Dalla Costiera Amalfitana al golfo di Napoli: weekend escape 100% italiano

Vacanza italiana? Se amate il mare, la cucina e l’Italia, la Costiera Amalfitana e il golfo di Napoli sono la meta ideale per le vostre vacanze estive. In pochi giorni, sarà possibile visitare luoghi magici, invidiati da tutto il mondo, ricchi di storia e protetti in quanto patrimonio dell’umanità: vi regaleranno scorci ed emozioni  indimenticabili.

Viaggio nella “Divina Costiera”

Costiera Amalfitana resort
Il resort La Torre della Limonaia, a Maiori (ph. Anselmo Prestini)
Costiera Amalfitana hotel sul mare
La Torre della Limonaia (ph. Anselmo Prestini)

Il viaggio inizia nel cuore della Costiera Amalfitana, a Maiori, dove si trova La Torre della Limonaia, tenuta sospesa nel tuffo tra cielo e mare. Il profumo agrumato delle foglie del limone si mischia a quello delle onde.
La struttura a picco sul Tirreno è caratterizzata da infiniti alberi di limoni. Troverete intimità, lusso e un’eleganza senza tempo, come se l’orologio si fosse fermato diversi anni fa. Il soggiorno nelle ville è un’esperienza da assaporare in ogni sua forma: a bordo piscina ci si potrà perdere nella musica di un concerto sulla scogliera e godere a pieno  il gusto della migliore cucina mediterranea.
Inoltre, gli amanti degli animali saranno felici di scoprire che la struttura ha una  fattoria: non sarà quindi difficile incontrare asini, cavalli, pecore e galline.

Costiera Amalfitana torre limonaia
La colazione a La Torre della Limonaia (ph. Anselmo Prestini)

Napoli e Capri, fra tradizioni millenarie, meraviglie artistiche e culturali, glamour

A solo mezz’ora di distanza, il viaggio continua verso Napoli, città famosa per il suo folclore e dalle millenarie tradizioni; affacciata sul mare, vanta un patrimonio storico, culturale e artistico meraviglioso. Da non perdere la visita a “Napoli sotterranea”, un’area che si trova nel sottosuolo e descrive la storia della città partenopea.

Capri vista faraglioni
I faraglioni di Capri (ph. Anselmo Prestini)

Dopo mezza giornata alla scoperta del capoluogo campano, si consiglia di prendere il traghetto per raggiungere, in mezz’ora, Capri. La “regina di roccia” da sempre è rinomata per il turismo glamour e d’élite. Potreste isolarvi assaporando i suoi faraglioni a picco e scoscesi, ma più probabilmente potreste incontrare celebrità di fama mondiale che vi si recano ogni anno. A Capri, infatti, hanno luogo feste esclusive celebrate sull’isola. Trascorrere una notte qui vale davvero la pena, per poi esplorare di giorno esplorare la Grotta Azzurra: i tradizionali gozzi a remi vi faranno immergere nel blu delle acque capresi. Basterà tuffarsi per ritrovarsi immersi in un vero e proprio antro dall’acqua blu cobalto, ricca di pesci coloratissimi.

Ischia, relax e benessere in un’isola immersa nella natura

Per concludere il weekend, non può mancare nell’itinerario in un’isola vicina a Capri, più rurale e tranquilla, ma sempre con molto da offrire: Ischia. Parliamo di un luogo di pace immerso nella natura. Vi si possono trovare antiche sorgenti termali e vasche naturali che sgorgano direttamente dalla spiaggia, dove le acque marine si mescolano a quelle delle terme. Per i più sportivi, è vivamente consigliata una passeggiata di trekking sui monti dell’isola vulcanica, con la possibilità d’imbattersi in getti di vapore sulfureo. Se amate la natura e camminare all’aria aperta, lasciatevi conquistare dai profumi di gelsomino e ginestra che pervadono Ischia. Profumi floreali, bagni termali, mare, colori accesi, arte… Tutto all’ insegna del benessere.

Costiera Amalfitana tramonti
Ph. Anselmo Prestini

Costiera Amalfitana tramonti
Ph. Anselmo Prestini

Per tutte le foto, credits Anselmo Prestini

Nell’immagine in apertura, vista notturna della Penisola Sorrentina

A Forte dei Marmi inaugura Madeo, più che un ristorante, uno stile di vita

Riapre rinnovato nel design e con una nuova formula di intrattenimento lo storico ristorante Madeo al Forte, uno dei salotti più rinomati della prestigiosa località toscana, frequentato negli anni d’oro della Dolce vita dalla famiglia Agnelli, dai Moratti e dal jet set internazionale. Rilevato da Blue Water Group, società di consulting internazionale attiva nel settore nautico, il nuovo locale di tendenza della Versilia, facilmente raggiungibile dal centro di Forte dei Marmi e dotato di ampio parcheggio interno, è un luogo di ritrovo per una clientela sofisticata e attenta al dettaglio.

Madeo al Forte
La sala interna del Madeo al Forte

Cucina di qualità, musica, arte e intrattenimento nel cuore della Versilia

“Mancava in Versilia un locale che proponesse anche dinner show in stile Saint-Tropez e Lío di Ibiza. Madeo al Forte – raccontano i nuovi investitori – affianca alla cucina tradizionale di pesce d’alta qualità, presentata in due ambienti dallo stile diverso (teatro all’aperto e locale al chiuso), arte, musica dal vivo e intrattenimento, con 14 artisti di fama internazionale che hanno collaborato con il Moulin Rouge, Le Lido e Paradiso Latino di Parigi. Ogni sera dal 1 luglio i nostri clienti rimarranno stupiti dalle acrobazie e dagli spettacoli in programma che accompagneranno la cena dalle ore 22”.

Madeo al Forte ristorante
Un particolare del ristorante

Le proposte culinarie di Madeo al Forte, tradizione mediterranea in chiave contemporanea

La cucina di mare, che reinterpreta in chiave contemporanea la tradizione mediterranea, gioca sulla seduzione della semplicità e sulla riconoscibilità del gusto; si avvale infatti della consulenza di Franco Bloisi, chef di grande esperienza e sensibilità.

La stagione del locale inaugura con gli imperdibili antipasti, tra cui il “Crudo Imperiale” (tartare di pesce bianco e tonno, gambero rosso, scampi, ostriche); quindi i primi con pasta fatta in casa come “Le Chicche della Nonna Madeo” (con crostacei, pecorino romano, datterini, basilico) seguiti da secondi scenografici nella presentazione ed equilibrati nel gusto, ad esempio la “Gran Catalana Madeo” (astice, scampi, mazzancolle, verdure croccanti e citronette). Classici e imperdibili le proposte dei dolci, su tutti il tiramisù scomposto, preparato sul momento dal personale di sala.

Il décor d’ispirazione nautica

Madeo al Forte cucina

L’ambiento interno è contraddistinto da un’eleganza sobria, discreta: il décor omaggia i leggendari Riva, Stradivari delle barche col loro primato di stile e bellezza. Immancabile, poi, il legno pregiato che sposa armoniosamente la raffinata mise en place dominata dal tovagliato bianco, col blu di Prussia che caratterizza le sedute.

Madeo al Forte bar
Un cocktail servito al bar del Madeo

Nel teatro esterno, incastonato in un curato giardino di piante e fiori, domina il rosso delle quinte, il palcoscenico ad angolo – delimitato da luci d’atmosfera- e il disegno originale delle sedute.
Grandi classici della mixology e un coinvolgente pianobar sotto le stelle, infine, renderanno le serate di Madeo al Forte davvero indimenticabili.

Madeo al Forte

Via G.B. Vico 75 – 55042 Forte dei Marmi (LU)

Telefono:  375 731 2555 

Orari: ristorante à la carte ore 19:30 – 23:30

Nell’immagine in apertura, gli ambienti interni del ristorante

NH Collection Milano Porta Nuova, place to be dell’hotellerie milanese

NH Collection Milano Porta Nuova, il nuovo indirizzo milanese della catena

La vivace scena dell’hotellerie milanese si arricchisce di una new entry, che si candida a diventare la meta elettiva cui rivolgersi per scoprire le mille sfaccettature del capoluogo lombardo, metropoli cosmopolita e camaleontica, costantemente in fieri, da vivere – e apprezzare – in ogni suo angolo. Il risultato della trasformazione dell’hotel 4 stelle NH Milano Grand Hotel Verdi è, infatti, il NH Collection Porta Nuova, nel cuore dell’omonimo quartiere, cuore finanziario della città. Nell’ultimo arrivato della prestigiosa catena alberghiera, sofisticatezza ed esclusività della location si fondono armoniosamente, esaltandone il carattere urban-chic.

NH hotel Collection Milano Porta Nuova
La facciata dell’hotel

Tra i punti di forza dell’hotel c’è sicuramente la posizione privilegiata, attigua ai numerosi ristoranti e locali à la page della zona. Gli ospiti possono raggiungere comodamente Brera (fiore all’occhiello meneghino, con le sue viette acciottolate e l’atmosfera bohémien ) e Corso Como. La vista su piazza Gae Aulenti, emblema della Milano contemporanea, di cui rappresenta plasticamente lo slancio, la proiezione al futuro, è a dir poco suggestiva, permettendo di abbracciare con lo sguardo lo skyline dominato dai grattacieli, tra cui svetta, coi suoi 231 metri, l’Unicredit Tower.

Comfort e cura meticolosa dei dettagli nelle 100 camere dell’hotel

La succitata visione panoramica sulla città è possibile grazie a una struttura sviluppata su otto piani. Le 100 camere totali dell’hotel si distinguono per ariosità e ampiezza degli spazi, le cui dimensioni variano dai 36 mq delle superior agli oltre 70 delle magnifiche suite, in cui un’inconfondibile tonalità di rosso (firma visiva del brand NH Collection) si amalgama con le nuance grigie, verdi e oro degli arredi, creando un’atmosfera unica, raffinata.
Oltre al Wi-Fi e alle amenities in ogni stanza, gli ospiti hanno a disposizione un fitness corner perfetto per ritemprare corpo e spirito.

NH Collection Milano Porta Nuova novità
NH Collection Milano Porta Nuova

NH Collection Milano Porta Nuova camere
Una camera dell’albergo

Le proposte gourmet del NH Collection Milano Porta Nuova

La nuova proposta ristorativa dell’albergo è targata Artusia, divisione del Gruppo Elior specializzata nella gestione del food & beverage per l’hotellerie, che ha inaugurato Timo Bistrot. Si tratta di un ristorante la cui offerta è incardinata sulle erbe aromatiche, filo conduttore di piatti che rimandano immediatamente alla migliore tradizione italiana e mediterranea.
Il bistrot è stato concepito per soddisfare il palato con portate di qualità, in ogni momento, dalla pausa pranzo all’aperitivo post lavoro, accompagnato dagli esclusivi Timo Cocktails, alle cene all’insegna del benessere.

