?
Fin da piccolo ho sempre visto l’Italia come il paese dei miei sogni, tanto
che l’ho scelta come paese dove studiare per il progetto Erasmus. Dell’Italia
amo tutto – la lingua, la cultura, il cibo e l’arte.
La tua città preferita nel nostro Paese?
Non ho una città preferita. Ho avuto la possibilità di conoscerla bene e
ogni città è diversa, ognuna con la propria identità e particolarità che la
rende magica.
La tua routine di allenamento e nutrizione?
Sono molto duro con me stesso e determinato al punto che non ho problemi a
fare tanti sacrifici per raggiungere i miei obiettivi. Mi alleno anche due
volte al giorno se necessario, svegliandomi alle 5 del mattino. La mia
alimentazione è soprattutto proteica con pochissimi carboidrati e grassi
limitati al necessario. Seguo uno schema chiamato “digiuno intermittente”.
Questo tipo di alimentazione non è facile da seguire ma fornisce risultati
reali. Bisogna limitare il consumo di calorie a una finestra di 8 ore e
astenersi dal cibo per le altre 16.
Tre cose indispensabili nella tua valigia?
Un bel libro, beauty case e il portafortuna che mi è stato regalato da una
persona a me cara.
Dove e come ti vedi tra 10 anni?
Non mi vedo tra 10 anni. Sicuramente continuerò a svolgere il mio lavoro di medico. Per il resto vivo la vita giorno per giorno, cercando di cogliere tutte le opportunità che essa mi presenta, ma restando sempre ben saldo con i piedi per terra.
Intervista a cura di Massimiliano Benetazzo.
Photographer: Roberto Viccaro @vicroberto Stylist: Stefano Guerrini Stylist’s assistants: Elisa Maria Montanaro e Salvatore Pezzella Grooming: Martina Muscariello Model: Fero Janicek @fero.janicek
Il nuovo classico maschile si rinnova attraverso un mix di stampe che racconta un viaggio nel tessile lungo secoli di storia. Da sete jacquard barocche a patchwork floreali fino a psichedeliche stampe digitali, passando per le lane pregiate di grande manifattura made in Italy.
Lorenzo indossa un completo di giacca e pantaloni stampe digital Ermenegildo Zegna come il dolcevita
Lorenzo indossa un completo di giacca e pantaloni stampe digital Ermenegildo Zegna come il dolcevita
Lorenzo: camicia in seta stampa fiori New Look su Amazon.com, pantaloni Selected Homme su Amazon.com, occhiali da vista in acetato Prada Gabriel: camicia in cotone stampa fiori Alessandro Gherardi, cravatta Fiorio
Per Gabriel cappotto in lana con ricamo a contrasto, camicia e pantaloni Givenchy
Per Gabriel cappotto in lana con ricamo a contrasto, camicia e pantaloni Givenchy
Lorenzo porta un dolcevita a coste, cardigan con ricamo e pantaloni Valentino
Camicia a costine di velluto stampa cappuccetto rosso Pence Pantaloni in tweed di lana con risvolto Berwich Calze Borghi Uomo Mocassini in vitello con mini borchie Church’s Lorenzo
Gabriel, giacca in velluto Zerosettanta Studio Tshirt Circled, stola in seta Orequo, occhiali Mykita
giacca in seta e polo in cashmere Etro Occhiali da vista con montatura squadrata in metallo Tom Ford
In copertina: Gabriel a sinistra indossa giacca, gilet, camicia, pantaloni e papillon di Caporiccio, mocassini Fratelli Rossetti A destra Lorenzo con polo Cividini, giacca Sartoria Latorre e pantaloni gessati Pence, pochette Fiorio
Fashion Editor: Rosamaria Coniglio
Photo: Federico Ghiani
Hair: Angelo Rosa Uliana
Make up: Dilys White
Models: Lorenzo Cartacci @elite Gabriel Demaj @elite
Per ambienti e arredi si ringrazia Raw & Co. Rawmilano.it
Saluta la crew con un sorriso ammaliante e senza altri indugi si prepara
a lavorare. Ha in programma altri servizi fotografici prima del volo di
stasera, quindi non ha moltissimo tempo. Con in sottofondo le canzoni
di Rihanna, ci racconta dei suoi ricordi e del suo passato.
