ASI MOTOSHOW 2017 – La passione in pista

A maggio di quest’anno, all’autodromo Riccardo Paletti di Varano de’ Melegari è andata in scena la sedicesima edizione di ASI Motoshow, organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano. È una kermesse motoristica, dedicata esclusivamente al mondo delle due ruote classiche. È la più grande e importante in Europa, che ha riunito migliaia di appassionati che si sono dati appuntamento in pista, nei paddock e sulle tribune dell’autodromo parmense, per poter ammirare da vicino l’imponente spettacolo offerto dalle 751 motociclette schierate, suddivise in diciannove batterie in base alla data di costruzione del mezzo. Presenti all’evento e sempre capaci di magnetizzare su di loro l’attenzione dei fans, campioni del mondo del calibro di: Manuel Poggiali, Freddie Spencer, Loris Capirossi e dell’insuperabile Giacomo Agostini, quindici volte iridato, il pilota più titolato nella storia del motociclismo. Tutti, sia prima che dopo aver indossato casco e tuta per la pista, si sono pazientemente concessi al bagno di folla con scatti e autografi di rito; un’umanità particolare, un’umanità coi piedi per terra e con il gas a martello.
Il primo giro di pista, non senza emozioni, è stato appannaggio di Roberto Loi (presidente ASI), dell’onorevole Giuseppe Romanini e del sindaco di Varano, Giuseppe Restiani, accompagnati da Palmino Poli, Presidente della Commissione Manifestazioni Moto, e Ariel Atzori, vicepresidente ASI, vere anime dell’organizzazione. Subito dopo l’inaugurazione, tutte le moto dei partecipanti hanno affrontato cordoli e asfalto per il primo turno di giri in pista.
Sono state spettacolari le sfilate di MV Agust,a in memoria di Ubaldo Elli e quella delle Motobi, a ricordo di Primo Zanzani. Divertente e singolare l’iniziativa ‘100×50’, che ha visto sfilare un centinaio di cinquantini contemporaneamente. A più riprese, gli aerei storici dell’HAG (Historical Aircraft Group) hanno sorvolato acrobaticamente il tracciato, esibendosi in precisi passaggi a bassa quota.
Al termine dei vari passaggi il testimone delle sfilate è passato alle Cagiva. Poi è stata la volta delle “Eterne Rivali”, che ha visto sfidarsi amichevolmente i marchi Harley Davidson e Indian, Vespa e Lambretta, BMW e Honda, Automoto Triciclo e Triciclo Perfecta.
Alle spalle del rettifilo centrale, nell’area paddock, campioni come Giacomo Agostini (in pista con la Yamaha TZ750), Freddie Spencer (in pista con la Honda NSRV 500 2T), Manuel Poggiali, Loris Capirossi, Pierpaolo Bianchi (con la Honda da GP di Cadalora), Pietro Giugler, Carlos Lavado e Piefrancesco Chili (per citarne alcuni) hanno pazientemente affrontato la folla di appassionati, una volta smessi i panni a loro più consoni. In quest’area erano esposti anche numerosi mezzi storici, tra cui le pioniere Automoto Tricycle 300 e la Perfecta Turismo 310, entrambe risalenti al 1898, che hanno avuto l’onore di essere gli esemplari più antichi della manifestazione.
Come da tradizione, è andata in scena anche la Grande Parata dei Campioni, ovvero quaranta titoli mondiali in sella – nella maggior parte dei casi – alle moto con cui hanno vinto, che hanno ancora una volta emozionato il pubblico di ASI Motoshow accalcato sugli spalti, con alcuni giri in pista, rievocando le imprese e le vittorie delle loro formidabili carriere.
Robert Pirsig, autore de “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” (autobiografia di un viaggio in moto tra il reale e il metaforico attraverso gli States, ndr) evidenzia in maniera semplice la differenza tra una due ruote e un’automobile: «In macchina sei sempre in un abitacolo. […] Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei nella scena e la sensazione di presenza è travolgente». La moto è proprio così, è la libertà di uno stile in movimento che non ha eguali. Un rapporto tra uomo e macchina fatto di passione, rispetto e una buona dose di pazzia: non sono forse questi gli ingredienti principali delle storie più durature?

Photos by Carlo Di Pasquale
®Riproduzione Riservata

Xavier Rudd, il musicista arrivato dal mare

È sempre a piedi nudi, sa suonare talmente tanti strumenti, tra cui il didgeridoo, la chitarra, l’armonica e il tamburo azteco, che non bastano le dita di due mani per contarli. È un surfista nato, un vegetariano convinto e un attivista per i diritti umani e per la salvaguardia del pianeta. Promotore dell’idea “things meant to be, will be”, Xavier Rudd ha lo sguardo profondo, le braccia tatuate e i capelli biondi, è nato a Torquay, in Australia, da padre aborigeno e madre metà irlandese e metà olandese. La sua musica e la sua visione ottimistica del mondo s’intrecciano in modo permanente e il suo suono è profondamente influenzato dal questo punto di vista umanistico. Nel corso degli otto album registrati in studio, questo giovane polistrumentista ha entusiasmato il pubblico con un suono organico, che gli è valso diversi premi e menzioni. A metà aprile 2017 è tornato in Europa con lo straordinario live, registrato nel maggio 2016 in Olanda, allo storico TivoliVredenburg, spettacolo emblematico di quel tour europeo sold out, e a metà giugno ha solcato di nuovo i palcoscenici italiani con tre date d’eccezione. Qui, ci ha raccontato delle sue ispirazioni, di suo nonno e delle risate in riva all’oceano.

La musica della tua terra e le origini sono molto importanti per te. La tua musica parte da lì?
Sì, sicuramente. Da bambino non sapevo neanche di scrivere canzoni, inventavo semplicemente delle melodie sulle quali cantavo le cose che mi succedevano. Era un processo totalmente inconsapevole. Ed è, in un certo senso, quello che faccio ancora adesso: metto in musica le cose che vivo, né più né meno. Scrivere canzoni è parte di me, è essenziale. Come respirare.

Quando hai deciso che saresti stato un musicista?
Direi quando avevo dieci anni, ma sono sempre stato attratto dalla musica, anzi è la musica che mi ha trovato.

Da dove o da chi trai più ispirazione?
Direi davvero da tutto. Ogni mio album, ogni pezzo che scrivo proviene da dentro, da quello che vivo. È come un diario di viaggio fisico, emotivo e spirituale. Tutte le mie esperienze formano il viaggio della mia musica.

Come vivi quando sei a casa, nel tuo villaggio?
Vivo vicino al mare, lì è tutto molto tranquillo. Quando non sono in tour mi piace vivere come una qualsiasi persona normale che abita sulla spiaggia: faccio surf e mi rilasso. Non amo particolarmente circondarmi di persone. Mi piace stare fuori, andare a sedermi vicino al fuoco, navigare, correre, nuotare. Sono attivo, amo ascoltare la Terra. Non guardo la TV o cose del genere.

Viaggi tanto, c’è un luogo con il quale hai legato di più?
Difficile. Trovo bellezza e sintonia in tanti posti diversi. Penso di riuscire sempre a trovare luoghi che mi piaceranno. Mi sono sentito benissimo anche in Sud Africa, ad esempio.

Cosa ti fa ridere?
Interessante. Se intendi ridere e stare bene, direi stare con i miei amici, intorno a un fuoco sulla spiaggia. È quando siamo più in pace e in armonia che ridiamo davvero.

L’uscita di questo live è stata molto importante, è un disco diverso dagli altri.
Sì, è come una retrospettiva del mio lavoro. Il tour in Europa era stato venduto tutto ed eravamo molto elettrizzati. C’era una carica speciale, l’energia era enorme e si sentiva una forte intenzione positiva nella gente. Abbiamo avuto l’opportunità di registrare le ultime due notti a Utrecht e ho pensato che sarebbe stata una buona idea soprattutto per noi come riferimento, documentare dove eravamo.

E poi tu sei legato con l’Olanda da tuo nonno.
Non ci ho mai pensato, però sì potrebbe. C’era un’energia molto forte in quelle sere. Quando abbiamo ascoltato di nuovo la registrazione, era come se avessimo catturato un po’ di magia, in particolare l’ultima notte e quindi sono felice di condividere, ora, quello che sento come il miglior prodotto live a questo punto della mia carriera.

Photos by Arterium
®Riproduzione Riservata

Cinecult: Baywatch di Seth Gordon

Teste solide e cuori teneri gli eroi della saga di grande successo dei bagnini degli anni ’90 con David Hasselhoff e Pamela Anderson che tornano anch’essi come cammei nel 2017 nel film ‘Baywatch’ diretto da Seth Gordon e distribuito da Universal Pictures. Stavolta la missione dei due super bagnini, Mitch Buchannon (Dwayne Johnson) e Matt Brody (Zac Efron), due ‘supereroi’ semidei umanizzati con muscoli scolpiti e grande spirito di gruppo, è tentare di fermare una pericolosa criminale Victoria Leeds (Priyanka Chopra) che sembra una perfida e splendida Bond Girl che vuole accaparrarsi, comprandola rapacemente, l’intera spiaggia di Emerald Bay per farne la copertura di loschi traffici di droga e omicidi. Il film in cui regna la simpatica figura di Johnson, aitante ma anche molto ironico e saggio (“Baywatch non è un lavoro, è una famiglia e una comunità, un modo di vivere”, gli mettono in bocca gli autori del film), è un ottimo motivo per fare un ripasso di come eravamo negli anni ’90 e soprattutto dei corpi statuari che ci piacevano e che lentamente stanno tornando di moda come prorompente fenomeno di costume. Nel cast giganteggiano personaggi prodighi di gag esilaranti e modelle belle come sirene che prendono molto sul serio la responsabilità di sorvegliare e controllare la salute e il benessere dei frequentatori di Emerald Bay. Notevoli le scene d’azione come quella subacquea in cui Zac Efron è avvolto nelle fiamme palesemente riprodotte al computer. Nel cast si conquistano una discreta popolarità anche Summer (Alexandra Daddario) e Amber (Izabel Goulart). Merita una menzione speciale la simpatia e la bravura di Zac Efron che è un po’ un antieroe e ‘gioventù bruciata’ in libertà vigilata nel cast del film. Commedia pop carica di umorismo, fisicità, adrenalina, ottima per chi vuole godere della visione di corpi statuari e di personaggi molto divertenti e a tratti un po’ demenziali come è giusto che sia. Perché si tratta di un film che è una rivisitazione altamente comica e avvincente della serie originaria.

®Riproduzione Riservata

C’ERA UNA VOLTA L’OPIFICIO SAN NILO

Less is more. Quando è la Natura a ispirare un prodotto, non c’è bisogno di molto altro. Questa la filosofia di Opificio San Nilo, un marchio di fitocosmesi nato dall’iniziativa di un farmacista romano, il Dr. Luigi Macchiagòdena, che ha voluto creare qualcosa di differente dalle comuni proposte commerciali. Grazie alla sua esperienza nella farmacopea, i prodotti cosmetici sfruttano i principi attivi estratti dai vegetali: le materie prime sono i fiori, le piante e i frutti, trattati con lavorazioni artigianali, alcune di queste effettuate a mano, come una volta. Niente etichette dall’INCI kilometrico, ma solo principi funzionali vegetali, combinati da una buona chimica di laboratorio. La proposta dell’Opificio San Nilo è ampia e comprende creme con diverse funzionalità, idratanti, rigeneranti, anti-age, opacizzanti e rigorosamente senza parabeni, ma anche bagni doccia e shampoo, sia per lui che per lei. In questa stagione, un’ottima idea regalo per una donna potrebbe essere la crema corpo “prova costume” o il trattamento nebulizzato contro gli inestetismi della cellulite, i veri alleati must have dell’estate. Proprio in virtù della loro purezza e genuinità, è consigliabile consumare i prodotti in un periodo di tempo non superiore ai tre/quattro mesi dopo l’apertura. Sempre targate Opificio San Nilo, le fragranze ambientali sono studiate in collaborazione con i migliori nasi profumieri francesi, che hanno ideato combinazioni particolari e armoniose, come fico e mela o melagrana e uva fragola, diffuse attraverso bastoncini di rattan, che, per ottenere una profumazione più intensa, andrebbero capovolti ogni due/tre giorni. Semplicità e naturalezza caratterizzano anche il packaging: flaconi e vasetti minimal, dall’aspetto vintage, sono realizzati con materiali riciclati e, a loro volta riciclabili, nel totale rispetto dell’ambiente in cui viviamo.

opificiosannilo.com

Vedi anche -> Agocap.it

®Riproduzione Riservata

https://www.youtube.com/watch?v=6cS7EXc5AUg&feature=youtu.be

Milano-Puglia, alleanza di gusto

Nel “laboratorio del gusto” di Antonio Moscara, ponte ideale tra Milano e la Puglia, si investe nella ricerca delle materie prime; la tradizione enogastronomica della sua amata terra è esaltata nei colori, nei sapori e nei profumi, che si traducono in una ricca varietà di piatti meravigliosamente unici. “Pasta fatta in casa, pesce dei nostri mari, verdure dolci, amare e piccanti….” queste le memorie culinarie tramandate di generazione in generazione, che ora vivono di una gloria tutta nuova al Moscara Terra D’Otranto.

