Mosey x Luca Larenza

Il designer Luca Larenza incontra Mosey, Dj e produttore francese di fama planetaria. Un connubio tra moda e musica che ha dato vita alla speciale capsule unisex presentata a Parigi il 15 gennaio. Si tratta di una collezione nata dalla voglia di rintracciare luoghi o momenti, in cui la vita esce dalla routine ed entra nei meandri di una felicità spontanea.

I look progettati da Larenza e Mosey infatti toccano diverse suggestioni. Si parte dall’attitudine spregiudicata di uno spring-break tra Miami e Daytona Beach in Florida; da un guardaroba che assorbe le tinte e la spensieratezza di Cancùn o Purto Vallarta. Si passa alle giacche o ai bomber light dai motivi check elettrici che invece astraggono l’esuberanza cromatica e dissacratoria del dandismo black. Cardigan e maglie girocollo in morbido merino dall’effetto garzato con scritte agugliate, cappotti oversize e velluti a coste rimandano poi all’appassionato impegno sociale e intellettuale di fine anni sessanta. Ancora cardigan con filati a pelo lungo, ma stavolta rifrangenti e scintillanti, tributo allo Studio ’54 o più genericamente alla night-life dei club. 

Come commenta dichiara il designer Larenza “Io e Mosey abbiamo unito le forze per mandare un messaggio positivo e spensierato, che pur sempre però potesse venire considerato qualitativamente una massima espressione di know-how in fatto di abbigliamento maschile”. “Abbiamo percorso tutti quei momenti che in un modo o nell’altro segnano o hanno segnato l’abbandono dei doveri per avvicinarsi al fuoco dei piaceri del corpo e della mente. Alto e basso, cheap e chic, pop e ricerca, cuore e testa, con l’obbiettivo di produrre una collezione spontanea e rigorosamente Made in Italy”.

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#MANINTOWNSUPPORTMADEINTALY Focus on: MARCO MELIS EYEWEAR

“Fare un occhiale è come fare un abito; è questo che voglio dare al mio cliente – racconta Marco Melis – Tutto può essere studiato e scelto nei dettagli per rispecchiare i gusti e le esigenze di chi lo calza.

L’occhiale custom made può essere personalizzato nella forma e persino all’interno dell’asta dove possono essere apposte una firma o una dedica”.  

Questa la filosofia di Marco Melis, nome sinonimo di occhiale fatto, costruito, concepito e realizzato in Italia. La combinazione perfetta tra l’heritage e il saper fare artigianale con una visione proiettata al futuro.

Melis disegna occhiali dal 1996, partendo dall’incontro con maestri artigiani per seguire tutte le fasi di progettazione dell’occhiale. Da questa passione è nata MARCO MELIS EYEWEAR, realtà che disegna e produce occhiali a tiratura limitata e per settori speciali quali cantieri navali, case automobilistiche e motociclistiche. Abbiamo incontrato Marco Melis per farci raccontare il suo percorso.

Quali sono i valori e la filosofia dell’azienda?

La MARCOMELIS Eyewear parte dal concetto della progettazione e si esprime attraverso i propri laboratori dove crea, in qualità di prototipi, modelli che vengono destinati anche ad altri brand. Avvalendosi dell’uso dei pantografi degli anni 60 e delle mani esperte dei maestri artigiani cadorini, crea le proprie collezioni esprimendo la propria artigianalità e il Made in Italy.

Quali le parole chiave per definirla?

Indiscutibilmente il taglio sartoriale contraddistinto dalle esigenze dei clienti o dei brand ci porta a essere versatili nella realizzazione delle collezioni ad hoc, da qui scelta di lenti, plastiche e del taglio che deve avere in prospettiva l’occhiale.

Il dettaglio sull’asta dell’occhiale…

Sulle aste dei miei occhiali è incisa una frase che rappresenta tutto l’orgoglio della mia origine: “Fatti da un Italiano“. Realizzo tutto in Italia a differenza di quanto fanno tanti altri che delocalizzano in Paesi a noi distanti per cultura, etica e storia produttiva, pur fregiandosi del titolo generico “Made in Italy”. Fatti da un italiano è assunzione di responsabilità, è conoscenza tramandata ma è anche ricerca e sviluppo.
Fatti da un italiano è soprattutto l’opera di un uomo che “fa” con le sue mani un oggetto ideato, progettato e realizzato completamente in Italia, perché la qualità̀ non può derivare dall’appellativo “Made in Italy”, ma dal trasferimento sul prodotto dei nostri valori artigiani, come emanazione stessa della storia e della creatività della nostra terra.

Come è nato questo progetto fotografico?

Il servizio fotografico è nato dal momento in cui abbiamo avuto come prima esigenza fare arrivare agli occhi dei nostri clienti la realtà che viviamo ogni giorno, ancor prima che ricevessero i nostri occhiali. Un progetto fotografico realizzato da Carlo Mogiani e Matteo Curti.

Come prevedi cambierà il settore dopo il Coronavirus?

Dopo il Covid-19 come per tanti prodotti ci sarà una grossissima richiesta, questo sarà dettato dal fatto che molti appuntamenti fieristici sono saltati. La cosa più auspicabile, ma di questo ne siamo verosimilmente ottimisti, sarà la ricerca del vero prodotto italiano, non solo da parte dell’Italia ma anche dal resto del mondo.

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Talenti da scoprire: Matteo Oscar Giuggioli

Matteo Giuggioli ha 19 anni e dopo gli studi di recitazione ed essersi fatto le ossa sui palcoscenici più importanti di Milano, nel 2017 ha debuttato sul grande schermo nel film Gli sdraiati di Francesca Archibugi. Nel 2018, interpreta Tom in Succede di Francesco Mazzoleni per poi ricoprire il ruolo di Klaus in Un passo dal cielo 5, la serie cult di Rai Uno. Tra i lavori più recenti invece, c’è il film Sotto il sole di Riccione, sceneggiato e prodotto in via esecutiva da Enrico Vanzina, la cui uscita è prevista in primavera.

Come è iniziata la tua carriera da attore? Raccontaci il tuo percorso formativo

È nato tutto con il gusto per il bello, per l’arte in tutte le sue forme, dalla pittura alla falegnameria, dal cinema alla musica. Di per sé, la passione per la recitazione arriva un po’ per gioco con un corso extra scolastico di teatro. Parte con due ore alla settimana in una palestra, da tutto ciò che è più vero, nudo, crudo, un qualcosa che stava in piedi solo grazie alla poesia. Negli spettacoli mi sentivo compreso, poi ho iniziato ad affiancare al teatro qualche provino e subito dopo Miguel Lombardi a scuola, Gli Sdraiati..

Tra i personaggi che hai interpretato c’è un ruolo in cui ti sei rivisto particolarmente?

Non amo portare al lavoro me stesso. Io sono io, Io sul lavoro non esiste, esiste il mio ruolo. Quindi, per semplificare direi un 50% si e 50% no. 

Su cosa stai lavorando adesso? Puoi svelarci qualcosa sui tuoi prossimi personaggi?

Oltre ai lavori in uscita, in questo momento sto lavorando ad una serie, ma purtroppo non posso ancora svelare nulla. 

Hai un’icona del cinema come riferimento?

Hitchcock, Almodovar, Fellini, Inàrritu, Bertolucci Phoenix, Meryl Streep, Jim Carrey, Noè, Eddie Redmayne, Elio Germano, Luca Marinelli, Alessandro Borghi. Ma ce ne sono davvero tante.

Che rapporto hai con i social, quale messaggio cerchi di trasmettere in questo periodo drammatico?

Non sono ossessionato dai social. É il più grande mezzo di comunicazione al giorni d’oggi, lo uso come lo usavo prima, se ho una bella foto o qualcosa di importante da dire posto, altrimenti no. É un passatempo, un divertimento come in passato, con la differenza che ora ho qualche follower in più. I social hanno il potere di far diventare un’idiota una star, è per questo che la gente li usa cosi tanto. Per fortuna io devo dimostrare quanto valgo su un’altra piattaforma. 

Tre oggetti importanti per te in queste giornate..

“Lettere A Un Giovane Poeta” di Rainer Maria Rilke, Netflix, il telefono per sentire i miei amici. 

Che rapporto hai con la moda, ami dei brand in particolare?

Ritengo di avere un buon senso estetico, quindi si, sono estremamente affascinato e attirato dalla moda, mi piacerebbe studiarla.

Tre capi essenziali del tuo guardaroba..

Non ci sono dei capi essenziali, il mio guardaroba varia in base al mio stato d’animo, alle mie emozioni e al mio periodo. Il vestito è parte dell’anima di una persona. 

Ami viaggiare? consigliaci una meta in cui recarci appena si potrà riprendere a farlo.

Si, amo viaggiare e il mio lavoro mi porta in continuo spostamento. La vera vacanza però è stare a casa mia, con la famiglia e i miei fratelli. 

Un luogo del cuore

Semplicemente casa.

Photo credits: Marco Colombo

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Rising stars: Filippo Marsili

Filippo Marsili, romano, giovanissimo attore al terzo anno del centro sperimentale di Roma, si è già fatto notare nella seconda stagione di Baby con il suo personaggio Carlo.

Ora attendiamo l’uscita su Netflix del capitolo finale della serie che ha appena finito di girare.

Sempre per lo stesso network, ovvero Netflix, lo vedremo presto nella nuovissima serie Curon.

Photo by Riccardo Riande

Quando hai capito di voler fare l’attore?

Potrei dirti che tutto iniziato al liceo, in maniera del tutto non professionale, poi ho proseguito con dei workshop che hanno fatto crescere in me la passione per la recitazione.
Subito dopo la scuola ho capito che non sarei riuscito a vedermi in un lavoro standardizzato, quindi ho deciso di intraprendere questa professione che mi concede il lusso di vivere 1000 vite.

Sei ancora al centro sperimentale?

Si, stiamo facendo le lezioni online e spero potremmo abbracciarci tutti molto presto.

Nonostante tu stia ancora frequentando i corsi hai già avuto la tua bella occasione…

Per l’appunto essendo ancora io al centro aver avuto la possibilità di accedere al mio primo lavoro con un progetto Netflix come “Baby2” è stata davvero una grandissima soddisfazione.
Ero cosciente del fatto che fosse stata seguitissima la prima serie ed io ero al mio primo provino, questa è stata una grandissima iniezione di fiducia per la mia professione.
Ed alla fine dei conti rimane sempre il primo lavoro, quello che non ti scordi mai.

Ci sarà presto anche Baby3?

Si confermo che abbiamo appena finito di girare la serie, orientativamente credo debba uscire a ridosso dell’estate, però con tutti i cambiamenti che ci sono in questo periodo non saprei dire niente di più preciso.

C’è qualcuno in particolare con cui hai legato di più nel cast?

Sicuramente ti direi Sergio Ruggeri in quanto siamo entrati insieme nella serie alla seconda stagione, ma alla fine ci siamo integrati benissimo con tutto il cast in quanto siamo tutti ragazzi giovani quindi l’atmosfera era sempre ottima.

Cosa mi racconti come evoluzione del tuo personaggio nella terza serie?

Nell’ultima serie tutti personaggi arrivano alla resa dei conti, in quanto, in modi diversi, ma avevano vite segrete che sveglieranno di puntata in puntata arrivando all’epilogo.
Carlo, il mio personaggio nel suo piccolo continuerà a seguire il branco, di più non posso dirti altrimenti che gusto c’è a guardare la serie.

Sarai anche nella nuova serie Netflix Curon, cosa mi puoi anticipare di questa?

Curon è un piccolo paesino del Trentino-Alto Adige famoso per il suo lago da cui emerge il campanile della chiesa.
E proprio da qui parte la storia di alcuni abitanti con qualcosa da nascondere, insomma una serie di genere, potremmo dire un thriller psicologico.

Cosa farai appena potrai uscire di casa?

Innanzitutto, finire il terzo anno del centro sperimentale che per me è davvero importantissimo, e poi una bella birra rossa con gli amici che mi manca davvero.

Cosa non deve mai mancare nella tua valigia prima di un viaggio… quando torneremo a viaggiare?

Sicuramente gli occhiali da sole, non me ne separo mai.

Cover photo credit: Riccardo Riande

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Editorial: Spare time

Suit Marsem, polo Doppiaa
Suit Marsem, polo Doppiaa
Total look Frankie Morello
LUCAS: Suit Marsem, polo Doppiaa; JORDAN: Total look Frankie Morello
LUCAS: Suit Marsem, polo Doppiaa; JORDAN: Total look Frankie Morello

Foto 1 LUCAS
Suit Marsem, polo Doppiaa

Foto 2 LUCAS
Suit Marsem, polo Doppiaa

Foto 3 JORDAN
Total look Frankie Morello

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LUCAS
Suit Marsem, polo Doppiaa
JORDAN
Total look Frankie Morello

Foto 5
LUCAS
Suit Marsem, polo Doppiaa
JORDAN
Total look Frankie Morello

Suit Doppiaa, sweater C.P. Company
Suit Doppiaa, sweater C.P. Company
Total look Andrea Pompilio
Total look Andrea Pompilio
Georgette T-Shirt and Trousers Christian Pellizzari, shirt Caporiccio
Total look Calcaterra, sunglasses Moscot
Total look Calcaterra, sunglasses Moscot

Foto 6 JASER
Suit Doppiaa, sweater C.P. Company

Foto 7 JASER
Suit Doppiaa, sweater C.P. Company

Foto 8 LUCAS
Total look Andrea Pompilio

Foto 9 LUCAS
Total look Andrea Pompilio

Foto 10 JORDAN
Georgette T-Shirt and Trousers Christian Pellizzari, shirt Caporiccio

Foto 11 JASER
Total look Calcaterra, sunglasses Moscot

Foto 12 JASER
Total look Calcaterra, sunglasses Moscot

Coat and trousers CC Collection Corneliani, shirt Doppiaa
Coat and trousers CC Collection Corneliani, shirt Doppiaa
Coat and polo Tagliatore, trousers Berwich
Coat and polo Tagliatore, trousers Berwich

Foto 13 LUCAS
Coat and trousers CC Collection Corneliani, shirt Doppiaa

Foto 14 LUCAS
Coat and trousers CC Collection Corneliani, shirt Do

Foto 15 JORDAN
Coat and polo Tagliatore, trousers Berwich

Foto 16 JORDAN
Coat and polo Tagliatore, trousers Berwich

Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own
Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own
Total look Angelos Frentzos
ALEXANDER: Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own; GENNARO: Total look Angelos Frentzos
ALEXANDER: Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own; GENNARO: Total look Angelos Frentzos
ALEXANDER: Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own; GENNARO: Total look Angelos Frentzos
ALEXANDER: Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own; GENNARO: Total look Angelos Frentzos

Foto 17 ALEXANDER
Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own

Foto 18 ALEXANDER
Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own

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Total look Angelos Frentzos

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ALEXANDER

Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own
JASER
Total look Angelos Frentzos

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ALEXANDER

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Total look Angelos Frentzos

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ALEXANDER

Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own
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Total look Angelos Frentzos

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ALEXANDER

Total look Angelos Frentzos, necklace Vivienne Westwood model’s own
JASER
Total look Angelos Frentzos

Bomber e shirt Frankie Morello, trousers Skill_officine
Bomber e shirt Frankie Morello, trousers Skill_officine
Jacket Marsem, pull Agelos Frentzos, trousers Edithmarcel, shoes Les Hommes
Jacket Marsem, pull Agelos Frentzos, trousers Edithmarcel, shoes Les Hommes

Foto 24 ALEXANDER
Bomber e shirt Frankie Morello, trousers Skill_officine

Foto 25 ALEXANDER
Bomber e shirt Frankie Morello, trousers Skill_officine

Foto 26 ALEXANDER
Jacket Marsem, pull Agelos Frentzos, trousers Edithmarcel, shoes Les Hommes

Foto 27 ALEXANDER
Jacket Marsem, pull Agelos Frentzos, trousers Edithmarcel, shoes Les Hommes

LUCAS: Jacket C.P. Company, blazer Tagliatore, shirt Doppiaa, trousers Berwich, socks Alto Milano, shoes Paciotti; JORDAN: Jacket and trousers Paoloni, shirt Alessandro Gherardi, shoes Paciotti; GENNARO: Coat Tagliatore, suit and shirt Manuel Ritz, shoes Les Hommes; ALEXANDER: Jacket Paoloni, shirt Christian Pellizzari, trousers Berwich, socks Alto MIlano, sandals Andrea Pompilio
LUCAS: Jacket C.P. Company, blazer Tagliatore, shirt Doppiaa, trousers Berwich, socks Alto Milano, shoes Paciotti; JORDAN: Jacket and trousers Paoloni, shirt Alessandro Gherardi, shoes Paciotti; GENNARO: Coat Tagliatore, suit and shirt Manuel Ritz, shoes Les Hommes; ALEXANDER: Jacket Paoloni, shirt Christian Pellizzari, trousers Berwich, socks Alto MIlano, sandals Andrea Pompilio
LUCAS: Jacket C.P. Company, blazer Tagliatore, shirt Doppiaa, trousers Berwich, socks Alto Milano, shoes Paciotti; JORDAN: Jacket and trousers Paoloni, shirt Alessandro Gherardi, shoes Paciotti; GENNARO: Coat Tagliatore, suit and shirt Manuel Ritz, shoes Les Hommes; ALEXANDER: Jacket Paoloni, shirt Christian Pellizzari, trousers Berwich, socks Alto MIlano, sandals Andrea Pompilio
LUCAS: Jacket C.P. Company, blazer Tagliatore, shirt Doppiaa, trousers Berwich, socks Alto Milano, shoes Paciotti; JORDAN: Jacket and trousers Paoloni, shirt Alessandro Gherardi, shoes Paciotti; GENNARO: Coat Tagliatore, suit and shirt Manuel Ritz, shoes Les Hommes; ALEXANDER: Jacket Paoloni, shirt Christian Pellizzari, trousers Berwich, socks Alto MIlano, sandals Andrea Pompilio

Foto 28
LUCAS

Jacket C.P. Company, blazer Tagliatore, shirt Doppiaa, trousers Berwich, socks Alto Milano, shoes Paciotti
JORDAN
Jacket and trousers Paoloni, shirt Alessandro Gherardi, shoes Paciotti
JASER
Coat Tagliatore, suit and shirt Manuel Ritz, shoes Les Hommes
ALEXANDER
Jacket Paoloni, shirt Christian Pellizzari, trousers Berwich, socks Alto MIlano, sandals Andrea Pompilio

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LUCAS

Jacket C.P. Company, blazer Tagliatore, shirt Doppiaa, trousers Berwich, socks Alto Milano, shoes Paciotti
JORDAN
Jacket and trousers Paoloni, shirt Alessandro Gherardi, shoes Paciotti
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Coat Tagliatore, suit and shirt Manuel Ritz, shoes Les Hommes
ALEXANDER
Jacket Paoloni, shirt Christian Pellizzari, trousers Berwich, socks Alto MIlano, sandals Andrea Pompilio

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LUCAS

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JORDAN
Jacket and trousers Paoloni, shirt Alessandro Gherardi, shoes Paciotti
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Coat Tagliatore, suit and shirt Manuel Ritz, shoes Les Hommes
ALEXANDER
Jacket Paoloni, shirt Christian Pellizzari, trousers Berwich, socks Alto MIlano, sandals Andrea Pompilio

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LUCAS

Jacket C.P. Company, blazer Tagliatore, shirt Doppiaa, trousers Berwich, socks Alto Milano, shoes Paciotti
JORDAN
Jacket and trousers Paoloni, shirt Alessandro Gherardi, shoes Paciotti
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Coat Tagliatore, suit and shirt Manuel Ritz, shoes Les Hommes
ALEXANDER
Jacket Paoloni, shirt Christian Pellizzari, trousers Berwich, socks Alto MIlano, sandals Andrea Pompilio

Total look N°21
Total look N°21
Total look Les Hommes

Foto 32 JORDAN
Total look N°21

Foto 33 JORDAN
Total look N°21

Foto 34 JASER
Total look Les Hommes

Photographer: Jilad Kavalero @kavalero.g

Stylist: Stefano Guerrini @stefano_guerrini

Stylist’s assistants: Salvatore Pezzella and Greta Tedeschi

Grooming: Mattia Norbiato @matt_m.u.a.

Models: Lucas Evangelista @dmanagementgroup; Jordan Genidogan @dmagementgroup; Jaser Auletto @dmagementgroup, Alexander Blinov @dmagementgroup.

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Pantaloni cropped: 4 modi per abbinarli

I pantaloni cropped sono stati il must have della moda primavera/estate del 2018, ma non sono ancora tramontati.

Imparare ad abbinare i pantaloni cropped è molto importante se si vuole essere di tendenza, poiché sono facili da indossare e pratici per ogni donna.

In estate, quando i jeans lunghi sono troppo caldi e gli shorts ti fanno sentire troppo esposta, i pantaloni cropped sono il capo perfetto al quale dire di si. I modelli in commercio sono tantissimi: alcuni arrivano appena sotto il ginocchio, altri colpiscono il polpaccio o addirittura, sfiorano l’osso della caviglia.

Questo tipo di pantalone non si adatta ad ogni tipologia di fisico poiché per via del loro taglio slanciano le donne longilinee e alte ma valorizzano poco chi ha una forma fisica che non corrisponde a quei canoni. Ecco perché spesso ci si rivolge la domanda: come si portano i pantaloni cropped?  Niente paura! Ecco che ti suggeriamo 4 modi per indossare questi pantaloni al meglio per essere sempre fashion in ogni occasione.

4 modi chic di indossare i pantaloni cropped

1. Con i tacchi

Portare i cropped con i tacchi è un’idea fantastica che ti permetterà di guadagnare qualche prezioso centimetro in più. Ed infatti, le scarpe basse con questa tipologia di pantaloni stanno bene solo alle spilungone. In alternativa ai tacchi si possono portare i sandali con le zeppe che sono sempre molto glamour. 

2. Con la t-shirt bianca

Bastano una comune t-shirt bianca e un paio di pantaloni cropped neri per rendere subito il look super fashion. Un abbinamento essenziale ma da cui possono venire fuori tante diverse varianti: la maglietta infatti può avere le maniche a sbuffo oppure può essere senza maniche, avere lo scollo a V profondo o a barchetta, può essere corta o lunga a seconda dei propri gusti e così via. 

3. Con il crop top

Con i pantaloni cropped la cosa migliore è indossare il crop top, ovvero il top corto (ovviamente se il fisico lo permette). In questo modo eviterai di sembrare sproporzionata. Se hai qualche chiletto in più è meglio scegliere un crop top morbido e dal tessuto rigido.

4. Con il blazer

L’abbinamento pantaloni cropped e blazer è senza dubbio un grande classico che non passa mai di moda. Puoi scegliere questo look per la sera e abbinarlo a un top elegante da party per essere super glam e non passare inosservata. Meglio puntare tutto su un blazer semplice e dalle linee pulite per non correre il rischio di appesantire la figura.

Borsone a tracolla da uomo: 4 motivi per comprarlo

Dall’inizio della civiltà l’uomo ha inventato innumerevoli cose per rendere la sua vita più facile.

Le borse sono una delle invenzioni più utili del genere umano. Il loro vantaggio più significativo è che puoi trasportare tutte le cose di cui hai bisogno in un unico posto senza doverti preoccupare di cercarle quando servono. Questo vantaggio non è solo femminile, perché negli ultimi anni il borsone uomo sta avendo un notevole riscontro dalla parte del genere maschile.

Grazie ad una serie di evidenti vantaggi il borsone a tracolla da uomo non deve mai mancare in nessun guardaroba!

I modelli in commercio sono davvero molto vari e coprono una vasta gamma di gusti ed esigenze diverse, da chi pratica sport e ha bisogno di un borsone tracolla idonea per lo sport a chi necessita invece di un modello più elegante per via di un lavoro che lo richiede e che magari lo porta a viaggiare molto.

Ecco i vantaggi di possedere un borsone a tracolla uomo che dopo averli letti, se ancora non lo possiedi correrai a comprarlo!

Perché dovresti comprare un borsone a tracolla maschile?

Tanti sono i vantaggi di avere un borsone a tracolla da uomo. Ti diamo subito 4 buoni motivi per scegliere subito questo accessorio così utile e versatile.

Il borsone tracolla ti aiuta ad avere meno peso sulle spalle

A differenza dei modelli senza tracolla o degli zaini convenzionali, i borsoni a tracolla maschili non sforzano i muscoli delle spalle e della schiena. Sono davvero comodi, facili da manovrare e da trasportare.

Il borsone tracolla può contenere 1000 cose

Uno dei vantaggi più evidenti di questo accessorio da uomo è che può contenere di tutto, contrariamente ad altre opzioni di borse che si rivelano oltre che troppo piccole anche per nulla versatili.

Il borsone tracolla si presta a molteplici usi

Il borsone a tracolla per uomo non è solo per chi fa sport. Anche se sei un professionista della tecnologia, un blogger di moda, un fotografo professionista o uno youtuber puoi averne uno. È utilissimo anche per l’università o per l’ufficio: molti modelli infatti sono dotati di imbottiture dedicate a proteggere il PC, inoltre ci sarà sempre lo spazio necessario per i libri.

Il borsone tracolla sta bene a tutti

Infine è un accessorio alla moda e sempre lo sarà. Al contrario di altri modelli di borse sportive, porta con sé un fascino notevole. Perciò se vai in palestra e vuoi avere un look sempre impeccabile, porta sempre con te una borsa a tracolla. Non ti deluderà mai.

100 fotografi per Bergamo

In questi giorni moltissime persone si stanno mobilitando per sostenere il sistema sanitario italiano messo a dura prova dall’emergenza Coronavirus. 

Anche il mondo della fotografia, da oggi, si mette a disposizione come promotore di un’iniziativa a favore del reparto di rianimazione e terapia intensiva dell’Ospedale  Papa Giovanni XXII di Bergamo,  ad ora la città  colpita in maniera più significativa dall’epidemia.  

