LIFESTYLE TIPS

Una serie di suggerimenti tra moda, food, beauty e musica. Scopriamo l’immaginario e il lifestyle di Stefano Terzuolo, fondatore di Gum Salon a Milano.

”Per la sera opto per l’Apollo Club Milano, cocktail bar, ristorante e discoteca nato dall’idea di Marcellina e Tiberio fondatori di “Rollover Milano”, dove mi sento accolto come nelle famose SoHo house. 1000mq suddivisi in 4 sale per poter vivere esperienze diverse: Cocktail room dove fermarsi per l’aperitivo, Ristorante, Gaming room ( con ping-pong, flipper e videogames ) e ovviamente una sala disco dove ballare.
Mi piace per l’atmosfera intima e privata che si riesce a vivere rimanendo comunque in un ambiente dal sapore internazionale, dato anche dalla cucina ricercata dello chef italo-brasiliano Bruno Cassio con sapori da tutto il mondo, in una fusion tra la cucina classica e la cucina moderna globalizzata. Il mio piatto preferito? Polpo con Crema di Zucca.”

Per il pranzo quando ho bisogno di un Exit Way dal mio solito tran tran mi concedo un momento di ricreazione da EXIT. Il nuovo progetto nato dall’idea di Matias Perdomo, Thomas Piras e Simon Press: lo stesso trio che ha portato al successo Contraste. Un classico chiosco milanese riconvertito a Chiosco Gourmet con una trentina di posti a sedere. L’ambiente è luminoso, la mise en place di una trentina di coperti semplice ed elegante, con un blocco di Ceppo di Grè (una pietra ornamentale con cui la gran parte dei palazzi meneghini è stata costruita) usato come poggia posate. Il piatto da provare? L’UOVA all’ EXIT!

Il mio punto di riferimento per lo shopping a Milano sicuramente è Groupies Vintage, in via Gian Giacomo Mora. Non un semplice vintage shop ma un ambiente in divenire che non segue le mode, le costruisce. Nato con l’idea di recupero e riciclo di capi di abbigliamento vintage in potrete trovare diverse tipologie di abiti, principalmente identificabili in tre categorie:
-Vintage selected: capi selezionati dagli anni 50 agli 80 provenienti da Londra e Berlino.
-Vintage recycled: una linea innovativa disegnata da Alice, che ha dato nuova vita a diversi capi rimodernizzandone le linee.
-Kilo Vintage, ossia è possibile comprare abbigliamento vintage “al chilo” scegliendo tra innumerevoli stili e pezzi a costo ridotto.
La mia ossessione? Le vintage shirts.

Il mio momento beauty? Da Bahama Mama, a due passi dai Navigli. Un concept store, interamente dedicato alla bellezza ma anche un ricercato vintage shop con bar dove puoi goderti la coccola sorseggiando un frullato o una tisana. Un ambiente moderno e familiare, ma dal tocco retrò, sottolineato non solo dagli oggetti che decorano gli spazi, ma anche dal look anni 40 del personale.

Extra: l’album del momento AS YOU WERE di Liam Gallagher.

Prodotto beauty: PURE-CASTILE LIQUID SOAP.

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UNA PRIMAVERA CON GLI OCCHIALI

Finalmente, dopo settimane indecise e gelide, che facevano venire poca voglia di uscire, è arrivata una primavera calda che ci spinge a mettere la testa fuori di casa. Uno dei must del nostro look per ogni stagione in cui il sole la fa da padrone è sicuramente un bel paio di sunglasses!

Per chi vuole solo sapere le ultime tendenze nel settore o per chi vuol farsi ispirare e spingere ad un nuovo acquisto, abbiamo preparato questa sequenza di occhiali che vengono dalle collezioni s/s 2018. Ce n’è per tutti i gusti, dalla funzionale mascherina sportiva a doppia lente di Moncler all’occhiale in acetato dalle sfumature particolari e dalle dimensioni oversize di DSquared2.
Prevale, osservando.i modelli che abbiamo scelto per voi, una forma più arrotondata, dal gusto retrò, ma senza eccessi. Forse non è tempo per le eccentricità, meglio essere ricordati per lo sguardo che sfoggiamo una volta tolti gli occhiali da sole, piuttosto che per una montatura troppo strana.
Eccovi le nostre proposte.

IL BEST OF DAL SALONE DEL MOBILE 2018

Allestimenti teatrali, prosceni domestici, la fotografia della “casa che tutti vorremmo”, i set d’arredo di questo Salone del Mobile 2018 hanno lasciato il segno.
Non a caso il risultato è più che positivo, arrivato alla sua 57a edizione, conta 434.509 presenze provenienti da 188 paesi, con un incremento del 17% rispetto all’edizione 2016.
Il Salone del Mobile si riconferma quindi leader di attrattiva commerciale e di rappresentanza dei valori e delle esigenze del mercato.

Qui abbiamo voluto raccogliere una parte delle aziende che hanno esposto al Salone del Mobile 2018, ecco il nostro BEST OF:

BADGLEY MISCHKA HOME
Madonna, Jennifer Lopez, Rihanna, Sharon Stone, Julia Roberts, Kate Winslet, Taylor Swift e Sara Jessica Parker hanno indossato i loro abiti nelle serate di gala e durante occasioni mondane, oggi il brand di moda Badgley Mischka veste le stanze di casa.

Dopo il grande successo che li ha visti nominati tra i 10 migliori designer americani da Vogue America, la coppia artistica Mark Badgley e James Mischka, si cimenta nelle loro passione dell’interior design, con una collezione presentata per la prima volta nel febbraio 2017 durante la New York Fashion Week ed ora all’evento di design che raccoglie addetti al settore di tutto il mondo: Il Salone del Mobile di Milano.

L’ispirazione è quella della Hollywood anni ’40, con 200 pezzi fatti a mano e destinati all’arredo di sale da pranzo, soggiorno e camere da letto, con oggetti decorativi quali sculture, candele, cornici di metallo lavorato, dalle forme essenziali e pulite.
Per la collezione Bagdley Mischka Home, i tessuti utilizzati vengono prodotti in America, per gli accessori invece è nata una partnership con PTM Images di Los Angeles, produttore leader di carte da parati e mobili, un matrimonio nato per consentire un livello qualitativo molto alto e soddisfare così i clienti più esigenti.

CITCO
Per il Salone del Mobile CITCO Privè ci porta in viaggio verso Cina, Cambogia, Indonesia, dove troviamo animali selvaggi e maestosi dragoni, intagliati rigorosamente su pregiati pezzi di marmo.

I colori sono vivi come quelli delle foreste, verdi accesi come le foglie e arancio brillanti come l’uccello del paradiso.
Nella serie “Saigon” CITCO omaggia le tradizioni dell’antica Cina, dove il dragone è simbolo di potere, di forza e buona fortuna. Dietro l’intaglio del drago, sono state apposte strisce di colore verde bianco e nero, linee accurate che lasciano spazi vuoti per far meglio risaltare la figura dell’animale.

All’India è dedicato il prestigioso pezzo del rinoceronte, animale spesso associato al mitologico unicorno per via del corno che sorge tra i suoi occhi. Questa gloriosa testa di rinoceronte è un incredibile esempio delle più avanzate tecniche di progettazione digitale. Progettato con un so ware parametrico e realizzato esclusivamente con macchinari a controllo numerico, questo pezzo vanta un design molto dettagliato.

SMANIA
Smania riconferma la sua presenza al Salone del Mobile con uno spazio dedicato al lusso senza tempo e presenta un ampio ventaglio di nuove proposte raffinate ed eleganti che interpretano al meglio la cultura artigianale aziendale. Per quest’anno l’architetto Massimo Iosa Ghini si fa portavoce SMANIA con una collezione completa e ricercata, espressione di passione e dedizione, l’unione tra tradizione e contemporaneità.

Nel caleidoscopico catalogo di Smania troviamo:

BELMOND, un divano modulare componibile in pelle e tessuto, con cuscini di grande formato riposizionabili;

EMBASSY, un’originale seduta dinamica ed accogliente, dalle superfici e dalla scocca interamente imbottite e dai braccioli con forma arcuata;

GRAND SOHO, un letto matrimoniale impreziosito dalla testiera imbottita in pelle, che coniuga il comfort quotidiano ad un aspetto morbido e avvolgente;

DALTON, un pouf imbottito dalle linee essenziali e dalle forme arrotondate, pensato come accessorio da abbinare al letto Grand Soho.

A completamento, la volontà di dare spazio a un’estetica accogliente e ricercata, con la collezione SMANIA outdoor firmata  Alessandro La Spada,  forme organiche, linee morbide e curve sinuose, ispirate ai profumi e alle sensazioni di meravigliosi giardini in fiore.

