Cinecult: l’Inganno di Sofia Coppola

Sofia Coppola, premiata con un meritatissimo riconoscimento alla miglior regia all’ultimo festival di Cannes, esplora i contraddittori risvolti della psicologia femminile nel suo nuovo film ‘L’Inganno’ distribuito da Universal Pictures. Tratto dal romanzo ‘The Beguiled’ di Thomas Cullinan e remake del film ‘La notte brava del soldato Jonathan’ di Don Siegel con Clint Eastwood, il film è un thriller carico di tensione ambientato in Virginia nel 1864 durante la Guerra di Secessione e riunisce un cast femminile di primordine: il premio Oscar Nicole Kidman nel ruolo di Martha, e le sue attrici predilette Kirsten Dunst (Edwina) ed Elle Fanning (la adolescente Alicia) affiancate dal vincitore del Golden Globe Colin Farrell nei panni del caporale nordista Jonathan McBarney. Questi, trovato ferito a una gamba nel bosco dalla piccola Amy trova rifugio in un collegio femminile diretto da Martha Famsworth, una facoltosa signora caduta in disgrazia a causa della guerra, che ospita Edwina, Alicia e altre 4 fanciulle ‘che non hanno trovato altro posto dove andare’. La Coppola affronta il tema dell’isolamento femminile durante la guerra civile dal punto di vista delle donne ritratte come caritatevoli e diaboliche insieme. Il film è un ‘Southern gothic’ dove il fuoco arde sotto la cenere e la violenza del cuore umano è rappresentato come un tema senza tempo, che prescinde dal periodo in cui si svolge la storia. Tutto il pathos del film scaturisce dalla contraddizione fra la religiosità e la passione più profana e vendicativa. Le donne del collegio, che vivono in una lussuosa dimora neoclassica americana testimone della decadenza della vita in tempo di guerra, trattano il caporale con sospetto: lo assistono sottoponendolo alle migliori cure, ma pur essendone attratte soprattutto fisicamente, come nel caso della fragile Edwina, percepiscono il pericolo insito nella condizione del nemico. La molla del desiderio sessuale fa scattare un coacervo di emozioni ambigue e sottili risentimenti che difficilmente le ragazze del collegio riescono a gestire. La regista sottolinea quanto possa divenire spietata una donna che non ottiene ciò che vuole. Il film è un’opera pregevole non solo perché approfondisce le asperità dell’animo umano che possono esplodere soprattutto in tempi difficili come in quelli di guerra, ma anche perché valorizza alcuni aspetti scenici come le scenografia, la fotografia e i costumi portandoli ad alti livelli. Notevole nella sua ricostruzione storica il lavoro della costumista Stacey Battat che ha già collaborato in passato con Sofia Coppola e contribuisce a trasformare alcune scene, specialmente quelle delle cene, in autentici ‘tableaux vivants’. Una pellicola illuminante sulla condizione umana, sapientemente orchestrata.

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Green Carpet Fashion Awards Italia: quando la moda preserva il pianeta

La moda si fa ‘green’ ed è pronta a preservare il pianeta. La Milano Fashion Week si è, di fatto, conclusa con uno degli eventi più attesi della stagione: i Green Carpet Fashion Awards Italia, organizzati dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, in collaborazione con Livia Firth, founder e direttore creativo di Eco-Age, con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico, di ICE e con il patrocinio del Comune di Milano. Al Teatro alla Scala, trasformato per l’occasione in un giardino temporaneo, sono stati accolti i numerosi ospiti italiani e internazionali, nomi di punta del fashion system pronti ad assistere all’assegnazione di ben dodici premi. Una serata incentrata sui valori della sostenibilità ambientale e sociale, che ha acceso i riflettori sulla moda made in Italy e che ha riunito per la prima volta, in un’unica cerimonia, i più grandi stilisti, le case di moda, i designer italiani emergenti, le realtà artigiane e le aziende più innovative nel mondo della sostenibilità. Dal CNMI Recognition of Sustainability, consegnato da Colin Firth e Alessandro Cattelan – presentatore della serata – ai magnifici quattro della moda italiana, visti per la prima volta insieme sul prestigioso palco de La Scala: parliamo di Giorgio Armani, Miuccia Prada, Pierpaolo Piccioli e Alessandro Michele, all’Eco Laureate Award, designato alla modella e attivista brasiliana Gisele Bündchen, come riconoscimento del costante utilizzo della propria piattaforma per promuovere non soltanto le cause ambientali, ma anche le relative soluzioni. Il suo lavoro, in particolare per la preservazione del bioma amazzonico nel proprio Paese d’origine, ha infatti aiutato a cambiare il dibattito culturale sull’argomento in tutto il globo. Una serata che ha coinvolto tutti gli attori del sistema moda e che si fa portavoce di una nuova fase del settore stesso, più attento all’ecologia: perché preservare il pianeta non fa bene solo alla terra, ma anche a noi stessi. Persino l’award conferito è stato prodotto da Chopard in oro etico, estratto in modo responsabile e certificato Fairmined.

Ecco i vincitori:

  1. Community and Social Justice: conferito a Brunello Cucinelli, premiato da Colin Firth
  2. The Art of Craftsmanship: vincono le sarte di Valentino, premiate da Annie Lennox
  3. Best International Designer supporting Made in Italy: vince Tom Ford, ritira il premio dalle mani di Anna Wintour, Andrew Garfield
  4. Technology and Innovation:selezionati Orange Fiber e New Life, premiano Miroslava Duma e Derek Blasberg
  5. Supply Chain Innovation: Gucci premiato da Arizona Muse
  6. Eco Stewardship: Ermenegildo Zegna, premiato da Alessandro Roja
  7. The Franca Sozzani GCC Award for Best Emerging Designer: conferito a Tiziano Guardini, premiato da Naomi Campbell e Sara Sozzani Maino
  8. Sustainable Producer: Taroni premiato da Amber Valletta
  9. The Artisanal Laureate Award:Chiara Vigo premiata dall’attrice Vittoria Puccini
  10. The Social Laureate Award:Ilaria Venturini Fendi vince con il suo brand Carmina Campus, premiano Stefania Rocca e Bianca Balti
  11. The Vogue Eco Laureate Award: Gisele Bündchen riceve l’award da Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia
  12. The CNMI Recognition of Sustainability:Giorgio Armani, Miuccia Prada, Pierpaolo Piccioli e Alessandro Michele premiati da Colin Firth e Alessandro Cattelan

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New Wave: fumetto never dies

Sì è inaugurata il 19 settembre scorso, al Museo del fumetto di Bruxelles, la mostra intitolata “New Wave”, dedicata al fumetto fiammingo e aperta fino al 3 giugno prossimo. La Nona arte, com’è stata definita, punta i riflettori sulla nuova generazione di fumettisti delle Fiandre, un’operazione resa possibile anche grazie al fatto che, nel 2002, in seno alla Flemish Foundation for Literature, è stata istituita la Comic Strip Art Commission, che, assegnando borse di studio, ha contribuito a far emergere questi giovani talenti che ambiscono alla conquista di notorietà, tramite storie vere. La regione delle Fiandre, oltre a essere una regione storica sempre all’avanguardia, ci ha regalato nel passato artisti di mirabili capolavori come Jan van Eyck, Hugo van Der Goes e Rogier van Der Weyden e ancora oggi ci sorprende con un record di circa 700 fumettisti, che hanno dato un forte input all’evoluzione del cartoon europeo. I lavori, tradotti in molte lingue, sono apprezzati per la qualità artistica e la scrittura e si distinguono per alcune caratteristiche come lo spirito umoristico, la presenza di una famiglia al centro della storia e il fatto di rivolgersi a un pubblico regionale. I lavori si dividono in tre filoni principali: uno intimistico, con uno sguardo sul mondo di spunto autobiografico, uno provocatorio e irriverente, e uno sperimentale, che vira verso una più ampia libertà grafica. Quello che accomuna gli autori è sicuramente la tendenza a voler uscire dai confini regionali, per trovare altre fonti di ispirazione per le loro storie e rivolgersi quindi a un pubblico più esteso e internazionale. In Italia l’evento più atteso, già da diversi anni, è il LuccaComics e Games, dedicato al variegato mondo dei fumetti, dei giochi, dell’animazione e dei cosplayer. Quest’anno la manifestazione, giunta alla 51ma edizione, si terrà nella storica città toscana dal 1 al 5 novembre e avrà come tema gli Eroi, Heroes. L’eroe parte per l’avventura, anche se non sempre è pronto a farlo e magari ha paura: nelle varie prove che dovrà affrontare sarà aiutato dai vecchi amici e ne conoscerà anche altri fino a tornarne cambiato: questo è anche ciò che succede a Lucca ogni anno, dove gli eroi sono gli spettatori che partecipano a questo straordinario community event europeo. La manifestazione, sempre più internazionale, offre agli appassionati forti emozioni e nuove conoscenze in uno scenario magico come la città toscana e ospita personaggi importanti venuti da tutto il mondo, come Michael Whelan, famoso per aver disegnato le copertine di opere di Isaac Asimov e Stephen King, la fumettista Raina Telgemeier, lo scrittore statunitense Timothy Zahn, che ha trasformato in fumetti i videogiochi come Warcraft e Stracraft; Mirka Andolfo colorista e illustratrice di Topolino. Tra i tanti, da menzionare anche i nostri fumettisti Mottura, Camagni, Bucci, saranno fra i vari personaggi presenti a Lucca per un’edizione che si preannuncia ancora più divertente e briosa.

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Essenzialità al palato a Firenze

L’Essenziale diventa più minimal e l’offerta si differenzia, arrivando all’anima della cucina dello chef Cipriani. «Il servizio deve essere veloce, non vi devono essere più barriere tra la cucina e la sala», ecco il credo di chi ha deciso che al suo bistrot si punti al sodo. Un unico menu degustazione a mano libera dello chef per il tavolo che, con lo sguardo spazia nelle cucine, a metà strada tra uno chef table e un vero e proprio pass, per sette portate e per massimo quattro persone. Ai tavolini la proposta è unica: cinque portate, sempre a insindacabile scelta dello chef. Infine la condivisione: su un unico tavolo social, per otto persone, approdano grandi vassoi (per un minimo di due persone a ordine) da dividere, estrapolando qualche proposta dai menu degustazioni. Dietro queste idee, che svecchiano la classica cucina gourmet fiorentina, il giovane chef Simone Cipriani, 32 anni, già a capo di Essenziale da un paio d’anni, dopo le esperienze da Arnolfo a Colle Val d’Elsa, 2 stelle Michelin, oltre al Santo Graal a Firenze, dove ha preso spunto per il suo “servizio da chef”. Ricavato in un ex deposito di camion con travi a vista, quadri d’arte alle pareti, arredi lineari e artigianali, un cassetto da cui l’ospite trova le posate per apparecchiarsi la tavola e un pinguino travestito da pirata che dà il benvenuto agli ospiti. La cucina rispecchia la vita dello chef, zaino in spalla, alla scoperta di sapori e gusti nuovi, senza barriere culturali e mentali. Se dovessimo trovare due città nei suoi piatti sarebbero senza dubbio New York e Tokyo. I piatti da non perdere (e da chiedere a gran voce anche durante il menu al buio) sono la tartare di manzo con marinatura di shiso, rabarbaro e fragola; lo spaghetto freddo, condito con un’ emulsione di aglio sbollentato e alga nori e la rivisitazione della rosticciana, la tipica costa di maiale fiorentina, disossata, brasata e ricostruita come non ci fossero mai stati tanti passaggi prima della tavola, a sorpresa per chi prova a toglierne l’osso.

Essenziale by Simone Cipriani
Piazza di Cestello, 3R, 50124 Firenze
Orari di apertura:                                                  
Da martedì a domenica 19.00 – 22.00
Telefono: 055.2476956
Cellulare: 333.7491973 
Email: [email protected]

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LA POCHETTE IN CACHEMIRE DI EYELET MILANO

Eyelet Milano dà il benvenuto all’inverno vestendo le nuove pochette double face di cachemire 100%. Sono disponibili in 7 colori, uno per ogni giorno della settimana, inoltre, con un semplice gesto è possibile invertire il colore magari per un outfit particolare o per adattare la pochette al proprio umore. In bella mostra appare il bottone cucito a mano, l’immancabile firma del brand.

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CHAMPAGNE PACK BY PUMA E SOLEBOX

PUMA e Solebox, lo streetwear store di riferimento di Berlino, rinomato e famoso per la moda contemporanea e street, hanno collaborato per creare il nuovo “Champagne Pack” per celebrare l’apertura del nuovo store a Monaco di Baviera. È una versione inedita della storica Blaze of Glory. Impreziosita da inserti rosa, richiama la bottiglia del Rosé Impérial mentre, con la suola IGNITE con dettagli verde fluo richiama l’inimitabile Vintage Luminous Label dello champagne. Inoltre la tomaia in pelle conferisce alla scarpa un’ottima vestibilità.