Questa iniziativa è  nata dopo la testimonianza diretta di uno dei rianimatori dell’ospedale di Bergamo che ha raccontato, agli organizzatori di questa raccolta fondi, una situazione drammatica e per la quale si ha seriamente bisogno di tutto l’aiuto possibile. 

100 FOTOGRAFI PER BERGAMO  è una call rivolta a 100  autori del mondo della fotografia di moda, arte, architettura e ritratto; è un invito a donare una loro immagine, acquistabile su https://perimetro.eu/100fotografiperbergamo/ al costo di 100 euro.  

L’operazione, coordinata dal community magazine Perimetro e dalla Onlus Liveinslums, ha coinvolto alcuni tra i nomi più rilevanti della fotografia italiana contemporanea, i quali sono gentilmente intervenuti e hanno subito accolto l’appello dei medici di Bergamo, impegnati in prima linea  per fronteggiare l’emergenza COVID-19.  

Tra questi fotografi compaiono i nomi di Davide Monteleone, Alex Majoli, Oliviero Toscani, Michelangelo Di Battista, Toni Thorimbert, Giampaolo Sgura, Maurizio Galimberti. Inoltre, grazie all’aiuto di 30 ambasciatori d’eccezione, l’invito ad acquistare le opere verrà fatto circolare sui loro canali social per fare in modo che chiunque voglia contribuire possa fare la sua donazione.  

Il ricavato sarà interamente devoluto all’ospedale per potenziare il reparto di terapia intensiva attraverso  l’acquisto di attrezzatura tecnica specialistica.

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“La casa delle belle addormentate”, il libro di Yasunari Kawabata

Eguchi è un sessantasettenne che sente la fine vicina, sente la tristezza della vecchiaia; spinto da un amico si reca in una casa particolare dov’è possibile dormire accanto a delle giovani ragazze sprofondate in un sonno indotto. 
Dapprima solo incuriosito, Eguchi tornerà alla casa una seconda volta invitato dalla signora di mezza età che gestisce il postribolo, e una terza volta spinto dal bisogno di calore umano che cerca nei corpi nudi e tiepidi distesi inermi e pronti per essere vegliati. Le sue visite sono atti di vojerismo, le ragazze ridotte a dei balocchi permettono ai clienti anziani (il genere di persone ammesse alla casa deve risultare innocuo, impotente, incapace di esprimere la propria virilità) di non subire il complesso di inferiorità del proprio decadimento.

Le scene descritte da Yasunari Kawabata sono claustrofobiche e morbose, i corpi delle giovani donne dormienti vengono passati allo scanner, ma la regola vuole che non debbano essere deflorate per alcuna ragione, regola che spinge il protagonista a pensieri di violenza più che d’eccitazione.

Le ragazze drogate da potenti sonniferi non si muovono, sono dei cadaveri che emanano leggeri respiri e che lasciano all’anziano il tempo di ripercorrere i ricordi di una sessualità e di una umanità viva e passata. Eguchi, a differenza degli altri clienti, è un uomo ancora in attività sessuale; steso accanto alle giovani ha il desiderio di sentire la loro voce, di sapere delle loro vite, ma rispetta le norme imposte dal luogo e, come da prassi, finisce col prendere la pillola bianca a disposizione dei signori per passare ad un sonno profondo e carico di sogni e impedire così ogni sorta di violenza nei confronti delle bambole di carne. 

In quella stramba casa le donne non possono essere trattate come donne, e gli uomini non possono adempiere al compito destinato agli uomini, e proprio quest’atmosfera rende il gioco ancora più intrigante ed esoterico. Le prostitute sono vergini impenetrabili, disponibili solo al tatto e all’olfatto, senso che Eguchi riscopre con grande intensità e che lo porta in lunghi viaggi spaziali, tra memoria e flussi di coscienza. Durante quelle notti, Eguchi si domanda che valore può avere un bel corpo per un vecchio ormai sessantasettenne, nel caso di una ragazza per una notte soltanto, che importa che sia intelligente o sciocca, colta o ignorante, se si riduce tutto ad un gioco che ha già il sapore della morte? 

Erotismo e morte si mescolano spesso nella letteratura di Kawabata, sono forse la stessa cosa, e la ricerca di calore umano, che Eguchi spera di ritrovare in quel bordello anomalo, sarà una rivelazione di assenza, di totale disumanità.

Il romanzo si conclude con una mano pronta a girare l’altra pagina, che troveremo vuota e con la parola “FINE”, lascia una sensazione di incompiutezza, come il desiderio trattenuto e messo a dormire. Il pessimismo di Kawabata si ammanta di così tanta poesia che rende quasi piacevole il dolore e il crogiolarsi nella disillusione.


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Break the sound “barrier” / La musica delle radici

Passando per lo Yemen, il Sudan e il Niger, attraversando “la terra del latte e del miele”, il Nilo e il deserto del Sahara, incontriamo le melodie evocative di alcuni giovani “cantastorie” che tra, modernità e tradizione, narrano le proprie radici alimentate dai suoni catturati dal mondo.

E’ una musica trans-culturale che rinnega l’esistenza di barriere linguistiche, generazionali, geografiche e identitarie. Sono componimenti di fusione che fanno leva sulla coesistenza tra Oriente e Occidente, terre di origine e luoghi di adozione, facendoci sentire un po’ tutti cittadini del mondo. Un unico popolo unito da un unico linguaggio, quello della musica.

Cantano nel quasi estinto dialetto giudeo-arabo dello Yemen, sono Israeliane, ebree e Mizrahi, sono donne, sorelle e musiciste: Tair, Liron e Tagel Haim, le A-wa. Le vediamo esibirsi sui palchi dei festival internazionali e nei club più esclusivi accompagnate dai modulati gorgheggi arabeggianti delle loro voci, dalla forte carica gestuale e dall’inconfondibile foggia dei loro abiti: coloratissime vesti tradizionali dello Yemen, del Marocco e del Pakistan, djellaba e ricamatissimi e “occidentalizzati” abiti presi in prestito dalle donne Balochi, abbinati a sneakers e calzettoni, ghirlande e monili tribali.

Le 12 tracce contenute nell’album d’esordio “Habib Galbi”, che in arabo significa “Amore del mio cuore”, prodotto da Tomer Yosef dei Balkan Beat Box, attingono alla cultura degli ebrei yemeniti trasmessa dai nonni paterni immigrati in Israele alla fine degli anni Quaranta.

Sono un elogio alla continuità di quelle vernacolari melodie intonate dalle donne di questa comunità che, escluse dalla vita spirituale e culturale degli uomini, iniziarono a raccontare le proprie emozioni e stati d’animo in folcloristici canti tramandati di donna in donna, di generazione in generazione per garantirne la sopravvivenza.

Le sorelle Haim sono cresciute nel piccolo villaggio di Shaharut, ai confini del deserto del Negev, circondate da kibbutz e montagne, tra i rudimenti del jazz e del Motown appresi dall’insegnante americana, tra danze, canti e i vinili dei Deep Purple e Pink Floyd trafugati ai genitori, ma soprattutto sono state educate alla libertà e a quello spirito di modernità che ha consentito loro di costruire un ponte tra culture diverse e non sempre di facile convivenza.

Il risultato è un eccentrico e ricercato mash-up musicale. L’ereditato folk yemenita si armonizza con i ritmi moderni della musica elettronica, del raggae, dell’hip hop e del rock psichedelico. I testi popolari vengono investiti da un groove che li rende musicalmente attuali e orecchiabili. Un equilibrato crocevia tra passato e presente che rivive nei suoni indigeni del darbouka, nei bassi, batterie, sampler e keytar e che ritorna, come amalgama narrativo, nelle vibranti note dei 14 inni poetici del loro secondo disco “Bayti Fi Rasi”/”La mia casa è nella mia testa”.

Un concept album che, ripercorrendo “l’esodo” della bisnonna verso l’Israele, mette a nudo le problematiche contemporanee dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione e lo fa a ritmo di beat tirati indietro, sintetizzatori, ritmiche ballerine, sonorità pop e solenni eterofonie.

|“Where I Will Make a Home?”| Alle origini, ai sapori della terra natale, ad una tradizione più spiccatamente intimistica sono ispirate le canzoni del gruppo Alsarah & Nubatones. Il collettivo nasce nel cosmopolita scenario newyorkese e ha come leitmotiv l’amore per il Sudan e l’universalità di una musica senza barriere.

Un retropop dallo stile eclettico e accattivante che parla il dialetto arabo-sudanese e contamina le calde melodie dell’Africa orientale con le sinuose influenze dell’Arabia e la tradizione folk della musica nubiana, che sovrappone percussioni e sintetizzatori, ritmi tribali e frequenze elettroniche.

Si parla di migrazione, del desiderio di ritorno alla terra di origine, del fallimento del rispetto umano, della crisi dei rifugiati ma anche di gioia, amore e sopravvivenza. Sono canti che, muovendo da un’esperienza personale, si aprono al mondo.

Testimonianza e anima di questo progetto è la stessa cantante Alsarah che ha vissuto in prima persona l’abbandono della terra natale, il Sudan, in seguito al colpo di stato militare nel 1989, e la necessità della fuga per rifugiarsi prima nello Yemen poi nella cittadina di Amherst, in Massachusetts, dove “eravamo l’unica famiglia dell’Africa orientale intutta la regione” di qui la fuga verso New York “una città piena di immigrati dove è normale essere un Altro tra gli altri”. 

E crescendo il bisogno di raccontare la sua storia, la sua cultura, il suo percorso di donna di colore, di immigrata, di viaggiatrice multietnica e di artista, e di farlo a suo modo, recuperando il suono materno della lingua di appartenenza. Ritornare alle radici guardando in avanti. Come naturale evoluzione dell’album “Silt”, prende corpo il progetto musicale intitolato “Manara”, o “The Lighthouse”, che nasce durante il soggiorno marocchino della band nella città di Asilah e tratta i temi dell’identità, del mondo moderno, di ciò che significa essere una sudanese in Nubia e una sudanese fuori dalla nazione e soprattutto si interroga sulla domanda What is home?.

Un destino segnato dal nomadismo è anche quello di Omara Moctar, ovvero Bombino. La singolare storia del pastore degli sterminati paesaggi africani, ribattezzato dalla stampa come il “Jimi Hendrix del deserto”, che rivendica l’identità Tuareg attraverso gli ipnotici e poetici arpeggi della sua chitarra elettrica. Nato ad Agadez, nel cuore sahariano del Niger, cresciuto nella tribù nomade degli Ifoghas, costretto con la famiglia all’esilio in Algeria; la sua terra depredata e annichilita da anni di guerre, rivolte e repressioni, la nostalgia del “profugo”, la speranza del “guerriero” e poi quelle chitarre degli anziani del villaggio di Tamanraset suonate di nascosto da autodidatta.

E quando i venti caldi e rassicuranti del deserto incontrano un’anima inquieta ed errante nasce il sofferto, ruvido ed energico desert blues di Bombino, un racconto complesso intriso di nostalgia, dolore e speranza per il suo popolo e la sua terra, cantato in Tamasheq nella lingua degli “uomini blu” del deserto e investito da una sinergia di stili senza confini dalla melodiosa musica berbera al rock-blues americano, dalle sonorità etniche al travolgente chitarrismo hendrixiano, dai ritmi reggae, alle ballate acustiche del deserto fino alle ipnotiche atmosfere sonore elettro-psichedeliche.

Un viaggio intimistico e dal potere corale che parte da “Agadez” e “Nomad” lambendo il suggestivo album registrato a Woodstock “Azel”, che non a caso significa Radici, quelle radici che affondano nell’anima del continente africano, nelle difficoltà di vita dei Tuareg, nella loro identità messa in crisi dal peso del mondo moderno, ma come canta Bombino in Iwaranagh/We Must: “Dobbiamo lottare per la nostra cultura e la nostra terra”, e la “ribellione” della sua chitarra risuona più forte e potente della sterile e penosa distruzione di qualunque altra arma.

Fino ad arrivare all’ultimo album “Deran”, |che nella lingua del Niger significa “Auguri”| carico di impliciti riferimenti politici, in perfetto stile Bombino “aprire le menti, senza il bisogno di urlare”. Un lavoro viscerale e intimista che lo riporta nella sua Africa ad inneggiare, in un afflato di speranza, alla pace tra i popoli, alla condivisione tra culture e alla benevolenza verso il prossimo, restituendo agli occhi dell’Occidente l’identità delle popolazioni del deserto immerse nelle loro contraddizioni e nelle loro complessità.

Un viaggio in dedali psichedelici, arabeschi elettrici, cori sciamanici e percussioni tribali che ci guidano nel cuore della sua terra. 
“Home is where heart is”

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AW LAB lancia il primo talent musicale in streaming

Dopo il successo della prima edizione, che ha raccolto l’adesione di 2.500 giovani aspiranti artisti della musica, torna il contest AW LAB IS ME Music Edition, promosso in Italia e in Spagna da AW LAB. In palio un singolo prodotto da Low Kidd e distribuito da Sony Music. Nonostante tutti i negozi della catena siano chiusi e centinaia di dipendenti a casa, si cerca in ogni modo di continuare a svolgere le attività con i più giovani, mettendogli a disposizione un sogno, quello di diventare artista, produrre un singolo distribuito da Sony ed un videoclip.

Sabato 28 marzo dalle 16.00 alle 18.00 chi vorrà partecipare al contest si potrà collegare sui canali instagram, facebook, youtube di AW LAB, proponendo la propria performance agli special guest dell’evento, Dani Faiv, Low Kidd, Clementino, Nayt ed Ensi, quest’ultimo nella veste di presentatore. Un contest in streaming assolutamente inedito nel suo genere e che consentirà ai partecipanti di sottoporre il proprio pezzo alla giuria d’eccezione in diretta social ed, in caso di vittoria, di passare direttamente alla finale estiva, quando si riuniranno ai giudici anche Madame ed Ana Mena, ambasciatrice dell’evento in Spagna.

Come comment Domenico Romano, Head of Marketing del brand : “La missione di AW LAB è quella di essere il più grande amplificatore della voce delle nuove generazioni e con AW LAB IS ME cerchiamo di fornire tutti gli strumenti per poter esprimere talento, idee, sogni e speranze. Quest’anno, alla luce della situazione che tutta la community di AW LAB sta affrontando, abbiamo deciso di portare il contest direttamente in ogni casa. Organizzeremo il piú grande live Music event in streaming mai visto in Europa. In diretta su tutti i nostri canali youtube, Instagram e Facebook. Restare in casa in questo periodo significa fare il proprio dovere rispettando ogni cittadino del mondo e vogliamo farlo offrendo un’opportunitá di carriera, studio e intrattenimento, che migliori il presente ed il futuro di ogni membro della nostra community.”

Per partecipare basta seguire i canali social di AW LAB e registrarsi su http://isme.aw-lab.com

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Brixiaproart per #aiutiAMObrescia


Sul territorio lombardo, Brescia è la terza provincia lombarda per numero di nuovi casi di Covid 19, dietro a Bergamo e Milano. Tra le varie azioni di solidarietà che sono partite in queste giornate drammatiche segnaliamo l’idea che nasce dai fotografi di BrixiaPROart , da quella spinta che ogni Fotografo Professionista sente verso il proprio lavoro, dalla voglia di comunicare, di condividere e da quella di aiutare.

“Abbiamo deciso di mettere la nostra Arte in vendita on line. L’obiettivo è ambizioso, contribuire in modo sostanziale a raccogliere i fondi necessari per permettere a strutture ospedaliere bresciane di acquistare attrezzature, macchinari e medicine necessari per la lotta a COVID19”.

Tutto il ricavato verrà devoluto in beneficenza a quella che al momento è la raccolta fondi più significativa, #aiutiAMObrescia, Fondazione della Comunità Bresciana Onlus. A seconda della donazione (che parte da 10 euro) sarà possibile ricevere delle stampe (random o a scelta) realizzate dal team di fotografi bresciani da ricevere a casa o in negozio non prima del 4 Aprile 2020, salvo diverse disposizioni governative.

Uno scatto appeso alla nostra parete ci ricorderà un gesto di solidarietà fatto quando ce n’era più bisogno che mai.

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A Milano va in passerella la nuova par condicio

Oltre al danno la beffa. Separati in casa, o come si dice oggi sui social :‘uniti ma distanti’. Perché oggi, con l’aria che tira, si corre su binari paralleli senza toccarsi. Uomini e donne in questa complessa fase storica connotata dall’Alternet e dal 5G, si guardano e si cercano senza toccarsi nel segno di un’effimera intimità virtuale che rivanga il mitizzato ‘Supplizio di Tantalo’.

E se la moda deve essere, come è, lo specchio dei tempi, ovvero in termini più ampollosi l’espressione dello Zeit Geist, non sorprende che a Milano durante l’ultima fashion week femminile i titani della moda abbiano puntato sulla formula coed, legata all’imperante neutralità dei generi e alla fluidità dei sessi esaltata dai corifei del quarto sesso e dei corpi lattiginosi, da Raf Simons a Glen Luchford.

E anche se proprio uno dei primi a rinunciare a una passerella distinta per il menswear, Alessandro Michele, oggi torna sui suoi passi, in molti casi non è dato scindere l’uomo dalla donna in pedana.

Succede da Bottega Veneta, da Missoni, da Versace, ma anche da Extremedy, Boss e Cividini, da Philipp Plein e da Daks, da Pucci e da Emporio Armani, da Tom Ford e da Moncler, da GCDS e da Antonio Marras, da Maison Margiela e da Balenciaga.

Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Antonio Marras; photo by Valerio Mezzanotti
Bottega Veneta by Daniel Lee
Bottega Veneta by Daniel Lee
Bottega Veneta by Daniel Lee
Bottega Veneta by Daniel Lee
Bottega Veneta
Bottega Veneta

Chez Versace è un po’ come tornare alle origini della maison della Medusa: fin dal 1978 cioè da quando debuttò alla Permanente di Milano come solista e demiurgo di un nuovo prȇt-à-porter avanguardista, il poliedrico Gianni Versace mandò in pedana simultaneamente mannequin e indossatori con abiti dai tessuti e dalle fogge molto affini che spesso erano segnali di una simbiosi annunciata già all’epoca molto inedita e feconda di soluzioni innovative.

E oggi quando si parla, come nel bel saggio di Eva Cantarella ‘Gli inganni di Pandora’, delle radici della discriminazione di genere, Donatella Versace rilancia la carta delle pari opportunità e di conseguenza plasma una donna ancora più self conscious, e anche ça va sans dire, conturbante, carnale e misteriosa, magnetica e determinata, che occhieggia agli anni’80 con una visione futuribile, dove la glamazon e la dark lady si scambiano i ruoli, instaurando un dialogo serrato.

L’incipit in nero assoluto e drammatico, molto crudele e terribilmente spy chic, stemperato dal verde lime, dal rosso scarlatto, dal giallo sole e dall’argento della metal mesh sommata ai cristalli, prelude a una passerella molto vibrante fra alta moda e tecnologia, fra classico e sporty chic, laddove le spalle marcate ad arco e i fianchi modellati dalle falde a bauletto delle giacche sartoriali definiscono una silhouette flessuosa ma perentoria dall’ineffabile nitore che fa leva sulle gonne mini o al ginocchio terminanti con onde godet o con volant mentre la pelle, grande protagonista del lessico di Versace, trattata in mille modi sublimi compresi i collage che assemblano strisce verticali di pellami preziosi, si alterna ai tessuti maschili reinventati in omaggio al ricchissimo archivio del brand, secondo i codici del bianco e nero e delle loro stilizzate antinomie grafiche.

Il grigio serve come piattaforma cromatica per distillare nuove stampe barocche rivisitate all’insegna di un nuovo dress code in equilibrio fra formale e leisurewear in cui campeggia, rimodulata in mille modi, la V che sta per Versace ma anche per virtù e vittoria. Nel menswear l’abbigliamento di matrice più squisitamente street e sportiva si ibrida con la sartorialità, i pantaloni si fanno ampi e l’uomo di spessore griffato Versace si ammanta di tessuti doppiati che conferiscono tridimensionalità alla figura, e insieme amplificano la maestosità della silhouette slanciandola.

Tagli strategici, gessati iridescenti, stampe esuberanti e nuove contaminazioni materiche condivise dal guardaroba di lui e di lei, si alternano ai ricchi pattern gioiello delle giacche oversize da red carpet, in cui l’immagine corposa del tuxedo da cyber guerriero diventa terreno di ardita sperimentazione stilistica. Da Missoni è di scena un tripudio di cromie sapientemente orchestrate secondo la grammatica delle tavolozze geometriche elaborate un tempo dal talentuoso Ottavio Missoni e oggi rieditate con grazia e gusto pittorico da sua figlia Angela, direttore creativo della maison di Sumirago e depositaria di un heritage davvero ‘Maglifico’, per citare il brillante critico di moda Federico Poletti.

Bottega Veneta
Bottega Veneta
Cividini
Cividini
Cividini
Extremedy
Extremedy
Extremedy
Extremedy
Maison Margiela
Maison Margiela

La collezione maschile, ispirata al Jazz di Miles Davis, è un notevole esercizio di stile dove, come nella tela di un grande artista, tutte le pennellate compongono un quadro armonico e ricco di senso, dove assume rilievo la texture dei coat a vestaglia con intarsi jacquard, dei cardigan in maglia doppiata di pelo, delle camicie nude look da sera intessute da impalpabili patchwork traslate in ragnatele glam, delle trame di lurex e degli chevrons gentili ed euforici che dandificano il quotidiano. Tutto bellissimo e desiderabile.

Tanta maglieria da uomo anche nella sfilata di Cividini che conferma il primato del marchio storico nel knitwear di qualità particolarmente apprezzato dai giapponesi. Piero e Miriam Cividini assemblano una collezione che rimanda agli anni’70 con un retrogusto vintage che si evince dagli accostamenti di velluti e cashmere. Il capo cult della collezione maschile, un vero compendio di tante soluzioni stilistiche in maglia pregiata, è la felpa di cashmere punto Milano con cappuccio di taffetas idrorepellente, senza contare le fodere in bouclé di alpaca e le lavorazioni di maglia tubolare di grande effetto, per reggere le fila dell’eleganza.

“Devo ammettere che Daniel Lee ha una sua visione molto precisa e dimostra in passerella di sapere ciò che vuole”, questo il commento a caldo, conciso e lapidario, di Luca Guadagnino, regista del film ‘Chiamami col tuo nome’ che ha ammirato a Milano le silhouette sottili ed efebiche delineate per Bottega Veneta dal designer press darling Daniel Lee.

L’autunno-inverno 2020 per il visionario direttore creativo del brand di Kering è assolutamente distopico, quasi espressionista, i modelli scelti per interpretare i look della passerella occhieggiano alla legnosa fisicità di Robert Mapplethorpe e di Antonio Ligabue che Elio Germano ha riportato sul grande schermo nel bel film ‘Volevo nascondermi’.

Silhouette spigolose e post industriali, molto Egon Schiele, definiscono una nuova sensibilità creativa che stempera il suo rigorismo sensuale alla Helmut Berger in un mondo di sferzante modernità che è riduttivo imbrigliare nella ormai trita categoria del minimalismo tratteggiando invece una revisione radicale della mascolinità. Cappotti rettilinei molto affilati dal timbro teutonico, mantelle di nappa leggera, trench verde sottobosco e spencer marziali si abbinano a molli pants a vita alta alla ricerca di un nuovo orizzonte stilistico che cita da un lato il brutalismo e dall’altro il plastico verticalismo di Giacometti.

Il key item di stagione è il coat sleeveless in pelle spalmata a macro intreccio mentre le calzature sono stivali gardening oppure hanno la suola rialzata come un piedestallo. Un’estetica che alla forma antepone la sostanza. E c’è tanta sostanza, quella dei sogni di un poeta, da Antonio Marras che stavolta si immerge in un mondo fiabesco che fa pensare a ‘Pinocchio’ di Garrone.

In passerella lo stilista di Alghero manda un garrulo burattinaio e tanti street artist che ibridano le galanterie dei sarti con la vocazione upcycling dei collage dal gusto street che animano i look più blasé arricchiti da un diluvio di cristalli swarovsky.

Dove l’attitudine degagé che trasuda dalle camicie used di lana a quadri rossi e neri di sapore grunge flirta con i capi formali allietati da ricami e divertissement tessili basati sul gioco inside out che disegnano un gentleman picaresco d’altri tempi, scanzonato e sognatore, amante del parka e della giacca in denim.

Missoni Uomo
Missoni Uomo
Missoni Uomo
Versace
Versace
Versace
Versace
Versace
Versace
Versace

Tutta un’altra storia quella raccontata nella sua passerella da kolossal di Philipp Plein, il fashion tycoon internazionale che si è ormai imposto nel gotha della moda grazie al suo uso spregiudicato di ricami, pellicce vere e di pellami sempre più rari in un’ode al bling rock più inverecondo.

Le giacche da caveau spesso anche in versione animalier e i blouson di pelle preziosa ricamatissimi di croci e serpenti gioiello sembrano rubati al set di un video musicale degli anni’80 e ’90 in omaggio a un’estetica plutocratica effetto Goldfinger che trova il suo mantra nella ridondanza e in un’esibizione trionfante in sintonia con un mood disco-glam nostalgico dello Studio 54.

Il culto dell’opulenza degno di un Creso 4.0 che non teme la crisi, trova riscontro nei molti bold look smaglianti di oro e argento e tempestati di borchie e cristalli pensati soprattutto per un nababbo metallaro very posh che adora luccicare. Gli si addicono chocker e sneaker ornate da catene, pantaloni spalmati, stivali alti, piumini a tutta lunghezza, abiti con frange e glitter in oro metallizzato lucido proprio come le macchine, i jet e gli elicotteri che ornano la faraonica scenografia della location della sfilata.

