TBD Eyewear, la nuova collezione di occhiali presentata a Pitti 102

TBD Eyewear, il brand di occhiali da vista e da sole, combinazione perfetta di design italiano e sostenibilità, rafforza ancora una volta impegno e ricerca, puntando a collezioni interamente «green». Tra gli impegni della griffe milanese, fondata da Fabio Attanasio e Andrea Viganò, ci sono anche produzione interamente italiana e estetica genderless.

Fabio Attanasio e Andrea Viganò

La storia del marchio prende forma sull’asse Milano/Cadore dove gli occhiali vengono disegnati e prodotti da artigiani che assemblano ogni parte dell’accessorio, a mano.

A Pitti Uomo edizione 102, giunto al suo sessantesimo anniversario dal suo esordio, Attanasio e Viganò presentano due nuovi modelli di occhiali, che vanno ad aggiungersi alle collezioni continuative precedenti.

Va rafforzandosi l’impegno sostenibile. TBD Eyewear, infatti,  estende la sua anima green non solo alle montature più iconiche (ricordiamo le varianti Earth Bio, Eco Green, Blue Ocean, Eco Black, Eco Transparent, Eco Havana e Eco Dark Tortoise), ma anche al packaging: un altro passo gentile verso il mondo, 100% ecosostenibile, 100% elegante.

La classica confezione verde è in cartone riciclato, garantito FSC; la custodia rigida, che conserva e protegge gli occhiali da vista o da sole, è all’esterno in cotone riciclato, nel tipico verde TBD Eyewear, e all’interno è rivestita in PET. Anche il panno in microfibra è in plastica completamente riciclata.

I nuovi modelli TBD Eyewear

NUOVI MODELLI

TBD Eyewear presenta a Pitti Uomo 102 ben due nuovi modelli, entrambi dal carattere deciso.

Le nuove collezioni di occhiali da sole e da vista TBD Eyewear Cord e Piquet mettono in risalto il design timeless e la cura per il dettaglio tipici dello stile italiano. Gli elementi iconici del brand si mescolano per creare due nuove silhouette eleganti ed unisex, con richiami ad uno stile vintage rivisitato.

Modello CORD
TBD Eyewear 2022
Montatura modello Cord

Come la corda nasce da un insieme di fili naturali intrecciati a mano, così la nuova collezione di occhiali da sole e da vista unisce gli elementi di design distintivi del brand, creando una montatura forte, spessa e squadrata che non perde armonia grazie agli angoli smussati. L’asta, completamente rivisitata in chiave vintage, ha spessori che conferiscono una nuova tridimensionalità all’accessorio. Interamente prodotti a mano in Italia, ancora una volta con materiali sostenibili, i Cord di TBD Eyewear sono disegnati per chi ricerca un’estetica caratterizzante, sia per uomo che per donna.

Saranno 4 le combinazioni proposte:

•   l’iconico Cord Eco Havana con Lenti blu;

•   il deciso Cord Eco Black sia da sole, con Lenti arancioni, che da vista;

•   il delicato Cord Eco Champagne sia da sole, con Lenti verdi, che da vista;

•   Il distintivo Cord Honey con Lenti verdi.

Modello PIQUET
Modello Piquet - TBD Eyewear
Modello Piquet declinato nella versione occhiali da vista e da sole

Il nuovo Piquet di TBD Eyewear si ispira e interpreta il glamour delle montature aviator. Proprio come l’omonimo tessuto intreccia due trame e due orditi per generare la sua forza, il doppio ponte strutturato di questo modello si abbina alla distintiva lente a goccia e alla rinnovata tridimensionalità dell’asta in chiave vintage, regalando alla montatura un’identità definita. Gli occhiali da sole e da vista Piquet sono tutti sostenibili, realizzati in Bio-acetato e vengono prodotti a mano da artigiani italiani. Perfetti per chi vuole esprimere con audacia il proprio stile, sia per uomo sia per donna.

Anche in questo caso la collezione è declinata in 4 abbinamenti:

•   l’elegante Piquet Eco Havana sia da sole, con Lenti verdi, che da vista;

•   il ricercato Piquet Eco Dark Havana con Lenti blu;

•   l’originale Piquet Eco Champagne con Lenti verdi;

•   l’immancabile classico Piquet Black sia da sole, con Lenti grigio scure, che da vista.

Valentino lancia il nuovo hub conscious-driven ‘Creating Shared Value’

È attiva dallo scorso 31 maggio la nuova area conscious-driven del sito di Valentino, Creating Shared Value. Si tratta di una sezione interna e integrata al portale online della maison capitolina, un autentico universo digitale che dà forma alla volontà del marchio di passare dal me al noi, dal mitico atelier romano della label (luogo delle meraviglie dove si creano sogni e costruiscono visioni di stile) alle strade dove quei sogni e quelle visioni prendono vita.

La piattaforma si pone l’obiettivo di svelare al pubblico ciò che si cela dietro l’operato del brand guidato da Pierpaolo Piccioli, sempre più impegnato in un processo di green transition tramite progetti ad hoc, in ambito sia sociale che ambientale; un percorso del tutto naturale e coerente con i principi fondanti della griffe, intrapreso da tempi non sospetti e ora raccontato, con dovizia di particolari, agli utenti e in generale al mondo esterno col quale Valentino ha avviato un dialogo continuo, con l’obiettivo di restituirgli ciò che gli spetta di diritto.

Valentino sostenibilità
Image courtesy Valentino

I tre cardini della piattaforma: People, Planet, Product

Creating Shared Value si configura come una finestra in costante aggiornamento che invita l’utente ad immergersi nel mondo interattivo pensato dalla maison, in cui i valori aziendali, raccontati attraverso un’inedita interfaccia grafica, risultano articolati in tre sezioni, People, Planet, Product. Per quanto riguarda la prima, è il riflesso del modus operandi di un brand che ha sempre messo al centro del proprio operato l’elemento umano, poiché l’eccellenza artigianale che lo contraddistingue fin dalla nascita negli anni ‘60 è frutto (anche e soprattutto) delle qualità, del talento dei singoli dipendenti, che si adoperano per tramutarla in realtà. La company culture di Valentino, dunque, non può che essere inclusiva, e passa – tra le altre cose – da collaborazioni con enti culturali, scholarship, attività di mentorship, progetti che danno il via a conversazioni tra artisti e giovani, permettendogli di essere agenti di un cambiamento sociale positivo.

Valentino moda consciousness
Image courtesy Valentino

Planet si focalizza invece sul senso di responsabilità ambientale del marchio, oggi più forte che mai, vale a dire la capacità di rispondere del proprio operato e delle proprie azioni. Consapevole della drammatica situazione in cui versa il pianeta, la maison adotta pertanto pratiche trasparenti, adeguando il business model a un mondo in continua evoluzione ed esplorando le infinite possibilità offerte da studi e analisi dell’impatto ambientale.

Product, infine, si concentra sul connubio (ormai imprescindibile) tra eccellenza artigiana e tecnologia, che consente di immaginare nuovi metodi produttivi; l’identità odierna di Valentino si fonda proprio su questo, sulla necessità cioè di preservare lo straordinario heritage dell’etichetta adeguandolo alle necessità della società contemporanea, per continuare a realizzare capi e accessori di squisita fattura ma dall’animo “eco”, ponendo così le basi per una ri-significazione del lusso in ottica green.

Valentino creating shared value
Image courtesy Valentino

Il video di Ainslie Henderson che racconta l’universo di Creating Shared Value

Per presentare Creating Shared Value, la griffe ha scelto di affidarsi alla visione immaginifica di Ainslie Henderson, scrittore, regista e animatore, autore di numerosi corti e clip musicali da milioni di riproduzioni (come Moving On dei James), già vincitore di un BAFTA nel 2012 per The Making of Longbird. L’artista scozzese firma un video in stop motion che vede protagoniste le consistenze tessili nelle quali si costruisce il filo verde, sinonimo dell’approccio conscious-driven di Valentino.

Napapijri x Moreno Ferrari, outerwear d’autore sostenibile

La capsule collection Napapijri x Moreno Ferrari nasce dalla collaborazione tra il brand outerwear e il celebre designer e artista italiano. L’ispirazione arriva dal “NO” project, installazione realizzata da Ferrari nel 2018, quando rivisitò l’iconica giacca del marchio Skidoo, trasformandola in un’opera d’arte, e riflettendo così sul confine tra impegno e responsabilità verso l’ambiente, che la moda – tra le industrie più inquinanti in assoluto – non può più permettersi di eludere.

Alan Cappelli sostenibilità
Alan Cappelli Goetz indossa la T-shirt della capsule Napapijri x Moreno Ferrari

Design, sostenibilità e innovazione in una capsule collection unica

La volontà di sviluppare progetti che abbraccino questa filosofia, in cui il negativo diventa positivo, si traduce ora in una collezione circolare che coniuga design, sostenibilità e un approccio innovativo ed etico alle tematiche ambientali.

Napapijri x Moreno Ferrari presenta una serie di look urban interamente riciclabili, declinati in cinque stili che rimandano ad elementi del paesaggio urbano (come pluriball e reti di sicurezza in plastica), evidenziando la necessità di riutilizzare e riciclare il più possibile. Trasformati in stampe all-over e grafismi, questi dettagli creano una connessione con il “NO” project, concretizzando l’impegno di dare nuova vita e scopo a tessuti di scarto e oggetti ordinari, comune sia alla griffe che al designer vincitore del Compasso d’Oro.

La collab include due giacche Northfarer, due felpe (con cappuccio o collo a imbuto) e una T-shirt; capi interamente riciclabili confezionati in ECONYL®, nylon rigenerato di ultima generazione, realizzato a partire da materiali di recupero quali reti da pesca, scampoli, moquette… Tutti i pezzi possono essere resi dopo due anni dall’acquisto e trasformati in nuovi filati e prodotti. 