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Back to the gym

Vacanze e relax sono ufficialmente finiti. Il ritorno alla vita di tutti i giorni e alla routine comincia a farsi sentire e così anche la voglia di rimediare a tutti gli aperitivi sulla spiaggia. La corsa alle palestre, agli attrezzi e alle piscine è cominciata e noi di Manintown abbiamo selezionato alcuni accessori di cui potreste avere bisogno. Fondamentale è avere una borsa capiente, funzionale ma anche cool, come quella proposta da adidas, per non sfigurare quando la porterete direttamente dall’ufficio alla palestra. Quando si parla di abbigliamento sportivo le collezioni Puma e Nike non deludono mai, ma per essere veramente di tendenza, anche durante l’allenamento, non potete perdervi la nuova collaborazione Cottweiler x Reebok. Se siete degli amanti delle sneakers, New Balance è la scarpa giusta per voi, perfetta in qualsiasi situazione, in palestra e non, se invece decidete di iscrivervi in piscina, Speedo sarà l’occhialino giusto, che vi accompagnerà durante tutto l’anno. Per chi preferisce allenarsi a casa, il WaterGrinder di NOHrD è il macchinario più adatto, completo e di design.
Quando si parla di attività fisica anche l’igiene ha la sua importanza, e noi vi proponiamo due varianti, lo shower gel di Dirk Bikkembergs e quello di Nuxe Men, aspettiamo solo di sapere quale preferite. Siete milanesi e non avete ancora deciso dove iscrivervi in palestra? Che corsi fare? Dove e perché? Noi vi consigliamo di provare Revolution by Virgin Active, corso attivo dal 18 settembre a Milano, all’interno del Brian&Barry Building di Piazza San Babila. Un’autentica rivoluzione nell’allenamento, che offre a tutti gli amanti del fitness una formula avanzata di indoor training a base di tecnica, energia e coinvolgimento, grazie alla combinazione di attività di cycling e training funzionale. Consiglio: qualsiasi attività decidiate di fare non scordatevi mai la vostra borraccia, che ne dite di quella giallo fluo proposta da 24bottles?

NUOVA APERTURA PER IL BISONTE A MILANO

Lo storico brand fiorentino Il Bisonte inaugura a Milano un nuovo punto vendita monomarca dedicato alla collezione uomo e donna. L’anima della boutique, per rispondere alle esigenze del mercato, è una commistione tra passato e futuro, alla quale si aggiunge una spiccata attenzione verso i materiali quali legni e pelle. Qualità e artigianalità sono, ovviamente, sempre garantite.

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Esclusiva Timberland x AW LAB

Per la FW2017 Timberland, leader mondiale nello stile outdoor, divenuto famoso nel lontano 1973 per il suo Original Yellow Boot ma che ora ha subito un’evoluzione andando a vestire per intero il consumatore, aggiunge un dettaglio alla iconica Cupsole 2.0: gli occhielli da montagna, che accentuano lo stile outdoor della chukka. Il comfort del modello creato per AW LAB, il retailer di riferimento per lo sport-style, è garantito dalla tomaia in pregiato nabuk, dal collo imbottito che abbraccia la caviglia, e dal plantare ammortizzante.

Disponibile in tutti gli store AW LAB e sul sito aw-lab.com

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SMART 360 FLEX: PANTALONI SUPER ELASTICI

Smart 360 Flex, lanciata da Dockers®, è una collezione di pantaloni la cui caratteristica principale è il tessuto: lo stretch quadrielastico che è in grado di estendersi in tutte le dimensioni garantendo un comfort senza eguali. Il tessuto e i dettagli stilistici rendono questa collezione capace di soddisfare a pieno le necessità e le aspirazioni dell’uomo contemporaneo.

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ABSOLUT VODKA PRESENTA #ABSOLUTNIGHTS

Absolutnights, presentato da Absolut Vodka, è una serie di eventi notturni che, a partire da Firenze, invaderà altre 7 città Italiane per promuovere valori chiave come la diversità e la creatività. Bellissime le location che ospiteranno questi eventi, come il bellissimo Palazzo Strozzi di Firenze che tra l’altro, nella sua secret room, metterà in mostra la ABSOLUT RAINBOW, la bottiglia limited edition ispirata alla bandiera LGBT. Le bottiglie saranno 72 perché celebrano il primo Gay Pride, avvenuto proprio nel 1972.

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the fair escape by Roberta krasnig

cover total look Jacob Cohen; Chelsea Boots Corneliani

Photographer | Roberta Krasnig
Stylist | Stefania Sciortino
Assistente photographer | Jacopo Gentilini
Talent | Giorgio Marchesi

Special thanks to Centro Ippico Eden_Roma

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GIORGIO MARCHESI un attore a 360°

Cover: jacket e denim Jacob Cohen; shirt Corneliani

Un talento scoperto sul campo e una passione nata nel tempo: è Giorgio Marchesi, ormai affermato attore italiano, classe 1974.  La sua formazione comincia a Padova, dove grazie a un corso di recitazione tutto ha avuto inizio. Dopo alcuni anni nel teatro e nella pubblicità, si trasferisce a Roma nel 2003, dove ha l’occasione di venire a contatto con il vero e proprio mondo dello spettacolo. Negli anni, Giorgio dimostra talento e determinazione, entrando a far parte di importanti produzioni teatrali, televisive e cinematografiche e lavorando con registi come Marco Tullio Giordana e Ferzan Özpetek, continuando ad affinare le sue competenze frequentando corsi, stage e seminari tenuti da importanti maestri.
Non solo attore ma anche padre, noi di Manintown ci siamo fatti raccontare qualcosa sui sogni e sulle passioni di un personaggio che, con i suoi modi decisi e gentili, sta affascinando sempre più il grande pubblico.

Hai sempre sognato di fare l’attore? Com’è cominciata la carriera di Giorgio Marchesi?

Da ragazzino in realtà sognavo più di fare il calciatore o il cantante. Avevo sicuramente l’attitudine da attore, ma ero ancora molto timido, facevo le battute con gli amici, le imitazioni, ma non pensavo alla carriera nel mondo dello spettacolo. Forse perché a Bergamo non era un mestiere così usuale. Più grande ho frequentato un corso di teatro, grazie al quale ho scoperto e potuto mettere in pratica la mia passione. Al termine del corso, dopo il saggio finale, mi hanno chiesto di fare uno spettacolo con la loro compagnia, e da lì non mi sono più fermato. Ho lavorato nella pubblicità, a Milano, per poi trasferirmi a Roma dove, per fortuna, le cose hanno cominciato a girare per il verso giusto. All’inizio ho recitato molto in teatro, e dopo qualche anno sono arrivate le prime occasioni e le prime piccole parti nel cinema e in televisione.

Teatro, cinema o TV?

Sono tre cose molto diverse e se si ha la possibilità è bello poter variare e sperimentarle tutte e tre. Il cinema dura più a lungo nel tempo e mi è capitato anche che una parte più piccola mi regalasse una grandissima soddisfazione. La televisione, invece, dà una quotidianità, ti rende popolare o comunque ti permette di arrivare più facilmente alla gente. Spesso ci dimentichiamo quanto questo lavoro sia fatto per le persone, dobbiamo piacere a loro prima di tutto. Il teatro, invece, è la mia grande passione iniziale, richiede più disciplina e presenta più difficoltà. Appena penso al teatro penso alla fatica, al sudore, perché nonostante sia per molti aspetti più finto, per un attore è assolutamente reale. Il palcoscenico è un rapporto diretto con il pubblico, avviene in quel momento, non si può rifare la scena o “tagliarla”.

Ti è mai capitato di dover interpretare un personaggio molto lontano dalla tua personalità? Se sì, quale? Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato?

Si mi è capitato, anche più di una volta. Interpretare un personaggio lontano dalla tua personalità è sicuramente difficile, ma non sempre, è possibile invece che sia addirittura più facile, permette di esplorare campi sconosciuti e lasciarsi andare completamente.
Mi è capitato, per esempio, di recitare nel ruolo di assassino o torturatore, di dover quindi far finta di sparare a un bambino di quindici anni, cose che mi scioccano anche al solo pensiero di compierle nella vita reale. Quando reciti però tutto diventa un gioco, è finzione, quindi puoi e devi anche lasciarti andare e divertirti. Forse il personaggio più difficile per me è stato Franco Freda, neo-fascista e ex terrorista degli anni ‘70. È stato difficile interpretarlo perché venivo da ruoli di personaggi televisivi positivi. Per fortuna si trattava di una persona reale, ho quindi potuto studiare il personaggio e imparare a seguire i suoi ragionamenti attraverso i suoi scritti e immedesimarmi nel periodo storico. La grossa difficoltà sta nell’entrare nella testa di un personaggio, credo che ci si possa riuscire con delle improvvisazioni, liberandosi di quelle che sono le nostre abitudini. Molto importante è l’aiuto di una persona che ti guidi, e in questi casi la figura del regista è fondamentale. Mi hanno sempre insegnato che un attore deve essere sempre aperto, non giudicare, non giudicarsi e lasciare che il personaggio si impossessi di lui, lasciando cadere tutte le proprie sovrastrutture.

In che modo essere un attore e saper recitare influisce nella vita di tutti i giorni? 

Non so quanto nella mia vita quotidiana influisca essere attore, me ne dimentico. Mentire mentono tutti, noi anzi siamo nella condizione più sfortunata, tutti pensano che, visto il nostro lavoro, sappiamo mentire meglio degli altri o che mentiamo nella vita reale come nella finzione. In realtà, posso assicurare che mentono molto meglio altre categorie di persone. È sicuramente un lavoro che condiziona psicologicamente, molti vedono soltanto la parte luminosa di questo mestiere, che c’è, ma non solo. Non a caso moltissimi attori, principalmente quelli hollywoodiani particolarmente stressati, hanno un sacco di problemi nella vita normale, come dipendenze di vario genere, infelicità, depressione. Questo in parte accade anche ai poveri, piccoli giovani attori italiani. Detto ciò, non credo aiuti particolarmente essere attore nella vita di tutti i giorni, come in tutte le cose bisogna trovare un equilibrio e avere interessi anche al di fuori del lavoro.

Il momento più emozionante della tua carriera fino a oggi.

Forse la prima volta in assoluto in cui mi sono esibito. Il massimo della soddisfazione l’ho ottenuta uscendo dopo uno spettacolo e ricevendo un applauso convinto e sincero da parte di persone che sono venute a vedermi e hanno condiviso un momento che rimarrà per sempre unico. Il momento più bello in assoluto della mia carriera vera e propria invece, è stato nel 2012, quando contemporaneamente mi esibivo al teatro Argentina a Roma in uno spettacolo molto importante, stava uscendo la prima serie di “una grande famiglia”, fiction di successo in cui interpretavo un personaggio importante, e sempre in quel periodo ero al cinema in altri due film. Questo è stato il momento in cui ero coinvolto in tanti progetti molto belli che comprendevano tutte le sfaccettature del mio lavoro, è stato l’anno in cui ho cominciato a farmi davvero conoscere, sia dagli addetti ai lavori che dal grande pubblico.

Le tue passioni? Come ami trascorrere il tuo tempo libero?

Sicuramente l’Atalanta, la squadra di Bergamo e la musica funky degli anni ‘70. Amo, ovviamente, anche il cinema e il teatro. Mi piacciono talmente tante cose che ho sempre desiderato una giornata di 48ore. Sono appassionato di sport, cinema, arte, libri; mi piace stare con le persone a chiacchierare, ballare e, perché no, ubriacarmi. Mi piacciono troppe cose per riuscire a fare tutto. Quello che faccio più spesso nel tempo libero è occuparmi delle persone che mi stanno più vicine, un dovere e anche un piacere avendo due figli e una compagna. Di solito, infatti, cerco di unire quello che mi piace fare a loro, sport con loro, andare a vedere un film con loro, insomma, fare cose piacevoli tutti assieme. Amo viaggiare, cerco di farlo il più possibile, e una cosa in particolare che mi fa stare bene è il verde, la natura. Ogni tanto ho bisogno anche di relax, ma in generale non riesco a stare troppo fermo.

Quanto è importante lo stile per te? Hai un capo e/o un brand che più ti caratterizza?

Lo stile è sicuramente importante e per me lo sta diventando sempre più col tempo. Da ragazzo nei miei look non è mai mancato un pizzico di originalità. Sono stato un collezionista dei più strani e improbabili cappelli e occhiali da sole. Il mio preferito è un cilindro che ho comprato a Londra, che mi sono portato in giro dappertutto. Non ho ancora un brand che mi caratterizza, ma se penso a un capo subito mi viene in mente la giacca, ormai indosso la giacca per fare qualsiasi cosa, non solo per le occasioni importanti. La trovo comoda, ha tante tasche, quando viaggio lo trovo il capo più funzionale

Sogni ancora nel cassetto? 

Sicuramente un viaggio lungo. Mi piacerebbe vedere l’Africa e starci almeno tre mesi. A dirla tutta mi piacerebbe avere tre mesi all’anno per poter girare il mondo.