Il mito di Philipp Plein è un James Bond rocckettaro ibridato con Damian Hirst e i pezzi più preziosi del catwalk sono i cappotti di visone rasato interpretati dal modello e top influencer Cameron Dallas, ma anche dai musicisti Tyga e Timbaland.

Il loro profumo, lanciato in occasione della sfilata di Milano, è la nuova fragranza ‘No Limits’ il cui packaging è una carta di credito. Parlando di eccessi impossibile non citare la sfilata di Extremedy, il brand disegnato dalla stilista marocchina Madi Abaida paladina di uno streetwear sartoriale post apocalittico che ha esordito in passerella a Milano con una sfilata ruggente e sopra le righe che inneggia alla libertà creativa con un guardaroba molto audace.

Lo show si apre sulle note provocatorie di ‘Bella ciao’ mentre in passerella la designer svela un menswear grintoso che prevede t -shirt iper grafiche, giacche in pelle con inserti a contrasto e molto accessoriate in una profusione di tasche piazzate, eco-fur, inserti metallici e pantaloni baggy che amplificano uno spirito maschile irriverente e strong che privilegia il nero, il rosso, il bianco e il blu.

E ancora felpe con cappuccio e capospalla rimodellati che esprimono ribellione e forza, diffondendo messaggi forti ed evocativi anche attraverso capi ‘parlanti’ e un’incontenibile energia con uno stile che denota un forte senso di appartenenza, comune finalmente a uomini e donne nel segno forse stavolta di un’autentica parità.

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Skincare: 7 novità da provare questa primavera

Con il cambio di stagione modificare o integrare i nostri compagni di skincare è un passaggio obbligatorio. Per esempio è opportuno eliminare gli strati di pelle dati del grigiore invernale con un buon peeling, diminuire la consistenza dell’idratante e magari integrare nella nostra routine le novità del momento, che hanno le caratteristiche ideali per questa stagione.

Shiseido Waso

Ispirato all’amazake (bevanda tradizionale giapponese) questo prodotto è un’acqua 3 in 1 che deterge, idrata e prepara la pelle in un solo step. La formula liquida dalla consistenza setosa, con l’aiuto di complessi fermentati, deterge la pelle rimuovendo le impurità, eccesso di sebo, cellule morte e make-up leggero. Minimizza la visibilità dei pori dilatati ed esercita al tempo stesso un’efficace azione idratante. Adatto a tutti i tipi di pelle.

La Biosthétique 


La nuova linea di trattamento per il corpo SPA Actif protegge la pelle con un complesso di principi attivi marini che mantiene in equilibrio la microflora sensibile e ne rafforza la funzione protettiva. Gli ingredienti principali sono proprio gli estratti di due tipi di alghe particolarmente ricche di vitamina C, acidi grassi essenziali, acidi alginici, minerali e oligoelementi che proteggono la pelle e la rigenerano velocemente.

L’Occitane

Reset eye è il nuovo siero notte contorno occhi arricchito con un complesso botanico che lavora per ridurre la comparsa di borse e occhiaie. Aiuta a levigare le rughe e ci promette di svegliarci con uno sguardo visibilmente riposato!

Dr.Hauschka

Il Bagno di vapore per il viso svolge un’azione benefica sulla pelle, attivandone le naturali funzioni e aprendo i pori. È il trattamento ideale per preparare la pelle, in modo particolare quella impura e mista che tende a presentare arrossamenti, al passo successivo della pulizia in profondità. La sua composizione a base di pratolina, nasturzio e amamelide aiuta a combattere le impurità.

Susanne Kaufmann

A fronte delle più recenti innovazioni scientifiche, accanto alla crescente consapevolezza dell’impatto negativo dei fattori ambientali sulla pelle, il brand ha scelto di rivedere le formulazioni di questa apprezzatissima linea introducendo due nuovi ingredienti particolarmente efficaci: Urbalys®, in grado di riattivare il potenziale antiossidante della pelle, e Liftiss®, che dona alla superficie della pelle un visibile effetto lifting.

Dr.Jart

Il nuovo Microbiome Hydrating Duo Set è la linea composta dai due essenziali beauty idratanti, in formato travel size, pratici da portare sempre con sé. Questo kit duo restituisce alla pelle una sana idratazione riequilibrando il livello del microbioma  cutaneo.

Cellcosmet

Una routine mirata per prendersi cura della pelle del viso che offre idratazione e luminosità. Il nuovo kit Complete Radiance, ricrea un rituale di bellezza completo e dai risultati visibili per donare benessere e comfort. Questi 4 prodotti fondamentali, aiutano a migliorare l’aspetto dell’incarnato e svelano un viso più giovane.

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Le migliori mostre attualmente o presto visitabili in tutto il mondo

Nonostante il Covid-19 alimenti in tutto il mondo terribili sensazioni sul nostro futuro (in realtà sembra di vivere in un romanzo distopico di Orwell), “Big Suprise!”, il mondo stesso non si ferma.

Molti musei, ad esempio, hanno organizzato tour online per visitarli, o in alcune aree non tanto colpite da questo terribile virus pandemico, è ancora possibile fare una bella visita per trascorrere il nostro amato tempo libero. Dalla musica all’arte e alla moda, ecco un elenco delle migliori mostre attualmente o presto visitabili in tutto il mondo.

Patrick Kelly: The Journey

Patrick Kelly, genio ribelle della moda, che seppe unire folk americano e le sue discendenze afroamericane nelle sue creazioni, viene omaggiato con una mostra. Precisamente allo Scad Fish di Savannah, negli States. Con la sua rivoluzione di stile a suon di bottoni, citazioni funky e virtuosismi pop incantò negli anni Ottanta le star.

E stiamo parlando di star con la S maiuscola: Paloma Picasso, Pat Cleveland, Madonna e Goldie Hawn, per menzionarne alcune.  La mostra dedicata al designer degli Stati Uniti, intitolata “Patrick Kelly: the Journey” è il risultato della lunga ricerca dell’artista Derrick Adams all’interno dell’archivio del designer scomparso nel 1990.  

Adams è un connesseur della black culture, anzi  gran parte della sua produzione sia come artista sia come curatore deriva dalla sua identità di colore. Specialmente ruota attorno ai modelli della cultura afro in America. Dunque il link tra queste due figure ha rappresentato la scelta più naturale per la curatrice del museo che ospita l’esibizione, Alexandra Sachs.  

L’artista e curatore contemporaneo Adams ha avuto così modo di compiere una full immersion tra le memorabilia, gli sketch e molti altri oggetti appartenuti al designer e che si trovano allo  Schomburg Center for Research in Black Culture di New York. Tra questi rari cimeli anche la proposta scritta su un foglio, una sorta di dedica scritta dalla poetessa Maya Angelou per  scrivere un libro sulla vita di Patrick Kelly.

Adams ha commentato sulla produzione di Kelly affermando che la sua produzione era influenzata fortemente dal contesto sociale della sua epoca e da un travolgente senso dell’umorismo. La mostra presenta dei collage astratti e delle sculture di Adams realizzate con pattern, ricami e altri materiali originali dagli archivi di Patrick Kelly. Questa esibizione è attualmente presente al museo americano sino al 19 luglio 2020.

The Clash: London Calling

Un inno per Londra e per il mondo intero, questa mostra mette in scena il dietro le quinte di un album epico: “London Calling” dei Clash. il Museum of London mette in mostra immagini, musica, ricordi e oggetti personali, della storia della band – alcuni mai visti prima – in una mostra gratuita.

London Calling, una pietra miliare della musica contemporanea, riguardava generalmente Londra, con narrazioni che presentavano personaggi sia immaginari che basati sulla vita reale.

Il giornalista Sal Ciolfi ha affermato una volta che “le canzoni comprendono un arrangiamento di narrazioni e personaggi urbani e toccano temi come il sesso, la depressione e la crisi d’identità”.

Un melting pot di stili musicali, guidato da una passione per l’azione e un forte desiderio di giustizia sociale. questa nuova mostra esclusiva al Museum of London esamina come la stessa Londra abbia influenzato i Clash quando sono diventati la band britannica più popolare del 20 ° secolo.

Jeff Koons: valore assoluto

Una mostra con oltre tre decenni di opere del famoso artista americano è ora aperta al Museo dell’arte di Tel Aviv. A cura di Donor Rabina. Absolute Value offre una full immersion nei diversi linguaggi di espressione e tecniche di Koon di diversi periodi di produzione.

La prima mostra personale di Koons in Israele mette in mostra dodici opere su larga scala degli ultimi tre decenni: Balloon Dog (Orange) (1994-2000), scultura in acciaio inossidabile lucidato a specchio e rifinito con un rivestimento arancione trasparente, Orso e poliziotto (1988) della serie Banality; Dolphin Taz Trashcan (2007-2011) della serie Popeye e Hulk (Rock) (2004-2013) della serie Hulk Elvis.

Ha anche messo in mostra una scultura a forma di palloncino delle preistoriche figure di Venere che raffigurano una figura stilizzata di una forma femminile: Balloon Venus Dolni Vestonice (Violet) (2013–17) dalla serie Antichità.

Una citazione dell’artista stesso rappresenta bene la sua produzione: “L’arte per me è un atto umanitario e credo che ci sia la responsabilità che l’arte debba in qualche modo essere in grado di influenzare l’umanità, di rendere il mondo un posto migliore (questo non è un cliché!)”.

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Alla corte di Moschino è di scena la malia del Settecento

Peccaminosamente squisita, spudoratamente teatrale, l’ultima, strepitosa collezione femminile disegnata da quel ragazzaccio impertinente e geniale di Jeremy Scott per Moschino è un inno alla dissolutezza gastronomica e a un’opulenza aulica e decorativa che mette alla berlina l’insostenibile edonismo dell’era 4.0.

Un’abbuffata voluttuosa di macarons e torte a strati che si rifà al gusto lezioso e modernissimo dell’ancien régime, quello delle Liaisons dangereuses e dello scandalo della Collana, pochi anni prima della grande rivoluzione francese del 1789, è il pretesto per mettere in scena una sfilata dall’impatto scenico esilarante e insieme dirompente.

La boutade da iconoclasta stavolta è proiettare Marie Antoinette, la sua ammaliante panoplia di invenzioni da atelier e le sue gesta erotiche di regina prodiga, frivola e fedifraga che oggi sarebbe idolatrata sui social, (e anche molto rivalutata dagli storiografi anche perché apripista della haute couture in senso moderno complice i virtuosismi dell’avida sarta Rose Bertin), in un’atmosfera insouciante, variopinta e ludica che per Scott è legata a doppio filo ai divertissement dei disegnatori di Manga e ai Cosplay.

E da Versailles a Shibuya dunque il passo è più che breve. Le perverse femmes galante del circolo esclusivo della sventurata regina di Francia che giocavano a fare le pastorelle nello Hameau nel Petit Trianon, dalla virtuosa Principessa di Lamballe all’intrigante contessa di Polignac immortalate dalle tele di Vigée Le Brun, parlano un dovizioso linguaggio di efferata bellezza, di lusso sibaritico e inverecondo fatto di robes à panier e di sprezzanti cuissardes color geranio, di frac stile Conte d’Artois e di elaboratissime cappe bouquet, di colori stucchevoli ma gourmands come il giallo limone, il turchese brillante e il rosa candy, di fiocchi scenografici e di ricami esuberanti e golosi sempre in bilico fra chic e Kitsch, fra rivoluzione e controriforma, fra Fragonard e Lachapelle.

Sarà questa l’anticamera della restaurazione stilistica nell’aria? Per ora chez Moschino non è dato sapere. Quel che è certo è che qui la ricerca sul costume storico in chiave retrovisiva è meticolosa e sapiente: l’immaginario del dissacrante stilista americano guarda al biopic di Sofia Coppola e ai costumi del premio Oscar Milena Canonero che per realizzare gli abiti di scena ha attinto anche ai tessuti di Rubelli, mentre la pellicola si rivive in pedana sulle note della splendida colonna sonora.

E la moda? E’ servita con ironia al vetriolo nella pasticceria Made in Trianon by Moschino. Dal denim e la morbida pelle dei perfecto che sormontano le minigonne a panier si passa poi alle mise in velluto damascato e in broccato multicolore da cortigiano ciccisbeo senza parlare delle incantevoli fogge in Toile de Jouy e delle rigogliose fantasie floreali à la bergère, mentre i pantaloni al ginocchio come quelli à culotte del conte di Fersen e di Luigi XVI, si portano con esose e civettuole scarpine con tacco a rocchetto, realizzate internamente alla Aeffe da Pollini.

Dulcis in fundo (è il caso dirlo) i cake dress che ricordano le torte irresistibili ricche di glassa e di panna Chantilly che le dame dalle torreggianti parrucche acconciate da Leonard, usavano divorare nelle stanze private della regina a Versailles innaffiandole con prelibati Champagne mentre l’ultima sovrana di Francia era intenta a dilapidare vertiginose fortune al gioco e lanciando nuove mode ispirate all’anticomania, all’amica inglese, la bellissima Duchessa di Devonshire e ai philosophes come Jean Jacques Rousseau.

Ammiccano ai fotografi come starlette social le grandi insta models di oggi, dalle sorelle Gigi e Bella Hadid a Kaia Gerber e Vittoria Ceretti, che davanti alla sala delle danze di Versailles si fanno un selfie e ancheggiano prima della tempesta destinata a cambiare tutto. Che sia una profezia?

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“Marie aspetta Marie”, il romanzo scandaloso di Madeleine Bourdouxhe

Marie è sposata, ama suo marito con l’amore di una trentenne che vive la vita con gioia e con l’intensità e la maturità di chi comprende profondamente lo spirito delle persone e delle cose. Lo ama con l’attaccamento materno e con la passione giovanile, lo ama con sensualità e dedizione, lo ama come amica e come amante. Marie non si risparmia per il suo grande amore, quello del “per sempre”, un amore che accetterà i segni del tempo che passa, le abitudini, la routine.
Durante una vacanza nel sud della Francia con Jean, suo marito, Marie e uno sconosciuto, un giovane abbronzato che sta sulla stessa spiaggia, si scambiano degli sguardi di intesa, sguardi che già nelle intenzioni scrivono il seguito delle loro storie. 


In piena libertà sessuale, Marie vive questa relazione clandestina senza sensi di colpa, senza rancori, senza duri colpi nella relazione col marito, che continua ad amare intensamente e fisicamente, con una presa di coscienza maggiore e con maggior sincerità nei confronti di se stessa. Perchè Marie scopre che non si può essere pienamente felici se non si segue la propria natura; mentendo a se stessi ci si nega, si rovesciano i rancori e i livori alle persone che ci stanno accanto e ci si disconnette dal presente e dal mondo. 

Niente sentimentalismi nella clandestinità di Marie e il ragazzo universitario che le regala qualche ora di gioia fisica e libera, che Marie accoglie con un sano egoismo; nessuna svenevolezza, solo dei momenti di piacere che la riportano in contatto con la parte più vera di sé, quella più femminile, più donna, più desiderabile.

La protagonista decide che l’infedeltà al marito Jean è la fedeltà alla Marie che cercava dal tempo in cui quell’amore gentile e abitudinario le stava lanciando un segnale di perdita. E’ una donna lontana dalle convenzioni sociali, ricordiamoci che il romanzo è stato scritto nel 1940, possiamo quindi immaginare lo scandalo che ne derivò. Marie ascolta solo la sua voce perchè è consapevole essere l’unica a poterle ridare la felicità che merita, lei che con maturità salda e ferma, soccorre una sorella che tenta il suicidio, e che accudirà per giorni ai piedi del suo letto. 

Impossibile additare la Marie di questo romanzo, che parla a infinite donne; qui il tema non sono le scelte morali o immorali, il tema è la libertà, la libertà di essere se stessi come unico mezzo per raggiungere una felicità piena e consapevole; il tema è la grande volontà e l’immensa voglia di vita di questa giovane ragazza, che ama le persone, le atmosfere, le cose. Marie è capace di un amore che avvolge ma non soffoca, di un amore rispettoso ma anche di amori passionali e fugaci, di amori silenziosi e solitari. Marie trova in quelle fughe con l’amante, la ragione agli amori maschili, che nella sua realtà domestica la deludono come l’uomo che, una volta spossato dall’amore fisico, si gira a dormire dall’altra parte. In questo gesto, che può essere sostituito da altre abitudini tendenzialmente maschili, la donna si ritrova bisognosa di attenzioni e gentilezze che l’uomo lascia sulla strada del passato, ai primi giorni di corteggiamento. Madeleine Bourdouxhe racconterà infatti nel romanzo, la prima volta con il ragazzo senza nome, che la prenderà ancora, subito dopo il primo amplesso, e descriverà la felicità esplosiva della protagonista che pensa “allora gli uomini non sono tutti uguali”, ritrovandosi stretta a quelle braccia estranee, anche la mattina seguente, con una gioia persistente. 

Marie è “la diversa”, diverse da tutte le altre, “non si riduce alla vita semplice, alla scelta di carte da parati o di copridivani”. Non ha un figlio, e se lo avesse, “lo amerebbe con tutta la sua carne e il suo cuore, ma non si rattrista né si rallegra di questa assenza”; certamente non lo considera l’unico scopo della sua esistenza. 

Il tradimento, scarno di ogni pregiudizio, regalerà a Marie “la libertà di scavare nel suo inconscio e di ricostruirlo con le multiformi possibilità che offre la passione erotica. L’aiuterà a resuscitare la gioventù perduta; amplierà gli orizzonti del suo mondo”. 

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La stagione dell’abbandono: San Vittore a Milano 51 anni dopo

“Gli agenti, sfondati cancelli e porte, sono penetrali nell’interno poco dopo l’una. Una rivolta scoppiata nel pomeriggio di oggi nel carcere di San Vittore a Milano, alle tre della notte non era ancora stata del tutto domata.” 

Queste sono le parole pubblicate da La Stampa il 15 aprile 1969, in un periodo in cui l’Italia era in preda alle rivolte contro lo Stato anche la voce di quelli a cui non era permesso parlare entra in gioco chiedendo la riforma dei codici ed il rispetto per l’uomo.

A distanza di 51 anni i detenuti di San Vittore tornano a farsi sentire con una protesta che ha smosso l’intera città di Milano con ripercussioni su tutte le carceri d’Italia, un Paese tendenzialmente in panico.
Sovraffollamento, restrizioni ai familiari per le visite e rischio estremo di contagio hanno portato, dopo le ultime disposizioni governative a merito dell’espandersi su tutto il territorio del Corona Virus, ad una sommossa, in alcuni casi anche violenta, dei detenuti.

Donne, bambini, nonni ed amici dei reclusi hanno fatto sentire la loro voce, la loro paura, la loro preoccupazione e la loro rabbia nel sentirsi inutili innanzi a delle disposizioni che non tutelano i loro mariti, padri ed amici. 

Se restare a casa è la raccomandazione ricevuta dal governo per evitare il contagio, ogni singolo individuo, anche colui che nella sua vita ha commesso errori e ne risente le dovute conseguenze, ha il diritto e dovere di potersi tutelare. 

Ma è in questi momenti, come non mai, che negli occhi di una donna con lo sguardo rivolto al marito appostato sul tetto di San Vittore che si può solo immaginare la paura ed il timore di perdere chi si ama, d’altronde la più grande insidia per ciascuno di noi è di sentirsi abbandonati o dimenticati, specialmente se a dimenticarti è il tuo Paese.

Text: Francesco Vavallo (@francesco_vavallo)
Pics: Andrea Pascale (@aandreapascale)

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E’ una casta diva forte e romantica la donna di Alberta Ferretti

Romantica e assertiva la donna di Alberta Ferretti non delude mai perché non offre fianco a critiche. La sua allure da casta diva la accompagna e la precede, il suo glamour è ipnotico, la sua bellezza evoca le sofisticate atmosfere di un mondo rarefatto popolato di cigni alteri e di belles dames sans merci che calcano le strade della metropoli senza paura.

E dato che come scriveva Dostojevsky, ‘La bellezza salverà il mondo’ è opportuno in questi tempi così difficili risollevare gli animi parlando di una delle regine della moda italiana che è anche una delle interpreti più raffinate dell’estetica femminile di questo millennio.

Nella collezione autunno-inverno 2020-21 di ready-to-wear che a Milano ha seguito la presentazione a Parigi in gennaio della memorabile, iconica Limited Edition (una demi couture estremamente sofisticata e scenografica, preziosa nei materiali, mikado e duchesse, che riecheggia la lezione volumetrica e architettonica di Balenciaga e di Capucci) prende forma il manifesto di una femminilità possente ma mai aggressiva, seducente ma sempre entro i binari del buon gusto, sensuale ma mai carnale.

I richiami alle proporzioni calibrate e alle silhouettes scultoree dei favolosi Eighties sono palesi eppure c’è una volontà sottesa di sottrazione. Questa traspare da molte e assortite soluzioni dedicate al daywear dove spicca la tuta più understated affiancata da certi eleganti e grintosi tailleur pantalone.

Qui la giacca boxy in cashmere o in pelle, definita da tagli e dettagli sartoriali ad alto quoziente artigianale, si combina con bluse in raso dai colli civettuoli e pantaloni morbidi e a vita alta, quasi drappeggiati, spesso portati con stivali imperiosi. La estrema eleganza del grigio antracite e asfalto che la sera e per le ore più eleganti e habillées vira al silver nei lunghi dress con frange ricamate, suggerisce un orizzonte di self confidence postmoderna e di eleganza sussurrata, senza sforzo, che non ha bisogno di urlare per essere percepita.

Spiega la bionda e mite stilista: “Ho iniziato a disegnare questa collezione pensando a una figura di donna lontana dalle definizioni prestabilite. Ho sempre lavorato sulla consapevolezza femminile ma questa volta sono andata oltre per assegnare agli abiti il ruolo di ambasciatori di un daywear sofisticato e sostenibile”. 

Lontana dal protagonismo di certi brand che fanno del sensazionalismo e della boutade da palcoscenico la loro cifra, Alberta Ferretti procede sicura per la sua strada dando ancora il massimo soprattutto nella parte eveningwear dove il nero assoluto e misterioso degli abiti di gala è illuminato dall’energia siderale dell’argento ed è allietato da vibranti tocchi di Blu Royal, ma anche di rosso carminio declinati in toilette sontuose e capricciose dominate da un’enfasi di rouches e volants plissettate e disposte a cespuglio o a raggiera sul corpo gentilmente svelato con una formidabile perizia di lavorazioni e ricami certosini che emulano la vera alta moda, nel segno di una preziosità neoclassica e di una gradevole insouciance.

Per una nuova, briosa regalità: ottima prova. Applaudono nel parterre Valeria Mazza con la figlia, Nati Abascal, Cristiana Capotondi, Greta Scarano, Greta Ferro e molte altre bellissime celebrities e attrici italiane e internazionali.

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Weekend a Lisbona: 10 indirizzi trendy

Una città frizzante e cosmopolita, considerata negli ultimi anni una dei “cool places” d’Europa; tutti vogliono andare a Lisbona.

Non solo azulejos dai toni cobalto, la malinconia del fado, gli affacci mozzafiato e l’ottimo cibo, la capitale del Portogallo si conferma una città piena di fascino dove moda, lifestyle e vita notturna non smettono di sorprenderci. 

Il nostro weekend a Lisbona, nel saliscendi dei vicoli acciottolati del Chiado e del Barrio Alto, tra esperienze esclusive, luoghi trendy e indirizzi da non perdere.

CONFEITARIA NACIONAL
Praça da Figueira, Praça Dom Pedro IV 18B, 1100-241

https://confeitarianacional.com
@confeitarianational

Uno di quei posti che rende possibile viaggiare indietro nel tempo fino al 1829, data in cui è stata fondata.
Annoverata tra le più antiche pasticcerie d’Europa e un tempo fornitore ufficiale della casa reale portoghese, la Confeitaria Nacional ha interni deliziosi e d’antan in cui è impossibile resistere alla loro selezione di pasticcini dalle ricette centenarie.

A VIDA PORTUGUESA
Rua Anchieta 11, 1200-023

https://www.avidaportuguesa.com
@Avidaportuguesa

A Vida Portuguesa nasce dall’idea della giornalista Catarina Portas di dare lustro ai vecchi prodotti made in Portugal.
Qui potrete trovare: profumi, saponi, tè, spezie, cartoline e conserve, oggetti cult e prodotti tipici confezionati con un gusto retrò, un trionfo di nostalgia dal cuore portoghese.

LUVARIA ULISSES
R. do Carmo 87 A, 1200-093 

http://www.luvariaulisses.com

Pochi metri quadri di fascino senza tempo e in vendita, solamente guanti, in tanti modelli, colori e materiali.
Il rito della “prova di calzata”, con talco, cuscino poggia gomito vi farà venire voglia di comprarli tutti.

EMBAIXADA
Praça do Príncipe Real 26, 1250-184

https://www.embaixadalx.pt
@embaixada

Un bellissimo palazzo antico del XIX secolo, ha mantenuto intatti i suoi interni per ospitare un progetto dinamico e creativo.
Ristorante, galleria d’arte e piccoli negozi pop-up: qui troverai pezzi di design progettati da brand emergenti portoghesi.
Il risultato è un punto d’incontro di persone ed esperienze, tradizione e contemporaneità.

JNcQUOI 
Av. da Liberdade 182 184, 1250-146

https://www.jncquoi.com
@JNcQUOIAvenida

JNcQUOI Avenida è un lussuoso ristorante, un bar, una gastronomia gourmet, una cantina, un negozio di moda maschile con un servizio su misura e una selezione dei nomi più prestigiosi della moda e degli accessori, ma anche una libreria e una pasticceria.
Esiste un ritrovo migliore in cui fare shopping senza limiti d’orario?