ALTAMODA ITALIA IN TOSCANA
Sono le meraviglie delle terre toscane, luogo di nascita del brand, che fanno capolino nella collezione ALTAMODA in questo Salone del Mobile 2018. Dalla camera da letto alla zona living, tutto il profumo dei fiori e degli aromi di una terra magica, i colori che ci regala, la sinuosità delle sue colline.
Arredare la casa a 360 gradi si può con ALTAMODA, che produce tendaggi con preziosi tessuti made in Italy, complementi d’arredo, lampadari, ma anche essenze e fragranze.

Allo stand E29 fino al 22 aprile, ALTAMODA sfoggia un kimono, simbolo di stile eleganza e grazia, come pezzo iconico della nuova collezione 2018.

VG CONCEPT & DESIGN BY LEA CHEN
Uno spazio le cui creazioni sono collocate come nelle tradizionali case cinesi, patria dell’architetto e interior designer Lea Chen.

Auspicio Dresser è una reinterpretazione di una cassettiera larga e bassa, tradizionalmente collocata al centro delle zone living posta di fronte al bang riscaldato, un tradizionale letto matrimoniale fatto di mattoni. Cassettiere che contenevano oggetti di uso quotidiano e talvolta includevano scomparti segreti per riporre oggetti di valore, lo abbiamo visto fare anche dalla nonna, che nascondeva soldi e gioielli all’interno di qualche mobile antico. Può essere utilizzato come mobile contenitore all’interno di un grande armadio o essere collocato in camera da letto; grazie alla sua dimensione può anche fungere da credenza in sale da pranzo o zone giorno.

Esiste un armadio che pare abbia mille occhi, compare spesso nelle scene dei film provenienti dal Sol Levante, sono ex mobili da farmacia, contenitori per centinaia di scatolette e prende il nome di Yaochu. Tutti i cassetti sono estraibili per porvi dentro in tutta comodità erbe ed ingredienti della medicina cinese. Oggi reinterpretato Royal Medicinal Cabine, ha uno stile raffinato e contemporaneo, i cassetti sono incorniciati da un top ed un supporto arrotondato in finitura oro lucido 24k, mentre i dettagli dei cassetti includono una finitura bicolore che separa l’esterno e l’interno, con pomelli in finitura oro lucido 24k che conferiscono eleganza all’intera struttura.

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BORGO PIGNANO, IL LUSSO DELL’AGRITURISMO

Quando si parla di agriturismo la mente corre a una cascina spartana dove gli ospiti vengono risvegliati alle 5 di mattina dal muggire delle mucche, dove le attività extra contemplano passeggiate nei campi, raccolta delle uova o riassetto delle stalle. Si fa quindi fatica ad associare una struttura come Borgo Pignano (in provincia di Pisa fra Volterra e San Gimignano) al concetto di agriturismo. È vero ci sono i campi dove vengono coltivati il grano, la frutta e la verdura che si ritrova in cucina ma l’atmosfera di stanze, suite e maisonette è quella di un boutique resort. Insomma un agriturismo 2.0. molto lontano dall’insediamento dei cavatori di pietra di Volterra etruschi che fondarono il borgo ma sicuramente elegante e raffinato come la villa signorile del XVIII secolo che sorse sulle rovine del villaggio.

Borgo Pignano

Oggi, la tenuta si estende per più di 300 ettari fra boschi incontaminati, panorami fiabeschi con stagni e laghetti, orti coltivati secondo regime biologico e biodinamico. Dopo quindici anni di importanti interventi di recupero, architettonico e paesaggistico, condotti seguendo rigorose tecniche di restauro conservativo, la villa è stata suddivisa in quattordici eleganti stanze e suite, alcune delle quali presentano affreschi originali, tutte con bagno privato in marmo e travertino.

Adiacente alla villa c’è la Canonica, ovvero “la casa del prete”, che presenta alcuni elementi originali del XIII, come la costruzione in pietra, le arcate e le colonne, i soffitti a volta, i pavimenti in terracotta e gli affreschi perfettamente restaurati. In alcune camere si ritrovano anche particolari della prima edificazione della chiesa romanica del borgo dedicata a San Bartolomeo Apostolo, che è ancora consacrata anche se non viene più usata per le celebrazioni che si svolgono invece nella vicina Volterra. Buona parte degli edifici del Borgo sono stati convertiti a spazi adibiti all’ospitalità. Così si può scegliere di dormire nelle maisonette ricavate dalle antiche stalle, o nelle camere ottenute dalle case dove abitavano i contadini o ancora dai locali del casale. Ogni maisonette è indipendente e dispone di balconcini o terrazze private, camere da letto con bagno en-suite e cucina completamente attrezzata. L’arredamento e le decorazioni sono curati nei dettagli, mantenendo lo stile rustico toscano. Il grande casale “La Fonte”, è perfetto anche per ospitare retreats di vario tipo (yoga, pittura, musica e cucina).

Una delle ultime novità è la SPA, un centro benessere dove i prodotti utilizzati sono totalmente biologici e creati appositamente dall’erborista del Borgo, Lisabetta Matteucci, esperta di piante officinali. Alla base di questi cosmetici ci sono le piante, aromatiche e officinali e gli ingredienti biologici prodotti nella tenuta. Il Borgo ha anche una propria galleria d’arte che ospita, oltre alle opere di artisti e scultori della zona, anche talenti emergenti nazionali e internazionali. Il Borgo infatti offre ospitalità a giovani artisti talentuosi, grazie al mecenatismo del proprietario sir Michael Moritz e alla collaborazione con la Royal Drawing School di Londra, fondata nel 2000 dal Principe Carlo d’Inghilterra.

Nell’ala ovest della villa c’è il ristorante Villa Pignano. Qui tutto esprime il concetto del “chilometro 0”. Non solo le pietanze, che lo chef Vincenzo Martella prepara utilizzando sole materie prime biologiche di stagione e provenienti dal territorio circostante, ma anche la mise en place vede protagonisti bicchieri e candelabri di cristallo, realizzati a Colle Val d’Elsa e portapane in alabastro di Volterra.

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“FUTURE IS NHOW”: IL FUTURO DEL DESIGN RACCONTATO DA NHOW MILANO

La Milano Design Week si è appena conclusa e, con lei, anche gli eventi aperti al pubblico del Fuorisalone, fra cui ricordiamo il percorso espositivo di design e arte contemporanei “Future is nhow”, organizzato dall’hotel nhow Milano, che è culminato ieri 22 aprile con un Unconventional Closing Party presso T35 e terrazza in zona Tortona.

Tanti sono stati i marchi di design, fashion e beauty che hanno partecipato all’evento e hanno presentato le loro creazioni. Tra i protagonisti, il team di 404 Tattoo Shop, che unisce l’arte orafa ai tatuaggi, alla ricerca di un segno che unisca, Muah bijoux, con un’installazione di prodotti divertenti e sorprendenti da toccare e condividere, Rebirth Italy, che non è una semplice linea di gioielli ma una collezione di design, di “sculture da indossare” ispirata alla Roma imperiale e all’Antico Egitto, Adolfo Chiesa con i suoi manufatti in legno lavorati a mano, Angelo Po con le sue attrezzature di cottura attente all’ambiente e al risparmio energetico, accanto ai mobili-scultura di B.M.A. Italian Contract & Furniture.

Innovazione è la parola-chiave anche di Boretti, che sviluppa un concetto di cucina moderno, in cui gli elettrodomestici diventano elementi di arredo e design. Gli oggetti di uso quotidiano sono l’ispirazione di Andrea Clessi, il designer fondatore di CLIQUE Rielaboratorio, che riutilizza, rielaborandoli, materiali come rame, legno, acciaio, pelle e vetro, che prendono una nuova vita. Il riciclo è alla base anche dei “Robottini Orfani” di Massimo Sirelli, assemblati con vecchie scatole di latta e vari oggetti di scarto. CREATIVE EL VISION di Elona Izrailova, invece, punta all’ottimizzazione, presentando elementi d’arredo e tessuti che si adattano a tutti gli spazi e che sono decorati e personalizzati a mano. Presente anche una mostra di Design Language, incentrata sull’identità culturale che si nasconde dietro a ogni oggetto e che invita ad accogliere e apprezzare la diversità.