Photo by Roberta Krasnig
Stylist Stefania Sciortino
Assistente fotografo Jacopo Gentilini

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Cinecult: Valerian e la città dei mille pianeti di Luc Besson

Immaginate un pianeta abitato da creature aliene immerse nell’acqua e nelle perle che vivono di pesca, un universo popolato da 30 milioni di persone che parlano 5.000 lingue come una Babele avveniristica, una performer poetica e trasformista circondata da un luna park infinito e una coppia romantica e scanzonata alla ricerca del vero amore. Mescolate il tutto e avrete l’ultimo, ironico, surreale capolavoro di Luc Besson, l’attesissimo ‘Valerian e la città dei mille pianeti’ distribuito da 01 Distribution Rai Cinema tratto dal romanzo a fumetti ‘Valerian e Laureline’ di Pierre Christin e Jean-Claude Mézières. Il film girato interamente alla Cité du Cinéma di Besson alla periferia di Parigi in poco più di un anno, è una favola pop sci-fi dominata dall’idealismo e dal principio che il futuro del nostro pianeta è affidato all’acqua. La trama si svolge nel 2740 e il maggiore Valerian (Dane DeHaan già ammirato in The Amazing Spiderman 2-il potere di Elettro) accompagnato dalla tosta e romantica sergente Laureline (una sorprendente Cara Delevingne vista in Suicide Squad, che crede nell’amore e punta a trovare l’uomo giusto e metter su famiglia) sono due agenti speciali incaricati di mantenere l’ordine nell’universo, rappresentato da Alpha, dove convivono specie diversissime come mostriciattoli buffi dallo strano becco e meduse soffici come sete e in cui coabitano gli esseri umani. Mandati in missione speciale per recuperare l’ultimo esemplare di una specie apparentemente estinta, si trovano a dover fronteggiare mille avventure, imbattendosi in un esilarante e spettacolare spazio cosmico popolato di divertenti creature . Come Bubble, marziana dell’intrattenimento interpretata da Rihanna intrappolata in un bizzarro e coloratissimo luna park gremito di surreali creature e gestito da un improbabile Ethan Hawke. Bubble cita a memoria i più grandi poeti e sa trasformarsi in qualunque essere lei voglia, una prova superata a pieni voti da un’artista già di per sé camaleontica che è convinta che ‘La vita è uno strazio quando non hai una vera identità” evocando la diversità dei trans gender e con la fede romantica che ‘L’amore che si può quantificare è da elemosinanti”. Nel film Besson ha voluto ricostruire una ONU del futuro affidando il ruolo malefico e arrogante di despota totalitario al comandante interpretato da Clive Owen e rappresentativo degli intrighi dei governi e dei militari al servizio dell’ingordigia del genere umano. Film positivo con una sua sana morale e un impianto scenico di effetti visivi davvero stupefacente specialmente quando evoca la purezza dell’amore e il mito del Buon Selvaggio fra Africa e Nuova Atlantide. Da vedere.

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Bally in collaborazione con Swizz Beatz e Ricardo Cavolo

Bally presenta la capsule collection in collaborazione con il produttore musicale e imprenditore Swizz Beatz, disegnata dall’artista spagnolo Ricardo Cavolo. La collaborazione tra Bally e Swizz Beatz è nata per caso in seguito a un post in cui quest’ultimo mostrava le sneakers Ascona commentando “Bally è tornata”. Invece il legame tra il produttore e l’artista spagnolo si è sviluppato grazie alla piattaforma “No Commission” che, sponsorizzata da Bacardi, ha lo scopo di promuovere un collegamento tra il mondo delle arti visive e musicali con l’idea di un patrocinio per gli artisti. La collezione, ideata per uomo e donna, è caratterizzata dalle stampe di Cavolo, il quale, con il suo stile eclettico, prende spunto dall’arte folcloristica, dalla cultura dei tatoo e dall’immaginario religioso Europeo in modo da rappresentare uno spirito libero senza confini.

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Dior ft. Dan Witz: una collaborazione da tenere sott’occhio

Per la stagione invernale Dior Homme 2017-18, Kris Van Assche ha sfoderato un vero e proprio asso nella manica: la collaborazione con Dan Witz, artista statunitense pioniere della street art. Lo stile unico e puro Dior, unisce in questa collezione un mix di spunti e visioni, reinterpreta l’abito maschile con giacche aderenti e pantaloni di gusto urban, colori tradizionali quali nero, rosso e bianco vengono affiancati da tocchi elettrici e definiti. La partnership con Witz ha portato una ventata di freschezza, di eclettismo straordinario, con giubbotti, abiti, borse, sneakers in stampa “Mosh Pits”, un vero e proprio must dell’artista americano. Curiosi e dirompenti gli skateboard con stampe serigrafiche Hardior e Mosh Pits, che uniscono la cultura street con l’eleganza e lo stile Dior homme in piena libertà e verso tutte le direzioni della moda.

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LONELY HEARTS CLUB Palm Angels per Jaguar

Jaguar, marchio britannico di auto e Palm Angels, marchio italiano ispirato alle subculture americane, avviano una partnership in occasione della Milano Fashion Week. I due brand hanno realizzato LONELY HEARTS CLUB Palm Angels for Jaguar, un club esclusivo che resterà aperto tra il 20 e il 22 Settembre per celebrare l’anteprima italiana del nuovo Suv Jaguar E-Pace. Il club, dal concept innovativo, con neon, reti metalliche, atmosfere dark è ispirato alle luci della nightlife californiana. Tra gli ospiti del Club, il rapper americano Playboi Carti, il duo di dj svedesi Axwell /\ Ingrosso in un back to back con Virgil Abloh, e i dj inglesi Siobhan Bell e Benji B.

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LA SUPERGA BY DANILO PAURA

Danilo Paura, fondatore e designer dell’omonimo brand, inizia una collaborazione con Superga per la stagione Autunno/Inverno 2017/2018, reinterpretando ed estremizzando gli elementi caratterizzanti la Superga 2750. La suola, in gomma naturale, si ingigantisce e diventa MEGA richiamando lo stile “underground”, mentre la tomaia, per rispettare le tradizioni di Superga, è disponibile in diversi tessuti.

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IF! ITALIAN FESTIVAL

Dal 28 al 30 Settembre si terrà, al Teatro Franco Parenti, il festival tutto italiano IF! Dopo il successo della precedente edizione, quest’anno il festival sarà arricchito dalla presenza di più di 100 ospiti italiani e internazionali e dai numerosi eventi in programma. Il tema di questa edizione è #sovvertire in tutte le sfaccettature che questo termine può contenere; insomma, la protagonista è la creatività! Da un lato cinema, moda, letteratura, musica, arti grafiche e visive elaborano nuove connessioni e comunicano accrescendo la capacità relazionale dei brand e dei loro prodotti e servizi, dall’altro, arte applicata e tecnologia sovvertono il sistema e tracciano un sentiero per la nuova generazione di creativi e di brand.

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Canali: perfezione …su misura

Lo stile, i dettagli, i tessuti: sono alcuni dei pregi della manifattura Canali, da oltre vent’anni nel settore moda. Il 7 settembre scorso il brand ha presentato la nuova linea e il new short film “The secret of su misura“, dove il protagonista vaga da stanza a stanza e nell’ombra intravediamo lo specialista master Tailor che propone i materiali da scegliere, i colori, il colletto delle camice, i bottoni, prende in maniera perfetta le misure, considerando la postura e la prestanza del cliente. Alla fine il protagonista esce con un abito unico, esclusivo, particolare in ogni dettaglio, perfettamente “su misura“. I tessuti di grande qualità usati dalla maison vantano una grande varietà di scelta e per la stagione invernale si passa da lane morbide idrorepellenti a mischie di angora, cammello, mohair o puro cashmere, mentre per il periodo estivo la scelta si basa su pure lane fresche o mischie di seta e lini pregiati. Dopo la scelta del tutto, occorrono circa 15 giorni per la prova, dove eventuali piccole modifiche renderanno perfetto l’abito su misura. La manifattura offre inoltre un servizio speciale per abiti da cerimonia per lo sposo e il suo seguito con dettagli e tessuti ancora più esclusivi e unici.

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“il tempo ritrovato” di Jacques Henri Lartigue

Sarà dal 29 settembre fino al 26 novembre 2017 che il museo Bagatti Valsecchi ospiterà l’arte del fotografo e pittore Jacques Henri Lartigue (Courbevoie 1894 – Nizza 1986). Un breve ma importante viaggio in cui l’artista racconta attraverso trentatre immagini di vita quotidiana l’alta borghesia francese a partire dalla Belle Époque, periodo che ha sucessivamente segnato la storia dei primi decenni del Novecento. Un lavoro che non solo ha valenza artistica ma anche culturale a trecentosessanta gradi: le immagini di Lartigue offrono infatti un ritratto dell’alta società dall’allure inconfondibilmente francese ma anche incredibilmente vicino ai riti e ai costumi dell’aristocrazia internazionale, foto in grado di suscitare emozioni, rimandi iconografici a un mondo definitivamente scomparso.

 Museo Bagatti Valsecchi, Milano
29 settembre – 26 novembre 2017

www.museobagattivalsecchi.org

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Jameson Street 2017, la musica ‘nomade’ va in scena a Milano

Arriva a Milano il JAMESON STREET 2017, il progetto itinerante e partecipativo promosso dal noto whiskey irlandese che porta nelle vie e nei locali d’Italia le note e lo spirito audace dei buskers e dei musicisti indipendenti che hanno scelto la strada come palcoscenico.
Mercoledi 27 settembre, da ZOG in Ripa di Porta Ticinese, a partire dalle 21, andranno in scena cantastorie polistrumentisti partenopei, 50 sfumature di sax da Duke Ellington a Kurt Cobain e insoliti mash-up tra Goran Bregovic e Lady Gaga, tra foxtrot e club-culture. A settembre 2017, Jameson ha lanciato per la prima volta in Italia il programma di serate live che spazia dal foxtrot al rock, dal jazz al blues attraverso il country e che terminerà a giugno 2018, quando sarà possibile ascoltare su Spotify e in vinile l’intera compilation ‘Jameson Street Sound’, che racconta il talento della musica ‘nomade e audace’ italiana. 8 città, 39 serate live, 10 mesi e 50 artisti di strada uniti dalla determinazione di seguire il proprio cammino e dall’ostinazione a esprimere la propria passione. Attraverso città come Bologna, Catania, Firenze, Genova, Roma, Torino e ora Milano, Jameson – forte del motto ‘sine metu’ – sposa la vita di uomini e donne che hanno deciso di seguire coraggiosamente la propria passione, di scegliere la propria strada senza paura, senza prendersi troppo sul serio. Un percorso diverso, una terza via, oltre le convenzioni, capace di infrangere qualunque regola e “indicazione”.

Per poter aggiornarsi sulle date, i locali e i buskers del programma è possibile visitare il sito  street.jamesonwhiskey.

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Le novità per Erbolario

Erbolario propone una nuova linea adatta sia per lei che per lui: Indaco. Questa linea dona sensazioni di tranquillità e benessere grazie all’eleganza delle confezioni, ma soprattutto grazie ai raffinati estratti di fiori che celebrano questa tinta. Tra queste si annovera la pianta di Indaco, famosa per le sue virtù protettive e antiossidanti, che è capace di rendere la pelle elastica e morbida. Non solo Indaco; lo stesso colore dipinge, con intensità differenti, i petali del Fiordaliso, del Lino e della orientale Borragine.

www.erbolario.com

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VERSUS VERSACE SPRING SUMMER 2018

Versace svela a Londra Versus, la nuova collezione Primavera/Estate 2018 ispirata alla New York degli anni ’90. L’anima della collezione è giovane, affascinante, irriverente e, soprattutto, divertente: costumi da bagno, camicie stampate, pantaloni a zampa, gilet in maglia metallica e capi con motivo scozzese sono un must have per i giovani di oggi.

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Carhartt WIP e Slam Jam insieme ” al lavoro”

Carhartt WIP ha nuovamente intrapreso una collaborazione con Slam Jam per creare una nuova collezione Autunno/Inverno ’17. Come suggerisce il nome, la ‘Minute Man Service’, si ispira alle stazioni di gas degli anni ’60 e ai lavoratori che riparavano i veicoli di coloro che viaggiavano in America. Da ciò deriva il fatto che la collezione si basi e approfondisca l’idea di un’uniforme funzionale, ma dal punto di vista del design contemporaneo.
Partendo da una selezione di graffette del repertorio di Carhartt WIP, Slam jam ha creato una collezione di sette pezzi in poliestere e cotone, disponibili in blu e nero.
Formata del 1989, Carhartt WIP riprende le caratteristiche essenziali di Carhartt adattandole a una clientela che apprezza i design raffinati e i prodotti senza tempo.
Slam Jam è una compagnia fondata nel 1989 che spazia dalla produzione fino alla vendita all’ingrosso a quella al dettaglio.

Photographer: Bruna Kazinoti
Stylist: Niccolò Torelli

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L’abito perfetto per il viaggio firmato mango

MANGO presenta l’ultima tendenza in materia di abito maschile: la gamma da viaggio slim-fit.
È l’opzione ideale per l’uomo moderno alla ricerca di un due pezzi confortevole per un viaggio d’affari.
Il taglio slim-fit mette in risalto la silhouette maschile e, grazie al tessuto di lana elastica, non si stropiccia e resiste all’acqua, garantendo una tenuta impeccabile nel corso della giornata. Gli abiti sono interamente di lana, materiale che conferisce elasticità e naturale traspirabilità; la fattura semi-flessibile, inoltre, assicura una libertà di movimento totale. La loro funzionalità, pensata appositamente per il viaggio, è incrementata da comode tasche interne per il passaporto e lo smartphone, in modo da avere gli effetti personali sempre a portata di mano.