CASA PAU-BRASIL
Rua da Escola Politécnica, 42-46

@casapaubrasil

Pau-Brasil era un manifesto e un movimento dei modernisti brasiliani che, nel XX secolo, hanno inventato un nuovo stile.
Questa filosofia rivive in Casa Pau-Brasil, un concept store con una curatela di prodotti e marchi che interpretano il Brasile in chiave internazionale.
Dai fumetti alla moda, dai libri alle mostre temporanee, qui troverai il meglio del design brasiliano diverso da quello che siamo abituati a vedere.

LX FACTORY
R. Rodrigues de Faria 103, 1300-501

https://lxfactory.com
@lxfactory

Da alcuni anni, nuove generazioni di artisti e designer di Lisbona hanno iniziato a occupare una zona industriale della città per convertirla in un hub creativo.
Un vero e proprio villaggio di mattoncini rossi e container rivestiti da street art, fanno da palcoscenico a una vasta gamma di eventi legati alla moda, alle arti, all’architettura e alla musica.

PARK
Calcada do Combro 58, 1200-115 Lisbon 

@Parklisboa

Il Park è un bar panoramico alla moda dallo stile urbano, situato al sesto piano di un parcheggio dismesso nella zona Barrio Alto di Lisbona.
Qui potrete avere una vista spettacolare sulla città e sul fiume Tago, sorseggiare un cocktail ascoltando buona musica, dall’aperitivo fino a tarda notte.

PALACIO CHIADO
R. do Alecrim 70, 1200-018, Lisboa

https://palaciochiado.pt
@Palaciochiado

C’era una volta un palazzo squisito, eretto nel 1781, dove danzava l’aristocrazia lisboneta riunita in sontuosi banchetti e godendo di opere d’arte senza precedenti.
Adesso, dopo un’accurata ristrutturazione, sarete accolti da un enorme leone sospeso che vi guiderà tra le sale decorate e barocche, dove potrete cenare scegliendo le migliori portate dal menù curato dallo chef Manuel Bòia.

PENSÃO AMOR
R. do Alecrim 19, 1200-292

http://pensaoamor.pt
@Pensãoamor

Nato come pensione economica con camere affittate a ore alle prostitute e ai loro clienti per godersi un breve momento d’amore, Pensão Amor porta l’atmosfera di un vecchio bordello al presente. 
Non più marinai e prostitute ma persone che vogliono ballare e divertisti.

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“Bellezza e tristezza”, le malie della donna. Il romanzo di Yasunari Kawabata

“Bellezza e tristezza”, il romanzo di Yasunari Kawabata

Toshio Oki è un cinquantacinquenne sposato, ha due figli e un passato fedifrago con una donna che ancora non riesce a dimenticare. Lei, l’amante, si chiama Otoko Ueno e all’epoca dei fatti aveva sedici anni. Hanno vissuto una storia clandestina che ha il timbro di quelle che durano una vita ma che capitano una volta soltanto. Tendenzialmente a senso unico, come in questo caso, la relazione è quella di un uomo che scappa dalla quotidianità, dalle abitudini, che si aggrappa alla bellezza acerba, fresca e ingenua di un’adolescente; e di una ragazza piena di sogni e di speranze romanzesche, di dedizione tutta femminile, di idealizzazioni dettate dalla poca esperienza; una relazione che mette a rischio qualcuno, e nella maggioranza dei casi la controparte femminile. Otoko infatti rimane incinta ma perde il figlio appena nato; la sua sofferenza di giovane madre e di donna che avrebbe teso un laccio all’uomo che ama, nonostante egli sia sposato e abbia già prole, si contrappone al sollievo di Oki, codardo ed egoista.

Il percorso di Otoko sarà violento e tormentato, la ragazza attraverserà le sbarre di un ospedale psichiatrico, per poi uscirne in completa solitudine, ancora bruciata da quell’amore immaturo ma eterno. L’unica sua compagnia, a parte l’arte che l’ha resa una pittrice di fama, sarà Keiko, una splendida ancella docile e obbidiente, schiava d’amore e di letto; un temperamento che molto spesso nasconde malie penetranti e quasi mai delle buone e sane intenzioni. 


Trascorsi molti anni dalla loro separazione, i due amanti hanno perso le tracce l’un dell’altra, quando per la notte di capodanno, Oki ha il desiderio di sentire le campane che segnano la fine dell’anno a Kyoto, città dove ora vive la sua ex amata. I due si incontreranno ad una cena formale in presenza di due geishe e dell’ambigua e gelosa Keiko. Sarà lei a gestire il destino dei personaggi fino alla fine del romanzo. 


Premio Nobel per la Letteratura nel 1968, Yasunari Kawabata riesce a raccontare con una straordinaria perspicacia la follia amorosa, la gelosia cieca di una donna, come se a raccontarla fosse la donna stessa. Come un Truffaut della letteratura, ha la capacità di sfogliare una ad una tutte le personalità dell’essere femmineo, ogni strato e substrato, ogni cosa detta e ogni intenzione non detta. Dalla fedele dolcezza di Otoko alla perfidia sofferente di Keiko, Kawabata disegna un quadro che ha tutti i sapori dell’Oriente. Compresi tanti cliche’ decisamente nipponici, dai morsi fanciulleschi da cui stillano goccioline di sangue alla negazione immobile del corpo femminile, Kawabata ci spruzza dentro tutto il rosso del Giappone, i corpi bianchi e lucenti ed i capelli nero corvino, l’abbandono muliebre forzato e la foia incontrollabile virile.


Keiko sarà la grande protagonista alla fine, sarà lei a cambiare le sorti, sarà lei a vendicare le ingiustizie della donna che ama con incoscienza e con la morbosità di un’orfana, sarà lei a dare lo stesso peso alla vita e alla morte, in una cornice meravigliosamente descritta, dove i pensieri fluiscono tra i giardini di muschio di Saihoji e le rocce astratte, tra i ritratti di Tsune Nakamura e le opere lievi e delicate di Odilon Redon

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5G cosa cambia: è davvero dannoso per la salute?

Tutto ciò che devi sapere sul 5G. Di cosa si tratta? È pericoloso per la nostra salute?

Le reti 5G non sono altro che la futura generazione di connettività a internet. Offriranno una larghezza di banda ultra elevata, nonché connessioni più affidabili con smartphone e altri dispositivi. Saranno almeno 100 volte – e fino a 1.000 volte – più veloci del 4G, consentendo il download di filmati ad alta risoluzione in pochissimi secondi.

Ne parliamo in questo articolo, perché proprio ultimamente le critiche e le polemiche sul 5G stanno spopolando sui social e non solo. In molti hanno paura per la salute e per i danni che questa modalità di connessione può fare all’intero pianeta.

Approfondimento sulle reti 5G

Ecco in cosa consiste il 5G in 4 punti

Differenze tra 4G e 5G

La cosiddetta quinta generazione di comunicazioni mobile ci prometterà una velocità superiore rispetto all’attuale 4G/LTE (come già detto fino a 1000 volte in più) e una latenza inferiore. Due aspetti chiave che potrebbero cambiare il modo in cui ci colleghiamo a Internet. Insomma, il salto di cui parliamo da anni!

Cosa promette il 5G

E quindi a cosa serve il 5G? Le reti di nuova generazione avranno un impatto su settori diversi come l’auto autonoma, la realtà virtuale, l’industria o le città intelligenti. Ma ci sono casi reali oggi in cui questa tecnologia è stata testata con successo? La maggior parte sono solo test e hanno ottenuti buoni risultati. 

È pericoloso il 5G?

Il 5G ad oggi non ancora stato dichiarato pericoloso, almeno non più delle onde che stiamo usando già oggi e che nel 2014 l’OMS ha chiarito che non rappresentano un rischio per la nostra salute. I casi di uccelli morti in diverse città dove è già stato installato stanno preoccupando una buona parte della popolazione, ma lo stesso vale per molte altre tecnologie appena sono uscite. Quindi per dichiarare che sia pericoloso dobbiamo attendere delle dichiarazioni ufficiali.

5G e previsioni meteo

È vero che il 5G è una minaccia per le previsioni meteo? Si, potrebbe esserlo. Allo stesso modo in cui il 5G ci costringerà a risintonizzare la televisione, avrà anche le sue implicazioni globali con i satelliti meteo. Secondo gli esperti, le interferenze causate dallo schieramento della rete 5G potrebbe ridurre l’accuratezza delle nostre previsioni meteorologiche del 30% .

Greta Thunberg: 5 curiosità sulla salvatrice del pianeta

Greta Thunberg è, una giovane attivista svedese che lotta per lo sviluppo sostenibile contro il cambiamento climatico, nata a Stoccolma il 3 gennaio del 2003.

Certamente Greta Thunberg è la teenager più chiacchierata degli ultimi tempi. Tutto è iniziato il 20 agosto 2018, data in cui la giovane ha avviato una protesta di fronte al parlamento svedese contro il riscaldamento globale. E così ha continuato a fare ogni venerdì, per tre settimane, senza andare a scuola.

Dopo quella data tutto è cambiato per Greta.  La giovane è diventata un simbolo estremamente importante della lotta per il riscaldamento climatico, tanto da avere importanti conversazioni con diversi leader mondiali. Ma cosa sappiamo davvero della giovane attivista svedese? Ecco 5 curiosità sulla vita di Greta Thunberg.

5 cose da sapere su Greta Thunberg

Cominciamo col dire che a soli 16 anni, Greta Thunberg è stata eletta “personalità dell’anno” dalla rivista Time, ed ecco a seguire altre 4 curiosità su questo personaggio tanto amato da alcuni ma altrettanto “odiato” da altri.

1. Ha la sindrome di Asperger

A 13 anni le è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, caratterizzata da difficoltà nell’interazione sociale, comportamenti ripetitivi e ossessivi e difficoltà nella comunicazione. Molti hanno addirittura utilizzato questa diagnosi per cercare di ridurre la credibilità della giovane ragazza.

2. Ha sofferto di depressione

Greta Thunberg ha ammesso di aver sentito parlare per la prima volta del riscaldamento globale a scuola, all’età di 8 anni. A differenza dei suoi compagni, che erano rimasti colpiti dalla situazione ma subito dopo si lasciarono il problema alle spalle, lei entrò in depressione per questo motivo.

3. Non viaggia in aereo

Per evitare di contribuire all’emissione di gas inquinanti, Greta Thunberg non viaggia in aereo. Così, quando si dovette recare a New York per partecipare alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima, attraversò l’Atlantico su una barca a vela accanto al Principe di Monaco.

4. È autrice di due libri

Anche se molto giovane, Greta Thunberg ha già pubblicato due libri. Uno si chiama La nostra casa è in fiamme e racconta la storia dell’attivista e l’altro è intitolato Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza e contiene tutti i suoi discorsi più importanti​.

5. I genitori di Greta Thunberg

I genitori di questa attivista così giovane appartengono entrambi ad una classe benestante di Stoccolma, la madre è una cantante lirica mentre il padre un attore. La ragazza inoltre li ha costretti a diventare vegani.

Come mettere le lenti a contatto? 3 dritte utilissime

Scopri come mettere le lenti a contatto in tutta facilità evitando di commettere errori.

Sempre più persone al giorno d’oggi scelgono di utilizzare le lenti a contatto, un’ottima alternativa agli occhiali da vista che spesso per paura di non saperle utilizzare al meglio non vengono prese in considerazione.

Ecco qui alcuni consigli utili che vi permetteranno di mettere le lenti in modo semplice e veloce.

Non va dimenticato però che quando si parla di lenti a contatto, la prima cosa da tenere in considerazione è l’igiene. Quindi prima di iniziare, ricordati sempre di lavarti bene le mani con un sapone antibatterico e poi procedi al risciacquo. Residui di sporco sulle mani potrebbero causare irritazione gli occhi.

3 consigli utili per mettere le lenti a contatto

Se porti gli occhiali e stai pensando di passare alle lenti a contatto queste 3 dritte fanno al caso tuo.

1. Inizia sempre con lo stesso occhio

Le lenti a contatto sono specifiche per ciascun occhio. C’è una lente per l’occhio sinistro e una lente per l’occhio destro. Non sono intercambiabili. Tuttavia, queste sembrano esattamente le stesse quando le tiriamo fuori dalla custodia. Per evitare di scambiare le lenti a contatto, consigliamo di prendere un’abitudine, ovvero, di iniziare sempre con l’occhio destro se si è destrimani o con l’occhio sinistro si è mancini.  

2. Verifica che sia nel verso giusto

Se non sai come mettere le lenti a contatto, o per meglio dire, come capire qual è il verso giusto della lente, segui queste istruzioni: rimuovi con calma e attenzione la lente dalla sua custodia e posizionala sull’indice. Guardala. È curva verso l’alto? Ha la forma di una ciotola? Se è così allora è perfetta. In caso contrario, capovolgila. Prima di indossarla, puliscila con una soluzione per lenti a contatto.

3. Non fissare la lente mentre la applichi all’occhio

Per mettere la lente a contatto in modo veloce e sicuro tieni la palpebra sollevata utilizzando l’indice della mano libera. Molte persone preferiscono distogliere lo sguardo quando la lente penetra nell’occhio. Puoi farlo anche tu se lo desideri. È un ottimo modo per mettere le lenti a contatto senza provare alcun fastidio.

Una volta che avrai imparato a mettere le lenti a contatto non potrai più farne a meno, i motivi sono tanti ad esempio utilizzare i tuoi amati occhiali da sole senza problemi e vederci lo stesso in modo perfetto sia alla guida che in spiaggia.

Alessio Vassallo “La concessione del telefono”

Alessio vassallo, Siciliano DOC, un vero talento del panorama del cinema italiano, un attore impegnato a trecentosessanta gradi nel suo lavoro, con cinema, TV e tanto teatro.

Quest’anno l’abbiamo visto anche presentare i “Fabrique du Cinemà Awards”, che sono appunto i riconoscimenti per tutti i giovani talenti nelle arti cinematografiche.

Dopo aver lavorato precedentemente con Camilleri ne “il giovane Montalbano” e “la stagione della caccia”, ritorna a Vigata, per interpretare Pippo Genuardi ne “La concessione del telefono” che andrà in lunedì 23 Marzo ore 21.25 su RAI1.

MI racconta Alessio che per lui è un grandissimo onore tornare in questa cittadina siciliana per la quarta volta, interpretando il ruolo del protagonista (Pippo) un commerciante di legnami, che come vedremo si dall’inizio del film inizierà a scrivere delle lettere al prefetto, per cercare di ottenere la concessione della linea telefonica.

L’ambientazione è nella prima metà dell’800’, quindi stiamo parlando dei primi prototipi, lui si permette di fare una cosa del genere in quanto benestante e conduce la cosiddetta “bella vita” grazie ai soldi del padre di sua moglie che lo vizia un po’ in tutto.

È un uomo a cui piacciono i lussi dell’epoca, infatti possiede anche un quadriciclo a motore, ma vi è un motivo specifico per cui brama questa concessione, non mi svela nulla su questa suspense che avvolge il film, dobbiamo vederlo tutti per capirne il perché.

Entrerà in un vortice di equivoci incredibile, arrivando al punto di essere considerato sovversivo, e sono proprio le alte cariche dello stato che iniziano ad insospettirsi non capendo questa sua necessità di codesta linea telefonica.

Da li ne succede un dramma all’italiana, un po’ come accade nei film dei fratelli Cohen, dove da una palla di neve ne succede una valanga, quindi una vera e propria commedia degli equivoci sulla stupidità umana, e la complessità della burocrazia del nostro paese, che dal 1800 ad oggi è cambiata ben poco.

Alessio ci garantisce che si ride molto, in quanto siamo un po’ tutti Pippo Genuardi, in quelle situazioni con un guaio più grande di te ove però oramai è troppo tardi per fare retromarcia.

Il film TV è stato girato tra Vigata e palermo città d’origine di Alessio infatti per lui è stato un grande onore filmare per le strade di casa sua.

Siamo tutti invitati a vederlo, soprattutto per il fatto che questo romanzo era il preferito dallo stesso autore: Andrea Camilleri.

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Consulenza amministrativa e contabile per aziende: a chi rivolgersi?

Come accade in ogni settore, bisogna saper chiedere consiglio alla persona giusta. La consulenza amministrativa e contabile per aziende dovrebbe, specialmente in caso di imprese con diversi ambiti produttivi da gestire, essere affidata a professionisti del settore. Come procedere, quindi?

Per organizzare con successo i meccanismi interni di un’azienda e per aumentare la produttività si dovrebbe iniziare a rendere efficace il settore amministrativo e contabile. Avere sempre a disposizione dati, percentuali, statistiche, misurazioni, garantisce una solida piattaforma su cui basare la strategia imprenditoriale. Tutto ciò che è lasciato al caso non è – di conseguenza – né ponderabile, né quantificabile: potrebbero esserci falle che portano a perdite, come potenzialità non sfruttate.

Muoversi in un mercato sempre più ricco di competitor pronti ad investire non risulta sempre facile. Bisogna sempre ricordare, però, che un’azienda di lungo corso ha dalla sua accumula una gran mole di dati. Se utilizzati in prospettiva e razionalizzati in statistiche per il futuro, questi possono regalare un vantaggio non indifferente sulla concorrenza. Se la consulenza amministrativa e contabile è offerta da professionisti del settore, come ad esempio il team di esperti di Compendium, il boost che la tua azienda potrebbe ricevere ti sorprenderà.

Implementare la contabilità generale: l’importanza di analisi e pianificazione

Chi è nel settore sa bene che il nucleo della contabilità analitica e generale è il cosiddetto P&L Statement, ovvero un conto analitico delle perdite e dei guadagni, stilato per un dato intervallo di tempo. In questo documento devono rientrare diverse voci e variabili che devono essere preventivamente analizzate e studiate. Gli stanziamenti e le rendicontazioni dovrebbero essere sempre puntuali ed esatti. Società esterne che si occupano di consulenza puntano proprio a migliorare la formulazione di tali parametri per ottenere un P&L Statement sempre coerente e aderente al reale. Tra gli indici da tenere sempre sott’occhio ricordiamo brevemente:

  • GP
  • EBIT
  • EBITDAR
  • CDL
  • EBITDA
  • PAC
  • CASHFLOW

È stato indicato da diversi studi che gestire al meglio la contabilità ordinaria permette di realizzare piani di forecasting (previsioni) verosimili: basandosi sui prospetti finali, poi, sarà molto più semplice per l’imprenditore investire senza rischio.

L’importanza di implementare un gestionale moderno ed efficace

Una consulenza specialistica sarà in grado anche di fornire indicazioni su software e gestionali progettati esclusivamente per singoli rami d’impresa. Nel mondo imprenditoriale moderno, adottare soluzioni generiche e non customizzate può rivelarsi una strategia non all’altezza delle richieste del mercato.

Scegliere il gestionale di contabilità più adatto al core business dell’azienda aiuta in primis i dipendenti che lavorano nel back-office ad essere più produttivi. Ridurre i tempi aiuta gli impiegati a lavorare con più efficacia e professionalità. Adottare software di settore può essere, però, solo la punta dell’iceberg di una strategia più vasta ed ampia. Ecco perché un’azienda ha sempre bisogno di focalizzare l’attenzione sul quadro d’insieme.  

#iorestoacasa

In questa nuova fase in cui essere uniti significa stare lontani, tutti le nostre abitudini, la nostra routine assumono una forma completamente diversa, il nostro raggio d’azione è limitato e tutto assume un’accezione “smart”, per aggirare il problema.

Dallo smart working, alle infinite soluzioni online per rispondere a ogni esigenza, comprese quelle per mantenersi in forma e scaricare la tensione. Persino la scelta del nostro look prende la stessa direzione: il comfort fa da padrone, con una carica di energia grazie ai colori audaci di felpe e t-shirt, alternate da collezioni dal gusto più tradizionale per i più classici, per concludere con versioni luxury in seta e cotone o cashmere.

Adidas Originals
Re Hash
Fred Perry x Raf Simons
CP Company
Puma x RHUDE
Jacob Cohen
MOOSE KNUCKLES
Calvin Klein Perfomance
Iceberg X Family First
Youri Djorkaeff by ZILLI SPORT
Malo
ROSSIGNOL
Shoe
Marina Militare
Think Pink
Alviero Martini 1^Classe
Intimissimi Uomo
Berwich

Armarsi di positività e porsi nuovi obiettivi è la migliore strategia. L’esplosione dei tutorial e delle dirette rappresentano una reAzione propositiva basata sulla condivisione delle segnalazioni degli stessi utenti, è l’esempio di @italia_smart che sulla sua pagina di Instagram propone tutti i giorni più di una soluzione per approfondire le proprie conoscenze, mettere alla prova la propria creatività e allenarsi dal soggiorno di casa propria. Le classi yoga di Denise della Giacoma stanno spopolando https://denisedellagiacoma.com/ come le sessioni gratuite di pratica bioenergetica attraverso il canale youtube di Daniele Mauro Guainazzi https://www.youtube.com/channel/UCsexxAMyXie_dQVl9fqKhlg
praticabioenergetica.it
La palestra Tonic di Milano ha attivato una programmazione sportiva dal vivo in diretta Facebook visibile con un semplice click sul link  https://www.facebook.com/tonicfitness/ con 12 lezioni al giorno da 15 minuti ciascuna, da lunedì a venerdì.

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I consigli del coach: kettlebell workout

A differenza di quelli con manubri e bilancieri, gli esercizi kettlebell sono dinamici e impegnativi perché coinvolgono più di un gruppo muscolare. Questo dà uno stimolo completamente nuovo ai nostri muscoli e ci permette inoltre di allenare non solo la forza, ma anche la resistenza fisica e la coordinazione. In questo periodo di home workout forzato, il trainer Saverio Ricciuti (@savericciu) ci spiega come realizzare un efficace allenamento a circuito utilizzando una sola kettlebell. A noi la scelta del peso, in base allo nostro stato di allenamento e di forma fisica.

One kettlebell floor press

Esercizio che mette a dura prova la forza e la stabilità delle spalle e degli avambracci, e che lavora come target specifico il petto! Posizionati sul pavimento impugnando le kettlebell portandole all’altezza del petto, da qui spingere verso l’alto facendo gravare il peso della kettlebell sull’avambraccio e congiungerla all’altezza del centro del petto. Ritorno lentamente nella posizione di partenza.

One kettlebell reverse lunge

Svolgere con la kettlebell i classici affondi per le gambe ( in avanti o indietro) che tutti conosciamo, da eseguire prima con una gamba e poi con l’altra. Sono 12 ripetizioni per gamba.

Kettlebell wall sit with pulse

Dalla posizione di squat con la schiena appoggiata al muro, impugniamo la kettlebell spingendola dal petto in avanti e poi riportandola indietro, per un tempo di 40 secondi.

Kettleblell plank trough

Esercizio fondamentale per il controllo scapolare, dove le spalle lavorano in modo cordinato con la parte centrale del corpo. Nel passaggio della kettlebell da una parte all’altra in posizione di plank è fondamentale controllare ogni singolo movimento in modo che il core lavori staticamente nel modo corretto. Anche qui 12 ripetizioni.

Kettlebell chainsaw row

Svolgere l’esercizio di rematore unilaterale con la kettlebell anziché il classico manubrio. In questo caso non si usa la panca per appoggiarsi ma bisogna piegare leggermente una gamba e portare il busto in avanti, ci appoggiamo poi con il braccio sul ginocchio corrispondente e andiamo a tirare la kettlebell dal basso verso il fianco come nel rematore tradizionale. Ripetiamo per 12 volte.

Tutti gli esercizi vanno ripetuti in sequenza per 4/5 giri. Tra un circuito e un’altro abbiamo un tempo di recupero di un paio di minuti.

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#VisitingBotswana: tra cultura, natura e sorrisi

Grazie al nuovo collegamento di Qatar Airways da Doha, la splendida nazione africana è sempre più connessa al resto del mondo. In previsione, turismo, nuovi posti di lavoro e industria.

Nei mesi scorsi, abbiamo avuto la fortuna di visitare uno dei posti più attraenti, misteriosi e poco conosciuto dell’Africa: il Botswana con la sua capitale Gabarone.

Oggi, con la situazione internazionale generata dal contagio del Coronavirus, non è possibile viaggiare, se non con la mente e la lettura. Appena questa emergenza si fermerà, il nostro consiglio è quello di visitare questa nazione straordinaria. 

Recentemente, la compagnia aerea del Qatar, Qatar Airways, ha collegato la città africana a Doha, capitale dello stato che si affaccia sul Golfo Persico. Il primo volo Qatar Airways da Doha (dove è presente una delle più grandi e lussuose business lounge del mondo, con tanto di piscina e spa, accessibile per i passeggeri delle classi Business e First) è atterrato all’aeroporto internazionale Sir Seretse Khama di Gabarone, lo scorso 15 dicembre.

IL VOLO

Il volo è stato accolto, al momento dello sbarco, da Sua Eccellenza Vice Presidente del Botswana Slumber Tsogwane, e dal Ministro dei trasporti e delle comunicazioni, Thulagano Segokgo.

Da allora, la pluripremiata compagnia aerea ha iniziato a effettuare un servizio tre volte alla settimana nella capitale, confermandosi l’unica compagnia aerea non africana a volare nel Paese. «Sono lieto di aggiungere Gaborone alla nostra rete globale di oltre 160 destinazioni», ha raccontato Akbar Al Baker, CEO di Qatar Airways Group.

«Qatar Airways è impegnata a espandere la propria rete in Africa e questa nuova rotta, la nostra 23esima destinazione nel continente, è un altro passo verso il raggiungimento di tale obiettivo». «La nuova rotta di Qatar Airways dovrebbe dare impulso al settore dell’aviazione del Botswana e creare opportunità di lavoro e trasferimento di competenze per l’industria aeronautica», ha spiegato Kabo Phutietsile, Chief Executive Officer e Autorità dell’aviazione civile del Botswana.