Un menù tradizionale e variegato, racconta come una mappa dettagliata, ogni angolo di Puglia. Già a partire dagli antipasti, il tour gastronomico si apre con grandi classici, come le “pittule”, crocchette tradizionali del Salento da gustare con vin cotto, o come il morbidissimo polpo in pignatta (uno dei fiori all’occhiello dello chef ndr), servito con le mitiche friselle, per poi proseguire con puntarelle croccanti, gamberi, scampi e ricci di mare. Mai sazi, si continua con pasta fresca, da tradizione chiamata “scurtighiatta”, fatta con purè di fave, cicoria e pancotto; in alternativa orecchiette con cime di rapa, cicoria e pecorino, o la “ciricì e tria” ovvero la versione salentina di pasta e ceci.

Per onorare la tradizione tricolore il menù di Moscara Terra D’Otranto si arricchisce di una selezione di pizze specialim, che ovviamente portano alto lo stendardo pugliese, con ricette e combinazioni di sapori, inedite. Preparate con farina biologica integrale, vengono lasciate lievitare naturalmente e  cotte in forno a legna, per essere quindi proposte a pranzo e cena come piatto salutare, digeribile, leggero e non per ultimo come mix sfizioso di sapori tradizionali.

Per Antonio, la cucina è una pura forma d’arte in continua evoluzione, da sperimentare e da condividere con gli altri. Testimoni di questa squisita accoglienza, possiamo toccare con mano il piccolo grande regno Moscara, trapiantato a Milano in spazi completamente rinnovati. Il restyling artistico, curato dall’architetto Fabio Novembre, non solo amico e conterraneo, ma anche uno degli architetti-designer più noti a livello internazionale, ha restituito al locale un fascino tutto nuovo,  ispirato ai frantoi ipogei salentini scavati nella roccia.

L’instancabile ambizione del proprietario, rende più che mai viva questa parentesi culinaria doc; da pochissimo arricchita di uno spazio-enoteca, dove apprezzare i prodotti delle piccole realtà d’eccellenza pugliese, magari proprio attorno ad una tavola imbandita.

www.moscaraterradotranto.com

®Riproduzione Riservata

DENIM IS ALWAYS A GOOD IDEA

alessio guadagnuolo e jin seng

Ultimo appuntamento con la Lee Jeans tribe. Per concludere, MANINTOWN propone l’intervista con il mixologist Alessio Guadagnuolo, che, in occasione dell’evento organizzato al TOM- The Ordinary Market a Milano, ha preparato cocktail ricercati e raffinati, e con il DJ della serata Jin Seng, un cacciatore di ritmo appassionato di vinili.

Come ti descriveresti?

AG: Mi ritengo un ottimista di natura, determinato, curioso, sempre a caccia di “conoscenza”.
JS: Positivo, energico, curioso e spontaneo.

Come descrivi il tuo lavoro? 

AG: È un lavoro dinamico, creativo, artistico, in continua evoluzione.
JS: Non lo vivo come un lavoro, quanto piuttosto come qualcosa che stimola la mia empatia e la mia creatività e che mi permette di trasmettere un’emozione, qualsiasi essa sia, attraverso musica rigorosamente in vinile.

Come indossi il denim?

AG: Io con la moda ho un feeling semplice, mi piace vestire comodo. Un jeans abbinato alla più BASIC T-shirt bianca, per me è perfetto.
JS: Mi piace indossarlo abbinandolo a t-shirt bianca, occhiali da sole e sorriso smagliante.

Quando e quanto lo indossi?

AG: Lo utilizzo in molte occasioni, ma lo preferisco nel tempo libero.
JS: Praticamente sempre, ma lo indosso più facilmente nelle giornate di sole, non chiedetemi perché.

Che tipo di jeans preferisci?

AG: Personalmente preferisco jeans scuri e di taglio REGULAR. Sono un evergreen per me.
JS: Decisamente skinny, anche se in consolle o quando vado a ballare preferisco indossare dei regular per stare più comodo.

Come si lega il denim al tuo lavoro? 

AG: In modo perfetto! Noi del TOM utilizziamo il DENIM in gran parte del nostro “abbigliamento da lavoro”.
JS: Mi viene in mente la copertina di uno dei miei primi dischi “Revolution of the mind”, concerto live del maestro James Brown, dove lui veste interamente jeans con il suo stile inimitabile. È per me fonte di ispirazione costante e mi capita di immaginarlo vestito come in quella foto.

Cosa ti è piaciuto, in particolare, di questo progetto Lee? 

AG: L’atmosfera artistica e l’unione di diverse attività, tutte legate, però, da un unico scopo: sentirsi liberi.
JS: La cosa che più mi ha piacevolmente sorpreso di questo progetto è stato capire quanto il denim sia intramontabile: appartiene a tutti, indipendentemente dal tipo di lavoro e stile di vita, proprio come la musica.

www.lee.it

®Riproduzione Riservata

Taste the City – Il Test Drive 2.0

4 date, 4 ristoranti, 4 vetture per ogni tappa. Questo il nuovo concetto di test drive che la storica concessionaria milanese AutoRigoldi sceglie per i suoi ospiti e clienti. Una staffetta che coniuga la passione per le quattro ruote con i piaceri del palato, a bordo di 4 vetture di punta nel parterre Rigoldi.

Due gli showroom scelti per le serate: Via Pecchio 10 e Via Inganni 81/A. Da qui parte la gimcana di nuovi modelli Škoda e Volkswagen, guidati da driver esperti per raggiungere le quattro stazioni gourmet sparse per la città e prendere così parte ad una cena del tutto innovativa.

Guidare con gusto claim della campagna Taste The City – è sicuramente il motto più indicato, per questa iniziativa gastronomica meneghina 2.0 I fortunati ospiti, ma anche gli appassionati che hanno potuto iscriversi attraverso le pagine Facebook di AutoRigoldi e di Club Milano (media partner dell’iniziativa), non hanno fatto altro che accomodarsi e farsi accompagnare da un ristorante all’altro, con l’intrigante suspance di una meta sconosciuta.

La ruggente carovana Volkswagen, ha visto entrare in scena due Tiguan, la Nuova Golf 1.6 Tdi e la Golf GTE, per un comfort di guida sempre diverso da poter alternare durante il corso della serata.

Primissimo pit stop per deliziare i commensali: Party Like Russians, declinazione insolita del classico food truck, a base di caviale e champagne, all’ombra dell’arco di Piazza XXV Aprile. Proseguimento senza indugi alla volta di Trattoria Trombetta, proposta milanese dello chef stellato brianzolo Giancarlo Morelli, dove mangiare un buon risotto diventa questione d’onore. Location d’eccezione per la terza tappa, che vede in primo piano l’accoglienza del Chiostro di Andrea, angolo romantico dove assaggiare gli “sgagnini” di Andrea Alfieri.

Perfetta conclusione di serata: l’immancabile spuntino della mezzanotte; ancor più apprezzato se a base di prodotti doc, come i tagli di carne più pregiati di Macelleria Popolare, laboratorio fronte Darsena di Giuseppe Zen (creatore del fenomeno “Mangiari di Strada”); o come le preparazioni tradizionali di (R)esistenza Casearia.

www.autorigoldi.it

®Riproduzione Riservata

#CIRCUITRAINING5

Ultima sessione di allenamento con i circuiti ideati dal preparatore atletico Paolo Barone in esclusiva per MANINTOWN. La forza richiesta è massima: in tutti gli esercizi ad alta intensità il battito cardiaco sale molto, quindi si consiglia di avere un cardiofrequenzimetro per monitorare la frequenza cardiaca. È importante anche portare sempre dell’acqua con sé e osservare dei tempi di recupero adeguati, altrimenti non si riesce a completare il percorso. In questo caso dopo 40 secondi di attività per ogni stazione, si raccomanda di rispettare 2-3 minuti di recupero.

Riscaldamento

Corsa leggera di almeno 15/20 minuti

Camminata stile “boot camp”

L’esercizio consiste nel camminare sui gomiti, alternando braccia e gambe e tenendo contratto l’addome. L’allenamento stile marines sfrutta il peso corporeo ed è l’ideale da eseguire all’aria aperta.

Salto del fosso

Come uno squat jump, ma più intenso. Questo esercizio è efficace per tutta la catena inferiore, quadricipiti e glutei. È importante non atterrare mai né sull’avampiede né sul tallone ma su tutta la pianta, ammortizzando bene.

Salto del muretto

L’esercizio può essere eseguito in due modi: salto sopra il muretto e discesa (versione facilitata)

Oppure salto dell’ostacolo, con un lavoro di forza esplosiva. Quest’ultima consiste nella capacità da parte del nostro sistema neuromuscolare di esprimere elevati gradienti di forza nel minor tempo possibile. In pratica, permette di sviluppare la potenza e la capacità di rispondere più rapidamente a un’azione.

Side Plank

Esercizio specifico per gli addominali obliqui, il side plank lavora sulle fasce oblique del core che aiutano a ruotare il dorso e a stabilizzarlo. Si comincia distendendosi a terra su un fianco, poi, portando un gomito sotto la spalla in posizione perpendicolare, con l’avambraccio fisso a terra, si solleva il corpo, mantenendo le gambe tese. Per renderlo ancora più impegnativo, si possono sollevare il braccio e la gamba: tenendo questa posizione per circa 40 secondi il muscolo traverso si contrae e rimane attivo con una forte intensità.

Addominali isometrici

Questo esercizio consiste nel mantenere una determinata posizione senza muoversi, ma inducendo comunque una contrazione muscolare sull’addome. Staccando il busto dal terreno, si sollevano di 45 gradi braccia e gambe insieme (che devono rimanere tese).

Photographer paolobaronephotography
Stylist Chiara Troiani

Model Max Maestri

Sweater Scuderia Ferrari
Shorts Lacoste Sport
Sneakers Model’s own

®Riproduzione Riservata

Donne al top: da Cinecittà a Hollywood. Passando per la TV.

Questa volta guardiamo chi, tra le attrici italiane, ha raggiunto la consacrazione oltreoceano (e quindi ha firmato i contratti più redditizi) e chi sono le conduttrici che hanno più successo nei nostri palinsesti. La regina indiscussa è Monica Bellucci: la madrina del Festival di Cannes 2017 fa parte del cast della terza stagione di Twin Peaks, la serie attesa da 25 anni, inoltre lo scorso anno ha fatto parte del serial Mozart in the jungle, senza contare che ha recitato in due capitoli della trilogia di Matrix (Reloaded e Revolution). Negli anni 2000, è stata musa di Spike Lee, ed era suo il ruolo della regina in I fratelli Grimm e l’incantevole strega, al fianco di attori del calibro di Matt Damon e del compianto Heath Ledger.

Tra le attrici italiane, che hanno sfondato a livello internazionale, ricordiamo Ornella Muti, Claudia Cardinale e Giovanna Mezzogiorno, ma la giovane Alessandra Mastronardi si sta dando da fare per crearsi una carriera che non sia solo italiana. Napoletana, classe 1986, è famosa soprattutto per essere stata Eva nella fiction, I Cesaroni, con il tempo, però, si è pian piano allontanata dalle produzioni made in Italy. Prima la parte in To Rome with love, di Woody Allen, poi in Life, di Anton Corbijn, infine il ruolo di Francesca in Master of None, web serie di Netflix. Come se non bastasse è anche ambasciatrice Chanel. Anche se, con Karl Lagerfeld dice lei, ha un rapporto di grande soggezione e gli parla pochissimo.

