Fare videochiamate da WhatsApp sul pc: ecco come

Le videochiamate sono un mezzo di comunicazione che nell’ultimo anno ha davvero spopolato. A causa del lockdown quest’anno siamo stati per mesi lontani dai nostri cari e le videochiamate sono state l’unico modo per poterci vedere e sentire un po’ meno distanti.

Se vi siete chiesti se esiste un modo per poter effettuare delle videochiamate sul pc utilizzando WhatsApp, senza quindi dover utilizzare lo smartphone, continuate a leggere questo articolo, vi svelerà come fare.

Fare le videochiamate da WhatsApp da pc.  

Fare una videochiamata da telefono mobile è davvero semplice tramite WhatsApp: basta cercare il nome della persona che vogliamo chiamare e selezionare l’icona della videocamera e il gioco è fatto. È possibile anche fare video call di gruppo, selezionando il tasto + ed aggiungendo fino a tre partecipanti (oltre voi) per volta. Ma se volessimo fare delle videochiamate attraverso il personal computer utilizzando la stessa app? Di certo non è così immediato, però cercheremo di semplificarlo il più possibile.

Desistete dall’idea di scaricare WhatsApp Web, perché purtroppo, non dà la possibilità di fare videochiamate, ma soltanto di inviare messaggi di testo o vocali.

Emulatore Android

Quindi, se avessimo la necessità di fare una videochiamata dal computer su WhatsApp cosa possiamo fare? Per ovviare a questo problema, ci viene in soccorso un “emulatore”, cioè un programma che emula il sistema operativo di Android direttamente sul desktop del nostro computer. Questo ci permette di istallare direttamente sul PC molte app proprio come se stessimo usando lo smartphone.

Sul web si trovano moltissimi emulatori Android da istallare sul computer, alcuni sono specifici per i videogiochi, ma altri sono ottimi per svolgere la funzione d cui abbiamo bisogno e adatti a tutte le app mobile più usate.

Se volete fare delle videochiamate WhatsApp tramite PC, quindi, vi basterà lanciare un emulatore Android, scaricare WhatsApp, inserire il numero di telefono collegato solitamente all’App, ed entrare nel proprio profilo WhatsApp. A questo punto si potrà utilizzare l’app nello stesso modo in cui la utilizziamo sul telefono cellulare.

Rischi

L’emulatore Android è l’unica soluzione al momento per poter fare videochiamate WhatsApp tramite Pc, e sicuramente è una valida possibilità, ma bisogna fare attenzione e ridurre al minimo i rischi di perdita dei dati. WhatsApp, infatti, si può usare solo su uno smartphone per volta, di conseguenza se inserite il numero di telefono sull’app scaricata sull’emulatore, si rischia di perdere tutto ciò che è conservato nel telefono cellulare. Basterà fare il backup dell’app proprio prima di inserire il numero tramite emulatore, in questo modo non perderete nessun messaggio!

I 5 hacker più famosi del mondo

Secondo Venture Beat la frequenza degli attacchi degli hacker alle società americane ha portato ad un aumento delle spese medie per le assicurazioni informatiche. On line e a costo zero, è possibile scoprire le vulnerabilità delle aziende ed approfittare di esse per i propri interessi.

Alcuni geni del web hanno quindi deciso di dedicarsi al lato oscuro della forza, forando i sistemi di sicurezza di aziende pubbliche e private sia per un proprio tornaconto, che semplicemente per il gusto di dimostrare che il sistema è aggirabile.

Molti di essi sono passati alla storia, vi citiamo 5 hacker dei più famosi.

5 hacker più famosi

1 Kevin Minick

Questo famoso hacker iniziò la sua “carriera” poco più che adolescente. Nel 1981 rubò i manuali di computer della Pacific Bell. Nel 1982 violò il comando della difesa americano, tanto da ispirare il film “War Games”, nei cinema l’anno successivo. Irruppe in altri sistemi sia prima che dopo essere stato arrestato, ma non sfruttò mai i dati segreti cui forzò gli accessi. Il suo intento era solo quello di dimostrare che nessun sistema era davvero inviolabile.

