CR42 FALCO: il nuovo gin dedicato a Giandomenico Brunello e al suo biplano della Seconda Guerra Mondiale

Fratelli Brunello, distillatori veneti dal 1840 lanciano un nuovo gin amarcord dedicato a Giandomenico Brunello, pilota classe 1916 e terza generazione della famiglia , che con il suo biplano CR 42 FALCO solcava i cieli dall’Africa al NordEuropa durante la Seconda Guerra Mondiale,  insignito di Croce al Valor militare. Proprio grazie alla sua passione, nei suoi viaggi era sempre alla ricerca di  nuovi ingredienti e aromi con il pensiero un giorno di riproporli “Made in Veneto”. Si tratta di un gin a 45°, tra le botaniche, oltre alle classiche ginepro e limone, spiccano l’alloro e le foglie di mirto tipiche del Mediterraneo, e il dragoncello. L’infusione avviene in alcol agricolo prodotto da cereali italiani, al naso, oltre alle botaniche, si affiancano le note delicate di fieno, miele e camomilla, seguite da aromi mediterranei. La bottiglia da 700 ml si presta a un gioco vedo non vedo grazie alla parte inferiore in vetro satinato e alla superiore in vetro trasparente. L’ etichetta che fascia la bottiglia riporta la texture del cuoio, a ricordo del classico caschetto da pilota. Il coraggio di Giandomenico Brunello è leggendario: riconosciuto con la Croce al Valor militare, documentata così: “Al Sergente Pilota Brunello Giandomenico – da Montegalda (Vicenza) – Pilota d’assalto compiva rischiose azioni belliche emergendo per ardimento e noncuranza del pericolo” dal 27 maggio al 30 giugno 1942.
Al termine del conflitto Giandomenico non lasciò andare questa sua passione e, pur non trascurando le attività della Distilleria di Famiglia, tornava a solcare i cieli, atterrando in continente e presso le isole, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, come nuovi ingredienti e aromi con il pensiero un giorno di riproporli “Made in Veneto”. L’infusione delle botaniche avviene in alcol agricolo prodotto da cereali italiani, per tutto il tempo necessario affinché esprimano al meglio tutte le proprietà aromatiche e organolettiche. Al termine il gin riposa senza forzature per un’ottimale decantazione, lasciandolo il più naturale possibile.

Un gin originale il cui ingrediente speciale è il tempo, elemento che da 178 anni identifica e su cui fa leva la Distilleria Brunello, assieme al talento nella speciale dedizione alla ricerca delle botaniche più appropriate, ottenendo così un gin equilibrio ed unico.

 

®Riproduzione riservata

 

cr 42 falco biplano

variations of skin

Model: Marta Mp Management Milano

Styling: Andrea Barra
Styling Assistant: Fabianan Guigli
Photography: Janette Gloor www.janettegloor.com Photography assistant: Delia Frauenfelder

Make-up: Nina Tatavitto
Location: www.montegeneroso.ch

1-3234-245678-189

 

ph1

Sleeveless coat: Lamberto Losani, LeatherTrousers: Simon Cracker, Leather Jacket: Vladimiro Gioia, Leather Bracelets: Absidem, Sleepers: Menghi

ph2

Knitwear: Aniye By, Leather skirt: Lamberto Losani, Earring: Natalia Criado, Scarf: Stylist Own, Bag: Fabio Rusconi, Gloves: Sermoneta, Shoes: Baldinini

ph3

Knitwear: Lamberto Losani, Ecoleather Skirt A-Lab Milano, Double leather suspenders: Absidem, Shoes: Vic Matie, Sunglasses: More ThanThis.

ph4-5

Sleeves: Cividini, Body: 10×10, Ecoleather pants: Angelos Frentzos, Shoes: Baldinini, Socks: Gallo, Leather Neckpiece: Absidem

ph6

Knitwear top: Cividini, Leather Shorts: Cristiano Burani, Leather Bomber Jacket: Bad Deal, Bag: Hibourama Accessori

ph7

Ecoleather Overall: Versace, Knitwear: Momonì, Polo: Saverio Palatella, Shoes: Versace, Necklace: Natalia Criado, Sunglasses: More Than This

ph8

Leather dress: Lue De Betolì, Knitwear: Cristiano Burani, Shoes: JF London

ph9-10

Knitwear: Avant Toi, Ecoleather Overcoat: Simon Cracker, Leather trousers: Nicholas K, Earring: Natalia Criado, Shoes: Jf London

ph11

Knitwear: Simon Cracker, Dress: Trash & Luxury

COME CURARE IL VISO IN AUTUNNO

Sensorialità e beneficio sono i dictat della routine maschile e ad essi si aggiunge il bisogno ulteriore di proteggersi dagli agenti atmosferici a cui siamo sottoposti nella frenetica vita di città. In una stagione come quella attuale la nostra pelle, anche se più spessa e resistente ha bisogno di cure e attenzioni maggiori per rimanere sempre idratata, pulita e luminosa. Ottenerlo non richiede fatica, ma solo qualche piccola cura come una buona detersione, esfoliazione e idratazione. Per i veri edonisti rituali skincare con più fasi, mentre per i più veloci prodotti multifunzione e on the go. Ecco cosa scegliere:

3_Comfort Zone _Skin Regimen_Microalgae Essence

Comfort Zone: Skin Regimen

12 prodotti da combinare tra loro per dare vita a un regime skincare personalizzato in quattro step: due prodotti per la detersione, una lozione illuminante (essence) da applicare prima della terza fase di correzione, personalizzabile con il tipo di siero e di crema necessario alla propria pelle e infine una quarta fase con la crema notte per resettare la pelle e prepararla alla giornata successiva. Questa linea è un’ottima protezione contro gli agenti inquinanti delle grandi città.

201709_03_CERAMIDIN_CREAMDR JART: Ceramidin

Crema leggera a base di microcapsule di ceramidi idrata la barriera cutanea dall’interno, prevenendo la disidratazione cronica. La pelle secca e ruvida si rimpolpa immediatamente grazie all’azione idratante a rilascio prolungato. Accresce le naturali funzioni della pelle rendendola più liscia e morbida.

Bioetyc Uomo

Una linea di trattamento completa specifica per l’uomo. Questa routine di trattamento è semplice con formulazioni smart, efficaci e rivitalizzanti.

BioNike: Defence Man

Beauty routine semplice e rapida con prodotti che offrono benessere cutaneo, afterfeel leggero e confortevole in assenza di residuo untuoso.

Essential Energy Eye DefinerShiseido: Essential Energy Eye Definer

Ideato specificatamente per ridurre gli effetti dell’affaticamento digitale degli occhi, contiene Super Hyaluronic Acid, una versione ad alto peso molecolare che assorbe il doppio della quantità di acqua dell’acido ialuronico tradizionale.

 

Uriage_Age Protect_Multi-Action Eye Contour

Uriage: Age protect multi-action contour eye contour

Texture cremosa agisce su tutti i segni dell’età e protegge dalle aggressioni quotidiane: luce blu, inquinamento, stress, stanchezza.

revitalising face scrub-hi-res-0448

Neal’s Yard Remedies

Prodotti composti con erbe naturali, olii ed estratti specifici per la pelle maschile. Lasciano una piacevole sensazione di freschezza.

®Riproduzione riservata

SIMON CRACKER SS19 #TEENDRAMA FASHION SHOW Backstage by Mattia Giordano

Simon Cracker presenta #TEENDRAMA collezione SS19 (no gender), un percorso di ricordi dall’infanzia che anche gli adulti vogliono rivivere, vogliono sentire nuovamente sulla pelle, mascherandosi e ingannando il tempo con un cocktail di cliché e stereotipi incorniciati e messi in mostra come in un museo. La passerella diventa un lampo temporale, dove dalla nascita, caratterizzata dai tessuti e modelli infantili, si arriva a tutte le fasi dell’adolescenza, la ribellione, l’anarchia dei tredicenni fino ad arrivare alla fine, il ballo del diploma, il lancio nell’età adulta. La SS19 trae ispirazione dalla generazione X che non si vuole staccare dalla mamma. Complice la crisi, la ricerca del lavoro e diversi fattori personali, più del 50% dei ragazzi, oggi, non vogliono lasciare la casa in cui sono cresciuti, per paura di diventare adulti. Altalenante sarà quindi questa doppia personalità, la parte adulta e quella bambina, che giocano sulla passerella, sfidandosi a vicenda. Anche la palette cromatica si focalizza sui toni “kids” e pastello, che riporta al ricordo dei giocattoli in gomma dei neonati, ai pattern nelle copertine dei quaderni di scuola, ai libri illustrati da colorare. L’attaccamento alla mamma, quasi ossessivo, e l’attaccamento della mamma al figlio, come nelle vicende della serie tv Bates Motel e di Psycho ancor prima, il rapporto di Norman e Norma la madre, ha ispirato per creare dei capi che unissero le due figure, la madre e figlio nella stessa silhouette. Un percorso che porta alla realizzazione di abiti perfettamente interscambiabili tra lui e lei.

Commenta Simone Botte, founder di Simon Cracker: “Immagino una squadra di mammoni ed eterni ragazzini. Ho lavorato su alcune caratteristiche infantili, tute da neonato, pannolini e vestiti troppo grandi per essere indossati da un bambino. Da qui prende forma la collezione in cotone naturale e popeline stampato, texture e grafiche infantili, personaggi noti tra nerd come le tartarughe ninja, imperdibili gadget per eterni bambini e collezionisti. Proprio in collaborazione con Nickelodeon ho voluto celebrare i 30 anni delle ninja mutant turtles, che si ritrovano su diversi capi della collezione”.

Tra le novità della stagione è il consolidamento del progetto NORMAL PEOPLE, che ha l’obiettivo di vestire tipologie di persone dalle taglie differenti con lo stesso capo, che si può adattare alle singole esigenze, grazie alla sua particolare costruzione. Per questo sfilano in passerella persone reali selezionate tramite street casting, normal people che indossano con nonchalance i capi artistici, ma easy to wear della collezione Simon Cracker.

http://simoncracker.strikingly.com/

Instagram @simoncracker/

Analogic photos by Mattia Giordano

Instagram @mattiagiordano

http://www.mattiagiordano.com/

Models. 3MModels

GRANDE COME TE

Mascherarsi da adulti e girovagare dentro scarpe troppo larghe e pesanti. La realtà di oggi dove grazie ad un armatura ben studiata ognuno può essere quello che vuole.

Mia soltanto è la patria della mia anima. Vi posso entrare senza passaporto e mi sento a casa; essa vede la mia tristezza e la mia solitudine ma non vi sono case: furono distrutte durante la mia infanzia, i loro inquilini volano ora nell’aria in cerca di una casa, vivono nella mia anima.

Marc Chagall
Photo. Szilveszter Mako
Style. Dario Amato
Grooming. Vanessa Icareg
Model. Birk
Agency. Special beauties

'p3a549aa2-93c8-4f5c-8bba-a09945dcbb754a0e27df-e15a-444d-b968-7a047154be2b7c84a8bb-19f6-45db-972f-7a45caa664f566cbc8d6-24f7-49fa-aa9e-4d4b86bd449570f4539f-021c-4b66-81e3-2dc4bd567f85f7909a08-3d9d-46df-aea4-1d7081111092MAKO0913cMAKO1021

 

 

BRAND ALERT: SFERA PER FRANKLIN & MARSHALL

T-shirt e camicie stampate, felpe in peach cotton con cappuccio e fantasie camouflage su pantaloni cargo sono le protanigoniste della nuova capsule collection creata dall’ormai consolidato” king of trap” Sfera Ebbasta insieme all’anima varsity del team creativo di Franklin & Marshall.

44816317_1929744863790355_677551822751137792_nLo scorso 24 Ottobre, il flagship store di Verona ha ospitato un evento grazie a cui i fan di Sfera di hanno potuto aggiudicarsi i capi in tiratura limitata e incontrare il proprio idolo in una serata davvero movimentata che ha raccolto followers dalle età più trasversali, segno del successo del giovanissimo trapper.