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In tema beauty, il Dr. Hauschka presenta la propria cosmesi per il viso e per il corpo e una linea Make-up professionale completa, autenticamente naturale e di qualità biologica. Ancora design con Giardini Wallcoverings, il marchio leader mondiale nei rivestimenti murali tessili, a cui si aggiungono la squadra di INTENTIONS guidata da Francesco Piazza, che raccoglie diverse novità nel campo dei complementi d’arredo, MORELATO, con la propria Fondazione Aldo Morelato, che si identifica da sempre con la cultura e la ricerca progettuale, Pascale De Backer, le cui opere poetiche si trovano al confine tra arte e funzionalità, Queenlight, con i suoi pannelli retroilluminati a led dal design sottile ed elegante, che vedono la collaborazione di artisti internazionali e Roberta Cipriani, con le sue opere ispirate alla natura e realizzate con la creta. Infine, Karim Rashid ha portato il suo Karim Lounge, un ambiente caratterizzato da linee sinuose, motivi audaci, forme morbide e multifunzionalità. A rappresentare il mondo fashion c’era Irma Kennaway, che ha iniziato a creare anche tavolini e lampade ispirate al mondo dei gelati. Presente anche il tema food&beverage con il marchio Leffe, che ha dato la possibilità di degustare i suoi prodotti di punta, la Leffe Blonde e la nuovissima Leffe Ambrée, mentre Lenari Italia s.r.l. ha presentato il nuovo prodotto “Banco gelateria INSÙ”, una rivoluzionaria vetrina gelato che permette una lettura verticale del prodotto, ottimizzando lo spazio ed enfatizzando la comunicazione visiva.

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RZ STUDIO: L’HUB DEI GIOVANI TALENTI DI MODA

L’expertise dell’imprenditore e del team di professionisti che lo seguono offrono una stimolante visione del panorama moda.

Cosa rende un brand più interessante di un altro? Esaminando alcuni fattori, sicuramente è noto che una buona strategia di comunicazione può risultare vincente, se accompagnata dall’autenticità del manufatto. La cura maniacale da riservare all’immagine pubblicitaria è un’altra componente essenziale. Certamente, però, il fattore imprescindibile è l’idea alla base del prodotto. La moda 2.0 non può non tenere a mente tutti questi ingredienti speciali, che sono la ricetta alla base del successo. Considerando tutti questi elementi, l’art director Roberto Zampiero, classe 1984, grazie ad un lungimirante asset imprenditoriale e a un team di ottimi collaboratori, ha fondato RZ Studio. Le sue consulenze di stile a 360° rappresentano la solida base su cui new talent e marchi già affermati stanno realizzandosi professionalmente, grazie all’expertise dell’imprenditore, frutto di anni di lunga gavetta. Poi si sa, l’unione fa la forza: interessanti nomi del panorama moda nostrano, come il giovane influencer/PR Filippo Bologni, il trasgressivo fotografo Emanuele Ferrari e l’emergente Stella Bortoli, i quali collaborano con RZ Studio, hanno permesso al creativo di potersi costruire un’interessante reputazione. Il creativo e braccio destro di Roberto è Riccardo Comi: la sua collezione rappresenta la punta di diamante dello studio.

Abbiamo scambiato alcune domande con Roberto Zampiero in merito all’eleganza maschile.

La più grande idea che tu abbia mai avuto?
Questa è una domanda a cui al momento non trovo risposta. Sicuramente sono consapevole del fatto che tutte le idee che mi vengono in mente siano e possano diventare grandi progetti! Al momento Rz studio credo sia una grande idea d’innovazione nel nostro settore, ossia quella di mettere insieme persone valide per creare e portare a grandi successi brand emergenti che, probabilmente, con poca esperienza e mezzi limitati altrimenti farebbero molta fatica.

La tua sfida più grande?
La vivo tutte le mattine quando apro gli occhi. Mio nonno Nicolino, un grande uomo e imprenditore di successo, mi ha sempre insegnato che la sfida più importante la vivi con te stesso. Solo noi possiamo sapere quali sono e quanto sono grandi i nostri obiettivi, poi si tratta solamente di capire quanto siamo disposti a sacrificarci per raggiungerli.

Quali musicisti ci sono nella tua playlist?
Oasis, Nirvana e Blur mi accompagnano sin dalla mia infanzia, amo anche tutto quello che è il mondo disco e deep house. Negli ultimi anni Cesare Cremonini. Lo so, l’ultimo va un po’ in contrasto con gli altri generi espressi, ma dentro di me c’è comunque un po’ di sano romanticismo all’italiana.

Cos’è per te il lusso?
Avere il tempo da dedicare a te stesso e alle persone a cui vuoi bene e permetterti di viaggiare, non identifico il lusso con il denaro.

3 errori di stile imperdonabili?

  1. L’abuso di accostamenti di colore o fantasia: non tutti possono permetterselo! La maggior parte delle volte non si parla più di moda, ma di cattivo gusto e ostentazione forzata.
  2. Ostentare l’accostamento di loghi e firme!
  3. Per la donna le calze collant: se una donna ha delle belle gambe non vanno coperte!

Qualcuno che trovi veramente autentico tra le figure della moda contemporanea e perché?
Trovo autentico un designer che non segue le masse, ma che crea e mantiene una sua linea di stile nel tempo, Hedi Slimane e Phoebe Philo sono i miei preferiti in assoluto, se dovessi stilare una classifica al 3° posto rientra a pieno titolo anche Antony Vaccarello.

Il look per essere cool durante questa Primavera-Estate 2018.
Lo street wear è entrato prepotentemente nel fashion system di prima fascia quindi, camicia manica corte stile Prada, t-shirt irriverente Emanueleferraristudio, rain coat Balenciaga, pantalone cargo, tuta in acetato e immancabile sneakers anni ’90. Mio consiglio personale: l’utilizzo di colori non troppo sgargianti: semplicità e pulizia! Sarete sempre impeccabili!

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Photo by Stella Bortoli

Inside Ballantyne con Fabio Gatto

Oggi l’azienda scozzese fondata nel 1921 grazie alla guida di Fabio Gatto, si rinnova con nuovi progetti e aggiungendo nuovi intarsi figurativi e lavorazioni per creare spettacolari sfumature. Si rivisitano e decostruiscono i capi che hanno reso famoso Ballantyne come i pullover con intarsi a rombo fatti a mano, o quelli con lavorazioni e pattern iconici per il brand: aran, a treccia, tartan, fisherman. E nasce anche il Ballantyne Lab, un progetto di ricerca e sperimentazione che partendo dagli archivi storici propone capsule collection innovative, vendute in selezionati punti vendita. Ne parliamo con Fabio Gatto, designer e imprenditore visionario che ha saputo traghettare l’azienda verso nuove sfide e mercati.

FABIO GATTO
FABIO GATTO

Da stilista e imprenditore come sei riuscito a combinare queste due facce di un percorso anche molto diverso?
Diventi imprenditore dopo che questo lavoro inizi ad amarlo in maniera viscerale. Sono arrivato in Ballantyne per sistemare un po’ le cose e poi pensare al brand. Poi, come spesso è accaduto nel mio percorso professionale, il sentimento ha poi influenzato le mie scelte. Mi sono innamorato di questo marchio e davanti all’archivio ho capito quante persone hanno lavorato con sensibilità e lungimiranza. Ecco perche brand come Chanel o Hermes si affidavano per fare le loro maglie.

Non ho mai pensato all’aspetto solo economico e di business, ma a quello di dare nuovo lustro a questo brand, praticando delle strade diverse.

Tra Italia e Scozia come stai organizzando la filiera produttiva?
Agli inizi per recuperare credibilità il primo step è stato di tornare a produrre in in Italia, in modo da avere contatto diretto col prodotto e con la materia prima. Poi non abbiamo fatto solamente “l’operazione Italia”, ma abbiamo ripreso anche “l’operazione Scozia” dopo anni. Ci siamo approdati constatando che della Scozia, di quel periodo, è rimasto poco. Quando sono arrivato lì mi hanno detto: “Ma come? Lei vuole la maglia che lei ha nell’archivio? Ma non vuole il prodotto di Brunello Cucinelli? Perché noi facciamo la maglia di Cucinelli.” E mi sono detto “Ho sbagliato tutto.” Dunque è stato faticoso e adesso stiamo capendo che se vogliamo aumentare la produzione in Scozia (oggi è il 10%, la vorrei far diventare almeno un 30%) devo diventare assolutamente un partner e  dunque io devo essere lì con loro e coinvolto perché allora le cose si fanno come le vuoi tu, diversamente sei uno dei tanti clienti.

Come sei riuscito a rileggere in modo moderno un elemento così riconoscibile come il rombo?
Questo era un sacrosanto dovere, noi dovevamo pensare di interpretare il passato con nuove vestibilità e colori. Il progetto del Lab deve servire a questo, per raccontare in chiave attuale e sperimentale il passato. La collezione, non dico conservatrice, ma rassicurante c’è sempre ma il Lab deve servire a comunicare il nostro pensiero. Io spero che un giorno questi pezzi saranno nell’archivio per testimoniare questo importante momento di cambiamento.