2 Anonymous

La sua attività iniziò nel 2003, su un forum incentrato sul concetto di giustizia sociale. Nel 2008 iniziò a disabilitare il sito di Scientology mandando in stampa migliaia di immagini completamente nere. Nello stesso anno un gruppo di anonimi marciò con la maschera di Guy Fawkes davanti alle diverse sedi della stessa organizzazione. Nonostante l’FBI abbia individuato alcuni esponenti del gruppo, è difficile eliminarlo del tutto proprio per il suo carattere aleatorio e poco organizzato.

3 Adrian Lamo

Nel 2001 Lamo riuscì ad hackerare Yahoo per modificare delle dichiarazioni del procuratore Ashcroft, attribuendogli citazioni false. Egli soleva avvertire anche la stampa e le vittime delle sue malefatte. Nel 2002 superò sé stesso hackerando addirittura il New York Times ed iniziando a fare ricerche su personaggi pubblici influenti.

4 Astra

Sembra fosse un matematico greco che nel 2008 aveva circa 60 anni, ma il volto e il vero nome di Astra non sono mai stati resi noti. Questo genio oscuro del web ha rubato per circa dieci anni software e dati di armi all’avanguardia, per rivenderli a privati. La Dassault Group, l’azienda caduta nel suo mirino ha perso in totale 360 milioni di dollari a causa sua.

5 Jonathan James

Conosciuto nel suo campo come cOmrade, James si è introdotto in diversi sistemi, tra cui quello del Dipartimento della Difesa degli USA a soli 15 anni di età. Il ragazzo ha affermato di essersi ispirato al libro The Cuckoo’s Egg, che racconta la storia della caccia ad un hacker ambientato negli anni ’80. Nel 2008 si è suicidato lasciando un biglietto di addio.

Mini Metro Maps: se la metropolitana si trasforma in arte

Trovare arte ovunque, anche nei luoghi più impensati. Si basa probabilmente su questo concetto il progetto dell’illustratore americano Peter Dovak, che ha preso le metro più importanti di tutto il mondo e le ha trasformate in piccole opere d’arte, che ha racchiuso nella serie Mini Metro Maps. Ed ecco che le tube più famose – da New York a Tokyo, passando per Londra – si trasformano in schizzi colorati e riconoscerle è quasi impossibile, per un totale di 220 maps stilizzate al punto da rientrare ciascuna in un cerchio di 120px. Una collezione di icone grafiche rielaborate in chiave minimal, nata quasi per caso: ”Il progetto – racconta Dovax – trova le sue origini nel mio inutile tentativo di creare un app per iPhone, diversi anni fa. Una delle cose più divertenti in quel caso sono state proprio le piccole e semplici icone da associare ai menu di navigazione. Mi aveva colpito il fatto che quella della metro di Washington fosse così riconoscibile, seppur su piccola scala. Così, ne ho create delle altre. Molte città sono state difficili da elaborare, ma è stata una grande soddisfazione vedere quelle più complicate diventare così piccole”.
In questa raccolta sono presenti anche numerose realtà italiane, dalle più celebri – come le metropolitane di Milano o Roma – alle meno note, come nel caso di Genova o Catania, talmente piccole da essere rappresentate da due piccole righe rosse e nessun altro colore.
Le ultime novità legate al progetto di Dovak sono recentissime e risalgono solo a qualche settimana fa: “Ho finalmente aperto un negozio – spiega il creatore di Mini Metro Maps – su RedBubble che vende prodotti con mappe individuali di diverse città. Ci si può trovare di tutto, dalle magliette ai cuscini alle cover per lo smartphone, adesivi e molto altro, anche se il mio preferito è l’orologio a muro”.