Durante la design week, la capsule collection verrà esposta presso la galleria Rossana Orlandi: l’appuntamento è per martedì 7 giugno, dalle ore 18. A “interpretare” questa partnership d’eccezione, che fonde mirabilmente ricercatezza stilistica e principi green, è stato chiamato l’attore Alan Cappelli Goetz. Di origine belga, si divide tra recitazione (ha preso parte a numerosi film e serie di successo, in Italia e all’estero, da I Medici a The Poison Rose passando per Carla, La fuggitiva, Provaci ancora prof!…) e attivismo ambientale, spendendosi in prima persona per cause e progetti che sposano le istanze (fondamentali) della sostenibilità nel senso più ampio del termine, parlandone anche sui social (su Instagram conta oltre 91 mila follower), nonché sul sito di Style Magazine, dove cura una rubrica ad hoc.
Abbiamo colto l’occasione per rivolgergli qualche domanda sulla collezione e, più in generale, su alcuni punti chiave della moda “eco”.

Alan Cappelli Goetz ci parla della collab e della moda sostenibile

Napapijri Moreno Ferrari
Alan Cappelli Goetz indossa la felpa Napapijri x Moreno Ferrari

Da “ambassador” della collab Napapijri x Moreno Ferrari, cosa ti ha più colpito di questa collezione?

Oltre ad essere esteticamente accattivante, rappresenta un passo avanti nella giusta direzione, quella verso cui dovrebbe dirigersi l’intera industria; se il sistema della moda prendesse realmente in considerazione la sostenibilità oltre che il design, avremmo un enorme problema in meno cui badare nel nostro tentativo di risolvere i disastri combinati finora con un modello di consumo – e produzione – completamente sbagliato.

Quello della sostenibilità è un argomento cruciale per il fashion system come mai prima d’ora, il rischio è che si risolva tutto in mera comunicazione. Secondo te come può orientarsi il cliente nel mare magnum odierno di iniziative, formule, termini più o meno accattivanti…?

Il rischio del greenwashing c’è, inutile negarlo. Va intanto precisato che la moda, in quanto parzialmente superflua, ha responsabilità ancora maggiori di altri settori, ad esempio quello alimentare.
Per rispondere alla domanda, se si vuole visitare il Machu Picchu non basta prendere l’aereo, bisogna chiedere a una guida, capire come arrivarci, organizzarsi… Idem se si vuole mangiare un piatto sano, è necessario andare al mercato, scegliere gli ingredienti, cucinarli, dedicarci insomma tempo, fare una ricerca. Allo stesso modo, nel momento in cui si acquista un capo bisognerebbe avere un minimo di cognizione di causa, orientandosi verso oggetti dall’iter produttivo sostenibile.
Il fattore principale è l’educazione. In linea di massima, il fast fashion è sempre sbagliato perché imperniato su modelli errati, per il resto dobbiamo verificare l’approccio dei brand alla questione: alcuni puntano sul riuso dei filati, altri sull’economia circolare, altri ancora (come Napapijri) consentono di recuperare i materiali recycled dopo due anni. Non possiamo permetterci scelte comode o pigre, per questo è consigliabile anche leggere i giornali “giusti” e seguire determinati influencer. Vale, inoltre, il principio del consumare meno ma meglio; pensiamo magari di non avere abbastanza tempo da dedicare alla ricerca, tuttavia se si comprano meno abiti, pagandoli di più, sicuramente avranno una qualità maggiore e dureranno anni, e si evitano così nuovi giri di shopping. In alternativa, si può optare per il vintage, la scelta migliore in assoluto.

Napapijri maglie sostenibili
T-shirt della capsule Napapijri x Moreno Ferrari

Su cosa dovrebbero puntare i brand per rendere realmente sostenibili le collezioni? E sotto il profilo comunicativo, quali pensi siano le modalità migliori per informare i consumatori sul tema? 

Per un marchio è sicuramente complicato, in termini economici, creare collezioni sostenibili e ricercate esteticamente a un prezzo accessibile. Per muoversi nella giusta direzione, però, si potrebbe intanto guardare ai competitor in questo senso più bravi, tenendo poi a mente i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, siglare partnership, selezionare materie prime di un certo tipo, far confezionare i prodotti in paesi dove la manodopera sia tutelata (non può esistere una vera sostenibilità ambientale senza quella sociale).
Un discorso tanto ovvio, banale quanto complesso da tradurre in realtà. In fondo è comodo lasciare le cose come stanno perché – per adesso – le conseguenze ricadono sui paesi più sfortunati, che subiscono per primi gli effetti del cambiamento climatico. Viviamo in un pianeta ormai globalizzato, qualsiasi cosa succeda in altre nazioni finirà con l’avere un impatto anche su di noi; non possiamo prescindere dal benessere altrui, ogni fabbrica che inquina in Cina danneggia il mondo in cui viviamo tutti.
Penso – e spero – che a un certo punto interverranno sul tema stati e governi, la responsabilità è infatti anche delle istituzioni; gli attori privati non faranno mai tutto il possibile finché non ci saranno leggi che li obblighino a farlo. Se i consumatori scelgono determinati prodotti e le aziende li seguono, indirizzando il mercato, le istituzioni agiscono di conseguenza.
Credo sia importante pure individuare i testimonial giusti, come dicevo. Non a caso le Nazioni Unite hanno chiamato DiCaprio, che oltre a dare un contributo estremamente importante, si distingue comunicando in modo incisivo sull’argomento.
Infine, un punto che rimarco sempre: noi consumatori possiamo votare sia con le elezioni sia col portafoglio, compiendo cioè scelte che abbiano un risvolto politico, ricordandoci che ogni volta i nostri acquisti “sbagliati” danneggiano l’ambiente, dunque la nostra stessa salute. La responsabilità non è solo nostra, ma è anche nostra.

Alan Cappelli Goetz
Anorak Napapijri x Moreno Ferrari
Napapijri green
La T-shirt della collezione indossata da Alan Cappelli Goetz

Credits

Talent Alan Cappelli Goetz

Photographer Filippo Thiella

Ph. assistant Davide Simonelli

Stylist Alessandra Gubinelli

Grooming Claudia Blengio @simonebelliagency

Nell’immagine in apertura, Alan Cappelli Goetz indossa Napapijri x Moreno Ferrari

TENCEL X COREVA: il progetto sostenibile nato dalla collaborazione di Lenzing e Candiani Denim

Da sempre, la visione di Candiani per il denim del presente e del futuro è un prodotto che sia rigenerato e sia rigenerativo e proprio oggi, con la tecnologia COREVA ha realizzato il primo denim stretch compostabile al 100% della storia, con un impatto positivo in ogni fase del suo ciclo di vita. L’azienda ha sede a Robecchetto con Induno dove si trovano le due manifatture e possiede un Development Center a Los Angeles. In Piazza Mentana 3 a Milano ha aperto il Candiani Denim Store, dove vengono proposte le esclusive capsule collection nate con jeanswear brand internazionali e di ricerca, e il Candiani Custom, una vera e propria fabbrica urbana del jeans personalizzato.

Il progetto TENCEL Limited Edition x COREVA è l’ultima novità del periodo e prende vita grazie ad un nuovo tessuto, figlio di due grandi innovazioni sostenibili nate dalla ricerca di Lenzing e Candiani Denim, ancora insieme per una nuova esclusiva collaborazione internazionale.

Le due più innovative aziende europee del settore tessile hanno unito le loro due più grandi e nuove tecnologie sostenibili, TENCEL Limited Edition con canapa e COREVA. La prima è una nuova fibra cellulosica per la quale è stata usata una quantità significativa di polpa di canapa, una soluzione tree-free alternativa alla polpa di legno utilizzata tradizionalmente per TENCELTM Lyocell. La seconda rappresenta il primo denim stretch biodegradabile della storia.

TENCEL Limited Edition con canapa è stata sviluppata per promuovere innovazioni sostenibili nella filiera dell’industria tessile. La canapa è riconosciuta per essere una fibra altamente sostenibile e alternativa a molte tra le classiche fibre utilizzate nei tessuti ma purtroppo è altrettanto rinomata per la sua ruvidità. Applicando il processo di produzione a ciclo chiuso di Lenzing, ambientalmente responsabile, oggi la canapa, in aggiunta alla polpa di legno, viene trasformata per la prima volta in una fibra morbida e confortevole.

Noi abbiamo incontrato Simon Giuliani, Direttore marketing di Candiani Denim che ci racconta i focus del nuovo progetto: aumentare il ciclo di vita del prodotto, la personalizzazione ( già punto cardine della filosofia Candiani) e il riuso.

“Nel nuovo spazio, Lenzing e Candiani Denim condividono la stessa visione, quella migliorare la sostenibilità nel comparto del tessile e della moda. L’obiettivo comune è quello di creare una consapevolezza diffusa, dall’utilizzo delle risorse alla riduzione delle emissioni di carbonio, con un’attenzione particolare al “fine vita” dei capi che, se non biodegradabili, restano nell’ambiente per secoli. Nel nuovo store c’è anche un’installazione che spiega l’innovativo processo di produzione”.

“Sempre in questo punto vendita abbiamo modo di interfacciarci inoltre con un pubblico giovane (la gen Z) raccontare il nuovo materiale e sensibilizzare sempre di più verso un approccio al consumo alternativo”.

Questo tessuto unico al mondo, raffinato, morbido, performante e green, sarà disponibile solo
a Milano presso lo store Coreva Design in Porta Ticinese 22 che proporrà ai suoi appassionati una camicia di jeans oversize da donna in tiratura limitata di 50 pezzi numerati a mano. Il tessuto in edizione limitata sarà anche disponibile presso la Microfactory Candiani Custom in Piazza Mentana 3 per chi desidera un jeans personalizzato.

