Coreon Du: il talento rompe le righe

Coreon Du è stato giudicato il musicista più eclettico del panorama africano, mentre Forbes lo ha definito uno dei 15 artisti più influenti d’Africa. Nato in Angola, Coreon Du, vero nome di José Eduardo Paulino dos Santos, si è prima imposto sulla scena internazionale come pioniere della cultura pop della sua terra, registrando riconoscimenti importanti sia nella categoria della musica, sia come produttore, direttore e scrittore televisivo. Giovane brillante, poco più che trentenne ha vissuto e studiato in America, parla varie lingue e ha unito diverse forme musicali in un mix che non è afro, non è soul, non è jazz, ma è una sintesi di tanti stili che sfociano in una performance unica e originale. Nei suoi album si sono date appuntamento voci di grandi artisti brasiliani e portoghesi. Spirito sensibile e creativo, l’artista ha inoltre ideato una linea di abbigliamento per uomo, donna, la Wedu by Coreon Du, nata in primis come merchandising ai suoi concerti e poi diventata icona di street Style per i giovani di tutto il mondo. Nello spazio espositivo di Ventura Lambrate, a Milano, i visitatori hanno potuto ammirare varie creazioni artistiche multidisciplinari di oggetti di design, nonché abiti e tessuti sperimentali della linea Wedu. Unita a questa exhibition sono stati proiettati dei video delle performance musicali e cinematografiche dell’artista, che si è imposto alla ribalta dal 2010 con grande genialità.
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Impara l’arte e mettila… in Casa:

In un paese come l’Italia, ricco di patrimoni artistici in decadenza, fa ben sperare l’iniziativa di airbnb, che ha proposto un progetto di riconversione di edifici pubblici in residenze per accogliere artisti da tutto il mondo, orientando in questo modo il flusso di turismo da quantitativo a qualitativo e permettendo ai borghi italiani, interessati al progetto, di svolgere attività culturali per la conoscenza del territorio. A Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, conosciuta dai turisti come: città che muore, il Comune ha restaurato e concesso in affitto delle stanze in questo borgo etrusco al progetto “case d’artista”. Qui, a un prezzo più basso rispetto al mercato, saranno ospitati talenti che lasceranno al comune un segno del loro soggiorno, un omaggio per così dire, mentre con i soldi si provvederà al recupero del borgo, che prevede, per questo, una crescita importante del turismo di qualità. Il primo maestro che ha aderito alla proposta è Francesco Simeti, il quale ha soggiornato a Civita nell’ottobre 2016. Altro esempio di questa iniziativa lo troviamo sulla montagna bolognese, dove i comuni di Gaggio Montano, Grizzana Morandi, Marzabotto e Vergato, con il contributo della regione, hanno realizzato 3 tour per la conoscenza di artigianato e arte locali, nonché di musica e prodotti tipici del territorio, con lo scopo di riportare in evidenza la bellezza di questi luoghi. Case d’artista è un progetto dell’Unione Appennino Bolognese, seguito da persone che in quei luoghi ci vivono o sono andati ad abitare e che si sono identificate come Talenti. Si tratta di agricoltori biologici, attori, musicisti, artigiani, tutti con un grande bagaglio di competenze che hanno voglia e intenzione di far conoscere le attività da valorizzare. Nei 3 tour si visiteranno le case d’artista dove vivono i talenti, oltre a godere di eventi come concerti, degustazioni di prodotti locali e workshop artigianali in un contesto decisamente unico come la montagna, verso cui si auspica  un ritorno importante in termini di ripopolamento. Scopo del progetto è far conoscere i piccoli borghi, rilanciandoli come laboratori di scambio culturale e artistico e di integrazione territoriale. Tanti sono i piccoli paesi medievali completamente abbandonati dopo la guerra, i famosi paesi fantasma, dalla Basilicata alla Toscana passando per le Marche. Il comune di Asti, ad esempio, ha aperto un bando per la trasformazione dell’ex chiesa di San Giuseppe, oggi spazio Kor, per l’assegnazione di una residenza ad artisti che lavorano con il linguaggio del contemporaneo. Nel 2013, Gianni Ummarino ha proposto una mostra fotografica di ben 22 case d’artista marchigiane, sconosciute per lo più al gran pubblico, grazie alla quale ben si capisce la creatività di chi le ha abitate e tuttora le abita, destinandole a un visitatore motivato culturalmente. In valle Camonica, è stato promosso il restauro di Casa Valiga, destinata a ospitare, nei monolocali, artisti che si adoperino nella realizzazione di attività culturali. Anche in Piemonte una fondazione tedesca per l’arte ha ricavato delle abitazioni-atelier in un vecchio palazzo di un borgo sul lago Maggiore, dove i maestri vivono e realizzano le proprie opere d’arte. Negli anni ’60 in questa casa hanno soggiornato i pittori torinesi Francesco Menzio e Enrico Paulucci. Anche le case-museo di tante città italiane permettono di sintonizzarsi con il mondo dell’artista, nonché di preservare la memoria e dar linfa a nuove attività culturali.

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Tips for the weekend: a Milano per la Mostra Internazionale Libri Antichi e di Pregio

Dal 24 al 26 marzo 2017 a Milano torna la Mostra Internazionale Libri Antichi e di Pregio nella sua quinta edizione organizzata da ALAI – Associazione Librai Antiquari d’Italia e Noema, in collaborazione con ILAB – International League of Antiquarian Booksellers, con il supporto di AbeBooks e il patrocinio del Comune di Milano, della Città metropolitana e della Camera di Commercio di Milano, all’interno del prestigioso Salone dei Tessuti, a due passi dalla Stazione Centrale del capoluogo lombardo.

Per tre giorni, la grande mostra- mercato metterà a disposizione del pubblico un’ampia scelta di manoscritti antichi e straordinari libri miniati, pregiati incunaboli, stampe e documenti rari, introvabili prime edizioni e molte altre meraviglie provenienti dal passato. Un vero e proprio patrimonio su carta come il manoscritto su pergamena del 1601 in legatura di velluto dedicato a Papa Clemente VII Aldobrandini e l’edizione originale del Codice di Napoleone il Grande pel Regno d’Italia, o il libro illustrato in cui Francesco Ferdinando Alfieri descrive l’uso della picca associata alla spada e il gioco della bandiera con quaranta illustrazioni a piena pagina incise su rame. La mostra è ricca di un’entusiasmante programma di incontri, come la conferenza di sabato 25 marzo con Stefano Zuffi dal titolo Luca Pacioli: dalla “divina proporzione” al “caos magnum” o la conferenza di Marco Carminati, Il Sole24Ore, dal titolo Le cattedrali dei libri. Storia, architetture e tesori delle più spettacolari biblioteche d’Europa.

Salone dei Tessuti Via San Gregorio 29, Milano
Venerdì 24 marzo – dalle ore 17.00 alle 21.00
Sabato 25 marzo – dalle ore 10.00 alle 20.00
Domenica 26 marzo – dalle ore 10.00 alle 17.30
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Pick up one: 5 proposte di lettura ultime uscite in libreria

Per Einaudi, Donatella di Pietrantonio, considerata da Michela Murgia una delle più importanti scrittrici italiane, propone “L’Arminuta“, termine abruzzese che significa ritornata. Col suo terzo romanzo l’autrice tocca nel profondo temi legati all’abbandono, al dolore, agli affetti familiari perduti e ritrovati, un’altalena di sentimenti contrastanti, descritti con un linguaggio diretto e un po’ rude come quella regione schiusa e severa da cui l’autrice proviene. L’emozione del racconto è un sottofondo ben ritmato, mentre il mare con il suo corso fa eco al ricordo e all’oblio, il tutto pervaso dalla sensibilità genuina che lega il lettore ai personaggi del racconto. Storia di figli e genitori, di emozioni e sogni, di vita dura per operai e braccianti, storia di arminuta.

La casa editrice Minimum fax propone fra le novità “Giovani Leoni“, a cura di Angelo Ferracuti e Marco Filoni con altri scrittori, nato da un progetto di Poste Italiane e Fondazione Mondo Digitale per promuovere l’uso dei social agli over 65. Nove scrittori, partendo da testimonianze dirette dei “nonni in rete”, raccontano il futuro delle città e degli stili di vita, senza tralasciare scenari pessimistici della rivoluzione digitale. La sete di conoscenza fa capolino, oggi, anche fra le persone che hanno superato la linea della gioventù, sottolineando come la curiosità porta sempre risultati positivi. Si parla di settantenni che seguono gli amici su Facebook, di una novantenne che non comprende ancora il funzionamento di Skype, mentre qualcuno non sa far funzionare il bancomat. Storie che ci riguardano da vicino, che si svolgono tutti i giorni sotto i nostri occhi facendoci sorridere con affetto e che lasciano spazio a riflessioni, domande, derive.

