Yooxsoccercouture: una capsule esclusiva dedicata agli Europei di calcio

A partire dal 10 giugno, yoox schiera una squadra di designer d’eccezione per una capsule collection esclusiva a celebrazione dello sport più amato al mondo!
Lo store online di lifestyle leader nel mondo di moda, design e arte, in partnership con Sepp, offrirà a tutti gli appassionati di calcio una collection esclusiva composta da dieci felpe e t-shirt unisex.
Alcuni tra i designer più amati al mondo scendono in campo con yoox.com, divertendosi a reinterpretare, attraverso stampe e combinazioni di linee e colori unici, le maglie delle proprie nazionali di appartenenza, che si contenderanno il titolo di campione europeo: da J.W.Anderson a Dries Van Noten, da Paul Smith a Peter Pilotto, solo per citarne alcuni.
Scoprite online le divertenti e iconiche felpe della capsule e che il match abbia inizio!

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Salvatore Ferragamo presenta la nuova fragranza maschile UOMO

Nell’elegante Giardino di Boboli, in una magica atmosfera fra querce secolari, sculture e fontane, Salvatore Ferragamo ha presentato la sua nuova fragranza maschile: UOMO.

Scent of Life, tema e ispirazione del nuovo profumo, è un’attitudine, un modo di essere e di affrontare la vita riuscendo a coglierne il meglio, con un sorriso ironico e ottimista e uno sguardo attento allo stile e alla bellezza.

L’ospite d’onore della serata, Ben Barnes, attore e volto di UOMO Salvatore Ferragamo, ha letto un emozionante passaggio del romanzo “Il profumo” di Patrick Suskind, cui è seguita una suggestiva melodia composta dal Maestro Premio Oscar Nicola Piovani.

Il giorno seguente, a Palazzo Spini Feroni, sede dell’azienda nel cuore di Firenze, si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Scent of Life”: un dibattito aperto sullo stile di vita italiano cui hanno preso parte il Presidente del Gruppo Ferruccio Ferragamo, il volto del nuovo profumo, Ben Barnes, il regista della campagna di comunicazione, Francesco Carrozzini, e i nasi profumieri Alberto Morillas e Aurelien Guichard. Da New York, Daniel Libeskind, architetto e designer di fama internazionale, ha rivolto un saluto alla stampa e ha presentato “Florence Blossom”, l’installazione temporanea creata per l’occasione e collocata nella storica Piazza Santa Trinita.

“Capisci immediatamente quando stai provando il profumo giusto perché quando lo indossi sa di te e ti rappresenta” ha detto Barnes quando gli è stato chiesto come descriverebbe la sua fraganza ideale. “UOMO non è solo un nome accattivante ma una qualifica di valore: esserlo significa rimanere fedeli a se stessi. Tuffarsi nella vita con onestà e gratitudine”.

www.ferragamo.com

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Incontri fra arte e moda: la nuova collezione di Studiopretzel

Con Studiopretzel è stato finalista al prestigioso concorso “Who’s on next?”, mentre con la sua collaborazione con Berto Industria Tessile ha partecipato ai Global Deim Awards di Amsterdam. Il lavoro di Emiliano Laszlo, con il suo heritage made in Tuscany, ma anche fortemente legato all’estetica nipponica, è riconosciuto come uno dei più interessanti del nuovo Made in Italy. Durante la novantesima edizione di Pitti il designer ha presentato la nuova collezione per la P/E 2017, che vanta la collaborazione con il duo Pattern Nostrum, che porta colore sul design essenziale di Laszlo. Il binomio arte e moda si arrichisce così di un capitolo nuovo, molto stimolante.
Abbiamo incontrato Emiliano Laszlo a Firenze per una chiacchierata sul suo Studiopretzel.

Come è nata la tua collaborazione con Berto e come si è sviluppata?

La collaborazione con Berto Industria Tessile è nata dopo la sfilata durante la Mercedes Benz Fashion Week di Zurigo. Avevo inserito alcuni loro tessuti (che già usavo da un paio di stagioni) in collezione ed è piaciuta, diciamo, la mia interpretazione. Sono così entrato a far parte del progetto #berto4youngtalents e sono diventato ambassador dell’azienda. Nel novembre 2015 abbiamo partecipato insieme, con una collezione ad hoc, ai Global Denim Awards di Amsterdam, vincendo il premio come ‘BEST FABRIC’.

Come è nato invece l’incontro con Pattern Nostrum?
Con Pattern Nostrum ci conoscevamo già da qualche anno, anche per motivi di vicinanza territoriale, Firenze e Prato, ma non eravamo riusciti ancora a trovare un modo per lavorare insieme. Questa stagione, dopo alcuni incontri preliminari per capire le rispettive esigenze, ci siamo riusciti.

Ci racconti l’ultima collezione?
La collezione trae spunto proprio dal rapporto che c’è tra arte e riproduzione della stessa. Il lavoro di Pattern Nostrum è interessante perché parte dalla mano e dal pennello, per poi arrivare ad una digitalizzazione dell’arte. Questa era l’aspetto a cui tenevo di più, cioè mantenere l’aspetto più artistico del processo creativo, facendo in modo che il tessuto sembrasse dipinto direttamente, focalizzando l’attenzione sul grande formato, come se il capo fosse la tela e diventasse un quadro.

Come è cambiata la linea in questi anni?
Studiopretzel in realtà non cambia. Si trasforma, stagione dopo stagione, creando dei ‘sotto-moduli’ che ne mantengono inalterata la coerenza, ma che aggiungono dettagli importanti, maturati grazie a conoscenze acquisite sul campo.

A distanza di qualche stagione dal lancio della linea e poi dalla tua partecipazione a “Who’s on next?” come valuti questo nuovo gruppo di designer che si è affacciato sulla scena? C’è effettivamente un nuovo made in Italy?
Il ‘nuovo gruppo di designer’ ha raggiunto, in questi ultimi anni, un numero esponenziale di cui è difficile tenere di conto. Va tenuto presente che, come in tutti i campi lavorativi, ma soprattutto nell’ambito creativo, si assiste ad un sovrappopolamento che toglie attenzione verso il nuovo: troppi nomi, troppe collezioni, troppi talenti. Ci vorrebbe un’intera fashion week dedicata solo ai nuovi designer italiani.

Progetti a cui stai lavorando?
Per quanto riguarda i prossimi mesi, il lavoro si muove nella direzione di un consolidamento del brand su nuovi mercati come quello giapponese e americano.

www.studiopretzel.com

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La suite 321-322 dell’Hôtel de Paris “veste” Maserati

Dal 1° luglio al 30 settembre, la leggendaria Suite 321-322 dell’Hotel de Paris celebra l’eleganza di Maserati, interpretata dal design di Ludovica e Roberto Palomba, stelle in ascesa dell’architettura d’interni italiana, per offrire agli ospiti un’inedita e prestigiosa esperienza a Monte Carlo.
Situata al terzo piano del mitico hotel monegasco, con l’immancabile vista su Monte-Carlo e sul Mediterraneo, la Pop-Up Suite Maserati esprime eleganza in ogni sua caratteristica, dai colori, con la predominanza dei toni dei grigi, ai materiali preziosi; Minimalismo assoluto è la parola chiave a cui si uniscono la purezza delle linee, il carattere di Maserati e l’eccellenza del servizio firmato Hôtel de Paris.
Per celebrare questo connubio d’eccellenza, gli ospiti possono usufruire di una proposta speciale che unisce sport e stile:

• 1 notte all’Hôtel de Paris, con pernottamento e prima colazione
• Il trasferimento in Maserati da e all’aereoporto di Nizza
• L’utilizzo di una Maserati GranCabrio durante il soggiorno a Monte-Carlo
• Un cocktail accompagnato dalle specialità di Modena e dallo Champagne Laurent Perrier Cuvée Rosé
• Un trattamento di Crioterapia alle Thermes Marins Monte-Carlo per prenotazioni di almeno 3 notti
• Per le prenotazioni l’1 e il 2 luglio, in aggiunta anche l’esclusiva opportunità di provare la Maserati Maxi Trimaran, assistiti dal team Maserati, come un vero pilota di Formula 1.

montecarlosbm.com

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LE NOTE FOLK DELLA COLLEZIONE PRIMAVERA ESTATE 2017 FIRMATA LOEWE

La collezione uomo Primavera Estate 2017 firmata LOEWE è stata presentata venerdì 24 giugno nello showroom di Place Saint Sulpice a Parigi che per l’occasione si è trasformato in un luogo dall’atmosfera avvolgente e dark che rievoca un tramonto dalle sfumature oro con il pavimento di piastrelle nere smaltate che da l’impressione di camminare su acque illuminate dalla luna. Il clima coinvolgente ha fatto da cornice ad una collezione all’insegna dell’interpretazione dei classici, come il jeans o la camicia a quadri, incentrata sull’artigianalità e sull’immaginazione, infallibile connubio per ottenere un capo unico ed inimitabile da uno semplice e tradizionale. Le isole Baleari sono il luogo che ha rappresentato per J.W.Anderson, direttore creativo della maison, un punto di partenza per l’ispirazione della nuova era LOEWE, la collezione vuole infatti essere la conclusione di un lungo viaggio attraverso le stagioni precedenti immaginando, attraverso tessuti organici tinti, come il lino, e silhouette morbide un poco bohémien, l’avventura di due giovani dispersi nella natura, una sorta di pescatori contemporanei con una “navigazione” stilistica dai tratti hippy-sofisticati.
Decorazioni e gioielli maxi shape, in legno naturale e sughero dal gusto folk rivisitato ci suggeriscono l’intento di creare uno stile dalle sfumature giocose, dove il cucchiaio è trasformato in una collana talismano, le borse sono realizzate in soffice nappa, mentre la giacca traspirante e idrorepellente rappresenta la parte più tecnologicamente avanzata della selezione dei materiali. I pezzi forti che completano la collezione sono gli accessori, e questa stagione LOEWE presenta: la T bucket bag dalla parte superiore intrecciata; due nuovi zaini, i sandali al polpaccio color oro e mocassini marroni o neri in pregiato coccodrillo.

http://www.loewe.com

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Eastpack presenta la nuova collaborazione con House of Hackney

Per la seconda volta Eastpak si unisce ad House of Hackney e propone una collezione che unisce l’essenza del lusso britannico con l’inimitabile funzionalità Eastpak, aggiungendo allo stesso tempo un tocco contemporaneo.
Ogni prodotto di questa collezione in edizione limitata racconta una storia. Le fantasie sono fornite dalla William Morris Gallery e i tessuti sono prodotti in Inghilterra da House of Hackney, rendendo ogni stampa un omaggio alla tradizione del design britannico. Le finiture in velluto, di altissina qualità, e i dettagli in pelle sia monocolore che stampati sulla base e sugli spallacci, danno il tocco finale a delle creazioni uniche che esprimono stile, qualità e classe in ogni cucitura.
I prodotti della Main Collection, inoltre, hanno anche un fondo di pelle, che li rende resistenti oltre che eleganti.

www.eastpak.com

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Wrangler Active Ready: una linea di jeans davvero unica

Leader nella denim innovation, Wrangler Active Ready propone una gamma di jogging jeans dallo stile unico, realizzati con tessuti tecnologici innovativi per aumentare il comfort e facilitare i movimenti.
Con uno stile super casual, alla moda, i jogging jeans di Wrangler presentano tutte le caratteristiche del denim inserendo la coulisse in vita o mantenendo le classiche five pocket, e sono disponibili in un’ampia varietà di lavaggi sia nella collezione uomo che per la donna.

www.wrangler.it

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ESTATE, VACANZE & JOTT!