World Sustainability Organization: la ONG italiana che certifica la sostenibilità delle aziende

Una ONG italiana certifica le aziende e i prodotti eco-sostenibili tramite i programmi (e le rispettive etichette) Friend of the SeaFriend of the Earth. La World Sustainability Organization (WSO) è stata fondata al fine di conservare e tutelare l’ambiente attraverso piani mirati. Tra i progetti di maggior interesse, quelli legati alla moda: settore da sempre sotto l’occhio del ciclone quando si sviluppa la tematica green.

WSO ha, infatti, promosso la certificazione di Moda Sostenibile per tutte quelle aziende che hanno dimostrato di rispettare i criteri di sostenibilità come: adeguata protezione di fauna e flora; corretto smaltimento dei rifiuti, responsabilità sociale. Durante la passata settimana della moda milanese di settembre (emb), la ONG ha rilasciato la certificazione a otto aziende virtuose: Dona Rufina (che ha introdotto il feltro nella produzione al posto della pelle e dei materiali sintetici); Eneas Neto, KF Branding, Olé Rendeiras, Natural Cotton Color, Helena Pontes, Libertees e Rico Bracco.

Parallelamente alla World Sustainability Organization nasce la WSO Models Academy Agency (emb): una piattaforma che tutela i diritti di modelle e modelli. L’Accademia si assicura che questi vengano trattati in maniera dignitosa e tutelati come lavoratori. Parte dei proventi, inoltre, va a supportare le campagne ambientali dell’organizzazione. 

Tendenza sporty: i brand da tenere sott’occhio

La parola sporty non è solo una tendenza sulle ricerche Google: la generazione X e i Millennials pretendono di vestire comodamente per sentirsi liberi di muoversi. Negli ultimi tempi, complici anche le campagne di sensibilizzazione sulle tematiche green, sia uomini sia donne al comfort chiedono di vestire con filati pregiati che in termini di sostenibilità assicurano lunga vita al capo.

Valvola, SEASE e AlphaTauri, i marchi sporty da osservare attentamente

Per venire incontro alle esigenze dei compratori, i brand hanno puntato sullo streetwear di lusso, come nel caso di Valvola: azienda marchigiana che crea un ponte tra streetwear e high end fashion, dando vita ad un total look aggiornato ed innovativo, grazie alla nuova partnership con DAL TRADING. La collezione autunno/inverno 2022-23, presentata durante l’ultima edizione di Pitti Uomo, «prende spunto dalla strada, da un sapiente mix di materiali che definiscono la nuova immagine VALVOLA. I colori bianco e nero creano una cornice essenziale dove si alternano colori sofisticati che ne completano il quadro», come racconta Raffaele Speranza, amministratore della nuova licenziataria.


Bomber della Collezione Valvola autunno/inverno 2022-23
Bomber della Collezione Valvola autunno/inverno 2022-23

SEASE: SEA come mare, EASE come liberare, liberarsi; questo è il mantra del marchio di moda sporty che non rinuncia al tailoring. Quella di SEASE è un’attitudine alla libertà, ovunque noi siamo: che sia il mare, la campagna, la città o la montagna. Differenti stili (Urban, Sailing o Skiing) e un unico fil rouge: l’attenzione riservata ai tessuti che sono performanti, resistenti e, soprattutto, ecosostenibili. L’azienda, infatti, ogni giorno esprime il suo impegno a sostenere il benessere del pianeta contenendo le emissioni di anidride carbonica durante il processo di realizzazione del capo. Oltre al riciclo delle materie prime, inoltre, SEASE conta molto sull’innovazione con l’utilizzo di materiali vegetali per il confezionamento della giacca tecnica come lo spray top.


Una giacca adatta per un’uscita in barca. SEASE

AlphaTauri (il nome si ispira alla stella più luminosa della costellazione del Toro, Alpha Tauri), è un marchio di moda indipendente fondato da Red Bull. Innovazione, tecnologia pioneristica, design e sostenibilità sono dettagli non trascurati dall’etichetta. Dagli energy drinks agli store di tutto il mondo, il passo è stato breve. AlphaTauri applica le nuove tecnologie alla moda per soddisfare le esigenze di un mercato che chiede di vestire comodo e con tessuti eco-sostenibili. I capi sono realizzati con la tecnologia TAUROBRAN® che consente la permeabilità delle stoffe, adattandosi a ogni situazione climatica.


AlphaTauri

Department Five colab North Sails. Dall’unione di due brand nasce una collaborazione che condivide integrità e valori. Nasce, così, Department Five loves North Sails: la colab che vede il brand italiano reinterpretare un capo iconico del marchio leggendario nel mondo della vela. Protagonista è la giacca Sailor, simbolo per eccellenza di North Sails che viene rimodulata attraverso i codici estetici di Department Five e dell’evergreen MA-1, da sempre tra i capi più amati del marchio. Department Five ha nel proprio DNA la ricerca e lo studio, tra cui spicca la passione per i bomber jacket di aviatori e marinai americani.
Dall’incontro di queste due icone, nasce quindi il nuovo modello realizzato sia per uomo sia per donna. Disponibile in verde militare o blu navy, con interno arancione a contrasto, il giubbotto ha un regular fit per lui e si presenta invece in chiave oversize per lei. Il nylon utilizzato è certificato GOTS e soddisfa le esigenze di ridotto impatto ambientale.

Department Five colab North Sails

ACBC. Con la collezione Evergreen primavera/estate 2022 il marchio italiano di prodotti sostenibili e prima B Corp italiana del mondo delle calzature, segna un altro punto a favore della sostenibilità. La nuova sneakers, dall’estetica grintosa, è stata concepita utilizzando materiali green e innovativi. La tomaia della scarpa da ginnastica è infatti realizzata in GrapeBase, un materiale a tecnologia made in Italy ad alto contenuto di materie prime riciclate e vegetali. Protagonista è la biomassa vegetale derivata dagli scarti dell’industria vinicola italiana che comprende bucce d’uva, raspi e semi.

ACBC

In apertura, un look della collezione SEASE

Valentino Open for a Change, le sneakers green

Maison Valentino è sempre più attenta alle tematiche green, come dimostra il nuovo progetto Open for a Change, che trasforma la Open e la Rockstud Untitled in sneakers sostenibili. Le scarpe sono prodotte nel laboratorio interno italiano e realizzate con materiali riciclati e materiali bio-based. Le scarpe da ginnastica, inoltre, vantano l’LCA (acronimo di Analisi del ciclo di vita); una nuova metodologia che quantifica l’impatto di un prodotto sull’ambiente, per tutto il suo ciclo vitale.

ADV Open for a change di Valentino

Un esempio sono l’eco-pelle in viscosa e poliuretano ottenuto dai polioli derivati dal mais. Questi materiali sono utilizzati nella tomaia di entrambi i modelli e parte della banda laterale della Open sneaker. Il modello Rockstud, invece, presenta gli stud in nylon 100% riciclato e i lacci in poliestere riciclato. Anche il packaging è interamente eco-sostenibile grazie alla sua custodia realizzata in cotone e carta riciclata, quest’ultima proveniente da foreste gestite secondo criteri responsabili.

Un progetto meritevole quello di Valentino, che per presentare Open for a Change ha organizzato un’installazione temporanea all’interno delle vetrine di Rombaut, store che vanta una vista mozzafiato sulla Torre Eiffel.

I modelli, al debutto con la collezione primavera/estate 2022, sono disponibili in due varianti di colore e presentano un logo verde stampato in digitale.

#MitParade: quattro accessori eco-sostenibili per un’estate cool ed etica

Sostenere il pianeta con acquisti consapevoli è la nuova frontiera del lusso, soprattutto quando si parla di moda.

Il futuro dell’industria tessile è sempre più eco-friendly. La sfida del luxury fashion, nel suo impegno per un’innovazione responsabile, sta portando risultati ogni giorno più significativi: dalla produzione di tessuti organici che hanno una funzione antibatterica, a quella di abiti e accessori che ben si accordano alle tematiche ambientaliste, secondo i principi dell’upcycling, del riciclo e dell’utilizzo di materie prime realizzate nel pieno rispetto dell’uomo e del pianeta.
Così, gli stilisti interagiscono con le richieste del consumatore che nel 92% degli italiani intervistati, secondo l’ultimo sondaggio di Trustpilot e LondonResearch, boicotterebbero un marchio non etico.

Nel frattempo, le tendenze dell’estate 2021 spingono l’acceleratore sull’activewear eco-sostenibile come per Fila Eyewear che annuncia i primi occhiali da sole etici, con la collezione Green Power. La linea, composta dai modelli SFI085 e SFI086, combina materiali bio e colori unisex per occhiali da sole dal design audace grazia alla logomania Fila in rilievo sulle aste. La montatura biologica è stata realizzata con plastica riciclata proveniente da paglia o coltura di foraggio, senza DEP o BPA. Ciò ha permesso di ridurre notevolmente l’emissione di anidride carbonica nell’ambiente, pur mantenendo standard qualititativi d’eccellenza. Cavalcando l’ottica green, anche l’astuccio è realizzato in plastica totalmente riciclata.

Fila Eyewear

Per gli amanti dello stile ma che non rinunciano alla comodità durante tutto il corso della giornata, anche Piquadro continua il suo percorso etico presentando una serie di nuovi prodotti realizzati con materiale ecologico. PQ Modular, questa è la linea creata dall’etichetta fondata da Marco Palmieri nel 1988, è perfetta sia nel contesto urbano sia per la vita dinamica in vacanza. Leggera e performante, è amica dell’ambiente perché realizzata in poliestere ecologico 100% ottenuto da bottiglie di PET riciclato. Questo materiale, inoltre, è stato trattato con Viral OFF: una nuova tecnologia che impedisce ai virus di attecchire alle fibre tessili entro due ore dal loro contatto. Insomma, lo stile Piquadro, che fa dell’economia circolare il suo massimo impegno per un futuro migliore, ci protegge anche dal Covid.

