Manintown lancia la nuova fashion issue a Pitti Uomo

In occasione della 102esima edizione di Pitti Uomo e di Milano Moda Uomo S/S 2023, MANINTOWN – magazine che è ormai un punto di riferimento delle new generation musicale e cinematografica – presenta Youth Babilonia, nuova Fashion Issue in uscita due volte l’anno, che sarà presentata con due eventi speciali a Firenze e Milano. Nato da un’idea di Davide Musto, quest’inedito supplemento moda print e digital intende raccontare differenti culture, fenomeni, volti e linguaggi di stile. Sono quattro le cover del primo numero, che vede tra i protagonisti l’attore Lorenzo Richelmy e il content creator Matthew Zorpas, che festeggia i dieci anni del The Gentleman Blogger. Un nuovo sviluppo sia digitale che cartaceo per MANINTOWN, dunque, che grazie alla partnership con MI HUB e SUPERNOVA HUB, implementa ulteriormente le proprie piattaforme in un’ottica sempre più cross-channel e internazionale.

Manintown eventi
Moodboard della nuova fashion issue Youth Babilonia all’evento MANINTOWN presso Palazzo San Niccolò
Palazzo San Niccolò Firenze eventi
Un momento della mostra-evento nei giardini del palazzo

La mostra-evento di Firenze a Palazzo San Niccolò

Lo scorso 16 giugno, durante Pitti Immagine Uomo, una speciale mostra-evento presso Palazzo San Niccolò, nel cuore del quartiere fiorentino di San Niccolò. On show un percorso di brand artigianali e sostenibili, a partire dalla collezione genderfluid di Tiziano Guardini, cappotti d’impronta artsy in edizione limitata. Commentando concept, ispirazioni e obiettivi della linea, il designer sostiene: “Si parla spesso di genderless, come a dover racchiudere in una parola una tendenza momentanea. Per me il termine individua il coraggio di “aprire”, esercitando una libera espressione, abbandonando concetti che appartengono a una società ormai passata. Vuol dire altresì riconoscersi come esseri viventi liberi. I capi esposti raccontano di fiabe che incoraggiano ad aprire i nostri sentimenti, a essere determinati nel creare una società migliore, connessa con il nostro essere più puro e onesto, ovvero con la Vita e, di conseguenza, col nostro pianeta. Gli abiti che disegno sono da sempre uno strumento per vivere questa consapevolezza, un elemento di riconnessione, un abbraccio per ritrovarsi, un emblema del cambiamento”.

Segue precetti eco-responsabili anche la griffe Ten Minutes to Moon, che fonde animo streetwear e made in Italy in capi timeless arricchiti da grafiche originali. Si muovono tra arte e moda le sculture indossabili di Maurizio Tomasello, da portare con le cravatte. E ancora, Palladium, maison calzaturiera francese conosciuta ovunque per il modello Pallabrousse, studiato nel 1947 per l’esercito; Vagabond, brand svedese che si focalizza sulle scarpe, tra le più amate dalle shoes addicted di tutto il mondo, conquistate dallo stile elegante delle proposte, attento ai dettagli e sostenibile. Infine, le calzature firmate Bruno Bordese, must have per trend setter, artisti e creativi; i suoi sono pezzi unici e riconoscibili, grazie al mix di stilemi classici e trendy.

Design e profumi protagonisti negli spazi del palazzo

Il percorso continua col design di Situér Milano, che progetta arredi eco-friendly dalle linee minimali e ricercate partendo dal metallo, lavorato in Italia con maestria artigianale e sapientemente tradotto in un perfetto equilibrio di estetica e funzione.

Situer Milano mobili
Tavolo per esterni Situér Milano (sulla destra) e alcune proposte della collezione Marcantonio x Slide

Marcantonio x Slide, invece, propone complementi di arredo per interni e outdoor, lasciandosi ispirare dalla natura con un approccio sospeso tra onirico e fanciullesco, alla scoperta del mondo che lo circonda; pezzi che esprimono al meglio la filosofia  del designer romagnolo, nelle sue parole, “una commistione tra arte e design, porto nel secondo la prima, nello specifico la scultura, con soggetti illustrativi, che raccontano una storia”. Sono inoltre protagonisti, negli spazi del Palazzo, Millefiori e Yankee Candles, che guidano gli ospiti in un tour olfattivo e sensoriale attraverso le loro fragranze. Millefiori presenta la fragranza estiva Lime & Vetiver, invece la collezione di candele da esterno di Yankee Candles si compone di quattro nuove profumazioni, miscelate con citronella e oli essenziali noti per allontanare gli insetti e creare un’atmosfera rilassante nell’ambiente outdoor.

Marcantonio Slide
Marcantonio con i nuovi pezzi della linea firmata per Slide
Millefiori Milano diffusore
L’allestimento all’interno di Palazzo San Niccolò (sul tavolo al centro, un diffusore Millefiori)

Dopo la mostra si è tenuto un cocktail party con dj set curato dallo stesso Bordese.

Nell’immagine in apertura, il dj set di Bruno Bordese (ritratto tra due creazioni della linea Marcantonio x Slide) all’evento di MANINTOWN a Palazzo San Niccolò

Sustainable Style: a Pitti Uomo il menswear innovativo e responsabile

Anche per l’edizione di Pitti Uomo 102 torna S|Style sustainable style, il progetto espositivo presentato dalla Fondazione Pitti Discovery che fin dal suo esordio ha attratto l’attenzione di stampa e top buyer internazionali. In Fortezza, un’area speciale al Padiglione Medici in cui Giorgia Cantarini, fashion journalist e curatrice del progetto, presenta una nuova selezione di 10 brand, frutto di uno scouting dalla forte impronta internazionale e inclusiva, con una presenza significativa di designer da tutto il mondo e con un risvolto etico. 

Le “pratiche” della sostenibilità scelte da ogni brand e designer sono molteplici: dal popolare upcycling, ovvero la tecnica di rielaborare un capo già esistente, all’impiego di tessuti certificati secondo standard internazionali; dalle attività di giving back a favore del pianeta, con supporto ad associazioni e organizzazioni ambientaliste, fino all’utilizzo di materiali riciclati e al lavoro etico capace di valorizzare l’artigianalità.

“Questa edizione ci concentriamo su slow fashion, altro non è che la valorizzazione del lavoro artigianale commenta la curatrice Giorgia Cantarini – ora più che mai un approccio responsabile. Ritrovare tecniche perdute, filati scartati, tessuti deadstock inutilizzati. I designer del futuro usano quello che è già esistente, portando un esempio concreto di circolarità che diventa mezzo di espressione creativa.”