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Premio Cambiamenti 2016

Le start up costituiscono ormai una parte importante della nostra economia. Tante piccole realtà, in genere create e guidate da giovani coraggiosi e pieni di idee innovative, che stanno cambiando, in Italia e nel mondo, il modo di fare impresa. Per valorizzare e fare conoscere questa nuovo mondo imprenditoriale, CNA nazionale, nel settantesimo della fondazione, ha organizzato Cambiamenti 2016, volto a riconoscere le giovani aziende più meritorie in questo panorama. Il premio ha “l’obiettivo di distinguere il merito e regalare occasioni di formazione e visibilità a quelle start up che, con la loro attività, rappresentano ogni giorno il meglio dell’Italia e rendono ogni giorno il Paese competitivo”. Tre le categorie dedicate all’atto dell’iscrizione al concorso, suddivise in base all’attività svolta: start up del Made in Italy e tradizione; start up innovative e tecnologiche e start up di promozione dell’Italia. In palio, riconoscimenti in denaro, servizi, benefit, formazione e incontri, nonché una giornata di consulenze a Dublino con esperti di Google e Facebook. Poiché Milano è il territorio che ha visto il maggior numero di candidature, al fine di valorizzare e riconoscere il coraggio e l’innovazione di impresa emersi nella nostra città, martedì 18 ottobre si è tenuta nello spazio eventi e coworking BASE Milano, la presentazione delle start up locali – circa quaranta, fra il capoluogo e Varese – partecipanti al concorso. Una bella occasione di incontro e socializzazione per lo sviluppo e la valorizzazione delle tante eccellenze italiane.

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SUUNTO:UN’INEDITA SOLUZIONE “SPECIAL EDITION”

Suunto presenta l’edizione speciale della famiglia Suunto Spartan. Suunto Spartan Ultra Copper: un raffinato orologio GPS multi-sport dal look classico e metropolitano. Spartan Ultra Copper presenta la stessa serie di numerose funzioni per l’allenamento e l’outdoor dei modelli precedenti lanciati all’inizio di quest’estate, ma si differenzia per la ghiera in titanio di grado 5 placcata in rame, oltre che per i pulsanti e la fibbia in acciaio inossidabile abbinati, anch’essi placcati in rame. Il risultato è un orologio elegante, da indossare al lavoro, ma anche durante gli allenamenti e le gare. Gli orologi Suunto Spartan Ultra sono realizzati a mano in Finlandia e sono progettati per durare in qualsiasi condizione. Impermeabili fino a 100 metri, sono dotati di touch screen a colori estremamente resistente, con una grande visibilità sotto la luce solare e un ampio angolo di visual. In più, ha una durata della batteria fino a 26 ore con buona precisione del GPS.

www.suunto.com

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I makers: gli artigiani digitali e la nuova frontiera dell’artigianalità

Viviamo in una “società liquida”, in continua e rapidissima evoluzione. È una caratteristica del momento storico attuale, ma è anche una necessità, per essere sempre aggiornati e competitivi.
Talvolta, però, capita che si creino fenomeni diversi, apparentemente in controtendenza e volti alla riscoperta di un valore che fa parte del passato e della tradizione. È questo il caso dei “makers”, i cosiddetti artigiani digitali, che hanno messo la rivalutazione dell’artigianalità, contaminata dall’utilizzo delle più moderne tecnologie, al centro delle proprie ricerche e come perno della propria attività.
A illustrare questo nuovo fenomeno è Salvatore Saldano, classe 1986, Ceo e founder di ShapeMode, nonché manager e responsabile del laboratorio di fabbricazione digitale FabLabMilano.
Sorti ultimamente un po’ ovunque nel mondo, questi laboratori sono spazi di socializzazione interconnessi, dotati di macchinari digitali e stampanti 3D, dove chiunque sia interessato e in possesso di idee nuove può condividerle con altri e soprattutto provare a metterle in pratica. In relazione a questa esperienza di condivisione, qualcuno ha già parlato, giustamente, di Quarta Rivoluzione Industriale.

Ci parli di te e del settore in cui operi?
Sono un designer di prodotto che ha frequentato i corsi di Progettazione Artistica per l’Impresa all’Accademia di Belle Arti di Brera, appassionato di tutto ciò che si sviluppa in tre dimensioni. Ho la fortuna di gestire il primo FabLab nato a Milano (a novembre 2013), il FabLabMilano appunto. Progetti con un impatto culturale e sociale, ad alto tasso innovativo/tecnologico di questa portata affiorano una volta ogni secolo. Ecco perché me ne sono innamorato subito e coltivo ogni giorno i suoi frutti affinché tutti possano, come me, capire la sua importanza, prendere consapevolezza di ciò che abbiamo intorno in questo periodo storico e cambiare il mondo.