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Le novità maserati al Salone dell’Auto di Francoforte

Maserati si presenta al Salone dell’Auto di Francoforte con una nuova gamma prodotto che si contraddistingue per novità e sofisticatezza. Dalla nuova Ghibli, la cui strategia prevede un significativo restyling degli esterni, alla Levante MY18, il primo SUV prodotto da Maserati, tutti i modelli Maserati sono stati affinati con apporti tecnici e tecnologici. La Ghibli prevede ora i proiettori Full LED adattivi con abbaglianti “Glare Free” a tecnologia Matrix, mentre Quattroporte MY18 propone sempre dei proiettori Full LED con abbaglianti “Glare Free” ma a tecnologia L-Shape standard. Per migliorare ulteriormente le prestazioni della vettura, la Casa del Tridente monta un motore a benzina più potente e utilizza un nuovo sistema Integrated Vehicle Control sviluppato da Bosh. Rilevante è anche l’introduzione dello sterzo elettrico assistito che permette l’ottimale funzionamento dei sistemi di assistenza alla guida (ADAS). GranTurismo e GranCabrio, due miti sempre attuali, esprimono compiutamente la passione, la tecnologia, e l’artigianalità di Maserati. Migliorata a livello aerodinamico, la gamma prevede ora due versioni distinte, Sport e MC.

Grazie alla collaborazione tra Maserati e Ermenegildo Zegna, al Salone dell’Auto di Francoforte debutta la Maserati Capsule Collection firmata Zegna, ispirata agli interni dell’allestimento GranLusso, ora disponibile per i modelli Ghibli, Levante e Quattroporte. Artigianalità e Eleganza, caratteristiche per cui questi marchi eccellono, trovano espressione in questa nuova collezione di capi da viaggio in micro-tessuto, insieme alla pelletteria e agli accessori di lusso.

Questa è la gamma più completa di sempre, grazie ai nuovi allestimenti GranLusso e GranSport, orologi esclusivi in collaborazione con Bulgari, espressamente pensati per coloro che possiedono una Maserati.

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La cantante Cher e il rapper Future protagonisti di “Meet me in the Gap”

Gap ha appena lanciato la nuova campagna pubblicitaria per l’autunno 2017, Meet me in the Gap!                     Gap celebra l’incontro di diverse personalità, che scoprono che ciò che hanno in comune è molto più di quello che li distingue. Questi incontri inattesi, grazie alla regia di Director X, prendono la forma di mini-clip musicali. I video portano in scena quella che è la vera essenza di Gap: unire, qualunque siano le differenze. Le persone hanno sempre qualcosa in comune le une con le altre, anche se nascosto.
La cantante Cher e il rapper Future sono stati invitati dal brand a portare in scena ‘Everyday People’, cover del brano di Sly and the Family Stone. Due universi molto lontani per natura che trovano in questa campagna un’occasione per unire le proprie voci.
Un secondo video, ‘Bounce Meet Bounce Meet Bounce’, vede in scena tre giocatori di basket, due ballerini di tip tap e un DJ che creano un ritmo unico nato dalla sincronizzazione dei suoni dei propri mondi.

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Alessandro Egger: poliedrico e talentuoso

Alessandro Egger, serbo di nascita e milanese d’adozione, è da poco tornato dai red carpet della Mostra del cinema di Venezia. Modello, attore, musicista, è passato dalle sfilate di Versace e Dolce&Gabbana alla serie The Band, in cui recitava ancora minorenne. Una figura poliedrica che, costruendo il proprio successo partendo da zero, vuole essere di ispirazione per chi crede ancora d’avere ‘sogni troppo grandi’. Selezionato per l’ultima edizione di Pechino Express si racconta su queste pagine, tra un preparativo e l’altro, lo vedremo nel viaggio che lo porterà ad attraversare Filippine, Taiwan e Giappone, in compagnia della mamma Cristina (gli #Egger).

Attore, modello e paroliere: molti talenti, alcuni anche diversi fra loro. Come sei riuscito a coltivarli tutti?
Hai ragione, sono molti! La musica è stato il primo che ho coltivato, perché era la forma di comunicare e narrare storie, sogni e ambizioni dell’ambiente in cui mi trovavo che prediligevo. Facendo rap il modo di muoversi e costruire lo “show” diventa scenografico a tal punto da trasformarsi quasi in uno sketch che va oltre la musicalità e lirica dei testi. Da lì sono arrivati i primi suggerimenti degli amici: “Dovresti andare a Hollywood” o “Sei nato per fare l’attore”. Prendendo con serietà l’opinione sincera delle persone, mi sono trasferito da Como a Milano, rischiando e ottenendo i primi ruoli. Dopo i 20 anni divenne complesso trovare un ruolo adatto, a causa dei drastici cambiamenti fisici che portarono ad un forte contrasto tra l’altezza (189cm) e il volto, lontano dallo stereotipo del comune ragazzo italiano. Dovevo trovare una soluzione perché non potevo star fermo. Mentre lavoravo in una showroom, arrivarono (quasi) inaspettatamente i primi lavori nella moda, un colpo di fulmine che travolse completamente la mia vita. Con gli anni ho imparato a fare convivere le mie passioni, utilizzandole come mezzo comunicativo anche nella vita quotidiana. A settembre, ad esempio, ho un pezzo in uscita con Laioung. La canzone si chiamerà “Ginger”

I tuoi ricordi in Serbia. Qual è l’essenza del tuo Paese?
E’ un Paese che ha subito molti squilibri a causa della guerra e dei bombardamenti ma la sua essenza è nel legame con le persone, una grande sinergia che agisce in maniera pura e forte allo stesso tempo. Nel quartiere si cresce grazie agli adulti, che insegnano a rispettare i genitori, la famiglia e la propria terra. Se non impari, ci pensano i fratelli maggiori, quelli ‘acquisiti’, a farti capire le cose. Usano i metodi più duri che sono anche i più efficaci. (Ride). Cresci rispettando gli anziani e la famiglia, apprezzando la vita, i soldi, la scuola, l’aria che respiri. E’ gente che ha un storia da raccontare, molta tristezza negli occhi, ma anche una grande voglia di rivincita.

Raccontaci del tuo percorso come attore e dei primi successi con la serie The Band.
‘The Band’ è stato il mio primo grande amore, una serie che ho amato da tutti i punti di vista e in ogni momento, dal camerino, alla sala costumi, dall’unica e sola Silvia Gandolfi (che mi ha scoperto), donna che rimarrà sempre nel mio cuore, ai miei compagni di set, con i quali ho condivo così tanto. Mi ricordo che il successo fu così incredibile che ogni mattina c’erano gruppi di ragazze ad aspettarmi davanti casa e io uscivo senza rendermi nemmeno conto di cosa stesse accadendo.

Quali sono i registi con cui hai avuto il piacere di lavorare e quali quelli con cui vorresti farlo?
Ho lavorato con Brizzi, Genovese e Samen, il duo esplosivo che sono sicuro realizzerà grandi cose, ma quello con il quale adoro lavorare di più è Angelo Guarracino. Siamo amici da 10 anni e abbiamo sempre coltivato la nostra passione cercando di creare dei prodotti video emozionanti e quest’anno abbiamo collaborato per produrre e dirigere video per Rocco Hunt, Laioung, Gue Pequeno. In futuro mi piacerebbe lavorare in America, magari con Scorsese o con uno dei miei compaesani più illustri, Kusturica, facendo da spalla a Jim Carrey o a Leonardo di Caprio, che adoro e stimo. Forse sogno in grande, ma i sogni sono fatti per questo!

Com’è nata la tua carriera da modello? Quali sono gli aspetti che ami di questo lavoro?
La mia carriera da modello è nata per caso. Avevo lasciato un curriculum da Versace candidandomi come venditore, cameriere o per qualsiasi altra posizione e invece venni visto dallo ufficio stile e dal casting director, che mi diede la possibilità di lavorare con loro. Ho quindi cercato un’agenzia che mi rappresentasse e da lì è iniziata la mia ascesa. Della moda mi piace tutto, dalla creazione di un capo alla sfilata stessa, ma la cosa che amo di più è la possibilità che offre di viaggiare molto e scoprire posti meravigliosi! Amo viaggiare, è un’esperienza che mi arricchisce molto!

Qual è la tua idea di stile e cosa porti sempre con te in valigia?
Lo stile è prima di tutto è saper sdrammatizzare l’eleganza con l’attitudine. Ovviamente l’abito non manca mai. Tagli sartoriali, pelle ricamata: voglio che l’outfit abbia un colore deciso e racconti una storia.

L’ultimo libro o brano musicale che ti ha regalato un’emozione.
L’ultimo libro che ho letto è di Charles Bukowski, ‘Post Office’, una gran storia sui cambiamenti e gli stravolgimenti della vita. Vivo constantemente su Spotify, quindi musicalmente seguo tutte le ultime tendenze. Tra i brani più ascoltati ci sono ‘Thunder’ degli imagine Dragons e ‘Young Dumb’ di Khalid.

Alessandro Egger e i social media: come li usi, cosa ti piace postare e cosa no.
Cerco di impostare i social su quello che i miei follower amano di più, comunicando con loro e postando le principali notizie che mi riguardano. Le foto sono principalmente quelle di shooting professionali, pochi selfie. Per me è fondamentale dare un messaggio positivo e spronare chi ne ha bisogno a raggiungere i propri sogni, spesso sfruttando la mia stessa storia, essendo anche io partito da zero.

Una o più luoghi dove vorresti andare e dove ti ricarichi quando non lavori.
Mi piace andare in posti incontaminati, immergermi nel silenzio e nella natura. Pratico la meditazione, fa benissimo.

Ti piace scrivere canzoni… quali gruppi e cantanti segui? Con chi ti piacerebbe collaborare?Prediligo gli artisti che riescono a comunicarmi qualcosa intensamente come R Kelly, Beyoncé, Otis Redding, Jamie Foxx. Sono cresciuto con la musica Black. Presto uscirà un pezzo in collaborazione con Laïoung, artista con il quale sfogo tutta la mia energia. Mi piacerebbe collaborare con Pharrel Williams o William Adams, meglio noto come Will.i.am.

Una o più luoghi che sono per te ricchi di ispirazioni?
Qualunque luogo può essere d’ispirazione se si vive pienamente!

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Photographer| Fabrizio Cestari
Stylist| Stefania Sciortino
Grooming| Emanuela Di Gianmarco using Sisley Paris

Fra madri fatali e grandi temi a Venezia trionfa la fantasia

The Shape of Water, 2017, Twentieth Century Fox Film Corporation, All Rights Reserved

Si chiama ‘The shape of water’ il film immaginifico con il quale il regista messicano Guillermo del Toro si è aggiudicato La Palma d’oro della 74a edizione della Mostra del Cinema di Venezia. La giuria presieduta da Annette Bening e animata dal vivido glamour chanellizzante di Anna Mouglalis ha emesso il suo verdetto valorizzando anche l’Italia alla quale è stata assegnata la Coppa Volpi per Charlotte Rampling protagonista del tricolore ‘Hannah’ di Andrea Pallaoro, inossidabile diva trionfante nella sua giacca di Armani Privé alla cerimonia di chiusura del festival. Nella sezione ‘Orizzonti’ L’Italia conquista un altro premio con ‘Nico 1988’ assegnando un meritato riconoscimento a Susanna Nicchiarelli che ha come protagonista una signora decadente e decaduta e racconta gli ultimi anni di vita della cantante interpretata dall’attrice danese Trine Dyrholm. Il film di del Toro racconta un’America da Guerra Fredda che ricorda molto quella di oggi con una storia fantasy di un uomo pesce prigioniero della malvagità umana e una donna delle pulizie muta. Guillermo del Toro dedica il premio ai bravi registi messicani e lo ribattezza ‘Sergio Leone’. Nella sfilza dei premi svettano Il Gran Premio della Giuria assegnato a ‘Foxtrot’ del regista israeliano Samuel Maoz, il leone d’argento per la miglior regia a un commosso Xavier Legrand che ha diretto ‘Jusqu’à la garde’. Fra le attrici italiane che si sono imposte sul red carpet sulla laguna spiccano Micaela Ramazzotti, principale interprete del film ‘Una famiglia’, distribuito da Bim e diretto dal catanese Sebastiano Riso, in cui la protagonista vende i propri figli per sopravvivere, e l’amore al buio dell’osteopata non vedente interpretata da Valeria Golino in ‘Il colore nascosto delle cose’ di Silvio Soldini, presentato fuori concorso a Venezia in cui l’attrice è affiancata sul set da Adriano Giannini nel ruolo di coprotagonista. Molte coppie hanno sfilato sul red carpet: fra queste Darren Aronofsky, già vincitore del Leone d’Oro per ‘The Wrestler’ con la sua protagonista Jennifer Lawrence, ammaliante in Atelier Versace per il controverso film ‘Mother!’, incentrato, secondo il regista, sui danni che abbiamo arrecato al pianeta, ‘un’allegoria’, come l’ha definito il cineasta, scritto quasi di getto. E poi fuori concorso c’erano Javier Bardem e Penelope Cruz in ‘Loving Pablo’ dove Penelope è l’amante del narcotrafficante Pablo Escobar, ‘un uomo contraddittorio’ come lo definisce il protagonista che ha dovuto prendere peso per entrare meglio nel personaggio. Non sono mancati i pezzi da Novanta di Hollywood: Matt Damon e George Clooney che hanno calcato il tappeto rosso rispettivamente in Versace e Giorgio Armani. Damon ha proposto il suo film ‘Downsizing’ su una realtà miniaturizzata che parla della fantascienza e del futuro dell’umanità, e sempre Damon è nel cast insieme a Julianne Moore nel film ‘Suburbicon’ diretto da George Clooney e scritto dai fratelli Coen che parla dei paradossi dell’America di oggi e delle sue contraddizioni e dove si mostrano dei bianchi che hanno paura di perdere i propri privilegi. Degno di nota il film ‘Il Contagio’ di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, tratto dall’omonimo romanzo di Walter Siti e interpretato da Vinicio Marchioni che arriva nelle sale a ottobre. Ciliegina sulla torta: il miglior brand ambassador dell’eleganza e del talento del bel paese sulla Laguna è stato Alessandro Borghi: multiforme e camaleontico grazie ancora al guardaroba che Gucci gli ha fornito per presenziare alle occasioni ufficiali e davanti ai paparazzi. Un vero gentleman Made in Italy.