La casa editrice 66th And 2nd presenta “Il museo delle penultime cose“, di Massimiliano Boni, un romanzo che parla dei sopravvissuti ai lager nazisti, ambientato nel 2031 con un unico novantottenne ancora in vita, ultimo baluardo di un periodo nero della storia mondiale, capace di narrare la sua storia nel campo di concentramento. Il protagonista, vicedirettore ebreo del museo della shoah a Roma, ha il compito di far ricordare all’ormai anziano Attilio i momenti terribili vissuti e il segreto che egli nasconde. Un romanzo che esorta a non abbassare la guardia sul ricordo, a mettere insieme documenti e testimonianze da tramandare per un futuro possibile. Il “come se” è il tema di tutta la storia, come se fosse stato possibile fermare tutto quello successo, come se le parole fossero state ascoltate, i treni fermati, le persone avvisate. Un romanzo di forte spessore, che tratta una ferita impossibile da rimarginare, affrontato con grande sensibilità, verso il dolore che ancora si affaccia alla mente dei giovani ebrei di seconda e terza generazione, per la paura del ripetersi del passato.

Feltrinelli presenta “Il teorema dell’incompletezza“, di Valerio Callieri, al suo esordio, il quale con ironia e tensione scrive un romanzo dai risvolti amari e divertenti. Un misto di sorrisi e conflitti, il libro è la storia di due fratelli diametralmente opposti, che non si parlano da anni, ma si trovano ad indagare sulla morte del padre, ex operaio Fiat, ucciso a Centocelle, nel proprio bar. Si indaga, dunque, su un passato che non era, poi, di così insospettabile linearità come si pensava: si scava fra segreti e azioni ignote insieme ai due fratelli e affiancati da personaggi seri, riservati e da altri simpatici e irresistibili. L’incompletezza del titolo è teorema matematico logico (teorema di Godel) ed è metafora sia emotiva, per il personaggio, sia politica, per il nostro Paese, popolato negli ultimi cinquant’anni da una generosa schiera di fantasmi, nonché per la mente umana. Narrato con uno stile personale e ironico, il testo racconta la necessità di “stupidi sorrisi per dimenticare il tempo “.

La casa editrice Marcos y Marcos presenta “L’ombrello di Nietzsche” di Thomas Hurlimann, un romanzo ambientato in Engadina, che racconta di una passeggiata di Friedrich Nietzsche sui monti della regione con in mano un ombrello rosso a causa del tempo incerto di quel giorno. Un fatto di immaginazione dello scrittore che proprio da quella passeggiata farà cominciare il percorso che sfocerà nella stesura di “Così parlò Zarathustra”. Lo scrittore e commediografo svizzero ci accompagna in un’argomentazione filosofica di ragionamento, che vede Nietzsche arrendersi agli elementi naturali come il vento e la pioggia seguendo il gatto Mufti, simbolo di un nuovo cammino nella verità, mentre l’ombrello volato e perduto è l’immagine di un concetto di “verità messa alla berlina”. 60 pagine piene di poesia, di indagine filosofica sul grande mistero della vita. La traduzione di Maria Giorgia Ulbar è molto accurata nella terminologia e la stessa osserva che l’ombrello rosso, strappato dal vento, è come un amo che ci porta dentro la filosofia del Novecento. Piena di significato, la frase conclusiva del testo: “Forse, ed è un bel forse, qualcosa ci protegge più di quanto pensiamo”.

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Drinking Bio: sai che c’è di nuovo

“Il futuro del vino cambia direzione”. Potrebbe iniziare così un viaggio attraverso le novità del biologico in fatto di drinks e distillati, che sempre più assurge a trend per i consumatori, soprattutto i più giovani e in cerca di nuove tendenze. A conclusione della mostra Live Wine tenutasi a Milano a febbraio di quest’anno, si può affermare il grande successo ottenuto da vini e birre biologici. La richiesta di questi prodotti, oltre che dall’Italia, viene soprattutto da Germania e Stati Uniti e, anche se il prodotto è leggermente più caro rispetto ai vini tradizionali, i risultati di vendita sembrano non scoraggiare le aspettative. Le regioni più alla avanguardia nella viticoltura Bio sono la Sicilia, la Puglia, la Toscana, seguite dalla Calabria, con i vini di Cirò aiutati dal terreno fertile dal quale, ai tempi degli antichi greci, si ricavava il vino da offrire ai vincitori delle olimpiadi. Le aziende che hanno deciso di investire in questo settore, avvalendosi di enologi esperti, si sono trovate, nonostante i dubbi iniziali, a farla da padroni sul mercato mondiale. L’Italia infatti è fra i primi produttori di vino biologico a livello internazionale. Sicuramente una svolta importante è dettata dalla tendenza del momento riguardo al mangiar sano, all’importanza del cibo veg e, in fatto di bere, dalla necessità di lavorare sulle questioni solfiti, mosti concentrati e additivi. Oltre alle grandi aziende, ci sono tanti piccoli produttori che, con impegno e pazienza, stanno ottenendo dei validi risultati, offrendo varietà di vitigni diversi dai soliti cabernet, merlot, chardonnay, imprenditori che presentano uve autoctone, che “parlano” della terra e del suolo da cui nascono.
Questi piccole realtà si stanno affermando anche sulla birra, che sempre al live wine quest’anno ha visto il trionfo del birrificio artigianale Baladin, fondato da Teo Musso. All’ultima edizione hanno partecipato 257 aziende, testimonianza, oltre che di grande interesse verso la materia prima, di inventiva, qualità e fantasia. La vasta geografia birraria vede Lombardia, Trentino e Veneto, oltre alle Marche, nelle prime posizioni in fatto di realizzazione. Sostenibilità e legame con il territorio sono le armi vincenti dei nostri distillati. Tornando fra le viti, un vigneron di nicchia è l’azienda siciliana Alice Bonaccorsi, che produce vino Bio con certificato ICEA alle falde dell’Etna, mentre le cantine Nicosia sempre vicino al vulcano affrontano le etichette Bio vegan. La cantina Di Cato produce vino Bio sulle colline di Vittorito, in provincia dell’Aquila e il suo fiore alla occhiello è un ottimo Montepulciano. Per quanto riguarda la birra, è d’obbligo un assaggio della Wayan di Baladin, in provincia di Cuneo, o un sorso di una birra di Eko’, birrificio specializzato in birre di puro malto. Dalle prealpi bellunesi arriva invece il progetto Ofen, birra distribuita con parsimonia e prodotta con materie prime provenienti da circuiti equo-solidali. Anche i primi erboristi a Milano hanno iniziato a commercializzare questo tipo di prodotti.
Cheers, eco.

Heaven’s Kitchen: quando il cibo… è fashion

Come un capo da indossare, un genere musicale o una corrente letteraria, così anche le cucine internazionali danzano, a una ritmica veloce, sulla giostra di ciò che è contemporaneo e glamorous. Ciclicamente la cucina torna alla ribalta, nelle sue più disparate consuetudini, nei profumi e nelle combinazioni curiose: molto è cibo oggi, dalle parole alla pubblicità, alle occasioni di socializzazione. Se si escludono il trend giapponese, declinato pure nelle versione più integrali del ramen o del sakè; quello libanese, a detta di alcuni chef italiani e non solo è la cucina più variegata, misteriosa ed allettante di tutte; tre sono le principali scoperte degli ultimi anni in fatto di gastronomia: la cucina peruviana, quella kmer e infine, una rivalutazione in chiave soft-chic della tradizione indiana.

Tocca comunque fare un salto a Londra – il costo dei voli, adesso, permette un comodo break nel fine-settimana, anche solo per provare queste novità – per scoprire Andina, un bistrò situato nel cuore di Soho, che ha catalizzato l’attenzione mediatica e di pubblico con risultati strabilianti: fusioni di influenze peruviane (hanno un’intera sezione della carta dedicata alle delicate ceviche) mixate ad aromi e coniugazioni più occidentali, il tutto condito da una scelta di cocktail e liquori di tutto rispetto. Andina è aperitiveria, brunch, ma anche design ed estetica visuale. Perché il cibo lo si gusta con gli occhi, prima di tutto. E non c’è nulla di più soddisfacente che uno stravagante mix-and-match di colori e furnishings, per allietare lo sguardo prima del palato.