 Sta emergendo un nuovo fenomeno, quello degli artigiani digitali. Chi rientra in questa categoria?
I makers sono artigiani di nuova generazione. Persone che hanno passione per il proprio lavoro, capaci di creare delle emozioni con i loro artefatti. Parlo di artefatti, non a caso, perché negli ultimi anni il termine “artigiano” è stato un po’ inflazionato, facendo così un po’ decadere il suo valore.

L’artigianalità rimanda a un mondo tradizionale mentre il digitale rappresenta il presente, rivolto già al futuro. Come si conciliano queste due anime? Cosa può scaturire da un loro incontro?
L’artigiano è colui che considera il “fare” una ragione di vita, che però non deve essere solo riconducibile a uno scalpello o a una mano impolverata. La mano è un’estensione del nostro cervello, è lei il primo strumento dell’artigiano. Che usi un attrezzo o un mouse, è l’input che arriva dal nostro “software”, il cervello, la cosa più importante per l’artigiano. Un prodotto che racconta questa ibridazione tra passato e futuro, artigianato classico e digitale, è il progetto Poiéin: www.shapemode.it, che ha come protagonista il vetro di Murano. Gli scarti derivanti dalla produzione di candelabri di un valore altissimo vengono, di solito, accantonati. Noi li recuperiamo e ci prendiamo cura di loro. Li scansioniamo in 3D per digitalizzare ogni loro piccola imperfezione e studiamo una protesi modellata su misura e stampata tridimensionalmente, che possa permettere loro di riprendere vita.

Com’è nata questa tendenza dell’artigianalità contaminata dall’utilizzo delle tecnologie moderne?
È nata per necessità. La saturazione di alcuni profili professionali, come succede per i designer, li spinge a progettare con più consapevolezza, sporcandosi le mani per aggiungere un valore distintivo al prodotto.

In un periodo di crisi come quello attuale, che valore aggiunto hanno i makers?
I valori indiscussi dei makers sono il coraggio e la praticità con i quali affrontano i problemi.

Collegata al mondo dei makers è la realtà dei FabLab, presenti in tutta Italia e con cui tu collabori a Milano. Un progetto interessante e futuristico.
Il FabLabMilano è stato la scintilla che ha dato vita a tutto quello che vivo quotidianamente.
È un luogo del fare, dove si condividono uno spazio e delle idee da cui possono nascere sinergie, come Poiéin e ShapeMode.

Ci descrivi ShapeMode?
È una startup innovativa che vuole lavorare nel mondo 3D a livello professionale, ed è un’estensione del FabLabMilano. Avendo un organico composto da designer e makers, riusciamo a offrire un ampio ventaglio di servizi. Dalla progettazione, alla prototipazione e vendita di stampanti 3D. Siamo una realtà molto giovane, anche anagraficamente, con una media di venticinque anni, e continuiamo a crescere.

Molto interessante, a partire dal nome, è il progetto Poiéin, da te ideato e realizzato insieme ad Anita Angelucci. Di cosa si tratta?
Poiéin (dal greco: inventare, fare ndr.) è nato dall’esigenza di dare consapevolezza a quello che ci circonda. Qualunque cosa venga prodotta ha un valore, un vissuto e in quanto viva deve essere rispettata. Ho avuto la fortuna di seguire i corsi di Ugo La Pietra, uno dei massimi esponenti del design anni Settanta e del Movimento degli Architetti Radicali. Attraverso le sue lezioni ho capito che dietro a ogni prodotto c’è un’anima. L’oggetto si eleva, quindi, a mezzo di comunicazione, un’espressione di chi lo ha pensato e realizzato. Dare un significato agli oggetti, oltre alla funzione ovviamente, è dare consapevolezza a quello che abbiamo in mano o che ci circonda. Se riconosco quello che c’è dietro, non lo accantono velocemente sostituendolo con uno nuovo. Specie se oltre al valore tangibile porta con sé qualcosa di personale e unico. Un messaggio, un’esperienza o un ricordo.