Cappotto DOPPIAA, completo Christian Pellizzari
Cappotto DOPPIAA, completo Christian Pellizzari
Completo Bikkembergs, scarpe Philipp Plein
Maglione a collo alto e pantaloni Paoloni, spilla Duelle by Dolores Bacchi & Simonetta Martini, scarpe Baldinini
Maglione a collo alto e pantaloni Paoloni, spilla Duelle by Dolores Bacchi & Simonetta Martini, scarpe Baldinini
Total look DOPPIAA
Completo Manuel Ritz, dolcevita DOPPIAA, scarpe Baldinini
Completo Manuel Ritz, dolcevita DOPPIAA, scarpe Baldinini
Completo Tom Rebl, maglione DOPPIAA, scarpe Philipp Plein
Completo Tom Rebl, maglione DOPPIAA, scarpe Philipp Plein
Giacca Paoloni, polo Bikkembergs
Completo DOPPIAA, camicia Manuel Ritz, scarpe Philipp Plein
Giaccone militare Christian Pellizzari, tuta Bikkembergs
Giaccone militare Christian Pellizzari, tuta Bikkembergs
Daniele Carettoni è un modello
italiano che vive a New York e che non immaginava che fare il modello sarebbe
diventata la sua passione. Descrive se stesso da giovane come un “ragazzo normale”
che ha ottenuto la sua laurea in Information Technology, in contemporanea alla
carriera nel basket e ovviamente al divertimento. E’ successo tutto quando la
ex ragazza di Daniele, anch’essa modella, gli ha proposto di lavorare come
modello part-time. Da quel momento è iniziata la sua carriera.
“Partecipavo a qualche evento, mi
divertivo con altre persone interessanti che facevano parte del settore. Ho
iniziato a viaggiare molto ed è lì che ho realizzato che non volevo passare
tutta la mia vita davanti ad un computer, dentro ad un ufficio per otto ore al
giorno. Volevo viaggiare di più”.
Per lavoro, è già stato in
Spagna, Svizzera, Germania, Cina, Turchia, Brasile e ora si è trasferito a New
York. A volte si sposta a Washington e Miami per poi andare verso Los Angeles.
Nonostante i jet privati e i resort di lusso sembrino un sogno, Carrettoni
afferma che ci vogliano molti sforzi e tanta disciplina per avere successo e
garantirsi una carriera lunga e prosperosa in questo mondo.
Riconoscendo i grandi cambiamenti
nel mondo della moda grazie all’era del digital, ora è entusiasta per le nuove
sfide che gli si sono presentate, soprattutto come social media manager.
Quale è la differenza tra lavorare a Milano e a New York?
A Milano bisogna andare ai
casting, incontrare gli stilisti, i clienti e altri professionisti, mentre a
New York è l’agenzia che svolge tutto il lavoro. Ci sono più modelli e clienti,
ma meno casting perché le agenzie prendono le decisioni per i modelli. La
qualità del lavoro, il budget che hanno, il numero di persone che lavorano per
te per un progetto è un’esperienza diversa.
Come concili lo sport e la dieta?
Mi sveglio presto la mattina
perché se vuoi avere successo svegliarsi presto è fondamentale. Lavoro sui
social perché è parte della mia vita. Fra tre settimane potrei avere almeno 3
casting, dipende. Vado in palestra quattro volte a settimana.
Sei felice di aver scelto la carriera da modello?
Si, ma sono anche un po’ un imprenditore. Bisogna occuparsi un po’ dei tutto e a volte fare il modello è solo una piccola parte. Quando sono sul set è solo il 5% del lavoro. Il resto è preparazione.
Quali sono i tuoi paesi preferiti?
Amo la Cina perché in quel
momento volevo divertirmi e viaggiavo con gli amici. Sono stato 3 mesi a
Shanghai ma sono stato anche a Guhan, Guangzhou e Pechino. E’ stata
un’esperienza stupenda. Dato che in Cina hanno un gusto particolare per quanto
riguarda le campagne e i servizi fotografici, tendono a vedere lo stile
italiano in modo diverso. A volte è divertente perché parlano della mafia e del
Padrino. (ride)
Qualche episodio divertente di un servizio fotografico?
Uno dei momenti più divertenti è
stato in Cina, quando una makeup artist stava preparando i miei capelli per un
servizio. Ha messo della cera e poi della lacca. Dopo avermi pettinato, ha
cosparso dei glitter rosa su tutta la testa. Ero confuso. Non mi ero mai
lamentato prima perché i make up artist possono fare ciò che vogliono. E’ la
moda, e anche se non sempre capisco le scelte, le accetto comunque. Questo però
è stato l’unico caso in cui ho parlato con il cliente che ha poi concordato sul
fatto che i glitter fossero troppo.