JOTT, il brand francese fondato a Marsiglia nel 2010 specializzato nella produzione di giacche ultra leggere, ci trasporta nelle spiagge della California e della Costa Azzurra per una collezione active sport composta di shorts, piumini, k-way, polo e t-shirt dai mille colori estivi. Skate, murales, mare e surf, il mood ideale per sfoggiare gli outfit più sportivi nelle calde giornate della stagione.
JOTT é un brand popolare in tutto il mondo per la più ampia scelta colori delle sue down jacket. Leader in Francia da diversi anni, é presente anche in selezionati store italiani con le sue collezioni Uomo, Donna e Kids.

www.jott.fr

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È Online il nuovo fine jewelery E-SHOP by Federico Primiceri

Federico Primiceri vi invita a scoprire il nuovo store online www.federicoprimiceri.com con una selezione della unconvetional fine jewellery del brand, dedicata a chi ama uno stile ricercato, con una sofisticata passione per il gioiello dal design unico e per l’arte orafa contemporanea, riconoscibile per singolare eleganza e magnetica trasgressione.
I gioielli selezionati per il nuovo e-shop del brand fanno parte delle collezioni for Women & for Men : LEVEL 256 Collection e MAN Collection by Federico Primiceri.
La Man Collection del designer pugliese, realizzaa nel suo laboratorio showroom-luxury gallery di Lecce, è caratterizzata da anelli in argento 925 che si sviluppano in un design geometrico e architettonico che incontra la preziosità dei diamanti, rubini grezzi, diamanti neri e lapislazzuli. Ogni anello diventa simbolo di forte personalità ed eleganza, di audacia e trasgressione allo stesso tempo.
Anche il fermacravatta ritorna con un linguaggio del tutto nuovo: un accessorio/ gioiello stravagante ed attraente, espressione di una raffinata classe, dettaglio che fa la differenza.

www.federicoprimiceri.com

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Nikon 1AW1: La fotocamera compatta ad ottiche intercambiabili

La Nikon 1 AW1 è la fotocamera ideale per gli sportivi che non temono la pioggia: ad ottiche intercambiabili, è impermeabile fino a 15 m, resistente agli urti da altezze fino a 2 m, al gelo fino a -10°C e alla polvere e può quindi essere utilizzata in ogni condizione ambientale ed atmosferica.
Combinazione di robustezza, tecnologia e design essenziale, la Nikon 1 AW1 consente di realizzare foto e filmati di alta qualità: grazie all’elevata velocità di scatto in sequenza fino a 60 fps è possibile catturare ogni situazione, senza doversi preoccupare che la fotocamera si bagni o riceva colpi.

www.nikon.com

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Abstract Expressionism: Salvati la data

Da Settembre 2016 la Royal Academy of Arts presenterà la mostra Espressionismo Astratto, una raccolta di oltre 150 dipinti, sculture e fotografie provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
La mostra, organizzata in collaborazione col Museo Guggenheim di Bilbao, raccoglie capolavori di pregio infinito dei più acclamati artisti del movimento: da De Koonig a Rothko, da Pollock a Clyfford Still, di cui nove dipinti saranno esposti in una galleria riservatagli all’interno della mostra.
Curata da David Anfam e Edith Devaney, la mostra esplorerà il fenomeno dell’Espressionismo Astratto spaziando diversi media, ripercorrendo i due filoni principali del movimento: quello del color-field, i pittori concentrati sull’uso contemplativo e sublime del colore, e quello del gesto, con le opere dei cosiddetti pittori d’azione alla Pollock.
E proprio alcuni degli artisti ispirati dai giochi e dai contrasti del colore hanno segnato la trasposizione, nello stile e la moda, dei processi creativi di personaggi come Ottavio e Rosita Missoni, anch’essi affascinati dalla geometrizzazione delle forme, dall’uso di colori e dalle risonanze psichico ed emotive della materia.
Vicini al mood costruttivista, all’astrattismo lirico di Sonia Delaunay e al mondo di Klee, i Missoni sono stati fra i primi a stabilire parallelismi ed assonanze fra l’arte e la moda, suggerendo l’idea di una fluidità senza confini né dettami.
Mettendo in discussione le convenzionali nozioni di scala, variando accenti e colori con innovazioni drammatiche, l’Espressionismo Astratto è stato un complesso e poliedrico fenomeno artistico: la grande raccolta organizzata in questa mostra la renderà un’esposizione difficile da replicare nel corso del tempo, un evento davvero imperdibile.

Il tour partirà il 24 Settembre a Londra, ove la mostra resterà fino al 2 Gennaio per poi spostarsi a Bilbao dal 3 Febbraio al 4 Giugno 2017.

I biglietti sono disponibili tutti i giorni presso la RA oppure online all’indirizzo www.royalacademy.org.uk

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“Extra-fort Special Edition for Moreschi”

L’eccellenza del mondo dell’orologeria si unisce alla pelletteria più ricercata, nasce un orologio elegante e raffinato che esprime al meglio alcune delle caratteristiche che accomunano le due aziende: uno stile unico e inconfondibile, una classicità senza tempo e un’attenta cura dei dettagli.

 

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Due soli sceglie Mo Coppoletta per firmare una Limited Edition dal forte sapore artistico

Il brand milanese Due Soli ha scelto l’artista del tatuaggio Mo Coppoletta per firmare una limited edition esclusiva per la collezione SS 2017 “Contemporary Gentleman”. Coppoletta, che nel suo atelier londinese realizza tatuaggi/opere d’arte tailor-made, rispecchia perfettamente lo stile del marchio milanese, per una mission condivisa al 100% che trova naturale espressione nei capi della limited edition per cui l’artista ha realizzato due opere iconiche e opposte – una tigre ruggente e una composizione di rose rampicanti e rondini tra cui si staglia la frase amor omnia vincit –.
Capi dal taglio moderno e dai dettagli sartoriali, un’anima rock sofisticata, declinata in una palette colore che sceglie il rosso mattone, il verde salvia e il vintage beige come tinte preferite: quello tra Mo Coppoletta e il marchio milanese è un sodalizio che ben rispecchia lo spirito di Due Soli, per una collezione che è un ritorno all’eleganza senza tempo ma con un touch sperimentale e di rottura, fatta di capi ibridi, raffinati e versatili, che attingono al meglio della tradizione del Made in Italy.
Per la speciale partnership, Coppoletta ha rivisitato il New Normal, modello iconico e best seller del brand, bomber dal taglio asciutto, giovane e dalla vestibilità disinvolta, realizzandolo in denim chambre color cielo doppiato in jersey cotone 100% con ricami ricchissimi che richiedono ciascuno ben sette ore di lavorazione, oltre 200 mila punti con più di nove diverse tonalità di colore.

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Tutti al mare! Pronti per godervi un po’ di sole e di mare?

Ha collaborato Orsola Amadeo

È arrivato il periodo dell’anno in cui, almeno nei week end, le città si svuotano e si riempiono invece le spiagge. In realtà dovremmo usare il condizionale, perché il meteo in questo periodo non ci è sempre stato favorevole. Noi proviamo a sfidare piogge e affini, ma anche il caldo che, almeno durante la settimana, ci attanaglia dentro a case ed uffici o, se proviamo a mettere fuori il naso dalla porta, nei nostri percorsi sull’asfalto bollente, ci fa immaginare vicino all’acqua, che sia quella del mare o quella di una piscina, magari con un leggerissimo venticello ad alleggerire la calura e con una bevanda fresca in una mano. Avete presente il quadro?
Con questa gallery, divisa in due parti, vi raccontiamo cosa dovete avere con voi se opterete per un week end by the sea!

Se, come chi scrive, non riuscite ad essere essenziali e portate sempre un sacco di cose, il primo step è scegliere una borsa adatta. Noi ve ne proponiamo tre! La prima è di Berluti e fa parte di una capsule il cui nome spiega già tutto: Beach Essentials! Una tote bag elegantissima, dalle linee pulite, in un discreto beige, ma c’è anche in blu navy,è in tela di cotone e lino, con profili in pelle e lunghi manici che consentono di portarla sia a mano che a spalla. Perfetta per chi anche nei momenti di relax non rinuncia ad essere elegante e ricercato. I più sportivi forse preferiranno portare uno zaino. Decisamente tecnico quello della linea Revenge di Mandarina Duck, in tessuto di lino spalmato con gli spallacci in corda da arrampicata. Più colorato è quello di Dirk Bikkembergs Sport Couture, composto per il 60% da neoprene, come le mute dei sub, piacerà a chi ama un tocco di colore acceso anche negli accessori.