E se è vero che il mantra dell’estate 2021 è il comfort assoluto anche se indossato ai piedi, i sandali infradito dal brand di moda pioniere della salvaguardia dell’ambiente Ecoalf, sono la scelta giusta per essere cool e “cento per cento sostenibili”. Queste calzature, infatti, sono realizzateutilizzando le alghe marine, permettendo di risparmiare ben 1.8 milioni di litri d’acqua che potrà essere utilizzata per irrigare i campi o, ancora, per fini sanitari.

Vicario5 recupera Villa Piovene e rilancia le imprese locali con una moda sostenibile e rigorosamente Made In Italy

Artwork Maria Angela Lombardi @_mariaalombardi_

Siamo a Villa Conte Piovene, a Brendola, sede di Vicario5, tra i colli vicentini, brand artigianale e sostenibile nato dall’agenzia di Stefano Lora nel 2014, con l’idea di andare incontro alle nuove esigenze del mercato femminile, alimentate, oggi più che mai, da un equilibrio perfetto tra praticità e femminilità.  
Un prodotto quotidiano per il lavoro e il tempo libero, fatto di tessuti organici e con una forte connotazione veneta, un richiamo costante all’estetica delle ville che popolano i colli berici, nei loro fregi e stucchi che ritornano come leitmotiv della collezione. Questa visione crede fermamente nel coinvolgimento dei fornitori locali, delle maestranze depositarie della nostra tradizione, con i loro filati biologici di produzione locale, e con l’autenticità dei loro decori e stampe definite con cura e dedizione artigianale.
Il nome del brand deriva proprio da questo luogo che la ospita: l’antica casa del vicario al n5.
Quest’attenzione alla valorizzazione della storia e della cultura dell’epoca, insieme al rispetto per l’ambiente, sono il motore quotidiano di uno slancio emozionale che si riflette nell’anima della collezione.

Una villa d’insediamento del 700 di 2.800 mq che fu luogo di ritrovo e di scambio d’idee dei nobili dell’epoca, soprattutto dietro la spinta di Adele, moglie di Felice Piovene. Una coppia illuminata che sognava l’unità di Italia e scelse questo territorio per trascorrere le vacanze, restaurando la propria dimora secondo il gusto neoclassico: uno stile sobrio, definito da un bugnato gentile e rustico sulla facciata, il cui fregio della scalinata riprende il Borromini di Sant’Ivo alla Sapienza. Le statue poste in alto, quasi a vegliare sull’intero paesaggio su cui si affaccia la villa, rappresentano con molta probabilità il Giudizio di Paride con Atena, Afrodite e Giunone col suo pavone, scelto dal proprietario della villa per fare un omaggio alla bellezza e intelligenza della moglie.
Sulla facciata è presente il motto “giustizia e onore” che viene ripreso nelle eleganti ceramiche prodotte a Nove, in cui si ripetono i fregi presenti nella villa insieme al motivo della scalinata e i pavoni presenti nel giardino, secondo la tradizione veneta.

Una passeggiata per raggiungere l’albero monumentale che sovrasta la vallata, un cedro del Libano, il luogo preferito di Adele, dov’era solita soffermarsi per cena.
Adele è un tema ricorrente in alcuni pezzi della collezione di Vicario 5, in una versione tutta stilizzata, ci racconta Alice Verza, designer del brand. Così come i pattern degli abiti riprendono il fregio della scalinata della facciata.
La collezione SS22 è divisa per temi e per materiali, prestando sempre alta l’attenzione nei confronti del territorio e delle sue eccellenze.
Composta da fibre biologica certificate, le collezioni presentano stampe dei luoghi più suggestivi del territorio, come Burano, Murano e Torcello che si sviluppano su ogni capo, come un viaggio.
Una collezione pratica ma ricca di dettagli pregiati, come il cotone canestro con tessuti di carta, una lavorazione delicata fatta di filati di provenienza interamente italiana. C’è tutto il valore di una produzione originale, in cui ogni pattern è stato creato ad hoc per loro, su fibre lino e cotone.


Ultimo arrivato in Vicario 5 è una linea di occhiali da sole, caratterizzati da un design fresco e innovativo, con il disegno della villa serigrafata sulla montatura.
Anche la homewear è composta interamente di tessuto organico certificato, jersey di lino, lino cotone, tutti esemplari in cui è presente il QR code da cui è possibile verificare i passaggi di produzione.
Una linea comfort ma super chic, fino alla tuta dai tagli ricercati perché, anche nel tempo libero, l’occhio vuole sempre la sua parte.



WSM CHANGE TRAIL: un percorso tra i multibrand store di Milano che supportano la moda responsabile

Per questa edizione WSM-WHITE si espande verso la città di Milano con il progetto CHANGE TRAIL: un percorso che coinvolge importanti store multibrand, che presentano e promuovono una serie di designer sostenibili. Una scelta nel segno dell’inclusione del territorio con l’obiettivo di mostrare la ricerca e identità stilistica dei diversi retailer milanesi. Un vero e proprio city tour, che sarà metaforicamente e letteralmente guidato da Matteo Ward, che sulla sua Birò elettrica, visiterà le varie location insieme a opinion leader ed esperti del settore.

I negozi e gli spazi che hanno aderito all’iniziativa sono:

BIFFI BOUTIQUES presenta il brand di denim sostenibile Peppino Peppino.

Denim e abbigliamento casual sostenibile al Multibrand Store di Milano Biffi Boutiques: una delle tappe del WSM Change Trail

DAAD DANTONE invece ci mostra le borse vegan e cruelty free di Roberto di Stefano, che ha usato per primo in Italia il materiale ottenuto dal cactus brevettato da Desserto per un’intera linea di accessori.

La collezione di borse vegane by Roberto di Stefano al Multibrand Store DAAD DANTONE di Milano per l'edizione 2021 del WSM

TENHOA ci racconta F/CE, brand giapponese di apparel e accessori, che unisce viaggi e cultura a una moda sostenibile e funzionale.

La collezione di borse e zaini sostenibili F/CE al multibrand store Tenhoa per il WSM di Milano

MODES si lega ad un nuovo concetto connesso alla sostenibilità con un forte spirito di reinvenzione e collaborazione: Rick Owens lancia una prima capsule, in esclusiva per MODES, che offre una gamma di capi upcycled ripensati e rielaborati dal giovane designer veneziano Swampgod.

Il Multibrand Store MODES fa parte della Change trail e porta a Milano la capsule collection di Rick Owens

CIVICO NOVE presenta la nuova collezione di Ecoalf.

Lo Store Multibrand Civico Nove presenta la collezione di sneakers Ecoalf per la Milano Change Trail

PELLUX (storico negozio di valigeria, oggi ripensato come concept store dedicato al viaggio) ospita la piattaforma The Canvas fondato dal giovane Devin Gilmartin, che si basa un modello di profit-sharing per dare spazio a giovani talenti della moda responsabile nel mondo. Per questa edizione di WSM The Canvas porterà 9 brand internazionali a Milano tra cui Adiff, FoxyLab NYC, Hedgren, Clandestina, Brownmill Company, Reuben Oliver, Apà Intemporal, Bring, Reuben Oliver, Vustra.

NORTH SHORE MILANO presenta il Soseaty, brand di abbigliamento sostenibile e beachwear. LADIOSA ATELIER, concept store con tante idee originali per l’arredamento collabora con il nuovo brand di camicie Shirtes (impegnato nella sostenibilità e nella ricerca di volumi speciali con dettagli inusuali). Infine NUMEROTRENTA presenta il denim upcycle e (re)made in italy di Blue of a Kind realizzati in modo sostenibile e cruelty free, grazie all’utilizzo di avanzi ed eccedenze.vScopri qui tutti gli appuntamenti:

Le tappe del WSM Change Trail tra i Multibrand Store di Milano dedicati alla moda responsabile

Brand alert: Born Romantic Milano

Born Romantic Milano nasce dalle strade di Milano, da una giungla urbana e da una bomboletta spray. Un cult che cattura l’interesse dei passanti con questo semplice slogan. Tutte le zone della metropoli conservano una rosa morta, dove l’identità dell’autore rimane ancora un mistero. Dopo aver creato una mostra con soli supporti di riciclo ed aver concorso al Fashion Film Festival Milano 2021, oggi si prospetta un nuovo traguardo: la Red Label. Si tratta di una linea di abbigliamento che conta 5 certificati nel rispetto della salvaguardia ambientale e del lavoratore. E’ contraddistinta dalla patch rossa e sarà venduta esclusivamente nei migliori shop della Camera Italiana selezionati.




A Gennaio 2020 è stato organizzata una proiezione in occasione del Fashion Film Festival Milano2021, sotto la giuria di Milovan Farronato, Anna dello Russo, Marcelo Burlon e Margherita Missoni. L’evento si è svolto nella galleria Art Mall in Via Torino, nel pieno centro di Milano. Durante la proiezione è stata presentata una capsule e un’esposizione artistica tutta focalizzata su materiali di recupero.

Queste opere sono dei manifesti sarcastici delle situazioni socio-politiche contemporanee, naturalmente create su materiali di riciclo, come vecchi manifesti in PVC o cartoni di scarto. Sono queste le iniziative che hanno lo scopo di donare una seconda vita ai materiali, altrimenti destinati alla discarica.

I valori del brand si amplificano: dall’attenzione al materiale utilizzato e ai meccanismi di produzione, si passa a tematiche di rispetto ambientale e di diritti umani, fino ad arrivare al supporto di iniziative sociali, artistiche e di ricerca. Dopo questo appagante percorso, l’azienda è arrivata alla creazione della Red Label di Born Romantic, una linea carry over con un collocamento più alto. Il prodotto è premium quality, proveniente da materiali di riciclo o di produzione biologica e certificati alla tutela dell’ambiente e dei lavoratori.



Fin dal primo giorno, l’azienda ha scelto di lavorare in modo sostenibile usando solo il cotone organico al 100%. La coltivazione utilizza metodi naturali, che non solo giovano all’ambiente, ma promuovono anche la salute e la qualità della vita dei contadini e delle loro comunità.