Insieme a loro, c’eravamo anche noi e con l’occasione Sfera ci ha rivelato la sua interpretazione di stile, rigorosamente customizzata: “ Il mio stile è davvero unico , lo personalizzo ogni giorno, mixando tantissimi capi e brand, per me è impossibile fossilizzarsi su un unico marchio. Porto sempre con me una collana, accessorio fondamentale e anche se parto tre giorni viaggio con quattro paia di scarpe e altrettanti cambi. Il mio outfit deve sempre essere diverso.”

44767772_1929744727123702_3721775958701637632_n

44733243_1929742453790596_7524935053671923712_n

44617836_1929745237123651_3969222867303792640_n

®Riproduzione riservata

Gin Mare, il piacere del lifestyle mediterraneo

Per tutti gli amanti del gin, proprio a cavallo tra Spagna e Italia, Gin Mare, uno dei più famosi e caratteristici in cui lo spirito della Catalogna si unisce con quello mediterraneo, che è richiamato non solo negli ingredienti, ma anche nello stesso nome, mare. Un concetto che rimanda al “Mare Nostrum”, ovvero il Mar Mediterraneo capace di unire tutte le comunità che bagna, influenzandone la gastronomia, il clima piacevole e lo stile di vita. Il segreto del successo di Gin Mare risiede proprio nel delicato equilibrio delle botaniche. Sono ben otto le diverse componenti botaniche lasciate a macerare nell’infusione dalle 24 alle 48 ore. Poi il mastro distillatore provvede a miscelare i distillati così aromatizzati, arrivando a proporre un gin dalle caratteristiche organolettiche uniche e insolite, particolarmente adatto per la preparazione di originali cocktail e anche usato da numerosi chef per la preparazione di piatti speciali. La selezione delle componenti botaniche è accurata, per cui ogni elemento proviene da paesi diversi: il basilico è rigorosamente italiano, il timo proviene direttamente dalla Grecia, il rosmarino dalla Turchia, mentre gli agrumi e le olive sono spagnole. A tutto ciò si aggiungono i classici elementi del gin, quali ginepro, coriandolo e cardamomo, che insieme alle preziose sfumature mediterranee ci riportano alle coste della civiltà occidentale. Sono inoltre presenti elementi della Spagna come le arance amare della Valencia e quelle dolci di Siviglia, fino ai limoni di Lleida. Un processo di estrazione e distillazione che segue tecniche tradizionali e ritmi tipicamente mediterranei in un antico villaggio di pescatori, Vilanova i la Geltrù, tra la Costa Brava e la Costa Dorada, a 50 km da Barcellona. Così Gin Mare è riuscito a fare proprie queste botaniche esaltando in modo unico i sentori degli elementi mediterranei, una qualità che lo rende ideale per costruire i più svariati long drink. Con Gin Mare si scopre un concetto di Mediterraneo inteso come attitudine e lifestyle votato alla ricerca del piacere (dal buon cibo a un ritmo di vita rilassante). Un bien vivre che ha conquistato paesi diversi, espandendosi oltre i confini spagnoli. Il video mostra il team di Gin Mare e l’antica distilleria, facendoci scoprire alcuni locali più particolari di Barcellona dove la fantasia dei bar tender ha dato vita a cocktail originali, tutti rigorosamente a base di Gin Mare.

®Riproduzione riservata

KOMONO lancia la Signature Collection

Un brand che mostra sin dall’inizio un DNA artistico e che in giapponese significa piccole cose/accessori. Una storia nata nel 2009 dall’incontro da Raf Maes e Anton Janssens in Belgio che decidono di puntare su orologi e occhiali dall’aspetto luxury, ma a prezzi decisamente accessibili. Una storia di successo che festeggia un importante traguardo. Così per lanciare la nuova Signature Collection KOMONO ha chiamato 9 giovani artisti per la creazione di opere esclusive che interpretano in modo visionario alcuni modelli di orologi, veri pezzi iconici del marchio. Ogni artista ha quindi potuto esprimere la propria identità e il proprio stile attraverso opere esclusive e visioni originali ispirate alla collezione e alla filosofia stessa di KOMONO. La Signature Collection si compone di modelli dalle linee essenziali in metallo argentato, cinturino e quadrante nero. Un design minimal ed elegante che si adatta e si abbina facilmente nel guardaroba di chiunque. Proprio questa apparente semplicità nasconde uno studio attento e ricercato che i nove artisti proveniente dalle parti più diverse del mondo, dal Belgio all’Argentina passando per Spagna e Polonia, hanno riletto in modi e linguaggi molto diversi tra loro. Commenta Anton Janssens, Ceo&Founder di KOMONO: “Per noi è importante sostenere i giovani artisti per ridare indietro energia e creatività che ci riporta alle origini del DNA del brand e alle persone che ci hanno ispirato. Sono contento di poter far conoscere nomi nuovi attraverso questo progetto. E proprio Anversa con la scena di giovani creativi che vengono a studiare alla Royal Academy of Fine Arts è per me un riferimento e un legame importante con Komono e la città”. Partendo proprio da Anversa, città dove è nato il brand, Louise Mertens artista e graphic designer, ha lavorato su foto ricche di texture ed effetti pittorici. Da Londra il duo di fotografi Kim Jakobsen To e Hamish Wirgman rivelano una “verità” vulnerabile condivisa con il soggetto attraverso l’atto di fotografare, uno sguardo che è allo stesso tempo intimo ma anche voyeuristico. Una rappresentazione più dark e fragile della mascolinità è quella di Nicasio Torres, artista e illustratore di Las Palmas (Gran Canaria) e ora di base a Barcellona. All’opposto l’illustrazione colorata e ironica di Debby Woo, artista e illustratore di Taiwan ma di base in Francia, che tratta temi cari ai millenials, ma dal punto di vista delle donne. E sempre un focus sulla femminilità e sulla forma femminile deformata è al centro delle opere di Amber Vittoria da New York che mescola digital e illustrazione tradizionale. La costante attrazione per la tensione fisica e mentale caratterizza il lavoro di  Csilla Klenyanszki, ungherese di nascita ma olandese di formazione. La sua attuale ricerca si concentra sul gender, sulla relazione uomo-oggetto e sul tempo. Si muove tra Tokyo e New York Frankie Cihi, che lavora su forme naturali e organiche per celebrare la fugacità della vita e il senso del tempo. Colori caldi e della terra invadono l’opera dell’argentina Daiana Ruiz che ha interpretato il brand col suo spirito latino-americano e grande libertà espressiva. Collage surreali e ironici quelli di Barrakuz (al secolo Beata Śliwińska dalla Polonia) che gioca sulla ripetizione di forme, aggiungendo elementi 3D al tradizionale collage. Infine la fotografia di Arcin Sagdic esplora i confini tra il reale e l’immaginario, arte e scienza in fotografie dai contorni indefiniti e illusionistici. Tanti linguaggi e opere differenti dimostrano il potere della contaminazione artistica e la forza delle nuove generazioni di artisti.

 

®Riproduzione riservata

Il tempo delle sfide: Gianmarco Saurino

Lo hanno definito l’astro nascente della fiction. Un appellativo più che meritato e confermato dai ruoli di Massimo, protagonista in ‘Non dirlo al mo capo 2’ con Vanessa Incontrada e dall’attuale impegno nella parte di Nico sempre da protagonista in ‘Che Dio ci aiuti’ arrivato alla quinta stagione con Elena Sofia Ricci e che uscirà in televisione nel gennaio 2019. Ma per Gianmarco Saurino, classe 1992, segno della Bilancia, nato a Foggia ma romano d’adozione, la recitazione, senza nulla togliere alla televisione che gli ha dato la popolarità davanti al grande pubblico, è soprattutto teatro con una compagnia di drammaturgia contemporanea fondata con un amico. Irrequieto e romantico, Saurino è un vero ciclone sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Noi di Manintown ve lo raccontiamo.

Quali sono i principali progetti di lavoro su cui sei concentrato al momento e nell’immediato futuro? Attualmente accanto alla fiction televisiva sto portando avanti un impegno in campo teatrale, ho recitato moltissimo, soprattutto ruoli classici calcando diversi palcoscenici specialmente italiani. Ora con la mia compagnia abbiamo rivisitato il mito di Orfeo ed Euridice in chiave contemporanea facendone una pièce interessante che debutterà il prossimo anno a Catanzaro e a Castrovillari in Umbria per poi partire in tournée.

Aspirazioni nella carriera e nella vita personale? Il mio sogno nel cassetto è il cinema, adoro il lavoro di Matteo Garrone e mi piacerebbe davvero tanto lavorare con lui. Nella mia vita personale cerco di diventare un essere umano migliore: per questo mi sono iscritto alla Facoltà di Psicologia che seguirò con interesse, forse influenzato dalla mamma che si è laureata in questa branca di studi ma purtroppo non ha mai esercitato. La psicologia è affine al mio lavoro e può farmi crescere e aiutarmi a migliorare. Per il resto essendo perennemente insoddisfatto cerco stabilità nella coppia: sono felicemente fidanzato da due anni.

Come sei caratterialmente e come ti definiresti in poche parole? La mia inesausta ricerca di nuovi stimoli mi porta nel bene e nel male a cercare la versione migliore di me. Sono ambizioso, stakanovista e sensibile.

L’esperienza più esaltante della tua vita? Recitare a teatro in un monologo tratto da Victor Hugo e intitolato “Ultimo giorno di un condannato a morte”, un lavoro teatrale impegnativo, profondo e challenging, perché amo le sfide. L’opera tornerà a Roma a febbraio del 2019.

Passioni maschili: amo le moto, ho una Triumph nera ‘ereditata’ da mio padre e pratico vari sport: lancio col paracadute, CrossFit, pallavolo, nuoto.

Un capo must del guardaroba: gli stivali anfibi Cult neri tipicamente anni’80, sono belli e comodi e mi definiscono.

Un luogo fisico e dell’anima: luogo fisico: il Gargano. Luogo dell’anima: qualunque luogo, un divano in inverno e un parco sotto un albero d’estate dove posso rifugiarmi a leggere.

 

Photography: Davide Musto

Stylist Andreas Mercante

Ass. Photographer Hike Mad

Grooming Belli Simone Academy 

 

®Riproduzione riservata

SPORTWACH DA AVERE AL POLSO QUESTA STAGIONE

Gli sportwatch sono diventati ormai indispensabili, non solo a livello amatoriale, ma anche professionistico. Svolgono il ruolo di veri e propri “coach motivazionali”, spingendo gli atleti a programmare degli obiettivi sempre più alti. La capacità di essere multifunzionali, certifica la loro utilità in termini di preparazione atletica e infine sono utili non solo per migliorare le nostre prestazioni sportive, ma anche per tenere sotto osservazione il benessere fisico, come i vari controlli del livello cardiaco e del sonno. Ecco alcuni modelli da tenere in considerazione:

Vantage-M 

Polar Vantage M e Polar Vantage V

Il nuovo Polar Vantage M è uno sportwatch completo che offre funzioni avanzate per l’allenamento in qualsiasi sport, dotato dell’innovativa tecnologia Precision Prime™ per la rilevazione della frequenza cardiaca dal polso. La nuova funzione Training Load Pro permette di andare al cuore della nostra prestazione, analizzando a fondo ogni aspetto del carico di lavoro.  Leggero, impermeabile, assicura un comfort ottimale in qualsiasi sport ed un design accattivante, con display a colori in alta definizione. La batteria ha un’ultra-durata con 30 ore di autonomia in allenamento continuo.