Altra attrice che di recente abbiamo visto sul grande schermo in produzioni hollywoodiane, è Claudia Gerini che, assieme a Riccardo Scamarcio, ha avuto una parte in John Wick 2, al fianco di Keanu Reeves e di Lawrence Fishburne, entrambi protagonisti in Matrix. Insomma, mica i primi due incontrati per strada.

Rimanendo nel nostro Paese, Ambra Angiolini è nel suo periodo d’oro. Oltre ad aver recitato in molti film negli ultimi anni (ha esordito relativamente tardi, nel 2007 in Saturno contro) l’ormai “ex ragazza” di Non è la Rai ha trovato la quadratura del cerchio. Giudice saggio nel serale di Amici di Maria De Filippi – record di ascolti del sabato sera – tiene una media di due (anche tre) film all’anno. Questa primavera l’abbiamo vista al cinema in La verità, vi spiego, sull’amore, e a breve la vedremo nel film per la tv, Il fulgore di Dony, diretto da Pupi Avati.

In Italia, però, è il piccolo schermo a fare da padrone, non il cinema, dove purtroppo si va sempre meno. Ne è la prova la battaglia che nasce ogni volta che si deve discutere o rinnovare un contratto dei divi della “prima serata”. Ma anche del “pomeridiano”, a ben vedere. Una delle regine dello share è Maria De Filippi, che nella seconda settimana di febbraio abbiamo visto praticamente dappertutto. Di pomeriggio, nel salotto di Uomini & Donne, poi ad Amici e infine la sera, all’Ariston, per condurre in coppia con Carlo Conti il Festival della canzone italiana. Con uno share del 50,7%, è stata la kermesse canora più seguita dal 2006 a oggi. Oltre al potere in termini di share, la De Filippi ha anche una società di produzione, la Fascino PGT, in comproprietà con la RTI, del gruppo Mediaset. Un doppio potere per un doppio guadagno, in termini monetari. Altra donna dello spettacolo che è nome di punta in casa del “biscione” è sicuramente Barbara d’Urso. Il suo salotto tv fatto degli ospiti più eterogenei può far storcere qualche naso: insulti, nervi tesi e discussioni dai toni quasi mai pacati, potrebbero sembrare eccessivi e creati ad arte per far alzare vertiginosamente lo share, ma il punto è proprio questo, i dati di ascolto danno ragione alla d’Urso. Quest’anno ha vinto a mani basse la sfida dell’auditel, nella fascia oraria pomeridiana e soprattutto in quella domenicale. Chissà se il prossimo anno verrà creato un format in grado di farle cedere la corona?

Chi, invece, riesce a sbaragliare la concorrenza, di qualsiasi tipo, è Antonella Clerici. Da mezzogiorno in poi, per un’ora e mezza, le attenzioni dei telespettatori sono tutte per lei. Dominio assoluto per la compagna del petroliere Vittorio Garrone, che, con La prova del cuoco, da ormai 17 anni fa incetta di ascolti. L’edizione 2016-2017 si è ormai conclusa, il prossimo anno, però, sono attese novità per il programma di cucina della Rai: che sia un cambio al timone? Anche se ciò avvenisse, la Clerici potrebbe benissimo avere successo in altri format. Lei sa spaziare nei generi, ricordiamo che ha condotto due volte il Festival di Sanremo (2005 e 2010), è stata mattatrice a Ti lascio una canzone, ed è reduce dal programma Standing Ovation. La Clerici sarà impegnata anche la prossima stagione tv in un format musicale?

®Riproduzione Riservata

36

Frank Gallucci classe 1986, apre il suo blog alla fine del 2013 dopo aver ultimato i suoi studi in materia politico-economica e un soggiorno in Australia. Il focus che continua a sviluppare per il suo blog è il menswear e il lifestyle italiano con uno stile sempre riconoscibile e coerente. Instancabile nella ricerca di nuovi trend da affiancare ad uno stile classico che per scelta non abbandona mai, Frank con la sua presenza costante sulla scena internazionale delle fashion week si è ritagliato un ruolo ben definito nel panorama degli influencer, tanto da essere nominato da fashionbeans.com una dei punti di riferimento per lo streetstyle. Tra le sue passioni, oltre alla moda, i viaggi, il mondo del fitness e le auto. Attualmente è impegnato su numerosi progetti per sviluppare il suo blog e il prossimo anno lancerà la sua capsule collection alla quale sta già lavorando intensamente.

www.frankgallucci.com

Liu Jo Uomo FW17: tante personalità, un unico stile

Si riconferma protagonista della campagna Liu Jo Uomo per la collezione F/W 17, Francisco Lachowsky, modello e influencer con 1,7 milioni di follower su Instagram, ambassador del marchio nella passata stagione.
Le immagini della collezione, realizzate dal fotografo Byron Mollinedo Winkler, sono in bianco e nero alternate a frame a colori, e mostrano un uomo con uno stile urban, metropolitano, a volte rock, un uomo ricercato, dal touch intellettuale, gentleman, al passo con i tempi e gli stili via via scelti, un uomo che passa da un giubbino in pelle o una camicia jeans, al classico cappotto di cammello, senza mai perdere la propria identità di stile.

www.liujouomo.it

®Riproduzione Riservata

MOSCOT LANCIA UNA SPECIAL EDITION


L’azienda newyorkese MOSCOT annuncia il lancio della Special Edition del modello LEMTOSH FOLD in Matte Black, con la decennale azienda di abbigliamento maschile Freeman’s Sporting Club. L’occhiale è riproposto con montatura pieghevole, che unisce in un unico design la vecchia e la nuova New York, reinterpretando così uno dei modelli più iconici del brand. L’edizione speciale è realizzata a mano con materiali di altissima qualità, tecnologia all’avanguardia con magneti, montatura extra robusta e pieghevole, grazie a 102 anni di esperienza nel mondo degli occhiali a una combinazione di 112 anni di ricerca nel design. Il LEMTOSH ha “incorniciato il volto” di generazioni di artisti e intellettuali, da Buddy Holly e Truman Capote, a Jonny Depp, Chris Pine, Courtney Love, solo per citarne alcuni, divenendo, oltre che un’icona di stile, sinonimo di creatività, estro e indipendenza. Un “Must Have” per chi, nella vita, ama distinguersi.

moscot.com

®Riproduzione Riservata

SUICOKE LANCIA LA SUA PRIMA COLLEZIONE CON Stüssy

SUICOKE ha lanciato la sua prima collaborazione con Stüssy. Questa collaborazione fa parte del “Summer Trip Fest” che si concentra su una varietà di prodotti e l’influenza del camouflage. I sandali sono dotati di una suola Morflex che completa l’estetica e aggiunge funzionalità e comfort. Tra le sue qualità primeggiano la leggerezza e la riduzione agli urti che migliorano la mobilità dei sandali.

suicoke.com

®Riproduzione Riservata

L’ELEGANZA DELLA STREETART

Un’arte priva di genere. Dall’incontro tra il brand Made in Italy Victorvictoria e lo street artist di origine etiope Rediet è nata una mini-capsule dallo stile cosmopolita ed essenziale. Quattro t-shirt e una camicia in pregiato 100% cotone sono personalizzate da Rediet, che con le sue pennellate omaggia Jean-Michel Basquiat, uno degli esponenti più importanti del graffitismo americano. Come tele bianche, le maglie sono pitturate da segni e disegni neri, che creano un forte contrasto e sono portatori di un’idea di parallelismo imperfetto e fluidità tra i sessi, espressi, ad esempio, da parole con il lettering al contrario. Victorvictoria ha voluto collaborare con Rediet per questa sua fervida creatività, per il touch moderno e multiculturale, in perfetta sintonia con i valori del brand: qualità, pulizia formale e forte identità.

victorvictoria.com

®Riproduzione Riservata

NikeLab collabora con Stéphane Ashpool per la nuova collezione NikeLab x Pigalle

NikeLab, per la nuova collezione in vendita dal 24 giugno nei negozi, ha collaborato con Stephane Ashpool, fondatore e direttore creativo di Pigalle, marchio francese di grande appeal, per una linea completa di scarpe e abbigliamento ispirata al mondo del basket, sport amatissimo dal fondatore del marchio. Lo scopo del designer è stato unire ad un passato di tradizione una tecnica che guarda al futuro, passando da giacche in tessuto forato a tute dotate di polsini a scatto, a polsi e caviglie in colori non troppo forti, berretti, cappelli a visiera, t-shirt. Due le proposte di calzature NikeLab Shake Ndestrukt x Pigalle e la NikeLab Benassi Duo Ultra Slide, binomi che uniscono con equilibrio elementi maschili e femminili.

www.nike.com/nikelab

®Riproduzione Riservata

Moa + Joachim: la limited edition è tutta da scoprire

In occasione della presentazione delle novità per la stagione SS18, MOA ovvero Master of Arts presenta la nuova collezione uomo-donna di sneakers in collaborazione con uno street artist di fama internazionale, il belga Joachim. L’artista, famoso per le sue creazioni di street art nelle metropoli di varie nazioni dove il motivo ricorrente sono occhi e denti giganteschi, si impone al pubblico anche con lavori su tela prodotti con materiali riciclati o di scarto. Per il brand, presente a Pitti, Joachim ha messo a disposizione la sua creatività realizzando fra l’altro una sneakers con farfalle che ricorda la spontaneità fanciullesca, di notevole impatto visiva. La collezione è in vendita presso i più importanti  retailer del mondo ed è pronta a conquistare fashion addicted e non.

www.moaconcept.com

®Riproduzione Riservata

Aurelien: la sneakers da Uomo firmata Christian Louboutin

cover_PH. Proj3ct Studio

Per la prima partecipazione a Pitti Uomo 92, Christian Louboutin sceglie Firenze per presentare Aurelien, le sneakers nate solo x uomo. In questa occasione lo stilista francese ha allestito nella famosa e splendida piazza Santa Maria Novella un torneo, durato tutta la giornata, di hard court bike pool, con otto squadre partecipanti, provenienti da tutto il mondo, per una simpatica e amichevole competizione. Ai piedi degli atleti, tre per ogni squadra, le nuove sneakers low – top Aurelien, in vari colori, fabbricate e personalizzate da aziende fiorentine, sneakers uniche nel mondo Louboutin e nel campo del footwear. Ogni scarpa richiede due giorni di lavorazione e il calzino in neoprene foderato in rosso (già simbolo delle iconiche calzature femminili) dona al piede un confort assoluto e permette di indossare le scarpe slacciate per uno statement moda del tutto unico. Le Aurelien sono già presenti nelle boutique Lauboutin e on-line.