Per asciugarsi dopo un tuffo in acqua o per chi va in spiaggia per imitare le lucertole e passare ore steso al sole, un must-have è il telo. Noi ve lo proponiamo colorato e pieno di brio. Ci piace quello con i disegni geometrici di Paul Smith e quello più marinière, con le sue mille righe, in morbido cotone di Arena.

Ovviamente non si può immaginare una giornata in spiaggia senza pensare al costume, anzi a più di uno! E noi vi diamo un po’ di opzioni. I nuotatori incalliti, che preferiscono lo slip classico da mare, sceglieranno il costume Arena, che per la s/s 2016 si ispira all’Amazzonia, il dettaglio verde dona a questo modello un animo sicuramente grintoso.
Il costume a bermuda è un grande classico e rimaniamo in zona carioca, con la grafica Parrot della collezione Jolly Rogers, ispirata al mondo dei pirati, proposta dal brand Dolly Noire. Spiritosi anche quelli proposti da Paul Smith con la stampa che riproduce tanti coni gelato, mentre più corto è il pantaloncino di Missoni, che riproduce il classico motivo zig-zag caro al brand. A pantaloncino e con una stampa dal sapore retrò, che rimanda alle icone di stile maschile della Hollywood anni Cinquanta, il costume di Coast Society tailored by The BespokeDudes, mentre più sportivo, quasi da college americano quello di Tommy Hilfiger. Chiude la nostra rassegna di proposte il costume di Sweet Years, un modello di boxer aderente in black and white.

Per una giornata estiva all’aperto non possono mancare gli occhiali da sole. Il gentleman di Dolce&Gabbana sceglie un modello dalla forma pilot, caratterizzato dall’iconica silhouette “taglio sartoriale” a 45° sull’arco cigliare laterale. Frontale e terminale sono in nero opaco e le lenti grigio scuro. In fibra di nylon e caratterizzati da un vivace pattern “palm” sulle aste quelli di Boss Orange, abbiamo scelto quelli proprio in arancione, per chi d’estate vuole divertirsi un po’ con lo stile! Colori accesi anche per gli occhiali Lacoste, ma la caratteristica più importante è che questo modello unisex, dalla forma rettangolare, è realizzato con una tecnica di iniezione all’avanguardia che consente alla struttura di galleggiare! Le montature da sole maschili di Tom Ford comprendono Trevor, un modello aviator di ispirazione vintage, la montatura è leggera, in sottile acetato, ed ha un piccolo doppio ponte che lo rende ancor più elegante. Stile retrò anche per Lanvin, il modello ricorda “Mad Men”, per sentirsi come Don Draper, caratteristico il dettaglio delle viti sul front dell’occhiale. Una tendenza nel mondo dell’ottica è sicuramente quello della lente arrotondata, se poi è anche colorata l’immagine che ne risulta è fresca e giovane, ne è un esempio il modello di Pugnale & Nyleve.

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LA NUOVA COLLEZIONE PRIMAVERA – ESTATE 2017 FIRMATA BERLUTI

Andare sullo skateboard in giardino indossando una polo, giocare in costume da bagno con
il frisbee in pelle Venezia, allenarsi con ai piedi le sneaker Fast Track. Ecco lo spirito della collezione Primavera-Estate 2017 firmata Berluti che è stata presentata il 24 Giugno con un cocktail a bordo piscina all’insegna di un mood è easy e in sintonia con l’estate appena iniziata. La palette della collezione riprende i colori del cielo in tutte le sue sfumature: bianco ottico, giallo sole, turchese, blu navy, rosso ruggine e marrone intenso e gli abiti, day-to-evening, sono pensati per l’uomo di oggi, sempre in movimento; da abbinare ai capi, troviamo oggetti divertenti ed unici nel loro genere, come la corda per saltare, i pesi, le beach racket o il set di pétanque in pelle. Infine, come sempre, sono le scarpe a completare il look, e questa collezione Berluti propone la sneaker Fast Track, che unisce sapientemente la costruzione delle scarpe da running con l’inconfondibile stile classico della calzatura artigianale, la sneaker Playtime è caratterizzata dalle sfumature del blu, mentre il modello Matteo è perfetta per lo skateboard style.
All’insegna dello stile e della libertà di movimento la collezione Primavera-Estate 2017
firmata Berluti viaggerà a Miami, Porto Ercole e Los Angeles.

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CUSTOMISATION E RESTORE: LE DUE LINEE TRIUMPH PENSATE PER IL MOTOCICLISTA MODERNO

Per ogni rider che si rispetti, la moto non è solo un semplice mezzo di trasporto ma una vera e propria compagna di viaggio, di cui bisogna prendersi cura e che deve rispecchiare la propria personalità. Per la collezione primavera-estate 2016 Triumph ha deciso di creare due linee ispirate al mondo delle customizzazioni e a quello delle officine, i luoghi in cui nascono effettivamente i progetti più particolari.
La linea Restore comprende T-shirt, felpe e camicie che richiamano le atmosfere dei vecchi garage impolverati: capo di punta della linea è la giacca Restore, realizzata in Bristex e adatta a qualsiasi motociclista grazie al comfort, alla funzionalità e alla sicurezza garantite da protezioni amovibili Knox® certificate CE per spalle e gomiti, dalla membrana TRiTex waterproof antivento e da vita e polsi regolabili.
I toni del blu e del grigio che richiamano il metallo e le cromature delle moto personalizzate caratterizzano, invece, la linea Customisation, di cui la giacca Custom in morbida pelle Matt con protezioni amovibili D3O® rappresenta la sintesi perfetta di un capo adatto sia in sella che nel tempo libero. Le linee Customisation e Restore sono disponibili in tutte le concessionarie Triumph.



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In cucina con…Carlo Dal Bianco

Lo sapevate che il design e l’architettura vanno a braccetto con il mondo del food? Sì, perché in questi mondi ci vuole rigore, pazienza, passione, ma soprattutto fantasia. Oggi torniamo con la rubrica tutta al maschile dedicata al mondo del cibo e il protagonista di questo mese è Carlo Dal Bianco, designer e architetto Vicentino di fama internazionale.

Il nome della sua ricetta parla da sè: “Cereali alla scappppadora”

Ingredienti:

2 carote
2 zucchine verdi
2 uova
1⁄2 cipolla o scalogno
150gr. mix 5 cereali Bio (orzo, farro, riso, kamut, avena) Sale rosa dell’Himalaya
Pepe nero del Madagascar
Olio E.V.O.

Preparazione del riso:

Bollire in acqua salata per 10 minuti i cereali,
nel frattempo tagliare a striscioline le verdure e saltarle in padella
con un goccio d’olio, aggiungendo sale e pepe a piacimento.
Tagliare la cipolla e soffriggerla in una padella a parte con olio
extra vergine di oliva. Quando la cipolla sarà dorata, rompere due uova all’interno della padella e strapazzarle con un cucchiaio di legno.

Quando le verdure e i cereali saranno pronti, unire il tutto in un’unica padella, aggiungendo anche le uova strapazzate.
Saltare per un minuto il tutto, aggiustando sale e pepe e completare con un filo d’olio.

Impiattare in una ciotolina e servire tiepido

Preparazione delle uova:

Separare il tuorlo dall’albume e montare gli albumi a neve aggiungendo prima un pizzico di sale.
Pre-riscaldare il forno a 150-160° ventilato.

Prendere una teglia da forno e stendere un pezzo di carta da forno, dividere gli albumi in due piccole montagnole uniformi.

Fare un piccolo buco al centro e adagiarci il tuorlo. Aggiustare con sale e pepe.
Infornare e cuocere per circa 5 minuti controllando che gli albumi siano dorati al punto giusto.

Servire come contorno ai cereali alle verdure.
DD
Un grazie speciale al nostro ospite Carlo e al fotografo David Hatters

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CAMPAGNA BOSS PRIMAVERA/ESTATE 2016

 

Per la nuova campagna primavera/estate 2016 il direttore artistico Jason Wu esplora un elemento centrale del DNA di BOSS: la giustapposizione dell’architettura e della natura con immagini che esaltano uno spirito fresco e giovanile.

L’immaginario maschile utilizza linee architettoniche taglienti, circondato dalle sagome degli alberi e foglie, mentre i look dell’abbigliamento donna sono morbidi e femminili con la natura al centro della scena. Il marchio BOSS continua ad evolversi e questa collezione è particolarmente poliedrica: la firma sartoriale si trova accanto all’outerwear di ispirazione sportiva, dalle stampe e dai colori brillanti, mentre l’abbigliamento femminile è definito da abiti leggeri e pezzi morbidamente su misura. Il tutto è realizzato a mano in Italia con la massima attenzione ai dettagli, sia dentro che fuori.

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DONDUP SPRING-SUMMER 2016 ADV CAMPAIGN

Realizzata dalla fotografa americana Brianna Capozzi, con lo styling di Jodie Barnes e la guida creativa diManuela Mariotti, la nuova Campagna ADV DONDUP per la stagione Spring-Summer 2016 narra l’audace incontro stilistico tra Shakespeare e Glastonbury in una location che lascia senza fiato: la magnifica collezione di dune bianche del White Sands National Monument, 275 miglia quadrate di sabbia di gesso nel centro dello Stato del New Mexico. «La scelta della location rimanda ai temi chiave delle Collezioni Dondup Spring-Summer 2016: la bellezza, la forza e la libertà» afferma il Direttore Creativo del brand.

dondup.com

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Timeless: la mostra di Massimo Piombo sul Made in Italy che supera i confini del tempo

Massimo Piombo celebra il Made in Italy in modo esclusivo e originale come è nel DNA del marchio: la Palazzina Piombo (ex spazio Gae Aulenti) a Milano ha ospitato la mostra itinerante con una selezione di 15 tessuti provenienti dall’archivio e che testimoniano le caratteristiche peculiari e il talento del designer: innovazione e atemporalità.
Timeless è una raccolta di materiali, colori e tessuti che sono emblema del Made In Italy, ma anche i prodotti più raffinati provenienti dal resto del mondo: lane norvegesi, check inglesi, mohair scozzesi, eclettici mix di artigianalità e sguardo al futuro.
Esposte in cornici ad hoc, il senso delle opere – e dell’intero lavoro di Mr. Piombo – sta proprio nella ricerca di una visione d’insieme, la combinazione di valori diversi in nome di una sintesi estetica meravigliosa.