I 10 brand protagonisti al Padiglione Medici in Fortezza

Bennu: fondato da Niccolò Chiuppesi, è un brand italiano che utilizza tecniche di recupero e personalizzazione artigianale di abiti sartoriali vintage oppure di capi provenienti da stock invenduti. Il nome BENNU, infatti, che deriva dall’uccello della mitologia egizia da noi conosciuto come fenice, trasmette un messaggio di rinascita e speranza in una seconda vita.


Connor McKnight
: famoso per i suoi completi casual-sartoriali, Connor McKnight è una giovane promessa del menswear Made in Brooklyn e pupillo di Maison Kitsunè, che ha recentemente investito una quota di minoranza nel brand nato durante la pandemia. Con esperienze da Bode a Kith, l’eclettismo stilistico di McKnight passa attraverso il mescolare e riadattare capi vintage, utilizzo di tessuti deadstock e filati di recupero.

Curious Grid: grazie al recupero delle tecniche tradizionali di tessitura, Sheetal Shah, creatrice del brand, recupera capi dagli archivi dell’abbigliamento da lavoro proiettandoli creativamente nel guardaroba della Gen Z.

Dhruv Kapoor: emblema del sartorial- sporty artigianale, s’impegna per la circolarità con il 40% della collezione creata da tessuti scartati dai produttori nazionali. Lavora con la Fondazione Hothur nella creazione di opportunità di lavoro per i sopravvissuti agli attacchi con l’acido e progetti di collaborazione in una rete di villaggi in tutta l’India per elevare e preservare artigiani qualificati del lavoro manuale. 

Junk: dalla “spazzatura” nascono nuovi occhiali, ovvero dalla plastica recuperata nei mari vengono forgiati occhiali da sole Y2k con finiture in argento, in un inno al movimento, definito dal brand “motion sleekness” l’eleganza del movimento.

Margn: per il brand indiano Margn essere sostenibili è professare la cultura dell’umanesimo. Il concetto è legato all’abbigliamento attraverso composizioni simboliche, simboli umanoidi, valvole e tubi dell’acqua riciclati che rappresentano l’interconnessione tra tutti noi. Un linguaggio sartoriale e maglieria realizzata da laboratori artigianali di una comunità di sole donne nell’Himalaya settentrionale che ha realizzato gli argyles e gli ikats.

Maxime: sartorial comfort con tessuti certificati con applicazioni in punto coperta su jersey e maglieria, che ricorda le tapisserie o le coperte che spesso si trovano nelle vecchie case di campagna. La tavolozza dei colori segue i toni della terra, beige, tortora, marrone medio e scuro, salvia, ma sono accentuati da vivaci tonalità ruggine o un profondo blu pavone.

MWORKS: ispirato all’architettura, all’evoluzione dei modi di vivere moderni e al mix di culture contemporanee, crea un guardaroba genderless 100% consapevole. Gli abiti sono fatti a mano localmente in Francia, Belgio e Polonia da atelier e produttori indipendenti con materiali certificati o riciclati, non vi è uso di chimica inquinante e le lavorazioni sono per lo più al laser, con limitato uso di zip, che vengono sostituite dalle termo saldature.

Philip Huang: preserva le tradizioni thailandesi di Sakon Nakhon del Tye and dye artigianale tingendo a mano i suoi capi urban con tinture naturali e non chimiche. Le “Indigo Grandmas“, le custodi di questa antica arte, sono capaci di ricavare il blu più puro a partire dalle piante di indaco, e altri colori dall’argilla, il palissandro, la corteccia di albero e i lac (acari che vivono sugli alberi). 

Waste Yarn Project: brand di maglieria, guidato da Siri Johansen, ha capito di poter ottimizzare gli avanzi delle lavorazioni della lana attraverso una visione poetica della maglieria. La forma di ogni maglia è studiata con cura, ma ciascun capo ha una combinazione di trame e ordito puramente casuale, a seconda della disponibilità dei filati recuperati. 

Insieme al main sponsor Unicredit, che supporta S|Style, Pitti presenterà ancora una volta la UniCredit Start Lab, il progetto dedicato alle giovani imprese startup e scaleup italiane del segmento moda impegnate nella moda sostenibile e una serie di talk tematici all’Unicredit Theatre, per sensibilizzare, educare e far conoscere cosa significhi “sostenibilità” oggi.

Pitti Immagine Uomo, la moda maschile torna in scena a Firenze

Un’isola che non si isola”, al via a Firenze il Pitti Immagine Uomo, il salone dedicato alla moda maschile che per l’edizione estiva numero 102 allarga i suoi confini temporali e fisici: “Un’isola che si rapporta con la terra ferma in uno scambio continuo, in un colloquio costante di spirito e di percorso”. Dal 14 e fino al 17 giugno la Fortezza da Basso fa da scenario alla kermesse fashion che quest’anno propone nuovi contenuti, collaborazioni inedite e anteprime assolute. Una quattro giorni ricca di eventi e lanci internazionali, collaborazioni straordinarie e progetti speciali: “Un’isola come uno spazio concentrato, laboratorio che sperimenta, amplifica, diversifica.

L’Isola immaginaria di Pitti Immagine Uomo 102

Pitti Island è il tema guida dell’estate 2022 di Pitti Immagine Uomo, un concept ideato dal creative director Angelo Figus e dai Narente, Lucio Aru e Franco Erre, a cui è stata affidata la parte visual. L’isola diventa il fil rouge di tutta la comunicazione adv, video e social. “Una terra dalla botanica selezionata, socievole e aperta, a volte divertente, riflessiva e coinvolgente, sensibile alle idee, per incontrarsi, per stare insieme prima di riprendere, ciascuno, il proprio viaggio”, racconta Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine. Il tema dell’isola, un’isola immaginaria, ricorre e si rincorre con forza anche negli allestimenti della Fortezza da Basso, disegnati dall’architetto Alessandro Moradei, dove le immagini della campagna pubblicitaria fuoriescono dagli spazi bidimensionali trasformandosi in suggestive installazioni con le quali interagire: “Le foto usciranno dai limiti della loro cornice acquistando profondità e prospettiva, moltiplicandosi nei piani e nelle trasparenze” spiega Figus.