Sul Lab pensi anche di coinvolgere dei designer emergenti?
Sicuramente ci sarà un grandissimo lavoro sul Lab e tantissime novità. Questo è solamente un inizio per capire il sentimento e avere un primo feedback. Per questo ho deciso che non più di 13-15 punti vendita avranno in vendita la collezione del Ballantyne Lab. Saranno limited edition perché prima di tutto è impensabile industrializzare questo prodotto realizzato in una sorta di atelier dove viene costruita questa capsule. Questo però non vuol dire che non potrà avere uno sviluppo, anzi questo mi ha dato la possibilità di muovermi liberamente per quanto riguarda tempi e modi. Non sarà forse rivoluzionario, ma di sicuro molto moderno per approccio e design.

Come vedi il fenomeno del retail online?
Sappiamo che oggi c’è una minore frequentazione dei negozi, però non possiamo secondo me abbandonare e spostarci tutti sull’online, perderemmo una parte di italianità. E quell’idea di negozio-bottega che solo in Italia abbiamo. Sarebbe come perdere il Colosseo… Dunque noi dovremmo fare di tutto per conservare i nostri negozi, e non è una cosa impossibile, anche perché se tu analizzi, l’online è una cosa molto più fredda: tu clicchi, fai il tuo ordine, ti arriva, te lo guardi, capisci se piace o non. Vuoi mettere il calore di entrare in un negozio e trovare persone competenti che capiscono quello di cui tu hai bisogno, anche fosse il desiderio, mentre acquisti una maglia, di raccontare che ieri sei andato a vedere una mostra. È un aspetto da non trascurare, i negozi devono servire anche a questo. Io sto lavorando su questo anche per il nuovo e-shop di Ballantyne in modo da renderlo più accogliente se virtuale.

Cosa pensi di questa esplosione di Instagram come social media?
Penso che è un frutto di questi momenti, che non va demonizzato, anzi cerchiamo di estrapolarne il buono. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno rispetto al mezzo vuoto. Non è qualcosa che si può fare part-time, senza un pensiero, come l’online. Prima era sufficiente fare la foto e chi la indossava poteva essere banale, e solitamente lo era, il fotografo doveva fare una foto tecnica. Oggi secondo dobbiamo entrare nella sfera più emozionale.

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Prossime sfide e progetti?
Sicuramente la Ballantyne Lab è una sfida e un progetto, insieme a tutta la nuova parte accessori che ci sta regalando grandi soddisfazioni ed è andata subito in sold-out. È incredibile. Il mondo degli accessori deve essere ancora sviluppato bene perché è molto interessante e molto promettente.


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COACHELLA TIME. Il visual diary del festival e alcuni suggerimenti tra stile, arte e nightlife

Deserto, vento caldo, mi sporgo al finestrino osservando quelle strade piene di macchine che vanno in un’unica direzione, nella testa una canzone ‘ on the stero listen as we go, nothing’s gonna stop me now, California here we come, right back where we started from’.

Ecco un altro sogno della mia adolescenza realizzarsi, ecco la strada verso il Coachella.

Tra i festival musicali più noti è sicuramente l’esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita.

Un’esperienza da vivere a pieno, tra gente da tutto il mondo, colori e tanto altro.

Ecco i miei cinque tips su cosa osservare se anche voi siete in viaggio verso Palm Springs:

  • MUSIC: il Coachella offre numerosi show accontentando i gusti musicali di tutti. È divertente spostarsi tra i vari stage e vedere come la musica unisce persone così diverse tra loro. Unico accorgimento, se vuoi stare in front row, indirizzati allo stage trenta minuti prima dello show.
Nella foto @katyschaef
  • COOL PEOPLE: è veramente divertente osservare i look della gente attorno a te, la cura e lo studio dello styling per vivere un’esperienza all’insegna dei colori. Un suggerimento di stile all’insegna della praticità: indossate un look a strati e portate con voi una felpa, di sera fa freddo nel deserto.
 
  • FOOD: il festival offre differenti postazioni food e beverage, cercando di accontentare le abitudini alimentari di tutti. Troverete dal classico junk food, alle healthy bowls, veggie food e persino plant based. Munitevi di una mappa del festival per individuare immediatamente il posto che fa per voi.
 
  • ART: ogni anno numerose installazioni artistiche fanno da scenario al festival. Per questa edizione ospite anche l’artista italiano Edoardo Tresoldi con ETHEREA. Il mio consiglio è di  osservarle al calar del sole, di notte c’è un’atmosfera magica.
Nella foto @valentinasiragusa al party di @iceberg
  • PARTY: come in ogni occasione che si rispetti, anche durante il Coachella sono numerosi i pool party organizzati dai brand moda. Attivate i vostri pr-radar per assicurarvi l’accesso e vivere a pieno l’esperienza dello spring-break, non scordate la protezione solare!

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AN ITALIAN CHAMPION: SWIMMER LUCA DOTTO

Photographer Alisson Marks
Stylist 3
Stylist assistant Cristina Florence Galati and Emanuela Cinti
Grooming Gianluca Casu
Read the interview by Federico Poletti on manintonw.com
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Il bello del nuoto: a tu per tu con Luca Dotto

Non solo un campione di stile libero con una profondo amore per il mare, ma anche un modello realmente appassionato di moda e social media, come dimostrano le sue collaborazioni con brand come Armani e Baume & Mercier. Classe 1990, orgogliosamente veneto (nato a Camposampiero in provincia di Padova ma di base a Roma), Luca si sta preparando per difendere a maggio il suo primato europeo a Glasgow.  Lo abbiamo incontrato sul set del nostro servizio curato da 3.

Quando hai sentito saresti diventato un nuotatore?
Ho capito sin dalle elementari che volevo fare il nuotatore e rappresentare l’Italia in giro per il mondo. Anche se da piccolo non ero così bravo rispetto ai miei compagni, ma sentivo che quella sarebbe stata la mia strada

Quale la figura che ti ha ispirato?
Un grande maestro è mio padre, che è l’uomo che ammiro più di tutti e invidio (in senso buono, ride) perché è capace di fare tutto, ed è un uomo molto pratico. Per me è un esempio di onestà  e mi ha davvero ispirato e incoraggiato molto.

Come hai scoperto la tua inclinazione per lo stile libero?
Quando ero più giovane avevo iniziato con le gare a dorso e non riuscivo mai a vincere. Poi per caso un anno, nel 2005,  ho partecipato a una gara di 50 stile libero e ho vinto subito. Da lì ho capito che stavo sbagliando tutto e ho iniziato un nuovo percorso.

Raccontami delle tue passioni…
Amo moltissimo viaggiare e ascolto sempre musica con le cuffie perennemente addosso. Sono un fan di Spotify e mi piace scegliere una colonna musicale adatta a miei viaggi. Sin da piccolo seguo la musica rap e in particolare 2Pac (rapper americano e attore Tupac Amaru Shakur ndr). Ultimamente ascolto molto Post Malone con brani come Congratulations e Psycho. Mi piace molto anche leggere le storie di intrighi di Dan Brown o libri molto specialistici sul mare che parlano di archeologia marina.

Documenti i tuoi viaggi su Instagram?
Sono una persona molto social e amo postare le foto dei miei viaggi e dei miei allenamenti sul mio account @dottolck

Raccontami del tuo ultimo viaggio
Il mio ultimo viaggio è stato Turks e Caicos, un arcipelago corallino nelle isole caraibiche con la mia fidanzata. Un’esperienza incredibile, avevo casa di fronte all’Oceano e ho fatto escursioni in bicicletta in mezzo alla natura incontaminata tra grandi barbecue al tramonto.

Quale dei diversi luoghi ti ha maggiormente colpito?
Due i posti che mi hanno davvero impressionato: il deserto di Abu Dhabi e le spiaggia deserte delle Bahamas, dove riesci a dimenticarti della nostra vita frenetica.

Cosa non manca mai nella tua valigia? E un tuo consiglio per chi viaggia.
Non mancano mai i costumi di Arena! Perché se non viaggio per nuoto, viaggio per andare al mare! E poi la macchina fotografica perché amo documentare i miei viaggi. Per essere sempre comodi con stile porto sempre un Jeans, una camicia bianca e un maglioncino. Un passe-partout che consiglio sempre.

Come nata la collaborazione con la moda?
E’ nata per caso con le Olimpiadi di Londra nel 2012. Armani, che era sponsor, aveva selezionato degli atleti per rappresentare il brand. Mi hanno notato dopo i primi shooting e poi proposto di collaborare sulla linea underwear, per gli occhiali e per il profumo Acqua di Giò. Grazie a questa esperienza ho avuto la fortuna di conoscere un mondo molto diverso dallo sport di cui spesso non si capisce tutto il lavoro che è dietro le quinte.