Proprio a Milano abbiamo incontrato Massimo Piombo per parlare di tessuti e di stile.

Lo stile Massimo Piombo in tre parole.
Sartoriale, elegante, contemporaneo.

Il primo tessuto a cui si sente particolarmente legato e perché?
Il cotone massaua in blu scuro

L’importanza del made in italy e fatto a mano.
Il Made in Italy è un segno distintivo di qualità e stile riconosciuto in tutto il Mondo. Un prodotto fatto a mano in Italia vuol dire emozione ed unicità.

Come sceglie di stagione in stagione i tessuti?
Amo mescolare combinazioni di tessuti tra passato, presente e futuro. Dal cinema alla letteratura, seguo il mio istinto.
Per il progetto di Timeless ho riunito 15 dei tessuti a me più cari, e ne ho fatto dei quadri, per comunicare quanto il materiale sia vero protagonista della moda e non una cornice.

Il suo consiglio di stile sulla scelta di abito e tessuto ideale per l’estate e per l’autunno?
Per l’estate che arriva, sicuramente una giacca di lino abbinata a pantaloni comodi. Per il prossimo inverno, invece, ho voluto proporre soprattutto il blu: brillante, purificante e rilevatore. Rende belli tutti gli altri colori. Non credo sia possibile annoiarsi del blu, sarebbe come annoiarsi della persona che si ama. Ho sempre cercato il blu perfetto. Per ottenere il blu ideale bisogna copiare il colore del berretto dei bambini nei quadri del Rinascimento. Abbiamo mescolato i colori uniti del vecchio impero alle fantasie del nord Europa, al fine di creare un fascino ed un incanto dedicato a “donne splendide” e “begli uomini”. I grandi cappotti, le morbide giacche, i sofisticati abiti, prendono un volto pittorico, abbinati alle sete, i velluti, i rasi, più ricchi e più morbidi, creando un’esagerazione di abbinamenti, colori, cercando di creare un mondo straordinario.

mpmassimopiombo.com

M’s FW 16-17

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Campagna pubblicitaria Vivienne Westwood Primavera-Estate 2016 ‘Mirror the World’

La campagna pubblicitaria Primavera Estate 2016 di Vivienne Westwood è incentrata sulla battaglia personale della stilista per salvare Venezia.
Salvaguardare Venezia dal turismo di massa, dalle navi da crociera e dai cambiamenti climatici.
Scattata tra le calle, i canali ed i palazzi di Venezia, la campagna evidenzia la bellezza e la decadenza della città e l’urgenza di salvarla.

«La scienziata e Contessa Jane da Mosto lotta da anni per salvare Venezia. La terribile alluvione del 1966 ha sollevato il problema della salvaguardia di Venezia e da allora si è cercato di proporre soluzioni. La laguna veneta è una delle più belle al mondo: una simbiosi perfetta tra animali e piante che stabilizzano i sedimenti delle acque dolci dei fiumi e di Venezia stessa. Se Venezia non fosse stata li dov’è, l’area paludosa sarebbe diventata terraferma o baia perché il mare avrebbe portato via con sé tutti i sedimenti. Il maggior problema ora sembrano essere le navi da crociera che distruggono la laguna ed i suoi canali. E’ la false economy ad autorizzarle. La Contessa dice che “Venezia è il mio canale”. Se non riusciamo a salvare Venezia come pensiamo di salvare il mondo?» Vivienne Westwood

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Europei 2016: l’identikit del tifoso italiano fra scaramanzia e statitistiche

Vente-privee, pioniere e leader delle vendite-evento online, ha tracciato l’identikit del tifoso modello individuando tra gli italiani due categorie: i “giocatori” e gli “allenatori”, due tipologie con attitudini, approcci e modalità completamente opposte di vivere e assistere ai match: la prima s’infiamma in genere di più rispetto a quella dei più maturi, ama guardare le partite in gruppo e, meglio, se tifoso della stessa squadra. Tra “giocatori” e “allenatori” l’indagine di vente-privee fa emergere inoltre che a guardare
le partite di calcio non saranno solo gli uomini, le donne italiane infatti non solo supporteranno la nazionale, ma si rivelano ancora più passionali degli uomini: il 45% vive le partite con maggiore coinvolgimento emotivo, arrabbiandosi e innervosendosi, il 30% di loro prende addirittura le ferie per non perdere nemmeno uno scontro internazionale.
Per quanto riguarda i rituali per ingraziarsi la fortuna, benvenuti siano cornetti rossi, quadrifogli e tanto altro: calcio e scaramanzia fanno rima da sempre. I portafortuna e i rituali scaramantici investono il mondo del calcio a 360° coinvolgendo giocatori, allenatori e coloro che assistono alle partite da casa. Alcuni rituali come il bacio della testa di Zidane, così come il lancio dell’acqua benedetta di Trapattoni, sono ormai entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Un’efficacia ancora più forte se associata agli italiani, popolo di scaramantici per eccellenza. Secondo i dati della ricerca di vente-privee però, in occasione degli Euro 2016, solo il 6% degli italiani utilizzerà portafortuna, il 94% invece farà rituali e gesti scaramantici prima e dopo le partite, mentre circa il 30% farà almeno una scommessa sulla manifestazione (su siti come wm.bet, ad esempio)

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Calabrese 1924: da un secolo (o quasi) prende gli uomini per il collo

Un gustoso pamphlet degli anni ’80 del secolo scorso esamina entomologicamente “follie e virtù, storia e attualità, psicologia e linguaggio” della cravatta. Presentato dal conte Giovanni Nuvoletti, famoso bon vivant e marito di Clara Agnelli, sorella dell’Avvocato d’Italia, l’Elogio della cravatta (Idealibri,1982), indaga a fondo su questo oggetto del desiderio maschile e sui suoi significati intrinsechi ed estrinsechi, rivelando pure preziosi indizi su come indossarla. Dettami validissimi anche adesso, a più di trent’anni di distanza, a dimostrazione che l’eleganza non è una questione di tempi o di diktat passeggeri e che la cravatta è tutt’ora protagonista per eccellenza del guardaroba maschile. Chi di eleganza da annodare attorno al collo se ne intende davvero è Calabrese 1924. A dispetto del nome, anzi del cognome, non siamo a Reggio Calabria e dintorni, poiché è un purissimo marchio napoletano di cravatte d’autore. La storia della griffe comincia negli anni ’20 all’ombra del Vesuvio, grazie all’intuito imprenditoriale di Eugenio Calabrese. Esteta e cultore del ben vestire, fu lui a fondare il piccolo laboratorio di sartoria da cui tutto ebbe inizio. Con Francesco, figlio del fondatore, le cravatte fecero il giro d’Europa e oltre, conquistando i colli più esigenti e raffinati. A Gaetano, e siamo alla terza generazione di creatori di stile, negli anni ’60 si deve l’invenzione delle pence posteriori, quelle piegoline di tessuto sull’interno della punta che incorniciano la fodera, così da non farla apparire lungo i bordi. Oggi, al timone di quello che può essere considerato uno dei cravattifici sartoriali più antichi d’Europa, c’è Annalisa, la figlia di Gaetano. Con lei la griffe ha ampliato e armonizzato la dimensione produttiva, affiancando alle preziose cravatte, sciarpe, borse e borsoni da viaggio, porta tablet e una capsule di beachwear. Sempre partendo dall’assioma che: eleganza vuol dire esprimere se stessi.

www.calabrese1924.com

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Airdp: gli occhiali giusti per uomini cosmopoliti e alla ricerca

AIRDP by AirEyeWear presenta al Pitti Uomo una nuova visione nel mondo degli accessori occhiali, che intercetta nuovi stili di vita basati su interconnessioni geografiche e culturali.
Una collezione funzionale abile, dedicata a uomini elegantemente irrequieti, spiriti liberi e nomadi, alla ricerca di oggetti di design dall’identità spiccata, da indossare con disinvoltura e sentirsi a proprio agio in ogni parte del mondo.
Gli stessi fondatori sono espressione tangibile di questo essere cosmopoliti e dinamici: Lele Danzi, veterano del campo occhiali, creativo e “solutioner”, Paola Froldi, imprenditrice sensibile a sostenere progetti ‘che meritano’ – e AD di PA TRade e Alessandro Del Piero, fuoriclasse sul campo e nella vita.
Fil rouge della collezione sono la leggerezza e la versatilità. Il polimero rivoluzionario anallergico ed elastico (TR90 Elasta) dona resistenza e flessibilità e permette la realizzazione di montature quasi bidimensionali, dal peso piuma, indeformabili e di grande personalità.

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Vintage Tattoo

Vintage Tattoo Flash è una ricca panoramica dei primi anni della Flash Art americana, l’arte del tatuaggio, in cui troveremo una corposa raccolta di “flash tatoo”, tatuaggi disegnati a mano, stampati, o trovati sulle pareti dei più noti tatuatori Americani. I vintage flash disegnati a mano sono incredibilmente difficili da trovare, per questo motivo alla realizzazione di questo libro è stata fondamentale l’immensa raccolta del famoso tatuatore Jonathan Shaw. Shaw è un artista viaggiatore fuorilegge, scrittore, blogger, eroe anti-folk e leggendario maestro del tatuaggio. Shaw è nato a New York e cresciuto a Los Angeles, dove ha imparato a tatuare dalla vecchia scuola dei maestri della California. Dopo aver lavorato con artisti del calibro di Jim Morrison, la Famiglia Manson, e Charles Bukowski, cadde in preda alla dipendenza da eroina e una vita di crimine. Lasciò finalmente Hollywood 1970 per viaggiare per il mondo e fondò Fun City, il primo negozio di tatuaggi di strada a New York da quando fu legalizzato il tatuaggio nel 1960. Jonhatan possiede una delle più grandi collezioni di tattoo flash d’epoca del mondo e grazie alla sua raccolta ripercorreremo i primi 75 anni del tatuaggio americano a partire dai primi 900. Vintage Tatoo Flash, riproduce con cura immagini del tutto inedite di flash originali disegnati da tatuatori del calibro di Bob Shaw, Zeke Owen, Tex Rowe, Ted Inman, Ace Harlyn, Ed Smith, Paul Rogers, i fratelli Moskowitz, e molti, molti altri relativamente noti e sconosciuti.

www.jonathanshawworks.com

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Diesel BAD – la nuova fragranza maschile firmata Diesel

Giovedi 23 giugno 2016, si è tenuta a Parigi una festa per il lancio internazionale di Diesel BAD, la nuova fragranza maschile firmata Diesel, brand pioniere nel mondo del denim e abbigliamento casual. La serata è stata accompagnata da una performance di Tinashe e dj set di Sorriso Kiddy, che hanno perfettamente incorniciato il lancio della nuovo profumo. Creato da Anne Flipo e Carlos Benaim di IFF, Diesel BAD ha un aroma legnoso, coinvolgente ma anche fresco. Destinato ad un uomo cool, “cattivo”, Diesel BAD è un magnete, è vestito di pelle nera e attira qualsiasi cosa e chiunque gli capita attorno, ma si può guardare e non toccare. Una fragranza disarmante, innovativa e provocatoria che rispecchia a pieno il DNA dell’azienda che l’ha creato.