La cucina kmer, troppo spesso “sottovalutata” a causa della vicinanza con la Thailandia, è ricca di una varietà davvero unica di spezie, fiori e radici, da poter abbinare sapientemente con molti ingredienti. La catena newyorkese Num Pang Sandwich shop, che vanta sei corner dislocati in alcuni dei punti più strategici della città che non dorme mai, aggiunge a quella che è l’arte culinaria di una tradizione gastronomica antichissima, quel tocco glam di freschezza e sobrietà minimal, che permette di godersi degli sfiziosi sandwich abbinati a tisane, spremute di zenzero e altri infusi, guardando il viavai meraviglioso di New York che freme, scorre e va. Vero e proprio must modaiolo in fatto di take-away e quick sit-in, Num Pang unisce coraggio, contaminazione e bella atmosfera. Non lasciatevelo scappare, la prossima volta che passerete nei dintorni di Manhattan.

Per chi adora le massime espressioni di filosofia del gusto, la ricercatezza estatica dei sapori che affascinano, quei bocconi d’oriente capaci di sconvolgere anche i momenti più retrivi, torniamo nella capitale britannica per parlare di Gymkhana, l’esclusivo club di Mayfair basato sui colonial clubs indiani, i cui piatti passano sempre sotto l’occhio esperto e portentoso di Karam Sethi, chef stellato ultra-conosciuto in patria e non soltanto, che “corrompe” con la sapienza della sua arte e mette d’accordo anche i critici gastronomici più severi. Gymkhana, un luxury restaurant che fa del buongusto uno stile estetico, di arredamento e di proposta del menù, propone rivisitazioni concettuali della cucina indiana, sperimenta riduzioni e salse che sfidano i classicismi e offre una selezione pregiatissima di vini di cantina.

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ROSSIGNOL presenta la F/W 2017

La collezione invernale di Rossignol è un’evoluzione stilistica nel segno della continuità e della coerenza, tenacemente ancorata all’heritage del brand, al legame imprescindibile tra filosofia active, comfort e raffinatezza. Il logo Rooster diventa cifra identificante del prodotto e sinonimo degli ideali di eccellenza ed eleganza che da sempre differenziano il marchio, fondato a Voiron nel 1907. La proposta a 360° allinea la ricerca della perfezione tecnica al gusto contemporaneo: gli interni dei capi si tingono con il particolare tono di blu ripreso dallo storico modello Strato, lanciato nel 1964. Le silhouette sono progettate per estendere il loro uso dalla montagna alla città, unificando la palette nei toni del blu, rosso e bianco – colori primari di Rossignol – e negli interventi di nero, grigio, arancione e verde foresta. Le personalizzazioni sono caratterizzate dalla data di fondazione del brand, da motivi rigati e tratti diagonali, dalla scritta logo e dall’inconfondibile emblema del Rooster, declinato anche nei ricami di fili a rilievo sulle felpe best-seller.

www.rossignol.com

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91° edizione di Pitti Immagine Uomo: la prima personale di Angela Iandelli

Sì è inaugurata a Firenze la mostra della pittrice Angela Iandelli: due spazi espositivi, presso il contemporaneo garage Bagù in Via de conti e la Boutique dello storico Hotel Cellai in via Nazionale, dove i quadri rimarranno esposti sino al 30 gennaio.
La mostra, concentrato energico di arte moderna, è una prima personale: l’artista propone visioni emotivamente dirompenti, l’impatto visivo coinvolge nei colori e le linee. La pittura materica, marchio d’autore delle opere, dà vigore alle tele che hanno un ottimismo, una joie de vivre sottesa, mai scontata.
Immediato si percepisce il senso di ricerca del bello e di un bilanciamento ideale: una creatività poliedrica, quella di Iandelli, che sceglie come acronimo anga (@anga_arte il portfolio instagram), una lucidità sarcastica la sua, che non pontifica né giudica – Arte è anche il nome dell’exhibition: forse una provocazione al continuo, aperto, dialogo fra ciò che si possa definire tale? –. Arte è un percorso, non una direzione. E nel percorso, ogni domanda stimola una crescita.

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In contemporanea fino al 30 Gennaio
presso Boutique Hole Cellai
Via XXVII Aprile, 14 – Firenze 

Frei

Frei è un brand curiosamente insolito: riunisce un gruppo di talentuosi designer “misteriosi” che hanno unito la propria creatività in nome della moda, del vintage e dell’impatto ambientale, tre tematiche a cui tutti gli artisti della crew sono estremamente legati.
Il risultato è una collezione di pezzi interessanti, in edizione limitata, che raccoglie capi vintage rivisitati col tocco dell’hand-made in una versione glamour, dai toni pop e ultra-contemporanei, dove dei parka in tipico stile anni ’70 sono “modificati” con pennellate di vernice colorata o patch in jeans, eleganti mantelle in cachemire en double face mostrano la loro audacia in fantasie sgargianti e linee avvolgenti.
La mission che muove il progetto nasce da una citazione di Jean-Jacques Rousseau: “la libertà è il poter di scegliere le proprie catene”; un monito, dunque, per una creatività che ha come vincoli soltanto la moda tout-court, la passione per gli abiti d’epoca, la fusione di talenti in nome di uno stile senza tempo e senza definizioni forzate.
La collezione Frei, fresca di shooting, sarà disponibile dal 21 al 23 Gennaio presso Tranoi Trade Show, uno dei riferimenti parigini dell’avanguardia creativa in fatto di moda e profumi, e poi presso lo showroom CUTULICULT/COUTU dal 23 al 25.

©Photo Credit Nunzio Del Piano
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Gaetano Pesce in mostra a Firenze: il mondo è donna

Espone a Firenze fino all’8 febbraio, nelle tre nuove sale del Museo del Novecento, l’architetto e designer Gaetano Pesce. La mostra, intitolata “Maestà tradita”, non è stata inaugurata dall’artista per motivi di salute, ma l’opera inedita – la maestà tradita, appunto – grande scultura di donna, è stata presentata in Piazza Santa Maria Novella di fronte alla famosa basilica progettata da Leon Battista Alberti per la famiglia Rucellai nel 1470. Pesce avrebbe voluto posizionare la sua opera in Piazza della Signoria, ma il sindaco della città, Dario Nardella, non ha dato il consenso. In attesa della grande scultura, nel museo sono esposte varie opere inedite dell’artista, ormai famoso in tutto il mondo, opere dedicate alla donna. Ogni sala, attraverso odori, suoni, sostanze liquide, elementi vari, denuncia la difficoltà di essere donna ancora oggi, nonostante la forza creatrice che l’identità femminile porta con sé. Entrando ci attende una enorme UP rivestita di variopinti indumenti femminili, mentre di fronte troviamo delle UP a strisce bianco e nere incatenate a guisa dei carcerati a significare la libertà impedita alle donne ancora osteggiate e vilipese da una società maschilista. La up o upchair è stata progettata da Pesce nel 1969 e rappresenta la maggiore testimonianza del design radicale degli anni 60/70. Esposta nei musei di arte contemporanea più importanti, la Up rappresenta, oltre la ricerca di forme e materiali nuovi, un modo di parlare politicamente della condizione delle donne vittime dei pregiudizi degli uomini. La up 5 richiama nella sua forma il grembo materno, simbolo di protezione, mentre la sua forma avvolgente e sinuosa trasmette il senso della fertilità come nelle Veneri paleolitiche. La up è quindi un elogio alla donna, la quale è continuamente sollecitata però ad ingoiare bocconi amari. L’artista ha posto su dei blocchi dei pezzi di pane, degli stecchini e un contenitore con del fiele invitando a rischio e pericolo ad assaggiarli. Grande sostenitore dell’universo femminile (“Il mondo è donna”) Pesce affronta un tema attualissimo con grande esperienza e amore. Inoltre, l’evento della collocazione della scultura più importante è avvenuto alla presenza di Vittorio Sgarbi e Sergio Risaliti, organizzatori e curatori della mostra.

www.museonovecento.it

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Pablo Picasso alla National Gallery di Londra: consigli per il weekend in città

Woman in a Hat (Olga) by Pablo Picasso, 1935; Centre Pompidou, Paris. Musée national d’art moderne.