Le prossime sfide?
Mi sto preparando per gli europei che si terranno a Glasgow a metà agosto dove devo difendere il titolo europeo dei 100 stile. Quindi sono molto concentrato per raggiungere questo obiettivo, oltre a quello di migliorare continuamente me stesso per sfidare i limiti. Questa è la parte più importante del mio lavoro, che è poi la mia vera passione.

Discover the editorial by StefanoGuerrini, shot by Alisson Marks on manintown.com

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Il futuro del living secondo Buro Belen alla Milano Design week

Il design tangibile del futuro, interpretato dal duo di Buro Belén, formato dalle olandesi Brecht e Lenneke, è esposto ad Alcova, la nuova location in zona NoLo a Milano, durante la Design Week.  Le due donne, che si sono conosciute nella prestigiosa Accademia di Eindhoven, sono affascinate dall’utilizzo innovativo dei materiali e cercano un approccio intuitivo, emozionale e sensuale che sfocia in manufatti non convenzionali. Quest’anno presentano il progetto SUN + dedicato al sole, raccontando, attraverso abiti leggiadri, parasoli, paraventi e copricapi, come sfruttare l’influsso benefico del sole senza incorrere nei danni causati dalla sovraesposizione. Le loro creazioni sono state progettate tramite l’utilizzo delle più moderne tecnologie, in modo da ridurre gli effetti negativi del sole sulla pelle e l’inquinamento legato all’uso delle creme da sole tradizionali. In occasione dell’evento di inaugurazione, che si terrà il 19 Aprile 2018 dalle 18 alle 20, Mama Vodka ha ideato un cocktail speciale tutto in rosa, chiamato Mama Vodka Pink Sun.

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Le identità creative di Superdesign Show. È di scena: Only The Best

A Milano, è risaputo, vengono fuori mode con più frequenza di uno spot pubblicitario, ma ci sono eventi e luoghi che sono sempre presenti nell’immaginario collettivo, perché sanno essere precursori e innovatori ogni qualvolta vanno in scena. Nella babele creativa del Fuori Salone, dove tutti vogliono far sentire la loro voce spicca, come di consueto, il Superstudio Più di Tortona 27, con il progetto Superdesign Show che, a questa edizione, si avvale della direzione artistica di Giulio Cappellini. Anche quest’anno Gisella Borioli, cuore e anima della manifestazione, lancia il suo manifesto programmatico: Only The Best, ideato e costruito attorno ai grandi nomi del design, ai progetti innovativi, alle tendenze del lifestyle e alle soluzioni tecnologiche che ci aiutano a vivere meglio. Quattro grandi identità creative partono da Superstudio Più per allargarsi ai confini del mondo: la mostra di Nendo – tra i più importanti studi di design – Dassault Systèmes con Kengo Kuma, all’insegna dell’alta tecnologia e della sostenibilità; l’esposizione Smart City e il Superloft, con i top brand del design italiano.

Da Nendo ci si aspetta sempre qualcosa di spettacolare e, anche stavolta, lo studio giapponese non delude le attese, portando in Tortona 27 un labirinto misterioso, con 10 concept basati sull’idea del movimento per condurre i visitatori in un avvincente viaggio nel cuore della creatività.

Kengo Kuma realizza un progetto esperenziale per Dassault Systèmes, nell’ambito della mostra Design in the Age of Experience, ideata per proporre soluzioni fattive al problema dell’inquinamento dell’aria.

Smart City: Materials, Technologies & Peoples invita a riflettere sul tema delle città intelligenti, proponendo soluzioni materiche innovative e tecnologie applicate ai cambiamenti attuali.

Superloft: più reale che immaginaria l’abitazione creata da Cappellini, raccoglie al suo interno il non plus ultra del design made in Italy. Brand iconici e maestri artigiani concorrono a delineare le stanze di questa ipotetica casa dove la creatività è protagonista in ogni stanza. Da Barovier & Toso, a Piero Lissoni, da Alessandro Mendini a Fontanot, Da Ron Arad a Tom Dixon, Superloft è un concentrato di visioni contemporanee che hanno come oggetto il living.

Se Calvino diceva che, «la fantasia è come la marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane», qui c’è da farne scorpacciata.

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La storia di Polaroid Eyewear raccontata dalla collezione Heritage

Gli occhiali Polaroid Eyewear che hanno fatto la storia grazie all’invenzione delle lenti polarizzate, sono omaggiati dal progetto Heritage, che comprende diverse capsule collection con lo scopo di raccontare la storia del brand dagli anni ’30 a oggi. Grazie al filtro polarizzante ideato da Edwin Land, è stato possibile proiettare il primo film commerciale in 3D nel 1939, in occasione dell’esposizione internazionale World Fair di New York, ed è stato proprio il marchio Polaroid Eyewear a produrre le prime mascherine che permettevano di vedere l’innovativo genere cinematografico. Proprio da questi modelli trae ispirazione la collezione Heritage, con un ritorno del clip-on, rivisitato in chiave contemporanea, su nuovi modelli acetati dalla forma rettangolare e disponibili in tre colorazioni: bianco, nero e rosso. Nella parte frontale la scritta “Press” indica il punto dove bisognava premere per applicare la mascherina ed è ancora visibile il dettaglio in metallo che serviva a sostenerla. Completano la collezioni i modelli in metallo, che rappresentano un’evoluzione del clip-on, con forma pilot e quadrata e quelli in acetato dallo stile easy to wear, nella versione con montatura rotonda e quadrata. Inoltre tutte le lenti della collezione Heritage sono UltraSight™, per offrire una visione perfetta: eliminano il riflesso, aumentano il contrasto, riducono l’affaticamento della vista e proteggono al 100% dai raggi UV. Cinque sono i modelli iconici dal gusto artigianale che celebrano e ripercorrono ottanta anni di storia rivoluzionaria, come lo sguardo dell’inventore del brand, le cui scoperte ancora oggi sono centrali nelle moderne tecnologie della polarizzazione, dalle lenti fotografiche agli schermi.

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MILAN ART WEEK 2018: A BALANCING ACT

Fra uno scroscio improvviso e uno spiraglio di luce abbagliante Milano è elettrizzata per l’arrivo della sua stagione più amata, la lunga e attesa kermesse primaverile della creatività, che inizia con la fiera d’arte moderna e contemporanea MIART e prosegue, poi, con il Salone del Mobile

Milano si sveglia in questi giorni più aperta che mai a nuove idee e nuovi progetti culturali, che invadono letteralmente la città, in tutti i suoi molti poli culturali. Tutti sono invitati a prendere parte a questo “banchetto” della cultura, non soltanto i Vip stranieri e nostrani. Tanti i progetti di arte pubblica offerti da mecenati come la Fondazione Trussardi che, dal 12 al 15 aprile, invita l’artista inglese Jeremy Deller – già vincitore del Turner Prize nel 2004 – a portare nel cuore del parco delle sculture di CityLife il gigantesco gonfiabile Sacrilege, che ricostruisce in scala 1:1 il sito archeologico di Stonehenge. Poco più in là, nei padiglioni di Fieracity, è protagonista assoluta invece la fiera MIART, diretta da Alessandro Rabottini che con grande maestria armonizza le sette sezioni della fiera con i suoi 184 espositori provenienti da 20 Paesi, spaziando dal contemporaneo al moderno.

 

Da non perdere le sezioni Emergent, a cura di Attilia Fattori Franchini e Generations, a cura di Lorenzo Benedetti. Quest’anno, fra i moltissimi progetti da segnalare in città, seguendo un asse nord-sud, la retrospettiva dell’artista americano Matt Mullican all’Hangar Bicocca. The Feeling of Things, a cura di Roberta Tenconi è la più grande mostra personale mai realizzata da Mullican, che ha concepito l’imponente struttura scultorea sulla forma delle sue iconiche cosmologie in cinque colori, occupando quasi completamente i 5mila metri quadrati dello spazio espositivo delle Navate dell’Hangar. In via Solferino invece, presso lo show-room Missoni, viene presentata al pubblico, dal 13 al 22 Aprile, l’installazione site-specific dell’artista Rachel Hayes a cura di Mariuccia Casadio. E per finire, per chi ancora non avesse avuto modo di vederla, imperdibile la mostra alla Fondazione Prada Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943, una riflessione del critico Germano Celant sull’arte in Italia, tra prima e seconda guerra mondiale.