Cinecult: The neon demon di Nicolas Winding Refn

“La bellezza è il valore più importante e universale, senza la bellezza non siamo niente” e ancora: “Perché perdere tempo con la carne scaduta quando puoi avere carne fresca?”. Sono solo alcune delle ‘perle di saggezza’ estetizzante e modaiola che si possono estrapolare dall’ultima, riuscitissima fatica cinematografica del danese Nicolas Winding Refn ‘The neon demon’, distribuito da Koch Media. Il regista di ‘Drive’ e di ‘Solo Dio perdona’ costruisce abilmente un horror ambientato nel mondo della moda con un impatto visivo formidabile fatto di un mix di colori densi e acrilici e di atmosfere ipnotiche e notturne. Il regista che alla nouvelle Vague preferisce gli horror genere ‘Non aprite quella porta’ ha una cultura del cinema e dell’immagine molto ricca e raffinata. Nel film che racconta l’esperienza di Jesse, giovane aspirante modella in una Los Angeles corrotta ed efferata ma ‘dal cielo immenso che ti fa sentire piccolo’, si possono leggere riferimenti a pellicole cult di Dario Argento come ‘Suspiria’ e ‘Phenomena’ e ‘gli occhi di Laura Mars’ ma anche il tema del film di Julie Delpy ‘La contessa’ che si nutriva del sangue delle vergini come elisir di giovinezza, anche se il regista ha smentito quest’ultimo riferimento. Lo spietato mondo dell’alta moda viene radiografato con i toni di un thriller ricco di scene ad alto tasso di tensione e di bellezza, perché la bellezza naturale, quella di Elle Fanning protagonista assoluta, molto somigliante alla Brooke Shields degli esordi (Pretty Baby dirà qualcosa ai cinefili) viene intesa come potere assoluto e pericoloso dove il diavolo si cala in elegantissime vesti femminili. Notevole la prima scena in cui la Fanning, sorella dell’altrettanto celebre Dakota, indossa un top metallizzato con mini abbinata, un look firmato Emporio Armani su un set molto gotico ma di design e in una posa che sembra rubata a uno scatto di Guy Bourdin, la cui influenza estetica pervade varie scene della pellicola. Giorgio Armani è fra gli stilisti che hanno collaborato con la costumista Erin Benach anche per la bellissima scena della sfilata intrisa di simbolismi esoterici e di linguaggi gotici e stregoneschi legati alla mistica del triangolo. Completano il quadro suggestivo dell’insieme le musiche di Cliff Martinez che si è ispirato al potente e inquietante sound elettronico di Giorgio Moroder anni’80. Film, potente e ipervisivo, molto crudele.

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Torna in Libreria Kevin Roberts con 64 shots: leadership in a crazy world

Quest’estate torna in libreria Kevin Roberts, il direttore esecutivo della Saatchy Gallery di Londra, con il libro foto-documentato dal titolo 64 Shots: Leadership in a Crazy World (uscirà il 21 Giugno per powerHouse Books).
Dopo il grandissimo successo di pubblico e critica del 2004, con Lovemarks: the future beyond brands, Roberts torna a stupire con un libro che è una raccolta in 16 capitoli di ritratti, aneddoti e aforismi provenienti dal background culturale e biografico dell’autore, in relazione ai grandi leader della Storia dei nostri tempi.
Si trovano, dunque, passaggi dedicati a Nelson Mandela, Margaret Thatcer ma anche Bruce Springsteen o Brigitte Bardot, icone senza tempo che hanno segnato un’epoca e che Roberts vuole celebrare cercando di veicolare, fra testi e ritratti, una sorta di catena di consigli, spinte motivatrici per il lettore, per poter vivere una vita da vincenti.
Ognuno può rispecchiarsi in questo libro, sembra suggerirsi Roberts: con una metafora visiva di immagini, momenti, e tweet in pillole che definiscono il testo, 64shots è un business book per imparare dai grandi sfruttando al meglio il proprio potenziale creativo.

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Dal 23 Giugno New York celebra l’eleganza del cibo italiana

Giovedi’ 23 Giugno al Chelsea Market di New York si è tenuta la serata inaugurale della mostra L’Eleganza del Cibo.
Curata da Stefano Dominella e Bonizza Giordani Aragno e sponsorizzata dall’Ice, Italian Trade Commission, in collaborazione con Unindustria, la mostra L’Eleganza del Cibo celebrerà fino al 4 Luglio al Chelsea Market di New York la contaminazione imprescindibile tra “moda” e “gusto” attraverso un’installazione visiva composta di oltre cinquanta capi, presentati in anteprima al pubblico americano.
In mostra abiti-opera e accessori creati sia da maison storiche come  Giorgio Armani, Valentino, Etro, Salvatore Ferragamo , Moschino e Gattinoni, e designers emergenti, tra cui Gianni De Benedittis ed Italo Marseglia.
A sottolineare l’importanza del connubio tra Moda e Gastronomia e a celebrare l’influenza che questi due aspetti emblematici della cultura italiana continuano ad esercitare sulla società  americana, è intervenuto, come padrino d’eccezione, l’attore Raoul Bova.

 

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Quattro chiacchiere con Ivan Perini, buyer gioielli e orologi uomo e donna per LUISAVIAROMA

Un sogno, quello di diventare orafo. Così inizia la carriera di Ivan Perini che a sedici anni entra in una bottega orafa fiorentina come apprendista e subito il sogno diventa realtà. Tanti anni di gavetta e pian pianino la possibilità di creare i primi pezzi sotto l’attenta guida dei maestri orafi, ecco come Ivan inizia il suo percorso in questo settore che da sempre lo affascina.
Il passo a divenire responsabile del laboratorio è breve e da lì la grande soddisfazione di creare oggetti su ordinazione, la possibilità di viaggiare per conoscere i clienti internazionali, soprattutto negli Stati Uniti e acquisire una forte esperienza commerciale.
Passano vent’anni, a causa della crisi l’azienda chiude e, nel 2008, Ivan inizia la collaborazione con LUISAVIAROMA e crea un nuovo reparto, quello della gioielleria. Una divisione da costruire, una cultura da creare e la necessità di alimentare l’attenzione su di un prodotto, la gioielleria, non sempre facile nella scelta e commercializzazione. Ivan s’ investe in prima persona; contatti già acquisiti, viaggi di ricerca e un senso critico verso il prodotto che lo portano a scegliere linee particolari ed esclusive nelle forme e colori e soprattutto con un appeal internazionale. La strada è quella giusta. Oggi la divisione è la punta di diamante dello store a Firenze e dell’online. L’assortimento si basa sia sull’offerta di marchi ben conosciuti che su brand emergenti e tante Special o Limited Edition, il vero trait d’union tra Ivan, i brand e la clientela finale sotto un unico tetto: LUISAVIAROMA.
Incontro Ivan in occasione del Pitti di Firenze, proprio in boutique dove è facile trovarlo proprio perché la relazione con il cliente è per lui fondamentale. Lo store è in pieno fermento perché è uno dei luoghi culto durante le manifestazioni moda.

Ivan, guardando il tuo percorso professionale; dal “banchetto orafo” al mestiere del buyer, qual è stato la scintilla che ti ha fatto passare dall’altra parte della barricata?

La scintilla è stata “la Sfida” di passare dal laboratorio orafo, dopo tanti anni di duro lavoro per apprendere, alla creazione all’interno dello Store considerato “Il Tempio della Moda”, un vero e proprio reparto fino allora mai esistito: quello della Gioielleria e di poter sfruttare tutte le leve al servizio della ricerca e della selezione. Un grande sogno che avevo nella testa fin da quando ero un ragazzino di sedici anni….

Oggi il gioiello sta vivendo ancora un momento di grossa vitalità artistica, sia per l’uomo sia per la donna, in prospettiva come vedi questa evoluzione e soprattutto quali sono i segnali più interessanti per l’uomo?

Si questo è vero, anche se la parte artistica la dobbiamo cercare in giro per il mondo attraverso i viaggi, purtroppo qui in Italia non è molto facile da trovare … In prospettiva sono convinto che la creatività dei designer crescerà ancora, che nonostante tutto ancora qualcosa di nuovo riuscirà a stupirci… sono fiducioso di questo. Per quanto riguarda l’uomo sono oramai diverse stagioni che questo prodotto la fa da padrone e c’è tanto fermento sia sulla gioielleria che sull’orologeria. In particolare per le linee uomo c’è bisogno di tanta ricerca altrimenti si rischia di cadere nel “già visto…” per questo motivo le nostre selezioni sono spesso collaborazioni fra me e i brand in special edition o pezzi unici per LUISAVIAROMA.

Ivan, le sfilate uomo appena concluse e il Pitti ci segnalano un forte ritorno dell’accessorio, non solo gioiello ma ad esempio il cappello e gli occhiali, come vedi questo nuovo corso e come si evolveranno a tuo avviso le collezioni e la moda maschile?