Cosa fai quando hai tempo libero a New York?
Tempo libero? Mi piacerebbe.
(ride) Mi piace viaggiare molto. Quando posso, prenoto un volo. Vado a
Washington, Boston o a nord di New York. Cerco semplicemente su Google dei
posti da visitare e ci vado.
Hai dei posti a cui non puoi rinunciare?
Si, due parole: pizza ed
espresso. Ci sono dei posti gestiti da italiani come Ribalta o PizzArte.
Osteria Piemonte è un altro ristorante a SoHo che offre piatti autentici
italiani. Il ristorante è gestito da un ragazzo torinese che è anche un mio
amico, ecco perché ci vado spesso.
Il cibo è una grande parte della
mia vita. Mi piace mangiare. Un’altra attività che svolgo spesso a New York è
andare a bere drink negli hotel. C’è un Mandarin Oriented a Columbus Circle,
non lontano da dove abito. C’è una bellissima vista dalla vetrata su Central
Park con tutti i grattacieli. Tanto crescono i grattacieli tanto cambiano i
posti per raggiungere una vista più bella. Baccara è il mio secondo posto
preferito dove andare.
E invece per fare festa?
Non vado a feste perche mi
sveglio presto. Devo allenarmi per essere al meglio durante i servizi
fotografici.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Volevo stabilizzarmi a New York,
ma ora è ormai un anno e mezzo. A New York, ho iniziato a lavorare con magazine
italiani e nel frattempo lavoro molto anche come social media manager. Curo il
profilo di due brand americani. Da modello, penso che tutti stiano piano piano
diventano digital, quindi le agenzie svaniranno entro 10 anni. Ci sono gia
agenzie che lavorano solamente online. Oggi il futuro si basa sulla
multifunzionalità. Sei un modello, social media manager, designer e molto
altro.
Hai pensato di andare ad Hollywood?
Nel passato, mi era stato offerto
un ruolo i un reality show, ma ero un po’ timido per fare video produzione. Stare
dietro la telecamera e posare per le foto ed essere bravo per i video shootings
significa mostrare abilità diverse. Non ho la stessa passione per poterlo fare.
Fotografo: Antonio
Avolio
Stylist: Stefano
Guerrini
Assistente stylist:
Davide Spinella
Grooming: Livia Primofiore
Assistant grooming:
Carola Di Bello
Model: Daniele Carettoni @Boom Models (Milano) @bmg (NY, CHICAGO) @ THE INDUSTRY
A sinistra A destra Giubbino Puma Giubbino Z Zegna Camicia Marni Camicia MSGM Pantaloni Z Zegna Pantaloni Barena Sneakers Z Zegna Sneakers Z Zegna Occhiali Moscot Occhiali Moscot
Da sinistra Total Look Valentino Totol Look Stella McCartney Total Look Dolce e Gabbana Da Sinistra Completo Barena Felpa Rifle
Giacca Z Zegna Felpa North Sails Pantaloni Cos Occhiali Mykita
Completo Barena Felpa Rifle Occhiali MykitaGiacca Daks Felpa Z Zegna Pantaloni Tommy HIlfiger Scarpe Z ZegnaA sinistra Total Look Marni
Total Look Z Zegna Tracolla Tommy HIlfigerTotal Look AdidasDa sinistra Anorak Ermenegildo Zegna Maglia Wayerob Pantaloncini Wayerob
Maglione Acne Studios Pantaloncini Acne Studios
Felpa con zip MSGM Maglia Wayerob Pantaloncini MSGM Da sinistra Total Look Prada
Total Look LanvinGiacca Barena Felpa Tommy HIlfiger Pantaloncini Tommy HIlfiger Scarpe Lotto
Felpa Tommy HIlfiger Pantaloni Ermenegildo Zegna Scarpe Lotto A sinistra Felpa Adidas Maglietta Cos Pantaloni Ermenegildo Zegna Occhiali Moscot
Felpa Andrea Pompilio Maglietta Cos Pantaloni Ermenegildo Zegna Occhiali MoscotDa sinistra Total Look Puma
Total Look Robe di Kappa
Total look Lotto
In copertina: Da sinistra Pantaloncini Andrea Pompilio, Scarpe Lanvin Jeans Roy Rogers, Scarpe Ermenegildo Zegna Anorak Roy Rogers,Scarpe Puma Jeans Calvin Klein Jeans, Scarpe Puma Camicia Calvin Klein Jeans, Pantaloncini Calvin Klein Jeans ,Scarpe Puma
FOTOGRAFO: ANGELA IMPROTA STYLING : GIUSPPE CECCARELLI Mua Claudio Furini Assistente Paola Marino Make up NARS Hair PAUL MITCHELL
Cosa ti ha spinto a decidere di intraprendere la carriera di modello?