Un percorso espositivo tra passato e futuro, artigianalità e sperimentazione a Pitti Immagine Uomo

Le nuove collezioni menswear vanno in scena a Pitti Immagine Uomo 102 lungo un percorso espositivo più ampio e dinamico che si snoda tra cinque sezioni: Fantastic ClassicFuturo Maschile, Dynamic AttitudeSuperstyling, con il progetto S|Style sustainable style di Fondazione Pitti Discovery, dedicato alla moda uomo responsabile. 640 brand, di cui il 38% circa proveniente dall’estero, prendono parte alla manifestazione fashion. 

Fantastic Classic è la macrosezione dedicata all’eleganza maschile, dal British tailoring al savoir-faire italiano. Qui espongono, tra le altre, le aziende che hanno esportato e reso celebre il Made in Italy nel mondo. Partendo dall’artigianalità di altissima qualità, il formale è l’elemento che guida attraverso contaminazioni contemporanee: tradizione e sperimentazione si fondono, i codici classici sono reinterpretati secondo declinazioni personali, dando vita a capi e accessori senza tempo ma dal twist contemporaneo.

Il Piano Attico del Padiglione Centrale è consacrato poi a Futuro Maschile, un vero e proprio viaggio tra le evoluzioni del menswear contemporaneo che si traduce in un‘eleganza decontratta, con uno sguardo rivolto oltre il formale. 

Lo stile urban e outdoor è protagonista dell’area Dynamic Attitude, dove gli stili metropolitani mixano outfit sportivi con occhio attento sulle performace dei materiali. Libertà e comfort sono le parole chiave che si esplicano in design innovativi su capi multitasking e tecnologici. 

Nell’area Superstyling poi, tradizione e sperimentazione si incontrano offrendo una una visione fuori dagli schemi, agender e no-season, in continua trasformazione, che intercetta nuove urgenze espressive, puntando sui valori di ecosostenibilità e contaminazione culturale.

S|Style sustainable style infine, al Piano Inferiore del Padiglione Centrale, è il progetto espositivo di Fondazione Pitti Discovery, supportato da UniCredit e curato dalla fashion journalist Giorgia Cantarini, che ad ogni nuova edizione presenta un accurato lavoro di scouting tra le realtà giovani e i designer più cool che creano e producono rispettando criteri di eco-responsabilità. 

Designer d’eccezione, progetti speciali e collaborazioni esclusive 

Wales Bonner, fashion designer di origini anglo-giamaicane, è la Guest Designer di Pitti Uomo 102. In una sfilata evento, la stilista classe ‘92 ha presentato in anteprima il 14 giugno nel capoluogo toscano la nuova collezione Spring-Summer 2023 del suo brand Wales Bonner. Con il marchio omonimo, animato da un’ampia ricerca culturale abbracciando una molteplicità di prospettive, la Bonner propone una visione unica di lusso culturale che fonde heritage europeo e spirito afro- atlantico.

Ann Demeulemeester invece, celebre stilista belga, è la Guest of Honour di Pitti Immagine Uomo. La designer stessa ha curato il progetto speciale dedicato a lei e al brand che porta il suo nome, con il grand opening di mercoledì 15 giugno in Stazione Leopolda. “Finalmente Firenze e Pitti Immagine sono pronti a celebrare lo straordinario lavoro di Ann Demeulemeester, una storia iniziata quarant’anni fa ad Anversa e oggi rafforzata dal nuovo corso avviato in seguito all’acquisizione del brand da parte di Claudio Antonioli: un approccio che, tra recupero e autonomia, mette in risalto i caratteri distintivi e persistenti della moda Ann Demeulemeester, soprattutto una sensibilità verso il proprio tempo sviluppata senza ansie di omologazione e la capacità di rinnovarsi lasciando inconfondibili le intuizioni e le forme iniziali.” racconta Lapo Cianchi, direttore comunicazione &  eventi di Pitti Immagine.

Tra i progetti speciali a Pitti poi, quello di Soulland, brand basato a Copenaghen dedicato a un futuro socialmente giusto e responsabile, con una visione della moda uomo senza tempo ma al tempo stesso impegnata. Il marchio guidato da Silas Oda Adler presenta la sua collezione SS2023 con una sfilata-evento Pitti Uomo. Inoltre, il designer Giulio Sapio svela la collezione SS23 del brand omonimo all’interno dello Spazio Discovery, contenitore-galleria nella sede di Pitti Immagine, a pochi metri dalla Fortezza da Basso.

Infine, anche collaborazioni internazionali animano la kermesse, come Scandinivian Manifesto che ritorna nella cornice del Pitti e porta in Italia l’innovazione proveniente dalla scena fashion nordica. Brand di riferimento e fashion designer emergenti provenienti da Danimarca, Svezia e Norvegia propongono le loro collezioni. Tra i marchi presenti: Soulland, Les Deux, Palmes, Adnym Atelier, BLK DNM, Wood Wood, Berner Khul, Rue de Tokyo, By death. 

Secondo i diktat attualissimi dell’inclusività, del dialogo, dell’accoglienza, della solidarietà, valori oggi imprescindibili, a Pitti approda anche il progetto speciale che coinvolge una selezione di fashion designer e brand ucraini. Tra questi: T. Mosca, Katerina Kvit, The Coat, Poustovit, Ksenia Schneider, Bobkova e Litkovska, e le creazioni “arts & crafts” di Olk Manufacture e Gunia Project.

Future visioni: Pitti Immagine volge lo sguardo alla nuova generazione di creativi mettendo in relazione formazione e creatività

A pochi giorni dalla sua conclusione, Pitti Immagine si riconferma una vetrina di visibilità per gli studenti e un canale diretto per entrare in contatto con le realtà del sistema moda. 

La passione di chi aspira a fare della creatività il proprio mestiere ha avuto modo di emergere grazie alle innovative installazioni e alle iniziative in formula ibrida che hanno costellato la manifestazione.

La ripresa della moda passa da Pitti ed è così che il Polimoda apre le danze con un incontro, tenutosi presso la sede di Manifattura Tabacchi, dove PwC Italia e Fondazione Edison hanno analizzato le prospettive della ripresa economica italiana post-pandemia, focalizzandosi sul settore abbigliamento – moda e sulla forza della manifattura e dell’export dell’Italia.



Simultaneamente gli studenti dei corsi di Undergraduate in Fashion Art Direction, Undergraduate in Fashion Styling e Master in Fashion Trend Forecasting, sono stati i fautori presso la Fortezza da Basso, sede principale dell’evento, della visual experience realizzata per il designer, ex alunno, Domenico Orefice. Il neo laureato ha portato in scena gli elementi dell’abbigliamento tecnico ispirato agli sport in dialogo con l’eccellenza dell’alta sartoria campana, terra dove affonda le sue radici. 