Timo Bistrot, cucina centrata sulle erbe aromatiche

Il menù del pranzo offre quattro combinazioni, si può inoltre ordinare alla carta, naturalmente, scegliendo tra una ricca varietà di insalate, tra cui la rivisitazione della classica Caesar salad con dressing al parmigiano ed erbe aromatiche, ribattezzata Caesar del Timo. A disposizione della clientela, poi, aggiunte di proteine animali (ad esempio mozzarella di bufala o salmone) e dressing e condimenti a scelta nel buffet.

Timo Bistrot
Timo Bistrot

Nella carta spiccano i burger in versione vegan, a base di spinaci e verdure, alternativa ai classici di fassona. E ancora, un’ampia scelta di primi e secondi della tradizione: si può spaziare tra bigoli con ragù estemporaneo (ragù di funghi, mandorle e maggiorana), calamarata alla sorrentina, tagliata di pollo con erbe mediterranee, salmone in crosta di pane, la caprese del Timo (a base di mozzarella di bufala, ciuffi di pomodoro cuore di bue e olio al timo). In chiusura i dessert, golosità assortite che comprendono la tagliata di frutta e sciroppo al basilico, il fondente al cioccolato con crema di fragole al Campari e noci sablé, la tropicale con ananas marinato alle spezie e timo, l’immancabile tiramisù, con salsa in estrazione di caffè.

NH Collection Milano Porta Nuova camere
Gli ambienti del NH Collection Milano Porta Nuova

NH Collection Milano Porta Nuova

Via Melchiorre Gioia, 6 20124 Milano – Italia

T: +39 02 62371

La Rotonda Bistrò. A tavola la firma dello chef-star Tommaso Arrigoni

Il suggestivo porticato coperto illumina con la sua luce ambrata le serate estive del capoluogo lombardo, circondando i 12 mila metri quadrati di giardino della rinnovata location che ospita la Rotonda Bistrot con una proposta culinaria “fatta di piatti e gusti semplici, ma eseguiti con tecniche innovative” – così descrive il suo menù lo chef stellato Tommaso Arrigoni, la cui selezione è accompagnata dai cocktail ideati da 1930 SpeakEasy di Fabio “Benjamin” Cavagna.

La magia di un luogo che trova la sua ragion d’essere nel rispetto e la valorizzazione per l’origine della struttura: l’ex Chiesa di San Michele ai Nuovi Sepolcri – grazie al lavoro dello studio OBR che ha pensato un sofisticato design di arredo, essenziale e ispirato proprio alla cultura monacale: è qui che moderni tavoli fratini e una lunga panca dialogano con la pavimentazione in cotto. «Quando Rotonda Bistrò ha preso forma, da subito ci siamo posti il problema del rispetto di questi spazi. Infatti, abbiamo scelto di affidare alla matita dello studio OBR, del duo Palo Brescia e Tommaso Principi, la realizzazione del progetto architettonico. Ogni nostra azione è dettata dalla scelta di rispettare la Rotonda della Besana e aggiungere opportunità qualitative allo stile di vita che si può assaporare qui», racconta Pasquale Formisano, fondatore e project manager di Rotonda Bistrò.

Rotonda Bistro Milano
La Rotonda Bistrò in notturna

Dal concept alla cucina, un percorso che celebra l’autenticità

Si aggiunge, così, al MUBA – Museo dei bambini, caposaldo della tradizione formativo-educativa della Rotonda Bistrò, un nuovo concept che parte dalla condivisione di uno spazio incantevole, in cui l’interno dell’architettura tardo barocca si sposa con l’accogliente giardino esterno protetto dal suo colonnato, in cui il “menù educativo” dello chef Arrigoni fa da fil rouge a un’estetica del buon gusto che esalta l’eccellenza della cucina italiana.

la Rotonda Bistrò Milano
Il bar di Rotonda Bistrò

Ingredienti di altissima qualità e provenienza certificata come salumi D.O.P. e IGP, primi piatti interregionali rieditati in chiave contemporanea, come gli gnocchetti di patate con sugo di crostacei e topinambur, le uova CBT servite in graziose ceramiche che ne ricordano la forma, in tre sfiziose varianti: dalla spuma di piselli, fave e katsuobushi, alla fonduta di grana padano e carciofi arrosto o alla spuma di patata tartufata e crostone di polenta. La guancetta di maiale confit con riduzione di carne su purea di sedano rapa e, se non lo avete ancora provato, val la pena di tornare per l’hamburger di manzetta Prussiana JDC.
Una proposta pensata per tutta la famiglia, con le mezze porzioni dedicate ai più piccoli che sono pronti ad avvicinarsi al gusto della buona tavola.

Grandi classici rivisitati da un vero filosofo della miscelazione, Benjamin Cavagna di 1930, che si dedica ai cocktail and spirits addicted che possono gustarsi delle originali varianti dell’Americano con un flavour mix d’autore, come l’Americano della Besana, il Paloma Negra, o il Negroni in Vigna, vero fiore all’occhiello di questa esclusiva drink list.

Il “nuovo” Grand Hotel et Des Palmes

Il primo giugno 2021 il Grand Hotel et Des Palmes di Palermo, dopo un incredibile restauro a 360 gradi, ha riaperto le sue porte ai clienti.

Storia dell’hotel e primi interventi

Fondato nel 1874 da Enrico Ragusa, figlio dell’imprenditore alberghiero Salvatore, è uno degli hotel palermitani più importanti della città. Enrico acquista nel 1874 la storica residenza di Benjamin Ingham dalla vedova Emily; un palazzo ubicato presso gli Orti Carella, che trasforma in quello che diventa il “Grande Albergo di Palermo“, inaugurato il primo ottobre 1877. Considerato già fra gli alberghi di lusso del capoluogo siciliano, nel 1881 ospita anche l’illustre compositore Richard Wagner e la moglie, offrendo loro la suite presidenziale al primo piano, che ora è così nominata in onore del musicista.

Grand Hotel Palermo suites
La Suite Wagner dell’hotel

Tra il 1907 e gli anni Venti, l’edificio subisce una grande ristrutturazione affidata a Ernesto Basile, figlio dell’architetto Giovan Battista Filippo, due figure che hanno dato vita al Teatro Massimo, l’opera più importante della Palermo ottocentesca. Il lavoro di Basile è stato quello di rimodernare il vecchio hotel seguendo i nuovi canoni dell’architettura alberghiera internazionale, portandolo a rinascere come simbolo della Belle Époque.
Con il tempo, la struttura è stata sottoposta ad altri cambiamenti, tra cui la rimozione del famoso “giardino d’inverno”. I lavori ricominciarono dopo la Seconda guerra mondiale con le rimodernazioni dei saloni storici al primo e secondo piano.

grand hotel Palermo storia
I saloni del Grand Hotel et Des Palmes

L’ultimo rinnovamento

Con lo scoppio della pandemia, sono stati avviati gli ultimi restauri, durati due anni e basati sulla visione di Ernesto Basile di integrare il palazzo originario senza perdere di vista l’essenza degli spazi. Il restauro ha riproposto il carattere domestico della residenza Ingham tramite i vari progetti di recupero delle decorazioni e dei materiali originali.

grand hotel Palermo Gregorietti
La hall con gli affreschi di Salvatore Gregorietti

I lavori hanno compreso la ricostruzione dello storico “giardino d’inverno”, la rivitalizzazione delle superfici decorative e la lucidazione della pavimentazione originale in marmo, inoltre saloni e lounge comuni sono state arredate con i mobili storici della residenza.

grand hotel Palermo bistrot
Il NeoBistrot del Grand Hotel

Nuovi servizi

Sono stati aggiunti nuovi servizi tra cui una suggestiva SPA, completa di piscina e percorso rigenerante, e un ristorante e sushi bar nella storica terrazza al quinto piano, mentre in quello che un tempo era il Salone delle Feste sorge oggi il NeoBistrot con all’interno un imponente bar, sontuoso e suggestivo, aperto sia agli ospiti dell’hotel che agli esterni.
Il Grand Hotel et Des Palmes rappresenta un emblema di equilibrio fra estetica e funzionalità, in dialogo con la storia, il design e l’innovazione.

Nell’immagine in apertura, la facciata del Grand Hotel et Des Palmes di Palermo

4 giorni a Los Angeles: cosa visitare nella città più glamour d’America

Colorata, multietnica, internazionale, da sempre Los Angeles è una delle mete più ambite dai giovani di tutto il mondo: tramonti dorati sulle spiagge di Malibù, strade circondate da palme, parchi divertimento, negozi tipici. Non a caso L. A. si pone come “la” città per eccellenza della California; a seguire una mini-guida turistica per scoprire i must della metropoli sulla West Coast in soli quattro giorni.

Los Angeles vista
Vista notturna di Los Angeles
los angeles vista dall'alto
Una veduta di L. A.
Los Angeles vita notturna
La nightlife della città

Beverly Hills

Uno dei quartieri più famosi, ricchi e conosciuti grazie alle pellicole cinematografiche è sicuramente Beverly Hills: una micro-cittadina situata ai piedi delle colline di Hollywood, caratterizzata da un’infinità di casette a schiera tutte simili tra loro, realizzate negli anni Novanta, che ancora oggi mantengono intatto il fascino hollywoodiano. Passeggiare tra le vie di Beverly Hills sarà come immergersi in un vero set cinematografico: non è raro incontrare le grandi star della televisione, o ritrovarsi nel bel mezzo delle riprese di un film. La zona è definita da un’impeccabile precisione americana: le vie sono pulite in maniera quasi maniacale e le villette sembrano essere costruite tutte con lo stesso stampo.
La via principale del quartiere, Rodeo Drive, può offrire una mezza giornata di shopping sfrenato: tra i tanti marchi troviamo Dior, Chanel, Louis Vuitton e Gucci. Particolare attenzione nel quartiere è data alla sostenibilità: il lusso convive con una green attitude orientata a evitare inutili sprechi e a lasciare che il verde sia il vero protagonista; è il caso ad esempio di Aramini Home, un insieme di costruzioni situate a Rodeo Drive, studiate nel dettaglio per un concept living sostenibile a 360 gradi, come le finestre a chiusura ermetica per mantenere fresca la casa quando fa caldo.

Los Angeles colline
Le colline di Los Angeles al tramonto
Los Angeles colline
Le colline di Los Angeles al tramonto
Los Angeles ville
Ville sulle colline di L. A.