Alla National Portrait Gallery di Londra si possono ammirare, fino al 5 febbraio 2017, più di 80 lavori del maestro spagnolo Pablo Picasso. In questa esposizione si trovano i ritratti di famiglia dell’artista, di amici, mogli e amanti oltre a divertenti caricature del periodo giovanile. L’arte di Picasso è, in queste opere, estremamente vitale, dotata di grande spirito di osservazione ma anche di tenera ironia.
Con Picasso è iniziata l’era degli artisti che hanno qualcosa da dare prima che da dire, egli trasforma la visione del mondo particolareggiata, personale ed oggettiva in espressione di generica energia, ciò che conta per lui nella opera di un’artista non è ciò che comunica ma il suo complessivo tasso di vitalità. La sua continua ricerca di nuovi modi di dipingere lo porta ad esplorare realtà diverse con cui rappresentare i dipinti. Nell’exhibition della National Gallery si può vedere la moglie Olga ritratta in un gioco di trasformazioni cubiste, l’autoritratto giovanile del pittore, semplice e diretto, la donna con le mani unite ci guarda con occhi curiosi, la malinconia del periodo blu attira e stupisce il visitatore, mentre il ritratto di Gustave Coquiot è dipinto con occhi dardeggianti ispirato a Toulouse lautrec. Le donne sono comunque le protagoniste di questa mostra, una giusta ricompensa in quanto muse ispiratrici della sua longeva carriera artistica.

www.npg.org.uk

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Abstract Expressionism: report dalla mostra di Londra

Jackson Pollock, Blue poles, 1952

Fu nel 1946 che il critico d’arte Robert Coates coniò il termine abstract expressionism, espressionismo astratto, facendo riferimento ad un nuovo fenomeno affacciatosi nell’arte al quale aderì una generazione di artisti dalla metà del 1940, nativi americani nonché migranti in fuga dall’Europa, artisti che avevano come comune denominatore le due guerre mondiali, la grande depressione, la guerra civile spagnola, la devastazione della bomba atomica e la conseguente guerra fredda. I primi lavori riflettono perciò il periodo nero legato a queste tristi vicende. Nel 1958 il museo d’arte moderna di N.Y organizzò la mostra The new American painting, presentando alcuni dei più famosi artisti espressionisti e nel 1959,oltre ad altre città europee, anche la Tate Gallery di Londra ospitò questa mostra. Oggi è la volta della Royal Academy of Arts, che, fino al 2 Gennaio 2017, ospita la mostra Abstract Expressionism, che raccoglie circa 150 opere tra dipinti, sculture e foto dei maggiori espressionisti astratti. Ad attendere il visitatore all’esterno, le sculture di David Smith, mentre nei grandi saloni interni fanno bella mostra le opere del maestro Pollock, col suo stile di ping, ovvero il modo di dipingere facendo colare il colore da dei fori o spargendolo con un bastone o pennellom, le grandi tele di Rothko, De Kooning, Barnett Newman, nonché Joan Mitchell con il dipinto luminoso in cui fa riferimento a Cezanne e alle ninfee di Monet. Ciò che accomuna questi artisti, oltre al clima di difficoltà storico -politico vissuto, è la rottura con la tradizione dell’arte realista e l’abbandono della serenità del figurativo per affermare una sofferenza totale e una successiva fiducia quando l’America si lascia alle spalle il periodo della guerra. Sottolineato dal curatore della mostra David Angam, “Non è facile interpretare questa corrente artistica” ma possiamo provare ad andare oltre le apparenze, come dice Rothko, e mettersi in discussione davanti a ciò che sembra evidente, non cessando di ricordare che le opere di questo movimento hanno ispirato artisti divisi fra l’angoscia del passato e la speranza di un futuro migliore.

Abstract Expressionism
Royal Academy of Arts
24 settembre 2016- 2 gennaio 2017
www.royalacademy.org

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Normali Meraviglie. La Mano

Andy Bluvertigo, Cibic Aldo, Serra Annarita

Dal 4 Novembre al 4 Dicembre, Triennale Design Museum presenta la mostra Normali Meraviglie. La Mano, a cura di Alessandro Guerriero e Alessandra Zucchi: l’exhibition celebra l’interpretazione di artisti e designer internazionali di una Mano disegnata da Mimmo Paladino e da lui donata a Fondazione Sacra Famiglia, impegnata nel sostegno a persone con disabilità complesse.
53 artisti e designer di rilievo hanno dunque rielaborato, reinventato e rivestito le sculture alte 50 cm disegnate dagli ospiti del laboratorio di ceramica dell’ente.
Durante la charity gala dinner prevista per il 3 dicembre, le Mani verranno assegnate con una lotteria a chi avrà acquistato i relativi biglietti numerati, già disponibili in vendita.
Il ricavato andrà a favore della Sacra Famiglia per il sostegno dei laboratori occupazionali che la Fondazione promuove e attraverso i quali le persone con disabilità complesse acquisiscono fiducia e trovano occasioni preziose di inclusione sociale.
Al progetto NORMALI MERAVIGLIE per Fondazione Sacra Famiglia, inoltre, è stato appena assegnato da ADI il Premio per l’Innovazione ADI Design Index 2016.

Normali Meraviglie. La Mano
Dal 4 Novembre al 4 Dicembre
Triennale Design Museum
per informazioni: [email protected] 

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MARJOLEIN DALLINGA “IL GIARDINO DELLE DELIZIE”

Il Museo del Tessuto di Prato ospita Il Giardino delle delizie, la prima mostra personale in Italia della felt-maker Marjolein Dallinga.
Quattordici grandi opere in feltro, ispirate all’omonimo dipinto di Hieronymus Bosch, verranno allestite all’interno delle sale espositive del Museo fino al 29 gennaio prossimo, in un percorso magico e surreale che le armonizza coi tessuti e i macchinari antichi.
Le opere presentate al Museo del Tessuto sono espressione del subconscio dell’artista, attualmente residente in Canada, e rispecchiano la fascinazione per il mondo naturale.

Esposizione temporanea Il Giardino delle Delizie
16 ottobre 2016 – 29 gennaio 2017
Museo del Tessuto
Via Puccetti, 3 – Prato
www.museodeltessuto.it

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David Catalán: creatività fra Spagna e Portogallo

David Catalán è un designer spagnolo di base sia a Madrid sia ad Oporto che nel 2014 ha ricevuto il premio Fashion Talent per la collezione presentata durante la Mercedes-Benz Fashion Week della capitale iberica.
Preludio di numerosi riconoscimenti successivi, il talento di Catalán ha molto a che vedere le forme, sporty silhoutte, e con la ricerca di materiali innovativi e sovrapposizioni stilistiche nell’intento di amalgamare in un linguaggio unico, estremamente fluido, anche gli accenti più acuti del fashion design.
La collezione SS2017 dello stilista prende spunto da un luogo cult della Londra Contemporanea, lo Sketch bar – Gallery, il locale di Mourad Mazouz vero e proprio baluardo di eclettismo e spunti cutting-edge design: Forget about it – già il nome scelto la dice lunga – la collezione riflette il tentativo di trovare spazi e forme amene, dove lasciar andare i problemi e i conformismi di ogni giorno e trovare il proprio dinamismo personale; colori audaci e giocosi, forme nette, sagomate ma mai ingombranti, a suggerire il bisogno di estrema naturalezza nei movimenti e nelle figure del corpo.
Il talento di Catalán si districare su più fronti: la duttilità dei tessuti, il mix and match di pattern, la coerenza di tenere il punto della collezione, sempre.

www.davidcatalan.es

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Modena incontra l’arte con la mostra Versus

Marina Abramovic e Ulay (1946-1943), Untitled

Alla Galleria Civica di Modena è stata inaugurata la mostra Versus. La sfida dell’artista al suo modello in un secolo di fotografia e disegno a cura di Andrea Bruciati, Daniele De Luigi, Serena Goldoni.
Pensata in occasione del festivalfilosofia, quest’anno dedicato al tema “agonismo”, l’esposizione raccoglie fotografie e disegni di 125 artisti che ripercorrono gli ultimi cento anni della storia dell’arte, dal 1915 al 2016: accanto ad opere di molti tra i protagonisti del Novecento saranno esposti lavori di artisti emergenti, nati tra il 1979 e il 1990, realizzati espressamente per l’occasione.
Il concept della mostra propone una declinazione del tema “agonismo” in direzione di un tentativo di superamento dei modelli precedenti e saranno proposte, fra gli altri, opere di Filippo De Pisis, Mario Sironi e Marina Abramovic e Ulay.
In occasione della giornata inaugurale, all’interno del programma di festivalfilosofia, alle ore 22.30 nel Chiostro di Palazzo Santa Margherita è stato proiettato Re – VERSUS, una selezione di video d’autore sul lavoro artistico tratti dall’archivio video di Careof, Milano, a cura di Martina Angelotti.