Vantage VPer atleti ancor più ambiziosi invece il modello Polar Vantage V include oltre al Polar Precision Prime™, il  Running Power, che misura la potenza di corsa direttamente dal polso e nuove funzioni Smart Coaching esclusive come Training Load Pro e Recovery Pro. L’interfaccia Polar Flow for Coach garantisce una totale interattività tra l’atleta ed il suo coach. Il touchscreen è a colori in alta definizione, impermeabile con GPS integrato, ha una batteria di ultra-durata con 40 ore di autonomia in allenamento continuo.

 

Garmin Instinct™

Garmin Instinct è un outdoor watch GPS dall’animo audace, con tecnologia affidabile e votato all’estremo, sia per gli ambienti outdoor che per luoghi più urban. Ricevitore multi-satellitare, bussola elettronica a tre assi, altimetro barometrico, autonomia della batteria in grado di garantire fino a 16 ore con GPS attivo. Sullo sterrato, in mountain bike o in snowboard. Ottimo da utilizzare durante una sessione di trekking o una corsa a perdifiato lungo il pendio di una montagna.

 

Apple Watch Nike+ Series 4 (GPS + Cellular)

Riprogettato per aiutarci a migliorare come veri atleti, grazie a un ampio schermo possiamo visualizzare con facilità il prossimo allenamento e gli esclusivi quadranti Nike. Una nuova corona digitale consente un feedback tattile mentre si naviga tra le app. Le statistiche relative agli allenamenti sono più accurate per mezzo dei sensori incorporati. Infine grazie al cinturino ad alte prestazioni Nike Sport, possiamo portare il nostro allenamento a un livello superiore mentre nella versione Nike Sport Loop, i filamenti rifrangenti lo rendono ideale di giorno e di notte.

Suunto 9 Baro Titanium e Suunto 9

Con una carica che permette fino a 120 ore di tracciamento continuo dell’attività, Suunto 9 Baro Titanium è estremamente affidabile, in più offre la rilevazione altimetrica attraverso un sensibile barometro integrato. Infine, propone una robusta lunetta in titanio e cinturino con motivo cesellato a triangoli, che richiama il patrimonio dei prodotti “progettati per l’avventura” del marchio.

Suunto 9 invece è un orologio multisport con GPS. Il sistema di gestione intelligente della carica con promemoria intelligenti garantisce una durata dell’orologio in linea con le più alte esigenze. Solido e resistente è ideale per allenamenti e competizioni impegnativi di lunga durata, e per avventure estreme.

 

 

 

Dall’ 11 gennaio 2018 riparte la terza edizione del Master in Filosofia del cibo e del vino, sinergie tra enogastronomia e comunicazione

Stretta la collaborazione tra l’Università Vita-Salute San Raffaele e la redazione Food del Corriere della Sera per il Master in Filosofia del cibo e del vino: iscrizioni aperte fino al 30 novembre 2018. Un master per insegnare ai giovani come raccontare il cibo: dal prossimo 11 gennaio riparte la terza edizione del Master in Filosofia del cibo e del vino, nato dalla stretta collaborazione della Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, l’Italian Signature Wine Academy (Iswa) e il gruppo bancario Intesa Sanpaolo. Ma quest’anno il corso interdisciplinare, grazie all’apporto della redazione Food del Corriere della Sera, che ha lanciato da pochi giorni anche il suo inserto speciale Cook, sarà in grado di formare dei comunicatori a tutto tondo che sappiano muoversi nell’enogastronomia. L’obiettivo infatti è quello di formare figure professionali che possano inserirsi sia in realtà aziendali che in media specializzati del settore. Un percorso di studi trasversale, che spazia da filosofia, etica, antropologia, storia, geografia dei territori e letteratura, a marketing,foodwriting e nutrizione. Tra i docenti, lo storico della gastronomia Alberto Capatti, i filosofi Massimo Donà (direttore del master), Massimo Cacciari, Andrea Tagliapietra e Francesco Valagussa, lo scrittore vincitore del Premio Strega Tiziano Scarpa, la condirettrice del corso e responsabile editoriale della redazione Food del Corriere Angela Frenda, il caporedattore centrale del quotidiano di via Solferino e critico enologico Luciano Ferraro e altre firme del giornale. Il percorso sul tema della nutrizione è affidato ai responsabili del Progetto Eat (dedicato all’alimentazione sostenibile), portato avanti dal Gruppo Ospedaliero San Donato Foundation. Un corso post laurea per valorizzare l’unicità del Made In Italy nel settore agroalimentare e vitivinicolo e riposizionare i prodotti sui nuovi canali del mercato. Da qui partiranno le future leve del grande settore food italiano.

 

®Riproduzione riservata

WEEKLY DIGEST

The fashion news you need to know, from around the world.

opedOp-Ed | The Perils of Fashion’s ‘Fake-It-Til-You-Make-It’ Culture. Continue reading here.

bestiaModa Argentina: BAFWeek Primavera/Estate 2019. Continue reading here.

1539190362174445-McLaren_CCLe ali della McLaren 720S. Oggetto volante non identificato. Continue reading here.

01Cycle-1-jumboWorshiping the False Idols of Wellness. Continue reading here.

Roma celebra il potere del video e del fashion film Dal 19 al 28 ottobre VIDEOCITTÀ e ASVOFF

Sin dagli anni Cinquanta Roma è una meta di riferimento per l’industria del cinema mondiale, dai kolossal del dopoguerra alle produzioni di Cinecittà, la città mostra una vocazione e tradizione che ha segnato e definito la sua identità. Nel segno lasciato da questa importante tradizione è il progetto VIDEOCITTÀ, una rassegna culturale di oltre sessanta eventi che animeranno la capitale tra il 19 e il 28 ottobre 2018. Un progetto che vuole guardare in modo innovativo al cinema e al mondo dell’audiovisivo per farli dialogare con nuove forme creative, artistiche e tecnologiche. Un programma ricco di eventi e appuntamenti che ha coinvolto anche diverse aziende moda come Fendi che presenta “Lux Formae”, progetto site specific di videomapping dell’artista ungherese László Zsolt Bordos, considerato uno dei pionieri delle arti digitali, prodotto da Solid Light per Videocitta’. Nella notte di sabato 27 ottobre l’imponente edificio del Palazzo della Civiltà Romana all’Eur (headquarter della maison romana) si trasformerà nella tavolozza dell’artista che utilizzerà le proiezioni come un pennello high tech, portandolo a nuova vita e rivelandone gli aspetti inediti. Alla Curia Iulia, da venerdì 19 ottobre a domenica 28 ottobre, Gucci insieme a Makinarium (realtà romana che si occupa di effetti speciali per Cinecittà) propone una mostra che prende spunto proprio da quella tanto discussa sfilata in cui i modelli tenevano tra le mani riproduzioni iperrealistiche delle proprie teste. Ispirandosi anche alle tradizionali processioni funebri per i Senatori dell’età Romana, in cui i parenti recavano una maschera di cera del defunto, l’esposizione accosta antiche statue romane, ai modelli e alle teste ricostruite, con videoproiezioni. Last but not least Bulgari presenta la X edizione di ASVOFF – A Shaded View on Fashion Film, negli spazi di Palazzo Altemps, dal 20 al 22 ottobre. Il festival, che è stato il vero pioniere nel promuovere l’arte del fashion film e ideato da Diane Pernet, festeggia con Bvlgari il suo decimo anniversario a Palazzo Altemps con tre giorni di proiezioni, workshop e talk. L’edizione romana di ASVOFF è curata da Alessio de’Navasques – e celebrerài suoi primi dieci anni negli spazi di Palazzo Altemps, scrigno rinascimentale e sede del Museo Nazionale Romano che per la prima volta ospita un evento dedicato all’immagine immateriale e alla contaminazione contemporanea tra moda e arte. Per festeggiare il ritorno a Roma ASVOFF ha lanciato un video contest, una competizione dedicata alla Città Eterna e al suo indissolubile legame con le arti visive, il costume e l’immagine in movimento, dal tema “Your personal love affair with Rome”.  I migliori corti selezionati saranno valutati da una giuria composta da personalità del mondo dell’arte, della moda e del cinema tra cui l’attrice giapponese Rila Fukushima, la fashion designer e dj Pam Hogg, la modella e chef Cuba Tornado Scott, l’artista e cineasta Pierre Bismuth, il curatore del Padiglione Italiano alla prossima Biennale di Venezia Milovan Farronato, l’attore Alessandro Roja e il critico cinematografico Marco Giusti.  La premiazione avverrà durante l’ultima serata del festival, la Awards Ceremony, lunedì 22 ottobre dalle 18.30. Numerosi progetti sperimentali ed eventi renderanno Roma ̀ancora una volta una fonte inesauribile di ispirazione.

 

www.videocitta.com

www.ashadedviewonfashionfilm.com

 

®Riproduzione riservata

 

Irina Razumovskaya: a new inner geometry

«Mi lascio guidare nel mio lavoro da emozioni e memorie di impressioni, ma non posso costringere il mio osservatore a sperimentarle allo stesso modo. Mi piace lasciare un’interpretazione aperta, poiché questo è il modo in cui io stessa amo vivere l’arte» Così descrive la propria pratica artistica Irina Razumovskaya che presenta i suoi raffinati lavori in ceramica nella mostra “Inner Geometry”  fino al 26 ottobre 2018, presso la galleria Officine Saffi, punto di riferimento milanese per l’arte ceramica contemporanea. Razumovskaya nasce a Leningrado, in URSS, nel 1990. Quando ancora ha pochi mesi di vita la realtà attorno a lei subisce un processo di cambiamento così radicale e rapido da risultare quasi prodigioso. La sua città natale riprende il nome imperiale di San Pietroburgo e la sua nazione quello ancestrale di Russia. Pur se troppo giovane per appartenere alla generazione della Ostalgia – cresciuta a cavallo di due sistemi politici e culturali, e immortalata in film come “Good Bye, Lenin!” (2003) di Wolfgang Becker o più recentemente da Natalya Kudryashova in “Pionieri-Eroi” (2016) – ciò nonostante la ventisettenne scultrice sembra subirne un fascino discreto. Riferimenti all’estetica del Vchutemas – la scuola d’arte moscovita che negli anni Venti divenne il centro di riferimento per l’avanguardia – riecheggiano infatti nell’uso di forme geometriche pure per le sue sculture in ceramica, restituendo un’idea quasi romanticizzata dell’estetica sovietica. Ma questa è per lo più un’opera di mediazione culturale tra generazione. I “dashing 90s”, con la loro carica dirompente di rigenerazione ma anche la loro instabilità, sono infatti quello che l’artista per lo più ricorda della sua infanzia. Riflessioni di matrice filosofica sull’invecchiamento, l’ineluttabilità del deperimento della materia, l’osservazione analitica di strutture architettoniche opposta a visioni sintetiche di paesaggi, sono alla base della ricerca artistica di Razumovskaya. La fascinazione per una bellezza non comune, per l’inatteso, la portano a descrivere nelle sue opere i profili essenziali di oggetti domestici, di parti di macchinari, o ancora dettagli di edifici con tutte le loro possibili sfumature di granulosità. Le semplici forme geometriche, punto di partenza di ogni sua scultura, vengono alterate dall’artista con successive modifiche e rotture. Durante la smaltatura il controllo iniziale sulla forma va progressivamente e inevitabilmente sciamando, man mano che la struttura evolve indipendentemente all’interno del forno di cottura, divenendo qualcosa d’altro, rispondendo a regole di una forma diversa di geometria. «Nel mio lavoro cerco di evitare il dinamismo, mentre favorisco la simmetria. Mi piace che i miei pezzi non abbiano un significato scontato e siano animati da una propria vita interiore». Con Inner Geometry” Irina Razumovskaya colleziona immaginari reperti provenienti da oniriche rovine contemporanee, edificate su visione di forme e simboli inconsci, ribadendo così la sua ferma convinzione che il lirismo consista più nel celare che nello svelare e che l’arte trovi la sua massima espressione “tra le linee” di una poesia, tra le crepe della ceramica, nel mistero, nel suo pieno senso etimologico di ciò che non deve – o non dovrebbe – essere rivelato.