Malibù Beach

A solo mezz’ora di macchina da Downtown si possono raggiungere le famose spiagge di Malibù, conosciute in tutto il mondo anche grazie alle scene più emozionanti e romantiche delle serie televisive. Peculiarità di questo versante della costa californiana sono i lidi con maestosi scogli lisci e alte scogliere che si affacciano a picco sul mare. Numerosi surfisti si recano nelle baie di Malibù per cavalcare le onde dall’alba al tramonto.
Tra i momenti più attesi le golden hours: il sole tramonta fondendosi con l’oceano e vi regalerà le classiche e calde sfumature californiane. I più fortunati potranno anche godere della piacevole vista di foche e pellicani, soprattutto in primavera e autunno quando, spinti dalla ricerca di aringhe, raggiungono la terraferma e potete constatare che, nel corso degli anni, si sono abituati alla presenza dell’uomo. La più famosa attrazione turistica dell’area è il Pier Lagoon State Beach, lo storico ponte californiano dove i pescatori locali passano ore in cerca di fortuna.

Los Angeles Malibu beach
Golden hour a Malibù
Los Angeles palme
Il cielo rosato e le palme di L. A.
Los Angeles oceano
L’oceano dalla spiaggia di Malibù

West Hollywood

Uno dei quartieri più famosi è quello di West Hollywood, situato tra Beverly Hills e Downtown. Il comprensorio è conosciuto per la vita notturna: se cercate svago e divertimento è sicuramente la zona più ricca di bar, discoteche e ristoranti. Negli ultimi anni, il quartiere è diventato una vera e propria icona per l’inclusività della metropoli, simbolo di uguaglianza sociale e affermazione della propria identità senza paura dei pregiudizi. Melrose Avenue è la via principale, diventata famosa in tutto il mondo per i murales colorati, instagrammati sui vari social. Potrete notare un’immensa presenza di arbusti che rendono la zona sempre più verde e sostenibile.

Los Angeles Paul Smith
Lo store di Paul Smith su Melrose Avenue
Los Angeles murales
Murales a West Hollywood
Los Angeles green
Il verde a L. A.

A proposito di sostenibilità, 1 Hotel West Hollywood ha una green attitude in quanto è realizzato con materiali riciclati. Appena entrati nelle reception, troverete ad accogliervi degli alberi che vi faranno sentire immersi in una radura naturale.
La struttura si trova ai piedi delle colline hollywoodiane e, al tramonto, la vista è impagabile: si domina tutta la città. Proprio dall’hotel, si può raggiungere l’insegna più famosa della California, l’Hollywood Sign. Ci sono due percorsi possibili: uno per i principianti e l’altro per i più sportivi ed avventurieri, rispettivamente della durata di 15 minuti e 3 ore e mezza. Raggiunta la meta, il panorama è fantastico, si aspetta che il sole cali dietro le colline e illumini per l’ultima volta Los Angeles.

1 Hotel West Hollywood rooms
La vista da una camera dell’1 Hotel West Hollywood
1 hotel West Hollywood pool
La piscina dell’hotel
1 Hotel West Hollywood pool
La poolside lounge dell’1 Hotel West Hollywood

Venice Beach e Santa Monica

Ultime ma non per importanza troviamo Venice Beach e Santa Monica, a circa dieci minuti di distanza l’una dall’altra. Le spiagge sono teatro di sport a 360 gradi, in particolare regno degli skaters (che si sfidano con i rollerbladers che sfrecciano veloci) e degli atleti che si allenano sul lungomare. Se non sapete rinunciare ai vostri allenamenti anche quando siete in vacanza, Muscle Beach, tratto di sabbia dotato di una palestra all’aperto, fa al caso vostro: attira body-builders e atleti da tutta città, tuttavia è anche possibile fermarsi ad osservare chi si allena. La ruota panoramica è situata all’interno del Pacific Park, unico parco di divertimenti ad essere situato su un molo; è una delle attrazioni più visitate a Santa Monica, e dispone di tredici giostre e montagne russe.

Los Angeles oceano pacifico
Il sole tramonta sulla spiaggia
los angeles venice beach graffiti
Murales a Venice Beach
Los Angeles palm tree
Le palme che costeggiano i viali di Los Angeles

Credits immagini: Anselmo Prestini

Monte-Carlo Beach si aggiudica il 1° premio speciale Hotel & Lodge Awards 2022 nella categoria Green

Giovedì 24 marzo, al Pavillon Cambon, il Monte-Carlo Beach ha ricevuto il Premio Speciale Green durante la cerimonia di premiazione della terza edizione degli Hotel & Lodge Awards, promossa dalla rivista turistica leader in Francia. La redazione e la giuria, composta da professionisti del turismo, sono rimaste incantate dai valori della responsabilità ambientale e dello sviluppo sostenibile: i veri protagonisti del Monte-Carlo Beach Club.

L’ennesimo riconoscimento per il famoso hotel, che ha ottenuto la certificazione Green Globe nel 2014 (con status Green Gold dal 2018). Si afferma di nuovo così un’identità fortemente voluta dalla Direttrice Generale della struttura, Daniele Garcelon, da anni impegnata sul fronte della politica zero plastica, del riciclo dei rifiuti e del risparmio energetico e idrico. La struttura ha attuato una politica proattiva volta alla salvaguardia della biodiversità, in particolare con la creazione di una diga sottomarina nell’estate del 2021. La barriera, situata a 100 metri dalla riva, è progettata per proteggere la  spiaggia e favorire lo sviluppo della fauna marina, mettendola al riparo dalle mareggiate.

Nell’ottica di preservare l’ecosistema circostante, il Monte-Carlo Beach e il ristorante Elsa lavorano fianco a fianco con gli agricoltori del territorio, privilegiando i prodotti di stagione giunti a piena maturazione e gli orti e le tenute del posto, come il Jardin des Antipodes di Mentone per le erbe aromatiche e la frutta, o il Domaine d’Agerbol sulle alture di Roquebrune-Cap-Martin per gli ortaggi biologici a chilometro 0, dalla terra alla tavola.

“Ricevo questo premio con gioia e umiltà a nome di tutti i miei collaboratori, come riconoscimento e forte  incoraggiamento per il perseguimento del nostro impegno quotidiano”, dichiara Daniele Garcelon.

Tradizione, piacere e benessere sulla Riviera di Levante al Grand Hotel Bristol Resort & Spa

La Dolce Vita rivive a Rapallo al Grand Hotel Bristol Resort & Spa

Una raffinata dimora storica risalente al 1908 in stile Liberty, il Grand Hotel Bristol Resort & Spa si affaccia sul suggestivo Golfo del Tigullio. In un susseguirsi di piacevoli insenature, invitanti spiagge attrezzate e porticcioli in cui attraccano barche di pescatori e yacht, questo tratto della Riviera Ligure, meta negli anni Cinquanta e Sessanta del jet-set internazionale, è divenuto luogo simbolo della Dolce Vita italiana. Tra paesaggi incantevoli, clima mite e piccole località eleganti, l’area è tutt’oggi un luogo ambito per una vacanza rilassante ed esclusiva.
Il Grand Hotel Bristol Resort & Spa, gioiello della tradizione della grande hotellerie ligure, immerso nella macchia mediterranea, sorge a Rapallo, località accogliente della riviera di levante. Con il suo centro storico pittoresco e colorato, il lungomare Vittorio Veneto all’ombra delle palme, gli stabilimenti balneari e due piccoli porti, il borgo è il luogo ideale anche per esplorare le bellezze dei dintorni. Il Santuario di Montallegro, facilmente raggiungibile con una funivia di inizio secolo, svela uno splendido panorama sul golfo, mentre Portofino, con le sue case colorate e la celebre piazzetta, dista solo pochi chilometri, così come l’elegante borgo di Santa Margherita Ligure e le magnifiche e scenografiche Cinque Terre.

Il Grand Hotel Bristol Resort & Spa, con 83 camere e suites, circondato da un rigoglioso giardino di vegetazione mediterranea, si distingue per la sua facciata in pieno stile Liberty che si armonizza perfettamente con il linguaggio moderno degli interni e dei decori. Un’oasi verde che si fonde con lo spazio circostante a rappresentarne quasi un continuum, la struttura si apre su un’ampia terrazza panoramica, che si affaccia a sua volta su una grande piscina a sfioro, con una posizione privilegiata a strapiombo sul mare. Il Pool Bar, informale e accogliente, offre la possibilità di consumare un light lunch o magari, di sorseggiare un drink al tramonto a bordo piscina, nella quale immergersi con uno sguardo proiettato verso l’orizzonte.

Alla scoperta della tradizione enogastronomica ligure al Grand Hotel Bristol

Punto di forza del Bristol è il Ristorante Le Cupole, sul rooftop dell’hotel, con vista mozzafiato sul promontorio di Portofino e su tutto il Golfo del Tigullio. Qui, lo chef Graziano Duca alterna sapientemente tradizione, creatività e innovazione grazie ad una cucina ligure vera e genuina, sublimata dall’utilizzo di ingredienti del territorio di alta qualità. I prodotti utilizzati per esaltare i piatti provengono da coltivatori e artigiani della zona così come i vini liguri, attentamente selezionati.
Duca racconta così la sua idea di cucina che punta sulla riscoperta dei sapori autentici reinterpretati in chiave contemporanea: “La tradizione è rimasta una componente fondamentale nelle mie proposte. Mi piace riscoprire piatti evergreen come la cima alla genovese o il classico vitello tonnato che, rivisitati e reinterpretati con tecniche moderne diventano dei piatti prelibati, un connubio perfetto tra tradizione e contemporaneità. Il mio stile di cucina è autentico e genuino, ma dai sapori nitidi, pochi ingredienti ma con tanto gusto e sapore”.

Il ristorante Le Cupole
Il bar

A completare l’offerta gastronomica dell’hotel, il Bristol Bistrot, con ampie vetrate che illuminano lo spazio interno, è il luogo per consumare una ricca colazione o cenare scegliendo tra piatti e vini tipici locali. E dopo cena, il bar La Via della Seta, che si distingue per la sua selezione di cocktail attenta e ricercata, permette di vivere un’esperienza sofisticata in un’atmosfera lounge.

Una pausa di benessere per corpo e mente sulla Riviera di Levante

Un vero e proprio rifugio rigenerante al Grand Hotel, la Erre Spa Bristol si sviluppa su due mila metri quadri e apre le porte verso una dimensione orientata al benessere psico-fisico: trattamenti viso e corpo, programmi diversificati e personalizzati ed esperienze multisensoriali. Sauna, bagno turco, bagno mediterraneo, piscina coperta, zone idromassaggio, idrogetti, docce emozionali, cascata di ghiaccio, percorso Kneipp, zone relax a tema e una tisaneria offrono una pausa rinvigorente in una cornice suggestiva.