eu.christianlouboutin.com
®riproduzione Riservata 

Sushi all’italiana: dal Giappone all’Italia

Il sapore della cucina del Sol Levante, con i condimenti all’ italiana e un design che ricorda le Hawaii nascosto, però, in una viuzza laterale “vecchia Milano”, nei pressi di Corso Sempione. Fusion è l’aggettivo che caratterizza Kitchen Society, la sintesi del percorso di vita dello chef Alex Seveso, con tante esperienze condensate in gusti decisi, ma armoniosi. Appassionato giocatore di golf e del bien vivre, stile Miami Beach di 20 anni fa, Alex ha sempre amato il sushi e il sashimi, eleggendolo a suo principale nutrimento. Rispetto a quello che si prova in Italia, però, indipendentemente dal ristorante di lusso o dal take away finto giapponese, il sushi qui è sempre intriso da forte salsa di soya e wasabi, tanto da perdere il gusto del pesce fresco. Il condimento sovrasta il sapore del piatto.
Ecco come nasce l’idea di un sushi all’italiana: le migliori tecniche giapponesi unite ai condimenti italiani, la materia prima viene così esaltata da selezionati olii extravergine d’oliva, capperi di Pantelleria, granelle di pistacchio di Bronte, creme di tartufo bianco e di erbe, spezie mediterranee. A Miami il successo. La proposta di aprire catene di ristoranti, società e franchising. L’Italia chiama e Alex Seveso decide che vuole un unico ristorantino, il suo, dove poter sperimentare continuamente nuovi piatti nell’amata Milano, che lo ha visto nascere. Cosa non manca mai nelle creazioni dello chef? Un gusto orientale abbinato al meglio dei sapori italiani, un forte senso dell’estetica e quel tocco caraibico immancabile in chi ha vissuto a Miami.
I must da provare sono il Nigiri Rocher, un gamberone affumicato al pepe, con granella e crema di pistacchio che s’ispira, come tecnica di pralinatura, al noto cioccolatino; la Polpo salad, si parte da un semplice polpo lessato e poi grigliato, abbinato a un’ insalata di cavolo cappuccio con avocado, acciughe e paprika dolce; i risottini fusion con riso giapponese non mantecato (da provare la versione giallo Milano, per una vera e propria fusion) con gamberi, avocado, peperoni e crema al tartufo bianco o quello con mix di salmone, orata, tonno e gamberi con olive, capperi e basilico; tra gli uramaki rolls i migliori sono quelli con orata, burro e salvia (una rivisitazione di una classica ricetta lacustre, il risotto con pesce persico).
Se la novità è la regola, il menu continua a cambiare a seconda dell’estro dello chef: per l’estate i nuovi antipasti come il burger di salmone scottato alla piastra su riso condito e alghe goma wakame; la caprese di tonno tonnato con mozzarella di bufala; il totanetto scottato, ripieno di riso con peperone su purea di fagioli cannellini al vino bianco; il gunkan di King Crab, con acciughe del mar Cantabrico; gli uramaki di gamberi rossi al pesto ligure e diverse proposte con jamon iberico Pata Negra de Bellota de cebo de campo, anche in versione mini hamburger, stanno conquistando rapidamente la clientela.
Lo chef non ama mettersi in mostra, preferisce incontrare i clienti per caso, perché spinti nel vicoletto invisibile di via Chizzolini, per il passaparola, per la curiosità, per il gusto. Preferisce lasciar parlare i Paesi che ha visto, amato, vissuto.

 

Kitchen Society
Via Gerolamo Chizzolini 2
20154 – Milano
Tel. 340.6763939
Chiuso domenica e al pranzo di sabato
Orari cucina: 12-14.30/19.30-23.30

www.kitchensociety.it

®Riproduzione Riservata

 

Jimmy Choo: Man Ice

Jimmy Choo svela un nuovo capitolo della franchise maschile del marchio, lanciando la nuova, fresca e aromatica fragranza Jimmy Choo MAN ICE. La fragranza, creata da Michel Almairac, è un profumo dinamico, complesso, rinfrescante e potente, si apre con una brezza di agrumi con note di Mandarino, Bergamotto Italiano ed Essenza di Cedro, rafforzata da intense note di Mela croccante, Essenza di Vetiver, Patchouli di Indonesia e Legno di cedro. Il design del flacone riflette la freschezza della fragranza, mentre i dettagli cromartici metallici creano un forte contrasto alla silhouette. Il tappo in pelle bianca con stampa coccodrillo in rilievo regala una veste moderna. La campagna di Jimmy Choo MAN ICE ha come protagonista il famoso modello brasiliano Marlon Teixeira.

jimmychoo.com

®Riproduzione Riservata

LE METAFORE DI MINOR WHITE

Minor White Radio&Truck

Con una mostra innovativa dedicata al fotografo americano Minor White, uno dei più importanti del XX secolo, la fondazione LOEWE segna la sua settima annuale partecipazione a PHotoEspaña e il suo quarto contributo al festival, organizzato dalla curatrice María Millán, con l’obiettivo di far crescere il suo profilo internazionale di figura artistica chiave, il cui lavoro è stato determinante nel dare forma all’estetica della fotografia del dopoguerra. Il direttore creativo di LOEWE, Jonathan Anderson, spiega che “La modernità di Minor White calza naturalmente a pennello con la casa di moda perché le sue fotografie funzionano su vari livelli. Da LOEWE crediamo nella polivalenza”. Per questa mostra, 40 stampe di White hanno viaggiato verso Madrid grazie a un prestito speciale da parte della galleria Howard Greenberg e a collezioni private. Le fotografie variano dai primi paesaggi urbani a interessanti studi sul corpo maschile e prese astratte sulla natura, offrendo un punto di vista rappresentativo riguardo alla capacità di White di utilizzare i colori e la composizione come mezzi per evocare stati contemplativi e connotati da riferimenti allusivi. White è stato capace di produrre uno spettro straordinariamente ricco di neri, bianchi e grigi, mentre utilizzava close-up e ritagli per esprimere ciò che non poteva essere mostrato. White era più interessato al potenziale simbolico della sua arte che alla rappresentazione della realtà. L’immagine, infatti, era tesa a rappresentare uno stato emotivo interiore.

Minor White: metaphors
1 giugno 2017- 25 agosto 2017
LOEWE Gallery, Gran Via, 8, Madrid

®Riproduzione Riservata

Tod’s x Mr Porter: eleganza vista e …comprata

Sì è svolta a Milano presso Villa Necchi Campiglio la presentazione della nuova capsule collection per l’estate 2017 di Tod’s x Mr.Porter, il sito internazionale di riferimento per la moda uomo.
La collezione nasce prendendo ispirazione dall’iconico Gommino e si sviluppa in una capsule collection estiva che incarna perfettamente l’uomo TOD’S. I pezzi chiave includono una versione aggiornata del Gommino in un’ampia varietà di colori; un bomber jacket in camoscio in diverse tonalità di Bleu, una Tote Bag in pelle scamosciata, pantaloncini da bagno in coordinato con camicie con preponderanza di colori Bleu, rosso e bianco.
Si tratta della prima operazione “see now-buy now” scelto dalla maison di Diego Della Valle.

www.tods.com
www.mrporter.com
®Riproduzione Riservata

Campagna ADV Emporio Armani AI 17/18

La nuova campagna pubblicitaria di Emporio Armani A/I 2017-2018 è stata realizzata da fotografo Matteo Montanari scelto da Giorgio Armani per raccontare la nuova collezione. Grazie ad uno sfondo neutro, il fotografo concentra l’attenzione sull’abbigliamento, sulle personalità dei soggetti con gioco di sguardi, luce e atteggiamenti. Le foto in bianco nero e sprazzi di colore ritraggono i famosi modelli protagonisti: Chiharu Okunugi, Londone Myers, Valery Kaufman, Romy Schonberger, Julian Schneyder, Jegor Venned e Alessio Pozzi ricreando atmosfere eleganti e classiche come è nel dna della Maison Armani, sinonimo di raffinatezza e bellezza nel panorama internazionale della moda.

www.emporioarmani.it

®Riproduzione Riservata

Due Soli: una capsule in denim e una co-lab ad arricchire la prossima collezione del brand milanese

Due Soli, brand milanese di capispalla 100% Made in Italy, fondata da Fabio Renzetti, Giovanni Muracchini e Alessio Curzi, imprenditori italiani con istinto creativo, si è ripresentato a Pitti Immagine Uomo, riaffermandosi come marchio di rilievo nel mondo fashion della moda maschile. L’eleganza unita alla sperimentazione formano un binomio interessante per la reinterpretazione del Bomber, simbolo del brand, capo streewear maschile, mentre la novità è il classico giubbino jeans che diventa però chic-rock grazie al tessuto utilizzato” deep blue” e alle patchs ispirate alle insegne luminose dei motel del centro America. In questa edizione la novità più interessante è dovuta alla collaborazione con Holland e Sherry, storica casa inglese di tessuti nata nel 1836 in Savile Road, sinonimo di eleganza e style sofisticato. I tessuti di fresco di lana e drill 100%cotone della casa inglese sono utilizzati per bomber e trench raffinati e di qualità superiore. La linea comprende, oltre al trench e alla giacca gentile per uomo dalle linee ricercate senza tempo, il bomber La Boum da donna, leggero e sportivo, e un mini e long trench dalle maniche a sbuffo per un diverso look urban chic, mai banale e sempre moderno.

www.due-soli.it

®Riproduzione Riservata

Burberry con Gosha Rubchinskiy

San Pietroburgo, città russa ma fortemente europea grazie alle architetture volute dallo zar Pietro il Grande, città giovane che guarda alla libertà di espressione, ha ospitato la sfilata per la Primavera/Estate 2018 del celebre brand inglese Burberry in collaborazione con lo stilista russo Gosha Rubchinskiy. Lo stilista ha affiancato Christopher Bailey e Stephen Jones, riproponendo la stampa iconica a quadretti, tanto amata ed emulata, per il mercato russo e non, stampa che avuto una parte importante nella storia del look Burberry, nato nel lontano 1856. Rubchinskiy ha presentato una capsule collection di 8 pezzi più l’iconico trench e altri capi outwear immaginati con una sagoma oversize. Tutti i capi di Rubchinskiy saranno lanciati a gennaio 2018 e sono ispirati ai mondiali di calcio che si terranno appunto in Russia il prossimo anno. Camice, shorts e cappelli sono realizzati in collaborazione con Stephen Jones. La sensibilità culturale dello stilista russo ha permesso un’interpretazione nuova dei trench e capispalla nel rispetto della tradizione british in contrasto con il resto della collezione che è un mix di capi ultramoderni e audaci. Classico e moderno per un pubblico attento.

it.burberry.com

®Riproduzione Riservata 

Asics: oltre il senso del tempo

Dopo la Jyuni White collection, Asics presenta la nuova limited edition della linea Black collection, che guarda ad un moderno lifestyle con dettagli artigianali ed elevata funzionalità, trasformando il concetto sportivo in uno style fashion e minimale ispirato al Giappone, alla città di Tokyo, dove tutti i giorni si crea qualcosa di nuovo, fucina di idee, luogo di grande movimento. Jyuni significa tempo: la collezione vuole ispirarsi alla possibilità di sentirsi liberi, senza vincoli. La linea, oltre alle shoes, comprende capi per lo sport in tessuto di maglia high-tech con linee eleganti e raffinate e sguardo ai dettagli delle cuciture per una riuscita unica, capi comodi e pratici da indossare praticamente tutti i giorni.

www.asics.com
®Riproduzione Riservata

Cinecult: I Pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar di Joachim Rønning ed Espen Sandberg

Spiagge assolate e cristalline ma anche morti viventi, duelli all’ultimo sangue, mappe straordinarie con rubini incastonati, galeoni magici che mutano formato e dimensione improvvisamente in mezzo al mare. Questo e altro ancora in “I pirati dei caraibi: la vendetta di Salazar” diretto da Joachim Rønning ed Espen Sandberg e distribuito da Walt Disney Pictures. Il ‘passero’ Jack Sparrow, bucaniere dandy dai mille talenti e attrattive, interpretato dall’inossidabile Johnny Depp è tornato, più seducente e ironico che mai. Adora i soldi e le sottane e non ha paura di niente e di nessuno, sempre alla ricerca di arcani tesori e di nuovi linguaggi da decifrare. Stavolta dovrà vedersela con il macellaio dei mari il capitano Salazar (Javier Bardem) tornato dall’oltretomba per vendicarsi dell’umiliazione subita vari anni prima dallo stesso Sparrow nel cosiddetto spaventoso ‘Triangolo del diavolo’. Alla compagnia si uniscono la bella astronoma Carina Smyth (Kaya Scodelario) e il giovane Henry Turner (Brenton Twaites), marinaio dell’esercito di Sua Maestà che nel film si cala nei panni del figlio del pirata Will Turner interpretato da Orlando Bloom sul quale pesa una maledizione che solo il potere emanante dal tridente di Poseidone potrà spezzare.
Il film è il quinto capitolo della saga di Pirati dei Caraibi e il sequel di Oltre i confini del mare, uscito nel 2011. Torna anche il personaggio del corsaro Hector Barbossa (Geoffrey Rush) legato per vincoli affettivi e familiari alla giovane e intrepida astronoma. Il film, ipervisivo e mirabolante, è ricco di colpi di scena e di scene spettacolari ambientate in mare ma anche sulla terraferma: memorabile quella della ghigliottina che diventa itinerante e si trasforma in un’esilarante marchingegno. Da segnalare il cammeo di Paul McCartney che nel film interpreta lo zio di Jack Sparrow. Notevole la performance di Bardem, ricostruito con effetti speciali degni di nota, che gioca un po’ il ruolo del dandy latino ferito nell’orgoglio. Fra mostri animati e acque che si aprono tutto conferma come dice il giovane Turner che ‘I miti del mare sono reali’. E così di nuovo realtà e fantasia si confondono magicamente per valorizzare i poteri magici e misteriosi di mappe e il lato oscuro degli oceani. Convinti che per liberare il potere del mare bisogna dividere il tridente collocato sulla tomba di Poseidone. E’ un sogno l’apparizione di Keira Knightley, resa ancora più glamour dalla costumista Penny Rose. Una piccola avvertenza: si consiglia di non lasciare la sala prima che siano terminati i titoli di coda. Ne vedrete delle belle.