Irina Razumovskaya
Inner Geometry
26.09 – 26.10.2018
Officine Saffi
Via A. Saffi, 7 – 20123 – Milano
www.officinesaffi.com

Photo Courtesy of Officine Saffi

®Riproduzione riservata

SOHO HOUSE MILAN POWERED BY APPLE MUSIC

L’appartenenza alla community è uno dei modus vivendi più in voga della società contemporanea.

2019_09_19_SohoHouse_AppleMusic_PreviewDJ_0008Soho House è un progetto di condivisione fondato a Londra negli Anni Novanta per i creativi di tutto il mondo con lo scopo di dare ai suoi membri la possibilità di viaggiare anche in città dove non posseggono un’abitazione.  Le Houses a livello globale attualmente sono 22 e sono pensate per accogliere i membri dell’esclusivo Club quando viaggiano in tutto il mondo. Seppur diverse nel design (ogni casa è studiata per amalgamarsi bene con l’architettura del quartiere in cui è localizzata), le abitazioni condividono lo stesso principio: quello di far sentire a casa i propri ospiti . Lo scorso settembre a Milano si è tenuto un party esclusivo organizzato da Cities Without Houses Milan in partnership con Apple Music (uno dei principali podcast di musica in streaming mondiale) per l’annuncio del lancio della Soho House milanese, che verrà inaugurata nel 2020. L’appartamento  sarà dotato di SPA, un giardino sul tetto, una sala di proiezioni e camere da letto. Sorgerà a Brera, quartiere bohemien della città meneghina. La festa per l’annuncio dell’apertura della Soho House ha fatto ben intendere l’atmosfera unica che si respirerà negli spazi di questa community, grazie agli ospiti presenti (un gruppo di happy few tra designer, dj, fashion editor, influencer and much more) e alla loro contagiosa energia.

®Riproduzione riservata

Leggi anche -> Paolo Lugiato, l’analisi della svolta di Apple

VENEZIA INTERNATIONAL TATTOO CONVENTION

I Big del tatuaggio si sono dati appuntamento lo scorso weekend nella città dei Dogi alla Venezia International Tattoo Convention, che anno dopo anno si sta qualificando come un punto di riferimento per gli appassionati di questa vera e propria Body Art. Una tre giorni non solo di ink, ma anche di Arte Contemporanea, Live Music e mercatini. E le cifre sono molto eloquenti: questo business produce introiti per un valore di 100 milioni di Euro per 30.000 imprese. Oltre 150 tra i più importanti artisti del tatuaggio mondiale provenienti da ben 29 Nazioni hanno meravigliato il pubblico con la loro arte. I Tattoo Contest hanno certamente rappresentato uno dei momenti più avvincenti di questa kermesse: i tatuatori si sono sfidati sul palco del salone centrale a colpi di creatività, divisi per categorie e stili. Vediamo adesso alcuni tra i tattoo artist presenti alla manifestazione che ci hanno maggiormente colpiti in redazione.

001
Silvano Fiato dell’Eternal Tattoo Studio di Genova non ricorda un giorno della sua vita senza tenere la matita in mano per disegnare. Poco più che adolescente, scopre che può trasferire questa passione sulla pelle. Da qualche anno si dedica a tatuaggi iperrealistici che lasciano senza fiato per la loro maestria d’esecuzione.

-I vibranti colori di Julian Siebert , TATTOO artist di Monaco, prendono ispirazione dalla natura e dalle opere d’arte. E’ celebre soprattutto per i suoi capolavori a larga scala.

– L’iperrealismo di Sandry Riffard, artista d’oltre Manica, è declinato in soggetti Black and White connotati da un fascino dark, macabro e molto intenso.

Little Andy spazia tra i soggetti new traditional e il ritratto, ma ciò che certamente lo contraddistingue è l’uso “lisergico” del colore.

002

®Riproduzione riservata

IL CIRCUITO PERFORMANTE

Lo sappiamo bene, braccia muscolose e scolpite sono uno dei maggiori desideri degli uomini amanti della palestra e dello sport. Valorizzarle e riempirle al massimo è la mission di questa stagione perché una volta accantonata l’estate si ricomincia a costruire il fisico per l’inverno.

Abbiamo incontrato il trainer Saverio Ricciuti  da Performante Fitness, uno nuovo spazio a Milano dove ottenere le migliori performance per l’allenamento e gli altri sport in modo funzionale alla vita quotidiana. Tra nuovi bilancieri, sbarre e manubri scegliamo 2 kettlebell da 8kg (attrezzo ginnico consistente in un peso di forma sferica con una maniglia) per mettere a punto un circuito per braccia e addome esplosivi. Ogni esercizio va ripetuto per un minuto senza pause tra uno e l’altro, con un minuto di recupero alla fine dell’intera sequenza. Il circuito va ripetuto almeno 4 volte.

 

Push up ad raw

Dopo aver svolto un push up con le mani appoggiate sulle kettlebell tirare prima una e poi l’altra facendo forza sul braccio e la gamba opposta verso fianco come se stessimo eseguendo una remata.

 

L sit up

Dalla posizione supina svolgere un sit up tenendo una sola kettlebell prima con la mano destra e appoggiando il braccio opposto a terra col palmo rivolto in basso e poi ripetere il movimento con l’altro braccio.

 

Push press

Piegare leggermente le ginocchia e posizionare le kettlebell in orizzontale all’altezza della clavicola. Sollevatele fino a portarle in posizione verticale sopra la testa.

Russian twist

Seduti a terra con la schiena leggermente inclinata, restare con il busto a circa 45° dal pavimento e torcerlo da una parte e dall’altra ruotando il bacino in direzione opposta alle spalle.

 

Tirate al mento da terra

In piedi con busto diritto, addominali e glutei contratti per stabilizzare il bacino, impugnare le kettlebell e tirare verso le spalle sollevando i gomiti più in alto rispetto alle spalle.

 

American swing

Piegare leggermente le gambe come per andare in squat, facendo uno slancio in avanti col busto e portando la kettlebell sopra le testa. La schiena è sempre diritta durante il movimento (da squat ad allungamento). I talloni sono ben piantati a terra.

 

 V crunch

Dalla posizione supina sollevare le gambe e mantenerle dritte formando un angolo di 90 gradi con il pavimento. Tenere la kettlebell con entrambe le mani e le braccia tese e portarla verso le caviglie.

 

 

®Riproduzione riservata

Arredare casa con stile, comodamente online con CasaFacile.it

Come arredare casa è sempre un tema abbastanza dibattuto tra giovani coppie o, in generale, persone che devono dividere per un qualsiasi motivo la stessa abitazione. Anche se non tutti ci facciamo caso, ognuno di noi ha dei gusti abbastanza precisi e predilige uno stile piuttosto che un altro: infatti, c’è chi non rinuncerebbe mai a un arredamento classico e sobrio e chi invece non potrebbe vivere in un ambiente che non sia vistoso ed eccentrico.

L’interior design con poco budget

Curare gli interni di un’abitazione richiede una buona miscela di creatività e funzionalità. Lo stile deve corrispondere ai propri gusti e l’organizzazione della casa deve garantire una buona qualità di vita. Di questi tempi, inoltre, è bene valutare soluzioni che permettano di valorizzare la propria abitazione senza spendere un capitale, magari sfruttando le proprie qualità creative.

Stabilite un budget e stilate un elenco delle vostre priorità. Ad esempio, per l’acquisto di complementi d’arredo il tutto e subito potrebbe non essere una scelta vincente, soprattutto se si rischia di comprare elementi di scarsa qualità o di dubbio gusto. Una valida alternativa potrebbe essere rappresentata dai mercatini dell’usato o dalla ristrutturazione di vecchi mobili di famiglia, in attesa di acquistare i complementi d’arredo più vicini ai propri gusti. Oppure la conversione di bancali di legno in tavoli, sedie o divani. O ancora l’acquisto a pochi euro di accessori – come lampade, tende e cuscini – capaci di valorizzare anche l’arredo più scarno.

Attenzione anche alla disposizione degli elementi: un mobile o un divano possono dare maggiore risalto all’ambiente se collocati in una posizione piuttosto che in un’altra. Ad esempio sfruttando la luce in ingresso di una finestra per illuminare l’angolo del salotto.

La soluzione è online

Come in molte cose, anche per venire a capo dell’annoso problema dell’arredamento della casa ci si rivolge sempre più spesso a internet per trovare un’offerta quanto più ampia possibile che dia maggiori possibilità di trovare un punto di incontro tra i gusti e le inclinazioni di ognuno e le esigenze economiche che, purtroppo, al giorno d’oggi non possono essere assolutamente sottovalutate. Casafacile.it è uno di quei siti internet che ci vengono incontro quando non riusciamo a trovare quel divano o quel tavolino perfetto per il soggiorno del nostro nuovo appartamento.

Si tratta di uno dei migliori tra i tanti prodotti editoriali utili a trovare soluzioni per l’arredamento casa poiché, sia attraverso il suo sito internet che attraverso una rivista cartacea, propone una vasta gamma di opzioni per arredare la propria casa, prodotti che svariano tra i vari stili e prezzi e che puntano a mettere tutti d’accordo. Ci sono sezioni dedicate a tutti gli angoli della casa e per ogni stanza è possibile trovare oggetti di ogni tipo o consigli utili su dove cercare la soluzione migliore. Insomma, se proprio non dovessimo trovare al primo colpo la soluzione, troveremo certamente dove cercarla meglio.

È chiaro che, nonostante l’offerta molto vasta che propone il web in fatto di arredamento casa, l’elemento principale resta sempre l’occhio e l’inclinazione degli abitanti della casa che, al di là dei fattori estetici, devono rendere l’abitazione quanto più simile a se stessi per trovarcisi veramente bene e a proprio agio.

CINQUE MOTIVI PER VEDERE “A STAR IS BORN”

Lui è un musicista country affermato, in declino a causa della sua dipendenza dall’alcool. Lei di giorno fa la cameriera mentre la sera si esibisce in un drag bar, lui s’innamora di lei, della sua voce e la aiuta a lanciare la sua carriera.
Bradley Cooper e Lady Gaga hanno sbancato al botteghino nel quarto riadattamento cinematografico di “A Star Is Born”, consacrando in modo definitivo la carriera di attrice di Lady Gaga e lanciando quella di Bradley Cooper dietro la macchina da presa. Mentre a Hollywood già si parla di un successone ai prossimi Academy Awards, la domanda che si stanno facendo tutti è “vale davvero la pena di vedere di film?” Che siate amanti o meno dei musical la risposta è assolutamente sì. Ecco perché:

1) Bradley Cooper alla regia.

Dopo aver recitato in 35 film in soli 17 anni di carriera, Bradley Cooper ha deciso di mettersi dietro la macchina da presa e esordire come regista. Il risultato? Ottimo, ma non eccezionale. Il film attira l’attenzione dello spettatore sin dalla prima scena, e la scenografia scritta con Eric Roth e Will Fetters si sposa perfettamente con le canzoni originali. Tuttavia rimane un’aria patinata tipica dei musical hollywoodiani che, nel caso di una storia così attuale, perde di credibilità nello spettatore.

2) Lady Gaga acqua e sapone è fenomenale.

Dal suo album di esordio The Fame (2008) Lady Gaga ha sempre saputo attirare l’attenzione mediatica su se stessa grazie anche al suo eclettico trasformismo. Il suo esordio come attrice protagonista ha però visto la cantautrice newyorkese spogliarsi delle sue mille maschere e mostrarsi al naturale, con le sue fragilità e imperfezioni che sono confluite in un’interpretazione eccellente. Stando ai rumors, il merito è proprio di Bradley Cooper che ha voluto vederla senza trucco sin dal primo giorno di riprese. Il risultato? Grandioso. Lady Gaga continua le sue battaglie dando voce alle donne che non si sentono a proprio agio con se stesse.
a-star-is-born-2

3) Tratta di argomenti importanti.