La campagna social attivata “WHO IS BORN ROMANTIC” abbraccia quindi sia il messaggio di community che quello di sensibilizzazione, in favore di una consapevolezza nel rispetto ambientale che non può essere sottovalutata.
Per coinvolgere sempre di più i follower in un progetto responsabile e consapevole, è stata creata appositamente una open call via Instagram Stories. Un’occasione unica per conoscere tutti e per realizzare una raccolta di foto e interviste, che saranno parte integrante del social media plan di Settembre.

Rum Diplomático e l’impegno per la sostenibilità con Distilled Consciously

Rum Diplomático, iconico brand venezuelano di rum premium, lancia “Distilled Consciously”, una piattaforma dedicata alla sostenibilità e inserita nel piano aziendale di Corporate Social Responsability, che si pone l’ obiettivo di allineare i propri sforzi e valori con i Sustainable Development Goals (SDG) promossi dalle Nazioni Unite. Si tratta di un progetto che rafforza l’impegno verso un processo di produzione e un consumo del rum più sostenibile.

Il marchio è conosciuto come “the heart of rum”, ma ciò che rende ancora più orgogliosi i produttori è il poterlo identificare come “a rum with a heart”. L’impegno verso una produzione più sostenibile è iniziato con la fondazione della distilleria stessa ed è da sempre stato un tema centrale per la casa produttrice. La produzione responsabile, l’attenzione all’ambiente ed il sostegno sociale sono da sempre valori fondamentali, arrivati ad essere profondamente radicati nella filosofia del marchio stesso, attraverso un impegno continuo e costante da parte di tutti i lavoratori dell’azienda. 

La nuova piattaforma “Distilled Consciously” segna un decisivo passo in avanti, e si pone l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere attivamente partner, distributori e consumatori di tutto il mondo. È proprio seguendo questo impegno che si arriva ad ottenere dei cambiamenti significativi. Il marchio continuerà a rafforzare il suo programma di sostenibilità sulla base di tre pilastri chiave: razionalizzazione dei processi, protezione dell’ambiente e rispetto delle persone. Ciascuno di questi elementi sarà sviluppato e affinato sempre perseguendo i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, in un panorama che consente di raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 2030. 

Diplomático è stato da sempre un pioniere nell’impegno verso l’ambiente; Il marchio ha infatti sviluppato diverse azioni per rafforzare il proprio impegno in questo settore, come laboratori di formazione ambientale per i dipendenti e per le comunità locali, programmi di rimboschimento ed iniziative di pulizia delle spiagge. Ha dedicato inoltre un forte attenzione per la cura e la conservazione dell’acqua durante tutto il processo di produzione ed è riuscito a ridurne il consumo grazie agli investimenti nei sistemi di raffreddamento.

Anche la lotta contro lo spreco alimentare è sicuramente un tema che sta a cuore all’azienda, e di vitale importanza per la nostra società. è infatti grazie e collaborazioni con ONG e altre organizzazioni, che l’azienda si prefigge di sensibilizzare più persone possibili, principalmente attraverso workshop di formazione e campagne di raccolta alimentare che si svilupperanno nei prossimi anni.

L’azienda è infine molto legata anche alle tematiche sulla parità di genere, il marchio conta oggi un numero sempre maggiore di donne coinvolte sia nel lavoro in distilleria che nei vertici aziendali, nonché in posizioni decisionali mai assunte prima e continuerà a promuovere le pari opportunità tra i suoi dipendenti.

MitParade – Fashion cruelty free

Mentre l’impegno per una moda sempre più sostenibile fa progressi e rientra in un ciclo di produzione circolare di uso comune, la ricerca di materiali alternativi, a zero impatto ambientale, raggiunge risultati sorprendenti, moltiplicando il numero dei brand che si passano il testimone del cambiamento, senza compromettersi e compromettere l’ambiente.

Materiali ottenuti da plastiche riciclate e fibre vegetali, per evitare al 100 per cento l’impatto negativo sull’ambiente. È questa la risposta ottenuta da Yatay x Hadoro: con la nuovissima Hadoro Earth collection, l’innovativo materiale sostenibile, vegan 100%, da plastica riciclata e dal mais, testurizzato per dare l’inconfondibile effetto “alligator” tipico del brand francese. Sofisticato, molto resistente e leggero, quasi la metà del corrispettivo in pelle.
Si tratta di una sneaker, modello Irori (best seller della start-up milanese) e da una cover per iphone, in versione giallo fluo e burgundy, con dettagli oro.

La Wineleather di Handpicked s’inserisce perfettamente in questo mondo cruelty free: una giacca in pelle vegetale completamente Made In Italy, realizzata con le vinacce, gli scarti della produzione del vino che, addizionati a oli vegetali, danno origine a un biopolimero che può essere accoppiato con diversi tessuti.

Il pioniere del 100% sostenibile, Ecoalf, ha celebrato i suoi 10 anni di successi nella sua difesa dell’ambiente, con ben 350 mq di flagship store a Madrid. Un palazzo del 19° secolo completamente arredato con materiali riciclati o naturali, e luci a LED a basso consumo.
Dieci anni di dedizione nella salvaguardia attiva dei mari attraverso la raccolta e riciclo di plastiche nocive e nella produzione etica di capi d’abbigliamento hi quality, yoga, travel e una Furniture collection in arrivo basata sui più alti standard di sostenibilità. Il tutto certificato da BCOME, il sistema di valutazione sull’impatto ambientale e sociale tra i più utilizzati al mondo.

MFW – Re-tailoring e new comfortism segnano i nuovi codici del guardaroba maschile #chapter1

Artwork in copertina a cura di Maria Angela Lombardi @_mariaalombardi_

Gli architetti del guardaroba maschile, definiscono uno stile flessibile e libero dagli archetipi tradizionali. Un’eleganza spalmata in un tempo trasversale, che annulla i confini tra tempo libero e lavoro, formale e informale. Capi predisposti a mettere in evidenza identità, età e stili di vita, evoluti verso una nuova e più fluida visione estetica.

Il (RE)SET delineato da Alessandro Sartori, Direttore Artistico di Zegna, apre la giornata di sabato con una collezione di supremo valore estetico. Una nuova fase evolutiva dell’uomo definisce nuove categorie, nuovi canoni estetici e linee sartoriali, declinate su materiali soffici e ipercomfort seguono impeccabili le fisicità maschili, con lo stesso rigore di un completo tailor made, guidato da una scelta di materiali preziosa e ricercata. La nuova era del lusso investe su materie di pregio e linee, che ben si accorda a tempo libero e momento in cui è richiesto un look più formale.
I toni, rassicuranti, sembrano attenuare il confine tra homewear, tempo libero e business, perché tutto avviene all’interno di un luogo più intimo e sicuro.

Zegna fw2021-22

Il supporto del digitale dà un valore sempre maggiore allo storytelling che racconta i mondi in cui sono intercalati i valori dei brand. In questo filone si muove l’affascinante asta di Church’s, in cui si ritrovano collezionisti vestiti dei loro impeccabili outfit british, tra half boot in vitello spazzolato, derby e valigette in pelle che rappresentano lo status symbol di chi si trova in quel luogo alla ricerca della bellezza, rappresentata dal lotto finale, il più importante: una rivisitazione in chiave contemporanea di modelli d’archivio, aggiudicati dal giovane che vince una corsa contro il tempo per ottenere quanto di più prezioso ci sia in quella sala: l’eleganza della ricerca complice della tradizione.

The Auction – Church’s FW21

L’importanza di un dettaglio. La moda di Federico Curradi è un’immersione nei materiali primordiali che riportano la mente a valori semplici; filati soffici e caldi come lane dall’alto valore simbolico e dai colori sfumati. La celebrazione dell’uomo artefice, del fatto a mano, come il pregiato cappello in feltro, e di oggetti di recupero che diventano monili preziosi.
Una rappresentazione di tutto quello che la nostra mente custodisce, la nostra casa.

È un’eleganza pensata per sé stessi; è un nuovo modo di pensare e di essere nel mondo che cambia e si rinnova. È questo il senso della nuova “Eleganza Riflessiva”, simbolo della nostra contemporaneità, rivolta a uomo che desidera stare bene con se stesso e che, ispirato a migliorare la sua vita anche quando si veste, disegna la sua naturale eleganza, tra estetica e funzionalità”, spiega Marco Baldassari fondatore e direttore creativo uomo del Gruppo Eleventy

Una collezione che mette in evidenza gli elementi esclusivi creati dalle sapienti mani artigiane del Made In Italy. Come i capispalla leggeri e sfoderati reversibili, in tessuti “doppi apribili” che richiedono mediamente 14 ore di lavoro, i volumi morbidi dei pantaloni con pences, denim sartoriali e una maglieria in lana – cashmere garzate e pettinate.

Rivoluzione anche in casa Kiton. Il brand di alta sartoria di Arzano, rivede il guardaroba maschile come un unicum da vivere all’interno delle mura di casa, sempre più priva, però, di confini tra ciò che è pubblico e ciò che è privato. Un’eleganza fatta di filati confortevoli, per accompagnare con stile i momenti di lavoro e relax, ormai intercambiabili. Le morbide giacche in cashmere, mantengono i grandi pattern dell’alta sartoria italiana: lo spigato, il pied de poule e intrecci ispirati ai colori della natura che in quest’ultimo anno abbiamo imparato a rispettare e ad appartenere con orgoglio. Anche i pantaloni si ammorbidiscono, prendendo in prestito la coulisse in vita dai pantaloni da jogging mantenendo la costruzione sartoriale, più ampia nella parte superiore e più stretta nella parte inferiore.