I talenti di Polimoda

I Polimoda talents non smettono mai di stupire ed è sempre in calendario che abbiamo visto emergere l’estro di un’altra neo diplomata: Ilaria Bellomo. La Bellomo ha collaborato con l’artista siciliano Sasha Vinci installando i propri capi all’interno dell’opera INNER JARDIN NOIR, un giardino nero immerso in tempi e luoghi indefiniti dove gli abiti hanno preso vita e si sono raccontati. Sostenibili, perché alcuni di essi sono realizzati in tessuti naturali, e upcycled, grazie all’intersecarsi della materia con elementi di recupero vintage come abiti e ricami vittoriani. Un insieme di piccoli capolavori artigianali realizzati in Italia da sarti esperti con tecniche produttive che rispettano il tessuto e il nostro pianeta. 



Tutti i racconti esperienziali sono stati vissuti anche digitalmente grazie ai canali ufficiali social dell’Istituto (Instagram e TikTok) .

Istituto Modartech e il Collection Project

Sempre virtualmente ritroviamo la partecipazione di altri poli della formazione toscana. È  il caso dell’ Istituto Modartech, scuola di alta formazione di Pontedera che, grazie al progetto Collection Project, ha lanciato un e-shop sulla piattaforma dell’accademia per presentare la capsule collection ideata e prodotta  dai laureandi. 



Giovani che supportano i giovani, infatti il ricavato delle vendite alimenterà nuove borse di studio per accedere ai corsi di laurea triennale in Fashion Design e Communication Design.

Tutta digitale la preview del concept e di quella che sarà l’experience online, presentati in anteprima e realizzati a livello corale nel primo semestre del 2022, con focus sulla reinterpretazione del logo e dello spirito dell’Accademia. Pezzi unici, caratterizzati da alta artigianalità, qualità dei materiali, lavorazioni distintive e filiere a km zero tracciabili, che contraddistingueranno la produzione del distretto toscano del Made in Italy. 

Istituto Marangoni a Pitti Immagine

E per chiudere la presenza delle scuole al Pitti Immagine non poteva mancare l’Istituto Marangoni Firenze che ha dato vita, presso la Fortezza da Basso, ad un talk focalizzatosi sul tema della manifestazione: Reflections. Partendo dall’utilizzo dell’oggetto-specchio nel mondo della creatività, il dibattito ha indagato la relazione tra l’occhio e lo sguardo, tra il vedere e il comprendere, tra l’esteriorità e l’interiorità, ego e vanità, affrontando anche le tematiche del digital alter ego e del metaverso. 

Al tavolo tre protagonisti del panorama artistico internazionale che hanno scelto Istituto Marangoni Firenze per intraprendere un esclusivo percorso di Mentorship a fianco degli studenti per l’anno accademico 2021/2022: Paul Andrew, che ha fatto il suo ritorno a Firenze dopo essere stato alle redini di Salvatore Ferragamo come Creative Director; Sarah Coleman, artista newyorkese la cui chiave del lavoro è l’upcycling di accessori di lusso e Andy Picci, l’artista dietro la visual art più onirica di Instagram. 

In copertina l’installazione di Ilaria Bellomo, studentessa di Polimoda.

Highlights Pitti Uomo 97

L’appuntamento a Firenze dal 7 al 10 gennaio 2020 con Pitti Immagine Uomo riunisce gli attori più importanti dell’abbigliamento maschile e dello stile di vita contemporaneo. L’edizione invernale della fiera comprenderà progetti speciali dei brand di moda che si distinguono per la loro creatività e rispetto per la tradizione, sempre però con uno sguardo verso il futuro.

 

Tra gli eventi speciali di questa edizione troviamo: JIL SANDER, che è l’ospite designer di Pitti Uomo 97, con in mostra la nuova collezione uomo. STEFANO PILATI invece, con la sua etichetta indipendente “Identità casuali” ha oltre trent’anni di esperienza nel mondo della moda internazionale ed è considerato uno dei designer più influenti della sua generazione. TELFAR è il Progetto speciale con un evento dedicato in cui estetica, aspetto, identità e funzionalità si fondono insieme in un progetto unico. Ultimo ma non meno importante, i 75 anni di BRIONI, una delle case di lusso maschili più rinomate che verrà celebrato con un evento speciale.

BRIONI

Brioni è il primo marchio di moda maschile (e l’unico fino al 1965) a calcare la pedana della leggendaria Sala Bianca di Palazzo Pitti. E quella stessa Sala Bianca oggi celebra il passato e il presente di un pilastro della moda italiana assurto grazie alla sartoria industrializzata a marchio globale, con un’installazione-retrospettiva curata dal curatore francese Olivier Saillard. 

PAOLONI

P Paoloni Tecno Urban sono 6 stili in grado di mescolare tradizione e innovazione. Abbigliamento tecnico per uso quotidiano, con tessuti tecnici, ma anche casual e formali. Suite, capispalla e pantaloni pensati per un totale comfort ed eleganza senza limiti di occasione. Un mood minimal con un’estetica potenziata per prestazioni high-tech.

LUMBERJACK

Il fascino dell’eredità si fonde con quello dell’esperienza Thermore, azienda leader nello sviluppo di imbottiti sostenibili, per dare vita a due calzature ad alte prestazioni, flessibili e leggere per ogni passo. Tutto viene realizzato con stile e morbidezza, grazie al tocco del Lumberjack nabuk, in questi due bicolori per cavalcare l’ onda delle tendenze.

FALKE

Il marchio tedesco noto per la sua alta qualità nel legwear, calze e abbigliamento, celebrerà il suo 125 ° anniversario con una speciale presentazione a Pitti Uomo 97, onorando il suo patrimonio mentre guarda al futuro.

BGBL

Prodotto in Italia con una prospettiva economica circolare, BGBL conferma la sua vocazione urbana così come
torna a Pitti Uomo con una collaborazione speciale che utilizza gli scarti recuperati dai palloni delle squadre di basket per le sue creazioni. Partner del progetto è Da Move, la squadra italiana di freestyle nota per il suo spettacolare basket freestyle, spettacoli di calcio, bici e monociclo. Ora sono coinvolti in oltre mille spettacoli in più di quindici paesi in tutta Europa.