Il film tratta di diversi argomenti importanti e attuali, come depressione, alcolismo e declino, che girano principalmente intorno al personaggio interpretato da Bradley Cooper. E’ molto interessante come il declino del cantante country vada a pari passo con la crescita del successo della sua amata. Il filo conduttore rimane la storia d’amore, il regista ha però il merito di aver trattato argomenti sociali importanti e necessari, ma soprattutto di averlo fatto con estrema professionalità.

p06jyq93

 

4) La colonna sonora.

Dimentichiamoci i musical noiosi, dove le canzoni sembrano sempre le stesse e hanno la sola e unica funzione di portare avanti l’intreccio narrativo. La colonna sonora (curata da Lady Gagà) è pazzesca e sono i numeri a dimostrarlo. Il debutto alla #1 nella Billboard 200 con oltre 231.000 è valso alla cantante un nuovo record: 5 album in top 1 in una decade. Un’artista incredibilmente versatile capace di eccellere in diversi stili musicali, (Dance, Edm, Jazz e Country) e ora anche nei musical, il talento di Lady Gaga è finalmente innegabile.

5) A Hollywood si aspettano già una pioggia di candidature agli Oscar.

Il film è un successo al botteghino e la sfida non era di certo semplice. Lady Gaga interpreta la protagonista di un film che è stato già girato quattro volte, interfacciarsi con due mostri sacri del musical come Barbar Streisand e Judy Garland poteva avere due risultati, una caduta a picco verso il dimenticatoio o un grande successo. Ad Hollywood sono per il secondo risultato, infatti si parla già di piogge di candidature ai prossimi Academy Awards. Il dado è stato tratto, ora aspettiamo solo di vedere Lady Gaga in una veste diversa dal suo personaggio musicale, magari  in quella di un’attrice da record.

®Riproduzione riservata

venice-a-star-is-born

ALESSANDRO TERSIGNI: E ORA VIENE IL BELLO

Segni particolari : bellissimo. La sua fama di Adone sulla scena dei nuovi attori italiani accompagna il bel tenebroso Alessandro Tersigni fin dagli esordi quando era fotomodello e già sognava di fare l’attore, forse anche ispirato dalla passione del padre per la recitazione. Cordiale e stringato, 38 anni, Bilancia, Tersigni è uno di poche parole che va dritto subito al segno senza perdersi in chiacchiere. Nel suo curriculum spicca la tappa al Grande Fratello del 2008 che gli ha offerto delle grandi chance in termini di visibilità. Nel 2009 debutta finalmente al cinema in “Scusa ma ti voglio sposare” di Federico Moccia. È nel 2010 che interpreta i primi personaggi importanti: per esempio è “Nercio” nella seconda stagione della serie “Romanzo Criminale” di Stefano Sollima. Manintown lo ha incontrato per raccontarvelo.

Progetti di carriera attuali e futuri : Sono attualmente impegnato totalmente sul set della fiction ‘Il paradiso delle signore’ che va su Rai Uno in fascia quotidiana pomeridiana e durerà fino a marzo 2019. Nella fiction sono Vittorio Conti, un pubblicitario molto visionario che porta una ventata di innovazione nel grande magazzino centro della soap e nato da un’idea di Emile Zola, ma che nella serie è ambientato negli anni’50. Il teatro mi piace ma nel futuro amerei molto lavorare sul Grande Schermo con registi italiani: mi piacerebbe rimanere italiano perché sono molto legato alla mia terra. Sono nato e vissuto a Roma, città che amo anche se è molto cambiata.

Aspirazioni nella vita personale: Sono ancorato alla famiglia che è un grande valore, ho un figlio di un anno che è un dono e insieme la lezione più grande che ho appreso dalla vita. Avere un figlio ti cambia perché ti fa capire che non tutto è effimero e che qualcosa come un bambino può perpetuare il nostro transito terrestre.

Esperienza esaltante della vita: calarmi nei panni di un vigile del fuoco durante un corso: ho capito il valore autentico della vita e che per fare questo lavoro o si è matti o bisogna avere un gran cuore.

Come ti definiresti in tre parole? Simpatico, estroverso e galante.

Quanto conta l’estetica nel tuo lavoro e nella vita? Se fai l’attore può aiutarti specialmente all’inizio, ed è un’arma in più ma da sola nella vita lascia il tempo che trova. Io non sono vanitoso, ho solo 2 specchi in tutta la casa.

Un lato che ami e uno che odi del tuo carattere: detesto essere permaloso, apprezzo la mia onestà intellettuale e materiale nei rapporti umani.

Un capo must del guardaroba: un paio di jeans che indosso sempre e dai quali non mi separo mai perché mi fanno sentire a mio agio.

Passioni maschili: calcio amatoriale, la musica, dal Jazz al Pop al Rock senza limiti.

Luogo fisico e dell’anima: luogo fisico: Bali in cui sono stato nel 2004 e nel 2005. Luogo dell’anima: il cielo dove ripongo i miei pensieri più intimi e le mie speranze, perché il cielo è il centro dell’energia cosmica.

 

Manintown lo ha incontrato per raccontarvelo anche tramite il servizio esclusivo di Davide Musto.

 

Photography: Davide Musto

®Riproduzione riservata

L’ispirazione è potere: Lenny Kravitz per Dom Pérignon

“Quando penso a Dom Pérignon, penso a persone che stanno insieme, che si uniscono. Penso alla comunicazione che permette di avere ispirazione o essere ispirati a fare qualcosa. Non hai bisogno di un’occasione. La vita è l’occasione”, così Lenny Kravitz spiega il concept per il progetto speciale con Dom Pérignon. Da qui è nata l’idea di una mostra dal titolo “Assemblage” e della campagna pubblicitaria che l’artista ha scattato per interpretare la maison. La collaborazione tra Lenny Kravitz e Dom Pérignon è una relazione che dura da circa 10 anni. “Tutto inizia con l’incontro casuale con lo Chef de Cave Richard Geoffroy – spiega Kravitz – che mi ha fatto conoscere i Millesimati della Maison e il saper fare di Hautvillers, un luogo centrale per l’ispirazione di Dom Pérignon. E’ nata un’amicizia e un mutuo scambio che ha ispirato entrambi nelle rispettive discipline. Abbiamo capito che un giorno avremmo potuto fare qualcosa insieme, pur arrivando da diversi background”. Kravitz si rivela così un creativo versatile che spazia dalla musica al design, passando per la fotografia, passione che gli  è stata trasmessa dal padre giornalista per CNBC news, che a 21 anni gli regala la macchina fotografica. La campagna pubblicitaria per Dom Pérignon si focalizza sul tema del potere dell’ispirazione, comune a tutte le espressioni artistiche, e che stimola i creativi a superare i propri limiti e la stessa maison a rinnovarsi con i suoi Millesimati. Da qui è nata l’idea di ricreare e mettere insieme una cerchia di amici e persone eccezionali che si uniscono per la gioia di stare insieme, un gruppo in cui le idee prendono forma e dove immagini di divertimento e celebrazione definiscono l’attimo. “Essere il direttore creativo di Dom Pérignon significa innanzitutto poter costruire progetti fra amici”, ci tiene a sottolineare lo stesso Kravitz che ha organizzato un dinner party nella sua casa di Los Angeles. Tra i personaggi e amici della sua cerchia invitati e catturati dal suo obiettivo sono stati Susan Sarandon, che conquista con il suo sorriso e presenza magnetica, Harvey Keitel, una vera  leggenda del cinema, Abbey Lee Kershaw, attrice in ruoli intensi che si unisce con Zoë Kravitz illuminando il gruppo con la sua eleganza festosa. E ancora Benjamin Millepied, artista che personifica lo spirito contemporaneo della danza, il designer Alexander Wang, fino al Hidetoshi Nakata, famoso calciatore impegnato in progetti filantropici, nonché ambasciatore della tradizione giapponese nel mondo. Racconta ancora Kravitz: “Non conoscevo tutte le persone coinvolte, come ad esempio Harvey Keitel, ma alla fine è stato un incontro di diverse esperienze, un assemblaggio per l’appunto di personalità singolari che si sono unite grazie a Dom Pérignon. Per questo mi ha molto ispirato il libro fotografico che ritrae i personaggi dello Studio 54 del fotografo Ron Galella che ha colto la vita notturna di New York. Così ho scattato di notte con il flash durante un dinner & dance party nella mia casa a Los Angeles, dove tutti gli invitati si sono conosciuti in modo spontaneo, interagendo e condividendo insieme le proprie esperienze, non seguendo un copione.” Con questa mostra, che arriverà prossimamente in Europa, Kravitz festeggia 54 anni con il suo nuovo album Raise Vibrations e un tour in giro per il mondo: un album che esprime la piena maturità artistica di un artista ricco di commistioni culturali e di talento in ambiti anche molto differenti.

 

®Riproduzione riservata

BUON COMPLEANNO BAR BASSO!

Nel 13 ottobre 1967 ricorre una data di apertura storica nel mondo dei cocktail bar, ovvero quella in cui venne inaugurato a Milano, a due passi dai bastioni di Porta Venezia, il leggendario Bar Basso. Mirko Stocchetto acquistò appunto dalla famiglia Basso questo posto che da lì a breve sarebbe diventato un punto di riferimento della “Milano da bere”.

bar basso 002

L’intuizione di Stocchetto fu semplice e geniale, ovvero condividere la sua arte della preparazione dei cocktail, all’epoca esclusiva dei bar dei grandi Hotel, con il pubblico milanese. Ma il suo estro non si fermò a questo: decide di sostituire il gin con il prosecco nella preparazione del Negroni, da miscelare con il Vermouth Rosso e il Bitter Campari. Oggi quella miscela alcolica conosciuta come “Negroni Sbagliato” è un cocktail bevuto in tutto il mondo, e ha reso il Bar Basso un’icona mondiale. Per farne un’esperienza speciale, lo Sbagliato viene servito al Basso nel famoso bicchierone, accompagnato da un altrettanto celebre maxi cubetto di ghiaccio. Alcuni giovani designer emergenti a partire dagli anni Ottanta iniziano a frequentare il Bar, che nel frattempo è gestito da Maurizio, il figlio di Mirko, e ne diventano amici. Quei giovani designer di lì a pochi anni fanno carriera: stiamo parlando nientemeno che di Marc Newson, Jasper Morrison, Thomas Sandell, RossLovegrove e James Irvine. Nel 1999 insieme decidono di organizzare un party che infiammò la settimana del Design meneghina. Da quel momento il bar diventa il punto di riferimento per tutti i designer e creativi. Il compleanno del Bar si avvicina: come ha deciso di festeggiare Maurizio Stocchetto? Aggiungendo luminosità al locale! Un gesto rivoluzionario, basti pensare che dal 1967 ad oggi all’interno del Bar Basso pressochè nulla è cambiato. Con la collaborazione della prestigiosa azienda canadese di interior design Gabriel Scott guidata da Gabriel Kakon e Scott Richler, è stata progettata un’installazione di luci nella versione Long Chandelier creata ad hoc per la celebrazione dell’anniversario del locale. Bar Basso organizzerà un grande party supportato da Campari e battezzato “Compleanno Sbagliato”: ancora la data è segreta ma sarà sicuramente successiva al 13 ottobre. E voi, siete stati invitati?

barbasso®Riproduzione riservata

LARDINI: AN HISTORY 40 YEARS LONG

Quarant’anni fa, quattro fratelli guidati dalla passione per lo stile e l’eleganza fondano Lardini. Sarà il coraggio e la voglia di mettersi in gioco, conditi dalla creatività e dall’intuizione imprenditoriale, a far sì che l’azienda raggiunga numerosi traguardi importanti: la prima collezione di giacche in cashmere nel 1993, la creazione del marchio Lardini nel 1998, l’introduzione delle collezione Lardini Donna nel 2012. Grazie alla qualità pregiata dei materiali impiegati e allo stile inconfondibile, Lardini è oggi un marchio rinomato a livello internazionale e distribuito in oltre 700 stores multibrand worldwide.