E’ vero ! l’accessorio da uomo ha un ruolo molto importante già da un paio di stagioni, con occhiali e cappelli, e questo è positivo in quanto l’uomo che veste Luisa è molto stravagante ed eccentrico … io stesso ho fatto selezioni per uomo di maschere, Body Harness ecc… Il trend è ancora verso look aggressivi con accessori molto originali , e questo è sicuramente a mio avviso il percorso che seguirà l’uomo nel  prossimo futuro .

Nel tuo lavoro fai tanta ricerca e scouting, come ti muovi per la ricerca dei nuovi designer? Quali sono secondo te le città più stimolanti da un punto di vista del gioiello. La tua ricerca è basata sulle fiere o hai anche dei quartieri, degli spazi, musei … per te “must see” per la tua ricerca?

Innanzitutto ho sempre bisogno di vedere… guardarmi intorno mi fa trovare stimoli anche per il mio lavoro, ho iniziato con qualche artigiano fiorentino, poi mi sono messo a viaggiare per le Fashion week, Londra,Parigi,Milano,Roma, Basilea per gli orologi in particolare. Tutto è partito da qui, ho cominciato a farmi conoscere, ed essendo stato dall’altra parte ho il grande vantaggio di poter discutere di forme, progetti, disegni e soprattutto manifatture dei gioielli stessi. Incontro spesso designer che mi conoscono e mi invitano a vedere collezioni anche nei loro appartamenti perché hanno difficoltà a fare fiere ed esposizioni. Da lì, insieme ci mettiamo a sedere e, se trovo il concetto che mi attrae, con carta e matita illustro loro come vorrei fosse fatto il gioiello per LUISAVIAROMA.
Questa per me è la soddisfazione più grande: lanciare sul web di LUISAVIAROMA un designer sconosciuto e farlo conoscere agli  addetti ai lavori. Tantissimi designer avrebbero piacere di incontrarmi per farmi vedere le loro collezioni.
Quindi non solo fiere di settore ma visite in show-room, musei, manifestazioni di vario genere che mi possono offrire l’occasione di trovare qualcosa che io reputo interessante…
Quindi sempre occhi aperti !

Con uno sguardo generale oggi al gioiello, al forte fenomeno del “genderless” e la decisione di tanti designer di far sfilare uomo e donna assieme, quali saranno secondo te i filoni più interessanti da seguire ? 

Il mio concetto di gioielleria è sempre lo stesso : “Vedere per Valutare” , il fatto che la donna e l’uomo sfilino insieme può essere un’occasione per capire e valutare nuovi trend legati all’abbigliamento. Sono molto attento alle sfilate in quanto mi danno input legati al colore , ai trend , al modo di indossare il gioiello con determinati abiti …. da qui nascono anche le mie selezioni…

ll gioiello e la personalizzazione o la limited edition, valori aggiunti importanti per la vendita del gioiello oggi ?

Certamente sì ! Oggi la donna che viene da LUISAVIAROMA è molto preparata in materia e cerca sempre di più un gioiello che non ha già nella propria cassaforte, qualcosa di veramente speciale che solo lei ha.
Questo è uno degli stimoli più importanti per me durante la mia ricerca, in special modo nella parte Fine Jewellery, ed è così che nascono le Limited e le Special Edition.
Oggi non dobbiamo vendere un gioiello ma “raccontare una Storia” , una storia che emozioni la donna che la ascolta….”Non vendiamo soltanto la materia , ma molto di più …un’emozione….” questo è il mio concetto di gioielleria.

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Reebok Crossifit Nano 6.0: nessun confine all’innovazione

Reebok presenta Reebok CrossFit Nano 6.0, l’ultima evoluzione della scarpa da training per eccellenza.
La rivoluzionaria scarpa creata specificatamente per il CrossFit sei anni fa testimonia la volontà di innovazione che contraddistingue il lavoro di Reebok e la determinazione a migliorare costantemente la scarpa protagonista indiscussa nei box di tutto il mondo. La nuova Nano 6.0 è stata realizzata con un design innovativo, in grado di offrire il massimo supporto ai movimenti del piede sotto sforzo, e garantisce resistenza e performance grazie ad una suola completamente rinnovata, oltre a elasticità e resistenza con la nuova tomaia in Kevlar®.

Reebok CrossFit Nano 6.0 sarà disponibile dal 7 luglio su www.reebok.it e dal 23 luglio nei migliori negozi sportivi e fashion.

#Nano6 #BeMoreHuman #PowerToBeMore

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“BISOGNA AVER CORAGGIO”: IL CORTOMETRAGGIO DI ANTONY MORATO IN COLLABORAZIONE CON L’UOMO VOGUE

Antony Morato, brand italiano dalla vocazione internazionale e cosmopolita e L’Uomo Vogue, il più autorevole riferimento internazionale dello stile e del lifestyle al maschile, hanno presentato a Milano il cortometraggio dal titolo Bisogna aver coraggio.

Il corto prende il nome dalla diciannovesima scena del primo atto dell’opera del Don Giovanni. Il libretto di Lorenzo Da Ponte e le musiche di Mozart rivivono in chiave moderna per costumi e ambientazioni grazie alla regia di Elisa Fuksas e all’interpretazione
del protagonista Alessandro Roja.
Bisogna aver coraggio sarà in concorso al Fashion Film Festival Milano, fondato e diretto da Constanza Cavalli Etro, l’evento internazionale a cui partecipano i fashion film di tutto il mondo per condividere diversi punti di vista, codici estetici, narrativi e stilistici. Il cortometraggio, della durata di 5 minuti e realizzato dalla casa di produzione K48, racconta il crescere della consapevolezza di se stessi e la voglia di manifestarsi in una esplosione edonistica di affermazione della propria identità.

La preview del cortometraggio è disponibile al seguente link:

http://www.iamwhoiam.it/bisognaavercoraggio/

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Giorgio Armani lancia la campagna ADV autunno/inverno 2016/2017

Giorgio Armani ha appena lanciato la campagna autunno/inverno 2016/2017, scattata da Mert Alas e Marcus Piggott.
I modelli Mathilde Brandi, Maartje Verhoef, Heather Kemesky, Julian Schneyder, Andrey Zakharov e André Bona sono ritratti in un’atmosfera tenue, introspettiva che trasmette un profondo senso di realismo e sottolinea perfettamente il senso della collezione.

www.armani.com

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Le interessanti proposte di Burton per il swimwear maschile

Per la collezione Spring/Summer 2016, Burton ha inserito una linea di costumi maschili dalle fantasie giocose e gradevoli.
La linea swimwear prevede tagli comodi, mantiene tutte le caratteristiche dello street style rivisitando fantasie e colori tipici delle atmosfere outdoor. E per creare un beach outfit perfetto, Burton ha deciso di realizzare anche una serie di canotte da mixare ai costumi in un look tipicamente surfer.

eur.burton.com

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Il maschile sartoriale di Climber B.C. all’ombra della Madonnina

Si respira aria nuova a Milano. La ventata di novità riguarda un menswear dal carattere sartoriale e viene dalla Turchia, più precisamente da Adiyaman, un millenario insediamento sulla Via della Seta, ora patrimonio mondiale dell’Unesco. Da lì è partita l’avventura di Climber B.C., marchio fondato nel 1995 dai fratelli Samsama che fa parte della holding Cuno, una multinazionale con interessi ramificati in diversi settori d’azione. Già prim’attore a Pitti Uomo da qualche stagione, ora Climber B.C. ha inaugurato nel capoluogo lombardo un’importante showroom in via Borgonuovo. Con quest’apertura il marchio si appresta a scalare le vette del sartoriale maschile, grazie all’elevata qualità dei tessuti impiegati, tutti made in Italy e al concentrato di stile impresso al brand dalla matita di Erkan Çoruh, talentuoso designer premiato all’edizione 2010 di Who is on Next?. Çoruh è il direttore artistico sia della main line che della Climber B.C. Sartorial. Con lui la silhouette diventa asciutta e disinvolta anche quando si riverbera nelle giacche a doppio petto, accompagnate dai pantaloni skinny, e nei completi rigorosi. C’è di più. La Black Climber B.C., invece, è l’anima energica di questo menswear d’alta gamma, ed è tratteggiata dal designer Ümit Ünal. Tutte queste espressioni d’abbigliamento sono nel segno di Migration, il tema portante dell’estate 2017 che riunisce in sé il tocco artigianale, la capacità industriale, la tradizione che viene dall’Oriente e l’appeal occidentale. A Dilara Deniz Celebi il ruolo di Senior Manager per l’Italia, di questa realtà che è già distribuita in più di 30 Paesi attraverso una capillare rete di multibrand e monomarca.

www.climberbc.com

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Nike Jungle Pack: il potente richiamo della foresta ispira la storica azienda americana

 

Nella giungla, regno per eccellenza di colori ed energia, la natura è sovrana e il più veloce ha sempre la meglio. Ispirandosi a questo mondo dinamico, il Nike Running Jungle Pack offre un intenso disegno tropicale che raffigura la flora e la fauna equatoriale. Il Jungle pack include tre scarpe da uomo e da donna: la Nike LunarTempo 2, la Nike Pegasus 33 e la Nike Free RN, oltre ad una t-shirt da uomo, una canotta con incrocio stile olimpionico sulla schiena da donna, e una cappello.
Il Nike Jungle Pack è disponibile in su nike.com e in selezionati punti vendita.

 

www.nike.com

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DAMERINI SI NASCE O SI DIVENTA?