Galleria civica di Modena
Corso Canalgrande 103, Modena
www.galleriacivicadimodena.it
Da Mercoledì al Venerdì 10.30- 13 e 15- 19

Sabato, Domenica e festivi dalle 10.30 alle 19
Ingresso gratuito 

Collective Visions: la mostra fotografica per chi passa da Firenze

Si è inaugurata giovedì 29 settembre a Firenze nella suggestiva location delle Murate, ex carceri fiorentine completamente riadattate a spazio exhibition, la prima delle tre mostre fotografiche riguardanti il fiume Arno, e che si protrarrà fino al 13 ottobre con il nome di Collective Visions. La mostra promossa dalla fondazione Studio Marangoni vuole mettere in evidenza il rapporto esistente fra la città di Firenze e i suoi abitanti con il fiume che lo attraversa tramite una serie di immagini proposte da 9 fotografi selezionati da Jay Wolke, docente di fotografia della Columbia University di Chicago. La mostra chiuderà a novembre, mese di anniversario dei 50 anni dell’alluvione che danneggiò gravemente il capoluogo toscano, procurando ingenti danni a molte opere d’arte. Le foto spaziano da momenti di vita quotidiana in città a canoisti sul fiume, immagini di alloggi e affacci sul fiume, flashback affascinanti. Estremamente suggestive sono poi le fotografie dell’area naturalistica fra Brozzi e Campi Bisenzio, che si mostra come una verde foresta da esplorare. Si possono vedere anche le piante che costeggiano il lungo fiume mentre una video proiezione – Panta Rei – accompagna il fluire del visitatore lungo la mostra: scorrere come il fiume, gli eventi, l’arte.

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Ai Weiwei in mostra a Palazzo Strozzi (Firenze): se l’arte chiede aiuto

Nei giorni di prigionia pensavo soprattutto alla luna“: queste parole dell’artista dissidente cinese Ai Weiwei, in esposizione a palazzo Strozzi a Firenze fino al 22 gennaio 2017, fanno riflettere sull’amore per la libertà, diritto di ogni uomo, status che Weiwei ha riconquistato nel 2015, al momento in cui il governo cinese gli ha restituito il passaporto confiscato dopo la carcerazione e la distruzione del suo studio di Shangai. Per chi non conosce il personaggio e la sua storia, è consigliabile iniziare il percorso della mostra dalla Strozzina: per visionare anzitutto il filmato dell’agosto 2009 quando l’artista è stato seviziato, portato alla polizia e poi allontanato affinché non testimoniasse al processo contro l’attivista Tan Zuoren; in secundis per ammirare le centinaia di foto scattate dall’artista fra il 2003 e il 2011 che ritraggono vita quotidiana e produzione artistica. Nel 1981 dalla Cina Weiwei si trasferì negli Stati Uniti ma, insofferente verso le istituzioni, abbandona la scuola di design e comincia a frequentare mostre e musei, subendo il fascino del dadaista Marcel Duchamp e il maestro della pop art Andy Warhol. Tornato in Cina, Weiwei media i temi del linguaggio occidentale con materiali e storie cinesi: “Il mondo è una sfera, non ci sono oriente o occidente.
Al piano nobile della mostra le opere dell’artista si fondono col passato e il presente della storia cinese, passando attraverso la ricerca artistica e la provocazione politica, nonché coi temi attualissimi dei diritti umani.
Nella stanza Sichuan, che prende il nome dalla zona dove nel 2008 si verificò un terremoto che provocò 70.000 vittime, è esposto un lungo serpente costruito cucendo insieme 360 zaini raccolti da Weiwei e appartenuti alle piccole vittime sepolte sotto le macerie; i canotti (Reframe) appesi esternamente alle finestre del Palazzo hanno il colore arancio dei soccorritori che quasi ogni giorno salvano vite umane nel Mediterraneo.
L’attivismo incessante di Weiwei lo ha portato anche sull’isola di Lesbo per aiutare concretamente nelle operazioni di sbarco.
La mostra è dunque una retrospettiva completa e ben fatta su quello che è stato definito “l’artista contemporaneo più importante del mondo”: ha una sua traiettoria precisa, in contrasto con l’antichità quasi sacrale dello spazio in cui è allestita; prospettiva di un uomo poco allineato, nella retorica confusa e chiassosa degli equilibri politici e sociali del nostro tempo.

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Bertozzi & Casoni: Il capitale umano. Tra consolazioni e desolazioni

La Galleria Antonio Verdolino ospita nel suo spazio espositivo modenese, a pochi passi da Palazzo Ducale, la personale di Bertozzi & CasoniIl capitale umano. Tra consolazioni e desolazioni.

La mostra, curata da Franco Bertoni, architetto, critico d’arte ed esperto di ceramica del Novecento, è inserita nell’ambito del programma del festivalfilosofia di Modena (16-18 settembre 2016). Partendo dal tema della manifestazione, l’agonismo, l’esposizione si sviluppa a partire da Polar Bear, un’installazione raffigurante un gigantesco orso bianco che i maestri della ceramica Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni hanno immaginato ingabbiato, prigioniero e a rischio di estinzione a causa dei mutamenti determinati dall’attività umana.

Attorno a questa figura emblematica della lotta evolutiva, altre opere indicano la dialettica di composizione e decomposizione, morte e rigenerazione che attraversano l’esistenza di individui e società, in un continuo pendolo tra consolazioni e desolazioni: sono i rifiuti che ciascuno lascia dietro di sé, piccole estinzioni locali che agitano il mondo delle cose anche nell’epoca dell’abbondanza.

Particolarmente significativa per la mission e l’identità della galleria, è la nuova opera tessile di Bertozzi & Casoni, raffigurante un alveare che a sua volta disegna un teschio: l’opera è interamente annodata a mano in seta, materiale che le dona un particolare “movimento” grazie al cambiamento del colore in base alla luce. Completa l’opera una cornice in ceramica che riproduce anch’essa un alveare da cui nascono più di 1000 fiori in ceramica.

Galleria Antonio Verolino, Modena
16 settembre – 24 ottobre 2016
Via Farini 70 angolo Piazza Roma – 41121 Modena
Orari: da lunedì a sabato dalle 9,00 alle 19,30
www.galleriaantonioverolino.com

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Francesco Damiani: nella vita come nei ritratti …“tutto partecipa alla felicità”

Francesco Damiani, ritrattista poliedrico e originale, ha chiesto allo stilista Lucio Vanotti alcuni scampoli di tessuto di una sua precedente collezione per realizzare un’opera ispirata all’estetica minimal e rigorosa del lavoro dello stilista.

Lo statement dell’opera ha a che fare con la felicità: Damiani, nel corso dei suoi ritratti/intervista/riflessioni si è reso conto che “la felicità sta nel fare quello che sentiamo e che ci dà piacere, non esistono regole. Tutto partecipa alla felicità e assume una sua dignità: giocare a carte, lavorare a maglia, fare collages , colorare un album, lavorare con il pongo”.

La moda ha il potere di portare gioia, è attività creativa che a partire da un materiale bidimensionale e umile riesce a creare un volume, modella il corpo e crea forme nuove, interpreta stati d’animo o creare atmosfere, solleva e mette a proprio agio, dona piacere. Molti stilisti traggono spunto per le loro collezioni dall’arte, in questa opera Damiani ha effettuato il processo inverso.