La Spa
La Spa

Struttura di prestigio parte del Gruppo R Collection Hotels – che attraverso la sua visione mette al centro il territorio, la sua storia e la sua identità – il Grand Hotel Bristol Resort & Spa, con il lussureggiante giardino, la grande piscina, il ristorante gourmet Le Cupole, il bar all’avanguardia La Via della Seta e la Spa, angolo avvolgente ed energizzante, è quindi il luogo perfetto per vivere una vacanza all’insegna del piacere e del comfort in uno scenario naturale mozzafiato.

Sheraton Milan San Siro, un rifugio verde dove condividere esperienze

In via Caldera, nel cuore di Quarto Cagnino, quartiere residenziale milanese a ovest della città, poco distante dallo storico Stadio Meazza, sorge lo Sheraton Milan San Siro, hotel dal design elegante e contemporaneo, progettato come un luogo in cui connettersi e condividere esperienze. Situato in un ex borgo agricolo medievale, oggi circondato da alcuni tra i maggiori polmoni verdi della città – il parco di Trenno, il Boscoincittà e il parco delle Cave – lo Sheraton rappresenta un rifugio tranquillo, lontano dalla frenesia urbana, seppur sapientemente collegato agli aeroporti e ai maggiori punti nevralgici della città meneghina. Proprio grazie alla sua posizione strategica, la struttura è stata progettata pensando sia a coloro che si trovano nel capoluogo lombardo per motivi di affari, che agli ospiti in viaggio di piacere, che soggiornano qui per esplorare Milano e i suoi dintorni.

Courtesy of Sheraton Milan San Siro

Nato a seguito del restyling del preesistente Grand Hotel Brun, un imponente edificio degli anni Ottanta, il nuovo Sheraton Milan San Siro è un progetto ideato, elaborato e disegnato dallo Studio CaberlonCaroppi Italian Touch Architects, che ha preservato l’architettura delle origini – con l’iconica forma curva e modernista del corpo principale dell’edificio dalla peculiare pianta a Y. Le zone comuni sono state realizzate sinergicamente da Concreta, azienda valtellinese basata a Postalesio che, con un approccio sartoriale, cuce i progetti intorno ai desideri dei clienti. Il pool di architetti si è ispirato per questo concept alla città che lo ospita: Milano. I colori, le linee, gli interiors ne esprimono la dinamicità. Concreta ha sviluppato su misura tutti gli arredi e i complementi delle ampie aree condivise in linea con l’idea e lo stile dell’hotel.

Courtesy of Sheraton Milan San Siro

Un’architettura modernista e curvilinea domina la struttura, riflettendosi tanto sugli spazi interni comuni, quanto nelle aree private: 310 tra camere e suite distribuite su sei piani, sobrie e lineari, caratterizzate da una palette di colori neutri, in cui spiccano elementi blu e viola e nelle quali la contemporaneità e l’eleganza si fondono con la funzionalità. Il risultato è un hotel dal design pulito, definito da una combinazione di stili, finiture, materiali di pregio, preziosi elementi tessili, arredi su misura dalle linee essenziali, motivi geometrici e tinte naturali che contribuiscono a ricreare un’allure tipicamente anni Sessanta.

Courtesy of Sheraton Milan San Siro

Una pausa di fitness e benessere allo Sheraton Milan San Siro

Tutte le stanze, tra le quali la suite Presidential di 90 metri quadri, offrono inoltre la possibilità di provare le esperienze offerte dall’hotel, come lo Sheraton Club, luogo ideato per una sessione di lavoro o per un momento di pausa. All’ultimo piano dello Sheraton Milan San Siro, con vista sulle Alpi, la SPA Elite Spa & Wellness, in un ambiente caratterizzato da colori tenui e luci soffuse, è un’oasi di quiete dove prendersi cura del proprio equilibrio corpo-mente, grazie ai servizi di benessere e ai trattamenti estetici mirati. Il centro Sheraton Fitness, l’area palestra, è aperto tutti i giorni senza limiti di orario e offre agli ospiti la possibilità di mantenere la propria routine di allenamento anche in viaggio.

Suite Presidential (ph. courtesy of Sheraton Milan San Siro)
La SPA Elite Spa & Wellness (ph. courtesy of Sheraton Milan San Siro)

Gli esterni, così come l’interior design dell’hotel, sono stati progettati come un continuum della zona verde circostante, creando equilibrio tra la struttura e i suoi dintorni, che si fonde così armonicamente nell’ambiente: giardini fioriti, terrazze, un’area giochi per bambini e una grande piscina con solarium, tavolini esterni e un bar – il Pool Oasis Bar  – circondata da una rigogliosa vegetazione. Gli spazi interni e quelli all’aperto sono stati pensati per agevolare l’interazione sociale e per infondere un forte senso di comunità. Luogo cosmopolita quindi, destinato sia agli ospiti dell’hotel ma anche ai milanesi stessi, Lo Sheraton Milan San Siro si pone come un catalizzatore culturale che rafforza l’incontro tra la comunità locale e quella internazionale a Milano.

Courtesy of Sheraton Milan San Siro

La proposta gastronomica ricercata e raffinata: dall’Italia all’Argentina

Al piano terra, nella zona esterna, si trova anche il El Patio del Gaucho, Javier Zanetti, rinomata steakhouse argentina che propone piatti di carne e pietanze d’ispirazione moderna a base di pesce e verdure. Totalmente progettato dallo studio CaberlonCaroppi, l’idea prende origine dalla volontà di raccontare il legame tra l’hotel e il vicino stadio Meazza, legandosi indissolubilmente con una leggenda del calcio giocato, l’ex capitano dell’Inter Zanetti. Già il Grand Hotel Brun era infatti noto per aver spesso ospitato le squadre di Serie A e la nazionale italiana di calcio. Qui, tradizione culinaria argentina e innovazione si mescolano dando vita a un menu che offre un viaggio alla scoperta di sapori tipici e inediti del paese sudamericano. Fedele alla cultura argentina, l’asador de El Patio del Gaucho regna sul ristorante dalla sua postazione davanti alla parrilla, la grande griglia su cui cuoce i tagli più pregiati delle migliori carni, nel rispetto delle usanze locali. Il luogo si ispira al tema del menu: ardesia, legno e cuoio si fondono negli interni in una sinfonia di consistenze e trame. I bauli posti all’entrata ricordano il legame tra i due paesi, l’Italia e l’Argentina, e la storia della nostra immigrazione verso questa terra. Gli spazi sono pensati per richiamare le vecchie case di famiglia, piene di oggetti legati alla memoria, con una disposizione un po’ caotica degli arredi. Al centro della sala, una grande tavolata è un luogo di condivisione che si riaggancia senza soluzione di continuità ad uno dei concetti che ha ispirato la progettazione dell’hotel: la connessione e interconnessione tipica della società contemporanea.

El Patio del Gaucho, Javier Zanetti (ph. courtesy of Sheraton Milan San Siro)

Il luminoso Silene Bar & Restaurant interno completa l’offerta gastronomica dello Sheraton Milan San Siro. Il ristorante propone diverse opzioni lungo tutto l’arco della giornata con una selezione artigianale di piatti e prodotti del nord Italia e si pone come punto d’incontro conviviale, per un caffè, un pranzo di lavoro, un aperitivo tra colleghi, una cena in famiglia o ancora un drink tra amici. Qui, lo Chef Pasquale D’Ambrosio mette in scena uno spettacolo di colori, profumi e sapori in piatti che raccontano le eccellenze del nostro territorio, tramandando ricordi attraverso la cucina italiana autentica, fatta di creatività, tradizione e semplicità. Legato alla Campania, sua terra d’origine, D’Ambrosio porta in tavola sinergie inattese di sapori, esaltate da un’estetica curata, prestando attenzione anche al benessere e alle proprietà salutistiche dei piatti e alla sostenibilità, che si traduce nell’utilizzo di materie prime stagionali, frutto del lavoro di piccoli produttori locali. L’ambiente è caratterizzato da un gioco di luci e design che, in un alternarsi di consistenze e colori, dà vita ad un luogo calmo e armonioso immerso nella luce naturale. La palette di colori riflette la natura rigogliosa che abbraccia l’hotel e che si scorge oltre le ampie finestre. Interamente arredato su misura da Concreta, un grande tavolo comune spicca nel locale incoraggiando in modo spontaneo la condivisione e la flessibilità.

Silene Bar & Restaurant (ph. courtesy of Sheraton Milan San Siro)

Sheraton Milan San Siro: il luogo ideale per un’esperienza meeting

Una collezione di sale per conferenze, che ospitano eventi privati o aziendale, copre una superficie totale di 2.500 metri quadrati, e sottolinea  l’inclinazione dell’hotel e l’expertise nel mondo degli eventi su larga scala, riconducibile già alla storia del precedente albergo. Lo Sheraton Milan San Siro offre un’esperienza meeting rispondendo alle molteplici esigenze congressuali della zona, dove si trovano il Centro Congressi MiCo, il Business Park Caldera, Fiera Milano Rho e Fiera Milano City. Con un ingresso indipendente, la struttura conta ventuno stanze riunioni, di cui diciannove illuminate dalla luce naturale, con arredi dalle linee sobrie e colori neutri. L’area congressi comprende inoltre due sale da ballo.

Courtesy of Sheraton Milan San Siro

Più che un hotel, Sheraton Milan San Siro quindi, è un vero e proprio hub, un convogliatore sociale, un luogo di incontri e connessioni e di relax.

Sheraton Milan San Siro

Via Caldera, 3 | 20153 | Milano

+39 02-915221

sheratonmilansansiro.com

Dalla Gioconda apre un pop up restaurant a Cortina da Franz Kraler

Allegra Tirotti RomanoffStefano Bizzarri, lo chef Davide Di Fabio, grazie alla famiglia Kraler hanno voluto portare un po’ di loro e del loro mondo a Cortina, creando un pop up restaurant dall’immagine fresca e contemporanea, una vetrina sul mare nella stupenda località di montagna.

Avrà luogo tutte le sere dal 21.02.22 al 27.02.22, nella boutique di Franz Kraler in corso Italia 119. Sarà un lampo o meglio uno scorcio sui primi raggi di sole della riviera, una cena riservata, pochi intimi, un menu unico, un buon sound e la voglia di accogliere gli ospiti come a casa, tra gli splendidi vestiti della boutique, i libri, i fiori e il buon vino.

Dalla Gioconda nasce negli anni 50 come dancing pizzeria a Gabicce Monte, provincia di Pesaro Urbino, chiamata un tempo “la Capri dell’Adriatico”.

Patria della musica e del divertimento di quel mood il ristorante Dalla Gioconda mantiene ancora oggi la leggerezza impressa in quel nome e nel suo juke box, conservato anche dopo la profonda ristrutturazione, guidata da Stefano Bizzarri e Allegra Tirotti Romanoff.