Probabilmente si nasce, se si fa riferimento al significato letterale del vocabolo, sicuramente lo si diventa quando si sceglie una cravatta di questo marchio. Perché Damerini non è più solo un lemma del Devoto-Oli o una voce della Treccani, dal 2014 è un rinomato brand italiano di cravatte fatte a mano. Tutto il progetto ruota intorno alla felice intuizione di aggiornare il lessico maschile dell’eleganza, mescolando disinvoltamente ironia e ricercatezza materica, alto artigianato e web iper tecnologico. Ago, filo e fantasia si dipanano worldwide grazie al sito e allo shop on line, dove si possono selezionare cravatte a tre, sei, sette e nove pieghe, interamente orlate a mano e prevalentemente sfoderate. Siccome è il particolare che fa la differenza, un piccolo bottone, creato e dipinto artigianalmente, è inserito sul retro della cravatta, come sigla di Damerini. Tra i fornitori delle materie prime ci sono le migliori seterie comasche, mentre per le stampe si è guardato oltre Manica, a un’azienda inglese che impiega, ancora oggi, l’antica tecnica di riproduzione a “quadri”. Ai tessuti più classici si aggiunge, per la primavera/estate 2017, anche lo shantung. L’uomo, però, non vive di sole cravatte. All’accessorio maschile per eccellenza si sono aggiunti i fazzoletti da taschino e i papillon, tutti realizzati con la medesima cura artigianale. Filo di Scozia, cashmere o cotone sono invece per le calze racchiuse nel classico boccaccio in vetro da conserva, di materna memoria. Non è finita qui. A breve sarà disponibile on line un’area dedicata alla cravatte da cerimonia e diventerà operativa la sezione bespoke. Qui sarà possibile customizzare interamente la propria cravatta, con l’aggiunta di un eventuale piccolo ciondolo in oro su cui far incidere le iniziali. Più personale di così. Lo diceva anche Honoré de Balzac, <Per conoscere un uomo, è sufficiente un colpo d’occhio su questa parte di lui che unisce la testa al petto>.

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Paltò presenta il trench coat

Paltò si presenta a Pitti Uomo nel segno della continuità: il brand toscano riparte infatti con una collezione estiva 2017 dedicata interamente al “Trench Coat”.
Simbolo di eleganza, distinzione e comodità, il trench è entrato di diritto nell’Olimpo dei capi icona di ogni uomo di cui si rispetti lo stile: indossato con capi formali fino agli ultimi decenni, riscoperto dai più giovani che lo accompagnano a look street e sneaker, compagno di viaggi dove spesso estati e inverni si scambiano e intrecciano.
Paltò ripropone il trench sia per l’uomo che per la donna in versioni monopetto e doppiopetto, con cintura o senza, con manica a giro o raglan, in una varietà di tessuti che rappresenta il punto di forza della collezione. Cotoni accoppiati bicolore, cotoni lavati e rammendati. Stampati. Fantasie, macro cheque, pied de poule. Freschi di lana tinto capo e tinto filo, microfibre impermeabili. Interni e fodere in fantasia, fil rouge della collezione.

Su questi concetti, di stile, eleganza e praticità, Paltò si sta affermando come punto di riferimento del capospalla italiano nel mondo, legando la propria immagine a cappotti e trench, un heritage invidiato trasportato lunghe le strade della moda del nuovo secolo.

http://www.palto.it

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Yezael by Angelo Cruciani: l’armata dell’amore del designer è ora Pink Power, e molto di più

Il suo uomo è anticonformista, colorato, con un gran sense of humour, lo si potrebbe definire un dandy 2.0, elegante, ma con un twist, in un epoca dove tutti siamo connessi con un click. Perché per quanto possa apparire eccentrico la figura maschile che veste Yezael by Angelo Cruciani ha cultura e senso civico, sensibilità e stile, sempre attenta alle nuove istanze che provengono dal web, ma pronta a dare valore ai momenti belli della vita lontano dai cellulari, esattamente come il designer, famoso per il suo guardaroba sopra le righe, ma anche per i suoi messaggi universali, che inneggiano alla libertà,all’amore, all’unione, ad una vita in cui non ci sono barriere. Per questo ci piace Cruciani, perché dietro ai colori di un uomo un po’ Pavone, c’è la sostanza di chi sa fare il suo mestiere e vive intensamente l’attuale momento storico, pensando però ad un futuro migliore. Lo abbiamo intervistato dopo la presentazione della nuova collezione durante l’ultima edizione di Pitti a Firenze.

Come ti sei avvicinato alla moda e perché hai deciso di creare un tuo brand?

Ho iniziato casualmente, ma sognandola fin da piccolo, la mia avventura nel mondo del Fashion  System all’età di 15 anni come modello, una ragazza che si chiama Monica del mio piccolo paese di origine, mi aveva segnalato ad un fotografo per un catalogo, da lì agenzia, Milano e poi sono arrivato a studiare all’Istituto Italiano della Moda di Roma, ma dopo pochi mesi già lavoravo per il brand Energie e Miss Sixty. Un inizio veloce alla fine degli anni ’90.

Ci parli di Yezael by Angelo Cruciani? Da quali input creativi ha preso forma, ma, visto il forte legame con il sociale, quali valori supporto e promuove?

Yezael significa Angelo dell’amore: un nome che riassume la mia essenza. Ho sempre sentito che il mio talento principale provenisse dalla comunicazione e che si esprimesse al meglio nelle collezioni di abbigliamento. Quello che creo non lo chiamerei Moda: il mio è un progetto di sensibilizzazione estetica, un abbigliamento che cerca di mostrare alternative agli stereotipi e all’immaginario collettivo. Yezael non è semplicemente una Griffe, credo che sia una missione che abbraccia simboli e limiti per modificare gli orizzonti dell’abbigliamento: un progetto ambizioso, ma in linea con una rivoluzione di settore ben evidente.
Io credo in un Mondo libero dal potere, in equilibrio con le sue contraddizioni: Yezael è la mia possibilità per contribuire a creare un mondo più dolce.

La collezione che hai presentato al Pitti?

Abbiamo presentato due collezioni differenti. Pink Power che è un flash militare, ma dell’armata dell’amore, che vede il camouflage reinterpretato nei toni della dolcezza con la dominante assoluta del Rosa, un omaggio ai fiori sparati dai cannoni del ’68. B-Side Love invece è la vera collezione primavera/estate 2017 irriverente e provocatoria porta all’esterno ciò che gli indumenti usualmente coprono: da qui stampe a Pisellini, donnine nude e baccanali pompeiani e babilonesi. Questa collezione racconta il lato fisico dell’amore: il piacere, il desiderio e una lussuria che cerca di diventare eleganza, il tutto ovviamente condito da molta ironia.

Se ripensi al tuo percorso, quale il momento più esaltante, l’incontro che ti ha segnato?

I momenti più emozionanti  del mio percorso creativo sono stati tantissimi, artisticamente sono legati ai Flashmob che  ho organizzato negli anni: il primo nel 2014 che aveva trasformato Corso Buenos Aires a Milano in un fiume d’amore con 50.000 cuori al cielo non lo scorderò mai, o il trillo squillante di Svegliatitalia (a favore delle Unioni Civili, ndr). L’incontro che ha più segnato la mia vita è stato quello con due grandi poetesse del Novecento: Vittoria Palazzo ed Alda Merini. Loro mi hanno insegnato a non valutare la vita tramite le apparenze, mi hanno spronato ad abbandonare le mie paure e salire sui vascelli della follia: senza coraggio non si arriva alla verità.

In generale chi è Angelo Cruciani lontano dal mondo della moda e quali altri mondi sono capaci di ispirarlo?

Angelo è un ragazzo molto semplice: curioso e interessato a tutto ciò che lo porta a conoscersi meglio. La mia vita privata è ricca di amici e di lezioni con maestri spirituali. Spesso lavorando in un mondo che dedica troppe attenzioni alle apparenze mi perdo tra le mie insicurezze e allora cerco in ogni modo di trovare in me la fonte della mia creatività e del mio essere una persona serena e positiva. Mi ispirano punti di vista diversi dai miei, le contraddizioni umane, l’incoerenza e la follia.

Che cosa è elegante per te?

Forse sono la persona meno indicata a dare definizioni di eleganza esteriore: spesso vengo definito eccessivo, circense ed eccentrico, ma quando mi vesto voglio esprimere gioia, quella felicità che avverto e che sono interessato ad esprimere: forse l’allegria non è eleganza, ma un sorriso veste meglio di qualsiasi sarto.
Trovo ad oggi estremamente elegante: educazione, umiltà, disponibilità e serenità , caratteristiche che trasformano il portamento e gli abiti stessi.

Invece il lusso cosa rappresenta oggi, quanto è importante?

Il lusso è per me sinonimo di abbondanza. L’idea che ha il mondo di una classe privilegiata che consuma beni dall’alto contenuto, creativo, qualitativo ed estetico oggi si sta rivoluzionando. Già da anni i beni di lusso sono diventati immateriali: tempo, serenità, gioia, allegria, spensieratezza, consapevolezza.
Quello che creiamo noi addetti ai lavori di un sistema che richiede grandi portafogli è spesso di ispirazione per ogni ceto, le nostre idee non si fermano al consumatore, ma oltrepassano i confini del cliente creando un mondo più bello per chiunque. I nuovi grattacieli di Milano, ad esempio, rendono più bella la città non solo la vita di chi può viverci.

Progetti per il futuro?

Ovviamente tanti, e ovviamente non solo inerenti alle collezioni di abbigliamento, ma in questo momento la mia principale attenzione è verso Yezael, vorrei che il suo sviluppo commerciale creasse salute ed opportunità per tanti.
Prossimamente un nuovo Flashmob per ridisegnare le relazioni nell’anno 2016 che coinvolgerà 100.000 persone.
Per ora e per scaramanzia tutti gli altri sono segreti, incrocio le dita ventiquattr’ore al giorno perché il mio sogno continui e abbracci tutti quelli che hanno voglia di sognare di più.

www.yezael.com

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Angelo Cruciani @credit Sergi Planas
Angelo Cruciani @credit Sergi Planas

Kooness – l’arte a portata di click

Un sito dove comprare opere d’arte in modo semplice e intuitivo. E, soprattutto, sicuro.

Una piattaforma online dove acquistare opere d’arte che si rivolge a gallerie, fondazioni o, più semplicemente, appassionati. E’ Kooness, marketplace che si è aggiudicato il premio StartmiUp in occasione della Global Social Venture Competion 2015 e nato da un’idea del 27enne mantovano Lorenzo Uggeri, dopo aver studiato Understanding the global art market al Sotheby’s Institute of Arts a New York, .