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Primi step verso il mare

Pronti a salutare inverno e freddo, il pensiero vola direttamente alle calde giornate primaverili, che ci condurranno dritti verso l’estate. Con il primo sole sarà impossibile resistere a una piccola fuga al mare, per assaporare la brezza frizzante e affondare i piedi nella sabbia tiepida e accogliente.Come ogni anno, però, i professionisti del bagnasciuga potranno inaugurare la stagione con i must have del momento. Cosa portare con noi, quindi? Ecco una serie di proposte per iniziare in bellezza i nostri weekend fuori porta:

La borsa
Partiamo proprio dalla borsa da spiaggia con Vilebrequin che ci propone borsoni super colorati in tinta unita 100% cotone, che si possono arrotolare per ottimizzare al massimo lo spazio, una volta riposti. Una soluzione ancora più leggera è invece la sacca di ispirazione training di Nike, minimal, ma capiente.

ll costume
Per gli amanti del modello a pantaloncino, Safe Milano ci sorprende con una collezione dai colori semplici e vibranti, stampe divertenti con animali o decorazioni glamour. Immancabile la zip pocket, tocco di classe del brand. Questa tasca semplice, ma sofisticata risulta molto pratica in spiaggia e utile durante le nostre giornate estive. A completare il tutto possiamo abbinare il nostro costume con la beach towel coordinata o optando per un’altra divertente fantasia, per non passare mai inosservati.

La crema solare
Altro elemento che non può mancare è la crema, soprattutto quando iniziamo a scoprire la pelle dopo l’inverno. Per questo è meglio optare per le alte protezioni, come le nuove lozioni solari viso/corpo con spf 30 o 50 di Shiseido. La protezione elevata si potenzia a contatto con acqua e traspirazione. È stata riformulata per essere completamente invisibile su qualunque carnagione. Dimenticatevi, quindi, le tanto odiate patine bianche.

Specifico per la pelle maschile invece c’è GENTLEMEN, una Limited Edition Intense di Australian Gold, con Miscela di Caviale. Un cosmetico solare lussuoso, che dona un colore intenso per una formulazione anti-age.

Gli occhiali
Ultimi, ma non meno importanti, ci proteggono dai raggi solari e conferiscono quel twist in più al nostro look, come i Superthin Metal di Italia Independent, caratterizzati da un design minimal, ma ricco di dettagli. Le montature sono in metallo super sottile, impreziosite dal logo realizzato in alto rilievo all-over lungo il profilo frontale; i frame a monoblocco permettono un facile inserimento delle lenti, mentre i naselli in ceramica garantiscono comfort prolungato. Le aste sono in metallo con logo forato.

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THE INSIDERS: CASTELLO DEL NERO

Un fine settimana nelle campagne fiorentine è la migliore soluzione per fare rifornimento di energia. Giochi di olivi chiari e di cipressi scuri accolgono la vista in un concetto di bellezza rigorosa, tra antico e moderno.

Il Chianti, tra vigneti e tradizione è la zona perfetta per rigenerarsi. Questo luogo situato tra Firenze e Siena ha il fascino della vacanza bucolica a pochi passi dal rinascimento. Al centro di esso sorge il Castello del Nero Hotel & Spa, aristocratica residenza di campagna del XII secolo, un hotel dal lusso discreto, perfetto per un soggiorno romantico, un tour eno-gastronomico o una ricorrenza speciale.

Circondato da 300 ettari di colline è considerato il primo hotel ad offrire un’esclusiva “destination Spa” con massaggi all’olio di oliva e trattamenti personalizzati oltre a poter vantare un ristorante One Star Michelin.

All’interno del Castello del Nero Hotel & Spa tutto parla di storia: arredi, affeschi, stemmi araldici e levrieri rampanti, simbolo della famiglia che lo costruì.

All’esterno, invece, la campagna toscana, forte e dolce insieme.

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LO STILE VINCENTE DELLA SCUDERIA FERRARI COLLECTION FW18

Il rosso fiammante, insieme al giallo e al nero, sono diventati sinonimo di lusso, stile e velocità. I colori iconici della Ferrari ispirano la nuova collezione autunno/inverno 2018 di Scuderia Ferrari, e si declinano in proposte trasversali, ideate per un casualwear pensato per i più appassionati, per il tempo libero e per lo sport. I cultori dei valori della F1 possono riconoscersi nei motivi grafici come le stampe a freccia, i dettagli Icon Tape e gli inserti a contrasto che, insieme al colore rosso della monoposto, il nero e il giallo dello Scudetto della Scuderia Ferrari, caratterizzano capi spalla, giacche e T-shirt, che coniugano comodità e stile distintivo. Mood metropolitano, invece, per il tempo libero, in cui lo stile si fa più casual e rilassato, senza mai perdere l’attenzione al dettaglio. I materiali performanti si adattano a una vita dinamica e sono funzionali anche nelle stagioni più rigide. In questo caso, elementi cromatici forti nelle tinte del blu e del rosso sono attenuati da altri più neutri come il nero e il grigio.
Infine, per i workout indoor e outdoor, la Scuderia Ferrari Collection ha pensato a tessuti tecnici e innovativi altamente performanti che accompagnano prestazioni di ottimo livello durante l’allenamento. Leggerezza e resistenza, flessibilità e traspirabilità contraddistinguono look dinamici e confortevoli. Completano la collezione gli accessori, ispirati allo stile dei leggendari piloti del passato, con tonalità più calde e neutre.

Non solo stile, ma una vera esperienza, come racconta il nostro inviato Frank Gallucci: “La 24 ore con Ferrari inizia romanticamente e si chiude in maniera roboante…La dimora notturna, se così si può chiamare con una certa blasfemia, è ubicata nella splendida cornice dei colli fiorentini in prossimità del Mugello dove affreschi, verde rigoglioso e un silenzio assordante la fanno da padrone. Padroni del Mugello per una notte: ad attenderci troviamo il team Ferrari, che dopo aver fatto gli onori di casa, ci mostra la nuova collezione firmata dal cavallino rampante. Una collezione fresca, che strizza poco l’occhio alla moda, ma che arriva dritta al cuore dell’appassionato Ferrari”.

 

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La personalizzazione è al primo posto da Zalando. Alle startup: «Non abbiate paura di commettere errori»

Come fare business digitalizzato in modo innovativo? Zalando è una di quelle aziende che, oggi, ci riesce benissimo. Primo sul fronte numeri, grazie a un 2017 archiviato in corsa a doppia cifra a oltre 4,4 miliardi di euro di fatturato, secondo grazie a una rosa di consumatori attivi, che hanno superato i 23 milioni. Al centro della sua strategia, l’e-tailer tedesco basato a Berlino mette proprio il cliente, lavorando su una customer experience personalizzata a tutti gli effetti. A raccontarla a MANINTOWN è Alessandro Pantina, Senior brand manager South Europe della società, con uno sguardo verso il futuro e qualche consiglio alla new generation di talenti.

Cosa significa fare innovazione nell’online per Zalando?
Mantenersi in movimento, ripensare lo status quo ed esplorare nuove opportunità e modalità. Siamo nati nel 2008 come sito di e-commerce e, nel 2015, abbiamo annunciato la nostra platform strategy. Da allora abbiamo ampliato significativamente il nostro business: permettiamo ai clienti di acquistare prodotti sulla piattaforma e offriamo servizi, prodotti e soluzioni a brand, retailer o fashion stylist. L’obiettivo di questa strategia è connettere tutti i player del settore fashion.

Quale è la vostra chiave di successo?
L’identificazione nei nostri clienti, capire cosa vogliono e di cosa hanno bisogno.

Nel corso degli ultimi anni quali sono state le iniziative più di rilievo?
La svolta è arrivata nel 2014, dopo una visita di Robert Gentz, ceo e co-founder del gruppo, in Cina. Le potenzialità e i progressi delle piattaforme cinesi ci hanno dato l’ispirazione per passare al livello successivo. Tra gli esempi più recenti, lo scorso mese abbiamo lanciato il progetto gax-system, che prevede l’integrazione di piccoli retailer indipendenti nella nostra piattaforma. In questo modo hanno la possibilità di digitalizzare il loro business e spedire i prodotti ai clienti di Zalando, in Germania. Per chi, invece, dispone già di un’infrastruttura tecnologica, può beneficiare di una maggiore integrazione e vendere i prodotti sul nostro Fashion store, attraverso il Partner program.

Come può oggi rinnovarsi la moda in rete?
Personalizzazione, sostenibilità e tecnologie d’integrazione sono la chiave per innovare e crescere nell’industria fashion. L’innovazione, però, non si limita solo alla moda, è piuttosto un atteggiamento generale. Il nostro focus al momento è rendere la customer experience personale, e lo stiamo facendo con un team di 600 persone.