E’ successo tutto per puro caso: una domenica, mentre frequentavo ancora al liceo, un booker (che purtroppo ora non c’è piu) Massimo Curella, mi ha fermato per strada ed ha lasciato il suo biglietto da visita ai miei genitori. È iniziato tutto molto gradualmente, io giocavo a calcio quindi mai mi sarei aspettato di intraprendere questa carriera, poi però ho iniziato a viaggiare molto. Ho vissuto molti anni in Asia, mi piace davvero moltissimo, ho visto città come Shanghai, Singapore, Hong Kong e Pechino. Sono poi tornato in Italia per lavorare con clienti come Dolce e Gabbana e ora vivo tra Milano e Parigi.
Cosa ne pensi di Parigi?
Io mi trovo molto bene, vivo da solo anche se all’inizio non è stato molto facile trovare casa. Abito vicino a Notre Dame, esattamente a Saint Pompidou. È molto bello, rappresenta a pieno la vecchia Parigi, piccoli vicoletti pieni di vita ad ogni ora. Il lavoro è molto diverso rispetto a qui, l’espressione dell’uomo è particolarmente ricercata.
Un luogo che ti è rimasto impresso e che consiglieresti?
Sicuramente Shanghai, dove ho vissuto per cinque anni. Per un anno ho anche smesso di fare il modello perché questa città mi aveva totalmente rapito, facevo quindi il manager nei locali. A differenza di Pechino, Shanghai è molto più aperta ed internazionale. Un ristorante che sicuramente consiglierei è ad esempio The Fellas, un terrazzo con vista sul the Bund, gestito da italiani. Di cose da fare ce ne sono veramente molte, ma anche solo passeggiare per la vecchia Shanghai o People’s square riesce a far innamorare chiunque della città. La consiglio sicuramente a chi vuole fare il modello, si lavora molto ma decisamente bene.
Parlando invece di te, che tipo di allenamento segui per tenerti in forma?
Io mi alleno in casa, venendo dal mondo dal calcio e del nuoto faccio fatica ad abituarmi alla palestra. Faccio corpo libero un’ora al giorno tutti i giorni, ed è da due anni e mezzo circa che non salto mai un giorno di allenamento. A 30 anni il fisico cambia, per quanto riguarda l’alimentazione sono sicuramente più attento a ciò che mangio.
Che tipo di rapporto hai con i social network?
Sicuramente è parte integrante del mio lavoro, credo sia molto bello. Molto spesso viene confuso il fatto di essere un modello, un influencer o una persona che sponsorizza un brand. Sono tre cose completamente diverse, però i social ci permettono di essere visti da chiunque e quindi anche di essere ingaggiati più facilmente. E’ bellissimo essere in contatto con tutto il mondo, soprattutto viaggiando molto, anche se in Cina i primi anni è stato molto difficile poiché la maggior parte dei siti sono bloccati dal governo.
Cosa non può mancare nella tua valigia quando viaggi?
Sicuramente un libro che mi ha regalato mio padre, che è l’Alchimista di Coelho. Mi ritrovo molto in alcune parti del racconto; ogni volta che lo leggo c’è sempre qualche dettaglio che mi faccia pensare che la storia sia la mia.
Un accessorio o un capo che non può mancare nel guardorba maschile?
Un pantalone elegante, non uso mai i jeans.
Hai dei sogni nel cassetto?
Vorrei comprare una casa ai miei nonni, perché sono molto legato a loro e vorrei riuscire a fare questo regalo per ricambiare tutto ciò che mi hanno dato.
Progetti futuri invece?
Mi piacerebbe moltissimo poter continuare a lavorare in questo mondo, vorrei diventare booker o casting director per poi magari aprire un’agenzia, che trovi un giusto equilibrio tra la soddisfazione del cliente e le esigenze del modello.