I principi di sostenibilità e tutela della terra sono valorizzati sotto tutti gli aspetti: è il primo ristorante certificato plastic free in Italia, la struttura è certificata leed gold e vanta materiali scelti al minor impatto possibile ed è riscaldata attraverso la geotermia. Lo spreco è ridotto al minimo grazie al recupero delle acque piovane. Le pareti di librerie, una in ogni spazio, danno la sensazione di entrare a casa.

La cucina è nelle mani dello chef Davide Di Fabio (16 anni in Osteria Francescana) che nella sua vita ha viaggiato in alcuni dei paesi più interessanti del mondo. Amante dei sapori veri e diretti, appassionato di arte pop e colori, è patito di musica e qui gioca anche a fare il dj.
Il suo menù prevede ingredienti della zona che seguono rigorosamente la stagionalità dei prodotti.
Adiacente al ristorante è stato creato un bellissimo orto naturale. Nella cantina oltre 500 diverse etichette e più di 2000 diverse bottiglie. Il ristorante è novità dell’anno 2022 per Gambero Rosso ed è nella 50 Top Italy.

In Val di Fassa tra sci, wellness ed esperienze gourmet

Riconnettersi con se stessi, trovare nuove ispirazioni, emozionarsi. Le Dolomiti sono in grado di suscitare tutto questo tra boschi a perdita d’occhio, montagne scenografiche, vallate ricoperte da una coltre di neve bianca e piste da sci che disegnano i pendii innevati.  Se state cercando la destinazione perfetta per la vostra settimana bianca la Val di Fassa è la meta ideale.



Siamo nel Trentino nord orientale, uno straordinario impero naturale incastonato tra le più spettacolari e famose cime delle Dolomiti. Proprio in questi luoghi a fare da padrone sono la Marmolada, il Gruppo del Sella, il Gruppo del Sassolungo e quello del Catinaccio. Per chi ancora non conoscesse queste zone, scoprirà che l’originalità delle proposte outdoor,  gourmet e wellness la rendono davvero una meta perfetta per gli appassionati della montagna in inverno, ma anche per chi fosse semplicemente alla ricerca di un modo per staccare la spina facendo del sano digital detox. 

In un luogo da tempo devoto all’accoglienza, abbiamo scoperto un hotel dal cuore ladino, l’Olympic SPA hotel. Il legame stretto con il territorio , come elemento di sostentamento e la profonda conoscenza dei ritmi della natura, come unico modo per poterne trarre il massimo beneficio, sono incarnati nella mente e nella cultura dei ladini, che da sempre sentono la montagna come loro responsabilità prendendosene cura. Con questo sentimento, la famiglia Pellegrin ha costruito le fondamenta di un’azienda sostenibile.

La struttura di charme si trova a San Giovanni di Fassa, in una valle soleggiata che gode di una posizione strategica per raggiungere i più celebri impianti sciistici della regione. Dal 10 Gennaio 2021 è anche  il primo Adults Only Hotel in Trentino.

Oltre al valore e alla cura nell’accoglienza, il benessere e la cucina sono gli altri due focus della struttura. Partendo dal primo, la nuova piscina esterna panoramica riscaldata a 34° è l’ideale per una nuotata tra le Dolomiti o per piacevoli momenti di relax nell’acqua calda, mentre attorno l’atmosfera frizzante di montagna ci ricarica di nuova energia. Da provare, l’abbraccio caldo della Spa: sauna alle erbe, bagno turco, doccia tropicale, baita alpina con sauna finlandese. Altro elemento di spicco di questa stagione è la Bolla Relax, un’area perfetta per rilassarsi dopo un trattamento nella Te Jaga SPA o alla fine di una giornata sulle piste da sci.


Per chi volesse vivere questi momenti in intimità è disponibile anche una Private Spa Suite, dedicata ad un relax assoluto ed esclusivo. Nelle aree relax ritroviamo un contatto più sincero con la natura: tutti gli elementi naturali del territorio si ritrovano anche in questi piccoli spazi di benessere.

Dalla cucina invece possiamo assaporare i gusti locali, per scoprire le tradizioni e la cultura culinaria. Qui si rimane sorpresi da sapori genuini e al tempo stesso da presentazioni che strizzano l’occhio ai trend più moderni. Il ristorante rappresenta proprio questo, l’accostamento di gusti della tradizione della montagna con prodotti a km 0 ( o comunque a basso impatto) a piatti che li propongono con nuove modalità.

Da scoprire assolutamente nei prossimi mesi l’ampliamento della struttura secondo un modello sostenibile, che punta a valorizzare la proprietà e a integrarla con il paesaggio circostante. Dalle nuove suite immerse nel prato, con terrazze e patii interni, alla sauna in cima agli alberi, da raggiungere attraverso un percorso aereo. Le 10 Natural Suite saranno dedicate al benessere, al desiderio di staccare la spina e all’idea di vivere la filosofia green. Un’autentica full immersion ancora più intensa nel bellissimo scenario della Val di Fassa. 



Maalot e Vilòn, due hotel per un soggiorno speciale a Roma

Roma non è mai stata così bella. Dopo due anni di frontiere chiuse, poter viaggiare ora significa godersi liberamente anche quelle mete turistiche solitamente molto affollate.
Meglio ancora alloggiando in palazzi principeschi o dimore artistiche esclusive, potendo godere anche dei vicoli della Roma popolare, quella di Rugantino e del marchese del Grillo. 

Trascorrere una serata a teatro, fare shopping nelle esclusive boutique del tridente e rifugiarsi in un boutique hotel o, ancora, avere il proprio salotto tra i vicoli di Roma, degustando la cucina di chef rinomati, avvolti da un’accoglienza speciale che ci farà sentire decisamente unici.




Hotel Maalot

Ai piedi del Colle Quirinale, uno dei sette colli su cui venne fondata Roma, a cento metri dalla barocca Fontana di Trevi, la struttura è un rifugio discreto tra i vicoli dell’antico Rione Trevi.

Accanto al teatro Quirino, nella zona di Roma che ospita il maggior numero di teatri, dal Sistina, al Sala Umberto, al Teatro de’ Servi, l’hotel Maalot è un po’ come un teatro: una scena teatrale nascosta dentro un palazzo ottocentesco. Certo, un palazzo che ha celato ben altra privacy: dal 1828 al 1837 ha ospitato Gaetano Donizetti, che qui ha abitato e composto alcune delle sue arie più famose.

Il Maalot è un hotel completamente ristrutturato dall’Architetto Roberto Antobenedetto, un luogo che fonde passato e contemporaneità.
Emblematica la galleria, citazione ironica di una quadreria settecentesca, dove solo all’apparenza campeggiano capolavori storici: avvicinandosi ci si accorge che tutti giocano con l’originale, lo citano facendone un “twist on classic”, diremmo se fosse un cocktail. E tra i ritratti “impertinenti” ecco Maria Antonietta che mangia il gelato, la dama il cui turbante è una gigantesca aragosta o i fiamminghi tatuati. Almost Classic appunto, il nome della serie di dipinti decisamente “spiritosa”, a tratti irriverente, firmata Stanley Gonczanski.

Tutto il piano terra dell’hotel è un grande salotto. Un posto dove fermarsi in veranda magari a lavorare o pranzare con un avocado toast o cenare nella lounge sui grandi sofà colorati, nascondersi nella Cocktail Room per condividere un tempo ritrovato oltre che ottimi rum.

È il Don Pasquale, il regno dello chef Domenico Boschi, il cui nome richiama l’opera buffa del famoso inquilino di via delle Muratte 75: Gaetano Donizetti.
Tra i tavoli dal sapore rétro in maioliche portoghesi con disegni di antichi pizzi e trine, e poltroncine di bambù verniciate di nero, si può bere un caffè, fermarsi a pranzo o sorseggiare un tè nel pomeriggio. Prendere un aperitivo, cenare lontani dalla vita frenetica delle strade limitrofe o godersi un dopo teatro. L’atmosfera è chic ma informale, hype ma abbordabile.

Uno stile eclettico da bistrot contemporaneo è l’impronta che lo chef ha voluto dare al Don Pasquale. Alcuni piatti sono evergreen della romanità, riproposti in chiave moderna.
Ci sono piatti della tradizione, c’è il comfort food di una cucina immediata, ma ci sono anche lievi digressioni di creatività, fiore all’occhiello di un bistrot dove arrivare a tutte le ore.
Un all day dining, dalla prima colazione al dopo teatro, anche solo per un piatto o una sequenza di sfizi. Una cocktail room con una collezione di distillati; una drink list dove il drink può essere anche personalizzato.

Ma il cuore del Don Pasquale è l’hotel nascosto al suo interno. Trenta camere e suite ognuna diversa dall’altra distribuite su quattro piani di un palazzetto ottocentesco accolgono gli ospiti in un’atmosfera “home sweet home”. Molte sono scaldate anche da caminetti.

Una rarità in un palazzetto dell’Ottocento che l’hotel non fa mancare ai suoi clienti? La sala fitness al piano sotterraneo. 




Hotel Vilòn

Proseguendo lungo via del Corso, una delle più caotiche della città, lasciandosi alla destra l’antico rione Trevi in direzione piazza del Popolo, all’incrocio con l’esclusiva via dei Condotti, si apre piazza Fontanella Borghese.

Qui, dove il fiume Tevere si insinua dolcemente nell’antico rione di Campo Marzio, c’è un palazzo che accoglie una delle quattro meraviglie di Roma: il Cembalo di Borghese. Non è da tutti poter entrare nel palazzo tardo rinascimentale voluto da Camillo Borghese, futuro papa Paolo V, che ospita, da un lato, l’ambasciata di Spagna e, dall’altro, l’esclusivo e blasonato Circolo della Caccia.

Ma, se si varca il piccolo portone in via dell’Arancio 69, la bellezza di Palazzo Borghese si rivela ai nostri occhi in tutta la sua magnificenza. Siamo nell’hotel Vilòn, Small Luxury Hotels of the World. Dove vivere a Roma da aristocratici romani, ma lontani da occhi indiscreti; coccolati come principi, ma sentendosi a casa; in un ambiente di lusso ma informale, dove l’ostentazione dei grandi hotel lascia il posto alla sobrietà e a una velata eleganza. In un luogo magico, fermo in una frazione di eternità

Un “secret restaurant” è il suo Adelaide: un ristorante senza insegne, senza affaccio su strada, celato agli occhi indiscreti della movida romana che scorre assordante e frenetica nelle vie circostanti.
Un hotel la cui filosofia è racchiusa nelle parole di Marcello Mastroianni ne La dolce vita: «A me invece Roma piace moltissimo: è una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene».

Sia che si decida di sorseggiare un cocktail nel giardino segreto, un patio dall’aria esotica e un po’ bohémien circondati da felci e filodendri, mentre il sole tramonta sui tetti di Roma lasciando il posto a torce e candele, sia che si preferisca l’accoglienza dei divanetti delle piccole sale che ci fanno sentire in un esclusivo club inglese del secolo scorso, il Vilòn è quel luogo speciale fatto per diventare “il nostro posto”.