Kiton FW 21

Lo show dela collezione fw 21-22 di Miuccia Prada e Raf Simons, mette in primo piano il corpo dell’individuo, nella sua interazione con l’universo. La maglieria e i suoi motivi jaquard e geometrici, seguono le linee del corpo, nelle sue più libere espressioni, scoprendo la sua fisicità, attraverso i suoi movimenti primordiali e autentici, quelli della danza, sulla base elettronica di Plastikman (nome d’arte di Richie Hawtin).
Così, come nel suo quotidiano, l’uomo di Prada procedere e interagisce in ambienti diversi, definiti da marmo, resina, gesso e “faux fur”, che conducono a diverse condizioni sensoriali e a reazioni personali libere e autonome.
Una nuova contemporaneità costituita da un rapporto con lo spazio intimo e individuale.

L’uso di colori vivaci e forme geometriche definite accendono lo sguardo, con la stessa attrazione dei nostri occhi sul digitale, mentre i tessuti seducono il tatto.
Con profonda attenzione e rispetto per l’ambiente, i materiali impiegati sul set della sfilata verranno riciclati e troveranno una nuova vita in installazioni speciali per i prodotti e pop-up in tutto il mondo, per essere, infine, smaltiti in maniera sostenibile da un’azienda specializzata in economia circolare.

L’identità visiva è un linguaggio universale che definisce e plasma le nostre vite. Ciò che indossiamo riflette
la nostra essenza, parla per noi, racconta al mondo chi siamo prima di ogni altra cosa.
Il timbro stilistico di Miguel Vieira sfugge ogni stereotipo e ogni appartenenza sociale.
L’utilizzo forte e potente del cuoio, in un meraviglioso contrasto con frac e pantaloni check in filati preziosi come lana e cachemire. Ma anche alpaca, eco-pelliccia di pecora e lurex.
Il tutto inserito in una potente attitude da guerriero metropolitano in stivali massicci di cuoio nero, dritto verso l’obiettivo, sotto le note di Begin The End dei Placebo.

Anche Kean Etro, Direttore Creativo di ETRO Uomo, ridefinisce il quotidiano del suo consumatore e le sue necessità, rivedendo in primo luogo le strutture dei capi e gli outfit con una buona dose di ottimismo e irriverenza verso i rigidi canoni del classico maschile. 
La parola d’ordine “libertà” si applica nei mix di elementi sportivi con i pezzi iconici della maison, riscaldati dalle intense palette della luce solare. L’utilizzo spontaneo di bomber e maxifelpe su cui campeggia il pegaso istituzionale, sfilano insieme a blazer impeccabili e cappotti vestaglia in
pregiato velluto.
Le camicie con le sete d’archivio, testimoni dell’heritage del brand, il denim baggy ricoperto dalla stampa paisley, e maglie in cashmere, mantengono con l’equilibrio di un funambolo, il giusto bilanciamento tra casual e sofisticato, così come le anorak sotto le pregiate giacche sartoriali, sfidando ogni estetica tradizionale.

Etro fw2021-22

Moda sostenibile? Per noi è un sì a gran voce (e per fortuna non siamo i soli)

Che la sostenibilità ambientale sia un tema di grande interesse economico, sociale e imprenditoriale è ormai noto. Di fronte a questo trend sempre più forte, anche il settore moda non poteva non cogliere l’occasione per gettare le basi di un approccio più green, più ecologico, più rispettoso dell’ambiente. Spazio dunque alla moda sostenibile. Dal lusso di Prada al mondo sportivo di Adidas, sono sempre più numerosi i brand che si mettono in gioco con capi di moda sostenibile in Italia e non, attraverso tessuti e proposte innovative che attirano l’attenzione e conquistano la benevolenza di chi, come noi, ha a cuore la salute del Pianeta.

Prada è l’icona della moda sostenibile in Italia con la sua Re-Nylon

Con la collezione Re-Nylon realizzata in nylon rigenerato, ecologico e sostenibile al 100%, il noto marchio compie un passo che lo avvicina ancora di più all’universo di una moda sostenibile. Una challenge che rinnova lo status quo dell’industria tessile grazie a un tessuto ottenuto dal riciclo di materiali plastici di recupero. Quali? Basti pensare alle reti da pesca che inquinano gli oceani, ai rifiuti plastici delle discariche, o ancora agli scarti di fibre tessili provenienti da tutto il mondo. ECONYL®, questo il nome del nylon rigenerato di Prada, è un tessuto agevole ed eco-friendly. Dagli accessori all’abbigliamento, dai cappelli agli zaini, dalle camicie ai pantaloni, i capi e gli oggetti creati in questa fibra sono il non plus ultra per chi abbraccia la moda e la sostenibilità senza dover rinunciare a qualità e capi di tendenza. E il cambiamento di rotta guidato dalla Maison è visibile già dal logo: una riformulazione dello storico triangolo che si trasforma in freccia, divenendo il simbolo del rinnovamento continuo e dell’infinita vita ciclica del loro tessuto.

Per Adidas, l’unione tra moda e sostenibilità porta il nome di Primeblu

«La plastica è un problema. La soluzione è l’innovazione», dichiara Adidas che nella creazione dei propri prodotti dà sempre più spazio a Primeblu. Si tratta di un materiale riciclato ad alte prestazioni, ottenuto grazie al recupero della plastica dagli oceani. Adidas lo crea in collaborazione con Parley Ocean Plastic, l’associazione mondiale che si batte per la salute degli oceani. Impiegato tanto nei capi di abbigliamento quanto nelle scarpe, Primeblu è l’impegno concreto del marchio nel voler raggiungere un obiettivo ambizioso: utilizzare solo poliestere riciclato entro il 2024. E UltraBoost è il simbolo della moda sostenibile e sportiva promossa da Adidas: la sneaker realizzata con un solo materiale e assemblata senza colla, che può essere smontata, fusa e riassemblata in una nuova calzatura alla fine del suo ciclo vitale.

Green Carpet Fashion Awards 2020, tra digitale e sostenibilità

Premi e riconoscimenti per i protagonisti green dell’industria della moda, sempre più vicina a scelte etiche e sostenibili, dai materiali usati fino alla capacità di fronteggiare cambiamenti e reinventarsi. Tutto pronto per l’edizione 2020 dei Green Carpet Fashion Awards, il 10 Ottobre.

La manifestazione, giunta alla sua quarta rappresentazione e organizzata da Camera Nazionale della Moda Italiana, insieme ad Eco-Age, agenzia di consulenza e comunicazione di Livia Firth, con il supporto del Ministero degli Affari Esteri della Cooperazione Internazionale e di ICE Agenzia, sarà interamente digitale.

Rinascita e sostenibilità’ le tematiche al centro dell’evento. Parole chiave come simboli di speranza, direttive per un mondo più etico con uno sguardo volto verso il futuro del nostro pianeta. Cliccando qui potrete immergervi nella piattaforma interattiva creata ad hoc per l’occasione, tutta all’insegna della tecnologia, tra filmati cinematografici proposti con realtà aumentata, ologrammi ed effetti speciali. Un modo sicuramente diverso e mai visto prima d’ora di vivere la premiazione, che dal 2017 – I° edizione dei GCFA, illumina Piazza della Scala di Milano. I visitatori potranno guardare da vicino gli abiti sulla passerella verde e sfogliare le guide glamour-green create da make-up artist e stilisti.

Novità e anticipazioni

Immancabile il Red Carpet, che si terrà in maniera del tutto nuova con il primo Green Carpet Digitale al mondo. Non solo, le celebrities partecipanti condivideranno i loro look online promuovendo scelte di acquisto etiche. Presente anche l’attore Robert Downey Jr. che prenderà parte all’evento presentandone i momenti di apertura e di chiusura in diretta Youtube.

Saranno in 5 i premiati, un numero ridotto rispetto al passato, con le statuette in oro etico realizzate da Chopard. A proposito di premi: Zendaya vince il GCFA Visionary Award. L’attrice, ballerina, cantante, modella e attivista è un grande esempio per le generazioni più giovani e non solo. Promotrice, con la sua immagine e la sua brillante carriera, di inclusività, uguaglianza e diversità nell’industria.

Durante la serata interverrà, anche, il Presidente del Consiglio Italiano Giuseppe Conte con un messaggio per l’occasione incentrato sulla capacità artigianale del Made in Italy e sull’importanza della resilienza. Diretta dal regista Giorgio Testi, la cerimonia sarà trasmessa in tutto il mondo sabato 10 ottobre su Sky Uno in Italia, Sky Arts nel Regno Unito, Sky Atlantic in Germania, Tencent in Cina e sul canale Youtube di Fashion Channel in tutto il mondo.

Per voi una speciale intervista a Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, che si racconta pieno d’entusiasmo e orgoglio per la nuova edizione dei GCFA e un pizzico di nostalgia per quelle passate.

Carlo Capasa

Presidente Lei ha vissuto nascita e crescita dei Green Carpet Fashion Award, sin dall’inizio. Ha un ricordo particolare che porta con sé? 

Il ricordo più emozionante che possiedo risale ad un istante particolare dell’edizione 2017 dei GCFA. L’iconico momento dove Miuccia Prada, Giorgio Armani, Pierpaolo Piccioli e Alessandro Michele erano insieme sul palco. Oltre che grandi designer e forti personalità, mi piace definirli come veri alfieri della sostenibilità della moda italiana nel mondo. Lo scatto ha fatto il giro del web con migliaia di likes ricevuti sui social, diventando una delle immagini simbolo della prima edizione.

Qual è stata la sfida più difficile nel gestire la Camera Della Moda e i vostri progetti in un periodo come quello che abbiamo affrontato? 

La Camera della Moda vive di costanti relazioni nazionali ed internazionali. Una grande sfida che ci siamo trovati a dover affrontare è connessa alle restrizioni nei trasporti e al non poter comunicare fisicamente con tutti i nostri interlocutori. Abbiamo trasformato il fisico in digitale, così siamo riusciti ad arrivare ovunque portando contenuti ed emozioni, dando la possibilità a tutta la community di accedere ai nostri progetti, per una moda più inclusiva. Ne sono un esempio le recenti Settimane della Moda, quella di luglio che abbiamo chiamato Milano Digital Fashion week e quella di settembre, versione Phygital (fisica – digitale).