Ph: Antonio Avolio Style: Stefano Guerrini Stylist’s assistants: Fabiana Guigli, Davide Spinella Grooming: Matteo Bartolini @Freelancer Agency using R+CO Model: Andrea Manzoni @Independent MGMT Interview: Martina Belluschi
In copertina: Total look Dondup, scarpe Baldinini
ENGLISH VERSION
What pushed you to undertake a modeling carreer?
I was still attending high school and I was out with my parents on a Sunday, a booker named Massimo Curella stopped me and gave his business card to my parents. It all started gradually, since I was a football player I would’ve never imagined to become a model, but then I started traveling a lot. I lived for many years in Asia, I visited many cities like Shanghai, Singapore, Hong Kong and Beijing. I came back to Italy to work with clients like Dolce & Gabbana, and now I’m living between Paris and Milan.
What can you tell us about Paris?
I simply love it, I live on my own even though it wasn’t easy for me to find an apartment alone. I live near Notre Dame, in Saint Poumpidou. I find it extremely nice, it represents the old Paris, with its alleys. Working it’s wuite different from here, the model’s expression is more cherished.
Could you tell us a place you would recommend?
Definitely Shanghai, where I lived for five years. I even stopped modeling for a year, since the city totally captivated me, and I worked as a club manager. I find Shanghai more open and international than Beijing. A restaurant I would recommend is The Fellas, a rooftop with a view on the Bund, owned by Italians. There are many things to do there, but even by talking a walk in the old town or in People’s square you could totally fall in love with it. I can also say it’s the perfect city for modeling, the work is tough but worth it.
Talking about yourself, do you train constantly?
I train at home, I’m not really used to the gym, coming from football and swimming. I train an hour every day and it’s been two years and a half since I last skipped a training day. Being 30 years old, I need to be more careful about what I eat then when I was younger, our body is constantly changing.
What do you think about social network?
It’s for sure a part of my job, I think it’s very useful. It often gets confused how modeling, being an influencer and sponsor a brand are three completely different things. Social network allow us to be seen from everyone and being scouted easily. I love being in contact with the world, especially because I travel a lot, even though it was difficult in China, since most of the websites are blocked by the Government.
What do you always bring with you when you travel?
A book that my father gave me, it’s called the Alchemist by Coelho. I feel like it represents some parts of my life everytime I read it.
A piece of clothing that should always be in a man’s closet?
Elegant trousers, I never wear jeans.
What is your biggest dream?
I’d love to buy a house for my grandparents to give back everything they gave to me.
Any future plan?
I want to continue working in this field, become a booker or a casting director, and maybe fund my own agency, with the right balance between client’s satisfaction and model’s needs.
Ph: Antonio Avolio Style: Stefano Guerrini Stylist’s assistants: Fabiana Guigli, Davide Spinella Grooming: Matteo Bartolini @Freelancer Agency using R+CO Model: Andrea Manzoni @Independent MGMT Interview: Martina Belluschi
Di casa a Milano, ma famosi anche oltre i confini. Abbiamo scelto di farli diventare modelli per un giorno, parliamo di due dei più seguiti e amati dj del momento: Marvely Goma The Perseverance e Thomas Costantin.
Hoodie and trackpants by Iceberg
MARVELY GOMA in arte “THE PERSEVERANCE”
Marvely è un ballerino e attore, dj e producer, mente visionaria del duo creativo THE PERSEVERANCE, boss del progetto AKEEM – uno dei migliori party del sabato sera a Milano-. La sua musica è un mix di sonorità urban con contaminazioni elettroniche UK: Marvely è uno dei dj ed ospiti più attivi delle fashion week milanesi, collaborando con molti brand, fra i quali come PHILIPP PLEIN, ICEBERG, TRUSSARDI, VERSACE. In costante evoluzione e ricerca, attualmente sta lavorando ad un nuovo progetto musicale.
I classici della tua playlist?
–Kate Bush, un’artista da sempre in anticipo sui tempi, i suoi brani sono sempre proiettati al futuro
-Tutto ciò che fanno Pharrell Williams & Chad Hugo, produzioni, featuring e il progetto N.E.R.D.
–Kanye West, qualunque album o canzone: è semplicemente un genio!
–George Michael con ‘Amazing’ o ‘Flawless’ e altre cento
-Qualunque brano dell’universo GOLFWANG con Tyler, the Creator, The Internet: consiglio a tutti Steve Lacy e Rex Orange County.