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“Roman Rhapsody”: la campagna pubblicitaria di Gucci per la collezione Cruise del 2018

Questa stagione Gucci compie un viaggio a Roma, la città natale del direttore creativo della maison Alessandro Michele, per collaborare con l’emblematico fotografo inglese Mick Rock, colui che ha immortalato numerose leggende del rock and roll, tra cui i Queen e David Bowie.
Il frutto di questa collaborazione ha dato vita a “Roman Rhapsody”, una serie di ritratti schietti, commoventi e affascinanti di persone reali in luoghi reali. I soggetti sono fotografati all’interno dei loro appartamenti o nei giardini della città. Queste immagini costeggiano dei ritratti naturalistici e intimi realizzati in studio per rivelare tutto il carisma dei personaggi.
Questo portfolio vuol essere un omaggio ai veri anticonformisti e agli eccentrici.

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Direttore del video| Chuck Grant
Direttore artistico| Christopher Simmonds

Loco Dice, colui che tramuta la vita in musica

Nata un po’ per fortuna, un po’ per caso e diventata mano a mano sempre più travolgente è la carriera di Yassine Ben Achour, meglio conosciuto come Loco Dice, Dj di fama internazionale, ormai richiestissimo alle consolle di tutto il mondo. Tunisino di nascita, ma adottato da genitori tedeschi, Loco Dice passa la sua adolescenza nella cittadina di Dusseldorf, circondato da musica e dischi, la sua grande passione. Quella del Dj è una storia che parte dall’hip hop e sfocia nella musica tecno, passando per il genere house; è una storia fatta di importanti collaborazioni con famosi artisti del panorama musicale del calibro di Snoop Dog, di emozioni, di viaggi e contaminazioni. Ispirato da tutto quello che lo circonda Loco Dice continua a lavorare duramente per realizzare i propri sogni ancora nel cassetto. Il Dj suonerà presso il Paradise stage durante il Festival BPM in Portogallo il 15 settembre e al Social Music City a Milano il 16 settembre, da non perdere.

Tutti ti conoscono come Loco Dice, da dove viene questo nome?
Loco Dice ha due origini. “Dice” è stato il primo soprannome e proviene dalla mia infanzia, da quando giocavo a Backgammon tra le strade Tunisine. Da quel momento Dice è il nome con cui mi chiamano i miei amici. Loco è venuto fuori anni dopo, una notte a Ibiza, quando sono salito sul tetto dello Space Club determinato a prendere il loro logo. I miei amici urlavano “Dice! Dice!” e la polizia “Loco! Loco!”. Sono scappato senza logo, ma sono rimasto Loco Dice.

Com’è iniziata la tua carriera? Quando hai capito che la musica sarebbe diventata la tua vita?
Sono sempre stato circondato e interessato alla musica. Ho ballato tanto, speso il mio tempo e i miei soldi in negozi di dischi, e a un certo punto ero il bambino col cappuccio che aveva i dischi. Quando una discoteca locale rimase senza un fisso DJ mi chiesero suonare nel locale. Il passo successivo è stato nei primi anni ‘90. E ora sono sempre qui che suono e produco.

C’è un posto in cui vorresti suonare, ma dove non hai ancora avuto la possibilità?
Ci sono così tanti posti che non ho ancora scoperto, che mi sono sconosciuti. Sto lavorando sodo per visitarli e poterci suonare.

Da chi e cosa prendi l’ispirazione per la tua musica?
Prendo ispirazione dai miei viaggi, dalla gente e dal mondo intorno a me, dai cibi e dai profumi. Praticamente da tutto.

Puoi indicarci una canzone che ti emoziona o ti ricorda un momento speciale?
Una canzone per me speciale è “Could You Be Loved”, di Bob Marley. Mi ricorda il mio paese, la mia famiglia e l’infanzia, conserva la memoria di molti momenti della mia vita. È una canzone che mi rende felice.

Qual è il tuo rapporto con la moda? Quanto è importante per te?
Mi piace la moda, ma non ne sono dipendente. Mi piace fare attenzione ai vestiti e agli accessori, combinarli assieme e indossarli, mi piace creare i look delle cose che già possiedo. È simile al modo in cui affronto la musica.

Il tuo tour mondiale, Serán Bendecidos, inizia a Milano poco prima della settimana della moda, rimarrai in zona per assistere a qualche sfilata?
Il tour di Serán Bendecidos è iniziato a Barcellona durante il festival di musica elettronica Sónar e sono contento che continui a Milano. Mi piacerebbe vedere alcune sfilate, ma non so ancora se posso farlo. Sono assorbito dalla produzione e qualsiasi cosa dipende fondamentalmente dal mio programma in studio.

Un accessorio del quale non puoi fare a meno
Ho molti accessori per i quali sono conosciuto. Ne ho sempre uno addosso: un berretto, un grillz, bracciali, anelli…e qualsiasi altra cosa.

Quali sono i tuoi sogni e idee per progetti futuri?
Ho molti sogni e lavoro duramente per farli diventare realtà. Come il sogno che sto vivendo ora.

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CESARE LEONARDI, L’ARCHITETTO DELL’ARTE

Cesare Leonardi, 1965 ca. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi.

Oggi, venerdì 15 settembre, nell’ambito del festivalfilosofia 2017, dedicato alle Arti, viene inaugurata la mostra monografica Cesare Leonardi. L’Architettura della Vita, che occuperà fino al 4 febbraio gli spazi di Palazzo Santa Margherita e della Palazzina dei Giardini di Modena. A cura di Andrea Cavani e Giulio Orsini, il grande evento espositivo è organizzato e prodotto dalla Galleria Civica di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di ModenaArchivio Architetto Cesare Leonardi.
La prima grande retrospettiva dedicata a Cesare Leonardi presenta in tutte le sue sfaccettature l’eclettico artista modenese, che si è occupato di architettura, urbanistica, fotografia, design, pittura e scultura, ricercando costantemente il limite tra progettazione e pratica artistica. La mostra espone la ricca raccolta di opere e documenti che sono conservati nella sua casa-studio, attualmente sede dell’Archivio. La Poltrona Nastro, il Dondolo, la Poltrona Guscio e molti altri arredi sono comparsi su riviste e libri di design internazionali degli anni ‘70 e sono esposti nei più importanti musei del mondo, dal MOMA di New York al Victoria and Albert Museum di Londra, fino al Vitra Design Museum di Weil am Rhein.
Più che una semplice mostra di architettura, l’esposizione si ripropone di illustrare la visione dell’artista sul concetto di progettualità a tutto tondo, che attraversa diverse aree disciplinari senza soluzione di continuità. Poltrona Nastro e Solidi si trovano in un accostamento antitetico, quasi fossero stati progettati da autori diversi, mentre, invece, rappresentano il punto di partenza e l’esito di un percorso – dall’oggetto perfetto al sistema artigianale – che si è sviluppato con gradualità e coerenza. Un percorso controcorrente rispetto ai canoni della contemporaneità.
Illustra la mostra il catalogo Cesare Leonardi. L’Architettura della Vita, disegnato da Bunker, che si è occupato anche del progetto grafico e del sito web della mostra.

Cesare Leonardi. L’Architettura della Vita
15 settembre 2017 – 4 febbraio 2018

Galleria Civica di Modena
www.galleriacivicadimodena.it

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DOLCE&GABBANA THE ONE: un classico senza tempo

Sulle note di “Tu vuò fa’ l’americano”, l’attore inglese Kit Harington, noto per il suo ruolo nel Trono di Spade, passeggia per le strade piene di vita del centro di Napoli, condividendo sorrisi, piatti della tradizione italiana e qualche passo di danza con gli abitanti del luogo. Il nuovo video documentario diretto da Matteo Garrone racconta l’essenza della fragranza firmata Dolce&Gabbana The One for Men, un classico intramontabile ma dal carattere contemporaneo, che riflette il fascino, il carisma e la sicurezza dell’uomo Dolce&Gabbana, in un mondo in cui tutti possono essere The One.
Creato da Olivier Polge e lanciato nel 2008, The One for Men Eau de Toilette racchiude un raffinato accordo di legni orientali e tabacco accompagnato dalle energiche note speziate e vegetali del coriandolo, del basilico, del cardamomo e dello zenzero: un concentrato mascolino di eleganza e ricercatezza.

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Miu Miu Women’s Tales

Celia Rowlson-Hall e Chloë Sevigny

La fine della storia per Celia Rowlson-Hall

In occasione del Festival del Cinema di Venezia 2017, il 31 agosto scorso sono stati presentati il tredicesimo e il quattordicesimo cortometraggio inerenti al progetto Miu Miu Women’s Tales, nato sei anni fa con l’idea di scandagliare i cambiamenti dei concetti di femminilità e vanità del XXI secolo, proprio attraverso la visione delle più brillanti cineaste contemporanee. La regia, un ambito d’azione prettamente maschile, sta finalmente evolvendo e omaggia, per la sensibilità e la bravura, personaggi femminili potenti, con un bagaglio culturale importante. Il corto (The [end) of history illusion], diretto dalla ballerina e coreografa Celia Rowlson-Hall, pluripremiata performer americana, è ambientato in un rifugio antiatomico di Las Vegas negli anni ’50: all’iniziale atmosfera briosa si contrappone il mutamento, confuso e dominato dal panico, di quando suonerà la sirena dell’allarme nucleare. L’ispirazione per il plot, seguendo il pensiero della regista, non è che una metaforica traslazione del ruolo della donna, in un gioco di superficie e sotterraneo. Il mondo, ancora, fatica a fidarsi del potere femminile: la moda, in questo senso, può essere un veicolo per sviluppare personaggi fortemente caratterizzanti e realisti. La Rowlson-Hall ha pensato proprio alla donna Miu Miu, “vivace, fiera, sensibile e disposta a rischiare”, mentre i tessuti e i colori della collezione ultima hanno ispirato i personaggi e lo spazio abitativo del cortometraggio. La regista ha voluto centrare l’attenzione sulla precarietà del vivere odierno, dove la perfezione è una pura illusione e la paura affligge l’umanità, facendo scattare quell’allarme che suona per avvertire tutti (non il singolo) del pericolo che ci sovrasta.

Provaci (ancora) Chloe

Il tredicesimo cortometraggio di Miu Miu Wome’s Tales, affida la macchina da presa ad un’icona fashion, già ingaggiata dai migliori stilisti nonché dai più prodigiosi registi indipendenti e di nicchia, sulla scena fin da giovanissima, a metà degli anni ’90: la musa anticonformista Chloë Sevigny, pioniera delle attuali fashion influencer. “Carmen”, la sua seconda prova da regista, è un’ indagine introspettiva sulla vita di un’artista di cabaret divisa tra amore ed arte, pronta ad aprirsi agli altri, nonostante le critiche, una performer, una donna, che come tale soffre la paura e la disperazione di poter essere dimenticata. Carmen Linch, scelta dalla Sevigny come protagonista, sa lavorare perfettamente sulle diverse sfumature delle donne di oggi, donne con una strada ancora lungo davanti per la parità dei diritti. La regista, da sempre abile a scegliere collaborazioni raffinate, in bilico fra ricerca estrema e glamour pop, mai priva di un proprio taglio intellettuale e un indubbio gusto estetico, ha colto al volo l’opportunità di Miu Miu WT per mostrare la potenza del talento femminile e far capire al pubblico la vulnerabilità dell’esistenza delle donne in questa società moderna, mai totalmente convinta della loro forza interiore.