Quali saranno i vostri prossimi obiettivi?
Vogliamo continuare a innovare l’industria del fashion e creare una nuova esperienza per i nostri clienti. Stiamo lavorando a nuovi servizi di consegna, all’ampliamento dell’assortimento e a ulteriori collaborazioni con i brand. Il nostro focus sarà sulla profittabilità.

Ha qualche consiglio da dare ai giovani startupper e alle nuove imprese?
Non abbiate paura di commettere errori.

Qual è, secondo lei, l’errore più frequente delle aziende che cercano di fare business in rete?
L’incertezza è un errore che può compromettere le aziende, che operano sia online sia offline. È importante sapere quando è necessario essere coraggiosi e audaci, ma anche quando il momento in cui è meglio mettere da parte un progetto.

Quali sono oggi i siti di e-commerce più competitivi?
Le aziende che mettono il cliente al centro e sanno veramente cosa vuole, sono quelle che hanno più successo. Pensiamo a Spotify: sulla piattaforma posso cercare e selezionare ciò che mi piace e ciò di cui ho bisogno. Allo stesso tempo la società apprende le mie preferenze e mi fa delle proposte, permettendomi di scoprire nuovi artisti o canzoni.

Ci può dare anche un consiglio di stile?
La cosa più importante è sentirsi sicuri di sé e a proprio agio in ciò che s’indossa. Se una persona lo è, avrà sicuramente successo.

Quali sono gli account che segue maggiormente su Instagram?
Sono soprattutto legati a fashion, in particolare le principali testate, food e ristoranti. Seguo anche quelli dedicati allo sport, soprattutto a tema arrampicata e corsa.

Ci può raccontare due momenti speciali che ha scattato e postato su Instagram?
Nel primo scatto sono al Treptower Park, un momento importante perché il team building e la condivisione di esperienze con i colleghi sono aspetti che danno un valore aggiunto al capitale umano dell’azienda. Nel secondo, invece, mi trovo sulla Rainbow Mountain… la perfezione della natura qualche volta supera quella dell’uomo e le esplorazioni rendono gli spiriti più liberi.

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ALBERT WATSON E BLUMARINE. IN MOSTRA A CARPI LE STORICHE CAMPAGNE DEL MARCHIO SCATTATE DAL FOTOGRAFO SCOZZESE

Dal 7 aprile al 17 giugno i Musei di Palazzo dei Pio ospitano Fashion, Portraits & Landscapes, circa cento stampe originali in bianco e nero, fotocolor e look book che raccontano l’idillio creativo tra Blumarine e Albert Watson.

«In tanti anni che ci conosciamo, Anna Molinari è sempre stata glamorous. Sono sicuro che se anche la svegliassi alle tre di notte, riuscirebbe a essere meravigliosa e a non rinunciare ai tacchi alti». Albert Watson, fotografo scozzese tra i più amati e significativi, e Anna Molinari, fondatrice di Blumarine, se la chiacchierano da vecchi amici poco prima della presentazione ufficiale di Fashion, Portraits & Landscapes, la mostra organizzata a Carpi per raccontare le dodici campagne realizzate tra il 1987 e il 1992 da Watson per la maison guidata dal figlio di Anna, Gianguido Tarabini.
Dal 7 aprile al 17 giugno i Musei di Palazzo dei Pio ospitano un centinaio di immagini, per lo più originali in bianco e nero, stampati da Watson in persona in camera oscura, accompagnati da fotocolor e look book d’epoca che riportano d’un balzo i visitatori a quell’epoca gloriosa in cui la moda amava scommettere sulla creatività a briglia sciolta.

L’allestimento, ricco e compatto, merita la visita per come Watson riesce a costruire un legame consistente tra gli abiti, le modelle e l’ambiente che le circonda. Un intreccio che esula dalla pura fotografia fashion, per trasformarsi in un universo a tutto tondo, affascinante anche per chi di moda non è esperto.
L’exhibition è il naturale proseguimento dell’appuntamento di due anni fa quando, sempre a Carpi, era stato rivissuto il sodalizio tra Blumarine ed Helmut Newton, nel periodo compreso tra il 1993 e il 1999. «Siamo stati felici di esplorare il dialogo avuto a suo tempo con Newton», ha spiegato Molinari, «ma tra tutti, Albert è stato quello che meglio ha interpretato l’essenza del nostro marchio, fatto di romanticismo, seduzione e femminilità. È stata mia figlia Rossella Tarabini, ai tempi referente di Watson per le nostre produzioni, a lanciare l’idea di aprire l’archivio aziendale. Riprendere in mano queste stampe e rivederle tutte insieme per noi è stato molto emozionante».
La stilista ha poi ricordato alcuni momenti particolari vissuti sui vari set. «Abbiamo scattato a Los Angeles, in Scozia, Las Vegas, Londra, New Mexico, San Francisco, Napoli, Miami, New Orleans e Watson sapeva sempre creare una relazione tra i luoghi e la nostra moda. Quanto alle modelle, abbiamo avuto alcune tra le donne più spettacolari di quell’epoca, da Cindy Crawford a Nadja Auermann, Helena Christensen, Michaela Bercu, Naomi Campbell e Carré Otis. Queste ultime due le scattammo insieme a Venezia ed erano caratteri totalmente diversi. Naomi, in ritardo cronico e con qualche capriccio. Carré dolcissima e sempre pronta a mettersi in gioco sul set. Al tempo era ancora legata a Mickey Rourke, che ogni giorno le faceva recapitare una corona di fiori accompagnata da un biglietto in cui minacciava di ucciderla, una volta rientrata a casa. Lei era molto turbata, ma Watson la rassicurava e la faceva sentire protetta: è sempre stato un vero gentiluomo».

Watson dal canto suo, ha sottolineato la libertà d’azione garantitagli dal brand. «Nessuna di queste foto è stata sottoposta a post-produzione. All’epoca non c’era il foto ritocco, bisognava ottenere l’effetto desiderato direttamente sul set e Anna si fidava completamente di me, senza mai pormi vincoli o limiti. Certo sono immagini forti, di grande carattere, una caratteristica sempre meno presente nella fotografia contemporanea, ma sono sempre state costruite rispettando sia le modelle e sia gli abiti. Penso, ad esempio a certi scatti con le gambe aperte: per me non erano atteggiamenti provocatori, ma semplici stratagemmi per tracciare linee grafiche nella  composizione dello scatto. Soprattutto, non ho mai imposto a una modella una posa, le ho sempre proposto l’idea, cercando di capire se si sentiva a suo agio».

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Shades of blue

Il blu è protagonista di questo nuovo editoriale scattato da Marco Conte. Declinato in molti modi, ma sempre in rapporto ad un trend che sembra non perdere di smalto stagione dopo stagione: i microprints. Il must di stagione sarà mescolare tonalità di blu e disegni stampati, ma sempre con sobrietà.

Riscoprire i grandi classici: per questa primavera vi consigliamo i macro-checks.

Il completo più divertente? A quadrettini e con il micro-bomber al posto della giacca.

La giacca bianca solo se indossata su una camicia dai microprints floreali.

Giocate con le tonalità di blu!

Una sciarpa dai disegni allegri e colorati è sempre un’ottima idea per le serate primaverili.

Il bomber da indossare sul completo, ma i colori sono rigorosamente a contrasto.

 

Photographer: Marco Conte
Stylist: 3
Model: Matthew Williams @Urban Models Milano

Stylist assistants: Cristina Florence Galati, Carmen Anna Romano
Grooming: Matteo Bartolini @freelanceagency

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Maestri di Cerimonia

Per un certo periodo il paradigma del menswear ha oscillato tra il classico, il casual e l’urban. La continua ricerca di una nuova tendenza non si è attenuata, i brand di lusso, un tempo associati a outfit classici, si sono buttati nel mondo del casual, e persino i brand street wear sono caduti nella tentazione di far salire di fascia le proprie collezioni. Questi brand stanno esplorando nuovi territori e spesso creano pezzi interessanti, tuttavia, alcuni nuovissime realtà hanno deciso di attenersi alle proprie capacità, e di concentrarsi sull’essere tra i migliori nel proprio campo.

Sciamát, Ambrosi, e John Sheep si sono silenziosamente imposti come maison da osservare per la loro creatività e da cui imparare per la loro maestria.

In relativamente poco tempo, Valentino e Nicola Ricci fondano Sciamát nel 2002 nella loro città, Bitonto, emergendo, come uno dei maestri capaci di trasforma i tessuti in opere d’arte. Anche avere diverse filosofie non é abbastanza per differenziarsi da brand simili, e Valentino Ricci, forza creativa di Sciamát, sulla base di questo ha iniziato a ridisegnare la forma base dell’abito per creare qualcosa che sembrasse una seconda pelle. Mentre molti possono pretendere di creare qualcosa di artistico, pochi possono esprimerlo al meglio attraverso i propri prodotti come Sciamát.