Nell’opera non esistono elementi decorativi e superflui, ogni elemento è indispensabile e minimizzato: il telaio è anche cornice , la tela è a buchi tutto diventa più leggero ma terribilmente forte.

damianifrancesco19.wixsite.com/fdart
www.behance.net/Francescod
www.instagram.com/damiani.francesco1975/

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Rockstud Untitled: l’uomo Valentino riscopre il fascino dell’imperfezione

Wabi-sabi è la filosofia giapponese della perfetta imperfezione, l’idea per cui nulla dura, nulla è finito, nulla è perfetto. Usando come ispirazione la tecnica giapponese del kintsugi, che consiste nel riparare gli oggetti rotti di ceramica con la polvere d’oro, nell’intenzione che dal difetto possa derivare una forma superiore di perfezione estetica e interiore, Valentino propone il progetto Rockstud Untitled, una capsule collection unisex di classici distillati all’essenza e riletti attraverso il savoir – faire della storica maison. Una craftsmaship in chiave scabra, il cui legante sono le borchie: dodici elementi costitutivi del guardaroba perfetto – dalla camicia bianca al peacoat blu, dal trench beige ai jeans, dalla T-shirt grigia al cappotto cammello, dalla maglia girocollo alle sneaker bianche – una cui parte è stata staccata e quindi riparata usando borchie dorate al posto delle cuciture. La tensione tra industriale e artigianale, tra serie e unicità caratterizza il progetto e lo rende unico nel panorama della moda contemporanea. Ciascun capo è identificato da un numero progressivo da 1 a 12, timbrato sul sacchetto di tela bianca che lo contiene. Appare quasi anonimo ma una volta indossato, rivela i segni di una customizzazione dal tocco sintetico, autentico e ben definito: tracce di un vissuto potenziale, intimo, e di un’umana imperfezione interiorizzata come segno della bellezza che ci contraddistingue.

Nella sfilata Uomo FW 16/17, la capsule si evolve nella versione Noir – le borchie in rutenio e il colore nero contaminano la maggior parte dei capi men rtw e per gli accessori – Open sneaker e clutch.
In particolare le borchie in rutenio per la clutch diventano all around e anche il packaging si trasforma ad hoc in un intensa versione noir.
Nei dettagli “Native” la pelle è intarsiata con una tecnica ben precisa, ogni dettaglio geometrico è dipinto a mano, curato con la stessa attenzione del tutto: perché il particolare rivela l’essenza di ogni uomo.

www.valentino.com

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Incontri D musica: La Repubblica anima il settembre milanese

Dall’8/10 settembre, uno dei quartieri più dinamici e sorprendenti di Milano, Garibaldi Porta-Nuova, diventa il palcoscenico di Incontri D Musica, la kermesse di racconti rock, concerti virtuali e performance live che D la Repubblica organizza con il supporto di UniCredit Pavilion e in sponsorship con Samsung e Lexus.

Eventi e concerti si intrecceranno tra le strutture avveniristiche di piazza Gae Aulenti, dell’UniCredit Pavilion e gli spazi hi-tech del Samsung District. On stage ogni sera performance live e talk show, aperitivi con originalissime esperienze virtuali.

Il programma si articola in un talk alle 18.30 presso la Samsung Arena, un aperitivo in musica alle 19.30 (Samsung Smart Home) e un grande concerto dalle 21.00 in poi presso l’UniCredit Pavilion.

Tutti gli eventi sono gratuiti e aperti al pubblico, sino al raggiungimento della massima capienza prevista dagli spazi.

Sul sito d.repubblica.it/promo/incontridmusica tutte le informazioni sull’evento con orari, calendari, mappe e tanto altro ancora per poter pianificare al meglio un weekend lungo di musica e condivisione.

@Riproduzione Riservata

Rankin firma lo spot di The Macallan, brand di Whisky d’eccellenza

Rankin ha collaborato col brand scozzese, produttore di Whisky, The Macallan per il lancio di “Double Cask”, un distillato dal gusto intenso e avvolgente.
Il risultato è uno spot di fortissimo aplomb visivo, al confine fra un film di moda e un cortometraggio surreale: protagonisti sono i modelli Tuuli Shipster e Max Rogers: il regista ci porta in un mondo parallelo, visionario, attraverso un gioco di specchi e sensazioni, come un Alice contemporanea, il protagonista   comincia un viaggio sensoriale fra le identità e il gusto.
Una metafora di circa un minuto sugli strati sottili del double cask, e anche sulle doppie identità, su ciò che ci lasciamo essere quando decidiamo di cambiare: alla fine il protagonista riemerge dal mondo fantastico, è di nuovo in un bar circondato da amici; le immagini e la potenza del brand scozzese, l’elegante bottiglia oggetto della pubblicità, bucano lo schermo.
Double cask: un’esperienza ben più grande di un semplice liquore.

www.themacallan.com

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Homme Plissé by Issey Miyake: la F/W collection 2016 è tutta improntata sulle sfide

Challenge.

La sfida come portatrice di storia, ricerca e sviluppo: applicare il risultato di tentativi ed errori al processo di creazione. E’ questa la tendenza che segue Issey Mihake – e il suo team creativo Reality Lab – nella collezione F/W 2016, Homme Plissé.

Da forme che nascono attraverso un continuo studio, viene realizzata una serie di abiti ultra-innovativi, minimal ed eleganti, che seguono tre direttrici precise: Challenging “Color”, ovvero una varietà di cappotti over-size, t-shirt e pantaloncini con stampe di righe disegnate a mano e ispirate alle bandiere di diversi paesi del mondo. La combinazione di colori vividi dà vita ad una collezione dinamica, con capi che seguono morbidi i movimenti del corpo, estensioni fluide dei passi.

Challenging “Silhouette”, dove i pantaloni riprendono la forma tradizionale dell’hakama o hanno la vita alta e possono essere abbinati a bretelle o cinture; nuovi modelli dallo styling over che scardinano i dogmi tradizionali del fitting in nome di un’elasticità, estetica e funzionale, senza precedenti; ed infine Challenging “Technique”, una sfida fatta di pattern creati attraverso blocchi di legno intagliato, intarsi e disegni realizzati a mano o tramite computer tramite differenti tecniche, stampe quasi visionarie e multi-dimensionali.

Impreziosiscono la collezione la serie “BASICS”, dove lo styling è orientato verso capi più sportivi e casual; i “JACKETS” dallo stile formale e business e la serie “MONTHLY COLOR”, dove ogni mese viene presentato un colore diverso insieme alle novità di stagione tra cui tute e t-shirt a tre quarti.

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I Gilet di TGSU in anteprima da Bjork a Firenze

The Great Sartorial Uprising – TGSU è un marchio Italiano specializzato in gilet da uomo. 
Il prodotto viene concepito e realizzato interamente in Italia: la ricerca stilistica che sta alla base del progetto, volutamente focalizzato su un unico capo simbolo, permette di poter raccontare una storia articolata e complessa che “parla”, come ricorda Stefano Aschieri (proprietario e co-fondatore del brand) “di  tessuti pregiati, manifattura di  qualità e vestibilità contemporanee”.
La collezione Spring Summer 2017 di TGSU si ispira alle identità creative musicali che animavano le province americane negli anni 50 del 900, incarnando una rivolta che  investiva la musica come la moda, creando vestibilità ibride tra il classico e il tradizionale.
I trend nati dalle contaminazioni tra moda e musica nera degli anni ’50, caratterizzati da individualità e ricerca di nuove forme, si uniscono al Workwear e all’Heritage, dove il denim dona un nuovo significato ed un nuovo uso al gilet.
L’unione di questi spunti ha permesso a TGSU di identificare 4 modelli chiave: classico con 5 bottoni e tasche a filetto, uno interamente abbottonato con il collo a camicia, uno con il collo a scialle e tastoni militari, e uno outdoor trapuntano con collo alla coreana.
La collezione SS2017, appena rilasciata, sarà distribuita negli Stati Uniti, in Giappone – paese nel quale il brand ha un fortissimo appeal – ed anche in Italia, in una selezionata lista di shops fra cui il fiorentino Bjork, un independent store nel cuore della culla del rinascimento, aperto da Aprile 2013 che non è solo un negozio di abbigliamento ma un concept store a 360° che propone idee regalo, oggetti di design ed una nutrita selezione di magazine internazionali fashion & art focused.
Bjork è una vera e propria “oasi di pace” per la creatività: non solo moda, ma anche fotografia, showcase e installazioni; una piattaforma interessantissima per designers emergenti, un luogo incoraggiante, minimale e dai colori nitidi, dove passare anche solo per conoscere persone interessanti e prendere spunti.
Uno store che incoraggia la curiosità: niente di più necessario, oggi. 

tgsu.it

www.bjorkflorence.com

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Le Impronte di Salvatore Ferragamo: dal 28 Luglio al 31 agosto in mostra un tributo al “calzolaio dei sogni”