®Riproduzione Riservata

Via Calzabigi, la calza di classe

Da modesto pedalino a status symbol, un indumento basic diventato sartoriale dimostra come la creatività italiana sappia imporsi. Via Calzabigi, è il nuovo brand livornese, nato nel 2016 dall’idea di Alessandro Cirinei e il progettista e designer di esperienza, Massimo Ferrara, che riporta in auge il Made in Italy. L’uso estroso del colore e delle righe, unito alla ricerca continua della qualità dei filati, ha consentito un’importante partnership con lo sportivo Francesco Coco. Francesco ha trasferito nel concept la sua passione per il mondo del calcio con cinque collezioni che riportano i riferimenti cromatici di cinque delle squadre in cui ha militato durante i suoi quattordici anni di carriera: Milan, Barca, Inter, Livorno e Torino.
La Limited Edition è stata presentata con un evento presso lo showroom Luxury Distribution, durate il quale è stato proiettato un video promozionale realizzato per l’occasione dalla Native Agency Keyformat con la collaborazione della presentatrice radiofonica, Tv e Lifestyle blogger Francesca Leto, e che rappresenta l’avanguardia della campagna di Digital Communication attualmente online.

www.viacalzabigi.it

®Riproduzione Riservata

“Un Samedi à la maison” BY Jessica De Maio

Staying in for the weekend? You can stay chic and dandy too, with this Fall / Winter preview.

Photo | Jessica De Maio
Styling | Michela Caprera
Assistant Stylist Varun Leo
Grooming | Daniele Falzone @AtomoManagement using @Bumble&Bumble
Model Riccardo Mora @ILoveModelsManagement

®Riproduzione Riservata

Expat. Fenomeno o uno stato mentale?

Martina, Michele, Tommaso, ma anche DJ, Stefania ed Emanuele. Sono solo alcuni degli italiani che decidono di lasciare, prevalentemente e per un tempo indefinito, la terra dove sono nati, le loro case, le loro abitudini e le facce amiche. La tecnologia diventa una delle loro migliori amiche per lavorare, vivere e condividere nuove vite, senza abbandonare davvero la propria casa. Come è possibile che in una società che alza bandiere, inni e muri, ci siano sempre più flussi di persone che decidono di trasferirsi in un altro meridiano? Di mettere su famiglia in un altro emisfero?
Non si tratta (per fortuna) di guerre e carestie, ma di scelte consapevoli, più o meno ragionate – perché una piccola dose di incoscienza ci vuole sempre – e condivise con i propri compagni.
Si tratta, invece, della fervida necessità di vivere bene, di costruire nuove famiglie, nuovi network e di non accontentarsi, se si è provato tutto e si tratta proprio di non riconoscere quei confini imposti dalle carte geografiche, ma sbaragliati dalla volontà e dalla capacità di adattamento. Alcuni lo fanno per raggiungere una qualità di vita migliore rispetto a quella offerta dall’Italia, come avevano dovuto scegliere i loro bisnonni. Altri, per una curiosità insita nel loro carattere, per una necessità ancestrale di scoperta, evoluzione e cambiamento. Altri ancora, sono spinti prima dalle vite altrui, per poi scoprire che è quella la vita che hanno sempre voluto. E allora il passaggio da necessità a fenomeno, poi a stato mentale, è davvero breve e forse può essere, oggi, una delle chiavi determinanti per annientare barriere fisiche e limiti ideali.

TOMMASO – PRODUTTORE DISCOGRAFICO

Brevemente, chi sei?
Sono cresciuto a Lerici, Golfo dei Poeti, La Spezia. Un posto incredibile, che adesso vedo in tutta la sua bellezza quando, troppo raramente, torno, ma che d un certo punto ho lasciato per inseguire la musica. Musica che mi ha portato prima a Milano, poi in mille altri posti e ora a Londra.

Dove vivi adesso?
Adesso sono a Londra ma, onestamente, sono a casa dappertutto o fuori luogo ovunque, a seconda dei giorni. Diciamo comunque che se c’è qualcosa da imparare o da scoprire sto bene.

Cosa vuol dire essere lontani da casa?
Oggi è molto più semplice di dieci anni fa. Un po’ perché mi sono abituato è un po’ perché il mondo è molto più connesso. Vivendo a Londra, ogni tanto è tutto caotico, ma sempre molto stimolante

“Expat” ha una connotazione di appartenenza e di nazionalità…
Ho iniziato a sentirmi un immigrato dopo l’esito della Brexit e adesso dovremo vedere come va.

L’aspetto più interessante del Paese in cui vivi?
Essere a contatto con culture molto diverse. Di tutti i tipi. Impari da tutto e sei obbligato a essere molto più tollerante e comprensivo.

Quanto pensi di fermarti?
Una durata variabile tra tre mesi a tre decenni. Vedremo dove mi porta la vita.

STEFANIA – TRAVEL E LIFESTYLE BLOGGER

Brevemente, chi sei?
Sono di Bologna, ma da quasi due anni vivo a Barcellona. Sono molto fortunata ad avere un lavoro che mi permette di vivere dove voglio. Finché ho un wifi posso vivere e lavorare ovunque.

Dove vivi adesso?
Ora sto lavorando per un progetto di blogging a Bucarest, in Romania, ma a breve tornerò alle spiagge e al clima mediterraneo di Barcellona.

Cosa vuol dire essere lontani da casa?
Sono stata in viaggio per diversi anni, quindi sono abituata a vivere dovunque, riuscendo a sentirmi come a casa, ma mai completamente, se capisci cosa voglio dire. Non importa quanti anni si vive da qualche parte, quanto bene si sa la lingua, ci sono sempre alcune differenze culturali. Vivere lontani apre la mente, ti espone a nuove esperienze e persone, ti arricchisce in un modo che solo chi ha vissuto può capire.

“Expat” ha una connotazione di appartenenza e di nazionalità…
Io sono oggettivamente un expat e non ho nessun problema a considerarmi tale, ma ci sono alcune connotazioni negative del termine, quindi cerco di essere qualcosa più. Le comunità di espatriati, a volte, finiscono per essere molto egoiste e ipocrite, così provo a integrarmi nel posto in cui sono, per quanto possibile. Cerco di incontrare gente del luogo, non solo altri stranieri, e andare in località che non siano fatte solo per gli espatriati.

L’aspetto più interessante del Paese in cui vivi?
Nessuno si preoccupa di cosa fanno le altre persone.

Quanto pensi di fermarti?
Ho intenzione di rimanere a Barcellona solo per pochi mesi e poi, probabilmente, di andare in Thailandia per l’inverno.

Hollywood: donne alla carica. Del cachet.

Nelle recenti vicende, relative alla parità di cachet nell’industria cinematografica di Hollywood, si capisce perché alcune attrici, come Jennifer Lawrence, vorrebbero compensi più equi: «Perché dovrei guadagnare meno dei miei colleghi uomini?», ha detto l’attrice durante un’intervista a un’emittente francese. Perché il cinema, in ambito internazionale e la tv, soprattutto in Italia, non sono più terreno di conquista esclusivo degli uomini.

Se andiamo a guardare i guadagni personali, per ogni film girato, al comando di questa particolare classifica troviamo proprio lei, Jennifer: Forbes piazza la 26enne premio Oscar (nel 2013 per, Il lato positivo) al primo posto, con ben 46 milioni di dollari guadagnati solo nel 2016. Un bel gruzzolo, per la protagonista di successi al botteghino come X Men e Hunger Games, che vedremo a novembre in Mother!, e nel 2018 in Red Sparrow, adattamento dell’omonimo bestseller di Jason Matthews.

Al secondo posto, una vera e propria sorpresa. Ricordate chi interpretava Sookie in Una mamma per amica e che abbiamo visto nei panni di Abby Yates, quest’anno al cinema, in Ghostbusters? Bene, Melissa McCarty è la seconda attrice più pagata, con 33 milioni di dollari. La prova che per entrare nell’Olimpo delle star hollywoodiane non bisogna per forza pesare 50 chili ed essere alte, bionde e con gli occhi azzurri: la sua simpatia straordinaria è più importante dell’aspetto fisico, per i produttori di oggi.

Al terzo posto, con 25 milioni di dollari guadagnati – ma 10 in meno rispetto all’anno precedente – c’è Scarlett Johansson. In Capitan America: Civil War era la Vedova Nera, e le sue acrobazie e combattimenti hanno fatto del film Marvel uno dei più visti della storia del cinema, con 1,1 miliardi (sì, avete letto bene) di dollari al botteghino. Un bel successo per la ragazza che, appena quattordicenne, aveva esordito in L’Uomo che sussurrava ai cavalli, nel 1998.

Rimanendo nel panorama mondiale, ma passando dal grande al piccolo schermo, la numero uno delle serie tv con “busta paga” da capogiro è Sofia Vergara. L’attrice colombiana, protagonista di Modern Family, ormai giunto alla sua ottava stagione, ha messo nel salvadanaio ben 43 milioni di dollari nel 2016.

Queste erano le star internazionali più pagate e più famose, vedremo poi chi sono le nostre donne dello spettacolo più potenti (altre curiosità online su The Sex Salad)

®Riproduzione Riservata

INFLUENCING SHOES

Fronde di limoni e aranci ricamano ombre vibranti sul lastricato dell’Istituto Lombardo Accademia Scienze e Lettere, eccezionalmente aperto al pubblico nella sua storica sede di via Borgonuovo, a Milano. Nella quiete garbata di questa corte nascosta, guadagniamo un rifugio dalla frenesia dei giorni della moda meneghina, per scoprire una collezione che ha meritato più di una sosta.
Disposti su maioliche brillanti, studiamo uno a uno i pezzi forte di questa primavera/estate 2018, targati EDHÈN Milano. Colorati, geometrici, intarsiati e lavorati finemente: questa la versione 2.0 dei tradizionali Belgian Loafer proposti da Filippo Cirulli e Filippo Fiora, coppia di designer e influencer italiani, tra i più seguiti su Instagram, capaci di interpretare la contemporaneità, lasciandosi ispirare da dogmi imprescindibili del menswear più classico.
Un binomio passato/presente, che anima anche questa loro quarta collezione, fatta di contaminazioni tra la più nobile arte della manifattura calzaturiera e la freschezza spensierata di uno stile pop. «Abbiamo lanciato EDHÈN, proprio per realizzare scarpe che ci piacciono – racconta Fiora – l’obiettivo più ambizioso è sicuramente essere i primi ad amarle e indossarle e, avendo un contatto continuo con chi ci segue, eravamo sicuri non saremmo stati gli unici ad apprezzarle».
Elemento di ispirazione primaria dell’intera collezione è l’opera di Aldo Rossi; Il richiamo all’archetipo, tema particolarmente caro all’architetto, si tramuta nel sapiente utilizzo di forme elementari come quadrati, triangoli e cerchi, così come volumi basilari, cilindri e piramidi, che vengono poi combinati creando un lessico inedito.
I modelli sono ammiccanti e dall’appeal modaiolo: il sabot Antibes, in raso giallo e azzurro, con profili a contrasto; ancor più estivo nella sua versione tutta al naturale in raffia, con tuxedo bow. L’intramontabile Kensington, nella sua versione Operà, declinato per la sera, con un prezioso fiocco in gros grain, oppure più daily, in pelle, con lavorazioni laser. Il best seller Brera, che si arricchisce di nuovi elementi, come borchie, intarsi e intagli, oltre che di inediti contrasti cromatici e la nuova versione in camoscio totalmente sfoderato.
Molte sfaccettature di un’unica opera omogenea e coerente, che sceglie come propria cifra di definizione il made in Italy. Dalle lavorazioni dei pellami pregiati, alla manifattura dei dettagli scultorei, alla confezione del packaging, EDHÈN si attesta come sinonimo di eccellenza senza compromessi.