Re-HasH

Il marchio “Made in Italy” riconosciuto come uno dei principali attori in jeanswear, presenta la prima capsule
dedicata all’eco-sostenibilità e al denim per l’autunno-inverno 2020-21. Otto capi sono offerti in tre
diversi modelli – il RUBEN e HOPPER; cinque tasche in slim e vestibilità regolare e MUCHA; la versione chino ritagliata. Ognuna è la realizzazione di un attento studio progettuale che combina design esclusivi con la
migliore ricerca di materiali.

TAGLIATORE

Il marchio italiano affermato per la sua ricerca e materiali preziosi, modelli esclusivi e vestibilità perfette, presenterà la sua collezione a Pitti Immagine Uomo 97. Quest’anno Tagliatore si ispira agli anni ’80 e ’90: una collezione che si evolve ed esprime stesso attraverso una celebrazione di tessuti, forme e dettagli in pieno equilibrio tra tradizione e innovazione.

BLAUER

FGF Industry celebra il suo ventennale in collaborazione con Pitti Immagine Uomo, presentando una mostra immersiva del marchio Blauer presso la Dogana di Firenze. Un viaggio on the road negli Stati Uniti realizzato per Blauer dal fotografo britannico James Mollison: una narrazione visiva di paesaggi e personaggi autentici, attraverso un reale spaccato americano dei nostri tempi. La mostra sarà inaugurata martedì 7 gennaio e sarà aperta al pubblico da mercoledì 8 gennaio fino a venerdì 10 gennaio.

WOOLRICH

In occasione del 190 esimo anniversario del brand, Woolrich torna a Pitti Uomo 97 con “The Ultimate Woolrich Experience”, presso La Dogana di Firenze. Un’installazione su tre ambienti, un’esperienza unica e immersiva sull’universo multisfaccettato di Woolrich, nella quale verrà presentata per la prima volta la Woolrich Arctic Capsule, un tributo all’evoluzione dell’iconico Arctic Parka.

LUBELLO FIRENZE

Luca Lubello presenta il lancio della sua collezione di scarpe da uomo il marchio Lubello Firenze nel 2018. Dopo aver speso di più di 10 anni di attività, collaborando con alcuni di i nomi più rilevanti del settore calzaturiero, Lubello sentito il bisogno di creare il proprio marchio prendendo ispirazione dall’arte e dall’architettura, le sue passioni principali insieme a design. Voleva portare nella sua collezione lo stesso potere illuminante delle prime opere d’arte rinascimentali, introducendo design innovativi e ricchi accessori lavorare fianco a fianco con talentuosi artigiani toscani.

KWAY

In occasione di Pitti Uomo, mercoledì 8 gennaio, un evento dedicato a K-Way® e all’antipioggia per eccellenza entrato nei dizionari. Un viaggio nella storia del brand attraverso i suoi prodotti iconici, come chiave di lettura del presente e di accesso al futuro.

Foto di copertina: Oliver Spencer

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Pitti Highlights


Tagliatore, un mondo extralight
Tagliatore introduce per la stagione Spring Summer 2020 il suo concetto di extralight. Le giacche e il doppiopetto cambiano volto, non solo sfoderati e destrutturati ma anche versatili. Tocco fashion per un concept sartoriale, anche il gessato sceglie i track pants con coulisse.


L’Impermeabile punta sui suoi cavalli di battaglia

I trench militari Tony, Milton, Vasco; declinati nelle maniche a giro o nel britannico raglan, asciutti e genuini nei tessuti gabardina solaro, ma riscoperti nella nuova versione del watro: tela di cotone leggerissima, dall’inconfondibile trama in trasparenza dalla impermeabilizzazione cartacea e croccante. 


Cerruti veste gli esploratori eleganti
Attraverso sei esploratori del mondo contemporaneo, internazionali per il loro profilo, il Lanificio racconta cosa significa essere natural born elegant oggi. Il fil rouge del progetto sarà il tessuto iTravel che vestirà gli esploratori della modernità attraverso lo stile della sartoria Cad & The Dandy di Londra.


Pence 1979 e il connubio con la musica
Una capsule collection che nasce dalla passione per la musica dei Planet Funk da parte del direttore creativo Dora Zecchin. La collezione sarà presentata durante la 96esima edizione di Pitti Immagine Uomo e coincide anche con due anniversari importanti. Nel 2019 si celebrano infatti i 40 anni del brand Pence 1979 nonché il ventennale del gruppo Planet Funk. 

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ROMANZO BREVE: trent’anni di moda uomo a Pitti

Dall’11 al 14 giugno 2019 la Fondazione Pitti Immagine Discovery in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi mette in scena una mostra che racconta i trent’anni di moda uomo, dal 1989 a oggi, visti attraverso la lente di Pitti Uomo. L’esposizione, che sarà poi visitabile fino al 29 settembre, racconta la storia e l’evoluzione del menswear incrociando il ‘Made in Italy’ con i guest designer, i talenti della moda della scena contemporanea internazionale con le esperienze della grande imprenditoria dell’abbigliamento. Saranno in mostra i capi degli stilisti che hanno dato vita agli eventi speciali di Pitti dal 1989 al 2019, con un look della collezione presentata a Firenze, e quelli di una trentina di aziende che hanno rappresentato i punti di svolta del salone nello stesso periodo, per circa 150 brand.


La storia e l’evoluzione dell’abbigliamento maschile viene al contempo narrata da Olivier Saillard in un libro dal formato fuori scala, delicato e gigantesco, che si dispiegherà con poesia in tutte le sale del museo.  
Il testo sarà pubblicato e distribuito in tutto il mondo da Marsilio Editori e disegnato dallo Studio Lenthal, conterrà testi di Angelo Flaccavento, Antonio Mancinelli, Frédéric Martin-Bernard, Suzy Menkes, Serena Tibaldi, Olivier Saillard. Presenti inoltre le note critiche di Giorgia Cantarini e fotografie di Astra Marina Cabras.
Come riporta lo stesso Saillard: “Tanti degli uomini, ma anche delle donne, che hanno fatto della moda maschile un soggetto creativo sono passati da Firenze“. “In scenografie sempre diverse, classiche o audaci, mano nella mano con la città di Firenze e i suoi luoghi prestigiosi, i creatori hanno potuto immaginare le sfilate più folli al servizio delle loro collezioni“.
Un capitolo importante di questo Romanzo Breve è infine la costituzione di una vera e propria collezione di moda maschile: la Collezione di Moda Maschile della Fondazione Discovery, che sarà donata al Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti. 