Come avete concepito l’idea di unire la tradizione dei manufatti in vetro alla tecnologia della stampa in 3D, valorizzando anche l’elemento “dell’imperfezione”?
Con Anita ci siamo trovati subito in sintonia, quando lei è venuta a propormi la sua idea di recupero di quegli oggetti dal valore elevato. Insieme abbiamo visto nell’elemento “protesi” un aiuto per l’oggetto, senza il quale non potrebbe sopravvivere. Infatti, modellando in 3D su misura questo reticolo, abbiamo creato un supporto grazie al quale l’oggetto può svolgere una funzione diversa e raccontare una nuova esperienza. Avere una seconda vita.

Quali ulteriori sviluppi può avere il percorso degli artigiani digitali?
Infiniti. Spetta all’esperienza di ciascuno di noi definire la strada che verrà percorsa. Gli errori e i fallimenti esistono, non si possono sempre evitare. Cerchiamo di limitarli… non limitandoci.

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Polar M600: made for life, designed for sports

Sembra un semplice orologio, invece è molto di più: il nuovo Polar M600, lo smartwatch con tecnologia Android Wear, progettato per chi ama lo sport, è stato presentato a Milano da Polar, azienda riconosciuta in tutto il mondo come pioniere e leader per la produzione di strumenti di monitoraggio della frequenza cardiaca e delle prestazioni sportive. Per l’occasione, la realtà finlandese ha organizzato nella cornice di Parco Sempione, il “polmone verde della città”, un evento di experience del prodotto in tutte le sue molteplici funzionalità, compresa la resistenza all’acqua, vista la pioggia battente che si è abbattuta sul capoluogo meneghino.
Questo activity tracker è un fedele alleato della vita quotidiana, in grado di misurare le attività giornaliere 24 ore su 24, inviando addirittura avvisi di inattività prolungata e analizzando la qualità del sonno. Inoltre, è possibile utilizzare le app Android Wear più utili alle proprie esigenze e, grazie ai suoi 4 Gb di memoria, può contenere fino a 20 ore di musica, anche senza bisogno di usare lo smartphone. Le funzionalità tipiche di uno smartwatch sono integrate con un’analisi approfondita e immediata delle performance sportive a tutti i livelli, grazie ai sensori di lettura ottica del flusso sanguigno a 6 led.
È uno strumento versatile, adatto a chiunque voglia condurre uno stile di vita sano e bilanciato, senza rinunciare gli impegni quotidiani e allo stile. Polar M600, infatti, unisce resistenza – come quella dello schermo in vetro Gorilla glass – e alte prestazioni a un design urbano ed elegante, con il cinturino in morbido silicone intercambiabile, disponibile in tre diverse colorazioni.

www.polar.com

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NIKON D3400: l’avanguardia…a portata di mano

La Nikon D3400, la reflex entry level presentata in agosto, sarà in vendita in kit con obiettivo 18-55 mm al costo indicativo di 629,00 euro.
Dotata dell’esclusiva tecnologia delle reflex digitali Nikon di fascia alta e del sistema SnapBridge, che consente di mantenere la connessione costante con smartphone e tablet, è in grado di registrare video Full HD e, grazie al Modo guida, è particolarmente indicata per chi è alle prime armi.
Alcune immagini esemplificative delle prestazioni della Nikon D3400 nella gallery sul blog: www.ilblogdililianamalimpensa.com

www.nikon.it

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SEAMLESS RUNNING: Lo stile urbano incontra la funzionalità

Odlo, azienda fondata ad Oslo nel 1946 e marchio celebre per la tecnologia avanzata dei suoi tessuti, ha realizzato una collezione Running che coniuga la qualità e la funzionalità dell’abbigliamento tecnico da corsa con un’ispirazione urbana, per allenarsi con stile attraverso le strade della città o al parco.