Con China we are with you siamo arrivati, invece, in terra asiatica nel mese di febbraio offrendo una copertura mediatica totale della nostra manifestazione, raggiungendo oltre 400 milioni di visitatori cinesi. Un omaggio per il nostro grande pubblico orientale, purtroppo lontano.

Ricordo Piazza della Scala nel cuore di settembre come un salotto verde, la sicurezza, gli ospiti attesi, il duro lavoro del dietro le quinte. Quanto le manca non poter vivere la cerimonia dal vivo? Spera nella prossima edizione live?

Per quanto l’edizione 2020 sia un’esperienza nuova per tutti noi e per quanto la moda sia interessata a tutte le frontiere della tecnologia e dell’innovazione nulla è equivalente all’evento fisico. Ci sono istanti insostituibili come le strette di mano, il tappeto rosso, gli incontri e l’emozione che trapela dagli sguardi. Ricordo le sarte di Valentino, gli artigiani di Ferragamo e Chiara Vigo, maestra del bisso marino, ma anche l’elegante determinazione di Stella McCartney, la classa eterna di Sophia Lauren e…..potrei andare avanti all’infinito. Scoperte uniche, lontane nel loro quotidiano dai riflettori, insieme a big della moda. E’ un mix di emozioni inspiegabili che mi mancheranno tanto e che spero di vivere presto.

Pierpaolo Piccioli e le sarte della Maison Valentino

Millenials e Generazione Z hanno dimostrato molto interesse per gli show online dell’ultima fashion week, quelli con avatar inclusi, da Moschino a GCDS. Cosa piacerà, secondo lei, ai più giovani di quest’edizione dei Green Carpet Fashion Awards?

Abbiamo lanciato un messaggio forte e interessante dimostrando, ancora una volta, di esser pronti ad affrontare le sfide nel migliore dei modi. Gli show di cui parla ne sono stati un esempio. Dei GCFA, oltre le star amate dai giovani come Robert Downey Jr, piacerà la realtà aumentata, gli ologrammi e la produzione, che sfrutterà le migliori tecnologie disponibili (a cura di Northouse Studio). Penso sia molto interessante per loro, che amano questo mondo e per noi più adulti uno stimolo a credere nel futuro e nelle nuove generazioni.

Vostro partner d’eccezione è Eco-Age. Qual è il principale punto di forza della vostra collaborazione con l’agenzia di Livia Firth? Come è cambiato il vostro approccio alla sostenibilità?

Livia è una grande professionista che ha sposato la causa della sostenibilità sentendola, nelle sue sfaccettature, fortemente vicina a sé. Il rapporto tra Eco-Age e CNMI è sempre in evoluzione, un costante scambio formativo e umano con l’obiettivo di render il pianeta un posto migliore, ognuno tramite il proprio contributo. Livia è una persona molto attenta ai dettagli e piena di energia, una donna che lavora con un team altamente valido. Un tassello di entusiasmo e competenza aggiunto alla nostra associazione.

Insieme alla sostenibilità il Fashion System sta inglobando sempre di più tematiche come Empatia e Solidarietà, presenti anche ai GCFA. A suo avviso quanto i brand di moda oggi sono più vicini alle persone? A che punto siamo e quanto c’è ancora da fare?

I valori stanno cambiando e l’industria della moda sta diventando sempre più vicina ad un sistema valoriale dal DNA più emotivo e profondo; spero e credo che negli anni a venire questo continui e si amplifichi esponenzialmente, coinvolgendo ancora più attori che credano nel riconoscere le diversità come punto di forza e abbattere ogni barriera. Noi, ad esempio, nel 2019  abbiamo lanciato il Manifesto della diversità e dell’inclusione. Non dimentichiamoci, inoltre, che la filiera della moda è scesa in campo sin da subito per fronteggiare la pandemia producendo mascherine, camici, macchinari ed effettuando cospicue donazioni economiche.  Nessuno si è tirato indietro. La Camera Nazionale della Moda ha raccolto, inoltre, 3 milioni di euro che ha destinato alla Protezione Civile.

5 realtà sostenibili da conoscere

Green e digital stanno ormai rivoluzionando l’industria della moda, favorendo un cambiamento epocale senza precedenti.

Sostenibilità e tecnologia sembrano essere le nuove parole d’ordine di molte aziende di moda, alcune delle quali tendono a farsi carico di interpretare quei valori che vanno nella direzione della responsabilità sociale ed etica, altre diventano invece promotori di una vera e propria trasformazione digital.

Man In Town ha individuato alcune realtà di cui tener d’occhio sia per la loro filosofia green sia per la loro idea di far leva sulla capacità di innovazione digitale.

Acbc

Fondata da Giò Giacobbe ed Edoardo Iannuzzi, questa start up ha lanciato sul mercato un prodotto innovativo che non solo permette di viaggiare in modo confortevole, ma riduce fortemente l’impatto ambientale: si tratta di una scarpa modulare (una zip unisce tomaia e suola) e sostenibile (le suole si possono smaltire e riciclare grazie all’uso di materiali biodegradabili). Acbc permette di creare svariati modelli di scarpe con 1000 combinazioni, 10 suole e 100 tomaie per qualsiasi esigenza quotidiana. È una giovane impresa che si impegna e investe soprattutto per la salvaguardia del pianeta, con la necessità di mettere un freno all’impiego intensivo di risorse naturali e all’aumento senza sosta dei rifiuti.

Un percorso iniziato con un video su Kickstarter, in poco tempo diventato virale raggiungendo 50 milioni di view. “Qualcuno ci ha persino definito la Apple della calzatura”, ha dichiarato Giò Giacobbe, ceo di Acbc. Una vera e propria novità nell’universo del fashion che trova spazio in un segmento in forte crescita: quello delle scarpe da ginnastica, diventate ormai un must del guardaroba unisex. Acbc ha collaborato inoltre con importanti maison italiane, tra cui EA7 Emporio Armani e Moschino. La sua scarpa è stata definita dal quotidiano americano Wwd (Women’s Wear Daily) come la scarpa più sostenibile del mondo, e di recente Acbc è stata incoronata come migliore startup dell’anno, aggiudicandosi uno dei quattro investimenti dell’edizione 2020 di B Heroes, programma televisivo dedicato al mondo delle startup italiane.

Sito web: acbc.com

IG: @acbc.official

Sease

Nato nel 2016 da un’idea di Franco e Giacomo Loropiana, Sease è un brand maschile di outwear dallo stile contemporaneo che unisce tradizione, tecnologia e sostenibilità. La sua mission consiste nel valorizzare la filiera italiana, privilegiando la qualità dei processi di lavorazione e della materia prima, adottando soluzioni innovative nel pieno rispetto dell’ambiente. Da qui la riscoperta di lane autoctone, delle tinture chemical free e delle non tinture, come la lana al naturale, il lino e la canapa per la prossima calda stagione. Sease è rinomato per il suo tessuto tecnico Sunrise, ovvero lo storico tessuto Solaro rivisitato e re-ingegnerizzato in nylon bio-based e lana.

Sito web: sease.it

IG: @seaseofficial

Niccolò Pasqualetti

Giovane stilista toscano con un master alla Central Saint Martins a Londra, ha lavorato come designer da The Row, Alighieri e Loewe, ma è stato durante un tirocinio da Stella McCartney che ha approfondito la sua passione per la sostenibilità. I suoi capi, realizzati sia con vecchi vestiti sia con tessuti provenenti da stock delle migliori aziende artigianali tessili del mondo basate in Italia, sono il risultato di un’unione tra forme scultoree e fluide, quasi primitive e senza genere, che si integrano perfettamente con il corpo. L’intento è reinterpretare le tecniche della tradizione sartoriale in chiave moderna. Niccolò Pasqualetti crea anche collezioni di gioielli in materiali naturali.

Sito web: niccolopasqualetti.com

IG: @niccolopasqualetti

Tresarti

L’App Tresarti lanciata da cinque ragazzi italiani apre una nuova dimensione per il settore sartoriale e dà vita a un’esperienza digitale accessibile a chiunque abbia uno smartphone a disposizione, così che il consumatore può acquistare la propria camicia da qualsiasi parte del mondo. Si tratta di un’app che permette al cliente di creare la propria camicia online con 20 milioni di combinazioni possibili, e di essere misurato digitalmente attraverso due foto prese dal suo telefono. Un sistema di misurazione digitale che raggiunge il 97% di accuratezza sulle misure anatomiche in maniera sicura e veloce, elaborando le immagini senza intervento umano. Dai dati rilevati dalle due foto, l’App estrae il modello digitale di camicia e poi cancella i dati, per garantire la privacy. Il modello digitale può essere utilizzato per l’acquisto in seguito di altre camicie, senza effettuare la misurazione digitale. Alla fine il consumatore riceverà il capo scelto direttamente a casa, evitando di passare dal sarto. Il tutto in partnership con Canclini Tessile, azienda storica nel settore del tessile di alta qualità italiano. Tresarti presta anche attenzione al tema della sostenibilità: infatti, per la realizzazione delle camicie su misura, è possibile scegliere tra una vasta gamma di stoffe biologiche e riciclabili, prodotte con tecniche a basso impatto ambientale.

Sito web: tresarti.com

IG: @tresarti

Vitelli

Brand di knitwear dal design contemporaneo fondato nel 2016 da Mauro Simionato e Giulia Bortoli, si caratterizza per una lavorazione innovativa dei capi attraverso processi di produzione sostenibili e per la collaborazione con laboratori locali indipendenti. Il suo progetto 100% sostenibile, chiamato Doomboh, consiste nel creare capi attraverso un particolare procedimento di agugliatura dei filati di scarto provenienti dai maglifici vicentini. Tutte le creazioni di Vitelli sono realizzate esclusivamente con filati organici italiani certificati GOTS e RCS. Vitelli inoltre è parte del progetto The Sustainable Style, dedicato alla moda sostenibile e firmato Pitti Immagine, online sulla piattaforma digitale Connect fino al 9 ottobre.