www.edhenmilano.com

®Riproduzione Riservata

LO STILE STREET SECONDO FRANKLIN&MARSHALL

Franklin and Marshall, il brand veneto che si ispira alla cultura street americana e al mondo dello sportswear, ha presentato a Pitti Uomo 92 la collezione per la Primavera/Estate 2018, tra grandi classici come il varsity, l’iconico trend collegiale che sta tornando in auge, e alcune novità.
Tre sono le macro aree all’interno della collection: Basement, che raccoglie le proposte più basic ma di qualità, Basici Main Collection, il core business del brand, che si arricchisce di nuovi tessuti e colorazioni, e Varsity/Seasonal, che ripropone il varsity, interpretandolo secondo nuovi stilemi frutto di anni di sperimentazioni e contaminazioni. Per la SS18 lo studio dei volumi si approfondisce, le forme sono a trapezio e palloncino come nello stile sportswear degli anni 80/90. Le contaminazioni e i rimandi sono un gioco di palleggi fra la cultura street e afroamericana e la musica R’n’B e HipHop. La chiara ispirazione sport dei tardi anni 80 è espressa dai pattern rigati e nei tessuti woven jacquard, anch’essi rigati, che danno ritmo all’intera collezione. Sempre di ispirazione vintage i giochi di sovrapposizioni e i ribaltamenti di upside-down, cappucci e colli-polo: felpe e tees girocollo possono diventare basi su cui sovrapporre layer di canotte dalla vestibilità basket.

www.franklinandmarshall.com

®Riproduzione Riservata

#CIRCUITRAINING4

Le vacanze sono ormai alle porte e i circuiti ideati dal preparatore atletico Paolo Barone in esclusiva per MANINTOWN si fanno sempre più intensi. Ogni stazione, come negli allenamenti precedenti, deve essere svolta in 40 secondi di attività e 20 di recupero tra le diverse postazioni, ma stavolta, se si vuole ripetere il circuito, è meglio attendere dai 2 ai 3 minuti per reidratarsi e riacquistare le forze.

Riscaldamento

Corsa leggera di almeno 15/20 minuti

Scatti veloci

Segue una fase cardio più esplosiva che consiste in alcune ripetute, cioè scatti veloci, (anche di 100 m) da eseguire per 10 volte.

Trazioni alla sbarra

Sono un esercizio completissimo, perché, oltre ad allenare molto bene le braccia, si va a lavorare anche sulla parte dorsale e addominale, che aiuta nel movimento di salita. Nelle foto è mostrata la versione più complessa, a presa prona, ma l’esercizio può essere eseguito anche a presa inversa. Fondamentale è partire con le braccia distese in massimo allungamento, dopodiché bisogna salire il più possibile, portando la sbarra al mento o al petto. A questo punto, si può iniziare la discesa, tornando nella posizione iniziale con le braccia distese.

Plank

Il plank è un ottimo esercizio per rafforzare non solo l’addome, ma anche le spalle e la schiena. In questa variante, si distendono in modo alternato un braccio e la gamba opposta, per creare uno squilibrio e rendere la posizione più intensa ed efficace.

Dip a corpo libero

Questo esercizio può essere eseguito in due modi: per focalizzarsi sui tricipiti, mantenere i gomiti stretti, oppure, flettendo leggermente il tronco in avanti, si vanno a sforzare sia i tricipiti che i pettorali.

Photographer paolobaronephotography
Stylist Chiara Troiani

Model Max Maestri

First look:
T-shirt New Balance
Shorts Puma
Jacket New Balance
Sneakers Model’s own

The other looks:
T-shirt GORE
Shorts Under Armour
Jacket Colmar
Sneakers Model’s own

®Riproduzione Riservata

DOUCAL’S GOES SOCIAL

Durante Milano Moda Uomo, Doucal’s – brand dallo spirito artigianale nato nel 1973 grazie allo spirito imprenditoriale della famiglia Giannini – presenta il lato più contemporaneo attraverso un evento all’insegna dei social media.
Grazie alla collaborazione con il magazine di lifestyle maschile MANINTOWN, numerosi influencer e blogger hanno interpretato in modi sempre diversi le gym shoe all white firmate Doucal’s con un live shoot all’interno dello store di via Gesù 15. Il risultato lo si vede seguendo gli hashtag #manintownlive e #doucals. Durante il cocktail party le tre foto più cool, che hanno saputo catturare l’essenza dello spirito Doucal’s, sono state premiate con altrettante paia di white sneaker. Un progetto a ritmo di musica e instagram che dimostra l’importanza del digital per raccontare in modo coinvolgente e in tempo reale l’eccellenza calzaturiera italiana, nata nel cuore delle Marche. Un saper fare che si rinnova per parlare ai consumatori delle nuove generazioni, che usano Instagram come primo media per interagire con i brand e scoprirne le novità. Doucal’s conferma ancora una volta l’intuizione dei suoi fondatori di poter abbinare tradizione, salvaguardia del fatto a mano e tecnologie non solo sul prodotto, ma anche nella comunicazione.

Follow @doucals @manintownofficial

www.doucals.com

Videomaker | Vincenzo Traettino
Photo by Dumitrita Negoita

®Riproduzione Riservata

Overhead: mettete la testa a posto

Si presenta in modo originale e creativo la nuova collezione di cap per la stagione FW 17/18 di Stefano Minesso, designer italiano cresciuto vicino Venezia per il nuovo brand emergente Overhead (abbreviato OH). La tradizione italiana di cappelli torna prepotente con questo marchio, che si avvale di mani artigiane nella zona di Fermo nelle Marche, utilizzando forme classiche e nuovi materiali dal sapore street. La nuova collezione è infatti un omaggio agli anni ’90 londinesi, patria di innovazione per moda, musica, arte e questo si nota nei materiali che comprendono lane cotte, tweed bottonati, principe di Galles, tessuti bouclè e pellicce eco, feltro di lapin rasato con diverse colorazioni. La forma con visiera è invece ispirata al baseball cap americano, seppure più cool e divertente, elevando il classico cap sportswear ad un livello più high-end.

®Riproduzione Riservata

Andrea Montovoli in sella alla Triumph Bonneville verso l’Isola di Skye

Nacque nel 1830, sull’isola di Skye, uno dei più famosi whisky single malt del mondo, il Talisker, inconfondibile per le sue note torbate e sapide, che si formano nell’invecchiamento grazie alla vicinanza del mare. L’isola di Skye, nelle Ebridi occidentali, è famosa, oltre che per la distilleria, per le sue coste selvagge sferzate dal mare impetuoso e dal vento forte, emblema di sfida fra uomo e natura. Come una sfida, dunque, nasce il viaggio dell’attore Andrea Montovoli, in sella alla mitica Triumph Bonneville T100, da Milano verso la Scozia, passando per Versailles, Mont Saint-Michel, Lancaster, Glasgow e arrivando proprio sull’isola di Skye, in 10 giorni. Un’avventura con un unico mezzo di trasporto, la moto appunto, per provare tra rettilinei, curve, paesaggi mozzafiato a vivere lo spirito di avventura e l’impegno non facile di un’esperienza unica e irripetibile. Andrea, dopo 10 giorni di fatica, si è poi gratificato con 3 giorni di full-immersion nella natura dell’isola con il team internazionale di Talisker.

®Riproduzione Riservata

AirDp: colore, comfort e innovazione

La leggerezza è la “Way of Life “del marchio AirDP, nato nel 2015 dall’unione di quattro menti poliedriche come quelle di Lele Danzi, Paola Froldi, Antonio Cavazzini e Alessandro Del Piero. Di questa linea, presente ora a Pitti come novità, fanno parte occhiali, sneakers, zaini, tutti accessori da indossare con facilità e adatti ad ogni occasione, grazie alla loro funzionalità, al design moderno, all’innovazione e alla leggerezza. Gli occhiali si identificano con la nuova generazione sempre più “on the move” e hanno lenti fotocromatiche che si adattano alla luce della spiaggia come a quella artificiale dell’ufficio. Il materiale è in polietereimmide e il leggero decoro puntinato della serie Cava dona un effetto perlage divertente senza trascurare la solidità del design geometrico. Le sneakers in gomma, pvc e Tpu sono traspiranti, morbide, impermeabili, coloratissime. Lo zaino fatto a mano, in poliuretano, leggerissimo e trasparente, permette di vedere le piume colorate che lo rendono unico. Air DP, un brand decisamente all’avanguardia per uno stile unico.

airdpstyle.com

®Riproduzione Riservata

CHRISTIAN LOUBOUTIN LANCIA LE SNEAKERS “AURELIEN”

Per la 92esima edizione di Pitti Uomo, Christian Louboutin ha trasformato la storica Piazza di Santa Maria Novella in un’arena per il torneo di hardcourt polo, durante il quale otto squadre internazionali hanno gareggiato per il titolo di campione. Ogni team indossava sneakers Aurelien di diversi colori, personalizzate nella forma da fabbriche fiorentine di fiducia di Louboutin, in esclusiva per lo sport e l’occasione. I colori monocromatici sono stati indossati da sei squadre, con un iconico mix di materiali in rosso, bianco e nero. Caratterizzate da una costruzione complessa, le sneakers Aurelien sono uniche nel mondo di Christian Louboutin e nell’universo del footwear. Innovativo mix di autentica maestria artigianale italiana e tecnologia di produzione innovativa, ogni Aurelien richiede due interi giorni di lavorazione, con 50 elementi che creano il corpo e la soletta esterna di una singola scarpa. Inoltre, un calzino in neoprene foderato in rosso culla il piede garantendo il massimo comfort e consentendo così di indossare la scarpa slacciata, per uno statement moda ben marcato.

christianlouboutin.com

®Riproduzione Riservata

Donne Concept Gallery

A Cagliari nasce DONNECONCEPTGALLERY, un nuovo spazio espositivo dedicato alla fotografia di moda, design e arte curato dalla fotografa Stefania Paparelli.
Il programma prevede almeno sei mostre all’anno e sarà il punto di partenza per l’attivazione di progetti di residenze artistiche che portino gli scenari di Cagliari e della Sardegna sotto i riflettori della fotografia internazionale, facendo della galleria un centro di produzione e scambio tra fotografi, tecnici e creativi del settore.
La galleria inaugura il 22 giugno con la mostra The Light Prayer, a cura di Francesca Sassu, che racchiude vent’anni di immagini realizzate per riviste internazionali dalla fotografa Stefania Paparelli, di origine romana ora residente a Cagliari, grande professionista e in primis donna dall’energia speciale alla ricerca di stimoli continui.