Il ristorante Adelaide è il posto giusto dove organizzare una colazione di lavoro lontano da occhi indiscreti, prendersi una pausa durante una giornata di shopping, dove regalarsi una cena assolutamente speciale, deliziati dalla cucina gourmet, ma autentica e ricca di sapori, dello chef Gabriele Muro e dalle creazioni artigianali dello Chef pâtissier Andrea De Benedetto.
E dalle 17 in poi la struttura diventa il rifugio più cozy in città. Una sala da tè inaspettata, casual ma pur sempre impeccable! Oltre venti tipologie di tè Kusmi Tea abbinati a una mini selezione del talentuoso giovane pastry chef Andrea De Benedetto: Paris brest alla nocciola, muffin alla zucca speziati e agli agrumi, cookies del giorno con caramello e frutta secca, capresina fondente, mini cheesecake, pasticciotti mignon alla crema, tartelletta con frutta fresca. Oltre ai sandwich e alle quiche in formato mignon, ai piccoli french toast, creando un nuovo trend per l’ora dell’aperitivo alcol free. 

Ma l’esperienza più esclusiva è sicuramente quella di trascorrere un soggiorno in questo luogo. Non si potrà fare a meno di sentirsi nella Roma papalina, tra carrozze dorate e sete fruscianti. Immaginare il cardinale Camillo Borghese ordinare ai suoi architetti di ampliare l’originale palazzetto cinquecentesco opera del Vignola, e il cardinale Scipione mentre lo riempie di opere d’arte di rara bellezza e marmi provenienti dagli scavi della Roma imperiale. Oppure Paolina Bonaparte che si intrattiene nel Cambalo con i suoi amici più intimi o mentre posa nuda per Antonio Canova.

Solo diciotto Camere e Suite, decorate in stile retrò-chic, alcune con l’esclusiva vista sul giardino privato di Palazzo Borghese, che sorprende affacciandosi dalle grandi finestre o dalle terrazze private. All’interno, la luce speciale di Roma, che muta a seconda delle ore e delle stagioni, dona una sensazione di benessere, specialmente al tramonto, quando l’atmosfera magica regala un genuino senso di appartenenza e familiarità. Un modo diverso di percepire il lusso nella città eterna che mantiene intatta la sua bellezza e il suo fascino misterioso.

Dubai è la destinazione per una fuga all’insegna di divertimento, arte e cultura

In questo particolare momento storico viaggiare non è più così facile ma nonostante tutto, una tra le mete più ambite e fattibili da raggiungere che vale sempre la pena di visitare anno dopo anno è Dubai. A poche ore di volo dal territorio italiano, grazie ai corridoi turistici, è una città tutta da scoprire, sempre innovativa ed in continua espansione.
Se amate il caldo, questo periodo dell’anno è perfetto per visitarla : la temperatura è ottimale, oscilla tra i 19° e 25°.

Ecco 5 buoni motivi per convincervi definitivamente a preparare le valige alla scoperta della città più famosa degli emirati.



Il primo, indiscusso, è che fino al 31 marzo 2022 è possibile visitare EXPO 2020: 192 padiglioni ricchi di storia, cultura e tradizione. Quest’anno una particolare attenzione è stata data al tema della sostenibilità con il padiglione Terra che, attraverso illustrazioni digitali, riassume e sottolinea le emergenze ambientali con le quali ci stiamo scontrando.


Padiglione Terra, Expo

Anche il tema della mobilità si è aggiudicato un intero padiglione, raccontando i diversi progressi e le nuove tecnologie all’avanguardia che stanno diventando protagoniste dei giorni nostri. Ad EXPO 2020 però non mancano momenti ludici e di spettacolo, come lo Sky Garden che al tramonto regala una vista impagabile su tutta la fiera.

Se c’è un posto dove l’adrenalina non manca, quello è Dubai. Con i suoi grattacieli luminosi, infinity pool e attrazioni al 78esimo piano, la città si conferma tra le più elettrizzanti e stimolanti il divertimento al mondo. Ma non è finita qui: ogni anno vengono aggiunte sempre più novità, come l’ultima allo “skyline”. Basterà salire all’80esimo piano di uno dei più famosi grattacieli della città, di fronte al Burj Khalifa, e letteralmente lanciarsi. Degli elastici in completa sicurezza sosterranno il vostro peso e vi permetteranno di camminare sul bordo del grattacielo mirando il sole che tramonta su Downtown. Dubai pensa proprio a tutto, anche ai meno coraggiosi: per loro la possibilità di scivolare da un piano all’altro su uno scivolo panoramico completamente trasparente, ammirando la città in una maniera esclusiva e del tutto originale.



Altro punto di attrazione turistica è il deserto che offre diverse attività: tra le tante possibilità di experience ci sono: giro in mongolfiera, escursione a cavallo o a cammello, cena tipica beduina, snowboard e motocross, tiro con l’arco, osservazione delle stelle…



Particolarmente emozionante è il giro in mongolfiera: sveglia alle 4 del mattino, jeep che vi conduce fino al deserto mentre la città ancora dorme e thè caldo arabo preparato dai beduini. A mezz’ora dalla città vi aspetta una mongolfiera pronta ad elevarsi alle prime luci dell’alba. È davvero suggestivo salire a bordo del mezzo che vi farà “volare” fin sopra le nuvole e vi permetterà di ammirare il deserto e la sua fauna da una prospettiva privilegiata. Avete mai visto un branco di gazzelle correre libere nel loro habitat?



Una volta atterrati non è finita: dopo un pranzo tipico seduti sulla sabbia vi aspetta la corsa a cavallo. Non c’è cosa migliore di galoppare sulle dune aspettando che il sole tramonti per colorare di rosso il deserto. Al contrario di quanto si pensi, i cavalli ed i cammelli sono trattati con molto riguardo ed attenzioni negli Emirati: esistono veri e propri ospedali degli animali dove vengono monitorati in continuazione.

Tornando a noi, il quarto motivo per cui vale la pena visitare Dubai è la sua ingegneria ed architettura in continua evoluzione: la città è in costante crescita e nuove costruzioni vengono realizzate ogni giorno. Uno degli ultimi è il Raffles The Palm, aperto al pubblico solo da pochissimi mesi. In questo hotel 5 stelle, lo stile barocco e moderno si fondono insieme, regalando agli ospiti uno scenario di estremo lusso, raffinatezza ed eleganza. Le suites si affacciano direttamente sul mare. Gli ospiti possono godersi il piacere di esperienze diverse a partire da quelle culinarie, caratterizzate da 5 diversi ristoranti che raccontano tradizioni di diversi paesi. Al Raffles the Palm anche il wellness è stellato: rimarrete incantati dal massaggio balinese, realizzato attraverso la digitopressione ed accompagnato dai suoni del gong su un lettino di sabbia riscaldata.



Infine, se siete a Dubai non potete perdervi uno dei lussuosi beach club, soprattutto in questo periodo, dove la temperatura è perfetta per godersi una giornata di sole in riva al mare. I grattacieli alle spalle della riva ricordano New York e il mare sembra quello di Miami: stili diversi si fondono insieme in un’atmosfera unica che mette insieme diverse realtà. Il cibo è ottimo e non manca il divertimento. Tantissime sono le attività che offrono le spiagge: dal kite-surf al sub, dal surf classico a quello elettrico, fino al famoso flyboard, “spruzza acqua a pressione” che vi farà sentire superman e supereroine per un giorno.

Per tutte le immagini, credits Anselmo Prestini

L’Italia brilla nella classifica 2021 dei World’s 50 Best Bars

Si è tenuta lo scorso 7 dicembre, a Londra, la cerimonia di premiazione dei World’s 50 Best Bars 2021. Tornata a svolgersi in presenza dopo l’evento esclusivamente digitale dell’anno scorso, la 13esima edizione della kermesse (che classifica e premia i migliori cocktail bar del mondo, votati da una giuria composta da oltre 600 addetti ai lavori tra giornalisti, bartender e figure di spicco dell’industria del food and beverage) è stata particolarmente significativa, in quanto giunta al termine di un periodo a dir poco critico per il mondo della ristorazione e dell’ospitalità in generale, tra chiusure a singhiozzo, limitazioni ai viaggi internazionali e un drastico calo della clientela, internazionale e non solo.
Il Content Editor di The World’s 50 Best Bars, Mark Sansom, ha tenuto perciò a sottolineare la «resilienza e il senso di comunione» dimostrato dai locali, mentre Elisa Gregori, International Business Unit Director di Perrier – principale sponsor della manifestazione – ha posto l’accento sul fatto che il settore «ha mostrato un’incredibile capacità di recupero e ha imparato ad adattarsi alle restrizioni locali».



L’Italia ha difeso egregiamente la propria illustre tradizione in materia di drink d’autore e mixology, piazzandosi dopo Singapore, Cina (la città-stato asiatica e l’ex celeste impero vantano entrambi ben sei indirizzi nell’elenco), Usa, Australia, Messico (quattro ciascuno) e Spagna (prima nazione per quanto riguarda l’Europa con quattro venue, tra cui la terza classificata, il Paradiso di Barcellona) grazie ai suoi tre cocktail bar, stesso numero del Regno Unito, vero trionfatore di quest’anno con il londinese Connaught Bar che bissa il primo posto del 2020, aggiudicandosi pure il titolo di miglior bar del vecchio continente, e il Tayēr + Elementary, anch’esso a Londra, in seconda posizione.


Il team del Connaught Bar di Londra: al centro Giorgio Bargiani, Ago Perrone, Maura Milia

Si tratta, nello specifico, del Drink Kong di Roma (creatura del re dei barman capitolini Patrick Pistolesi, dall’atmosfera a metà tra sci-fi anni ‘80 e un raffinato nightclub, con illuminazione che più soffusa non si può, tubi al neon e l’appeal orientaleggiante della Japanese room), del milanese 1930 (speakeasy del duo Flavio Angiolillo-Marco Russo, ispirato in tutto e per tutto ai ritrovi clandestini in cui, negli Stati Uniti, ci si riuniva per bere ai tempi del proibizionismo, tanto che l’indirizzo è segreto, celato da un portone anonimo, e per trovarlo bisogna fare affidamento solo sul passaparola degli “iniziati”) e del Camparino, storica insegna del salotto buono di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele II; se il primo è balzato dal 45esimo posto del 2020 all’attuale 19esimo, il secondo ha guadagnato rispetto all’anno passato cinque posizioni ed è ora 20esimo, mentre il terzo, new entry nell’elenco, risulta 27esimo.