Sito web: vitelli.eu

IG: @vitelli_official

Moda a impatto zero

È la nuova generazione di quegli oggetti di culto che hanno contribuito a costruire la popolarità di un marchio e hanno delineato le tappe di una storia intensa e ricca di contraddizioni, quella di una signora chiamata moda. Prima protagonisti degli anni del consumismo più sfrenato, rispondono adesso alla richiesta d’aiuto del nostro pianeta, con nuovi materiali e cicli di produzione evoluti al fine di favorire il sistema circolare, fondamentale per rivalorizzare i materiali tecnici ed evitare la produzione di sostanze inquinanti.

Il trionfo dell’estetica nella rivisitazione tutta personale di Jimmy Choo x Timberland (in copertina). Il più versatile dei boots mantiene sempre alti i riflettori su di sé, in una nuova veste unisex, anche per l’ambizioso progetto “Nature Needs Heroes” attraverso cui questo team d’eccezione s’impegna a far piantare 50 milioni di alberi entro il 2025 e restituire respiro ai polmoni del mondo. Un’edizione straordinaria, punto d’incontro tra due eccellenze: quella dell’outdoor e del fashion luxury, insieme per un obiettivo più grande. 

Più di cinque anni di ricerca ci sono voluti per raggiungere il Levi’s più ecofriendly di sempre, una costante collaborazione con Re:newcell ha portato a una svolta decisiva nell’economia circolare della moda. Questo lavoro a quattro mani permette, infatti, di rigenerare tessuti attraverso un processo simile a quello del riciclo della carta, dando alla luce Circulose® da cui nasce un nuovo tessuto progettato per la riciclabilità in modo da poter essere rigenerato più volte. Si apre, così, la strada a una produzione di capi di fatto completamente riciclabili e realmente circolari.

“Vogliamo riciclare i jeans Levi’s® in modo da non cambiarne la qualità. Il riciclo mantiene gli indumenti fuori dalle discariche e riduce al minimo l’uso delle risorse naturali. Stiamo trasformando i vecchi jeans in materiali di alta qualità, spingendoci oltre il tradizionale recupero del cotone, che accorcia e rompe le fibre. Grazie a fibre di alta qualità, i jeans Levi’s® durano più a lungo e nella logica di un’economia circolare i nostri vecchi jeans diventano nuovi, ancora e ancora.” Queste le parole di Una Murphy, Levi’s® Senior Designer for Innovation.

Da una famiglia che da tre generazioni ha alimentato la sua passione per l’eyewear, promuovendolo a un vero e proprio stile di vita, nasce Good’s, brand made in Napoli dal genio di Piero Buono, l’Architetto Francesco Maria Stazio e Walter Engle, anima giovane del brand che segue la comunicazione digitale. Un trio vincente, autentico sostenitore del Made In Italy il cui risultato è un prodotto di alta manifattura e dal design originale, realizzato con materiali ricercati totalmente bio ed ecocompatibili, come i telai in acetato Mazzucchelli M49, 100% riciclabile e biodegradabile. La prima collezione del brand è un tributo all’architettura partenopea, ripresa nelle preziose aste degli occhiali che evocano le bugne del portale di San Gregorio Armeno, le bugne a punta di diamante della chiesa del Gesù Nuovo e le lesene scanalate della Certosa di San Martino.

#REACT #REDUCE #RECYCLE: tre hashtag dall’affascinante sapore attivista per F_WD, il vegan brand pensato dal designer Raphael Young. Una collezione che si nutre di contaminazioni tra street style e urban futuristico ad alto impatto innovativo, nata con l’ambizione e l’impegno costante di contrastare, con i fatti, l’utilizzo della plastica, sostituendola con materiali organici e biodegradabili, non solo nella produzione del prodotto, ma anche nella ricerca di materiali alternativi per il packaging.

Coraggioso anche il progetto di Primark Cares che prende il nome di ‘TIME FOR CHANGE. A BETTER FUTURE’, scattato dal celebre fotografo inglese Rankin noto per aver ritratto icone del calibro dei Rolling Stones, David Bowie, Kate Moss e Sua Maestà la Regina. Nel concreto il brand si è impegnato a realizzare 60 milioni di prodotti con cotone sostenibile e/o materiali riciclati, provenienti da bottiglie di plastica riciclate o da rifiuti scartati. Una sfida ancora più difficile se pensiamo che Primark ha scelto di mantenere un’offerta accessibile per il proprio pubblico, raddoppiando gli sforzi per una produzione che rispetti l’ambiente.

Non resta indietro il marchio svizzero Guess, prossimo al suo 40° anniversario, che si tinge di verde con la nuova linea Smart Guess Eco Capsule, per volere del suo Direttore Creativo Paul Marciano, il quale desidera concentrarsi su una via più sostenibile per il pianeta soprattutto per la produzione del loro denim che è stato all’origine del loro successo. Un nuovo ciclo di produzione dedicato a questo prodotto di culto prevede una riduzione d’acqua del 70% e l’utilizzo di fibre ricavate da bottiglie di plastica riciclate, per ottenere un nuovo ciclo produttivo per il futuro ad impatto zero.

È di Frau, l’azienda produttrice di calzature con 68 anni di esperienza, l’innovativo progetto Go!Zero: la prima suola realizzata in materiale degradabile al 100% in soli 502 giorni, sviluppata dai laboratori di ricerca Gommus. La capsule urban chic risponde ai canoni di leggerezza e comfort, da sempre nel Dna dell’azienda.

Tra i più grandi sostenitori del plastic-free, c’è un new player Nat-2 che ha trovato il modo di ricavare una pelle di qualità da uno speciale tipo di fungo: il fomes fomentarius, il fungo dell’esca. È prodotta in Italia, ma la paternità di questa scoperta straordinaria è tedesca, frutto dell’ingegno della designer Nina Fabert di Zvunder e perfezionato dal team tecnico di Nat-2. Attraverso un’accurata lavorazione artigianale di questo fungo non commestibile, si ottiene un cuoio “non cuoio” in svariate sfumature di colore. Gli unici elementi in microfibra utilizzati sono ottenuti da bottiglie di plastica riciclate.



Anche Ben Sherman abbraccia l’impegno a salvare il pianeta, con una collezione interamente sostenibile dal gusto preppy che lo riconsegna al suo antico heritage ma con un approccio più consapevole, vestito di nuovi materiali organici e riciclati.

3 Motivi per comprare un’auto elettrica

Le auto elettriche sono sempre più oggetto di attenzione da parte dei consumatori e ad oggi sono 17 i modelli acquistabili sul mercato italiano, l’offerta si amplia, così come la richiesta. Vi diamo 3 buoni motivi per acquistare un’auto elettrica.

Perché acquistare un’auto elettrica

La benzina è un carburante derivato dal petrolio, e per questo non può essere più considerata la principale fonte di alimentazione delle nostre automobili. Il petrolio non solo è una risorsa che sta via via diminuendo, rendendone sempre più difficile l’estrazione, ma è soprattutto un fattore fortemente inquinante, con un impatto ambientale devastante. Il nostro pianeta non può più sostenere una vita incentrata sul petrolio e per questo si stanno facendo strada alternative più ecologiche ed economiche al suo utilizzo.

L’alternativa su cui puntano oggi le case automobilistiche è l’elettricità: le automobili ad alimentazione elettrica sono sempre più diffuse e lo Stato italiano ha attivato anche degli incentivi molto convenienti per invogliare all’acquisto, ma perchè convertirsi all’energia elettrica per i nostri spostamenti in auto? Ecco 3 buoni motivi da tenere in considerazione.

3 motivi che vi faranno pensare di acquistare un’auto elettrica

1 Risparmio economico

Se siete aggiornati sul fronte delle energie rinnovabili già saprete che il fotovoltaico è un sistema di risparmio davvero notevole, che sfiora addirittura il 100%. Lo stesso potrebbe valere per il pieno di carica delle auto elettriche. Privilegiando le ore centrali della giornata, soprattutto se splende il sole, caricare l’auto elettrica potrebbe non costarvi nulla. Inoltre oggi, molti esercenti regalano la ricarica ai clienti che si recano nelle loro attività. Con qualche accortezza ed un po’ di fortuna, potreste viaggiare gratis per diversi chilometri.

Ma anche se fossimo costretti a pagare l’energia elettrica per la nostra ricarica, 100 km ci costerebbero tra i 2,50€ ed i 5,50€, alle colonnine pubbliche a ricarica super veloce, e tra i 5€ ed i 10€ in caso di ricarica veloce domestica. Vi state chiedendo quanto costano 100km con una macchina alimentata a gasolio? Dipende dalla cilindrata, ma in media dagli 8€ fino ai 24€.

2 Agevolazioni

Le più grandi città consentono ai veicoli ad alimentazioni elettriche di accedere alle zone a traffico limitato e offrono il parcheggio gratuito anche nelle strisce blu. Questo proprio grazie al livello molto basso di inquinamento che producono questo tipo di motori, rendendo pressoché inutile il divieto di circolazione causa emissione CO2. Stessa cosa vale per le giornate di blocco del traffico, le auto elettriche possono circolare senza limitazioni dovute a fattori inquinanti.

Anche molte compagnie assicurative danno diritto a delle agevolazioni sulle polizze auto, per l’assicurazione di un veicolo elettrico, con un risparmio che arriva, in alcuni casi al 50%.

3 Manutenzione minima

L’usura meccanica delle auto elettriche è davvero bassa, il motore è molto semplice, non rischia di surriscaldarsi, quindi la manutenzione sarà ridotta al minimo. Ricordiamoci che i motori elettrici sono una novità per le automobili, ma sono collaudati da circa cento anni su macchine industriali ed elettrodomestici., ma anche nel mondo dei trasporti, per esempio con i treni.