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Sneakermania a Pitti: il debutto di P448

Pitti Uomo 96 è la piattaforma ideale per cogliere le tendenze delle prossime stagioni, un osservatorio privilegiato per il lifestyle maschile. In questo panorama non potevano mancare le sneaker, che da simbolo dello street style hanno conquistato tutti per la loro versatilità. Tra gli importanti debutti a Pitti Uomo della stagione è P448, brand italiano di sneakers – uomo, donna e bambino – che unisce tutte le sfumature dello streetwear nei suoi modelli, dall’hip-hop alle nuove espressioni metropolitane, con un twist inedito e attuale. I colori sono innovativi mentre i materiali sono selezionati e di qualità superiore. Questa caratteristica è il fiore all’occhiello del marchio, attento a combinare il made in Italy con un design decisamente moderno.

Una storia tutta italiana che nasce nel 2014 dall’eclettica sensibilità di Marco Samorè e Andrea Curti che produconola prima collezione il brand che da subito si inserisce nei punti vendita di riferimento del mercato italiano. L’anno successivo è invece dedicato alla conquista dell’Europa, con l’ingresso in nuovi mercati come Germania, Francia, Olanda, Belgio e Spagna per poi aprirsi anche a un’audience sempre più internazionale. Certamente originalità, qualità e riconoscibilità identificano il marchio caratterizzato dall’utilizzo di materiali e pellami ricercati.

E nell’ottica di questa espansione globale P448 presenta le novità per la stagione SS20 all’Urban Panorama (Costruzioni Lorenesi Spazi Esterni) a Pitti Uomo. I due modelli, Soho e John mantengono standard elevati in termini di estetica e piacevolezza al tatto. Soho, in pelle bianca o nera, si distingue per l’esclusiva suola personalizzata in gomma marmorizzata a contrasto verde e blu navy.

John invece, contemporanea e dinamica, presenta due nuove varianti. La prima conquista con la sua trama ipnotica realizzata in 100% pelle e caratterizzata dall’esclusivo pattern ispirato al mantello del boa nei toni del grigio. Si aggiunge ora la versione in pelle craccata nera su fondo a contrasto, punta in suede ton-sur-ton e dettagli neon. Le sorprese non finiscono qui. P448 progetta infine l’apertura di due monomarca, il primo a New York, entro il 2019, e il secondo a Milano, nel 2020, entrambi nei principali shopping district di riferimento, rispettivamente a Soho e nel Quadrilatero della Moda.

https://www.p448.com/

 

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Taste porta in tavola bacche, erbe e fiori

Week end dedicato al food italiano d’eccellenza quello che sta per cominciare a Firenze. Sabato, infatti, alla stazione Leopolda aprirà le porte la 13esima edizione di “Taste – In viaggio con le diversità del gusto”. Quest’anno il tema della manifestazione, che vede la partecipazione di 400 aziende, sarà il “foraging” ovvero la nuova tendenza culinaria che porta in cucina le piante selvatiche. Alghe, erbe, arbusti, licheni, semi, resine, radici, saranno i protagonisti di Ring, incontri con esperti del settore, moderati dal Gastronauta Davide Paolini, che si tengono all’interno del teatro dell’Opera, e di una serie di eventi curati da Pitti Immagine in collaborazione con Wood*ing, Wild Food Lab, il laboratorio di ricerca animato da Valeria Mosca. Il cibo selvatico è un’importante risorsa alimentare e culturale a impatto quasi nullo sul pianeta.
Tra gli eventi dedicati al tema il talk, condotto dalla forager & chef Valeria Mosca, con lo chef Roberto Flore del laboratorio di ricerca Nordic Food Lab di Copenhagen, “La Geografia del Foraging -Dalle Alpi alle coste italiane fino agli habitat del nord Europa. Perché raccogliere oggi? Secondo quali dinamiche è giusto farlo?”. Sabato 10 marzo, dalle 15 alle 17, le Serre Torrigiani ospiteranno invece Miniforaging: uno speciale workshop con merenda dedicato ai bambini dai 5 ai 10 anni, a cura di Wood*ing. Per tutta la durata della manifestazione, che si chiuderà lunedì 12 marzo, nel piazzale tra la Stazione Leopolda e il Teatro dell’Opera, si terrà “Storie di bosco”, la mostra-installazione di Dispensa  magazine.
Alla fine del tour di degustazioni è possibile acquistare i prodotti al Taste Shop in Piazzale Gae Aulenti. La scorsa edizione il negozio ha presentato 2.180 prodotti, 43.000 pezzi in catalogo, e sono stati oltre 20.200 i pezzi venduti.

Gli orari di apertura:
sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.30 e lunedì dalle 9.30 alle 16.30

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Il Bisonte guarda lontano, ma è fedele al suo territorio

Cover_Sofia Ciucchi_ad Il Bisonte 

Con Sofia Ciucchi un excursus nel mondo de, Il Bisonte. Dalla riattivazione stilistica alle aperture worldwide, dall’ideazione del km 30 all’Australia – passando per la ricchezza dell’heritage e per l’anti convenzionalità delle creazioni – l’AD dello storico brand toscano di pelletteria racconta il nuovo corso del marchio, ideato nel 1970 da Wanny Di Filippo (attuale presidente del consiglio di amministrazione), che, oggi come allora, parte dai dintorni di Pontassieve, per raggiungere l’altro capo del mondo.

Altro che grandi praterie nordamericane, Il Bisonte si muove circoscritto in un raggio di 30km, nei dintorni di Pontassieve. E non oltre. Infatti, per la storica label toscana di borse e di pelletteria è fondamentale mantenere intatto il know-how artigianale e ben salde le radici territoriali, pur guardando lontano: ai Paesi oltreoceano e anche al sud-est asiatico, ancora da esplorare con i suoi prodotti. Questa sostanziale filiera corta è stata protagonista di una video installazione, curata dallo story teller digitale Felice Limosani, nella nuova showroom di Palazzo Corsini, a Firenze, durante la recente edizione di Pitti Immagine Uomo. A raccontarla e a illustrare il futuro del marchio interprete della vacchetta conciata al vegetale, l’ad Sofia Ciucchi, che ha preso le redini de Il Bisonte dopo Wanny Di Filippo, cuore e anima del brand nato nel 1970.