Drink Kong, 1930, Camparino in Galleria


In realtà troviamo un po’ di Belpaese anche sulla cima del podio, visto che il team del Connaught, bar dell’omonimo hotel cinque stelle lusso di Mayfair, è guidato da Agostino Perrone, Giorgio Bargiani e Maura Milia, rispettivamente Director of Mixology, Head Mixologist e Bar Manager, artefici di un successo che ha il suo fiore all’occhiello nella rivisitazione in chiave moderna del classico Martini cocktail, preparato da esperti bartender servendosi di un carrello che si sposta di tavolo in tavolo.



Riconoscimenti ad hoc sono poi andati, tra gli altri, all’Attaboy di New York, vincitore del Rémy Martin Legend of The List (premio speciale che si può ottenere una sola volta, assegnato al locale che ha evidenziato maggiore costanza nelle “performance” nell’arco delle 13 edizioni del World’s 50 Best Bars), al Presidente di Buenos Aires (Nikka Highest Climber), al Re di Sydney (Ketel One Sustainable Bar Award), al Lab 22 di Cardiff (Siete Misterios Best Cocktail Menu) e all’Hanky Panky di Città del Messico, cui l’esordio nel ranking alla 12esima posizione è valso il Disaronno Highest New Entry.




Di seguito la classifica completa, che compone una sorta di mappa ideale dell’arte del bere bene.

  1. Connaught Bar – Londra
  2. Tayēr + Elementary – Londra
  3. Paradiso – Barcellona
  4. The Clumsies – Atene
  5. Florería Atlántico – Buenos Aires
  6. Licorería Limantour – Città del Messico
  7. Coa – Hong Kong
  8. El Copitas – San Pietroburgo
  9. Jigger & Pony – Singapore
  10. Katana Kitten – New York
  11. Two Schmucks – Barcellona
  12. Hanky Panky – Città del Messico
  13. Insider Bar – Mosca
  14. Baba au Rum – Atene
  15. Manhattan – Singapore
  16. Atlas – Singapore
  17. Zuma – Dubai
  18. The SG Club – Tokyo
  19. Drink Kong – Roma
  20. 1930 – Milano
  21. Presidente – Buenos Aires
  22. Maybe Sammy – Sydney
  23. Cantina OK! – Sydney
  24. Salmon Guru – Madrid
  25. Handshake Speakeasy – Città del Messico
  26. No Sleep Club – Singapore
  27. Camparino in Galleria – Milano
  28. Café La Trova – Miami
  29. Little Red Door – Parigi
  30. Dante – New York
  31. Kwānt – Londra
  32. Bar Benfiddich – Tokyo
  33. Tres Monos – Buenos Aires
  34. Attaboy – New York
  35. Lucy’s Flower Shop – Stoccolma
  36. MO Bar – Singapore
  37. Sips – Barcellona
  38. Baltra Bar – Città del Messico
  39. Sober Company – Shanghai
  40. Tjoget – Stoccolma
  41. Epic – Shanghai
  42. Charles H – Seul
  43. Tippling Club – Singapore
  44. Above Board – Melbourne
  45. Galaxy Bar – Dubai
  46. Re – Sydney
  47. Sidecar – Nuova Delhi
  48. Union Trading Company – Shanghai
  49. DarkSide – Hong Kong
  50. Quinary – Hong Kong

Nell’immagine in apertura, il team del Connaught Bar di Londra, miglior cocktail bar al mondo secondo il World’s 50 Best Bars

Perdersi e ritrovarsi nel Labirinto di Arianna

Il filo unisce e separa i due protagonisti della storia moda coinvolge in versione inedita una delle dodici meraviglie della Fiumara d’Arte.



Misticismo e devozione guidano il percorso curvilineo dei factotum nel raggiungere un tassello del museo a cielo aperto agli argini del fiume Tusa. E come ogni storia d’amore che si rispetti la tormenta coglie di sorpresa, ma ritrova la strada in un esito impattante, rivoluzionandone i piani iniziali. La scultura che la ospita rappresenta un simbolo archetipo scelto per raccontare il percorso fisico e interiore in una scena atemporale. L’ignoto, la scoperta, la sorpresa. In esclusiva su Manintown.



L’affascinante storia editoriale valorizza il progetto dai futuri riscontri presso la Fiumara d’arte. Una visione nata nel 1982 dall’estro del mecenate di origini messinesi Antonio Presti con l’intento di omaggiare la memoria del padre. Il primo tassello fu l’enorme scultura in cemento armato accessibile alla collettività realizzata da Pietro Consagra. La materia poteva non esserci, è composta da due elementi inclinati e paralleli, uno bianco e uno nero, che si innalzano al cielo. Gli ambiziosi intenti di Presti fanno diventare il sogno molto più ampio dando vita a un parco di sculture contemporanee eretto lungo il fiume Tusa.



Una curva gettata alle spalle del tempo, a cura di Paolo Schiavocampo, consiste in un monolite di cemento armato e ferro.  L’anno seguente viene realizzata una terza opera dall’artista Tano Festa: Monumento per un Poeta Morto conosciuta ai più come “Finestra sul mare”, viene dedicata dall’artista al fratello poeta prematuramente scomparso. In quello stesso anno Presti bandisce un concorso di scultura riservato ad artisti under 40. Molte le adesioni internazionali ma le opere selezionate e realizzate sono solo due, quelle di Antonio Palma edi Italo Lanfredini : Energia mediterranea e Labirinto di Arianna.



Nello stesso anno venne prodotta da Hidetoshi Nagasawa, l’opera  Stanza di Barca d’oro. Una curiosità che la riguarda è quella che è nata per essere chiusa per cento anni essendo stata sigillata dopo la sua inaugurazione con una porta,per far si che essa potesse vivere “solo attraverso l’energia mentale della memoria”. 

Vari provvedimenti giudiziari per abusivismo edilizio e occupazione del demanio marittimo ne bloccano il completamento fino al 2006 quando, a seguito dell’intervento dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, viene riconosciuto il Parco di Fiumara d’arte.



Risalgono a quel periodo l’Atelier sul Mare e l’allestimento dell’opera decorativa Arethusa degli artisti Pietro Dorazio e Graziano Marini che, tramite un ’installazione di ceramiche policrome, hanno cambiato il volto della caserma dei Carabinieri di Castel di Lucio. 



L’Atelier sul mare di Castel di Tusa è un albergo-museo d’arte contemporanea unico al mondo le cui camere sono state realizzate da artisti internazionali e dove, come afferma Presti, «alberga l’utopia dell’arte». 

Il 21 marzo 2010 viene inaugurata la scultura Piramide – 38° parallelo, realizzata dallo scultore Mauro Staccioli in acciaio Corten, posta su una leggera altura a Motta d’Affermo, le cui coordinate geografiche centrano esattamente il trentottesimo parallelo. 



Nell’estate 2020, nel pieno del disorientamento pandemico, viene inaugurata l’ultima opera della Fiumara: Il cavallo eretico, di Antonello Bonanno Conti. La scultura, posta sul lungomare di Tusa, invita ad aprirsi alla ricerca del vero, del bene e del giusto senza timore di essere eretici. 



Non tutti sanno che il musicista Mahmood ha omaggiato Fiumara d’arte e le sue opere è scegliendole come set per il videoclip della canzone Klan.



Photographer and art director Domenico Petralia  @Productionlink agency

Styling & Production Alessia Caliendo

Make up Eleonora Juglair 

Hair Florianna Cappucci using R+CO

Filmaker and editing Marco Mezzani @Simple_ag

Sound design Space Hunter

Photographer Assistant Laura Juvancic

Alessia Caliendo’s assistant Andrea Seghesio

Models: Alessia @fabbricamilano

Vania @urbanmodels

Beauty Icona Milano: Eyebrow design 02, Crystal lips transparent lipgloss, CC Icona CC the multitasking cream

Special thanks to

Hotel & Ristorante La Playa Blanca

Creperia & More Santo Stefano di Camastra

La guida perfetta per 3 giorni in Alto Adige

Poche volte i luoghi non ancora visitati, ci appaiono esattamente come li avevamo sperati, talvolta le aspettative superano la realtà; l’eccezione si chiama Alto Adige, terra di eleganti paesaggi, di vini e di buon cibo, di disciplina e condivisione, meta perfetta di chi ama allontanarsi dal caos e godere delle eccellenze del territorio.

In 3 giorni riuscirete a scoprire l’impegno e l’attenzione che in questa terra meravigliosa mettono i propri abitanti; qui una guida tra cantine, hotel, ristoranti, che vi farà venire voglia di ritornarci.

GIORNO 1

PARK HOTEL LAURIN

Dal 1910 è il Grand Hotel di Bolzano, stile classico e ampia scelta di camere business e suite con vista panoramica. La cucina gourmet offre rispetto per la tradizione con sorprese nelle reinterpretazioni dei piatti; da provare l’uovo del contadino cotto a bassa temperatura, crema di zucca Hokkaido e champignon, da abbinare ad un Arunda Brut Rosè metodo classico Talento, e le tagliatelle ai tartufi estivi con un Sudtirol St. Magdalener Vigna Rondell del 2018, che combina forza ed eleganza rispettando il piatto. Un vino autoctono classificato tra i migliori vini rossi italiani  insieme al Brunello, è versatile e si avvicina molto al Pinot Nero. Da non perdere il dessert cremoso variazione di pistacchio con nota croccante di nocciola.



KOFERERHOF CANTINA

In Val d’Isarco, nel comune di Varna ai piedi delle Dolomiti, una visita alle cantine Köfererhof, il cui vignaiolo appassionato nobilita nome e vino. Gunther produce dalle 70 alle 90mila bottiglie l’anno, su vigneti che raggiungono gli 800 mt e che per escursione termica, tipologia di suoli e posizione, donano grande carattere e complessità ai vini; non a caso Kofererhof è considerato uno dei migliori bianchisti d’Italia. Conversione diretta principalmente sui bianchi, Riesling, Sylvaner, Muller Thurgau, Kerner, Gewürztraminer, la famiglia Kerschbaumer si dedica anche all’accoglienza nel ristorante sopra la cantina gestito dalla madre Erika, una dolce signora in abiti tradizionali che vi porterà nella storica Stube, il tepore del legno, una sensazione di pace e di “casa”, e l’affaccio sulla vallata che sembra disegnata da un maxi rastrello dalle punte verdi.



EISACKTAL CANTINA VALLE ISARCO

130 i soci di questa cooperativa formata da piccoli viticoltori, premiati con la medaglia d’oro al Concorso Internazionale di Muller Thurgau con il loro vino nel 2020.
11 in totale i comuni di produzione dai terreni sabbiosi, sassosi e in pendenza e dalle altitudini importanti (1000 mt per il Muller Thurgau e il Kerner); una grande selezione di vitigni dalla cifra stilistica elegante, fresca, più spinti verso l’acidità meno in grassezza.
Il 97% della produzione è destinata al bianco, diviso in 2 linee di cui Aristos rappresenta la selezione dei miglior vigneti; l’obiettivo è “portare l’uva in bottiglia”, motivo per cui si investe molto nei macchinari di ultima generazione e in risorse sempre aggiornate.