Seguilo su IG: @principebarocco
Shirt, pants and boots all by Versace
THOMAS COSTANTIN
Brand del calibro di Gucci, Moschino, Valentino e Dior lo hanno già intercettato: è uno dei nomi più in voga tra i dj milanesi. Comincia a suonare a soli 17 anni e oggi è diventato resident al Plastic, il più famoso club milanese, dove con il suo sound sofisticato ed elettronico a tinte vintage anima tutti i sabati sera. Ha deciso di diventare dj per ascoltare la musica prediletta e spesso anche composta. Sotto il suo pseudonimo THO.MAS ha lanciato un remix di Giant Steps del duo Mangaboo (Francesco Pistoi\Giulietta Passera), nel 2018 il suo primo EP: Fire a cui hanno collaborato artisti del calibro di Jerry Bouthier e i B-Croma. A marzo 2019 uscirà il suo primo album “Variations” , con 14 pezzi inediti , dove si troveranno collaborazioni con artisti come Leo Hellden (Tristesse contemporaine / camp claude) ed Air! Capitaine . Sono previsti due video e qualche data live , la prima come presentazione del disco.
Printed silk shirt by Valentino
I classici della tua playlist?
Atoi – The Fight B-52’s – Song for a Future Generation Bicep – Just Cheers Elephant – People The Knife – Pass This on
Seguilo su IG @thomascostantin
Sequins top and metallic leather pants, patent boots, all by Gucci
Python waistcoat and pants, bicolor moccasins, all by Versace
Photos by Simon
In copertina: Sahariana jacket and sneakers Adidas Y-3, denim jacket and jeans by Trussardi
E’ la nuova rivelazione del mondo dell’acting italiano e spazia fra il cinema e la televisione. Su Netflix Eduardo Valdarnini nato in Francia nel 1991 e cresciuto a Roma, segno zodiacale Vergine, ha interpretato il giovane Lele nella prima e nella seconda stagione di “Suburra-La serie” quest’ultima in arrivo sugli schermi italiani nei primi mesi del 2019. Un personaggio ambiguo e scaltro. Figlio di un poliziotto, spaccia stupefacenti nei party della Roma bene fino a fare i conti con Samurai, boss della criminalità capitolina. Con imprevedibili evoluzioni nella seconda serie in cui entrerà in polizia, con un ruolo più attivo rispetto alla prima stagione della serie in cui subiva gli eventi.
Eduardo quanto c’è in te di Lele?
Non molto direi. Lele è ambivalente, è un ragazzo ferito, segnato da traumi ma in fondo potrei definirlo un’estremizzazione del mio ‘io’.
Oltre al successo di Suburra, che è un progetto televisivo, ti sei fatto conoscere al cinema con il film di Cristina Comencini ‘Qualcosa di nuovo’ accanto a Micaela Ramazzotti e Paola Cortellesi. Che differenza c’è per te fra cinema e televisione?
Nessuna, in entrambi mi metto in gioco con pari professionalità. Al cinema i miei idoli sono Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonté e mi piacerebbe lavorare con chiunque ha una buona idea.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Attualmente mi divido fra Roma e Parigi dove vivo con la mia ragazza Jeanne, che lavora nella post-produzione cinematografica, e mi sono tuffato su una sceneggiatura per un lungometraggio destinato al cinema.
Qual è il tuo rapporto con lo sport?
Ho praticato pallavolo a livello agonistico per 10 anni. Lo sport per me è un piacere ma anche una necessità, mi piace tenermi in forma. Il vero sport è quello di squadra perché sviluppa lo stesso spirito di collaborazione che poi si ritrova nell’ambiente di lavoro di un set. Mi piacerebbe recitare nel biopic di un atleta.
Oltre al lavoro, i tuoi hobby e passioni?
Mi piace stare ai fornelli e la mia specialità sono le lasagne.
Capo must del guardaroba.
Un pullover dallo scollo ad anello, prediligo un gusto casual che possa contaminarsi con il formale.
Luogo fisico e dell’anima.
La Francia, piena di posti da scoprire per la fisicità e per la mia anima Villa Ada, che rievoca la mia infanzia a Roma.
Photo: Roberta Krasnig
Stylist: Stefania Sciortino
Ph Assistant: Chiara Filippi
Stylist Assistant: Rosamaria D’Anna
Grooming: Silvia Magliocco per Simone Belli Agency