«Offre al paese l’opportunità di sfruttare appieno e beneficiare degli investimenti nel miglioramento delle infrastrutture completati nel recente passato. L’arrivo del Qatar darà ulteriore impulso e crescita all’industria aeronautica e alle industrie ausiliarie».

Ogni settimana, la compagnia aerea giunge in Botswana con il suo aereo Airbus 350-900, con 36 posti in classe Business e 247 posti in classe Economy. Durante il volo, i passeggeri possono usufruire del sistema di intrattenimento di bordo interattivo di prossima generazione, Oryx One, con una scelta di oltre 4 mila opzioni, tra audio e video, e la connessione Wi-Fi gratuita per i passeggeri.

COSA VISITARE IN BOTSWANA

  • Mokolodi Nature Reserve (10 km a sud da Gabarone)
    Abbiamo visitato la riserva naturale Mokolodi di ben 30 chilometri quadrati. Fondata nel 1994 da The Mokolodi Wildlife Foundation, offre diverse attività. Anche se al suo interno non ci sono tantissime specie, è possibile osservare giraffe, rinoceronti, zebre, kudù, impala e altri animali tipici della savana africana. Consigliamo vivamente una sosta vicino ai corsi d’acqua, sempre accompagnati dalla guida (davvero molto preparata), per avvistamenti inusuali. 
  • Bahurutshe Cultural Village
    Situato a circa 5 km a est del centro di Botswelelo, a Mmankgodi (a 2 km dalla strada Gaborone – Kanye), Bahurutshe Cultural Lodge è un villaggio culturale innovativo, un complesso di chalet e un campeggio. I visitatori possono entrare in contatto con gli elementi tradizionali della musica, della danza, delle persone sorridenti e della cucina del Botswana. Davvero ottima. Il piatto nazionale del Botswana è chiamato Seswaa. È composto da carne stufata servita su una densa polenta (Bogobe) o porridge di mais. Lo stufato viene cucinato facendo cuocere la carne con pepe e cipolla. Aggiungere qualsiasi altra cosa è considerato un’infrazione alla ricetta. Dopo che la carne è stata cotta per due ore viene fatta «a straccetti» e battuta con il sale per aggiungere sapore. Spesso viene servita accanto a una specie di spinacio chiamato Morogo.
  • Thamaga Pottery Centre
    Thamaga ospita il Botswelelo Center, noto anche come Thamaga Pottery. Questo progetto della comunità no profit è stato avviato dai missionari negli anni Settanta e ora realizza e vende una vasta gamma di creazioni in ceramica a prezzi convenienti. È possibile anche visitare il centro, grazie a tour organizzati, e realizzare la propria ceramica con l’aiuto delle signore artiste.  

Testo di Angelo Ruggeri

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Basette uomo: lunghe, a punta, anni 70 e ispirate a film

Le basette uomo risalgono al lontano XIX secolo per poi ritornare di moda negli anni 70, insieme a barba e a pizzetto fanno parte di ciò che contribuisce a dare al volto di un uomo un aspetto piuttosto che un altro.

Le basette devono essere curate e per chi le porta è fondamentale quando va dal barbiere comunicargli subito come le desidera mantenere. Tanti hair sylist diciamo pure che amano curare questi dettagli dei loro clienti al punto da creare anche forme artistiche e stravaganti.

Come scegliere le basette da portare

La forma del viso è la prima cosa da tenere in considerazione se si vogliono portare le basette per abbellire il viso. Ecco le basette in base alla forma del volto:

  • viso rotondo sono consigliate basette lunghe ma senza superare i lobi delle orecchie,
  • viso triangolare è necessario optare per basette corte o al massimo lunghe sino a metà delle orecchie,
  • viso a cuore perfette le basette folte e lunghe che equilibrano il volto dal mento piccolo e dalla fronte larga,
  • viso quadrato, come per quello rotondo, le basette possono essere lunghe sino a sotto i lobi delle orecchie così ammorbidiscono le linee spigolose,
  • viso ovale consigliate basette che scendono sulle guance, attenzione che se il volto è troppo ovale è meglio portare le basette fino al mento o cambiare look e portarle corte.

Tipi di basette

Vediamo ora i tipi di basette dalle forme più famose.

Basettoni

Queste sono le basette anni 70 tipiche dei cantanti, si presentano lunghe, folte e dall’aspetto un po’ trasandato. Si prestano a chi porta i capelli lunghi e a chi ha la pazienza di lavarle spesso per evitare problemi di irritazione cutanee e igiene.

Basette lunghe

Queste sono le classiche portate da John Belushi o da Lupin III. Sono folte e ben curate, lunghe sino al mento ma mai trasandate.

Basette a ferro di cavallo

Le basette di questa forma sono quelle dei cow boys ma anche dei nobili del XIX, partono dai capelli per giungere ai baffi e formano un ferro di cavallo sulla guancia. Portate molte folte tanto da poter essere curate con una spazzola da barba.

Basette artistiche

Questo tipo di basette sono quelle che devono essere rifinite dal barbiere poiché richiedono di essere disegnate come si fa per i tatuaggi sulla pelle. Si chiamano basette artistiche proprio perché vengono create delle mini opere d’arte “pelose” come ad esempio: foglie, note musicali, frecce…

La scelta di fare le basette artistiche va pensate con attenzione poiché vanno curate ancor più delle altre ma soprattutto in caso vorreste cambiare dovete tagliare tutto a zero per poi farle ricrescere.

Se state ancora pensando a quale tipo di basetta farvi potete prendere spunto dalle basette film prendendo spunto da James Dean, John Schneider o Robert Pattinson.

La quarantena secondo gli influencer

Dopo il decreto dell’8 marzo emanato dal nostro governo, la zona rossa è stata estesa a tutta la penisola italiana e questo comporta una limitazione degli spostamenti. Infatti, siamo tutti chiamati a restare tra le mura di casa salvo in casi di stretta necessità o emergenza per cercare di contrastare l’avanzata pericolosa del Corona Virus

Molti di noi, abituati ad una vita frenetica e movimentata, si trovano a riscoprire la dimensione casalinga cucinando, facendo workout o lavorando in smart working. 

Tuttavia, i social ed in particolare Instagram, rimangono uno dei passatempi preferiti e i veri protagonisti di essi, gli influencer, ora più che mai, scendono in campo invitando prima i propri follower a non abbandonare le mura di casa attraverso l’hasthag #iorestoacasa e poi cercando di allietarli nei modi più svariati. Qui una piccola lista di influencer da seguire durante la quarantena

Paolo Stella (@paolostella

Influencer e scrittore, in questi giorni ha lanciato l’iniziativa di una raccolta di proposte day by day su come occupare il tempo in modo creativo e al meglio durante la quarantena attraverso l’hashtag #MYSWEETQUARANTINE. Il suo motto è “siamo in un tempo nuovo, troviamo un nuovo modo per impiegarlo”.

Giulia Valentina (@giuliavalentina)

Oltre a partecipare all’iniziativa #MYSWEETQUARANTINE di Paolo Stella, ha intervistato in videocall il professor Claudio Vicini, otorinolaringoiatra di Forlì, per porgergli alcune domande ricorrenti sul Covid19 contribuendo a dare informazioni utili al suo pubblico e a tutto il popolo di Instagram. Non mancano i divertenti siparietti con le sue chihuahua e le utili rubriche in lingua inglese.

Luca Vezil (@lucavezil)

Influencer, appassionato di fitness e compagno di Valentina Ferragni (@valentinaferragni), si propone di fare dei video e delle dirette sul suo profilo dispensando consigli su come allenarsi in modo “homemade” utilizzando solo un tappetino, un elastico da palestra e tanta forza di volontà. Alterna workout ipertrofici a workout metabolici per incoraggiarci ad essere sempre fit. 

Paola Turani (@paolaturani)

Modella e fashion influencer, oltre a mostrare i suoi attimi di vita quotidiana durante la quarantena con i suoi cani Nadine e Gnomo e il suo compagno Riccardo Serpellini (@rickyserpella), condivide simpatici Tik Tok per intrattenere i suoi follower e donare momenti di spensieratezza senza mai però dimenticarsi di divulgare il messaggio importante e positivo di rimanere a casa.

Marco Cartasegna (@marcocartasegna)

Influencer e modello italo-spagnolo, sul suo instagram si occupa principalmente di politica e durante la quarantena sta caricando dei video nella sezione igtv esprimendo il suo punto di vista su alcune mosse politiche adottate dal nostro governo contribuendo così ad informare chi lo segue e ad aprire dei dibattiti su questi temi. 

Veronica Ferraro (@veronicaferraro)

Fashion influencer, anche lei ha aderito all’iniziativa #MYSWEETQUARANTINE caricando ogni mattina alle 10 sul suo profilo nella sezione Igtv un video di un workout casalingo ispirandosi ai consigli del marito trainer Giorgio Merlino (@giorgiomerlino). I suoi follower, così, possono tenersi in forma anche in questo periodo di sedentarietà forzata. 

Leo Gassman (@leogass.official)

Cantante e vincitore di Sanremo giovani 2020, oltre ad aver lanciato un appello a suoi seguaci di restare a casa, organizza delle dirette in cui canta e suona la chitarra per intrattenere e fare compagnia al suo pubblico. 

Camilla Boniardi (@camihawke)

Carica sul suo profilo nella sezione Igtv dei video/Tik Tok in cui in modo spiritoso dà consigli ai suoi followers sulle migliori serie tv da guardare durante la quarantena. 

Marco Fantini (@marcofantini_mf

Influencer, modello e futuro marito di Beatrice Valli (@beatricevalli), oltre ad aver lanciato un appello ai suoi follower di non uscire di casa e ad aver ringraziato personalmente i medici in prima linea in questa emergenza, condivide ogni giorno nelle sue Ig Stories attimi di vita quotidiana con la sua famiglia per far vedere come occupa il suo tempo durante la quarantena mostrando anche alcune ricette di cucina. 

Frank Gallucci (@frankgallucci)

Lo stilosissimo Frank non manca di aggiornarci quotidianamente con l’andamento della situazione Coronavirus in Italia e nel mondo, ci propone una rassegna stampa delle raccolte fondi in essere e ci strappa qualche sorriso con un best of di Tik Tok e video esilaranti.

Filippo Cirulli (@filippocirulli)

Trendsetter sofisticato, appassionato di arte e di antiquariato, Filippo si è sempre distinto per la sua estetica e per la sua visione contemporanea di eleganza maschile. In questa fase difficile si reinventa come casalingo insegnandoci tecniche per la lucidatura dell’argento, come pulire i vetri in modo ottimale e realizzare cocktail per aperitivi.

Alessandro Magni (@ale_magni)

Difficile per un globetrotter come Ale Magni restare fermi, ma è proprio da lui che ci arrivano continui moniti a rispettare le regole, ancor prima che iniziasse ufficialmente il periodo di quarantena. Questo isolamento, per Alessandro è diventato l’occasione ideale per mettere in ordine l’armadio e per condurci in un live tour nel suo showroom casalingo.

Elisa Taviti (@elisataviti)

Siamo abituati a vederla divisa tra fashion week, viaggi e appuntamenti glamour. L’influencer toscana in questo momento si reinventa, dedicandosi completamente alla cura della casa e alla cucina, proponendoci dolci e piatti semplici da realizzare. Non manca però anche qualche consiglio beauty!

Roberto Valbuzzi (@notordinarychef)

Lo chef varesino che tutte le sere ci fa compagnia a Cortesie per gli ospiti (canale 31 Real Time) ovviamente non può che suggerirci piatti e ricette da replicare in queste settimane.  Per rendere tutto più coinvolgente via libera alle dirette insieme ad amici e personaggi noti del mondo food.

Ha collaborato Federica Zucca

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Coronavirus, 10 musei dal divano di casa

Coronavirus, 10 musei dal divano di casa

Se la cultura è un bene di tutti, ora più che mai i paesi si uniscono per dire che è anche accessibile a tutti. 

Causa emergenza COVID-19, anche i Musei e i luoghi di culto hanno chiuso le porte ma non l’accesso virtuale; la cosa bella è che comodamente sdraiati sul divano di casa, possiamo prendere un aereo immaginario e volare fino a New York o a San Pietroburgo per visitare il MOMA e l’Hermitage. Niente code, nessuna folla davanti ai quadri, niente commenti sciocchi alle vostre spalle: “Oh bello, Oh meraviglioso, Oh cos’è sta roba?!”… Potrete goderveli e studiarveli dimenticandovi del tempo, soffermarvi sui dettagli quanto vorrete, esplorare le opere d’arte ad alta definizione, camminare verso le stanze vuote. 

Qui alcuni tra i musei nazionali e internazionali che offrono il servizio online e altri su cui potrete finalmente dedicare il vostro tempo ad imparare l’arte, e a metterla da parte. 

1. MUSEO DEL PRADO 


Una delle opere più significative dell’arte figurativa europea è il “Saturno che divora i figli” di Francisco Goya (1821-23), conservato al Museo del Prado di Madrid
Secondo la mitologia greca Crono, il più giovane dei Titani, il protagonista del dipinto, sapeva che sarebbe stato privato del potere da uno dei suoi figli, cosicche’, preso dalla rabbia, iniziò a divorarli tutti uno ad uno. La foga, la pazzia, il cannibalismo di Crono è in netto contrasto con la debolezza del piccolo corpo deturpato e sanguinolento; il piccolo non può nulla contro l’esplosione cieca della violenza. E’ un’opera cruda di una ferocia che si legge sulle mani dure e nervose di Saturno che non allenta la preda di quel corpicino innocente. Immerso nel buio più nero, la scena potrebbe significare il conflitto tra vecchiaia e gioventù, oppure il ritorno di un assolutismo in Spagna che limitava ogni forma di libertà intellettuale. 

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“Saturno che divora i figli”-Francisco Goya

2. PINACOTECA DI BRERA – MILANO

Mai quadro fu così adatto a dare speranza agli italiani come il famoso Bacio di Francesco Hayez. Un inno alla gioia, un simbolo di speranza e di patriottismo, il quadro icona della Pinacoteca di Brera
Il capolavoro più copiato e ristampato nella storia, è stato realizzato nel 1859 e ripercorre i fatti nel periodo in cui l’Italia venne suddivisa in tanti piccoli stati sotto il dominio degli Asburgo d’Austria. Periodo nel quale gli italiani, uniti nonostante la divisione, crearono dei gruppi, delle piccole società segrete che avevano lo scopo di restituire dignità al paese. Mi sembra ci sia una forte attinenza col periodo che stiamo vivendo. Un popolo che canta l’inno di Mameli in questi giorni di reclusione forzata, un popolo che si abbraccia da lontano, che col canto e con la musica regala speranza e la voglia di farcela, nonostante tutto. 

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“Il Bacio” – Francesco Hayez

3. BRITISH MUSEUM – LONDRA

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4. MUSEO ARCHEOLOGICO – ATENE

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5. MUSEE D’ORSAY – PARIGI

Lo stagno delle ninfee” di Claude Monet riprende una serie di ponti che l’artista si accingeva a dipingere in diverse ore del giorno. La luce, questa era la migliore amica di un grande pittore, per conoscerla, per riconoscerla, bisognava studiarla notte e dì, quando era calda di Sole o fredda di Luna. Il ponte da lui stesso costruito nei giardini della sua abitazione, taglia a metà la ricca vegetazione che da un lato si erge verso il cielo e dall’altro si specchia nelle acque. Quei dolci e sussurranti fiorellini che sono ninfee dai toni pastello, ricordano tanto i giardini giapponesi e le sue rappresentazioni. In un morbido letto di verde, spuntano come piccole vite capaci di donare gioia e speranza. 

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“Lo stagno delle ninfee” – Claude Monet

6. LOUVRE – PARIGI

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7. LE GALLERIE DEGLI UFFIZI – GIARDINO DEI BOBOLI – FIRENZE

Chi ha avuto la fortuna di vagare attraverso il Giardino dei Boboli sa che un tour viruale non potrà regalare la stessa sensazione di immersione totale in un mondo astratto e ovattato.

Lo visitai per la prima volta dodici anni fa, di fronte a Palazzo Pitti esisteva ancora un Internet Point, dove mi recai per aggiornare il mio stato Facebook e raccontare del mio viaggio in solitaria a Firenze. Uno dei ragazzi del negozio mi si avvicinò e mi dette un consiglio molto prezioso, e cioè quello di non attraversare il percorso visibile dei Giardini, quello a linea retta tagliato al centro dai gradoni, ma di prendere le vie laterali e immergermi totalmente nel verde. Lo ascoltai e se potessi rintracciarlo lo ringrazierei perchè quella passeggiata nell’arte mi ha regalato non poche emozioni.

Il Viale dei Cipressi è un tunnel di arbusti fitto fitto che parte da terra e si riunisce sopra la tua testa; in piena estate creava un nido buio e silenzioso che mi proteggeva dal brusìo e dal cicaleccio dei turisti; ed erano tanti. D’improvviso, nel fruscìo delicato dalle foglie mosse da qualche animaletto indiscreto, vidi comparire dietro di me un gatto, nero, che mi fissava immobile. Non appena riprendevo a camminare, lui da dietro mi seguiva, in modo felpato, per poi rifermarsi quando dalle spalle gli mostravo il volto. Non ho mai capito cosa significasse quella strana presenza, in certi casi le domande non servono e le risposte non le vogliamo, ma so una cosa: so che quell’esperienza diede vita ad una lunga serie di viaggi in solitudine di cui rimangono un bellissimo diario, e una foto di me in lacrime con quel misterioso gatto dagli occhi gialli e il pelo nero.

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“Giardino dei Boboli”- Firenze

8. NATIONAL GALLERY OF ART – WASHINGTON

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9. NATIONAL GALLERY – LONDRA

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10. MUSEO REALE DELLE BELLE ARTI DEL BELGIO

Su Google Arts & Culture esiste uno strambo video che rappresenta il quadro di Pieter Bruegell il Vecchio datato 1562, la “Caduta degli angeli ribelli”, una realtà aumentata che ci porta faccia a faccia con i mostri più mostri della storia della pittura. 
Il quadro racconta un episodio biblico, la caduta degli angeli che si sono ribellati a Dio per sete di potere, uno scivolone lento e indimenticabile in cui dall’alto vediamo gli angeli che suonano il trionfo, biondi come fanciulli, degli uccelli del Paradiso, dei putti vestiti e senza vizio. 
Al centro l’Arcangelo Michele che combatte il drago dell’Apocalisse a sette teste; e verso il basso delle diapositive precise e dettagliate dei mostri di fattura Boschiana. Sono metà pesci e metà volatili; hanno il ventre squarciato a mostrare uova già marce; sono giganteschi e sproporzionati insetti; gli orifizi in mostra e le bocce avide e dai denti appuntiti e radi. E’ una scena spaventosa che rappresenta la fede da una parte e l’avidità dall’altra.

Il quadro è custodito presso il Museo Reale delle Belle Arti del Belgio

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Caduta degli angeli ribelli”-Pieter Bruegell il Vecchio

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Passione sneakers

È, senza alcun dubbio, la calzatura che ha spopolato negli ultimi decenni. Non conosce limiti di stile o generazione, perché il suo charme ha conquistato un posto in prima fila anche nei look più formali, smoking compreso, e non è neanche l’accessorio cool ad appannaggio dei soli giovani.

Le prime hanno le loro origini verso la fine del 1800, con suola in gomma e tomaia in tela per uso prettamente sportivo e devono il loro soprannome al fatto che non facevano alcun rumore camminando, di modo che chiunque potesse avvicinarsi “di nascosto” senza essere sentito (sneak).

Fu l’irresistibile James Dean in Gioventù Bruciata che ha consacrato questa calzatura a un vero e proprio cult da poter indossare tutti giorni, dalla terra all’asfalto, sotto il denim o un tailored suit.

Dai modelli icona che hanno spopolato negli anni 60, riproposti fedelmente da boutique e vetrine online, a esemplari fatti di materiali preziosi e un design equilibrato nelle linee e nei colori, per chi pensa che una sneakers non abbia nulla da invidiare a un’elegante brogue in pelle.

Malo
Rebook Club C Revenge per AW LAB
Zilli
Frau
Fred Perry
La Martina
Blauer
Boggi Milano
Cromier
Ellesse
Fessura
Premiata
BePositive
Reebok Zig Kinetica EH2815

Modelli dal design contemporaneo, caratterizzati da una libera reinterpretazione delle forme e soprattutto da colori audaci. Proposte cariche di forte personalità, un inno alla nuova stagione. Con tomaia a calzino e inserti stampa pitone, dettagli e sfumature che rendono queste sneakers pezzi da collezione.

Cat Footwear
Lumberjack
Merrel
Puma Future Rider
Adidas Ultra Boost
Bikkembergs
Hide & Jack
Jimmy Choo
Zilli
Reebok Zig Kinetica EH2811

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Nido di vipere, il nuovo noir di Flaminia P. Mancinelli

#iorestoacasaeleggo

Il titolo “Nido di Vipere” lascia bene intendere quale complicata matassa si troverà a districare la commissaria Giulia Magnani, ma lei è un tipo tosto anche se sta attraversando un periodo complesso.

Il romanzo, disponibile in digitale e cartaceo su Amazon, è ambientato a Roma. Nella notte di Natale, scoppia un incendio in un negozio di antiquariato della Capitale, in via dei Coronari. A un primo sopralluogo vengono trovati i cadaveri di due uomini.

Immediatamente molte domande si affollano nella mente del commissario Giulia Magnani, incaricata dell’indagine: perché queste vittime? Si è trattato di una vendetta personale o di un regolamento di conti della malavita romana? Chi trae vantaggio da questi omicidi?

Altri delitti inspiegabili si verificano e non aggiungo altro per lasciare il piacere della scoperta ai lettori.
Un’altra prova per Flaminia P. Mancinelli, autrice poliedrica che oscilla tra la narrativa impegnata e la fiction, e che con questo noir torna all’autopubblicazione in momento molto difficile per l’Italia e per il mondo.

D. Perché hai scelto di pubblicare il nuovo romanzo durante l’emergenza Coronavirus?

R. Uno scrittore fa il suo lavoro per comunicare con gli altri, a vari livelli. “Nido di vipere” è un noir e racconta una storia intricata e ricca di suspense: buoni ingredienti, credo, per tenere occupata la mente in un brutto periodo come quello che stiamo attraversando.
C’è uno slogan che gira in questi giorni: “#iorestoacasaeleggo”, magari anche il mio libro, che ho pubblicato – proprio per questo – al solo prezzo di costo.

D. I noir sono caratterizzati per l’attenzione al sociale, anche Nido di vipere rispetta la tradizione?

R. Sì ed è per questo che mi è piaciuto scriverlo. Ha vari livelli di lettura che vanno dalla risoluzione di un crimine, all’analisi psicologica dei personaggi che vi sono coinvolti. “Con leggerezza”, ma altrettanta serietà, ho affrontato varie tematiche che vanno dalla difficile struttura sociale della famiglia al concetto di “normalità”. Io credo che leggere debba essere uno svago ma anche un arricchimento, uno stimolo al confronto, e penso con Nido di vipere di aver assolto discretamente a questi scopi.

D. Perché dopo aver pubblicato con Newton Compton sei tornata all’autopubblicazione?

R. Non è la prima volta che “mollo” l’editoria tradizionale per il “Self–publishing”, e come le altre volte sono molto euforica. C’è un senso di estrema libertà, ma aggiungerei anche di responsabilità. Fare tutto da soli (dal testo all’impaginazione, dalla grafica della copertina alla campagna marketing (se così la si può chiamare), ti fa sentire l’ebrezza del trapezista, e se sbagli puoi prendertela solo con te stesso!

D. Tu hai due filoni: narrativa e fiction, perché questa duplicità?

R. La cosiddetta Fiction -ma non è poi tutta Fiction la narrativa?!- ho iniziato a scriverla quasi per scommessa, e il mio primo giallo Omicidi all’ombra del Vaticano, divenuto poi nella ristampa di Newton Compton Inquietante delitto in Vaticano, ha scalato le classifiche di Amazon sorprendendomi. Ma anche La profezia della stella, che dopo oltre dieci anni dalla prima edizione, continua a essere acquistato e letto. Così ho pensato che, dopotutto, affiancare alla Letteratura più impegnata, un genere più divulgativo mi avrebbe permesso di condividere il mio punto di vista, rispetto alla vita, con un maggior numero di persone. E questo, devo dire, mi sta dando grandi soddisfazioni: è bellissimo il rapporto che si instaura con i lettori, che spesso sono diventati miei amici sui social.

Il libro è disponibile solo su Amazon, per comprarlo clicca qui:

Intervista di Marinella Zetti

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Capelli codino uomo: tendenze tagli capelli lunghi

Gli uomini così come le donne portano da sempre i capelli in svariati modi, fra cui non manca il codino uomo fra chi ha i capelli lunghi.

Le tendenze su capelli con codino sono diverse e cambiano di anno in anno, sulla base anche di ciò che viene proposto sulle passerelle di moda o da personaggi famosi, fra questi infatti non manca di imitare il codino Cristiano Ronaldo.

Per un uomo raccogliere i capelli in un codino è una soluzione comoda se ha una folta chioma, in modo particolare quando si lavora, ma anche quando si esce fare il codino rende esteticamente più affascinanti.

Fare il codino quando si va al lavoro permette di avere un look più discreto, mentre per la sera è possibile scegliere per un tocco più “selvaggio” ma che rende l’outfit sempre elegante e pulito.

Il viso come sempre gioca un ruolo importante nel taglio dei capelli, nel caso del codino si presta bene sia per viso rotondo, viso ovale e viso squadrato, basterà solo avere una lunghezza di capelli adeguata al proprio volto.

Voi avete mai fatto il codino da soli? Ecco che vi suggeriamo come farlo

Come fare codino uomo

Se non avete mai fatto il codino da soli e volete provarci ecco come realizzare un codino uomo.