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Bad Deal, Street style e story telling per il brand finalista di WION

Lei ha studiato fashion journalism e ha lavorato in redazioni importanti, lui è un conosciuto street artist e writer. Marina Rubini e Zoow24 hanno fondato insieme Bad Deal, marchio di streetwear in cui ogni capo, dalle T-shirt al denim customizzato, è confezionato dentro a un libro e accompagnato da una favola. Colpisce l’attitudine al racconto, declinata in vari modi, dalla realizzazione dei capi al packaging, che sicuramente è un importante tratto distintivo del lavoro dei due giovani creativi, così come la propensione alle collaborazioni e alle contaminazioni di stile. Finalisti dell’ultima edizione declinata al maschile dell’importante concorso “Who is on Next?”, tenutasi lo scorso giugno a Pitti, Marina e Zoow24 sono tornati a Firenze dove già avevano portato Bad Deal nelle ultime edizioni della fiera. Noi abbiamo intervistato Marina, per farci meglio raccontare non solo l’esperienza fiorentina, ma anche il mondo creativo e i progetti del brand.

Partiamo dall’esperienza di WION. Cosa ha rappresentato per voi? Qual è l’importanza di un concorso come questo? Che ricordi portate con voi di questa manifestazione?
Ricordo la sera prima della presentazione ufficiale della nostra collezione. Eravamo nella nostra casa sui colli bolognesi e nell’aria c’era una gran bella energia. Abbiamo staccato la spina da quella collezione che ci ha tenuti sui tavoloni da taglio per gli ultimi due mesi, giorno e notte e fino al momento di uscire davanti alla giuria. Ci siamo dimenticati di tutta la tensione e la fretta che ci avevano portato fino a lì. È stato come se la collezione fosse sempre esistita e vivesse di vita sua da sempre. WION è stata per noi l’occasione di confrontarci con altri talenti, di scoprire come lavorano, come vedono la moda, come sono arrivati lì, qual è stato il loro percorso.

Mi raccontate la collezione che avete portato a Pitti?
Abbiamo presentato una collezione ispirata al confronto tra l’immobilità dei monumenti delle città e la fugacità di un treno che passa, senza fermarsi in banchina. Abbiamo preso capi classici e polverosi del guardaroba maschile e li abbiamo contaminati di contemporaneità. L’intramontabile trench sfoderato e rifoderato con una tela, completamente riempito di scritte e graffiti. Che sono la nostra anima, il mondo dal quale veniamo. Quello della scrittura su carta stampata e quello della street art sui muri e sulle lamiere. Abbiamo chiamato questa collezione “ASAP”, che sembra un po’ essere il mantra di questa nostra generazione che vuole tutto e possibilmente subito e l’abbiamo messo in relazione con gli anni ai quali noi ci ispiriamo, che sono quelli che ci hanno visti bambini . Quelli di Beat Streat e delle Tartarughe Ninja. Anni nei quali il momento aveva una sua importanza. Oggi sciupiamo il tempo, senza nemmeno rendercene conto. Per quanto riguarda lo stile, invece, abbiamo accostato materiali sacri come il fresco di lana di Ermenegildo Zegna e altri profani come il triacetato delle tute vintage adidas. La seta e la spugna. I moschettoni degli zaini Invicta usati per regolare le maniche delle felpe. I nostri jaquard declinati in bomber, maglioni, tute intere.

Più in generale, quali le caratteristiche del marchio? Che cosa vi contraddistingue?
Una bulimia creativa. Una continua ricerca di “diverso”. Siamo un incidente estetico.

Come immaginate il vostro acquirente? Chi indossa i vostri capi e a chi pensate quando li create?
Non pensiamo a nessuno in particolare quando disegniamo, altrimenti questo ostacolerebbe la nostra creatività. I nostri capi, oggi, li indossano i rapper, i ragazzi che vogliono la grafica forte sulla T-shirt, ma anche la donna che abbina la giacca di jeans costumizzata all’abito lungo o il maglione alla gonna di seta plissettata.

C’è dietro al marchio una grande voglia di raccontare, lo story telling è proprio nel vostro dna. Non è un po’ in controtendenza in un momento storico in cui vince l’immagine modificata con un filtro, la realtà distorta di certi social?

In assoluta controtendenza. È la nostra sfida!

Spring/Summer Collection 2018

Parlando di social. Quanto è stato importante il web per voi in queste poche stagioni dalla nascita del marchio?
Ci ha messo in contatto con tante persone che ci scrivono per avere qualcosa di Bad Deal, per sapere dove possono trovarlo, che fanno il tifo per noi.

In che modo si lavora in due e come vi dividete i compiti?
Facciamo tantissima ricerca, ognuno per i fatti suoi, in modo da poter essere davvero liberi di elaborare le idee e di abbozzare la collezione. Sono periodi lunghi, nei quali ci facciamo coinvolgere da tutto. La filosofia con la quale viviamo questi momenti è “Steal the best”, rubiamo il meglio dalla natura, dagli animali, dalla città. Poi arriva la fase di confronto, di interminabili giornate nel nostro studio. Iniziamo così a decidere cosa vogliamo comunicare. Poi insieme seguiamo la campionatura. Io la parte dei tessuti, dei colori, delle lavorazioni. Lui quella delle grafiche. Per un prodotto come il nostro, che lavora molto con lo jaquard, è fondamentale che la grafica venga tradotta in maglia, così come è stata disegnata.

Proprio per come vi presentate, per il packaging dei capi, le collaborazioni, anche se il vostro pubblico potrebbe essere molto giovane, vi vedo prendere le distanze da quel fast fashion a cui molti ragazzi si rivolgono. Sbaglio?
Vero. Veniamo dalla cultura dei giocattoli. Ne abbiamo interminabili collezioni, per questo ci piace vendere un prodotto che abbia l’involucro che merita. Un capo contemporaneo, ma con la sua identità, che non vuole essere confusa.

Mi date una anticipazione su cosa state lavorando al momento? Progetti e sogni per il futuro?
Stiamo creando i contenuti per il nostro e-commerce, che lanceremo a breve. Vogliamo farlo crescere in modo da poter rispondere a tutte quelle persone che vorrebbero un pezzo di Bad Deal. Inoltre, stiamo lavorando a delle belle collaborazioni. Una delle quali nata grazie a WION.

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Fall/Winter Collection 1718

Tagliatore sceglie Londra come simbolo di cultura ed eleganza senza tempo

Il sapore, creato dai mitici Beatles nel lontano ’69 con la loro ultima esibizione sul roof del numero civico 3, forse non lo si percepisce più nella londinese Savile road, ma la famosa strada è pur sempre un riferimento importante per il mondo del fashion. Per questo il noto brand Tagliatore, tutto italiano da 3 generazioni, con Pino Lerario come direttore creativo, ha girato per la stagione FW 17 un nuovo video ambientato proprio in Savile Road dove eleganza è la parola chiave. Il marchio, lontano dalle banalità e dalle imperfezioni, propone una linea con uno spiccato gusto English classico senza tralasciare, con le nuove linee e nuove trame, la comodità e il comfort che da sempre lo contraddistingue. L’artigianalita del made in Italy è comunque messa in primo piano, come il gusto dandy-rock delle catene presenti nei capi realizzati dalla famosa manifattura.

www.tagliatore.com

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L’impresa di Filippo Colnaghi: Ain’t no mountain high enough

Sembrava un fotomontaggio ma era tutto decisamente reale: la foto di Filippo Colnaghi sul Monte Bianco in doppiopetto, camicia e pantaloni è stato un vero successo su tanti tabloid. L’immagine mostra il ventisettenne che, dopo una scalata fino a 4810 metri di altezza e 20 km di cammino, sembra pronto per un pranzo di lavoro tanto gli abiti sono perfetti. Grazie ai materiali no-stiro e antipiega della linea Formal Activewear di Traiano, brand milanese nato 2 anni fa proprio da un’idea del giovane imprenditore, l’impresa di coraggio e forza, finora unica, è diventata una prova tangibile che anche una piccola start-up può assurgere ad alti risultati se il prodotto, in questo caso elegante e tecnico allo stesso tempo, è di alto livello e sa rivolgersi ad un pubblico curioso e attento all’eccellenza, la comodità e soprattutto, la qualità.

www.traiano.com/it

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Gli accessori indispensabili per il rientro

Non c’è granché da dire, il ritorno alla scrivania è difficile per tutti. Il suono fastidioso della sveglia è tornato a tormentare chiunque. Le ferie sono terminate. Ed ecco che torna la routine, allora perché non movimentarla facendosi un piccolo regalo? Un nuovo profumo firmato Issey Miyake, per esempio, vi accompagnerà nella prossima stagione, così come una nuova cartella da ufficio firmata Santoni. Anche un nuovo paio di occhiali può servire per dare un twist al look monotono di tutti i giorni, come quelli Dolce&Gabbana o una bella cravatta, Berluti le propone classiche, ma anche in maglia. Perché non darsi un tono e cambiare anche l’accessorio d’ufficio per eccellenza, la penna, che potrebbe diventare anche un portafortuna oltre che uno strumento utile ed efficace? Noi consigliamo l’eleganza e la qualità firmata Montblanc. Diesel lancia, invece, un orologio dalle mille funzioni e dal design pulito, perfetto per la città e le gite fuori porta, così come lo zainetto Puro che, proposto in nero o colorato, arricchisce il suo design con qualcosa di cui ormai non possiamo fare a meno: il carica batterie. Portachiavi con messaggi di speranza “HOPE” firmato Fendi o musicale da appendere allo zaino di Jamo? Qualsiasi sia la vostra scelta, l’allegria è assicurata. Purtroppo, con il ritorno in città ritorna anche la stagione del vento e della pioggia, noi vi consigliamo di arrivarci preparati, date un’occhiata alla giacca con dettagli a contrasto Cividini, per un autunno tra comfort e tendenza.

Festival di Venezia: un Lido di eleganza maschile

È appena terminata l’ultima edizione, la 74esima per essere esatti, della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Molti i personaggi noti arrivati a presentare la propria ultima fatica, che vedremo nei prossimi mesi sul grande schermo. Alcuni anche in coppia, come Jennifer Lawrence, al Lido per promuovere “Mother!”, del compagno regista Darren Aronofsky, o come George Clooney, la cui moglie Amal, in formissima dopo il recente parto, ha conquistato tutti indossando uno splendido Atelier Versace. E se si è parlato tanto, in bene e in male, degli outfit scelti dalle signore, noi abbiamo dato un’occhiata agli uomini sul red carpet del Festival di Venezia.

Eccovi lo stile al maschile che si è visto nei giorni passati.

Iniziamo la nostra carrellata di attori che hanno sfilato sul red carpet di Venezia proprio con George Clooney, che veste un completo di Giorgi Armani. Come si fa ad essere così rilassati e cool in un abito da sera? Lui ci riesce benissimo, perfetta vestibilità del capo e papillon della misura giusta. L’accessorio migliore, però, è il suo sorriso!

Elegantissimo anche Matt Damon, sempre in Giorgio Armani, al Lido per il film “Suburbicon”, diretto dall’amico Clooney. Forse per l’emozione dell’evento, non si è accorto che il papillon andava un po’ per i fatti suoi. Per questa volta lo perdoniamo!

Ci piace Eduardo Valdarnini, che indossa un total look Valentino alla première di “The Suburra the series”. Stile meno ingessato dei soliti completi da sera, con un farfallino sottile che si nota. Lui forse è un po’ impacciato, ma si farà.

Sorprende Giuseppe Fiorello, anche lui in Valentino, per la scelta del bianco, coraggiosa e non per tutti, ma lui sembra davvero a suo agio e ci piace questa personalità così anticonformista.

Si è scritto molto del ‘padrino’ di questa edizione Alessandro Borghi, che ha scelto look decisamente non convenzionali. Sì ai completi, ma, ad esempio, questo di Gucci Heritage è nero, jacquard con motivo floreale e anche la camicia è nera. Ci piace in un uomo questa voglia di osare. Forse meritava un po’ più di attenzione il fitting dei pantaloni. Ma con la giacca a due bottoni e ricamo ton sur ton sulla schiena e camicia DYI bianca con ricami personalizzati sul colletto, tutto sempre Gucci, lo troviamo perfetto. È nata una stella?

Più casual Vinicio Marchioni, che torna a Venezia, dopo aver collezionato numerosi riconoscimenti negli anni passati, con “Il Contagio”, in concorso alle Giornate degli Autori. Marchioni ha indossato capi di Manuel Ritz durante tutta la durata della 74esima Mostra del cinema di Venezia. Per il giorno ha scelto il blu, alternativa all’onnipresente nero.

Chiude la nostra carrellata Giampaolo Morelli, l’amatissimo Ispettore Coliandro della tv, al Lido per il film Ammore E Malavita”, che ha indossato uno smoking nero della collezione Emporio Armani.

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Pitti Fragranze n.15 a Firenze: la migliore profumeria artistica internazionale

Da venerdì 8 a domenica 10 settembre, Pitti Fragranze è il salone evento di Pitti Immagine che ha presentato, nel capoluogo toscano, le proposte più attrattive del panorama artistico globale. Un palcoscenico unico nel suo genere, che osserva l’universo del profumo a livello globale: le essenze più pregiate, le novità per la bellezza ed il benessere, il packaging più attraente. Sono 220 i marchi presentati in questa nuova edizione (di cui il 63% provenienti dall’estero) che propongono linee classiche e nuovi talenti, essenze dai profumi familiari e inusuali esperimenti, fragranze antiche e proposte tutte da scoprire. Dal tema dei saloni estivi di Pitti Immagine – Boom, Pitti Blooms – nasce l’idea per il nuovo simbolo di Pitti Fragranze – Blooming Newforms – che narra una dimensione rivisitata del mondo del profumo, fatta anche di forme visive d’ispirazione digitale, create per le piattaforme social e per il pubblico di nativi contemporanei: le fragranze vivono e si trasformano nelle cose che osserviamo muoversi sugli schermi delle installazioni all’interno della mostra. Un tema visualizzato dalle forme create per il salone dal graphic designer Diego Soprana e messe in atto con gli scenari dell’architetto Alessandro Moradei.