KIRCHERHOF RISTORANTE

Per una cena all’insegna della tradizione, il ristorante Kircherhof sito ad Albes propone tagliatelle di Schuttelbrot fatte in casa con agnello nostrano brasato, formaggio di malga ed erbe del loro orto; in perfetto abbinamento uno Schiava Mediaevum 2020 Gump Hof e un Sylvaner 2020 Strasserhof. Piatto migliore il filetto di salmerino dalla Val Passiria con grano saraceno, zucca e barbabietole abbinato ad un Alto Adige Valle Isarco Sylvaner 2020 cantina Kuenhof e a chiudere un sorbetto di mele fatto in casa con cioccolato croccante, mele marinate e noci. www.kircherhof.it



HOTEL SPITALERHOF

Dormire in una botte oggi si può, non sarà piena di vino ma è certamente un soggiorno speciale. La camera è interamente in legno, bombata, accogliente, con box doccia a pioggia, e una jacuzzi esterna riscaldata. Le due botti della struttura si affacciano sulla piscina esterna e sulla vallata. Nella botte niente angoli o spigoli, c’è quasi il rischio di ritrovarsi sottosopra.
https://www.spitalerhof.it



GIORNO 2

E-BIKE TOUR ALTA BADIA

Non c’è niente che combina avventura e contatto con la natura, di un e-bike tour; salendo con l’ovovia si arriva in Alta Badia, a Corvara, dove il verde acceso lascia spazio a degli spruzzi biancheggianti che si intravedono sulle montagne; qui la scena paesaggistica si avvicina alla poesia e fa esplodere in tutti un grande sentimento di coesione con la natura stessa, soprattutto in chi ha dimenticato questa gioia abitando in città.
Dal cielo alle casette in legno tutto sembra disegnato, i ciclamini come delle pennellate d’estro e l’azzurro terso sopra la testa come uno spruzzo denso di tempera; non sono delle sdolcinerìe, qui realmente si può sentire quell’energia che arriva da non sappiamo dove, ma che ci ricongiunge con la natura, nostra prima grande madre.



UTIA DE BIOCH

Sul punto più alto dell’Alta Val Badia, come in una caccia al tesoro, troverete il rifugio alpino Utia de Bioch, tappa obbligata se volete scoprire che tradizione è sinonimo di qualità, una cucina d’eccellenza e un servizio accogliente che avrebbe da insegnare a molti nel resto dello stivale. La baita riceve lo speciale “premio per la cultura del vino in Alto Adige”, per l’impressionante selezione di etichette (1031 per la precisione) e l’impeccabile gusto negli abbinamenti.
E’ Markus Valentini, titolare dell’Utia de Bioch che ci regala le grandi sorprese del gusto, arrivano dalla sua profonda passione per il vino e per la competenza degna di lode. Il Premio sottolinea la differenza tra chi fa e chi ci mette il cuore; da provare la costoletta di Mangalica alla brace, salsa al miele e limone, cipolla fondente e insalatina di erbe firmate da Nicola Laera, un piatto in collaborazione con gli chef stellati; una crema di patate con erbe di montagna fresche e polline, per comprendere quanto la semplicità talvolta sia di gusto superiore alla complessità, abbinata ad un Kerner Pacher Hof 2018 (ne vorrete una cassa intera); a chiudere un krapfen del contadino dalla forma allungata ripieno di mele, gelato allo yogurt e miele caramellato abbinato ad un Passito Comtess St Valentin 2018, una vendemmia tardiva, i grappoli rimangono sulla pianta fino alla fine dell’anno, il risultato è un Gewurztraminer elegante, intenso, cremoso, dalle note esotiche e mielate.
Una volta stati qui, avrete il mal di Utia de Bioch, quella nostalgia lasciata dai luoghi del cuore, dove siete stati felici, dove vi sentite a casa, e vorrete tornarci, spesso.



RISTORANTE TURMWIRT
In un piccolo villaggio di nome Gudon, di quelli che sembrano esistere solo nelle fiabe, si trova il ristorante Turmwirt, materie prima acquistate dai contadini locali, produzioni proprie di succhi e grappe e grande rispetto per la tradizione.
Qui da non perdere la sella di cervo con crosta di noci, cavolo rosso, frittelle di patate (per dare più sapore ai piatti semplici in passato i contadini hanno sempre usato friggere i cibi) abbinata a un Cabernet Sauvignon Riserva Freienfeld 2018 della cantina Kurtatsch, barricata francese, tostatura leggera, grande ricchezza di note fruttate e morbida struttura tannica che ti porta ad una bevuta lunga e piacevole.



Piatto forte il risotto di zucca con salmerino marinato, abbinato a un Gewurztraminer Auratus 2020 della tenuta Ritterhof, dove “auratus” sta per dorato che coincide col colore luminoso e intenso giallo paglierino; un vino prezioso e pluripremiato con “3 bicchieri” dal Gambero Rosso dal 2014, il vino del cuore della cantina perchè coltivazione della prima generazione Ritterhof, una gestione che mixa egregiamente modernità e tradizione, la direzione oggi seguita da Eva, terza per generazione che porta dal mondo saperi per elevare il gioiello di famiglia.
Perfetto invece come aperitivo il Pinot Bianco Berg 2019 della Cantina Colterenzio prodotto nella zona di Eppan Berg, luogo storicamente riconosciuto per la produzione di Pinot Bianco; vinificato 100% in legno, grande affinamento sui lieviti e, i tempi in questo caso, come succede per alcuni profumi, regalano grande grazia ed armonia.

GIORNO 3

PATAUNER RISTORANTE

Qualsiasi fotografo impazzirebbe dai giochi di luci ed ombre che crea il pergolato di questo ristorante; sotto l’ombra delle piante verdeggianti, le tavolate del Patauner dove i canederli sono i veri protagonisti; quello ripieno di barbabietola non dovete farvelo scappare; ma anche la tartare di manzo dal Gerberhof di Nova Ponente con pane del contadino tostato e burro e il semifreddo di canapa caramellati con cioccolata calda.



CANTINA NALS MARGREID

Se avete voglia di una degustazione con i fiocchi e avete bisogno di rifornimento per la vostra cantina privata, Nals Margreid fa al caso vostro: 160 ettari di terreno, 14 zone di coltivazione, 120 vignaioli, 25 etichette, 1 agronomo, 70% di bianco e 30% di rosso, 1 milione di bottiglie vendute, solo per darvi alcuni numeri.
Lo spazio destinato all’accoglienza oggi è moderno e all’avanguardia, un’architettura firmata da Markus Schrerer con grande terrazza panoramica e legni che si armonizzano col luogo, premiato nel 2013 alla Biennale Architettura di Venezia. Arredato internamente in stile classico con Chesterfield cuoio e nero, adornano le bottiglie pluripremiate come il Pinot Bianco Sirmian 2012 quale “Bianco dell’anno” dalla più famosa ed influente guida italiana ai vini edita da Gambero Rosso; “3 bicchieri” vinti 7 volte consecutivamente che vien subito voglia di fare una verticale a cena con gli amici più esperti.



Un vino espressione delle infinite potenzialità del terroir altoatesino, porfido, marmo, calcare e terreni morenici, estati fresche e autunni miti, vendemmia tardiva, siamo sulle pendici di Nalles a ovest dell’Alto Adige; il 2019 è un bouquet di fiori con note di ananas, mela, agrumi, ma quello che rimane, come un atteso “arrivederci” di un romantico appuntamento, è la straordinaria mineralità e freschezza, un finale persistente come il “suo” profumo.




Le novità gourmet per la stagione fredda dell’Aleph Rome Hotel

L’arrivo della stagione fredda è sempre accompagnato, in cucina, da ingredienti e sapori che ben si conciliano con il calare delle temperature; l’Aleph Rome Hotel, elegante 5 stelle incastonato nel cuore della città eterna, tra piazza Barberini e via Veneto, rivede pertanto la propria offerta gourmet, trasferendola dalla terrazza protesa sul panorama mozzafiato della capitale all’interno dello Sky Blu Restaurant, per cui l’executive chef Carmine Buonanno ha messo a punto un programma gastronomico d’eccezione, che spazia tra proposte ad hoc per i primi freddi e una serie di appuntamenti tematici che faranno la felicità dei foodie più esigenti.

Formatosi alla corte di Alfonso Iaccarino nel prestigioso Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi (doppia stella Michelin) e già alla guida del ristorante romano Gran Melià Villa Agrippina, Buonanno presiede oggi l’offerta F&B dell’hotel Aleph, tenendo fede a una filosofia basata sulla commistione di tradizione e innovazione, in cui la prima (legata alle origini dello chef, alla sua impronta mediterranea) si fonde armonicamente con la seconda, in un percorso di costante ricerca e sperimentazione culinaria.



Ne risultano sapori intensi, abbinamenti moderni che però tengono sempre in grande considerazione il territorio, come dimostrano le novità del menù invernale, aperto da portate quali la “variazione di coniglio con castagne e melograno” e il “carpione di ricciola, pistacchio e gelée di sedano e cardamomo”; tra i primi, invece, “tortelli di genovese di manzo con salsa mozzarella e riduzione di aglianico” e “pacchero di Gragnano con stracciatella e polvere di dragoncello”, seguono i secondi (“filetto di manzo come un saltimbocca alla romana” e il “baccalà cavolfiori e lattuga di mare”); chiudono il percorso a prova di connoisseur, in equilibrio tra sapori stagionali, ricette classiche e abbinamenti sorprendenti, i dessert, ossia il “limone yuzu e tè matcha” o la “rivisitazione della ricotta e visciola”.

Un’alternanza di menù speciali, a disposizione della clientela per un periodo limitato, scandirà inoltre i prossimi mesi, omaggiando gli ingredienti tipicamente invernali; primo protagonista sarà il tartufo, “in scena” dal 16 al 21 novembre. Gli ospiti dello Sky Blu Restaurant potranno inoltre comporre in libertà la propria cena ideale, attingendo al menù permanente come a quello tematico per ottenere la combinazione di piatti a loro più congeniale.

Chi, infine, volesse ritagliarsi una pausa deluxe per gustare un tè nei rigidi pomeriggi che ci attendono, potrà rivolgersi all’Onyx Bar della struttura, il cui tea time prevede delizie gourmet dolci o salate, per una stagione da vivere all’insegna del connubio perfetto tra bellezza e bontà, affidato alle sapienti mani di Carmine Buonanno.

Testo: Marco Marini