Lardini ha celebrato il suo quarantesimo anniversario, nella suggestiva cornice dello Sferisterio, la storica e celebre Arena della città di Macerata. Una serata speciale, in cui la famiglia Lardini ha voluto ringraziare tutti i suoi dipendenti e i loro famigliari per il percorso fatto in questi anni, esprimendo un valore aziendale davvero entusiasmante ed inedito.

Il marchio rappresenta la maestria della tradizione sartoriale che affonda le proprie radici in un know-how straordinario fatto di storia, territorio, coraggio, made in Italy e amore per la qualità. Custode di una conoscenza manifatturiera che è rimasta ormai in mano a pochissime aziende, il brand ha la propria sede presso Filottrano, paese medievale in provincia di Ancona, anima e luogo del cuore del band.

Per celebrare i 40 anni dalla sua fondazione, l’azienda lancia in esclusiva una collezione ad edizione limitata, disponibile in boutique, e si racconta attraverso un film che celebra i passaggi più importanti della sua storia.

lardini40thanniversary-7_Macerata_Sferisterio

®Riproduzione riservata

UNLOCK THE CITY TIMBERLAND – INTERVISTA A COMA_COSE

Lo scorso 3 ottobre Carl Brave, Coma_Cose e Rkomi hanno infiammato il palco di Unlock The city, l’evento voluto da Timberland per presentare le nuove sneakears cityroam.
Il viaggio dal sapore urbano è iniziato con la pubblicazione di video-documentari con protagonisti i tre artisti, che hanno raccontato come e quanto la città abbia influenzato il loro percorso.
Grazie alla partnership con Asian Fake, label musicale rap, durante l’evento è stata inoltre presentata una capsule collection di tre t-shirt dedicate ai musicisti coinvolti nel progetto, già in vendita nel flagship store di Milano.
Abbiamo avuto poi l’occasione di fare due chiacchiere con i Coma_Cose, il duo che racconta la città di Milano da un punto di vista diverso, attingendo tanto dall’urban quanto dalla nostra tradizione cantautoriale.

“Da dove nasce il nome Coma_ Cose?”

L’imput primario è stata la voglia di cambiare vita. Il nome vuole proprio esorcizzare la parola Coma, quel Coma in cui ci trovavamo Francesca ed io un anno e mezzo fa che è il bivio tra un lavoro precario e qualche bozza di canzone nel computer. A un certo punto ci siamo chiesti “Cosa facciamo?” quindi partiamo con questa esperienza e chiamiamola Coma e abbiamo poi successivamente aggiunto Cose.

“In un universo musicale dove la descrizione di città di appartenenza passa soprattutto per lo scimmiottamento del modello statunitense, voi avete portato originalità e freschezza. Ci potete parlare dell’universo milanese nella vostra musica?”

Noi cerchiamo di raccontare la nostra vita e cerchiamo di raccontarla in maniera sincera, questo vivendo a Milano è venuto molto naturale. Probabilmente quello che ci diversifica è la nostra poetica che è molto italiana in primis, ci piace quello che hanno fatti i nostri predecessori della scuola più classica del cantautorato italiano e cerchiamo di farli convivere con noi.
Questa è la freccia del nostro arco che ci distingue da quello che c’è adesso in circolazione.

“ Se doveste paragonare la vostra vita a quella di un film quale sarebbe e perché?”

Buffalo 66, io sono un vecchio matto e Francesca si prende cura di me.

“Credo ci voglia del sangue freddo per omaggiare Battisti, tuttavia con Anima Lattina ci siete riusciti in pieno. Avete altri punti di riferimento così forti?”

Ci piacciono molto Guccini e De Gregori. Abbiamo ascoltato tutta la musica cantautoriale italiana, e continueremo a cercare di omaggiarli con ironia.
L’artista da cui prendiamo più ispirazione è Guccini per la sua sfacciataggine, ha un istinto punk e una metrica da rapper.

“Se doveste raccontare ad un alieno la vostra musica e definirla con 3 aggettivi quali scegliereste?”

Terrestre, almeno già restringiamo il campo. Aliena, e universale così abbiamo preso tutti.
L’alieno arriva e dice “Ah sono terrestri, però sono alieni, stai tranquillo però alla fine è universale”

“Qual’è il vostro rapporto con i social network?”

Facebook ci piace definirlo come quando incontri un tuo amico delle medie si è sposato e ha tirato su famiglia. Instagram ci piace ma non siamo dei matti dei social, li utilizziamo il giusto.

“Timberland ha scelto voi, Carl Brave e Rkomi per Unloack the city. Non sembra anche a voi che l’approcio in generale alla musica indipendente stia attraversando un ‘epoca d’oro?”

Sicuramente sì, rispetto a 3 o 4 anni fa quando il panorama era più Indie Rock si è trasformato in una cosa più urban e che arriva a più persone. E’ cambiata la metodologia di far uscire gli artisti allo scoperto. Poi per colpa o per fortuna ci sono stati tanti anni di talent che hanno portato al collasso del talent stesso, questo ha fatto sì che gli artisti indipendenti riuscissero a fiorire.

“Ci potete dire qualcosa in più su questa collaborazione con Timberland?”

E’ stato sicuramente un piacere che ci abbiano contattati. E’ bello avere conferma che siamo degli artisti apprezzati in questo momento. Noi parliamo di città, quindi siamo contenti che ci abbiano riconosciuti come artisti che la sanno raccontare. Si sono proposti a noi con un linguaggio vicino al nostro, quello urbano, e abbiamo subito sentito affinità. Ci piace anche il brand, tendenzialmente ci vestiamo sempre casual e sportivi e crediamo ci rispecchi.

“Quanto è importante il binomio musica/moda nel vostro progetto?”

La moda non ci interessa particolarmente, sicuramente ci piacciono i bei vestiti, apprezziamo tutti e due l’estetica e crediamo sia molto importante in generale nella vita. La parola moda però ci fa un po’ paura, siamo molto attenti a noi stessi ma ci interessiamo poco di quello che succede fuori. Sicuramente dal punto di vista iconografico troviamo molto interesse, le cose più classiche della moda come per la musica.

®Riproduzione riservata

 

XzuOZUI8u4UgQS78

WEEKEND SUL GARDA: 3 STRUTTURE DA NON PERDERE

La sua fama risale ai tempi di Dante, quando l’illustre fiorentino ce lo raccontava nel canto venti dell’Inferno. Oggi il lago di Garda o Benaco continua ed essere una delle mete più gettonate, amatissimo dagli italiani e dal turismo internazionale, soprattutto tedesco. Cerniera fra tre regioni, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige a volte viene definito il mare del nord Italia per via della sua estensione e del colore delle acque. Si conferma ogni stagione il luogo ideale per un weekend fuori porta grazie ad un’offerta sempre più sofisticata di strutture wellness e spa da sogno. Partendo dalla punta più settentrionale eccovi tre strutture assolutamente da non perdere!

Du Lac et Du Parc Grand Resort Riva del Garda Italy - La Villa 03

Du Lac et Du Parc Grand Resort

 Ci troviamo a Riva del Garda nella provincia di Trento e immerso in un fantastico parco secolare di settanta mila metri quadrati, questo resort vanta molteplici tipologie di sistemazione e servizi particolarmente curati che vengono offerti ai propri ospiti: ad attendervi, troverete, oltre  all’Hotel Du Lac, anche 34 bungalows immersi nel parco e le strutture Murialdo Suites & La Villa, capaci di coniugare al meglio lo stile classico con quello moderno. Ad arricchire l’esperienza, lo sport all’interno della struttura e nella pittoresca cittadina associato al relax dell’Armonia Spa & Fitness, uno spazio wellness molto curato con vista sul parco.

AquaExperience_indoorpools2

Aqualux Hotel Spa & Suite Bardolino

A Bardolino, nella provincia di Verona un moderno resort in cui acque incredibilmente azzurre, clima dolce, ulivi e vigneti si fondono alla filosofia di un bien vivre basato sulla sostenibilità e sullo charme.  In questa struttura, il viaggio nel benessere comincia con l’eccellenza dell’offerta della SPA, che ci propone numerosi trattamenti firmati Phytomer e Natura Bisse . Il cuore dell’hotel invece è l’ampia corte che ospita l’AquaExperience, otto piscine interne ed esterne di acqua termale riscaldata. Le piscine indoor sono contraddistinte da forme e dotazioni particolari: si distinguono quella a forma di T rovesciata, e quella a forma di coppa di champagne, meritevole di molteplici scatti per i nostri social.

created by dji camera

 Palazzo Arzaga Hotel Spa & Golf Resort

Nel bresciano, a Calvagese della Riviera, un resort  le cui camere e suite sono in parte decorate con affreschi originali del XV secolo, mentre altre presentano soffitti alti e luminosi o romantiche travi in legno a vista. Tutte le sistemazioni sono ampie e spaziose e dotate di ogni comfort e la maggior parte di esse si affaccia sul paesaggio circostante o sull’ampio campo da golf. L’indiscutibile vantaggio della posizione lo rende un luogo in cui regnano una sorprendente quiete e una rara tranquillità, dove rigenerarsi e dedicarsi del tempo, grazie anche ai suoi infiniti spazi esterni: una spettacolare terrazza con piscina e zona relax, un’elegante Spa by Clarins e per i golfisti due campi rispettivamente da 18 e da 9 buche.

®Riproduzione riservata

LA MODA ENTRA IN SCENA ALLA GALLERIA CAMPARI

Tanti marchi italiani, nel tempo, hanno intrecciato il proprio business con la moda. Marchi il cui core è completamente diverso, ma che hanno ritrovato nell’universo del costume un’anima affine.
E’ il caso di Galleria Campari, chepresenta la mostra Storie di Moda. Campari e lo stile. Il nuovo progetto espositivo, aperto al pubblico da oggi, venerdì 5 ottobre 2018, a sabato 9 marzo 2019, dedicato all’esplorazione di una delle anime che compongono l’universo Campari: la profonda relazione tra il marchio e il mondo della moda, intesa come espressione di arte e costume.

Franz Marangolo, Bitter Campari, anni 60, © Galleria Campari
Franz Marangolo, Bitter Campari, anni 60, © Galleria Campari

L’exhibition è stata curata dalla giornalista Renata Molho, critica del costume e della moda per il quotidiano Il Sole 24 Ore dal 1991 al 2012. Docente di giornalismo di moda, autrice della prima e unica biografia di Giorgio Armani, Essere Armani (2006 e 2015, Baldini & Castoldi) e delle monografie 21 – Costume National (2007, Assouline) ed Etro (2014, Rizzoli). La curatrice struttura un percorso in cui i concetti di “stile” e “stili”, di cui la comunicazione Campari si è fatta testimone, bozzetti pubblicitari, fotografie, grafiche, abiti, riviste e accessori. Divisa in quattro sezioni tematiche, Elegance; Shape and Soul; Futurismi e Lettering, la mostra mette in dialogo opere provenienti dall’archivio di Galleria Campari con prestiti da case di moda, musei e fondazioni. Tra le altre, opere originali pensate e realizzate per Campari da Fortunato Depero, Bruno Munari, Marcello Dudovich, Franz Marangolo, accostate e integrate alle creazioni e ai bozzetti dalla Fondazione Gianfranco Ferré e agli abiti scultura dalla Fondazione Roberto Capucci.

La mostra rimarca anche lo storico legame tra Campari e il mondo del cinema. Il legame con la settima arte è presente anche in una serie di accessori disegnati da grandi stilisti per personaggi e occasioni cinematografiche, come le scarpe che Salvatore Ferragamo realizza per Judy Garland, o gli stivali cuissard, iconicamente rossi, di Fendi, indossati da Zoe Saldana in The Legend of Red Hand, cortometraggio firmato dal regista Stefano Sollima per Campari per il progetto Red Diaries 2018.