®Riproduzione Riservata

Polar M430, il nuovo sportwatch progettato per i runner

Polar, multinazionale leader nella produzione e commercializzazione di sport watch e tecnologie indossabili, presenta Polar M430, lo sportwatch dedicato alla corsa che rileva andatura, distanza e altitudine tramite GPS integrato. Rileva passi, distanza, calorie bruciate, qualità del sonno ed imposta il tuo obiettivo di attività quotidiana personalizzato. Per gli allenamenti indoor rileva andatura, distanza e cadenza tramite accelerometro.
Il cardiofrequenzimetro integrato comprende un sensore a 6 LED con lettore ottico che permette di rilevare la frequenza cardiaca da polso in modo estremamente accurato senza bisogno di una fascia cardio toracica. Avvisi con vibrazione, lap automatici e manuali, profili sport e schermate di allenamento completamente personalizzabili, feedback ad ogni allenamento e Running Index, che calcola l’efficienza di corsa in base a velocità e frequenza cardiaca, rendono M430 una guida all’allenamento completa e ideale per ogni tipo di runner.
Il servizio Polar Flow e l’app omonima permettono di preparare un programma di allenamento personalizzato, monitorare il carico di lavoro e misurare il tempo di recupero. Non manca infine la possibilità di ricevere le notifiche dallo smartphone.
Il Polar M430 è disponibile in tre colori: grigio scuro, bianco e arancione.

www.polar.com
®Riproduzione Riservata

Due mondi in una (camicia)

Due realtà all’apparenza distanti che cominciano a dialogare tra loro nel segno dello stile. Non uno qualunque, però, ma quello nitido e significativo di Alessandro Squarzi. Con lui, imprenditore multitasking e web influencer del fashion system internazionale, parla di moda maschile Bagutta, brand di camiceria made in Italy, creato nel 1975. Da questo creativo e amichevole colloquio è nata una capsule di 11 modelli da uomo, delineata dal gusto sicuro di Squarzi nei popeline, nelle gabardine e nei cotoni cimosati di matrice giapponese. Già dall’etichetta si intuisce la personalità di queste camicie, «Designed by one of the most extravagant men of Italian style», capaci di accompagnare chi le indossa attraverso tutte le occasioni d’uso, dallo urban style alla serata in smoking. Per Bagutta questo è il primo step verso un rinnovamento dei codici stilistici del marchio, non a caso la presentazione del co-branding è avvenuta a Firenze durante Pitti Immagine Uomo 92, il palcoscenico dello stile maschile per eccellenza, di cui il brand è presenza fissa.

www.bagutta.net

®Riproduzione Riservata

Un filo (rosso) lungo 200 anni

Cover_BOZZETTO PUBBLICITARIO A TEMPERA SU CARTA CON INSERTO IN TESSUTO PER CARTOLINA, LANEROSSI, FINE ANNI CINQUANTA;
PAGANINO(?), CARTOLINA PUBBLICITARIA, ANNI QUARANTA

Il 2017 segna una tappa importante per Lanerossi, storico lanificio italiano, che raggiunge il ragguardevole traguardo dei 200 anni di attività. L’anniversario, però, non è festeggiato come di consueto con foto d’epoca dell’azienda Vicentina, fondata da Francesco Rossi nel 1817, bensì attraverso immagini e manufatti usati nella comunicazione. L’inusuale chiave di lettura consente di ricostruire non solo – e non soltanto – la storia del lanificio, ma anche quella dell’intero Paese, perché rappresenta uno spaccato socio-economico che si riflette sull’Italia intera. A partire dagli anni ’30 del secolo scorso, Lanerossi si è affidata ai più bei nomi del design e dell’arte contemporanea come, Adolfo Busi, Armando Testa, Pino Tovaglia e Severo Pozzati, tra gli altri. Stessa accurata predilezione anche per la fotografia, dove campeggiano pilastri dell’obbiettivo quali Mauro Masera e Ugo Mulas. L’intero excursus ha il suggestivo nome di, Il filo rosso delle idee. Lanerossi 200 anni, una mostra che ha debuttato a Pitti Immagine Uomo e che, a breve, sarà on stage a Pitti Immagine Bimbo, al Teatrino Lorenese, dal 28 al 30 giugno prossimi. Un percorso cognitivo che, di fatto, apre lo sguardo su di uno spaccato dell’Italia che fu e che permette ai visitatori di conoscere (magari un po’ meglio) una delle eccellenze produttive che hanno fatto la storia del nostro Paese. A sancire l’esposizione il Gruppo Marzotto, nella cui orbita opera il Lanificio Lanerossi, assieme a Filivivi, altra realtà leader nei filati lanieri per maglieria e licenziataria di Lanerossi.

®Riproduzione Riservata

 

BREAD&BUTTER BY ZALANDO: BE BOLD OR GO HOME

Carsten Hendrich, Dame Vivienne Westwood, David Schneider

Un festival completamente “BOLD”, audace e anticonformista. È questo il tema della seconda edizione del Bread & Butter by Zalando (B&&B) che avrà luogo dall’1 al 3 settembre 2017 all’Arena di Berlino. Un evento nato nel 2016 e dedicato alla moda e alla musica a portata di tutti, un’occasione per democratizzare il mondo fashion, facendo partecipare attivamente il pubblico alle svariate attività organizzate dai più importanti brand di moda internazionali. Il Festival of Style and Culture ha scelto il tema BOLD in tutte le sue declinazioni legate alla moda, alla musica e al cibo, per celebrare il pensiero fuori dagli schemi, innovativo, sopra le righe. Ospite d’eccezione dei B&&B Talks non poteva che essere Dame Vivienne Westwood, che ha segnato la storia della moda nel periodo punk, insieme alla modella e attivista Adwoa Aboah. I brand che presenteranno a B&&B dei pezzi in esclusiva sono, fra gli altri: adidas, Alpha Industries, Converse, Fila, Hilfiger Denim, Nike, Lee, Levi’s®, Puma, Reebok, Topshop, VANS, Wrangler e Nike, con performance e sfilate interattive fortemente coinvolgenti.
Un’entusiasmante esperienza off e online da non perdere.

®Riproduzione Riservata

VIAGGIO DI RITORNO

Andalusia, porto di Sanlúcar de Barrameda. Quasi cinquecento anni fa, cinque navi partivano da qui per il primo viaggio della storia attorno al globo. Da Occidente per arrivare in Oriente, fino alle Isole delle Spezie, nell’arcipelago indonesiano. Toccavano le sponde dell’Argentina e qui scoprivano un passaggio tra i due oceani, fino ad allora segreto, quello stretto che prenderà il nome dell’uomo che capitanava la flotta, Ferdinando Magellano.

La circumnavigazione, un percorso circolare, è la metafora del viaggio che si conclude dove è partito. Scoprire nuovi mondi e vivere altre vite, per poi tornare all’inizio. Il rientro a casa, alla terra che ci ha generati. Quella terra che si stende sotto i nostri passi, che si sgretola fra le mani. Dove ci si incontra, ci si scontra, ci si ritrova, si consumano le passioni.

Quello di Jacob Cohën è altrettanto un viaggio di ritorno all’origine, agli elementi fondamentali. Acqua, aria, fuoco e terra, che mai in nessun altro luogo si combinano, potenti, come in quelle lande che Magellano attraversava per la prima volta. La Terra del Fuoco, che rivive nei ricami, nelle applicazioni grafiche.

Annotazioni su un diario di bordo, un resoconto, come quello in cui Antonio Pigafetta scriveva le memorie di quella prima spedizione attorno al mondo. Il racconto di un viaggio che fa rotta verso una terra lontana per ritornare al principio, a un gesto essenziale come quello di annodare un foulard al collo. Al dettaglio, all’elemento fondante dell’eleganza maschile.

jacobcohen.it
®Riproduzione Riservata

Creative Direction: Federico Alpi
Photographer: Marcello Arena
Directed and edited by Matteo Mavero
Styling: Orsola Amadeo
Grooming: Gigi Tavelli @ Freelancer Artist Agency
Assistant Photographer:  Andrea Mottinelli
Models: Cristiano @ Brave Model Management
Michael Masin @ Urban Models
Location: Cava Bergamina (Officina della Ghiaia)

IL TATUATORE DI DENIM E L’ARTIGIANO DELLA BARBA

Alessandro Malossi e Gabriele Valente

Un caleidoscopio di colori come tavolozza e una giacca Lee in denim come tela. Da circa un anno l’illustratore e tatuatore Alessandro Malossi, classe 1993, ha incontrato il mondo della moda, istoriando la sua arte su capi d’abbigliamento che diventano una seconda pelle, su cui questo artista incide in modo indelebile un soggetto unico e inimitabile. In occasione dello special event #LeeJeansTribe, MANINTOWN ha visto all’opera il giovane tatuatore e lo ha intervistato per voi, insieme a un altro giovane artista, che usa forbici e rasoio: il barbiere Gabriele Valente. Un ragazzo semplice, con tante passioni, tra cui la musica, i lavori artigianali e il rapporto umano con le persone.

ALESSANDRO MALOSSI

Da dove parte la tua formazione nel mondo dell’arte?
Ho studiato al liceo artistico a Bologna, poi ho frequentato la NABA a Milano, però ho smesso al secondo anno, perché ho cominciato a fare l’artista indipendente e ho iniziato a ricevere proposte lavorative al di fuori dell’ambito scolastico, così ho deciso di smettere. Questa è la mia base artistica, poi disegno da quando sono nato.

Come definiresti il tuo stile e quali tecniche utilizzi principalmente?
Mi definisco un iperrealista, però mi piace anche il surrealismo e ogni tanto sperimento cose che non faccio mai, come l’astrattismo, ma è raro. Come tecniche generalmente uso i colori acrilici o, in questo caso, sul jeans sto usando i colori per tessuto. Mi piace anche realizzare illustrazioni a matita o a china.

Come è nato questo progetto con Lee jeans?
Questa estate ho iniziato a dipingere a caso delle giacche che avevo in casa e ho pubblicato le foto su Instagram. Da lì mi hanno contattato più brand, tra cui anche Lee.

Molto spesso la moda prende spesso spunto dall’arte, ma anche l’arte può avvicinarsi alla moda. Ti piace lavorare in questa direzione?
Sto scoprendo anch’io che questo tipo di arte applicata alla moda mi piace particolarmente, anche se non l’avrei mai detto e sta funzionando. Mi piace sempre sperimentare nuove cose, applicare nuove tecniche che non conosco. Sono una persona che vive molto alla giornata, quando mi passa qualcosa per la testa lo faccio.

Quali sono gli artisti che ti ispirano?
Non ho un artista preferito, come per la musica mi piacciono stili completamente diversi. Un nome su tutti è Dalí, perché è quello che si avvicina di più a ciò che sono, come gusti e tematiche. Per essere Surrealisti bisogna essere bravi, anche nel realismo, ed è difficilissimo.

Qual è il tuo rapporto col denim nella vita quotidiana?

Lo uso tantissimo. Molto spesso indosso degli scarti che ho dipinto e non ho venduto o che tengo per me. Molte persone, poi, me li chiedono. Devo molto del mio successo ai social, perché è grazie a questi che sono stato notato.

GABRIELE VALENTE

Come descrivi il tuo lavoro?
Il mestiere del barbiere mi da modo di coltivare al meglio le mie passioni. Il mio lavoro è fatto di precisione e dedizione, ma anche di vena artistica e trasporto delle emozioni, che in quel momento esplodono insieme per creare un cocktail perfetto. È fatto di storie belle che ogni persona ha da raccontare e che vuole condividere con te, che sei il suo barbiere. Amo ogni aspetto di questa antica arte, che ha seguito la storia in ogni sua evoluzione, più importante di quello che si possa credere.

Come indossi il denim?
Mi piace indossare il denim con una maglietta, ma anche con una camicia, con un bel paio di anfibi possibilmente.

Quando e quanto lo indossi?
Lo indosso praticamente sempre, non saprei farne proprio a meno. Un bel denim fa sempre la sua scena ed è adatto ad ogni situazione. Amo quando comincia a consumarsi, un buon motivo in più per indossarli.

Che tipo di jeans preferisci?
Tendenzialmente indosso jeans non troppo chiari e neanche aderenti. Mi piacciono che disegnino bene la gamba, ma senza esasperare le forme. Se sono strappati, poco male.

Come si lega il denim al tuo lavoro?
La comodità di un denim e il bello di portarlo con una camicia vanno in perfetta armonia con il mio mestiere. La forza di due storie che vanno di pari passo.