In particolare, è stata utilizzata, per le maniche e il cappuccio della felpa, la tecnologia Seamless del reparto intimo, per garantire ventilazione e trasparenza, oltre ad una perfetta vestibilità.

odlo.com

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PELTY: il diffusore acustico bluetooth che trasforma il calore in musica

Nato dall’idea di una start-up milanese, Pelty è un prodotto in grado di riprodurre tracce sonore con il potere del calore: sfruttando la tecnologia basata sull’effetto Peltier, il diffusore acustico bluetooth ha una qualità audio elevatissima, è interamente ecofriendly poiché non prevede l’utilizzo di caricatori e di energia elettrica ma solo la forza del fuoco ed è inoltre un pezzo di pregevole design, capace di impreziosire il vostro living o la camera da letto.

Pelty, 100% Made in Italy, si compone di un corpo in ceramica e legno e di un’ampolla in vetro – alimentata con olio biologico e con varie fragranze e profumazioni disponibili – che serve ad accendere il dispositivo. Il calore della fiamma attiva il dispositivo che può essere connesso a bluetooth per selezionare la musica preferita.

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UTILI E INNOVATIVE – CINQUE APP CHE DOVRESTE AVERE SUL VOSTRO SMARTPHONE

Ci sono applicazioni per passare il tempo divertendosi. E poi ci sono quelle utili. State pensando di organizzare un aperitivo a casa vostra? Volete realizzare un nuovo nodo alla vostra cravatta o state pensando di cambiare look? Abbiamo selezionato cinque applicazioni che potrebbero fare al caso vostro.

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Vivino

Scattate una foto a una qualsiasi etichetta su una bottiglia di vino e avrete immediatamente a vostra disposizione tutte le informazioni relative, più la possibilità di acquisto online. E’ Vivino, utilizzata già da quasi 17 milioni di utenti. L’app grazie a cui, citando lo slogan ufficiale, “non berrete mai più vino scadente”. Per Windows, Apple e Android.

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Cocktails

Volete dare una festa e preparare personalmente l’aperitivo per i vostri ospiti? Quest’app gratuita, presente su App Store, mette a disposizione 400 cocktails semplici da realizzare seguendo le istruzioni e i consigli. Sono divisi in 15 categorie: si passa dagli analcolici a quelli a base di whiskey, fino all’elenco alfabetico generale. Con lo strumento “l’inDISPENSabile”, poi, potete affidarvi agli ingredienti che avete in casa, senza dover andare a fare la spesa. Il party ha come tema un determinato colore? Non c’è problema: grazie al tool “cromococktails”, anche l’aperitivo sarà abbinato alla festa.

Bag List

Fare la valigia può diventare un problematico, soprattutto se il tempo a disposizione per prepararla non è molto: il rischio di dimenticare qualcosa di fondamentale, come il caricabatterie dello smartphone (a chi non è mai capitato?), è sempre dietro l’angolo. Bag List viene incontro ai più distratti e permette di creare una lista completamente personalizzabile, togliendo o aggiungendo oggetti personali in qualsiasi momento. Disponibile su Google Play.

tie sight

TieSight

Può capitare a tutti di avere problemi con il nodo della cravatta, soprattutto se si è abituati a vestire in modo casual e sportivo. Grazie a TieSight, però, non si avrà più bisogno di chiedere aiuto alla mamma o alla fidanzata. L’applicazione tedesca è una sorta di guida passo passo: basta scegliere il nodo che si preferisce, mettersi davanti al display dello smartphone con la fotocamera attivata in modo che la cravatta sovra impressa sia alla base del collo e seguire le indicazioni. Scaricabile da App Store e Google Play.

Boothstache

Disponbile per App Store e Google Play, permette di provare i baffi sul proprio volto. L’app, gratuita, ne mette a disposizione di diversi, per provare tutte le combinazioni possibili. E cambia il colore automaticamente, adattandosi a quello dei vostri capelli, per un risultato realistico. Basta farsi un selfie. Non siete sicuri di piacervi? Basta scuotere lo smartphone per confrontare i due scatti con un prima/dopo.

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