Com’è nata questa idea del km 30?
È un po’ il racconto della marca attraverso la sua struttura e la filiera. Siamo partiti come in un gioco perché quando sono arrivata in azienda, vedendo i vari fornitori e cercando di capire la provenienza di ogni componente, ho scoperto, ogni volta, un piccolo paese nelle vicinanze di Pontassieve e quindi ridendo, ho detto che non stiamo lavorando a chilometro zero, ma a km30, ed è la verità. Anche con l’installazione nella nostra showroom, che abbiamo sviluppato assieme a Felice Limosani, dove abbiamo rappresentato una mappa – così come si fa con Google Maps – ci siamo divertiti a indicare i paesi da cui provengono i componenti principali delle borse e della piccola pelletteria. Effettivamente tutto si svolge nell’ambito di un territorio ben definito, della Val di Sieve, del Mugello, a Est di Firenze in cui, da sempre, la marca opera e produce. Solo il pellame d’elezione, che è la vacchetta conciata vegetale, viene da più lontano, da Santa Croce sull’Arno a 50km, ma è tutto prodotto in Toscana. Ci sembrava un racconto di particolare interesse oggi, non per celebrare l’immagine del prodotto toscano e della fiorentinità, ma per ribadire la sostanza vera di territorio, di valori, del saper fare e anche di un certo tipo di gusto e di stile. Questa specificità abbiamo voluto raccontarla, senza avere complessi, pensando che una realtà territoriale forte e con radici salde, anche in un distretto di provincia, non impedisce di arrivare all’altro capo del mondo con i suoi modelli, come fa Il Bisonte da quasi 50anni.

Qual è il Paese più lontano che raggiungete?
L’Australia, però quello più importante è il Giappone che, ormai da decenni, rappresenta la maggior parte del nostro fatturato. Lì abbiamo 38 negozi monomarca, gestiti da un distributore. Il Giappone apprezza questo tipo di prodotto, la sua storia, il fatto che invecchia bene, per la pelle con cui è fatto, sviluppando un rapporto molto personale con chi lo indossa. L’invecchiamento è diverso a seconda dell’uso che se ne fa, quindi anche la patina che viene sopra e anche l’abbronzatura dipende da quanta esposizione alla luce del sole e da quanto contatto con la pelle c’è stato.

Se dovesse dare un peso specifico all’heritage del marchio?
Trovo che avere una storia, un heritage e anche un fondatore che ancora vive nella marca – è il presidente del nostro consiglio d’amministrazione – coinvolto nelle attività d’immagine e di comunicazione, sia una ricchezza eccezionale. È quello che alla fine distingue il marchio, che esprime un punto di vista sullo stile e sulla vita. Stiamo lavorando per recuperare al massimo ed evolvere questo heritage.

Di che cosa Il Bisonte non può fare a meno?
Sicuramente della vacchetta; poi non può fare a meno del livello speciale di artigianalità che solo un made in Italy può dare. E di uno spirito anti convenzionale che fa la differenza tra noi e i competitor di pelletteria toscana.

Cinque cose che Il Bisonte garantisce?
Personalità, unicità del prodotto, grande qualità, valore. Nel rapporto con il prezzo credo che diamo una qualità abbastanza unica. E poi il calore. Sono un prodotto e un marchio molto personali.

Cosa state preparando per il futuro?
Stiamo lavorando sia sul prodotto e sia sulla marca. C’è una riattivazione da un punto di vista stilistico e anche di marketing e comunicazione, inoltre stiamo operando attivamente sulla parte distributiva. Il prossimo step importante è il ritorno a Parigi. Per noi il mercato francese è sempre stato una piazza d’elezione. Abbiamo due piccole boutique che stiamo ristrutturando e, alla fine di gennaio, apriremo un pop up che rimarrà on stage fino a giugno, in zona Rue du Faubourg Saint-Honoré, dove l’idea è di rappresentare la marca con il suo heritage, ma anche con il suo spirito un po’ scanzonato.

Quanti negozi monomarca ci sono nel mondo?
Quelli gestiti direttamente sono gli europei. Ad oggi sono sette, ma sono destinati a diventare otto con quello di Parigi e stiamo lavorando su altri progetti di rafforzamento su Londra e un’altra piazza europea. Sono due a Roma, due a Parigi, uno a Londra, quello storico di Firenze e uno di recente apertura a Milano in via Santo Spirito, che rappresenta il nuovo concept de Il Bisonte, con un mix di elementi vintage e iconici e con un’interpretazione un po’ più nuova. In termini di monomarca indiretti ne abbiamo altri 50, 38 in Giappone e altri 12 nel resto dell’Asia, tra Hong Kong, Indonesia, Taiwan e Corea.

E il mercato americano?
È stato estremamente importante fino a qualche decennio fa e ritengo che sia abbastanza in linea con il nostro gusto. Ci crediamo molto e stiamo cercando di farlo ripartire con slancio. Per ora siamo presenti soltanto con una distribuzione multimarca; abbiamo iniziato a luglio una collaborazione con una showroom a New York e stiamo ipotizzando l’apertura di un paio di punti vendita diretti.

Dove?
Costa Est e Costa Ovest. Tra l’altro il marchio è particolarmente amato in California quindi, al di là di New York, l’idea è di avere un punto vendita proprio lì.

Come si è chiuso il fatturato del 2017?
Un po’ sopra i 27 milioni, con una crescita di quasi il 30% e stiamo affrontando il 2018 con obiettivi analoghi. Vogliamo mantenerci su questo tipo di sviluppo, sfruttando anche un’espansione di perimetro che per il marchio è ancora possibile fare. Abbiamo molte opportunità nel sud-est asiatico ancora da esplorare e non siamo presenti in Cina. Inoltre, l’America è sicuramente il mercato nel quale provare a crescere.

Chi è il vostro cliente tipo?
È difficile da definire in termini di fascia d’età e di reddito. Direi che si caratterizza più per un certo stile. Abbiamo dei Paesi come il Giappone dove il nostro cliente è giovanissimo, dai 20 ai 35 anni, invece nei mercati europeo e statunitense è più maturo. Quello che collega tutti è l’occhio un po’ sportivo, però che sa apprezzare il prodotto bello e ben fatto. Sono persone che non gradiscono le metallerie troppo evidenti e a cui piace distinguersi dal gusto di massa.

C’è una frase per identificare il marchio?
Ne cito due che sono di Wanny (Di Filippo, il fondatore, ndr.) e che sono strepitose. Il motto della sua partenza è stato: “Se lo posso disegnare, lo posso anche realizzare”. L’altro è, “libertà, amici, salute”, alla fine sono i valori forti e veri di un marchio vicino alla vita delle persone.