Realizzarlo non è difficile basta avere a portata di mano un elastico e il gioco è fatto. Se avete i capelli lunghi vi basterà tirarli indietro e legarli.

Se invece avete capelli più corti e volete creare il codino uomo chiamato man bun o chignon, la procedura è la stessa tirare indietro i capelli e legarli ma questa volta senza tirare fuori l’estremità. Avrete così un codino con la coda ricurva. In questa seconda modalità di acconciatura è fondamentale che la legatura sia fatta sulla parte superiore della nuca e che i capelli siano puliti.

Utilizzate anche dei prodotti per le acconciature capelli che diano lucentezza ai capelli e aiutino a mantenere il codino.

Il codino uomo è realizzabile anche da chi ha i capelli rasati ai lati ma col ciuffo centrale, in questo caso basta lasciare qualche ciuffetto ai lati che incornicia il viso e rende lo sguardo ancora più affascinante.

Gianmarco Saurino: nella vita amo il cambiamento

A ridosso del suo ultimo lavoro per la televisione, incontriamo nuovamente Gianmarco Saurino, classe 1992, foggiano di origine ma romano d’adozione. Definito l’astro nascente della fiction, si è meritato questo titolo interpretando il ruolo di Massimo, protagonista in ‘Non dirlo al mo capo 2’ con Vanessa Incontrada e poi quello di Nico, il brillante avvocato della fortunata fiction ‘Che Dio ci aiuti’. Quest’anno, sempre su Rai 1 lo vedremo recitare nella serie DOC – nelle tue mani, affianco a Luca Argentero a partire dal 26 Marzo. Eccovi qualche anticipazione.

Total look Luca Larenza

Ti vedremo a brevissimo nuovamente su Rai 1, puoi svelarci qualcosa sul tuo personaggio?

Ormai manca molto poco! Interpreto Lorenzo, un medico chirurgo del Policlinico Ambrosiano di Milano. Un passato rock’n roll e una vita gonfia di sovrastrutture caratteriali: quando il sipario si chiude, solo tanti pezzi rotti da provare ad incollare. Ed è un po’ così che mi piace vederlo se dovessi guardarlo da fuori: ho preso tanta ispirazione da un medico realmente incontrato durante i nostri tirocini di preparazione alla serie al Gemelli di Roma.

Sei molto attivo anche nel teatro, meglio il palco o il set televisivo?

E’ una domanda alla quale non ho mai saputo rispondere perché non saprei scegliere. Sono sicuro che a periodi preferisco l’uno o preferisco l’altro. Ma ho cominciato a teatro e devo dire che a volte il tempo e la cura con la quale si gestiscono i progetti me lo fanno preferire un pochino al cinema e alla TV dove sei sempre e costantemente in ritardo.

Una serie americana in cui ti piacerebbe recitare?

Facciamo inglese! Suonerò banalissimo visto il boom dell’ultimo periodo, ma datemi un parte in Peaky Blinders e morirò sereno.

Tra le tue passioni c’è anche il CrossFit, cosa ti piace di questa disciplina e quante volte a settimana ti alleni?

Mi piacerebbe tanto definirmi un crossfitter, ma ci vorrebbe un’applicazione e una dedizione che, ahimè, non ho mai avuto nei confronti dello sport in generale. Devo dire che questa disciplina è l’unica che col tempo mi ha spronato, spinto anche dal fatto che lavoro con un ex atleta di grandissimo livello come Eugenio Cadia. La peculiarità del crossfit è quella di spronarti a superare i tuoi limiti, ed è una mentalità, se vogliamo anche di vita, molto affascinante, tenendo conto del fatto che negli anni sono cresciuto cercando di spostare l’orizzonte della realizzazione personale sempre più lontano. Mi alleno in media 3-4 volte alla settimana, ma spesso dipende da quanto e dove sto lavorando in quel momento.

Segui un regime alimentare specifico?

Ci provo! Ma è dura, il mestiere che faccio rende impossibile ogni tipo di disciplina e specificità visti gli orari variabili e soprattutto i viaggi continui. Però ce la metto tutta. In più sono vegetariano da quasi 3 anni e questo non facilita la cosa.

Tre capi che non possono mancare nella tua valigia quando viaggi?

Non mancano mai un bomber, un paio di cult nere tipiche anni ‘80 e un camicione di jeans, di quelli larghi. 

Il tuo profumo?

Cambio continuamente, come più o meno faccio con tutto. Ora come ora, Sauvage di Dior.

La canzone in cima alla tua playlist?

Ah! Quella in cima rischia di essere soltanto l’ultima salvata cronologicamente parlando. La fissa di questo periodo è Good Time Girl dei Sofi Tukker, colonna sonora della sigla di The New Pope di Paolo Sorrentino.

Il prossimo viaggio che farai?

Quest’estate vorrei tornare per l’ennesima volta in Sudamerica, terra di cui amo ogni aspetto e controversia. Un road trip in macchina partendo dal Perù e finendo in Bolivia, visitando luoghi meravigliosi come ad esempio Machu Picchu e il deserto di sale di Uyuni. Più o meno 2000km previsti. Se riesco, una capatina in Argentina..

Nuovi progetti in vista? televisivi e non..

Ci vediamo innanzitutto a fine Marzo con “DOC – nelle tue mani”, serie medical ispirata alla storia di Pierdante Piccioni, primario dell’ospedale di Lodi, che a causa di un incidente perde 12 anni esatti di memoria. Alla fine dell’anno in due nuovi progetti cinematografici, un’opera prima italiana e un film straniero, e in una serie internazionale, ma come si suol dire, non possiamo anticipare nulla!

Gianmarco Saurino indossa Luca Larenza 

Foto: Davide Musto

Grooming: Emanuela Di Gianmarco 

Location: Rome Life Hotel

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Aloe vera: 4 proprietà di questa pianta miracolosa

Scopri quali sono le 4 proprietà indiscusse dell’aloe vera, una pianta che porta con sé molti benefici medicinali ed estetici.

L’aloe vera è una pianta con un gambo corto e spesso, molto carnoso all’interno e con bordi spinosi. Ha l’aspetto di un cactus ma è un lillà. È facilmente coltivabile in casa, sia in vaso che a terra, e necessita di molto sole e poca irrigazione.

L’interno delle foglie di aloe vera contiene un gel molto carnoso e trasparente, ricco di aminoacidi, minerali, vitamine B, C ed E, acido folico, antrachinoni, lignina, saponine, lipidi, steroli, glucomannano, zinco e magnesio e fino a 75 composti bioattivi che migliorano la salute di chi lo utilizza. 

Ma esattamente a cosa fa bene l’aloe vera? Come mai viene utilizzata da moltissime aziende anche come ingrediente per i preparati cosmetici?

Le 4 proprietà più apprezzabili dell’aloe vera

Per molti anni diversi popoli e culture hanno goduto dei benefici medicinali ed estetici dell’aloe vera. Col tempo la scienza li ha solo confermati. Se non li conosci ancora, ti diciamo subito quali sono le proprietà più importanti di questa pianta straordinaria.

Aumenta le difese immunitarie dell’organismo

L’aloe vera è l’ideale per rendere il corpo più forte e meno incline alle malattie. Si tratta infatti di un ottimo stimolatore e fortificatore del sistema immunitario, il tutto grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antivirali. Quindi aiuta il corpo a far fronte allo stress fisico, emotivo e ambientale.

Guarisce le ferite con l’aloe vera

L’aloe vera ha effetti curativi sulle ferite poiché aumenta l’interlacciamento delle fibre di collagene sulla zona lesa. In pratica l’aloe favorisce la cicatrizzazione e la guarigione delle lesioni.

L’aloe vera è un rinfrescante

Il gel di aloe vera è ideale per rinfrescare la pelle nel periodo estivo, ma non solo dona sollievo anche in caso di scottature solari o scottature accidentali in cucina.

Dona rapido sollievo, idratando la pelle in profondità, rinfrescandola e calmandone il rossore.

Ottimo doposole naturale anche per la pelle dei bambini.

L’aloe vera previene la comparsa di acne e brufoli

Infine l’aloe vera è anche un buon rimedio naturale contro acne e brufoli. Grazie alla sua azione disinfettante, questa pianta previene la crescita batterica che causa la formazione di fastidiose e antiestetiche manifestazioni cutanee del viso.

Qualora abbiate una comparsa improvvisa di un brufolo basta applicarne uno strato la sera per qualche giorno e il brufolo scomparirà.

L’aglio fa davvero bene al cuore?

L’aglio preserva davvero la salute cardiaca? Scopri tutto ciò che devi sapere.


Il cuore è l’organo più importante del nostro corpo, ma anche uno dei più colpiti da vari problemi, come il colesterolo o la pressione sanguigna, quindi proteggere e rafforzare la salute del cuore è un passo molto importante per prevenire le malattie e mantenersi in forma. 

In molti sostengono che i benefici dell’aglio per il cuore sono reali ed efficaci. Abbiamo voluto approfondire l’argomento e quello che abbiamo scoperto è che è tutto vero. L’aglio è essenziale per mantenere il cuore sano e in salute. A breve, vedremo nello specifico in che modo questa pianta può aiutare il nostro muscolo cardiaco.

Benefici dell’aglio per la salute cardiaca

Ma esattamente a cosa fa bene l’aglio? Quali sono le sue proprietà cardiache?

Regola la pressione sanguigna

L’aglio è un ottimo rimedio naturale per abbassare la pressione alta, di conseguenza, si tratta di un trattamento molto valido anche per prevenire la comparsa di malattie coronariche. Ma si può beneficiare di questa straordinaria proprietà solo se l’aglio viene consumato crudo. Se cotto infatti le sue proprietà ipotensive vengono meno.

Abbassa i livelli di colesterolo

Un’altra verità assoluta è che l’aglio fa bene al colesterolo. Gli alti livelli di colesterolo sono una delle condizioni principali che colpiscono la salute del cuore. Tra le altre cose, questo problema può causare vasi sanguigni intasati. Gli integratori all’aglio sono la soluzione perfetta per ridurre i livelli di colesterolo in eccesso. 

Agisce come anticoagulante

Grazie alla presenza di ajoene nel suo composto, l’aglio funziona come anticoagulante naturale, producendo risultati simili a quelli dei farmaci normalmente impiegati per la prevenzione dei coaguli nel sangue. Tuttavia, non è consigliabile consumarlo insieme a questo tipo di farmaci.

Combatte i trigliceridi

Infine, l’aglio fa bene a chi soffre di trigliceridi alti, ovvero quando il valore si mantiene al di sopra di 150 mg / dl. I trigliceridi sono lipidi che possono ostruire le arterie e i vasi sanguigni se si trovano in livelli eccessivi nel sangue. L’aglio agisce combattendo i grassi cattivi e mantenendo depurato il sangue.

Infine ricordate che  le tradizioni contadine o nei racconti dei nonni si sente dire che basta assumere uno spicchio di aglio al giorno per combattere le malattie influenzali e scongiurare gli ossiuri (vermi intestinali), vero o no non resta che provare?!

Gli effetti del coronavirus nel Fashion System

L’industria della moda si ritrova colpita ma non si scoraggia e, nonostante gli evidenti numeri in calo, sembra supportare con determinazione e fiducia il sistema sanitario e anche i suoi dipendenti, dai manager ai designer, tanti a casa in smart working. Collaborare e non arrendersi, mai come ora, sono una concreta via di sopravvivenza.

Dall’evidente presenza del Covid-19 in Europa, durante la Fashion Week di febbraio a Milano, molte cose sono iniziate velocemente a cambiare. Tanti eventi e show cancellati o posticipati. Le Cruise di maggio, da Gucci a San Francisco fino a Prada in Giappone, a Tokyo, sono state annullate mentre Armani posticipa a novembre il defilè di Dubai. Tante le ripercussioni del virus dal punto di vista economico. Ne risente da vicino tutta la filiera produttiva presentando problemi in termini di relazioni con i fornitori, conseguenti ritardi nella realizzazione dei prodotti, chiusure di retails, department stores e outlet nei paesi affetti dal virus (in continuo aggiornamento). 

Vi proponiamo, di seguito, una serie di interessanti approfondimenti sul tema sperando che le criticità che stanno interessando tutto il settore moda, e i tanti altri lesi, possano al più presto venir meno.

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Festa del papà: le proposte beauty

Anche quest’anno, il mondo della bellezza ci presenta diverse proposte e idee che soddisfano tutti i gusti e tutti i papà. Dai più sportivi ai più classici, ma anche quelli che amano il fashion o possiedono un’anima rock. Scopritele nella gallery…

Blauer United Camou Edt For Him

Fragranza modaiola e al contempo decisa.un accattivante intreccio di pepe rosa e pepe nero si fonde con note divertenti di limone. il fondo, arricchito di preziosi legni ambrati, cremoso legno di sandalo e legno di cedro. 

Braun series 8 8350S

L’impugnatura ergonomica dalla forma ricurva ed il perfetto posizionamento del display, uniti al suo essere impermeabile, consentono un utilizzo semplice e una presa ottimale in qualunque circostanza. La Tecnologia Sonica Intelligente, grazie a 10.000 micro-vibrazioni, crea un cuscinetto che permette al rasoio di scorrere sulla pelle.

Redken Brews shave foam

Una schiuma per rasatura con formula ipoallergenica per le pelli più sensibili. Protegge dal rossore e dai tagli durante la rasatura. 

Bobbi Brown Hydrating Water Fresh Cream

Questa cream fresca dona idratazione per una pelle rimpolpata e uniformata. Il complesso super idratante, composto da 8 ingredienti chiave, tra cui l’Acido Ialuronico, dona idratazione immediata che dura oltre 100 ore. 

Glamglow Thirstymud

Si avvale delle tecnologie più avanzate di idratazione intensiva e apporta un’idratazione istantanea per risultati sul corto, medio e lungo termine. Studiata e sviluppata per uomini e donne di ogni età, per tutti i tipi di pelle o dopo la rasatura.

Franck Boclet Vinyl

Una fragranza dal forte potere evocativo, capace di risvegliare passioni sopite e ricordi lontani. È un’armonia orientale e legnosa che si ispira agli aromi dei cocktail con succo di limone e mandarino, dei drink alcolici come whisky e cola e all’odore di tabacco dei nightclub. 

LM parfums Noir Gabardine

Una fragranza dalle connotazioni fortemente maschili e asciutte, ma con sfaccettature gentili. Le fresche note di bergamotto, mandarino e limone, insieme con il galbano, introducono la fragranza per lasciare spazio a un cuore setoso, avvolto nei legni di sandalo e di rosa. 

B.Barber

Un cofanetto pensato per detergere, idratare e profumare la barba. Tutti i prodotti sono dermatologicamente testati, senza siliconi, parabeni, paraffina e SLES.

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Coronavirus, le campagne di raccolta fondi

Sono moltissime le iniziative di solidarietà con le quali possiamo lasciare un nostro contributo a favore degli ospedali e della protezione civile, in prima linea nell’emergenza coronavirus.

Diverse campagne sono partite dalla piattaforma GoFundMe, che, grazie a un accordo con i beneficiari, permette il versamento della somma direttamente nelle casse dell’ospedale. Il servizio è gratuito e chiede solo un contributo volontario e facoltativo per la gestione. Le iniziative sono molteplici, lanciate da personaggi famosi, da enti privati o quelle spontanee partite dal basso, da parte di studenti, di cittadini e associazioni varie. Eccone alcune:

Prima tra tutte, quella di Chiara Ferragni e Fedez che sul sito GoFundMe hanno lanciato l’iniziativa di raccolta fondi per implementare di nuovi posti il reparto di terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano che è arrivata in pochissimo tempo a tre milioni di euro.

Anche la moda ha dimostrato sin dall’inizio una sensibilità particolare al tema, Giorgio Armani ha donato 1 milione e 250 mila euro per aiutare gli ospedali meneghini nella gestione dell’emergenza Coronavirus. “A fronte dell’emergenza Coronavirus, ha deciso di donare 1 milione e 250mila euro agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano, Spallanzani di Roma e a supporto dell’attività della protezione civile”. 

Bulgari ha fatto una donazione all’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, leader nella ricerca sulle malattie infettive, per consentire l’acquisto di “un sistema di acquisizione di immagini microscopiche all’avanguardia, un macchinario fondamentale per la prevenzione e la cura del virus”.

«Supportare la ricerca scientifica è per noi un dovere morale» fanno sapere da Dolce & Gabbana. Il duo di stilisti ha infatti deciso di destinare i fondi all’Humanitas University per sostenere uno studio sulle risposte del sistema immunitario al coronavirus coordinato dall’immunologo Alberto Mantovani.

Altro modo per donare è utilizzare la piattaforma CharityStars, in questo modo si andranno a sostenere l’Ospedale Sacco di Milano, l’Ospedale San Matteo di Pavia, l’Ospedale Spallanzani di Roma e la Croce Rossa Italiana, portando un aiuto concreto a chi sta rischiando la propria vita per il bene comune.

Moaconcept e Haikure hanno ideato e prodotto una T-shirt in special edition, ispirata da un’opera dell’artista milanese Andrea Crespi, il cui ricavato sarà devoluto alla Protezione Civile per l’acquisto di attrezzature ospedaliere.( Landing page acquisto: www.moaconcept.com/charity).

La raccolta fondi lanciata dai tifosi dell’Atalanta è partita dall’idea di destinare i soldi del pullman per le trasferte all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo. Anche il Parma Calcio 1913 ha devoluto 25mila euro al Reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore di Parma, con la finalità di dare un aiuto concreto per affrontare la situazione sanitaria attuale.

A Napoli i cittadini hanno fatto versamenti all’Ospedale Cotugno. La campagna è stata lanciata dalla studentessa 23enne di Medicina, Federica De Masi sulla piattaforma GoFundMe e in 24 ore ha raggiunto quota 200mila euro.

A Parma, sempre sul sito GoFundMe, un gruppo di studenti di Medicina e Chirurgia ha raccolto in meno di 24 ore quasi 200mila euro  a sostegno della Terapia Intensiva della città, mentre per l’Ospedale Niguarda di Milano Chiara Villa ha lanciato una campagna simile che in 24 ore ha permesso la raccolta di 150mila euro. L’iniziativa è supportata dalla stessa struttura sanitaria e i fondi saranno versati direttamente sul conto dell’ospedale.

Tra le iniziative private il Giornale di Brescia ha organizzato una raccolta con l’IBAN IT76Z0311111238000000001390, intestato alla Fondazione Comunità Bresciana Onlus, per promuovere la raccolta fondi, AiutiAMObrescia. A oggi è riuscito a raccogliere 3,3 milioni di euro e dalla redazione incitano: «Non fermiamoci».

Per contenere la pandemia infine, il governo ha annunciato proprio ieri nuove misure restrittive per fronteggiare il contagio del coronavirus in Italia. “Per avere un riscontro effettivo” di queste misure “dovremo attendere un paio di settimane” ha spiegato in diretta Facebook il premier Giuseppe Conte elencando le nuove disposizioni: “Chiudono parrucchieri, centri estetici e servizi di mensa. Restano garantiti i servizi pubblici essenziali tra cui i trasporti e i servizi di pubblica utilità. Restano garantiti i trasporti. Chiudono i negozi, i bar, i pub e i ristoranti. Resta consentita la consegna a domicilio. Per le attività produttive va incentivato il più possibile il lavoro agile, incentivate le ferie e i permessi”.

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Drawlight: storytelling e media immersivi

Produzione a basso impatto ambientale, riduzione dei rifiuti, difesa dell’ambiente. La cultura della sostenibilità sta diventando parte integrante del ciclo di vita di un prodotto di moda. Per questo, dopo il lancio a febbraio 2019, WHITE Milano ha riportato in primo piano GIVE A FOKus, un progetto speciale che racchiude brand green e volto a sensibilizzare il pubblico con un occhio verso il futuro.

L’hub, che tocca temi come l’innovazione circolare e il cambiamento sociale, si avvale della direzione artistica di Matteo Ward, cofounder e ceo di WRÅD, design company attiva con il brand eponimo e con una serie di attività educative per studenti e di consulenza per marchi e retailer. L’iniziativa, realizzata grazie al supporto di Albini Group con i tessuti Albini Donna, Phillacolor, L.I.M. Group e Boyish Jeans, vanta inoltre la partnership con Cittadellarte- Fondazione Pistoletto e Fashion Revolution, che aiuterà a far luce sull’impatto del tessile nelle sue fasi, dalla produzione al finissaggio.

Ad aprire l’area espositiva è stato Get in SYNC Shade, un’installazione di Drawlight – studio creativo specializzato installazioni artistiche digitali immersive – che attraverso il light mapping svela gli elementi e i processi di realizzazione prodotto.

La Tex Lounge è stato il luogo dove i visitatori hanno vissuto un’esperienza sensoriale in un percorso dedicato alle fibre responsabili: dai tessuti organici e tracciabili di Albini Group, alle tecniche di tintura dell’azienda padovana L.I.M. group, passando per i processi di finissaggio di Boyish Jeans fino alle tinture naturali Phillacolor fatte dalla textile designer Laura Cortinovis. Get in SYNC Shade apre il percorso di Give a FOK-us, l’obiettivo questa volta è informare e raccontare, attraverso il coinvolgimento sensoriale, due delle fasi più inquinanti della produzione tessile: lo sviluppo del tessuto e la fase di tintura e finissaggio che in media incidono per più del 30% dell’impatto totale di un capo di abbigliamento.

Get in Sync Shade diventa quindi propedeutica alla scoperta della Tex Lounge, dove i visitatori possono vivere un’esperienza sensoriale unica entrando in contatto con tessuti, tinture e fibre non convenzionali e responsabili, come il cioccolato e il caffè. Un percorso per riscoprire l’impatto di questi materiali sull’ambiente, la società e per la nostra pelle di ritrovare una connessione con la verità delle sostanze, pigmenti e fibre scelte per i nostri vestiti.

WRÅD

Commenta Mick Odelli, CEO DrawLight & Storyteller Specialist: “Qualche volta bisognerebbe fermarsi per andare avanti. Fermarsi, prendere fiato e piena consapevolezza di dove voler andare. L’installazione che abbiamo creato questa volta per White Milano 2020, di nuovo insieme a Matteo Ward ed al suo team, vuole fermarvi un momento, farvi rallentare ed estraniare dalla frenesia della giornata che fuori continuerà ad andare avanti. Perchè è quando siamo in questo stato di benessere che siamo pronti a capire cosa ci rappresenta ed in cosa crediamo davvero.”

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I miti del fitness, tra definizione e ipertrofia

Definizione e ipertrofia muscolare, due parole chiave nel mondo del fitness e oggetto di numerosi miti che vogliamo sfatare insieme a Gionata Raffaelli, personal trainer e youtuber toscano con 16 anni di esperienza e di allenamenti alle spalle.

Esistono allenamenti specifici per la definizione e l’ipertrofia muscolare?

Una delle tante domande che da tempo gira nel mondo del fitness e che puntualmente in prossimità della primavera risboccia immancabilmente è: “esiste una scheda da DEFINIZIONE e una da IPERTROFIA muscolare?” I miti che girano attorno a questo quesito sono tantissimi ma la risposta è: no! Sembra banale ma ancora oggi tantissime persone che si rivolgono a me per una programmazione personalizzata (o semplici consigli generici) mi chiedono “quando posso iniziare una scheda per la definizione”? E la cosa bella è che anche tanti personal trainer parlano in questi termini coi propri clienti. Nei testi si trovano quindi concetti come “ipertrofia”, “velocità”, “forza” (esistono ben 5 tipi di forza differenti, lo sapevi?) ma non troveremo mai il concetto di “definizione”.

Se una scheda da “definizione” non esiste quale strategia è meglio seguire?

Anzitutto “fare definizione” passa in prima battuta per l’alimentazione. In particolar modo, a far la differenza è l’apporto calorico giornaliero/settimanale; se riusciamo a gestire la  nostra nutrizione in modo tale da far bruciare all’organismo più calorie rispetto a quelle che ingeriamo con il cibo (concetto di DEFICIT CALORICO), il corpo con il tempo e con la corretta strategia di allenamento andrà a bruciare massa grassa. L’obiettivo primario qui è mantenere quanta più massa magra possibile senza intaccarla.


Ci fai un esempio di allenamento non idoneo ad ottenere risultati?

Per una scheda di definizione ( ricordiamo che non esiste) automaticamente vengono strutturati protocolli di allenamento per diversi mesi inglobanti esercizi con parecchie serie e ripetizioni lunghe (20-25 di solito) con solo 30 secondi di recupero tra una serie e l’altra; questo in aggiunta ad una marea di attività aerobica (corsa, cyclette, ellittica, mix di tutti i precedenti, ecc), spesso consigliata sia all’inizio che alla fine di ogni allenamento per almeno 20-30 min. Questo è il metodo migliore per perdere muscoli e forza, non grasso (o almeno in minima parte)!

Quindi un workout simile a quello appena descritto è sempre errato?

Assolutamente no! Anzi, ci sono periodi in cui stimoli similari diventano necessari oltre che proficui. Come detto poco fa però tutto DEVE FAR PARTE DI UNA LOGICA più generale creata sulla tua persona, adattata per tempi sicuramente non lunghi e variata di intensità e volume in risposta al tuo organismo nelle varie settimane. Paradossalmente, l’allenamento tra ipertrofia e definizione può essere anche il medesimo, inteso sia come volume generale che intensità, tempi di recupero, ecc. In pratica si potrebbe tenere esattamente la stessa scheda di allenamento del periodo di massa, eppure andare ad ottenere risultati diversi.

Ci sono differenze tra l’allenamento maschile e quello femminile?