Alla Leopolda spiccano essenze da ogni parte del mondo.

Dalla grande e inarrivabile profumeria francese, come il marchio storico Fragonard, erede di una lunga tradizione nel cuore di Grasse, alla tradizione inglese di Floris, la profumeria inglese indipendente più antica del mondo che compie 287 anni. Il segreto del loro successo? Da quasi tre secoli non seguire le regole della moda, senza passare mai di moda. E ancora, l’estremo lusso orientale come Kajal Perfumes di Dubai, che trae ispirazione dal settore benessere della cultura indiana. Sono le spezie il tema principale che contraddistingue questa edizione di Pitti Fragranze. Le potenzialità di quelle esotiche, usate con grande ritmo anche in cucina, sono al centro di innumerevoli ispirazioni. Il pepe, in particolare, è usato in tantissimi prodotti e rappresenta l’elemento chiave di fragranze presenti anche nell’area Spring, una parte del salone destinata ai nuovi nomi e alle linee emergenti, che si presentano per la prima volta al grande pubblico internazionale come, 4160Tuesdays, Abel Vita Odor, Alchimista, Atelier Oblique, Di Ser, Eris Parfums, Fiilit Parfum du Voyage, Francesca Bianchi, Gabriella Chieffo, Migone dal 1866, Parco1923, Sammarco, Sergio Scaglietti, Simone Andreoli Diario Olfattivo, Surface, Waters + Wild, Youfirst Pura Rinascita, AllViolettaBoutique.Com, Yvra.

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RAF SIMONS PRESENTA LA SUA SS18 PER CALVIN KLEIN 205W39NYC

La collezione CALVIN KLEIN 205W39NYC, realizzata da Raf Simons, per la primavera 2018 si ispira al cinema, alla fabbrica da sogno di Hollywood e alle sue rappresentazioni dell’ incubo americano e del sogno americano potente.
I codici estetici dei protagonisti cinematografici sono remixati, vengono date nuove interpretazioni e celebrazioni.

All’allestimento della sfilata ha dato il proprio contributo l’artista Sterling Ruby, con l’installazione site specific Sophomore, fatta di grandi pon pon colorati e altri elementi, volti a ricreare il mondo di «un teenager americano idealizzato».

Esplorando l’America, Raf Simons ha trovato Andy Warhol – un artista il cui lavoro ha contribuito a definire sia l’identità contemporanea della cultura americana, sia le percezioni del mondo. In collaborazione con The Andy Warhol Foundation for The Visual Arts, personalizza alcuni modelli con i ritratti di personaggi immortalati da Warhol.

Photo Credit @Giovanni Giannoni

www.calvinklein.com

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FOOD-À-PORTER

Prendete un giovane chef, che guarda anche al design nei suoi piatti, unite cinque designer, ciascuno con un tocco di estetica molto personale; shakerate il tutto e otterrete cinque proposte culinarie inaspettate, che saranno i piatti di benvenuto del menu del ristorante, 28 Posti, durante la Fashion Week milanese.
Marco Ambrosino è il giovane chef di 28 Posti, gli stilisti che hanno accettato la sfida sono: Vivetta, Paula Cademartori, Arthur Arbesser, Massimo Alba e Miahatami. 
I piatti in questione sono un’interessante unione di tradizioni e sapori, nati da differenti combinazioni di tre ingredienti scelti dallo chef, con l’aggiunta di un ingrediente “del cuore” scelto dallo stilista.
Il 20 settembre, Massimo Alba presenta il piatto nato dalla combinazione di zucca – sambuco – semi di zucca. Il 21 tocca a Vivetta, con barbabietola – yogurt greco – semi di basilico. Il 22 Arthur Arbesser aggiunge la senape a rapa – lattuga – limone. Il 23 Miahatami unisce i pistacchi iraniani ad anguria – daikon – alghe e il 25, Paula Cademartori completa questa combinazione con il suo quarto ingrediente, il dragon fruit.

www.28posti.org

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MASERATI, IL RESTYLING DI DUE MODELLI ICONICI

La storia centenaria della Maserati vedrà, nel corso del 2018, il rilancio di due modelli iconici. GranTurismo e Gran Cabrio – spiega Marco Tencone, responsabile stile della casa del Tridente – continuano a rappresentare Maserati meglio di qualsiasi altro modello. La loro eleganza, il loro carattere sportivo e ogni singolo dettaglio ne fanno tutt’oggi due portabandiera”. Il “new look” dei due modelli non delude le aspettative e il loro design, come da tradizione della casa bolognese, è sempre relazionato alla performance, al raggiungimento di un target. Raramente, infatti, il team stile ha un approccio decorativo. L’integrazione di elementi tecnici è finalizzato, dunque, al raggiungimento dei target aerodinamici best in class: si tratta per entrambi i modelli di un aggiornamento della matita senza tempo di Pininfarina. Analizzando le due autovetture singolarmente, è interessante notare che Il lifting della gamma Gran Cabrio sarà più essenziale e con due versioni: Sport e MC. Il perfezionamento degli esterni riguarda i paraurti, che variano senza stravolgere il carattere originale dell’auto. In particolare, quello anteriore presenta una calandra esagonale più grande, a “muso di squalo”, circondata da un inserto cromato. La parte frontale della vettura si ispira ad Alfieri, la concept car presentata nel 2014 per il centennale del marchio e che ne ha anticipato le future tendenze in ambito design. Al restyling esteriore di Gran Cabrio si aggiungono le prestazioni eccellenti del motore aspirato V8 da 460 CV di fabbricazione Ferrari e il comfort artigianale dei 4 sedili singoli in pelle Poltrona Frau®. Due versioni (Sport e MC) anche per la Gran Turismo, la lussuosa coupé 4 posti che nel tempo è diventata una delle Maserati più rappresentative mai costruite. Mentre la linea slanciata della carrozzeria è rimasta intatta, il paraurti posteriore è stato ridisegnato. Il design appare, dunque, più lineare. L’auto, inoltre, si caratterizza per una migliore suddivisione dei volumi. Il motore presenta le medesime prestazioni della gamma Gran Cabrio, così come le stesse tipologie di interni. Altro attributo, che rende Maserati un icona globale, è l’ultra efficiente (e nuovo) sistema di infotainment, che porta la tecnologia in auto a livelli da avanguardia.

www.maserati.it

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DAVINES E L’ETICA DELLA BARBA

Grazie all’expertise dello specialista della rasatura Francesco Cirignotta, il brand haircare Davines ha presentato una gamma di top product per una barba perfetta. Il beauty concept si formula nel complesso equilibrio tra sostanza e forma, bellezza e sostenibilità, al fine di migliorare le nostre vite e il mondo attorno a noi. Sostenibilità intesa come efficacia del prodotto e sicurezza del cliente, grazie all’utilizzo di ingredienti naturali dallo spirito artigianale. Dunque, si può legittimamente parlare di “sostenibilità” come “etica” del prodotto, ossia qualcosa che apporta valore alla vita quotidiana. Francesco Cirignotta, titolare del salone FC Style Barber nel cuore della Darsena milanese, è un esperto di Pogonotomia (dal greco “Pògon”, barba e “Tomé”, tagliare) e collabora con Davines da diversi anni, condividendo la sua filosofia. Insieme hanno delineato gli step essenziali per una barba perfetta e hanno identificato i prodotti da utilizzare per ottenerla, perché nel corso della vita un uomo si rade circa 20mila volte. Questa frequenza è stata identificata come un necessario gesto di routine, interpretato più come un dovere, che come un piacere. Davines e Francesco Cirignotta vogliono condurre il cliente a riscoprire il desiderio di un rituale di cura e attenzione verso il proprio corpo. Il primo step per una rasatura ottimale è quello della preparazione: dunque detergere il viso utilizzando acqua calda, rendendo meno aggressivo l’impatto del rasoio. Il prodotto consigliato è Davines Naturaltech Detoxifying Scrub Shampoo, ottimo alleato per liberare il bulbo del pelo dalle impurità che vengono a crearsi. Step 2: la rasatura. Si applica Davines Authentic Balsamo Idratante,massaggiando con le dita in modo circolare, allo scopo di attivare l’ossigenazione dei tessuti e ammorbidire la pelle. L’ultimo passo è quello della protezione. Una volta terminata la rasatura, bisognerebbe applicare un prodotto lenitivo e idratante, dedicato al ripristino idrolipidico e alla protezione della pelle. Tre, in questo caso, i prodotti consigliati: Davines Naturaltech Calming Superactive, siero che riduce immediatamente l’irritazione e svolge un’efficace azione lenitiva, Davines Authentic Burro Restitutivo, per nutrire la pelle e proteggerla dall’azione batterica (indicato nelle stagione invernali), e infine Davines OI Oil, più adatto per le stagioni calde.

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HOROS: la nuova collezione di Kai Dunkel

HOROS come danza, tra misteriosi luoghi sotterranei che conducono a un non-spazio dove tutto può accadere. Questo è lo sfondo scelto da Kai Dunkel, fondatore dell’omonimo brand tedesco lanciato nel 2015, per presentare la collezione HOROS per l’autunno/inverno 2017-2018.
Kai Dunkel si distingue da sempre per i suoi abiti dal taglio unico e innovativo, caratterizzati da forti contrasti e accostamenti di materiali differenti, che conferiscono alle collezioni il loro aspetto particolare. Tutti i capi sono creati in Germania e la qualità del design e della costruzione sartoriale è l’assoluta priorità del marchio. L’obiettivo di Kai Dunkel è quello di portare la moda a un livello successivo, creando stili urbani che guardano oltre, anticipando le tendenze future. Le affascinanti storie raccontate dalle collezioni contribuiscono a formare un cosmo in continua espansione, che assorbe l’individuo. Il fondatore del marchio e il regista Nico Meyer-Brenkhof lavorano all’espansione di questo cosmo fin dall’inizio della loro collaborazione, che si basa sull’abilità creativa sia dello stilista che del regista, così come del sound designer e del fotografo. L’idea al cuore di ogni progetto influenza l’intero apparato creativo e si esprime pienamente in ciascun fashion film. Il designer, infatti, ha scelto il fashion film come modalità di espressione creativa per la sua collezione, ribadendo, ancora una volta, la vocazione interdisciplinare del marchio, che si snoda attraverso varie forme d’arte. La scelta di non concentrarsi su un unico mezzo espressivo, ma di spaziare fra diversi media, è stata effettuata per dare profondità alle collezioni, che possono essere apprezzate e percepite dal pubblico attraverso una sollecitazione multisensoriale. L’interdisciplinarietà alla base di ogni creazione comprende anche l’implementazione dell’approccio scientifico, con tessuti che sono lavorati attraverso differenti applicazioni. L’elemento caratterizzante di Kai Dunkel è il contrasto: capi neri strutturati da cuciture forti e controllate che manifestano sicurezza e autorità si alternano a tessuti bianchi che, invece, rappresentano la vulnerabilità dell’uomo dinanzi alla perdita di controllo. La trasformazione è costante e apre le porte a destinazioni sconosciute e nuove possibilità, in una sequenza fluida di spazi inesplorati. I forti contrasti sottolineati dalla sovrapposizione di materiali differenti conferiscono alla collezione il suo carattere unico e distintivo. Il design di qualità e le tecniche sartoriali danno un valore aggiunto alla collezione, disegnata in modo tale da fornire una sorta di protezione a chi la indossa contro dimensioni ignote.

Qui il film 

kaidunkel.com
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I gioielli che colpiscono i sensi

Audace, provocatoria, talentuosa. È Betony Vernon, designer di origini americane, trapiantata a Parigi, antropologa sessuale, autrice di libri ed educatrice del benessere sessuale. Le sue creazioni sono state esposte in numerose mostre internazionali, da Londra a Parigi e anche a Milano. Con la collezione di gioielli “Paradise Found – Fine Erotic Jewelry”, la sua missione è di abbattere i tabù della società legati al sesso e di diffondere un’immagine più libera e consapevole della sessualità, legata all’accettazione di sé e al benessere. MANINTOWN l’ha intervistata per soddisfare qualche curiosità.