Roberto Capucci, Abito Fluorite, 1995, Foto di Fiorenzo Niccoli
Roberto Capucci, Abito Fluorite, 1995, Foto di Fiorenzo Niccoli

®Riproduzione riservata

MASHABLE SOCIAL MEDIA DAY | DIGITAL INNOVATION DAYS 2018

Innovazione digitale, Web content editing, Social Media Strategy: molte di queste locuzioni al giorno d’oggi stanno diventando sempre più prioritarie nel mondo del lavoro, sebbene appartengano esclusivamente alla realtà virtuale. La capitale meneghina, da sempre anticipatrice di tendenze, ospita dal 18 al 20 ottobre 2018 una rassegna di tre giornate dedicate alla rivoluzione del digital marketing. I Mashable Social Media Day | Digital Innovation Days 2018 avranno luogo allo spazio IULM, che si è da sempre distinto come Ateneo nei settori della Comunicazione dei Nuovi Media. Mashable, organizzatore della kermesse, è il terzo blog più popolare al mondo: il suo primo evento è stato organizzato negli States alcuni anni fa, e di lì a poco replicato in altre parti del mondo. L’edizione made in Italy giunge alla quinta edizione e rimane fedele al concetto di raccontare l’innovazione attraverso strategie concrete e case study di successo presentate da professionisti del settore.

logoUn’occasione importante dove attraverso workshops, public speaking, and much more, si creerà un forte buzz tra freelancer, aziende, imprenditori e start up per confrontarsi, crescere, e perché no, collaborare.Ecco in breve i numeri dell’edizione alle porte: 150 Relatori, 105 Speech, 15 Workshops, 88 Brand ambassador. Tra i temi caldi di quest’anno ci sono: Influencer & Micro Influencer Marketing, Blockchain & Cryptovalute, rapporto tra TV & Social Media Marketing, Smart Working & Sharing Economy, Strategie di Facebook Advertising, rapporto tra Pubblicità tradizionale e nuovi media, nuove frontiere della comunicazione sia in ambito E-commerce che nel settore Retail, utilizzo strategico dei dati e molto altro ancora. Condivideranno progetti, esperienze e strategie, i manager e le personalita’ piu’ creative di aziende e agenzie di comunicazione di fama mondiale come MTV, Google, Microsoft, L’Oreal, Mediaset, Huawei, SAS, Armando Testa, Sony Interactive Entertainment Italia , Costa Crociere, Coty International, Drive Now Italia, Perfetti Van Melle, Deutsche Bank , Banca Mediolanum, Quora, Ogilvy & Mather, Open Influence , Talkwalker e Foodora. Segnaliamo anche un’interessante “Startup competition” all’interno della manifestazione con premiazioni per i primi tre classificati.
More info at: https://mashablesocialmediaday.it/

®Riproduzione riservata

WEEKLY DIGEST

The fashion news you need to know, from around the world.

1728_7_1__jpg_9286_north_660x_white

Charles Aznavour, le crooner ultime s’est éteint : retour sur l’interview vérité qu’il accordait l’an dernier à Vogue Hommes. Continue reading here.

san-marino-cosa-vedere-1538494044

La destinazione europea più in voga degli ultimi anni non la immaginereste mai. Continue reading here.

1251276

Hedi’s Celine was a dressed up riposte to streetwear’s stranglehold. Continue reading here.

A LIFETIME IN FASHION WITH ANDRÉ LEON TALLEY.

MACCHIA J. SPONSOR UFFICIALE DI “SPORTSCAR TOGETHER” THE ITALIAN TOUR E DI PORSCHE FESTIVAL CHE CELEBRANO I 70 ANNI DELLA CASA AUTOMOBILISTICA TEDESCA

Automobili e moda non sono mai stati così uniti.

Macchia J. , marchio nato nel 2004 nel fashion district di West Holliwood a Los Angeles dall’idea di Matteo Macchiavelli è da diversi anni legato alla casa automobilistica Porche. Quest’anno celebrano insieme due importanti eventi: le celebrazioni dei 70 anni del marchio e il Porsche Festival. In occasione dell’anniversario di Porche, Macchia J. diventa sponsor ufficiale del marchio, dando il via ad una meravigliosa iniziativa: “SPORTSCAR TOGETHER- THE ITALIAN TOUR” che ha animato l’estate con diverse tappe in giro per il nostro paese, in associazione con il FAI; l’iniziativa è dedicata a tutti i clienti Porsche e agli iscritti dei Porsche Club.

34894236_10155264938636695_3000269032621342720_nLo Sportscar Together – The Italian Tour, che ha preso il via nel mese di maggio e si concluderà ad ottobre,  si snoda su oltre 1200 chilometri divisi in sei tappe, da nord a sud, lungo le strade più emozionanti della nostra penisola e attraverso panorami mozzafiato, respirando la cultura e la bellezza italiana, con una chiusura speciale, il 6 ottobre al Porsche Festival, sulle curve spettacolari dell’autodromo di Imola. 70 vetture d’epoca parteciperanno ad ogni tappa del tour, ogni team, composto da due ospiti per vettura, riceverà in omaggio la capsule collection Macchia J. per Porsche Italia.

Una capsule collection a tiratura limitata composta da due capi: un capospalla antipioggia in nylon tecnico e resinato, stampato a termofusione a caldo con i sistemi più evoluti per collegare il mondo dell’abbigliamento luxury al motorsport. Allo stesso modo è stata realizzata una polo dedicata all’evento sempre con le stesse tecniche futuristiche.

A conclusione di questo tour spettacolare, il 6 e 7 ottobre sul circuito di Imola  avrà luogo il Porsche Festival,  due giorni intensi, dedicati al brand. In occasione del Porsche Festival si svolgeranno le finali della Porsche Carrera Cup Italia che saranno trasmesse in diretta su Italia Uno e Italia 2, e in questa occasione la “Guest car” schierata da Porsche Italia, vedrà anche il logo Macchia J tra i partner protagonisti sulla livrea iconica dedicata ai 70 anni del marchio.

 

®Riproduzione riservata

JACQUEMUS: L’ENFANT PRODIGE DELLA MODA FRANCESE

Simon Porte Jacquemus ha le idee molto chiare si da ragazzino, a soli 18 anni lascia il sud della Francia per recarsi a Parigi a studiare moda, con in testa un’unica una musa femminile, l’attrice e cantante francese Isabelle Adjani, un’icona di stile fragile ma determinata. Dopo un anno trascorso con grandi sacrifici da parte della famiglia in una scuola di moda a Parigi, Simon è profondamente deluso dal mondo della capitale. Così in seguito alla perdita della madre decide di abbandonare la scuola e di lanciare il suo marchio Jacquemus (un omaggio al cognome da nubile della mamma). Debutta dunque con una collezione minimalista quasi clinica, ma in realtà, come ha raccontato, “il minimalismo è stato più una necessità che un concept studiato”. Le difficoltà economiche, infatti, lo portano a ridurre al minimo la scelta dei materiali selezionati tra i tessuti che trovava al Marché Saint Pierre, e lavorati presso un piccolo laboratorio di una donna che confezionava tende.  Proprio a lei chiese di realizzare la prima gonna a vita alta, senza bottoni, ma con una zip laterale e senza le tasche, perché tasche e bottoni costavano troppo.

8371-Le-21eme-Adam-Katz-Sinding-Simon-Porte-Jacquemus-Paris-Mens-Fashion-Week-Fall-Winter-2015-2016_AKS6411
La svolta arriva però con la terza collezione grazie alla quale viene notato da Rei Kawakubo a Tokyo in uno showroom che lo rappresentava. L’incontro con Kawakubo e il suo compagno Adrian Joffe gli ha cambiato la vita. Joffe gli offre un lavoro in negozio, dove lavorerà per due anni tutti i giorni, mentre crea la propria collezione di notte. Due stagioni dopo, Joffe inizia a ordinare la sua collezione per Dover Street Market a Londra, vendendola con grande successo e da quel momento la strada diventa meno in salita. In poco tempo  la linea Jacquemus è già in vendita in negozi del calibro di Opening Ceremony, Maria Luisa Hong Kong e Biffi a Milano.

Possiamo definire il suo uno stile classico, che rielabora i concetti semplici dell’estetica francese come righe, chemisier, blazers, in un’ottica che si muove tra commerciale e concettuale. Allo stesso tempo però la sua moda è figlia degli anni novanta, proprio come lui, che sceglie i codici identificativi di quel decennio, mixando genuinità, sensualità e autenticità pop. A ogni stagione in ogni sua collezione c’è un tema nuovo e a raccontarlo c’è sempre una donna. Nell’ultima linea, Riviera, presentata  ai giardini dell’Ambasciata italiana a Parigi, il designer manda in scena una serie di capi ispirati alla Riviera italiana degli anni 80, tra abiti sfrangiati, maxi camicioni copricostume, giacche sartoriali da portare come abiti, mini bag di coccodrillo e sandali dal tacco a charms. Ancora una volta collabora con The Woolmark Company. La lana, infatti, è sempre presente nelle sue collezioni, che di solito la prediligono per vestiti e abiti, ma in questa stagione è caratterizzata da colori più audaci, che di solito non vengono utilizzati per questo tessuto. Tutti questi pezzi sono etichettati “Jacquemus x The Woolmark Company”.

Simon Porte Jacquemus and Emily Ratajkowski
Simon Porte Jacquemus and Emily Ratajkowski

Lo stilista resta uno spirito indipendente e continua il suo percorso nel modo più autentico, come lo scorso febbraio alla fine del suo show, eccolo uscire a ringraziare il pubblico con una felpa che dice “#newjob L’Homme Jacquemus”. Questo hashtag ha tenuto il mondo della moda sospeso, tra curiosità ed eccitazione. Rumors e speculazioni non si sono fatte attendere, tra chi lo vedeva da Cèline e chi lo sapeva già da Versace. Sebbene fosse plausibile si è scoperto poi che quella frase preannunciava semplicemente la sua prima linea maschile. Come afferma Jacquemus “Il mio uomo e la mia donna non sono una coppia. Lei è sofisticata e sensuale, lui molto più giovane e ingenuo, ma in senso positivo. Indossa capi colorati, semplici e informali”.

Carattere che ben riprende l’attitude del giovane stilista, che è un giovane uomo “sans chichi” ossia “senza tanti froufrou”, ma che va sempre dritto al punto.

 

MG_2193-copy
®Riproduzione riservata

 

RIPORTARE IDENTITÀ A PERSONE E LUOGHI ATTRAVERSO L’ARTE CONTEMPORANEA, CI PENSA MY LITTLE HOUSE

My Little House, la residenza domestica itinerante nata nel 2014 da un’idea di Fulvio Ravagnani, che lavora sulla disintermediazione dell’arte contemporanea, dopo Milano, Catania e Taranto, arriva a Rivello, un piccolo paese della Basilicata, per volontà di Paola Bressan, che mette a disposizione la sua casa, diventa mecenate di questa edizione e fa un dono bellissimo alla comunità. L’artista prescelto è Francesco Orazzini, che da anni vive in Messico. Il lavoro è iniziato dal muro esterno, dalla facciata della casa, mani colorate, simbolo di presenza, di alleanza, di comunità, molto amato dalla proprietaria, compone una scala, elemento caratteristico del paese, per poi arrampicarsi fino a una finestra ed entrare. Tra le mani si snoda il filo di un gomitolo rosso, che invita a seguire un percorso, una sorta di gioco, che intreccia storie e sguardi. Il filo invade il soggiorno della casa, e si ricompone materializzando un’ultima mano, che lascia la sua impronta, una traccia indelebile al centro del paese. Noi di Man in Town abbiamo incontrato Francesco Orazzini e gli abbiamo fatto qualche domanda:

 Francesco Orazzini @courtesy My Little House

Cosa ti ha portato a scegliere di fare un’esperienza come My little House?
La dinamica del progetto avrebbe messo il mio lavoro in una di quelle prove che sto inseguendo sempre di più, quella di uscire dalla zona di comfort dello studio e andare oltre a un atteggiamento personale e solitario,  insomma mi avrebbe  immerso in  un’azione  molto più diretta e viva  dove le persone sono  parte importante della realizzazione, e mi è piaciuta la sfida. inoltre la proposta è arrivata in un momento molto particolare, in cui cercavo di riavvicinarmi all’Italia. Creare un’opera che vivesse anche dell’intimità della mia nazione d’origine mi è sembrato emblematico.