Impronte: è questo il titolo di un’inedita mostra, aperta al pubblico dal 28 luglio al 31 agosto 2016, allestita presso il Convento Francescano di Sant’Antonio nel cuore di Bonito, paese natale di Salvatore Ferragamo.
In esposizione 5 calzature realizzate dal celebre artigiano-artista tra gli anni ‘30 e ‘40 e che dialogano in maniera calibrata ed elegante con 5 interventi di arte pubblica realizzati sugli edifici del centro cittadino da 5 artisti coinvolti nella manifestazione, ovvero: Tellas, Gola Hundun, Milu Correch, Giulio Vesprini e Millo.
Ognuno degli artisti ha preso spunto da alcune caratteristiche del lavoro e dei prototipi realizzati da Salvatore Ferragamo: Gola Hundun ha scelto l’insolito modello con punta a corno di rinoceronte del 1938 per celebrare la sua costante indagine del mondo animale, Millo si è lasciato ispirare dal famoso sandalo creato per Judy Garland e diventato un’icona simbolo dell’artigianato calzaturiero, Milu Correch ha guardato ad un sandalo a zeppa dipinta a mano con piccoli mazzi di fiori, uno stivaletto in tela dipinta a motivo di foglie ha permesso a Tellas di indagare il sodalizio con la natura mentre Giulio Vesprini ha preso spunto dal sandalo Diva, realizzato nel 1941 con fasce di camoscio policromo.
Impronte nasce dalla volontà del Collettivo Boca – un gruppo eterogeneo di amanti dell’arte, della cultura e del territorio locale – e del Comune di Bonito di rendere omaggio all’artigiano-artista ed ha trovato subito l’appoggio del Museo Salvatore Ferragamo.
L’opening della mostra si terrà il 27 luglio alle ore 17.00 presso il Convento Sant’Antonio alla presenza di Massimo Ferragamo, Chairman della Ferragamo USA Inc.

www.ferragamo.com

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SS17 by Sankuankz: arte e moda in cerca di risposte

Il cosmo e la religione come elementi che dialogano, s’intrecciano e cercano risposte: fin dai tempi più antichi l’uomo osserva e conserva questi due punti cardinali, uno interno, l’altro esterno, e ne richiede spiegazioni: la collezione SS17 di Sankuanz, che magistralmente dialoga insieme al quotatissimo artista cinese Xu Zhen, usa come ispirazione proprio il mondo intimo della religione cosmologica.

Se Xu Zhen ha cercato, con la vibrante opera di Safe House A – installazione di una tipica tenda da campeggio pieghevole che rappresenta una chiesa gotica, evidente metafora della vulnerabilità della fede quando non ha una comunità o un gruppo a sostenerla e deve sopravvivere da sola – di dare una chiave di lettura visuale al binomio devozione – universo, cosi il designer rivelazione della recente edizione milanese di White ha progettato una serie di capi che è un mix di elementi presi dalle uniformi militari, accenni pop e cultura hip-hop.

Il camouflage è un guizzo grafico che ricorre in tutta la collezione: le tute sono arricchite da diversi stemmi ricamati adattati dai loghi della NASA, la cultura aeronautica e il mondo dello spazio che, come suggerisce Sankuankz, con lo sbarco sulla luna e le mirabolanti imprese successive, ha creato sempre più l’idea di un territorio in infinita espansione, un mondo senza limiti. Dove la religione, paradossalmente, rimane in un unico luogo interno alla mente umana.

Sankuanz usa materiali high-tech come il dyneema, la fibra aramidica, fibra di cuben trasparente e nastri adesivi: l’artigianato astronautico è messo così in evidenza con accessori meccanici in metallo, creando la sensazione di una sorta di collezione fatta davvero per andare nello spazio.

Le forme dei capi sono lunghe, abbondano le grandi dimensioni e i trench o gli abiti in monocromatica in bianco e nero sono una vera e propria firma del designer: come le tute da aviatore rivisitate in chiave simil-tunica da monaco tibetano, che danno alla collezione un elemento cerimoniale religioso.

Dare una spiegazione definitiva dello sconosciuto, impersonare i concetti della Safe House, usare gli abiti come mezzi per avvicinare le distanze e fonderle in una dimensione ultraterrena: è la poetica creativa di Sankuanz.

www.sankuanz.com

Credit by Giannoni Giovanni

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MyJuice, il brand milanese di succhi 100% Bio, consiglia 5 trucchi per restare in forma d’estate

Matilde Castellini, dopo vari anni passati a Parigi lavorando nel fashion biz, ha deciso di tornare a Milano e lanciare in esclusiva il brand di succhi naturali Myjuice. MyJuice produce estratti freschi giornalmente 100% Bio, sfrutta a pieno i benefici della dieta raw e delle proprietà curative di frutta e verdura e vanta collaborazioni solo con produttori locali, animati da un fortissimo rispetto per la terra e il ciclo naturale delle stagioni. In occasione della presentazione del progetto – che comprenderà un sito web con piattaforma e-commerce online da fine agosto – abbiamo chiesto a Matilde qualche consiglio di bellezza per restare in forma d’estate, quando il corpo viene messo a dura prova dalle alte temperature consumando  più’ liquidi e sali minerali.

  • Seguire i ritmi naturali del giorno, sveglia all’alba e riposo al tramonto, è anzitutto un metodo efficace per rispettare il proprio corpo e recuperare le energie fisiche perdute durante l’inverno.
  •  Cominciare le giornate con attività fisica all’aria aperta aiuta il sistema circolatorio e il metabolismo a mettersi in circolo e a lavorare sempre meglio.
  •  Prediligere frutta e verdura nei pasti aiuta ad integrare le vitamine perse e non affaticare l’organismo durante il processo digestivo.
  •  Bere almeno 1 litro di estratti  di frutta e verdura fornisce il giusto apporto glicemico e attenua gli attacchi di fame improvvisi.
  •  Affrontare le giornate con un sorriso aiuta a prevenire l'invecchiamento e stimola le difese immunitarie.

Trending Juices scelti per Voi:
Myjuice Fresh Green – cetriolo, mela, limone, zenzero, menta
Myjuice Light Green – sedano, mela, curcuma, limone, zenzero
Myjuice Red  – anguria, zenzero, menta, lime

www.myjingajuice.com

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A FIRENZE SI CAMBIA MUSICA: NASCE L’INNOVATIVO PROGETTO SONORO DI MERCATO CENTRALE

Nuova sfida culturale per il Mercato Centrale di Firenze che ha presentato l’innovativo progetto di sonorizzazione con estensione on air. Una delle piazze eno-gastronomiche più eclettiche e originali d’Italia ospiterà così una stagione di appuntamenti musicali inconsueti fra live acustici e dj set crossover, che spaziano dal genere classico al jazz al beatboxing al rumorismo.
Il progetto di sperimentazione sonora, sotto alla direzione artistica del sound designer Alessio Bertallot, intende portare la musica all’interno del Mercato e portare il Mercato all’esterno: i brani vengono suonati con l’inedita formula della “slow music”, che con l’intermezzo di lunghe pause fa riemergere il rumore sociale del Mercato, per attraversare la bellezza e la storia della musica italiana e valorizzare al contempo il suono naturale del Mercato.
A rendere significativo il lancio del progetto di sonorizzazione, la presenza di tre generazioni di autori Italiani: Mogol, Ron, Ghemon, che confermano la peculiarità e il proposito di valorizzazione
Radio Mercato Centrale, attiva dalle 10 alle 24, trasmetterà in diretta l’alternarsi di musica e rumore live del Mercato, innescando un processo creativo che è cronaca e storia al tempo stesso. Gli appuntamenti live ospitano musicisti e nomi significativi della storia della musica italiana, che si trasformano in dj per far assaporare “slow” le loro proposte direttamente negli spazi di Mercato, attraverso la web radio o con la app Mercarto Centrale, che è nata il giorno dell’evento.

www.mercatocentrale.it

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RANGE ROVER EVOQUE FESTEGGIA CINQUE ANNI DI GLORIA

Range Rover Evoque, il SUV compatto di lusso più riconoscibile del mondo, ha superato un traguardo storico celebrando il quinto anniversario dall’inizio della sua produzione.
Dal 2011, anno in cui è cominciata la produzione presso gli stabilimenti Jaguar Land Rover vicino Liverpool, sono state consegnate più di mezzo milione di unità in oltre 180 Paesi.
Range Rover Evoque – ammirata ovunque nel mondo – si è rivelata il più grande successo di vendita della storia Land Rover. Evoque è anche il modello Land Rover più efficiente dal punto di vista dei consumi, grazie ai motori Ingenium realizzati nel Regno Unito che garantiscono ridotti valori di CO2 – fino a 109 g/km – e consumi che scendono fino a 3,5 l/100 km.
Range Rover Evoque è diventata un successo britannico non-stop, con una produzione H24 presso lo stabilimento di Halewood.
All’inizio del 2016 è iniziata ad Halewood la produzione di un nuovo modello soft-top della famiglia Evoque: la Range Rover Evoque Convertibile, il primo SUV convertibile di lusso ed un altro primato Land Rover.