Certamente, quando vogliamo definire il nostro corpo, lo stesso deve essere sottoposto a degli stimoli allenanti che diano molta importanza anche ai livelli di forza generale per preservare i muscoli costruiti. Altrimenti, ciò che ci ritroveremo alla fine sarà un corpo “flaccido”, svuotato, piatto, e con un tasso metabolico inferiore. Ribadisco ancora una volta che il primo step fondamentale per innescare un processo di definizione muscolare è assicurarsi che il nostro corpo sia “settato” in deficit calorico. Questo viene creato in prima battuta dal giusto regime alimentare impostato con i macronutrienti più corretti per te. Il protocollo di allenamento è uno strumento che può sicuramente prevedere anche tecniche speciali come giant set, super set, drop set, ecc ecc, aerobica, interval training, ecc ecc, ma che deve essere personalizzato sul soggetto in virtù di molteplici fattori tra cui il grado di esperienza, il punto di partenza, il tipo di corporatura.

Gionata ha inoltre ideato un metodo matematico-analitico chiamato TRIPLA A SYSTEM, di cui parleremo prossimamente. Per chi volesse saperne di più, rimandiamo intanto alle sue pagine social.

@gionata_raffelli_fitness

https://www.youtube.com/channel/UCSGU-eBJ5_VjzrXXcviQi6Q

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Il Pensiero Stupendo della moda italiana

La moda italiana della FW 2020-21 è più ispirata che mai. Si lascia abbandonare a nuove provocazioni o romantiche celebrazioni della cultura a noi più cara. Gioca con controsensi e scenari surreali, scandisce il tempo e celebra i suoi miti. Ma non trascura l’attenzione alla “sostenibilità”, un processo in cui CNMI ha coinvolto i propri Associati e gli operatori che rappresentano la filiera dell’intero sistema moda italiano.

Ambientata in una foresta di fili, la collezione di Ermenegildo Zegna è pratica e funzionale, caratterizzata da forme over su giacche e camicie, è fortemente impegnata a rispettare l’ambiente, grazie all’utilizzo di cashmere e lane riciclate ampliando ulteriormente l’approccio #UseTheExisting nelle mischie di fibre naturali e sintetiche. “La nostra arte ha il dovere di rispettare la terra. È la nostra missione, sia come esseri umani che come designer” spiega Alessandro Sartori, Direttore Artistico del brand, che ha scelto i colori più suggestivi che vestono la natura: il mastice, l’arenaria, il cloudy sky, il quarzo marrone, il loden scuro illuminati da tocchi di oro rosa, rame, ambra rossa e blu pavone.

Ermenegildo Zegna FW 2020-21

La donna di Dolce & Gabbana recupera l’arte del “Fatto a mano” mettendo in primo piano i valori tradizionali del Made In Italy che distinguono il pregio della nostra manifattura da quella del resto del mondo. 121 look che raccontano, ognuno, una storia diversa, un ricordo autentico. Lane gessate e pied de poule anche per il doppiopetto al femminile con tanto di revers a lancia e coppola destinati a una donna dall’identità forte e sensuale.

Dolce & Gabbana FW2020-21

Gli stessi valori che ritroviamo nella collezione maschile dei due stilisti, che credono profondamente nei preziosi valori dell’artigianalità e nell’importanza che essi vengano tramandati di generazione in generazione, per proteggere l’immenso patrimonio della nostra cultura e delle nostre maestranze. I “Mesteri D’Arte” di Dolce & Gabbana vengono raccontati da uomini che incarnano gli aspetti della bell’Italia fatta di sole, primizie e paesaggi mozzafiato. Con i loro visi autentici, vestiti di tweed di lana, tartan, pied-de-poule, velluto.

Dolce&Gabbana FW2020-21
Dolce&Gabbana FW2020-21

In uno scenario che rappresenta piazze astratte che comunicano tra loro da porte illuminate di rosso, Prada celebra ancora una volta l’autorità e la forza innate della donna che sono messe in risalto attraverso le sue azioni. Infinite, come poliedrica è la personalità femminile e le sue scelte che la portano ad affrontare coraggiosamente itinerari opposti. Il dinamismo dunque ha un ruolo fondamentale nell’abbigliamento femminile, per questo viene presentato in una chiave estetica superiore. Le frange, una costante declinata in materiali diversi che scandiscono il ritmo dell’azione rivolta in direzioni e scopi differenti: nei tailleur rivisitati, nella maglieria in versione glamour, su blazer o luminosi abiti in paillettes che sprigionano il massimo della femminilità. Stampe floreali in chiave digital con elementi che ricorrono al mondo dello sport e tessuti tecnici per una praticità ad alto contenuto intellettuale.

La collezione maschile viene rappresentata all’interno di piazze in cui si vivono insieme i fondamenti dell’architettura rinascimentale con grafiche e proiezioni digitali per sottolineare come passato e presente vivono insieme, che tutto quello che stiamo vivendo ha già un valore storico. Uomini osservati dall’alto, i cui percorsi s’incrociano in gioco di stile emozionante che mette in contrasto materiali tradizionali con fibre tecnologiche riciclate che sono già parte del nostro heritage stilistico. Vecchio e nuovo convivono infondendosi energia reciproca, attraverso una nuova chiave di lettura.

Tutti gli uomini, dalle sfaccettate personalità, nel mondo Ferragamo dipinto da Paul Andrew. Dal businessman al biker, fino all’irresistibile fascino della divisa del pilota, del marinaio e del soldato, e infine il surfista rieditato con materiali propri del guardaroba metropolitano. Ritratti consacrati di diverse personalità maschili che cambiano la muta e si presentano in passerella con tagli contemporanei di grande impatto e un mix di materiali pregiati come lane, cashmere e pelle in modo inconsueto e stimolante.

Anche la collezione femminile è divisa per archetipi, ma l’ispirazione sono le grandi donne della storia: “Il vestire definisce il corpo e supera il concetto di abbigliamento, oggi obsoleto sia per l’uomo sia per la donna. Ci siamo ispirati all’intelligenza, al coraggio e al carisma di alcune icone femminili come Virginia Woolf, Nancy Pelosi, Nina Simone e Michelle Obama” commenta il Direttore Creativo Paul Andrew. Sandali o foulard rivisitati nei pellami, tessuti e ricami. Suole in gomma e stivali alti in pelle stretch, materiali di recupero e tinture vegetali. Una donna forte, coraggiosa, elegante e formale ma audace allo stesso tempo, capace di mettersi in discussione, pratica e glamour.

Salvatore Ferragamo FW20-21

Alessandro Michele, dopo cinque anni di direzione creativa nella maison Gucci, esplode con uno show dal sapore rivoluzionario. ci invita a guardare tutto con gli occhi di bambino. Liberi da i preconcetti, le regole che impongono costumi e modus vivendi imposte dalla società. La scena è dominata da un gigantesco pendolo di Foucault, simbolo di un contesto culturale che segna il destino di uomini e donne determinando anche le loro scelte personali. Da qui l’invito a riflettere sulla necessità di essere liberi di ritrovare se stessi, senza le catene degli stereotipi che hanno contaminato la nostra personalità e il percorso delle nostre vite, su ciò che giusto e sbagliato. Felpe che esprimono un chiaro invito a riflettere Think, grembiuli da scolaretto in contrasto con pettinature punk e su denim strappati, altre parole impaziente e impotente sono un chiaro riferimento al desiderio, spesso strozzato, di esprimersi. Intento in cui lo stilista in questo show, fuori dal comune, è riuscito benissimo.

Gucci Fw 2020-21
Gucci FW 2020-21

Dulcis in fundo, Re Giorgio ha sempre in mano le chiavi dell’eleganza. La collezione costruita per lui è avvolgente, i tessuti protagonisti sono piacevoli al tatto e ideali per esaltare la figura dell’uomo. Il velluto declinato in diverse forme e pesi, persino sul revers come un morbido scialle; lane calde e spesse di montagna su capi in maglieria jacquard, lane impalpabili su cappotti, giacche e pantaloni, seguono in maniera fluida i movimenti del corpo.

Gli aspetti più dell’eleganza maschile vengono addolciti per essere condivisi col guardaroba femminile: maxicravatte jacquard completano look composti da ampi pantaloni con risvolto e pences, mentre uniformi napoleoniche in velluto esaltano la silhouette femminile nelle collezioni di Emporio Armani e Giorgio Armani. Come stampe camouflage prendono le sembianze di decori floreali scintillanti in giacche e morbidi pantaloni. Conclude lo show con una selezione di look delle collezioni Giorgio Armai Privé primavera/estate 2009 e 2019, ispirati alla Cina, paese con il quale lo stilista ha da sempre un legame speciale, estetico e culturale.

Emporio Armani FW2020-21

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3 trucchi per rimediare agli errori di bucato

Quando ci si trova per la prima volta a fare il bucato, perché si va a vivere da soli o in coppia lasciando le comodità della casa dove si è cresciuti, si può incorrere in errori di bucato che non si pensava di poter fare.

Rimediare agli errori di bucato non è difficile, se ti stai domandando come rimediare sicuramente ti sei appena imbattuto in qualche incidente di lavaggio.

Per fortuna i rimedi casalinghi possono essere un’ottima soluzione per sistemare il “disastro”, ad esempio rimuovendo macchie o ravvivando i colori. Il bello è che servono pochissimi ingredienti per farlo e sono tutti naturali.

Errori di bucato: 3 trucchi per rimediare

Ti rivelo 3 trucchi di bucato infallibili che funzionano meglio dei prodotti chimici.

Per capi bianchi ingialliti

Ecco come rimediare all’ errore di bucato più comune di sempre: i capi bianchi ingialliti! Sapevi che puoi sbiancare gli indumenti senza adoperare la candeggina o altri prodotti chimici? Per rendere i vestiti più bianchi è sufficiente utilizzare il bicarbonato di sodio prima del lavaggio. Come? Lasciando in ammollo i vestiti per una notte in una miscela di 1 tazza di bicarbonato di sodio per ogni 4 litri di acqua.

In questo modo potrai godere di altri vantaggi, ovvero:

  • Nessun cattivo odore
  • Bucato morbido
  • Protezione dell’ambiente

Per maglioni rimpiccioliti

Si, abbiamo la soluzione che fa per te anche in caso di maglioni ristretti. Riempi un lavandino con acqua tiepida e aggiungi un tappo di balsamo naturale per capelli.

Immergi il maglione e lascialo così per circa 10 minuti. Questo servirà a far rilasciare le fibre della maglia. Infine, svita il tappo del lavandino lasciando il capo d’abbigliamento all’interno durante questo passaggio. Una volta che è il lavandino si sarà completamente svuotato, strizza delicatamente l’indumento, rimuovendo l’acqua in eccesso. Infine appendilo al sole. Non risciacquarlo con acqua pulita.

Per capi scoloriti

Terminiamo l’articolo su come rimediare agli errori di bucato parlando dei capi scoloriti, un problema che tutti noi almeno una volta nella vita ci siamo trovati a dover fronteggiare. Per fissare i colori dei tessuti scoloriti è necessario utilizzare l’aceto di vino bianco, ad ogni lavaggio. Quindi, quando fai la lavatrice, ricordati di inserire nella vaschetta 100 ml di aceto oltre ai consueti detersivi per il lavaggio.

Olio di palma fa davvero male? 3 considerazioni

Olio di palma fa davvero male? 3 considerazioni

L’olio di palma è un amico o un nemico della nostra salute? Ecco cosa è bene sapere.

L’olio di palma è un ingrediente comune a molti elementi trasformati come alcuni biscotti, pasticcini, salse, creme, gelati, snack e così via. In tempi recenti non ha ottenuto una buona nomina, nel senso che sono circolati messaggi che associano questo grasso a problemi di salute.

In particolare, si è fatto un gran parlare del suo alto contenuto di acidi grassi saturi e della sua lavorazione industriale. Alcuni ipermercati hanno persino preso in considerazione la rimozione di tutti i prodotti contenenti l’olio di palma. Logicamente, c’è una certa preoccupazione tra i consumatori che si domandando sempre di più se davvero l’olio di palma è dannoso per la salute. Proviamo a capirlo insieme nei passaggi successivi.

L’olio di palma fa male: 3 considerazioni

Ecco tre considerazioni ottenute in seguito a ricerche di articoli riguardanti una presunta dannosità dell’olio di palma​.

1.  Non è più dannoso degli altri grassi

La verità è che mancano studi sufficienti. Non esistono test ad affermare che l’olio di palma aumenta o meno il rischio di mortalità precoce o di soffrire di alcune malattie. Pertanto, affermare che l’olio di palma fa male o che è più dannoso di altri grassi di uso alimentare è sicuramente al momento un’affermazione senza riscontri scientifici provati.

2. Contiene meno grassi saturi di altri oli

Il contenuto di grassi saturi presenti nell’olio di palma  è pari al 50%. In relazione ad altri oli questo dato è inferiore. L’olio di cocco ne contiene il 92%, la margarina il 66% e il burro il 54%. Ovviamente, non stiamo dicendo che l’olio di palma fa bene alla salute. Per mantenere una dieta equilibrata, si raccomanda che delle calorie ingerite nella dieta, i grassi non siano più del 35% e i grassi saturi non più dell’11%. Detto questo è ovviamente consigliabile ridurne l’uso quanto più possibile, come per gli altri oli.

3. Apporta benefici all’organismo

Eh sì, anche l’olio di palma ha i suoi benefici per la salute. In particolare, è un’ottima fonte di vitamina E, oltre a contenere antiossidanti come carotenoidi e tocotrienoli che possono fornire protezione contro alcuni tipi di cancro.

Sulla base di queste considerazioni a voi la scelta se utilizzare o no olio di palma o prodotti che lo contengono!                       

Botox: nuovo alleato della sessualità maschile

È ormai assodato che sempre più uomini ricorrono al Botox e a confermarlo sono proprio i dati, che negli ultimi anni ci mostrano un’inversione di tendenza. I maschi che si rivolgono ai centri specializzati per eseguire trattamenti col Botox superano di gran lunga il sesso femminile. I numeri a riguardo ci dicono che le donne che richiedono trattamenti di medicina estetica sono il 74% contro l’85% degli uomini, numero che sembra destinato a crescere visti i numerosi benefici dimostrati dall’uso di Botox come “booster” della vita sessuale. Di questi recenti studi e possibili applicazioni nel prossimo futuro ne parliamo con il Dott. Nicola Macchione, urologo dell’ospedale San Paolo di Milano.

Courtesy of Nicola Macchione

Di cosa parliamo esattamente quando usiamo il termine botox?

Per Botox intendiamo la forma commerciale e purificata della neurotossina A del “clostridium botulinum”, germe appartenente alla famiglia del tetano, gram + e che produce spore. È la proteina più tossica ad oggi conosciuta, con una dose letale molto bassa, ma per fortuna termolabile (si distrugge con il calore).

Data la sua tossicità, come mai la si usa in medicina?

Il meccanismo d’azione che viene sfruttato in medicina é la capacità di tale tossina di causare una paralisi muscolare. La tossina botulinica, agisce a livello della giunzione neuro-muscolare (dove nervo e muscolo si connettono) inibendo il rilascio da parte della terminazione nervosa di acetilcolina, un “messaggero” del nervo che dice al muscolo di contrarsi. Questo determina un “rilassamento” delle fibre muscolari, e quindi la scomparsa delle famose rughe.

Oltre alle rughe, sembra che il botox sia un vero e proprio aiuto anche per migliorare la vita sessuale di noi uomini, è così?

Come spesso accade in medicina, una molecola trova quasi sempre più campi di applicazione, infatti si cerca di sfruttare il suo meccanismo d’azione in tutte quelle condizioni in cui una riduzione della contrazione delle fibre muscolari può tornare utile. Sono tanti gli studi eseguiti per dimostrare l’azione del Botox, quando usato per i genitali maschili.

Raccontaci nel dettaglio..

Uno dei campi in cui sembra essere di particolare beneficio é quando utilizzato per il trattamento dell’eiaculazione precoce. Infatti in un recente studio, eseguito su un campione di 70 pazienti, eseguendo un trattamento iniettivo con la tossina botulinica a livello dei muscoli bulbospongiosi (responsabili del riflesso eiaculatorio) questi ottenevano un aumento dei tempi di eiaculazione ( IELT – tempo di latenza eiaculatoria intravaginale). Tali dati sono apparsi subito incoraggianti tanto che altri studi simili sono in corso per offrire un ulteriore opzione terapeutica per il trattamento dell’eiaculazione precoce.

E per quanto riguarda il deficit erettivo?

Anche in questo caso é ormai dimostrato in diversi studi l’efficacia dell’uso del botox nel deficit erettivo. Il razionale di tale utilizzo sta nel fatto che il “rilascio” delle fibre muscolari lisce del tessuto dei corpi cavernosi causa un aumento dell’ apporto di sangue al pene, migliorando così la qualità dell’erezione. Nel prossimo futuro potrebbe rappresentare un’ulteriore linea terapeutica per la disfunzione erettile.

In quali altri frangenti si può utilizzare il botox?

Ad esempio nelle problematiche che affliggono lo scroto. Più noto come “scrotox”, si tratta di un trattamento chirurgico che prevede l’iniezione della tossina botulinica a livello del muscolo responsabile della contrazione testicolare, ovvero il cremastere. La prima esperienza clinica, che diede il via a questo trattamento risale al 2011, quando tale procedura venne eseguita in un ragazzo affetto da dolori testicolari , non responsivi ad altre terapie, legati all’ipercontrazione del cremastere. Da allora, oltre che per motivi funzionali, tale trattamento viene eseguito anche per motivi “estetici”, per ridurre il tono del cremastere, e permettere ai testicoli di non risalire nella cavità addominale. La ragione estetica sta nel fatto che tale condizione determina un apparente aumento di volume scrotale. Un effetto analogo lo si ottiene anche per il pene.

In quale modo questo trattamento può migliorare le dimensioni del pene?

In realtà si tratta di una condizione analoga, ma si agisce su di un sito differente. In un recente studio infatti é stato dimostrato, che iniettando botox a livello della fascia dartoica peniena (fascia sottocutanea fibromuscolare che avvolge il pene) si riduce il livello di retrazione peniena in stato di flaccidità. Questo, determina un apparente aumento di dimensioni dell’organo nello stato di riposo. Esistono infatti situazioni (stress, freddo, esercizio fisico) dove il riflesso di retrazione peniena é molto spiccato, determinando una erronea percezione delle dimensioni del pene e quindi discomfort. Pertanto tale procedura é di particolare interesse per tutti quei pazienti che soffrono da “sindrome dello spogliatoio”.

L’effetto è temporaneo? Ci sono controindicazioni particolari?

Si, l’attività della tossina botulinica a livello della giunzione neuromuscolare è reversibile. Gli effetti da Botox, sono limitati nel tempo. Dipendono dalla dose e dal sito di iniezione mentre gli effetti collaterali riportati in tutti gli studi sono pochi e rari. Sono tutte operazioni ambulatoriali, quindi non prevedono un ricovero. Dopo il trattamento non bisogna osservare particolari precauzioni.

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La mini guida su Roma


Roma è la città delle quattro stagioni, piace sempre, e anche se mormora di voci, i riflessi delle ombre sulla maestosa Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona regala un religioso silenzio interiore, dove poterci vedere tutti gli occhi che l’hanno attraversata nel corso della storia romana. 


Roma è un uomo semplice dall’abito distinto ed elegante, i musei ed i palazzi che l’attraversano parlano da sé, a volte nostalgici, a volte acciaccati dal tempo, ma conservando sempre una qualche virile dignità. 
Per poter guardare dentro Roma si ha bisogno di mille occhi e molto cuore; la linea retta che collega il proprio sguardo allo spazio deve salire su fino al cielo, dove solenni colonne si ergono a formare quelle che un tempo furono dimore di imperatori romani. Più ci si apre, più Roma regala bellezza, ma anche per chi ha poco tempo, così da prenderla a pizzichi e bocconi, Roma regala delle piccole chicche dove fare tappa per una due giorni full immersion. 




Museo MAXXI – Museo Nazionale delle arti del XXI secolo

Della materia spirituale dell’arte” è la collettiva presente al MAXXI, Museo Nazionale delle arti del XXI secolo, cui partecipano diciannove artisti di fama internazionale chiamati a raccontare il tema dello spirituale attraverso il loro sguardo contemporaneo. Yoko Ono, tra questi, risponde con un progetto in cui spiritualità è condivisione e ci chiede di creare con lei l’opera, una ricerca comune, con risposte e cammini diversi.

La ricerca della spiritualità è una riflessione a lungo percorsa nella storia dell’arte, che ha quasi sempre visto il tentativo di rappresentare il non rappresentabile attraverso l’astrazione dell’arte; Yoko Ono invece mette in gioco l’elemento materiale, chiede di trasformare un pensiero, un sogno, una parola, in qualcosa di visibile, e allora lo spazio bianco prende forma, si fa vivo, e per farlo abbiamo a disposizione colori e pennelli e tutta la nostra creatività.

La mostra è visitabile fino al 15 marzo 2020



Palazzo Barberini

Palazzo Barberini è sito in via Quattro Fontane e ospita l’importante Galleria Nazionale d’Arte Antica dove sono custoditi, insieme a Palazzo Corsini, i più grandi capolavori dell’arte pittorica. Fino al 1949 il palazzo fu dimora storica della famiglia Barberini per poi essere venduta allo Stato Italiano; la celebre scala elicoidale opera di Borromini collega i piani dell’attuale museo dove al piano nobile si estende il famoso affresco realizzato tra la fine del 1632 e il 1639 da Pietro da Cortona, il “Trionfo della Divina Provvidenza”. 400 metri quadri di soffitto con un vortice di figure , elementi naturali e architettonici che coinvolge lo spettatore in una straordinaria avventura visiva ed emozionale. Il tema fu elaborato dal poeta di corte Francesco Bracciolini da Pistoia sotto il pontificato di Urbano VIII, e tendeva ad esaltare il Papa, la sua famiglia e la Chiesa.

Nelle prime sale ci da’ il benvenuto un “Nudo femminile di schiena” di Pierre Subleyras (1740 cca); non ci è dato sapere il nome del soggetto, né possiamo riconoscerlo o intuirlo, come spesso accadeva dagli abiti, dagli orpelli, dai simboli o dalle iconografie; l’identità è un mistero ma la presenza di questa donna, nella completa nudità del corpo, si fa sentire ed anticipa di un secolo l’imbarazzo che un altro francese, il pittore Eduard Manet, provocherà con più scalpore con il ritratto di Olympia.

Nel salone dedicato al Caravaggio sono conservate tre opere fondamentali del grande artista: Giuditta taglia la testa a Oloferne, Narciso e San Francesco. La prima, 1600 cca, raffigura l’uccisione del generale assiro Oloferne per mano di Giuditta, così come narrata nell’Antico Testamento tra i testi Deuterocanonici (Giuditta, 13,9-10). Per chi non conoscesse la storia, Giuditta è una giovane vedova ebrea che vive a Betulia, città assaltata dalle truppe degli Assiri, guidati da Oloferne. Per salvare il proprio paese Giuditta decide con coraggio di sedurre l’uomo per poi ucciderlo in un momento di debolezza, mentre ubriaco si addormenta, decapitandolo. Nel dipinto Caravaggio descrive perfettamente i tratti che animano l’eroina, stessa enfasi che spinge il pennello a disegnare la paura negli occhi di Oloferne. Sullo sfondo della scena un drappo di un rosso fiammante accentua la teatralità del gesto, amplifica il sensazionalismo di un attacco a sorpresa, oggetto che Caravaggio userà spesso in altre sue opere.

Giuditta e Oloferne, Caravaggio 1600 cca

Identica scena vista dalla mano di Francesco Furini (Giuditta e Oloferne 1630-1635), con l’aggiunta di dettagli ambigui e sensuali, incorniciati sotto una tenda in piena notte, come la gamba nuda di Giuditta e il piede che indica in basso i sandali slacciati, come recita il testo biblico: “i suoi sandali rapirono gli occhi di Oloferne” e con queste armi il conquistatore fu conquistato.

Il secondo piano del palazzo ospita dal 2011 alcune opere del frivolo ‘700 , come “La piccola giardiniera” di Francois Boucher e “Fanciulla che esce dal letto” di Jean Frédéric Schall.



Madeleine, Via Monte Santo, 64

Madeleine è un bistrot in stile belle époque sito nel quartiere Prati di Roma; a pronunciarlo viene subito in mente quel dolce francese assaporato da Proust che lo riportò a memorie involontarie. Ma non solo madeleine, il locale accoglie gli ospiti dalla prima colazione alla cena, si comincia con un pain au chocolat, crostate, Saint Honorè, macarons allo zafferano, cassis e pistacchio, tarte citron meringuée, millefoglie con chantilly e frutti di bosco, e si passa all’arte della mixology con un cinquieme arrondissement fatto di gin, sambuco, lime, simple syrup e vino rosso, per concludere con un rollè di coniglio farcito, funghi, parmigiano e puntarelle. 
Alle pareti non potevano mancare i ritratti del grande scrittore che li ha ispirati, Proust per l’appunto, e una collezione di teiere che farebbero impazzire Csaba dalla Zorza. Al piano inferiore carta da parati in stile chinoiserie, e le collezioni di farfalle, utili come scusa per invitare a cena una gentil dama. 

Madeleine, Roma



PACIFICO Ristorante

A Palazzo Dama, uno degli hotel 5 stelle della capitale, ha aperto il secondo “Pacifico”, ristorante con cucina peruviana-nikkei, dopo il successo del primo spazio milanese. 
Jaime Pesaque, Corporate Chef di PACIFICO, è considerato tra i migliori chef Peruviani al Mondo, ed è l’ideatore del ricco e prelibato menu definito “la massima espressione della cucina Nikkei in Italia”, dominato da ceviche, tiradito rivisitati, tacos e anticuchos, crudi italo-giapponesi e una ampia selezione di Dim Sum accompagnati da salse peruviane.