Cosa ti ha stupito di più di questo progetto? Cosa non ti aspettavi?
E´ particolare la maniera in cui due perfetti estranei si possano incontrare e nel giro di poche ore trovarsi ad aprire i propri mondi e divenire complici di una creazione. Le persone che accettano di cimentarsi in questa esperienza sono probabilmente predisposte,  ma non è per nulla scontato in questo mondo. Poi non mi aspettavo assolutamente che il progetto finisse per abbracciare anche la strada fuori dalla casa di Paola, e che arrivasse a coinvolgere nel discorso tutti gli abitanti del luogo, con un delicato intervento nel centro storico. L’atmosfera che si è creata è stata per me incredibile.  In un certo modo mi sono sentito proiettato dal nulla in un’intimità profonda del collettivo, e questo mi ha dato molta soddisfazione.

Paola Bressan e Francesco Orazzini @courtesy My Little House

Qual è l’insegnamento più importante che ti porti via da questa esperienza?
Che in Italia i treni non funzionano benissimo, ma che comunque l’arte rimane un gran ponte, un canale attraverso il quale si possono creare molte situazioni, aprire un dialogo con/tra molta gente, coinvolgere e confrontare, farsi domande e scoprire cose. Può riportare identità a persone e a luoghi.

 

E ora che è finita, progetti per il futuro?
Mi affido come sempre a quel grosso e simpatico punto interrogativo, ma ad ogni modo torno in Messico,  dove generalmente rincorro la enorme quantità di eventi culturali che ci sono nella città, ad ascoltare,  a dare lezioni di disegno in scuole, istituti e centri culturali,  a illustrare libri,  realizzare murales per progetti sociali e continuare a fare mostre introverse, sforzandomi di riportare sempre di più il mio lavoro anche in Italia.

Murales esterno 7 @courtesy My Little House

MY LITTLE HOUSE #4: RIVELLO (BASILICATA)

Artista in residenza. Francesco Orazzini  –   www.francesco-orazzini.com
A casa di: Paola Bressan, Corso Vittorio Emanuele 16, Rivello (Basilicata)
La casa è visitabile sempre su appuntamento.

®Riproduzione riservata

FERRARI TRENTO: AMBASCIATORI DELL’ARTE DI VIVERE ITALIANA.

Era il 1902 quando Giulio Ferrari realizza il  sogno di dare vita ad un Vino Trentino capace di competere con le più grandi eccellenze dello Champagne Francese, il resto è storia.
Il sogno di Giulio Ferrari si è con gli anni tramutato in realtà, non avendo figli decide di affidare la sua azienda a Bruno Lunelli, titolare di un’enoteca con cui collaborava. L’azienda ha continuato la sua scalata verso il successo senza mai abbandonare l’attenzione alla qualità nella quale credeva il suo fondatore, oggi è guidata dalla terza generazione che giorno dopo giorno si fanno ambasciatori dell’italianità nel mondo. Tra loro c’è Camilla Lunelli che abbiamo avuto il piacere di intervistare dopo aver visitato le loro cantine aperte in occasione del lancio della Sauna Perlage Ferrari, in collaborazione con Qc Terme. Un progetto unico nel suo genere, rivestita all’esterno con oltre 150 bottiglie Ferrari incastonate in posizione remouage, tecnica di rotazione periodica delle bottiglie volta a eliminare i depositi originatisi in seguito alla fermentazione. Per l’interno abbiamo visto invece il riutilizzo di casse in legno e più di 500 tappi di sughero sistemati nella seduta. Abbiamo inoltre preso parte ad un pranzo stellato presso la meravigliosa Villa Margon, una delle più importanti residenze signorili della zona, edificata nel 500 e oggi appartenente alla famiglia Lunelli.
qc-terme-trentino-4-1537888782-2

qc-terme-trentino-5-1537888802
Quali sono i motivi della partnership con Qc Terme?

Siamo entrambi due aziende fortemente italiane, entrambe di origine famigliare e devo dire che quando abbiamo cominciato a collaborare insieme c’è stata una sintonia molto forte. Credo che una cosa che ci accumuni sia l’attitudine all’accoglienza, Qc Terme è per sua natura un luogo di accoglienza e questo ci accomuna molto. Per noi è fondamentale non solo quando accogliamo gli ospiti nelle nostre cantine, nei nostri ristoranti o nei nostri vigneti, ma è un po’ il senso di piacere e di condivisione che speriamo di poter accompagnare con una bollicina Ferrari.
qc-terme-sauna-cantine-ferrari-1537888885
Quanto è importante per voi il Binomio Ferrari con la concezione di lifestyle?

Per noi è sicuramente un aspetto molto importante, ci tengo a puntualizzare che il nostro focus principale è la qualità del prodotto. Quando siamo sereni di aver fatto un lavoro di qualità allora andiamo a lavorare molto sul messaggio di italianità che ci sta a cuore. Ci piace proporci, principalmente all’estero, come ambasciatori dell’arte di vivere italiana. Lavoriamo spesso in collaborazione con Qc Terme e  con altre eccellenze italiane. Questo messaggio all’estero viene apprezzato molto, noi italiani spesso non abbiamo piena conoscenza di quanto il nostro stile di vita, che passa da la nostra cucina, i nostri vini e le nostre produzioni di eccellenza, sia apprezzato all’estero.

Questo messaggio di italianità vi ha portato ai brindisi degli Emmy Awards, ci può dire qualcosa rispetto a questa collaborazione?

E’ un segno molto importante di quanto stia cambiando l’approccio a livello internazionale alle bollicine. E’ inoltre il quarto anno consecutivo che ci scelgono. In tutta franchezza, 20 anni, fa la bollicina di qualità nell’immaginario specialmente american era solo lo Champagne. Adesso è normale che ci siano anche le bollicine italiane in eventi di questo calibro. Noi siamo felicissimi tra le altre cose, crediamo che gli Emmy Awards siano lo specchio di un cambio dei tempi, di una televisione che sta cambiando forma, che è sempre più dinamica e che non è più la serie b del cinema ma qualcosa di diverso.

General view of atmosphere at the 2015 Creative Arts Governors Ball at LA LIVE on Saturday, Sept. 12, 2015 in Los Angeles. (Photo by Colin Young-Wolff/Invision for the Television Academy/AP Images)

Avete già una varia gamma di prodotti di prima scelta ma ci sono delle novità alle porte?

Ci sono delle grandissime novità molto importanti per noi in quanto riguardano l’alta gamma. Ma non posso anticipare nulla. Ci faremo risentire tra poco perché è una novità che uscirà veramente a breve.

®Riproduzione riservata

TEX. 70 ANNI DI UN MITO

Ci sono personaggi che resistono al passare del tempo. Alcuni diventano parti fondamentali della cultura di un paese, accompagnandoci anno dopo anno, sempre lì testimoni immobili della nostra storia e che attraverso le loro avventure ci stanno accanto.
Quest’anno uno dei protagonisti principali della fumettistica italiana compie 70 anni: TEX.

Cop_TEX_695 (1)Il 30 settembre 1948, infatti, veniva pubblicata la prima striscia di fumetti ideata da Gianluigi Bonelli e disegnata da Aurelio Galeppini, il ranger più amato del fumetto italiano e uno tra i più longevi al mondo.
Settant’anni dopo, Sergio Bonelli Editore celebra l’eroe con una grande mostra dal titolo TEX. 70 ANNI DI UN MITO, aperta dal 2 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019 al Museo della Permanente di Milano e patrocinata dal Comune di Milano. Curata da Gianni Bono, in collaborazione con la redazione di Sergio Bonelli Editore, la mostra racconta, attraverso foto, disegni, schizzi, materiali rari o assolutamente mai visti prima, come Tex sia diventato un vero e proprio fenomeno di costume. I visitatori potranno così ammirare, tra gli altri pezzi, la prima vignetta di Tex declinata in varie lingue, il ritratto di Gianluigi Bonelli e famiglia realizzato da Tacconi,fotografie di Aurelio Galleppini e anche la mitica macchina da scrivere di Gianluigi Bonelli: l’Universal 200 con cui sono state scritte le primissime storie di Tex, decorata con disegni a penna dallo stesso Gianluigi e oggi conservata nella sala riunioni della Casa editrice.

TEX. 70 ANNI DI UN MITO.
2 ottobre 2018 – 27 gennaio 2019
Museo della Permanente di Milano
Via Filippo Turati, 34
20121 – Milano

®Riproduzione riservata

5 APP PER IMPARARE A CORRERE

Si dice che per dimagrire non ci sia nulla di meglio che la corsa. Ma come bisogna correre per perdere peso in modo ottimale? E soprattutto, con quali strumenti possiamo misurare i nostri sforzi e monitorare i risultati? I tempi del contapassi sono ormai superati, e poiché esiste ormai una app per tutto, analizziamo le 5 più popolari che ci aiuteranno in questo sport tanto faticoso quanto funzionale.

Runkeeper

Questa app ci consente di monitorare la corsa, ma anche una semplice passeggiata o un giro in bicicletta. Fornisce tutti i dati riguardanti la distanza, il tempo, il ritmo impiegato, le calorie bruciate e la frequenza cardiaca. Le statistiche vengono archiviate in modo tale da misurare le performance nel tempo. Disponibile gratuitamente sia per Iphone, per Apple Watch e per tutti i dispositivi Android.

Runtastic

Runtastic traccia tutte le attività tramite il GPS. La distanza percorsa, la velocità, l’elevazione e le calorie consumate non saranno più un mistero. Abbiamo la possibilità di avere un allenatore vocale con voce reale, che segue l’allenamento passo dopo passo, archiviando tutti dati relativi alle attività. Esistono diverse versioni di quest’app, gratuite e a pagamento, e sono disponibili per iPhone, Android e Windows Phone.

Nike + Run Club

Anche quest’app offre tutti i dettagli riguardanti la propria corsa, come il percorso tracciato dal GPS, ma anche dei programmi di coaching personalizzati. La corsa viene monitorata e archiviata e i risultati possono essere condivisi con gli amici tramite social. Per coloro che hanno un dispositivo iOS, l’app Nike + Run Club si integra con l’app nativa Salute. Oltre che per iPhone è disponibile anche per i dispositivi Android.

Strava

Oltre a monitorare le corse, Strava rileva anche i giri in bici. Si possono programmare i percorsi e ottenere tutte le statistiche principali relative alle corse. C’è la possibilità di raggiungere nuovi obiettivi partecipando alle Sfide Mensili proposte e condividere i propri risultati tramite social. Oltre alle sfide, Strava indica, tramite la geolocalizzazione, anche i posti più frequentati nelle vicinanze. L’app è disponibile sia per iOS che per Android.

Endomondo

Con Edomondo si può avere un personal trainer a portata di mano, che motivi l’atleta durante qualsiasi attività. Utilizzata da più di 25 milioni di utenti, Endomondo traccia qualsiasi sport basato sulla distanza, registra le pulsazioni cardiache e manualmente si possono registrare anche tutte le attività indoor. L’app è disponibile per dispositivi iOS, Android e Windows Phone.

 

®Riproduzione riservata