Ambrosi, situato nel cuore del quartiere spagnolo di Napoli, gestisce un negozio di pantaloni che abbraccia due generazioni, creando un prodotto, eccellente per dettagli, artigianalità, e il perfetto fit; Salvatore Ambrosi, il figlio, ha esteso il suo raggio nel resto del mondo, viaggiando costantemente tra New York, Hong Kong, e varie mete durante l’anno. Salvatore ha trovato un modo per spostare i riflettori dalle giacche, felpe, magliette per puntare l’attenzione sui pantaloni. Comfort ed eleganza sono il risultato del lavoro di padre e figlio, mentre la tradizione e il carattere irriverente di Napoli fanno di Ambrosi un nome per un pubblico selezionato.

John Sheep è una inaspettata perla che, con estrema facilità, unisce diversi mondi. Questo marchio di blazer nel distretto artigianale di Martina Franca, produce giacche da navigazione/vela che congiungono lo stile dell’Ivy college con il lato raffinato del Sud Italia. Specializzatosi nelle giacche a maglia sfoderate, John Sheep ha accuratamente esplorato quell’area grigia tra il divertente e il classico. Coniugando entrambi gli spiriti, questa giacca rappresenta il lato “cool”, non mirato a una determinata fascia di età, bensì a quell’ attitudine che ruota intorno a stile e comfort.

Benchè Sciamát, Ambrosi e John Sheep vivano in un periodo dove mix e rifacimenti sono all’ordine del giorno, loro hanno scelto di rimanere fedeli a ciò in cui credono ed eccellono. Sciamát e John Sheep sono presenti a Pitti Uomo, uno dei più prestigiosi eventi del settore menswear. Ambrosi, invece, che non espone in Fortezza da Basso, si vedrà comunque indossato da alcuni degli uomini più stilosi nell’industria della moda in giro per la fiera.

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FASHION BRANDS IN THE FOOTBALL WORLD: a matter of style and identity

Questione di stile, in campo e fuori.
Le grandi squadre di calcio hanno intrapreso da anni un percorso chiaro, che mette al centro l’immagine come strumento di definizione della propria identità. Così, le differenze che si percepiscono in campo tra le grandi squadre europee si riflettono anche nel loro vestiario ufficiale, curato dai più noti stilisti del fashion system.

La Juventus ha confermato l’unione con Trussardi, nel segno dell’eccellenza italiana, in campo come nella sartoria: divisa formale caratterizzata dall’eleganza rilassata tipica del brand, composta da un completo gessato blu scuro con giacca, cardigan in cashmere e seta molto caldo e idrorepellente.

Anche il Milan sceglie il made in Italy: per il secondo anno i rossoneri vestiranno Diesel, coronando il sogno di Renzo Rosso, fondatore del brand, «I nostri percorsi sono sostanzialmente simili: siamo due grandi player italiani, iconici, affini nello spirito e con una risonanza globale». Dopo la divisa total black proposta nella scorsa stagione, quest’anno Bonucci e compagni indossano un’uniforme ispirata da Herbert Kilpin e dal suo celebre “rosso come il fuoco”. Pattern del tutto nuovo, simile a un camouflage: il CAMO-FIRE, elegante, ma al tempo stesso informale e rock.

La storia dell’Inter, votata all’apertura internazionale, si riflette nella scelta di Brooks Brothers, storica label newyorkese, che veste Icardi e compagni anche in questa stagione. Un abito fedele allo stile del brand, creatore di diversi capi diventati iconici, come la camicia Oxford bianca button-down, che completa l’abito in tessuto birdseye, con giacca monopetto tre bottoni e che presenta una particolare coccarda sul revers. Outfit definito dalla cravatta blu navy in pura seta, con logo dell’Inter ton sur ton all’interno.

Uno dei marchi più presenti nel panorama calcistico è Hugo Boss, da questa stagione partner anche della Roma. Un feeling nato nel nome di carisma e dinamismo, che si traduce nel guardaroba di De Rossi e compagni: spicca il completo blu tre pezzi, abbinato con camicia e cravatta della linea “Create Your Look”. L’attenzione allo stile coinvolge anche i grandi club europei: la migliore lana italiana di Hugo Boss è protagonista anche del completo stagionale del Bayern Monaco, mentre Commune de Paris ha creato una linea per i tifosi del Paris Saint Germain, rivisitando i classici della sua collezione con i colori della squadra.

È questione, in campo e fuori, di classe, identità e stile.

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Sneakers. I 5 modelli da non perdere

Sneakers, sneakers e ancora sneakers. Le iconiche scarpe da ginnastica, rivisitate dalle collaborazioni più cool del momento, continuano sempre più a fungere da tela per moltissimi designer. Noi ne abbiamo selezionate cinque, ma la stagione non è ancora finita e la caccia alle novità è ancora aperta. 

ADIDAS BY RAF SIMONS
Rosso scarlatto e ruggine; blu cobalto e nero; nero e bianco crema; sono tre le varianti di RS Replicant Ozweego, proposte per la primavera/estate 2018 da Raf Simons. Il designer lancia sul mercato una sneakers caratterizzata da forme geometriche, decise e contemporanee, che guardano da un nuovo punto di vista le precedenti rivisitazioni. La nuova running dà spazio al calzino, enfatizzato da pannelli ritagliati che lo fanno diventare parte integrante della scarpa. La limited edition, infatti, è presentata in una confezione personalizzata, nella quale ogni paio viene venduto con tre set di calzini abbinati che reinterpretano il design della sneaker.

 Y-3 BYW BBALLJAMES HARDEN INSPIRED CAPSULE COLLECTION
Ispirata all’iconica silhouette da basket degli anni ’90 e caratterizzata dalla moderna tecnologia BOOST™, studiata da adidas, la Y-3 BYW BBALL è l’utima novità firmata Y-3. BYW sta per “BOOST you wear” e fa parte della capsule collection dedicata a James Harden, superstar degli Houston Rockets. adidas e Yoji Yamamoto hanno voluto rendere omaggio al campione, disegnando una collezione dove il fiore botan, simbolo nella tradizione giapponese, di coraggio, nobiltà e onore, diventa protagonista, sottolineando le qualità di Harden. La sneakers oltre che per il design esclusivo, la firma di Yoji Yamamoto impressa sulla scarpa e l’allacciatura a zig-zag, presenta una tomaia in neoprene altamente flessibile capace delle più alte prestazioni.

ICOSAE FW18 BY CHRISTIAN LOUBOUTIN
Le sneakers dall’animo streetwear, caratterizzate dalla più alta manifattura italiana e disegnate da Christian Louboutin, hanno fatto il loro debutto a Parigi sulla passerella che ha visto sfilare la collezione fall/winter 2018 firmata ICOSAE. Un perfetto connubio tra i due brand, che vede protagonista il rosso, dettaglio icona per Louboutin, e colore che lega tutta la collezione ICOSAE. Una collaborazione imperdibile già alla seconda stagione; e noi, fiduciosi, aspettiamo la terza, perché, come si dice, non c’è due senza tre.

Nike Air VaporMax Moc 2 x ACRONYM®
Applicazioni grafiche e colori a contrasto, come nero e giallo fosforescente, sono i primi dettagli che conferiscono alla nuova Nike Air VaporMax Moc 2 un aspetto dinamico, aggressivo e veloce. La quarta silhouette Nike firmata da Errolson Hugh, co-fondatore di ACRONYM® nasce proprio da questo approccio, creare qualcosa di assolutamente innovativo e pieno di dettagli nascosti. Il risultato finale, infatti, è frutto di vari tentativi di mimetizzazione ispirato al nome del marchio; la grafica nasce proprio dall’intersezione e dalla rielaborazione della “A” di ACRONYM®.

https://www.youtube.com/watch?v=BdPxKPpb63A

 J.W. Anderson x Converse
Simply_Complex è l’ultima interpretazione delle iconiche scarpe Converse firmata J.W. Anderson; una collezione che riflette l’attenzione ai dettagli in un continuo gioco tra elementi moda e dettagli street style. Lo stesso Anderson definisce questa collaborazione: un lavoro di amore e ossessione. Un racconto che mostra come una scarpa si possa evolvere nel tempo, attraverso dettagli innovativi, pur continuando a essere indossata tutti i giorni da persone di tutte le età. Thunderbolt e Chuck 70’s non smettono di essere i modelli principali con cui Anderson dialoga, per creare rivisitazioni provocatorie frutto di approfondita ricerca nello stile e nei materiali.

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