Ti definisci “un’antropologa del sesso”. Perché hai deciso di studiare le relazioni sessuali?
Come quasi tutti, sono sempre stata affascinata dalla sessualità, e questo fascino non è mai stato represso. Penso perché non ho avuto la guida ferma dei miei genitori durante la crescita. Quando ho iniziato a disegnare la collezione Paradise Found Fine Erotic Jewelry ero, in effetti, molto ingenua nel pensare che chiunque considerasse l’esperienza sessuale come me. Volevo solo divertirmi ed esplorare me stessa. Ho cominciato a tratteggiare la Sado-Chic 25 anni fa, come risposta al mercato di quel tempo. Mi ha permesso di capire che la sessualità condiziona ogni aspetto della nostra vita. Negli anni, mi sono convinta di come la nostra sessualità sia influenzata dalla religione, dalla politica e dal sistema in generale. Lo studio della sessualità umana pervade tutto il mio lavoro e inevitabilmente mi ha consentito di occuparmi delle relazioni e della delusione del sesso, così come dei suoi piaceri. Fondamentalmente mi sforzo di demolire i tabù del piacere. È impossibile superare i limiti sessuali se non siamo consapevoli di come questi limiti ci siano stati imposti, e così sono rimasta affascinata dall’antropologia sessuale. Chiedo costantemente a me stessa come la nostra sessualità si sia formata nei secoli. Questo è fondamentale per capire, rimodellare e ridefinire la nostra identità sessuale oggi.

Secondo te, come si può raggiungere un’armoniosa relazione intima?
Le relazioni intime positive dipendono dall’apertura e dalla volontà del partner di esplorare e sperimentare insieme la sfera sessuale. Essere aperti a provare nuove sensazioni e situazioni è cruciale per una relazione duratura. Infatti, come ogni altro rapporto, l’intimità ha bisogno di essere accesa e nutrita. La novità è fondamentale per l’eccitazione sessuale e questo richiede da parte nostra una conoscenza, una consapevolezza e un senso di avventura per rinnovare costantemente i rapporti. Credo anche che imparare a curare il corpo come un insieme sessuale è essenziale per accrescere la soddisfazione. Questo richiede che si imparino a utilizzare gli strumenti e le tecniche per la stimolazione di tutto il corpo. Questo è il tema centrale del mio libro The Boudoir Bible – The Uninhibited Sex Guide for Today (Rizzoli).

Qual è il rapporto tra design e sensualità?
Come designer credo che sia mio compito rendere le esperienze quotidiane più eccitanti e sensuali. Non importa cosa stia disegnando, io punto a coinvolgere i sensi e, quando è possibile, a reinventare l’esperienza sensoriale. Le mie creazioni colpiscono i sensi. Per me design e sensualità sono interdipendenti.

Qual è la funzione principale della tua linea di gioielli erotici?
È quella di migliorare l’esperienza sessuale. Il mio scopo come designer è anche quello di annullare l’antichissima idea secondo cui il sesso è qualcosa di scadente o di sporco. Voglio elevare la nostra sessualità a qualcosa di sacro. Creo una risposta durevole e che salvaguarda il corpo rispetto a un mercato in cui questi valori sono raramente presi in considerazione. Invito i miei collezionisti a rivalutare l’estetica sessuale. Vorrei, attraverso i miei gioielli erotici produrre una stimolazione di tutto il corpo, che era, ed è ancora, considerata da molti come “deviante” o “perversa”, nell’ambito di un comportamento sessuale accettabile e perfettamente sano.

Qual è il pezzo più rappresentativo della tua collezione?
Penso che sia la Boudoir Box. È un oggetto che ho tenuto segreto per 18 anni e che oggi fa parte della mostra Medusa, al Museo di Arte Moderna di Parigi. Esibire questo pezzo è stata una decisione difficile da compiere, ma sono arrivata ad accettare il fatto che fosse giunto il mio momento di venire alla luce. Utilizzavo la Boudoir Box per viaggiare con i miei lavori, per appuntamenti privati con i collezionisti, prima che ci fosse un luogo adatto per la vendita. Devo dire che i commercianti erano innervositi dal mio lavoro all’inizio. La Boudoir Box può contenere dai 21 ai 70 pezzi della mia collezione erotica e include uno degli oggetti che credo rappresenti meglio l’intera collezione. È chiamato The Petting Ring. La sua forma “ci costringe” a compiere il gesto del Chi-Mudra, che associamo normalmente allo yoga, alla meditazione e a un pensiero fisso. Un buon amante è presente e focalizzato solo sui piaceri dei sensi! Il Petting Ring è dedicato al gentleman, e porta su un’altra dimensione la masturbazione maschile.

I gioielli possono rendere le donne più sicure di sé?
Assolutamente, ne sono testimone ogni volta, per esempio quando metto un Lovelock Collier attorno al collo di una donna. Immediatamente lei raddrizza la schiena e sorride perché si sente bella, sexy e più potente. Lo stesso accade per gli uomini. Rendere le persone più sicure è un elemento importante di ciò che faccio.

I tuoi trucchi per sedurre un uomo?
Vestiti per spogliarti… ti fa sentire sexy! Tuttavia, la cosa più importante è amare se stessi, prendersi cura di sé, sedursi e, inevitabilmente, si sedurranno gli altri.

Cosa attrae gli uomini di una donna?
È tutta una questione di chimica. So che non suona molto romantico, ma tutti sappiamo che quando non c’è chimica non c’è desiderio. Una delle domande che le persone mi rivolgono più spesso è: come mantenere vivo il desiderio? Il desiderio rimane vivo quando teniamo attivo lo spirito da bambino che è dentro di noi, giocoso, desideroso di imparare, esplorare e scoprire, che vuole amare e non si chiede se quell’amore sia meritato. Lo spirito bambino desidera anche godersi la vita, e questo è molto attraente.

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YOGA PER LUI

Illustrations by Tommy Parker

Uomini e yoga? Certo. In realtà lo yoga era una pratica propria dei bramini che escludeva la partecipazione delle donne fino agli anni ’30. Ma come trovare il proprio stile? Esistono moltissime varianti di questa disciplina, i cui benefici, derivanti da una pratica costante, sono ben noti: si riducono gli ormoni dello stress, si migliora la flessibilità e il tono muscolare, senza contare il benessere mentale, riflesso in un aspetto molto più rilassato e giovane. Per godere appieno di questi benefici è indispensabile trovare il giusto stile, in relazione al proprio corpo e alla propria personalità. Noi di MANINTOWN ci siamo ispirati ai consigli del maestro Ahmed Zambarakji e abbiamo selezionato sette stili di yoga tra i più efficaci e in voga in questo momento. Una mini guida per invogliare anche i più restii, che si sentono persi tra le varie possibilità. Con qualche indirizzo utile tra Milano, Torino e Roma.

BIKRAM YOGA

Ottimo per gli estremisti. È lo stile più diffuso al mondo e consiste in una lezione di 90 minuti che prevede 26 posture statiche e due esercizi di respirazione. La particolarità distintiva (ed estrema) è la location: una stanza riscaldata fino a 40°C, la temperatura di Calcutta, dove si pratica yoga regolarmente e con ottimi risultati. È stato scientificamente provato che queste condizioni climatiche rendono il corpo più malleabile, riscaldano e allungano i muscoli, i legamenti e i tendini, secondo precise sequenze che sono state studiate appositamente per sfruttare al massimo il potenziale umano. Non per ultimo, favorisce il dimagrimento in breve tempo. I motivi per provarlo sono molteplici, sicuramente tra tutti menzioniamo l’esercizio alla concentrazione, alla consapevolezza del proprio corpo e alla gestione del dolore e della fatica, che aumenta la capacità di resistenza. Non esiste un limite di età, tutti possono farlo. L’accorgimento fondamentale da osservare, vista la temperatura elevata dell’ambiente, è l’idratazione: si consiglia di bere tre litri d’acqua al giorno e di reintegrare la giusta dose di liquidi e sali minerali.
Milano: Spera Yoga
Torino: YogaUnion
Roma: Bikram Yoga Roma

ASHTANGA YOGA

L’ashtanga vinyasa yoga è stato diffuso grazie a Pattabhi Jois a partire da Mysore, in India, durante il secolo scorso e si compone di tre sequenze molto complesse, la cui corretta e piena esecuzione richiede molta pratica. La parola vinyasa implica un fluire continuo da una posizione a un’altra senza pause, con il respiro sincronizzato al movimento, cosa che richiede una grande concentrazione, resistenza aerobica, forza nella parte superiore del corpo e abilità nell’usare il respiro come una forza idraulica che contemporaneamente purifica il corpo. Le posizioni sono riprese dalla ginnastica, dal body building e dagli esercizi dell’allenamento militare.
Milano: Ashtanga Yoga Milano
Torino: Yoga Sutra Studio
Roma: Ashtanga Yoga Research Institute

JIVAMUKTI YOGA

La scuola Jivamukti è stata fondata da Sharon Gannon e David Life, nella New York degli anni ’80. Il termine Jivamutki può essere tradotto dal sanscrito come “liberato in vita” e, infatti, la filosofia che è alla base si fonda sull’interconnessione tra gli uomini e tra gli uomini e la terra. Si basa sulla sequenza vinyasa, che implica un approccio dinamico e intenso, al cui centro c’è la meditazione, la musica e il canto dell’ohm.
Nei centri Jivamukti Yoga, di cui il più famoso è a New York ed è amato da molte celebrities, è possibile seguire diverse classi, tra cui la Spiritual Warrior Class, a sequenza fissa, per chi ha solo un’ora a disposizione, e le Open Class, aperte a tutti, in cui si lavora su sequenze vinyasa ogni volta diverse e ci si concentra anche sulla meditazione.
Milano: Bali Yoga
Roma: Ryoga Rome Trastevere

IYENGAR YOGA

Questo stile prende il nome dal maestro B.K.S. Iyengar, considerato uno dei precursori dello yoga moderno, che ha dedicato 96 anni a questa disciplina. Molto puntiglioso con la struttura, l’allineamento e la disciplina, il guru ha scritto una serie di testi fondamentali, compreso Light On Yoga, che sono obbligatori per i praticanti di yoga di qualunque stile. Il suo stile eponimo è molto terapeutico e si rivolge in particolare a coloro che si stanno riprendendo da lesioni muscolari o allo scheletro. Le classi prevedono l’uso di attrezzi come blocchi, cinture e corde che diano un sostegno psicologico e fisico allo studente. Le classi potrebbero non essere dinamiche come l’ashtanga o il power yoga, tuttavia questo stile richiede un grande livello di precisione per compiere adeguatamente tutte le posture per lungo tempo. Esistono più di 200 posture (ognuna con un numero infinito di modifiche possibili) e sarvangasana o sirsasana (verticali) per il tempo di 25 respiri o più, uno sforzo di concentrazione, forza di volontà, forza del respiro e fisica. La profondità e la consapevolezza di ogni singolo muscolo in queste posizioni lunghe e statiche inducono il praticante in uno stato di meditazione.
Milano: Iyengar Yoga Institute Milano
Torino: Studio Iyengar Yoga
Roma: Studio Iyengar Yoga

KUNDALINI YOGA

Importato in Occidente nel 1968 dallo Yogi Bhajan, Kundalini yoga è pensato per accrescere la vitalità fisica e la limpidezza mentale di chi lo pratica. Come bonus extra, tende anche a innescare stati di coscienza amplificati negli studenti più devoti. Prima che diventasse pubblico, il Kundalini yoga era una pratica tantrica riservata ai saggi e ai governanti indiani. Questi ultimi utilizzavano regolarmente la meditazione, il canto, il controllo del respiro ed esercizi come il kriyas per svegliare il potere del serpente che credevano risiedesse dormiente alla base della spina dorsale. Viaggiando per tutti i sette chakra, il serpente risvegliato procede attraverso i blocchi emozionali e psicosomatici, inducendo uno stato di consapevolezza spirituale amplificata. Questo stile è perfetto per chi cerca un allenamento intenso con una buona dose di spiritualità.
Milano: Kundalini Flow
Torino: Kundalini Yoga Torino
Roma: Circolo Kundalini Yoga

RESTORATIVE YOGA

Diametralmente opposto agli stili più intensi, il restorative yoga richiede mitezza e passività. Questo approccio allo yoga coinvolge posture terapeutiche da mantenere per qualche minuto uno alla volta, andando in profondità nel tessuto connettivo e permettendo al corpo di aprirsi gradualmente. È possibile che si esegua solo qualche postura in un’ora di lezione. È una pratica basilare e lenta, adatta a chi presenta lesioni o corpi non molto flessibili. Le sequenze prevedono l’utilizzo di tanti attrezzi che aiutano a eseguire la posa in sicurezza e senza aggravare le lesioni. Gli uomini che fanno sollevamento pesi o gli atleti di resistenza esplosiva che corrono lunghe distanze beneficeranno del progressivo sbrogliarsi di tessuti distorti. Il riscaldamento potrebbe temporaneamente migliorare la flessibilità per 90 minuti, ma gli esercizi lunghi e statici faranno allungare i muscoli progressivamente e più naturalmente. Le sequenze possono presentare delle pose difficili da eseguire, ma sono proprio quelle a essere le più efficaci.
Milano: Restorative Yoga
Torino: Yoga Union

DOGA

Per ultimo, lo stile perfetto per gli amanti degli animali. Nato negli Stati Uniti e molto praticato in Giappone, si tratta di una disciplina che prevede le posizioni dello yoga classico e tecniche di meditazione e respirazione da effettuare, però, insieme al proprio cane. Questa esperienza aiuta anche a rafforzare il legame con il proprio animale, favorendo il rilassamento di entrambi. Come afferma, senza traccia d’ironia, la fondatrice Mahny Djahanguiri “Tu sei lo yogi, loro sono il dogi”.

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