Dell’oceano, come elemento di unione tra i paesi, ha preso il colore blu intenso dei drappeggi e delle poltrone; i grandi chandelier illuminano le sale con una luce perfetta per una cena tête-à-tête, soffusa e calda, così dev’essere; i tavolini in vetro laccato, i dettagli in ottone, maestose palme e l’affaccio alla piscina circondata da un giardino fruttato, conferiscono al locale un’aria elegante ed esotica.
Fino a tarda sera, per gli animali notturni, il bar di Palazzo Dama diventa Pisco Bar, dove poter gustare l’omonimo cocktail a passi di danza.




Hotel Lord Byron, via Giuseppe De Notaris, 5


Antica dimora patrizia nell’elegante quartiere Parioli, l’Hotel 5 stelle Lord Byron è il luogo più esclusivo e riservato dove poter alloggiare durante il vostro soggiorno nella capitale. 

Vicino alla splendida Villa Borghese e a pochi minuti da Piazza del Popolo, questa storica villa in stile Art Deco’ offre il servizio impeccabile e discreto di una struttura alberghiera e l’accoglienza calda e premurosa di una casa privata. 

Qui un tempo alloggiavano gli illustri personaggi dell’aristocrazia, oggi, in gran segreto, si riuniscono nelle sale del ristorante politici, attori e il jet set del cinema italiano e internazionale. 


Suite, lounge, spazi comuni, sono legati da un comune denominatore: la donna. Deliziosi ritratti femminili accompagnano le sale del Lord Byron in una marcia che è un inno alla donna. Sono donne in abiti dalla fattezza elegante e ricercata, con leziosi cappellini ed abiti anni ’30; passano tutte le età della vita, non ci è dato sapere la loro identità, ma sappiamo che tra queste si cela il volto della proprietaria, che di tanto in tanto si aggira tra le mura della villa, in incognita. 


La Panoramic Suite offre una meravigliosa vista sul parco di Villa Borghese; è arredata in stile Art Deco’ inizi ‘900 con pregiati mobili in mogano e palissandro, bagni in marmo, un set di cortesia completo per corpo e capelli di Etro, tessuti pregiati per la biancheria da letto ed è illuminata a giorno. Un ricco portafrutta in vetro vi accoglie nella camera, strabordante come una scintillante natura morta caravaggesca. 

Jerry Thomas, speakeasy

Una porta in legno scura vi aspetta segretamente per essere aperta, per poterlo fare avrete bisogno di una password che troverete sul sito del locale (nascosta ovviamente), varcata la soglia, dopo averla pronunciata sottovoce, vi attendono gli anni ’30 in pieno Proibizionismo, quando l’alcool viene messo al bando. Qui esiste una sola regola: bere bene. Il Jerry Thomas è infatti il primo “speakeasy” italiano che rientra nella classifica dei “50 World Best Bar”; prende il nome dal più grande barista statunitense che, grazie al suo spirito creativo, è stato soprannominato “il padre dell’arte di miscelare i cocktail”.
Mixology è la laurea dei componenti di questo “secret bar”, un’oasi di pace ed estasi dove poter chiedere lo scenico “Blue Blazer”, un preparato dello storico Professore a base di whisky scozzese e acqua bollente, l’icona dei drink, il re assoluto, un arcobaleno infuocato che passa da un boccale all’altro cinque volte per essere ben mescolato, una perfetta dose di esercizio e spettacolarizzazione. 

Jerry Thomas non è un semplice locale, è un’esperienza da vivere, si viene accolti con un mini calice di champagne con due gocce di bitter al bergamotto e ci si sente subito coccolati; non è un caso trovare al bancone chef stellati che si rifocillano con un cocktail Martinez e fedeli compañeros che tornano per “il solito”. La clientela è internazionale, conversa a bassavoce; il personale è preparato e parla cinque lingue, consiglio vivamente una serata al bancone per chi è interessato al magico mondo della mixology; a degustare un piatto senza sapere cosa si sta mangiando si gode solo a metà.

La luce è soffusa e accompagnata da quella calda delle candele; alle pareti rosse, i ritratti dei più grandi gangster della storia; il famoso “Vermouth del Professore” si deve proprio ai fondatori del locale, il primo prodotto di una lunga serie, frutto di un laboratorio creativo tra il marchio e le distillerie Quaglia. Jerry Thomas è il posto ideale per ribaltare le sorti di una serata! 



Foto e testo @ Miriam De Nicolo’

Pharmapower, il wellness brand italiano per uno stile di vita sano

 “Abbi cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere”. Questa celebre citazione è il punto di partenza di PharmaPower, brand italiano fondato nel 2017 nel campo del wellness food e supplement di prima qualità che nasce con l’obiettivo di promuove uno stile di vita sano, felice e sostenibile grazie a soluzioni scientificamente avanzate e interamente Made in Italy. 

L’offerta di prodotto è davvero ampia e ci accompagna durante tutto l’arco della giornata, sia per chi ama fare sport e necessita di un’integrazione per migliorare le proprie performance, ma anche per coloro che prediligono una daily routine all’insegna del benessere.

Tutti i prodotti sono privi di zuccheri e glutine e nascono con l’ambizioso obiettivo di dimostrare che mangiare bene può voler significare non dover rinunciare a nulla. Tra le diverse proposte troviamo farine e fiocchi dalla migliore avena sul mercato, disponibili in una gamma organolettica unica in aromi e sapori, capaci di soddisfare tutti i gusti.

Creme spalmabili, caratterizzate da materie prime di origine 100% italiana come, solo per citarne alcune, la nocciola del Piemonte e la massa di cacao della migliore qualità.

Healthy Snack invece è lo spuntino senza sensi di colpa. Il connubio tra la migliore maestria dolciaria artigiana italiana e i più recenti studi di tecnologia alimentare hanno sviluppato un prodotto per una pausa sana, nutriente e leggera. Sicuramente da provare!

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Editorial: a good boy

Ph : Davide Carson @davidecarson

Stylist: Thibaud Romain @thibaud.romain

MakeUp-Hair : Eloise Bourges @eloisebourges_

Casting: Giulia Masini @giuliamasinimortani

Model: Tristan Zanchi @Metropolitan_mmanagement @tristanzanchi

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Festa della donna: le idee beauty per lei

Quale occasione migliore dell’8 marzo, la Festa della Donna, per regalare una delle novità beauty del momento? Tra prodotti per capelli, skincare e phon di ultima generazione, con le proposte in questa gallery non potete sbagliare!

 

Davines Alchemic

Efficaci sui capelli biondi o precedentemente schiariti, gli Alchemic creative conditioner possono essere utilizzati da soli oppure mixati con gli altri conditioner della linea Alchemic per creare inediti effetti colorati sui capelli. Un’ulteriore possibilità è miscelarli a conditioner neutri per un colore più diluito.

La Biosthétique

Detergente delicato con il complesso protettivo del colore per  capelli decolorati, colorati e biondi naturali con riflessi freddi . Questo shampoo senza solfati con la sua formula anti-giallo è creato appositamente per tonalità bionde fredde e capelli decolorati. 

Shiseido White Lucent Illuminating Micro-Spot Serum

Un siero illuminante anti-macchia che agisce su Outer and Inner Melanin Zone, le due zone identificate dal brand giapponese come quelle con maggior concentrazione di melanina, per minimizzare rapidamente la visibilità di macchie brune, aspetto spento e tono cutaneo disomogeneo.

La Mer The Eye Concentrate

Una formula più efficace e concentrata che trasforma e  protegge la zona delicata del contorno occhi. Trattamento avanzato e concentrato che riduce l’aspetto delle occhiaie, leviga e attenua linee e rughe e aiuta a prevenire l’insorgenza di danni visibili futuri.

Too Faced Hangover Pillow Cream

Crema idratante che reidrata la pelle grazie alla formula Dream Complex™, una combinazione di minerali, acqua di cocco, alghe, burro di semi di mango, olio di avocado, Vitamina B e altri ingredienti nutrienti.

Clarins Lip Comfort Oil Intense

8 tonalità ultra pigmentate ad effetto specchio: una formula-trattamento arricchita con olio di ossicocco americano bio, dal potere idratante, che diffonde la luce per una brillantezza unica.

Maria Galland Paris Poudre Bronzante Sublimatrice

Polvere abbronzante di bellezza che produce un’abbronzatura naturale, donando una luminosità istantanea ed un’idratazione attiva grazie al l ’acido ialuronico incapsulato. Per un colorito diffuso da applicare su viso e décolleté.

Pixy collagen Lip Gloss

Il primo gloss labbra a base di Collagene d’Acaciapeptidi e Vitamina E, volumizza e idrata le labbra lasciandole morbide e setose con un finish lievemente glossato.

Ferragamo Signorina In Fiore 

La fragranza rende omaggio all’animo romantico e gioioso delle giovani donne. Allo spuntare di una splendida primavera, ogni Signorina accoglie la stagione dei fiori svelando il suo lato più romantico. Il bouquet fruttato e floreale lascia dietro di sé una scia di soffice muschio bianco e cremoso legno di sandalo.

Ghd Helios

Il suo flusso d’aria potente ma altamente concentrato viaggia a 120 km/h per velocizzare drasticamente la routine di styling. Il beccuccio sagomato facilita la distribuzione concentrata della temperatura e del flusso d’aria, offrendo un controllo preciso per un brushing davvero professionale.

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Best of Milano Moda Donna

Un percorso tra le novità abbigliamento e accessori per l’autunno-inverno 2020. Milano Moda Donna è anche l’occasione per vedere le novità dell’uomo che in alcuni casi viene presentato insieme alla donna. Abbiamo una serie di marchi per capire le prossime tendenze per l’autunno/inverno 2020.

MONCLER

Il piumino secondo Moncler può diventare protagonista di tante storie differenti. Lavorando soltanto con il rip-stop di nylon, un tessuto leggerissimo ma estremamente resistente, Craig Green si è focalizzato sui concetti di trasparenza, sicurezza e protezione, realizzando forme insolite e funzionali.

VERSACE

I primi look sulla passerella di Versace sono lineari, total black per lui e per lei, di insolito rigore. Dopo le prime uscite, la passerella si accende con il rosso pied-de-poule di blazer e giacconi. Il denim si sovrappone per esempio al tessuto tecnico trapuntato. L’ispirazione è sportiva, o meglio street style. Il finale è ancora tutto per il nero, intervallato dal denim.

PHILIPP PLEIN

La collezione autunno inverno 2020 di Philipp Plein include capi ricoperti di cristalli luccicanti, borchie punk, stampe leopardate, simboli del dollaro, borse multitasche con tracolla che duante lo show contenevano la nuova fragranza “No Limits” in una boccetta a forma di carta di credito.

BOTTEGA VENETA

I colori che caratterizzano principalmente la collezione sono il nero e il verde lime che spicca sugli accessori. Sfilano inoltre cartelle da uomo in nappa intrecciata, maxi tote rettangolari indossate a tracolla, pochette esagonali e una nuova versione di Hobo bag.

BENETTON

La storica expertise tecnica del brand di Treviso gioca ovviamente in prima linea: dalla maglieria – con inserimenti di lurex e jacquard ricamati – ai tessuti – con neoprene double-face, impermeabili stampati, morbida ecopelle – agli accessori, realizzati con estrema cura. Perché la Fall Winter 2020 di Benetton è davvero Fashion for Everybody: uno stile nomadico, libero, pieno di ibridazioni, da vivere e condividere. Per i cittadini e le cittadine di un mondo senza muri.

BALLY

Purezza della forma è il mantra per Bally che gioca su linee pulite, materiali naturali e toni neutri che riflettono l’impegno del brand a favore dell’ambiente. Non manca la passione per le innovazioni tecniche, in un continuo intreccio fra tradizione svizzera e visione moderna. Le linee morbide e le silhouette scolpite esprimono l’integrità e l’eterogeneità delle forme.  L’uomo Bally è consapevole dei propri obiettivi e ama esplorare. Il suo stile contemporaneo lo rende a proprio agio sia in città che in natura.

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ROBERTO CAVALLI

L’heritage è ancora l’ispirazione per il brand che ha fatto del pattern animalier il suo cavallo di battaglia che veste in modo seducente e sempre intrigante anche nel daywear. La collezione uomo, estremamente focalizzata e concisa, dà seguito alla riflessione sul concetto di uniforme con una forte identità personale. Per la stagione Autunno/Inverno, il mondo del classico sartoriale viene rivisitato attraverso uno spirito anticonformista e ironico.

ALEF

Alef, il marchio di borse fondato da Tiziano Colasante e Alessia Auriemma  ha scelto la settimana della moda milanese per inaugurare il suo primo monomarca, uno spazio di 70 mq su due livelli nel Quadrilatero, in via Borgospesso angolo via della Spiga, che diventa anche showroom direzionale. La collezione maschile invece realizza modelli in nappa, pelle martellata e introduce per la prima volta il nylon per soddisfare differenti occasioni d’uso e personalità.

CASHMERE FLAKES

Cashmere Flakes ha presenziato a Milano e in seguito a Parigi con capi specialissimi: giacche, cappotti, gonne e pantaloni in nylon imbottiti di “fiocco di cashmere” sono i protagonisti di alcune delle uscite di collezione più importante mentre cappotti e maglie in puro cashmere di Mongolia rappresentano una parte significativa delle collezioni.

HOGAN

Denominatore comune della collezione autunno-inverno di Hogan e’ un look essenziale e sartoriale abbinato ad accessori di grande classe e personalità.  Per l’uomo scopriamo  Hogan “interaction”, tratti leggeri e volumi ultra-light, neoprene termoformato. La sua eleganza contemporanea e’ un mix di heritage ed innovazione, un perfetto connubio tra gli iconici codici estetici del brand e quell’eleganza informale del vivere urbano.

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Intervista a Gianni D’Addario

Gianni D’Addario, pugliese, di Gravina, è il co protagonista di Checco Zalone nel suo ultimo film campione d’incassi “Tolo-Tolo”, dove il suo personaggio spicca per il suo inverosimile cinismo. Ma è davvero un attore poliedrico, infatti tra poco lo vedremo anche a teatro con Pirandello, e poi in estate al Festival di Napoli con uno spettacolo ispirato a “La grande abbuffata” di Marco Ferreri.

Ovviamente hai iniziato il percorso attoriale con dei concorsi di bellezza?

Si, ho fatto Miss Italia, Mr. Italia e non mi son fatto mancare i concorsi nei villaggi turistici, classificandomi anche piuttosto bene mettendo i capelli lunghi! Ovviamente Gianni sta al gioco, in quanto facciamo riferimento ai repentini cambi di parrucca che ha nel film, i quali, definiscono la crescita del personaggio.

Il tuo con Zalone è un sodalizio che si protrae da diversi anni, in quanto ti avevamo già visto in “Quo Vado”.

Tutto nasce da un amico in comune che abbiamo, ovvero Francesco Asselta, che è anche il mio autore teatrale, e per una serie di connection dopo una serata assurda finita con me senza benzina nel motorino, mi son ritrovato a fare un provino il giorno seguente. Sono risultato abbastanza simpatico e mi ha preso.

Com’è lavorare in un film di Zalone, di cui si sa già che incasserà tantissimo e ci saranno tantissime critiche che creano sempre una grande aspettativa.

Prima di tutto devo dire che la responsabilità che senti addosso è davvero tanta per me, quindi immagina per lui! La verità però è anche che ci divertiamo tantissimo, e siamo come un gruppo di amici che gira un film. In quest’ultimo in particolar modo, ha preso tantissimi attori dal teatro, quindi persone che conoscevo benissimo e con cui avevo già lavorato precedentemente.

In questo film in particolare le critiche hanno largamente fatto da trailer al film.

La situazione si spiega semplicemente con il fatto che quando un film viene visto praticamente da tutto il paese, stiamo parlando quasi di rito collettivo, dove ognuno ovviamente deve dire qualcosa per parteciparvi. Soprattutto quando si fa della satira che colpisce la coscienza delle persone, gli animi si scuotono facilmente.

Con la tua escalation del personaggio che da disoccupato diventa Presidente Europeo alla commissione dell’immigrazione, ti sei ispirato a Di Maio?

No, mi sono ispirato a quello che era scritto nella sceneggiatura (vedi Luigi Di Maio) alla fine è un modo di agire che vedo quotidianamente nelle persone.

Ora come ti vedono in Puglia, la tua terra, dopo questo successo.

Posso dire di essere un uomo libero, in quanto non mi riconosce nessuno, a parte quelli del mio paese che sanno che ho fatto il film, giro tranquillamente.

Progetti futuri imminenti?

Esco al cinema con un altro film che è un’opera prima di Marcello di Noto, che dovrebbe chiamarsi, se non cambiano il titolo, “L’amore non si sà”, ed al mio fianco ci sarà la mia amica Silvia D’Amico. Posso dire che il montaggio che ho già visto è davvero bellissimo, con delle immagini stupende, vediamo come si organizzerà la distribuzione ma in primavera dovrebbe essere nelle sale. Poi sarò a teatro con “Sei personaggi in cerca di autore” per la regia di Michele Sinisi. E poi sempre a teatro per il festival di Napoli faremo uno spettacolo tratto dal film del 73’ “La grande abbuffata” con Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, un vero cult della cinematografia mondiale.

Dimmi del tuo CV?

Beh, diciamo che agli esordi il mio CV era un vero fake, in quanto nonostante io ce la mettessi tutta, non riuscivo nemmeno a fare i provini. Quindi, diciamo che ho dato largo sfogo alla mia fantasia in quanto non avevo grandi scuole da inserire, sono diventato famoso proprio per le mie invenzioni di esperienze che non avevo avuto.

Il ricordo più bello dei tuoi esordi?

Sicuramente lo spettacolo su Giorgio Gaber che feci quando avevo ventotto anni, dove giravo con cinque musicisti su di un furgone Ducato scassatissimo, con delle sponde altissime sopra che ci aveva fatto un fabbro per gli strumenti.

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Cosa regalare alla festa del papà? Cinque consigli da seguire

La festa del papà è una celebrazione che onora il ruolo dei padri all’interno delle famiglie. È una festa relativamente moderna, anche se gli antichi romani avevano una tradizione di onorare i padri, ogni febbraio, ma solo quelli che erano deceduti. In tutto il mondo, la festa del papà viene celebrata in date diverse, nei paesi cattolici essa corrisponde al giorno della morte di San Giuseppe, il primo padre della Bibbia, il 19 marzo. Anche se le date possono variare, la giornata viene celebrata in modo simile in tutto il mondo, di solito comporta doni ai papà e attività familiari da svolgere durante la giornata. Vediamo insieme qualche idea regalo per rendere ancora più speciale questa giornata. 

Cosa regalare alla festa del papà? Sembra essere il dilemma di ogni anno per tutti i figli. Ma trovare il regalo perfetto non è un compito da poco, e ad ogni avvicinarsi di questa ricorrenza potresti trovare sempre più difficoltà nel trovare il regalo che gli piacerà davvero. Quest’anno proponiamo regali originali e alla moda grazie alla nostra selezione perfetta per tutti i gusti e tutte le tasche.

  1. L’orologio dal cuore green ed eco-responsabile

Sempre più uomini stanno ponendo la loro attenzione sulla questione climatica ed eco-responsabile. Se il tuo papà è dal cuore green, allora si divertirà a indossare l’orologio Citizen Promaster la cui tecnologia Citizen Eco Drive permette alla batteria di ricaricarsi da qualsiasi sorgente luminosa, quindi non dovrà mai essere cambiata, adatto dunque ai padri che stanno molto all’aria aperta e fanno sport. Due ore di esposizione al sole equivalgono a sei mesi di riserva di energia. Lo adoriamo! 

  1. Orologio solo tempo uomo Swatch Big Bold

Un orologio che si adatta perfettamente al classico stile per cui abbiamo imparato a conoscere ed amare il brand Swatch. L’estetica in silicone che li rende adattabili ad ogni polso e super colorati per un uomo che non ha paura di mettere in bella vista il proprio stile unico. Nella moderna versione Big Bold, l’estrosità dei colori tipici del marchio, cioè i fluo, sono neutralizzati dal fondo nero della referenza, su cui poggia il giallo sgargiante, per un regalo che di certo non peccherà di poca originalità. 

  1. Gioielli da uomo

Sempre più papà amano i gioielli. Se questo accessorio un tempo era garanzia per la Festa della Mamma, oggi è declinabile anche al maschile. Questo lo hanno capito bene i grandi marchi di gioielleria come Comete o Cesare Paciotti che hanno una vasta linea di referenze adatta ad ogni tipo di papà. 

  • I bracciali: Per un papà estroso e giovanile suggeriamo bracciali colorati o in fibra di caucciù; per i papà più classici la linea in acciaio rigidi e non di Cesare Paciotti. Per chi invece vuole donare al proprio papà un regalo indimenticabile, ci sono i bracciali tennis di Comete Gioielli, consigliatissimi soprattutto quelli in diamanti. Perché il diamante non è soltanto il migliore amico delle donne, anche degli uomini;
  • Un anello: come rinunciare al Sector Rude? Il fantastico chevalier – o anello da mignolo – della linea Sector? In acciaio inox. Il regalo perfetto per chi non ha un budget adatto per comprare un orologio, o per chi ha fatto un regalo importante già in un’occasione vicina. Chissà che un giorno vostro papà non vi chiederà di scegliere una parola in codice e la farà incidere al suo interno;
  • Portachiavi Hi Tech: per un papà super tecnologico il regalo perfetto è il portachiavi Hi Tech Zancan con chiavetta usb incorporata. In acciaio con la rosa dei venti incisa sopra, come a ricordare al proprio padre che con suo figlio nel cuore non potrà mai perdere la propria bussola e che ci sarà sempre un buon motivo per tornare a casa. Ma possibile valutare anche altri modelli, come Portachiavi Jordan 1 o modelli simili.

Italian Wedding Stars in Love

San Valentino, la festa che celebra l’amore in tutto il mondo, a volte può risultare invadente e troppo commerciale come celebrazione.

Il problema l’ha risolto Daniela Corti, fondatrice di Italian Wedding Stars, evento di eccellenza per il settore, creando un Gran Galà dinner super esclusivo a Villa Lina resort a Ronciglione nel cuore della Tuscia in provincia di Viterbo, con la collaborazione di Silvia Jacopini anche lei wedding planner.

Questa splendida dimora è di proprietà di Paola Igliori, poetessa, scrittrice, fotografa, saggista ed editrice.

È diventata residente a New York City dagli anni ’80, quando si è trasferita lì per la prima volta, fino al 2003, quando è tornata nel suo paese d’origine.

Infatti, l’arte e la cinematografia sono veramente parte integrante della famiglia, tanto è vero che nella splendida limonaia del giardino all’italiana vi ha girato l’ultimo spot Campari nientemeno che Paolo Sorrentino che a quanto pare ha occhio per “la grande bellezza”.

Quando si apre il cancello si scorge solo un’infinita salita che per l’occasione era costellata di candele, un effetto scenico davvero unico, al punto di avere l’impressione di non arrivare alla fine, ma poi ad accogliere gli ospiti vi erano da trampolieri a mentalisti, insomma il gioco dell’amore non si è fatto attendere troppo, culminando con gli immancabili fuochi d’artificio.

La Tuscia sta sempre più affermando una crescente attitudine nel destination wedding, potendo coinvolgere gli ospiti stranieri con una serie di attrattive culturali, storiche ed artistiche capaci di arricchire e rendere unici prestigiosi e selezionati matrimoni internazionali.

Photo credits: Melissa Fusari

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Minions 2: recensione e trailer nuovo cartone

I Minions sono usciti per la prima volta nel 2015 e da allora sono amati da “quasi” tutti. Sono creature speciali che lavorano per una sorta di padrone attraverso i vari secoli passando per avere come sovrano un faraone d’Egitto, Napoleone III e così via, purtroppo però il loro sovrano ogni volta muore in maniera accidentale per colpa loro.

Visto che nei secoli combinano sempre grossi guai alla fine l’unica soluzione sembra quella di rifugiarsi per sempre in una grotta sperduta. Qui siamo di fronte al racconto del primo Minions, ma cosa accadrà in Minions 2? Quali sono le recensioni ad oggi sul nuovo cartone?

Minions 2 trailer del nuovo cartone

Minions 2 è diretto da Kyle Balda, Brad Ableson con Pierre Coffin diretto da Universal Pictures ed è stato anticipato che arriverà in Italia al cinema il 27 agosto 2020. In America invece è previsto il lancio nelle sale il 3 Luglio 2020. Il titolo sembra essere Minions 2: The Rise of Gru che tradotto significa Minions 2 : L’ascesa di Gru.

Non è stato ancora detto molto sulla trama di questo nuovo film, ma sembrerebbe che vengano svelate le origini di Cattivissimo me, come Gru insomma sia diventato cattivo. Chissà che in questo nuovo cartone dei Minions sapremo di più su Gru e sui simpatici amici gialli, non solo troviamo anche un nuovo protagonista Otto, che si unisce a Bob, Kevin e Stuart. Chissà quale sarà il suo ruolo e come agirà in questo secondo film?! Non resta che correre nelle sale dei cinema, acquistando con anticipo i biglietti appena vi sarà la prevendita, siamo sicuri che andranno a ruba.

Il trailer dei Minions 2 è possibile visionarlo sul canale ufficiale della Universal Pictures o su canali come Film TV.

Il successo dei Minions

Ad oggi il primo film sui Minions è il terzo film d’animazione ad avere l’incasso più alto nella storia si parla di ben 1.16 miliardi di dollari, ma non solo la saga di Cattivissimo me ha incassato oltre 3.7 miliardi al box office mondiale.

Che dire i Minions hanno avuto un successo mondiale quasi senza procedenti parlando di un cartone dai personaggi bizzarri e “cattivi”.

Sulle recensioni dei Minions 2 non ve ne sono ancora, vuoi essere tu il primo a dare la tua? Guarda il trailer e scrivi nei commenti cosa nei pensi.