Cosa ti è piaciuto, in particolare, di questo progetto Lee?
Sono contento che Lee abbia messo in risalto il nostro mestiere e in generale i lavori artigianali, che purtroppo stiamo perdendo. Io credo che siano queste le persone da valorizzare, gente che fa cose concrete e ricche di passione. Ringrazio Lee per lo spazio che ci ha dedicato ed è stato davvero un piacere aver collaborato con il brand.

www.lee.it

®Riproduzione Riservata

L’ELEGANZA DI DORIANI CASHMERE INCONTRA LA TECNOLOGIA

Importanti novità per Doriani cashmere: a Pitti Uomo il brand di maglieria pregiata Made in Italy presenta lo stile della collezione Primavera/Estate 2018, che si arricchisce di colori sorprendenti e preziose mischie di filati di qualità e naturali, con un occhio alle nuove tecnologie. Nel guardaroba Doriani è presente anche il denim, di grande tendenza, reinterpretato rispetto alla precedente collezione con particolari abbinamenti cromatici e inserti preziosi, per un look casual ma sempre legante. Cambiano anche le combinazioni di filati, che privilegiano la leggerezza, come i modelli in seta/cashmere estremamente morbidi e impalpabili, la morbidezza, grazie la classico abbinamento merinos/seta/cashmere e, infine, l’eleganza dégagé del cotone/cashmere. Lo stile Doriani si rinnova costantemente attraverso tecnologie innovative che, applicate alla lavorazione dei capi, rendono i materiali traspiranti e impermeabili, perfetti anche senza doverli stirare. Per rendere unico ogni capo e chi lo indossa, Doriani offre un servizio di customizzazione “Made to Measure”, un servizio di personalizzazione di ogni dettaglio e cucitura che valorizza la personalità di ogni cliente.

www.doriani.it

®Riproduzione Riservata

#CIRCUITRAINING3

Continua l’appuntamento con i circuiti di allenamento ideati, in esclusiva per MANINTOWN, dal preparatore atletico Paolo Barone. Ricordatevi che ogni step deve essere svolto, possibilmente, in 40 secondi di attività più 20 di recupero tra le diverse postazioni; se si vuole ripetere il circuito bisogna attendere un minuto per reidratarsi, rallentare il battito cardiaco e riacquistare le energie, senza, però, raffreddare i muscoli. Better sore than sorry!

Riscaldamento

Step up alternato sul muretto, portando le ginocchia al petto. Questo primo esercizio va a rafforzare gli arti inferiori, soprattutto i glutei.

Piegamenti sulle braccia

Mantenendo le mani in appoggio sul muretto, formare un angolo di 45 gradi tra gomito e polso. Si va a lavorare su pettorali, deltoide interiore e tricipiti. Per eseguire correttamente l’esercizio bisogna stabilizzare l’addome e mantenere la schiena in posizione neutra, avvicinando l’ombelico alla colonna vertebrale. Il viso deve essere in linea con il tronco, con lo sguardo fisso verso il basso.

Affondi

Mantenendo la punta del piede in appoggio sul muretto, la gamba anteriore e quella posteriore devono formare un angolo di 90 gradi. Il ginocchio, durante l’affondo, non deve mai superare la punta del piede. Schiena diritta e postura corretta.

Crunch su panca piana

Il movimento consiste nell’avvicinare il tronco alle ginocchia per potenziare l’addome. Mantenendo le mani in appoggio si fa molta meno fatica, al contrario, senza mani in appoggio, l’intensità aumenta. Nella seconda parte del movimento, distendere le gambe andando indietro con il tronco. Fate attenzione a non inarcare mai il tratto lombare della schiena. Inspirare in chiusura, espirare in apertura.

Stretching

Appoggiare una gamba sopra l’altra e afferrare con entrambe le mani la coscia della gamba sottostante, tirando leggermente verso di sé.

Photographer paolobaronephotography
Stylist Chiara Troiani

Model Max Maestri

Total look Sergio Tacchini
Sneakers Model’s own

®Riproduzione Riservata

“The suburb is our playground” di Roberta Krasnig

We explore the outskirts of Rome with Andrea Bosca in this AW17 preview.

Photography: Roberta Krasnig
Styling: Stefania Sciortino
Grooming: Martina Di Crosta @makingbeauty
Trattamento Viso KIEHL’S Age Defender Cream

Photo Assistant: Olga Bondarevych

®Riproduzione Riservata

LIMPIDA COME L’ACQUA

Andrea Renzo Vaccani, 27 anni, è a capo di un’azienda che commercializza oltre 80 milioni di bottiglie l’anno di acqua oligominerale. La sua è tra le acque con la più bassa percentuale di sodio (0,9), idonea anche per la preparazione degli alimenti dei lattanti (come riconosce il Ministero della Salute). La storia di Chiarella inizia nel 1965 nel comune di Plesio, sul Lago di Como, con l’imbottigliamento dell’acqua a soli 650 metri dalla fonte. Martin Reise, considerato il più influente water sommelier del mondo, ha inserito quest’acqua tra le sue preferite, gli esclusivi hotel e ristoranti affacciati sul lago di Como la propongono nelle proprie liste e, persino una delle star più famose di Hollywood, la preferisce durante i suoi soggiorni a Laglio. MANINTOWN ha intervistato il giovane signore dell’acqua, presente in luxury hotel e ristoranti stellati in Italia e nel mondo
Cosa provi ad essere a capo di un’azienda tra le maggiori in Italia e sui principali mercati internazionali a soli 27 anni? Cosa hai dovuto fare di più rispetto ai tuoi coetanei? Quali sono i pregi e i difetti di questa responsabilità?

Credo che il lavoro sia, nel suo significato più meritevole, una forma di realizzazione della propria interiorità, un concretizzarsi di ciò che ci rende unici e indistinguibili. Tempo fa ho ritrovato nella mia libreria una poesia di Charles Bukowski, che recita: “Se hai intenzione di provarci, fallo fino in fondo.” Vivo il lavoro e la vita privata con la stessa intensità, come se fosse un’unica opportunità di realizzazione di ciò che sono. Il mio ruolo pretende dedizione assoluta, una forte dose di lucidità che deve coesistere con un intelligenza intuitiva. Il lavoro mi dà, quindi, una forte libertà espressiva, ma esige anche grandi attenzioni e un impegno costante in termini di tempo.

Il lago di Como è ancora glamour? Perché qui l’acqua è particolarmente pura?

“Il lago di Como negli ultimi anni è cresciuto sia in ambito turistico, sia mediatico. Credo che oggi sia una delle mete turistiche più allettanti a livello mondiale. I margini di crescita sono ancora enormi, ma sono possibili unicamente se vi sono investimenti sui servizi, sulla logistica e sull’offerta culturale. L’impatto emotivo e paesaggistico del lago rimane imbattibile e va valorizzato il più possibile in ogni sua declinazione. Il jet set internazionale continuerà a riunirsi qui finché l’offerta turistica si muoverà su queste coordinate. L’unicità di Chiarella in termini qualitativi e, in un certo senso, “emotivi”, è data proprio dalle caratteristiche geografiche del luogo. Le montagne cadono a picco nel lago o, come scrisse Alessandro Manzoni ,“monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo” e la conformazione geologica della montagna fornisce un’ acqua estremamente equilibrata, con un mix perfetto di calcio, magnesio e potassio”.

Può un’acqua essere oggetto del desiderio, tale da richiederla quando ci si siede al ristorante?

Assolutamente sì. L’interesse sempre maggiore del consumatore per il benessere, ha portato a una crescente attenzione rivolta all’elemento più importante della nostra dieta: l’acqua. Il consumatore ha raggiunto una forte maturità in termini di scelta e di comparazione dei prodotti e una consapevolezza impensabile fino a 15 anni fa: oggi è proprio lui che, a ragione o torto, determina le scelte del ristoratore e non più il contrario. Finalmente, permettetemi di aggiungere.

Condiziona anche il gusto dei piatti?

Certamente. La regola base prevede acque con un residuo fisso più alto per la carne e i cibi conditi, invece, con un residuo fisso più leggero, per il pesce e i piatti più delicati. Questa regola è la declinazione di un noto dogma culinario: vino rosso per la carne e vino bianco per il pesce.

La carta delle acque ha senso in un ristorante?

I ristoranti che stanno registrando sempre maggior successo sono quelli che si distinguono per la ricercatezza delle loro proposte culinarie. In tal senso, la carta delle acque mi sembra un passaggio obbligato per chi propone certi tipi di standard.

Come si diventa water sommelier e come si distingue un’acqua premium da una di qualità inferiore?

Per distinguere un’acqua premium da una di primo prezzo potrei suggerire numerosi parametri; dall’equilibrio dei sali minerali alla provenienza. Importantissimi sono i dati tecnico-scientifici, ma l’esame da passare è sempre quello del gusto.

Pregi e difetti dell’acqua microfiltrata e differenze con i tuoi competitor

Intanto una premessa: l’acqua microfiltrata non è acqua minerale, è un prodotto completamente diverso. Chiarella si presenta con un prodotto leggero, la percentuale di sodio è tra le più basse del mercato, ma straordinariamente equilibrato e adatto alla dieta di tutti i giorni. Le acque con un residuo fisso molto basso non portano alcun tipo di nutrimento, ma, come dichiarato dall’OMS, sono dannose sul lungo periodo, perché assimilabili all’acqua distillata. Io raccomando sempre una scelta oculata, figlia della consapevolezza piuttosto che dei consigli pubblicitari. Quindi anche la mia acqua deve essere bevuta con criterio.

Ogni anno la legge italiana alza la soglia di tolleranza per i componenti nocivi che si trovano nelle acque minerali, cosa ne pensi? I valori di Chiarella sono cambiati nel tempo?

“No, da 54 anni, tempo trascorso dalla prima bottiglia uscita dal nostro stabilimento, i valori di Chiarella sono rimasti invariati nel tempo e questa è garanzia assoluta del valore del nostro prodotto. Non sono d’accordo di continuare ad alzare l’asticella della soglia di tolleranza proposta dal governo, si rischia di legittimare dosi sempre più alte di minerali pesanti.

Che iniziative avete pensato di promuovere per far conoscere la vostra acqua?

Da un anno abbiamo lanciato il progetto “Dalla parte dei piccoli”, insieme all’associazione Action Aid, donando una percentuale del prezzo di acquisto alla fondazione, per il supporto dei suoi progetti sulle scuole italiane. Da luglio prossimo lanceremo un nuovo progetto chiamato Symposion: ciclicamente verrà chiesto ad artisti internazionali di reinterpretare la nostra etichetta, tramite un opera d’arte originale. Il nome del progetto è ispirato al simposio di Platone.

Dove siete maggiormente presenti in Italia e all’estero?

Il nostro fatturato si divide per il 70% sul mercato nazionale e il 30% dell’estero. I nostri prodotti sono distribuiti principalmente nel Nord Italia, fino alla Toscana, all’estero siamo regolarmente distribuiti in più di nove Paesi in ambito Ue ed europeo.

®Riproduzione Riservata

A cena nella magia de La Rampina

Alcuni posti sono come casa. Anzi, a volte meglio. Il calore elegante che risiede tra le mura de La Rampina è una specialità che oggi raramente si trova nei ristoranti gourmet che animano le serate milanese. A memoria, si contano sulle dita di una mano.

La storia di quest’antica osteria, inseriti anche nella guida del Gambero Rosso, si perde nelle notti del ‘500, quando le carrozze dei viandanti si fermavano sul selciato per rifocillarsi prima di entrare a Milano. Si dice anche che il generale Radetzky, scappando a gambe levate dai moti milanesi delle Cinque Giornate, si sia fermato qui. Oggi, non sono generali e non sono solo viandanti a scegliere di accomodarsi nelle sale de La Rampina, o in giardino nelle serate più fresche, ma sono milanesi e non che vogliono regalarsi un pranzo o una cena appena fuori dal caotico ritmo della città senza rinunciare all’eccellenza.

L’osteria è gestita, egregiamente, dalla famiglia Gagliardi, più o meno dagli anni ’70 e recentemente alla straordinaria cucina tradizionale di Lino Gagliardi, che prepara un risotto con osso buco semplicemente perfetto, si è aggiunta quella ricercata e di sperimentazione del figlio Luca. Giovane, appassionato e con già un’ottima esperienza alle spalle costruita a Le Buerehiesel di Strasburgo, sotto la guida dello Chef tristellato Westermann, Luca propone un menu sensibile e innovativo, senza strafare e raggiungendo equilibri di gusto impeccabili. Rigorosamente stagionale, la carta spazia quindi dalla tradizione della cucina lombarda a piatti arditi, tra i quali spiccano i risotti (su tutti il buonissimo risotto al salmerino e finger lime, seguito subito da quello al limone, scamorza affumicata e camomilla).

Infine, la cantina, uno degli ambienti, oltre alla sala del camino, più suggestivo dove oltre 500 etichette tra rossi, bianchi e rosè aspettano di essere le compagne di una serata unica. Lasciatevi consigliare da Lorenzo, secondo genito di Lino, sia per le bottiglie storiche d’annata che per vini più giovani.

www.rampina.it
®Riproduzione Riservata