www.landrover.it

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Range Rover 2016

RR Evoque e RR Evoque Convertibile 2016 - (1)

Abstract Expressionism: Salvati la data

Da Settembre 2016 la Royal Academy of Arts presenterà la mostra Espressionismo Astratto, una raccolta di oltre 150 dipinti, sculture e fotografie provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
La mostra, organizzata in collaborazione col Museo Guggenheim di Bilbao, raccoglie capolavori di pregio infinito dei più acclamati artisti del movimento: da De Koonig a Rothko, da Pollock a Clyfford Still, di cui nove dipinti saranno esposti in una galleria riservatagli all’interno della mostra.
Curata da David Anfam e Edith Devaney, la mostra esplorerà il fenomeno dell’Espressionismo Astratto spaziando diversi media, ripercorrendo i due filoni principali del movimento: quello del color-field, i pittori concentrati sull’uso contemplativo e sublime del colore, e quello del gesto, con le opere dei cosiddetti pittori d’azione alla Pollock.
E proprio alcuni degli artisti ispirati dai giochi e dai contrasti del colore hanno segnato la trasposizione, nello stile e la moda, dei processi creativi di personaggi come Ottavio e Rosita Missoni, anch’essi affascinati dalla geometrizzazione delle forme, dall’uso di colori e dalle risonanze psichico ed emotive della materia.
Vicini al mood costruttivista, all’astrattismo lirico di Sonia Delaunay e al mondo di Klee, i Missoni sono stati fra i primi a stabilire parallelismi ed assonanze fra l’arte e la moda, suggerendo l’idea di una fluidità senza confini né dettami.
Mettendo in discussione le convenzionali nozioni di scala, variando accenti e colori con innovazioni drammatiche, l’Espressionismo Astratto è stato un complesso e poliedrico fenomeno artistico: la grande raccolta organizzata in questa mostra la renderà un’esposizione difficile da replicare nel corso del tempo, un evento davvero imperdibile.

Il tour partirà il 24 Settembre a Londra, ove la mostra resterà fino al 2 Gennaio per poi spostarsi a Bilbao dal 3 Febbraio al 4 Giugno 2017.

I biglietti sono disponibili tutti i giorni presso la RA oppure online all’indirizzo www.royalacademy.org.uk

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Torna in Libreria Kevin Roberts con 64 shots: leadership in a crazy world

Quest’estate torna in libreria Kevin Roberts, il direttore esecutivo della Saatchy Gallery di Londra, con il libro foto-documentato dal titolo 64 Shots: Leadership in a Crazy World (uscirà il 21 Giugno per powerHouse Books).
Dopo il grandissimo successo di pubblico e critica del 2004, con Lovemarks: the future beyond brands, Roberts torna a stupire con un libro che è una raccolta in 16 capitoli di ritratti, aneddoti e aforismi provenienti dal background culturale e biografico dell’autore, in relazione ai grandi leader della Storia dei nostri tempi.
Si trovano, dunque, passaggi dedicati a Nelson Mandela, Margaret Thatcer ma anche Bruce Springsteen o Brigitte Bardot, icone senza tempo che hanno segnato un’epoca e che Roberts vuole celebrare cercando di veicolare, fra testi e ritratti, una sorta di catena di consigli, spinte motivatrici per il lettore, per poter vivere una vita da vincenti.
Ognuno può rispecchiarsi in questo libro, sembra suggerirsi Roberts: con una metafora visiva di immagini, momenti, e tweet in pillole che definiscono il testo, 64shots è un business book per imparare dai grandi sfruttando al meglio il proprio potenziale creativo.

@produzione riservata

Thrill of speed: il dinamismo delle gare automobilistiche nella SS 2017 di Letasca

Fondato nel 2014 dagli amici Elbio Bonsaglio ed Edoardo Giaroli, Letasca è un brand a cavallo fra estetica e funzionalità, attualmente venduto in 60 negozi multimarca di lusso nel mondo e apprezzato da alcune delle più importanti celebrity internazionali. La collezione “Letasca Officina” per la Primavera/Estate 2017 è ispirata al mondo delle corse automobilistiche: il punto di partenza sono le tute dei piloti di Formula Uno che danno vita alla giacca in denim nero dalle impunture verticali con toppe ton-sur- ton.
La giacca waterproof, in jeans leggero e foderata in cotone doppiato con una speciale resina, si ispira alle tute dei meccanici. Completa la collezione una proposta di modelli in nylon laminato per un effetto scintillante.
Letasca sviluppa ulteriormente anche il suo capo iconico: il gilet multitasche, presentandolo con un fit e con proporzioni dalla maggior vestibilità, ottenuta grazie all’utilizzo di stoffe pregiate.
La palette dei colori parte dal nero, cifra stilistica del brand, fino ad arrivare alle sfumature del beige, del blu e del verde.

@Riproduzione Riservata

KNIT ART: LA MAGLIERIA DI ROBERTO COLLINA

Dal loft- laboratorio bolognese, dove è ancora oggi ubicata al sede produttiva dell’azienda, Roberto Collina ingaggia, ad ogni stagione, una sfida alle tendenze di settore: dedicato ad un retail di fascia alta e caratterizzato dal rigoroso impiego di fibre nobili – dal cammello ai merinos super light, dalla sete all´ice cotton – il brand è una celebrazione di artigianalità e tradizioni con quel tocco iconico e di astrattismo classico che rende il Made in Italy fiero di essere definito tale.

Un’anteprima della collezione Spring/Summer 2017 svelata in occasione del Pitti spicca, incontrastato, un girocollo pennellato in 100%lino con trattamento hand paint (dipinto a mano) che è un capolavoro di lavorazione finissima ed elevata creatività: una polo camouflage in punto mouliné, dalla resa fresca e la praticità assicurata, una seconda polo, a righe beige e nero, caratterizzata da un gioco di texture su base di lino e cotone, ed una maglia maltinta realizzata su base indigo/denim, ironica e brillante, completano la preview che si conferma estremamente attenta alla lavorazione delle trame, la ricerca dei materiali e il sapore contemporaneo rendono ogni capo non soltanto legato a un concetto di moda puro ma più a un rigoroso e attento studio design e proporzioni.

Roberto Collina è uno dei knitwear brand più esclusivi e sorprendenti del momento. Presente in Francia, Belgio, Olanda e Germania, il marchio nato nel 1953 a Crevalcore – quella provincia bolognese che è sinonimo di artigianalità e saper fare – sta registrando un ottimo successo anche nei paesi asiatici come il Giappone e la Corea del Sud.

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REIGNING MEN: IL MENSWEAR IN UNA RETROSPETTIVA DAL 1715 AL 2015

Reigning Men non è solo una mostra: è un excursus sulla storia della moda maschile a partire dal XVIII secolo fino ad oggi.
Un percorso che fa chiarezza sulle convenzioni sociali e culturali dell’abito maschile, ripercorrendone fedelmente le tappe a partire dal 1700, quando gli uomini aristocratici indossavano abiti a tre pezzi, di stile opulento come quelli femminili, fino al XIX° secolo, coi look “Dandy” segno distintivo di Savile Row, i famosi Carnaby Street Style degli anni ’80, e i capi sartoriali, di taglio skinny, del giorno d’oggi: abbinamenti contrastanti, versatili, trame e fantasie che ridefiniscono il concetto di mascolinità fra l’urban 2.0 e il casual chic.
Moda che è rivoluzione, evoluzione, che attraversa gli stimoli del tempo, recependoli, e ne decreta le vittorie o talvolta, le sconfitte.
L’esposizione del LACMA, visitabile fino al 10 Agosto a Los Angeles, mette in luce le connessioni tra storia e alta moda, ripercorre le influenze culturali nel corso dei secoli, esamina come gli elementi dell’uniforme hanno profondamente modellato e vestito l’abbigliamento maschile, e sdogana alcuni luoghi comuni, come ad esempio quello sull’usanza di imbottire il corpo come appannaggio del costume femminile.
La mostra presenta 200 sguardi differenti, pezzi iconici, abiti storici, celebra un passato di splendore, un presente in continuo divenire e suggerisce continuità, unione.

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