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Nuova vita per il Palazzo Gucci di Firenze

Con la proiezione di un gigantesco occhio sulla facciata dello storico Palazzo della Mercanzia si è inaugurato a Firenze Gucci Garden. Progettato dal direttore creativo della maison, Alessandro Michele, nelle sale del Gucci Garden si può ripercorrere la storia della griffe dalle sue origini nel 1921 fino a oggi. «Il giardino è reale – spiega Alessandro Michele – ma appartiene soprattutto alla sfera dell’immaginario, popolato com’è di piante e animali; come il serpente, che si insinua dappertutto e che, in un certo senso, simbolizza un perpetuo inizio e un perpetuo ritorno».

Su due piani sarà raccontata la storia della maison tramite abbigliamento, accessori, installazioni video, elaborazioni grafiche, documenti e manufatti organizzati per aree tematiche. Oggetti contemporanei sono accostati ad articoli vintage mentre amici della Maison, quali gli artisti Jayde Fish, Trevor Andrew (noto anche con lo pseudonimo GucciGhost) e Coco Capitán sono stati chiamati a decorare le pareti, e i loro lavori figurano fianco a fianco con le carte da parati Gucci in tessuto stampato e un gigantesco ritratto a olio del XIX secolo, Fantino con bambina, di Domenico Induno.

Al piano terra del Palazzo ci sarà l’Osteria Gucci, realizzata insieme a Massimo Bottura, tristellato chef dell’Osteria Francescana di Modena oltre che ai primi posti delle classifiche San Pellegrino ed Espresso. Partendo dalla tradizione gastronomica italiana, lo chef ha elaborato un menù che, come un taccuino di viaggio, riporta i sapori che Bottura ha raccolto in giro per il mondo. Nei piatti dell’Osteria Gucci la palamita (pesce azzurro del Mediterraneo) è arricchita con tostadas messicane (sfoglie di mais), l’hot dog racchiude la Chianina e le melanzane fritte si tuffano nella salsa thai piccante.

Di fianco all’Osteria c’è uno spazio di vendita diviso in due grandi stanze dove sarà possibile trovare articoli disegnati esclusivamente per il Gucci Garden. Gli articoli includono calzature e borse in materiali speciali, gonne e cappotti in broccato, e numerose creazioni uniche, come il bomber in seta con scritte nei caratteri gotici del Gucci Garden. La seconda sala è dedicata agli accessori, alle pubblicazioni, ed è arricchita da numerosi oggetti da esposizione appositamente creati, quali teste di manichino in legno dipinto, riproduzioni di busti femminili in stile modernista, mani e piedi decorati in legno, appendiabiti in ottone decorativo e scatole a scomparti rivestite nei classici tessuti stampati Gucci. Qui si trovano anche articoli da regalo, cancelleria, cartoline, fiammiferi, borse di tela, carillon, piantine di Firenze e scatole rivestite in stampati decorativi.

Al primo piano ci sono le sale intitolate De Rerum Natura dove si possono vedere la passione di Gucci per la flora e la fauna espressa attraverso capi d’abbigliamento vintage e contemporanei, statuette di animali in argento prodotte dalla maison negli anni ’50, e materiale grafico originale di Vittorio Accornero, al quale era stato affidato il compito di creare lo stampato Gucci Flora nel 1966. Sempre al primo piano trovano posto Ephemera (percorso attraverso le tappe storiche del brand con documenti, video, memorabilia), Guccification (rassegna dei numerosi modi in cui il classico logo è stato trasformato da vari artisti), Paraphernalia (dedicata alle famose icone del marchio), Cosmorama (spazio dedicato a borse, valigie e articoli da viaggio) e un piccolo cinema auditorium per trenta persone nel quale gli spettatori possono assistere a film sperimentali.

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GOLDEN GOOSE DELUXE BRAND SBARCA A PITTI

Golden Goose Deluxe Brand è “approdato” alla Stazione Leopolda di Firenze per festeggiare il 10° Anniversario dell’iconica sneaker Superstar.
Il brand Made in Venice, Special Guest della 91° edizione di Pitti Immagine Uomo, ha creato un allestimento carico di energia ed emozione, trasformando la Stazione Leopolda in un palcoscenico ad alto tasso di energia per il lancio dell’esclusiva capsule collection 10th Anniversary Edition che celebra la sneaker Superstar mostrando una variante deluxe disponibile in soli 1.000 esemplari destinati ai clienti storici che hanno creduto e sostenuto il progetto fin dall’inizio.
La capsule collection include anche altri capi come la biker jacket, felpa, le t-shirt, l’accappatoio e la Landed Edition, declinata nei 7 modelli principali di sneakers GGDB.

www.goldengoosedeluxebrand.com

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“SO”: IED HA CELEBRATO 50 ANNI IN OCCASIONE DELLA 90°ESIMA EDIZIONE DI PITTI UOMO

Nove sedi, tra Italia e Spagna, per un totale di 8.900 studenti: l’Istituto Europeo di Design  ha festeggiato 50 anni di attività in via Bufalini (Firenze) in occasione della 90esima edizione di Pitti Uomo dal 13 al 17 giugno, con una variegata serie di iniziative  e proposte realizzate dagli studenti- designer under 30. I tre giorni di eventi dal titolo SO hanno inaugurato 50 opere visual, made by 50 talenti IED, 50 modi di esprimere la creatività, un viaggio unico e irripetibile tra arte, design, musica e produzione artistica nel segno del numero 50.

Tra i fiori all’occhiello degli eventi IED va menzionata la sinergia con Scrambler Ducati: un’esposizione di caschi, t-shirt, selle e serbatoi, 20 accessori firmati dal celebre marchio motociclistico italiano, rivisti e rielaborati dagli studenti di 9 diverse sedi dell’istituto.

Inoltre, la celebre azienda di bors Bric’s è stata protagonista di un workshop in cui 25 studenti guidati dal designer Moreno Ferrari hanno lavorato allo sviluppo di un concept di prodotto di pelletteria che definisca possibili nuove linee di sviluppo stilistico per il brand stesso.

Nei locali dello IED si è tenuta anche la mostra “50/30”, capsule di cravatte, pochette e sciarpe a cura dell’azienda Silvio Fiorello e degli studenti del primo anno del corso di Fashion & Textile Design dell’Accademia di Belle Arti Aldo Galli IED Como, realizzata per celebrare i trent’anni del Cravattificio siciliano. Oltre alle cravatte e pochette ispirate, sono stati interpretati i trend più attuali: dall’esotico Slow china al contemporaneo Young elegance.