Un luogo (virtuale) grazie a cui cliente e venditore possono entrare in contatto in modo semplice e sicuro. Ma come funziona Kooness? «Invitiamo le gallerie in target ad entrare in piattaforma – spiega il team – poi, insieme ai galleristi, selezionamo gli artisti e le opere da esporre sulla piattaforma e controlliamo i prezzi in base all’andamento del mercato. L’utente può scegliere l’opera che desidera seguendo le gallerie o gli artisti che preferisce, oppure può applicare i numerosi filtri di selezione che permettono in pochi click di visualizzare solo le opere che si desidera».

Ogni opera, la cui ricerca può essere effettuata anche per galleria o artista, è presentata in high quality images. Tutto questo comodamente da casa, dal pc oppure dal proprio smartphone attraverso l’app con tecnologia di realtà aumentata, disponibile per iOS e Android. «Le opere – continuano – vengono spedite direttamente dalla gallerie insieme ai certificati di autenticità e Kooness coordina e controlla tutto il processo. La nostra mission è quella di aprire le porte delle gallerie d’arte a chiunque abbia una connessione ad internet. Vorremmo diffondere l’arte in ogni casa dando la possibilità a collezionisti e galleristi di incontrarsi “virtualmente” anche a migliaia di kilometri di distanza».

Non siete soddisfatti? Potete restituire l’opera gratuitamente entro 14 giorni dalla ricezione. «Kooness – conclude il team – vuol essere un punto di riferimento per collezionisti e per semplici appassionati d’arte. Vogliamo diventare il Farfecth dell’arte».

 

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HOSIO MAGLIERIA MADE IN ITALY

I due HOSIO e OBVIOUS BASIC fanno parte dell’azienda Emmegierre Fashion, fondata nel 2004 ma con una tradizione nata nel 1962 , che parte da un piccolo laboratorio di maglieria e da un’idea di Erminio Vavassori e da sua moglie Rosa Frigerio e sviluppatosi successivamente  grazie alla continua ricerca di materiali e lavorazioni. Per questo motivo il fulcro di tutte le collezioni resta sempre la maglia, assoluta protagonista che stagione dopo stagione viene re-interpretata e arricchita con nuovi accostamenti. HOSIO e OBVIOUS BASIC sono entrambe linee d’abbigliamento maschile, ma con dress code differenti, URBAN CHIC il primo e SMART CASUAL il secondo.

HOSIO
Brand nato nel 2013, si ispira ad uno stile Urban Chic dove la maglieria,  l’attenzione al dettaglio e l’avanguardia sartoriale vengono messe al primo posto. Realizzata dal designer Roberto Vavassori, la collezione SS 17 presentata questo Giugno a PITTI e a TRANOI a Parigi, propone capi adatti al “viaggio quotidiano” dell’uomo contemporaneo, dinamico in cerca di stile, comfort e qualità. “Urban Globetrotter” è stata battezzata la collezione SS 17 firmata HOSIO dove lo spirito pionieristico e l’esigenza di cambiamento nonché la funzionalità esaltano la contaminazione tra grafiche classiche e fantasie etniche. La Beetle Jacket , giacca iconica e rappresentativa delle collezioni HOSIO, proposta in piu’ versioni e varianti ed inserita nei vari temi  della collezione,  esprime il mood della SS 17 ovvero: un momento di “encounter culture” di stili  e tradizioni differenti mixati per ottenere una proposta “urban” raffinata e unica. Sempre al centro di ogni stagioneè la maglieria, in questa occasione HOSIO dedica alla finezza 16, lavorazione particolarmente cara al brand, una serie di capi “continuativi” versatili e trasversali, fortemente rappresentativi dell’identità HOSIO.

Roberto Vavassori, designer del brand HOSIO, all’interno del suo sito ha creato un blog con l’intento di condividere il suo know-how e le tecniche di sperimentazione innovative che applica di collezione in collezione .
I ricordi della mia adolescenza sono legati a giorni spesi ad imparare, fianco a fianco a mio padre tutto l’assimilabile. Credo sia nata lì una passione che ancora oggi è viva e che alimento in continuazione, affiancando al mio know how tecniche di sperimentazione innovative, che applico ai capi, di collezione in collezione.

Attualmente, definisco il nostro laboratorio di maglieria un “laboratorio artistico” dell’arte magliaia, dove si integrano un sapere ad oggi quasi dimenticato, con le contaminazioni esterne provenienti da differenti realtà.

Sono convinto che il sapere sia l’unico bene che accresce il suo valore con la condivisione. Per questo che ho deciso di condividere questa mia conoscenza attraverso un blog, che permetterà a chi lo leggerà, di saperne di piu’ sulla maglieria, sulla sua storia e sulla sua vita contemporanea.” Roberto Vavassori

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Suggestions

Un’edizione della Fashion Week all’insegna dei giovani. La Camera Nazionale della Moda Italiana promuove alcuni nomi emergenti e li porta in passerella, brand come Sunnei, Moto Guo, Jun Li, Strateas Carlucci, ma si rinnova anche l’appoggio di Giorgio Armani alle nuove leve, questa volta a sfilare nel suo Armani/Teatro è Miaoran, uno dei finalisti delle passate edizioni uomo e donna di “Who’s on next?”. Molta attiva durante le giornate della moda maschile sarà la fiera White, con eventi o aree dedicate a designer italiani e stranieri, con una presenza notevole di brand dal Nord Europa. Fermenti e novità a stemperare le defezioni dal calendario ufficiale, in attesa dei possibili cambiamenti a cui sta andando incontro il fashion world.

Dancing in the street con Soulland
Le giornate dedicate alla moda maschile a Milano iniziano già venerdì 17. Ad aprire le danze un paio di sfilate, ma soprattutto alle 18 l’evento del brand scandinavo Soulland, cui farà seguito un cocktail, una presentazione/performance con musica in strada davanti a INNER, negozio in via Pasquale Paoli 4, di proprietà di Claudio Antonioli e nato proprio di fronte allo storico cult shop milanese. Il marchio scandinavo di proprietà dal 2006 del designer Silas Adler e del CEO Jacob Kampp Berliner, venduto in negozi importanti come Colette a Parigi e nei suoi flagship store, come quello a Copenaghen e a Bangkok, preferisce il capoluogo lombardo a Londra per una sorta di flashmob aperto alla gente e spontaneo.

Miaoran sfila all’Armani/Teatro
Ormai abitudine nella fashion week milanese che un grande della moda italiana come Giorgio Armani ospiti nel suo spazio Armani/Teatro un designer emergente. Questa volta tocca a uno stilista cinese che ha creato, nel 2015, il brand che porta il suo nome. Miaoran è già stato finalista dell’importante contest “Who’s on next?” e ha sfilato lo scorso gennaio ad AltaRoma con la collezione per la f/w 2016-17. “Ringrazio Giorgio Armani per il sostegno e l’opportunità che mi ha dato di sfilare all’Armani/Teatro. È un grandissimo onore per un giovane designer che viene da lontano e che ha scelto Milano per vivere e lavorare”, ha dichiarato Miaoran, che porta sulle passerelle milanesi il suo stile fatto di proporzioni oversize e contrasti di materiali.

White e Revolver Copenaghen uniscono le forze.
Un ponte fra due culture, ma anche la voglia di aiutarsi nel far conoscere le proprie realtà di moda ad un’audience più vasta. Due importanti fiere internazionali, il White e Revolver Copenhagen, uniscono le forze ed iniziano a collaborare già da questa edizione di giugno della fiera milanese e per le prossime tre edizioni. 15 brand scandinavi saranno presenti al White in un’area dedicata, un’occasione per avvicinarsi ad un mondo affascinante, ma poco conosciuto in Italia. Lo stesso succederà dal 10 al 12 agosto per un ugual numero di marchi italiani che saranno presenti in uno spazio speciale di Revolver, fiera che si tiene a Copenaghen, nel Meatpacking district.

Il nuovo dalla Cina al White: Sankuanz
Arriva dalla Cina Sankuanz, marchio creato da Shangguan Zhe, special guest per la sezione Menswear, con una special area arricchita da un’installazione artistica curata dallo stesso designer, dell’edizione di giugno del WHITE, fiera che continua la sua attenzione verso realtà nuove provenienti dal panorama internazionale e una sua precisa ricerca nella moda cinese. Il designer, classe 1984, ha partecipato all’International Woolmark Prize ed è stato finalista del LVMH Prize nel 2015. Vestibilità over contrapposte a tagli sartoriali, estetica genderless, ma dal gusto pop, Shangguan Zhe ama mescolare e nella sua moda convivono il rigore delle uniformi, riferimenti all’arte contemporanea ed elementi sporty vintage.

Un “Underwater Love” per WOW – WHITE ON WEB by Highsnobiety + Luisaviaroma
Highsnobiety torna a collaborare anche per questa edizione con WHITE, per il progetto WOW – WHITE ON WEB by Highsnobiety + Luisaviaroma. Ospiti dell’area WOW in via Tortona 54 – Ex Ansaldo, con una speciale installazione, dieci designer scelti dal team della piattaforma online di riferimento per il mondo streetwear e lifestyle. 3.Paradis, Black Rabbit, Grind London, Nilmance, The Incorporated, ZDDZ, C2H4 L.A, GCDS, Ne.Sense, New Future London, i marchi selezionati, sono chiamati a realizzare una capsule collection ispirata a “Underwater Love”, tema del prossimo Firenze4Ever, evento che due volte l’anno promuove la collaborazione tra brand, blogger e fashion influencer. La capsule, venduta in esclusiva su Luisaviaroma.com, verrà presentata in anteprima proprio nello store di Firenze durante Firenze4Ever.

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Tobias Ahlin – chiacchiere con un innovatore culturale

E’ giovanissimo, ma ha già lavorato in alcune delle aziende più rinomate e ambite del mondo, Spotify e GitHub per dirne due. E’ un creativo, un visionario e un innovatore in tutti i sensi.
Playlist preferita di Spotify? Ne ha creata una tutta sua negli anni con più di 600 brani!

Come ti piace descriverti? Sei un designer, un insegnante e un programmatore: come si coniugano queste diverse attitudini in te?
La domanda che temo di più è “Cosa fai”. I miei tentativi di dare una risposta completa e comprensibile di solito iniziano con un elenco di lavori e occupazioni concrete e si concludono con pezzi sbriciolati di carta e un bicchiere vuoto di whisky. Attualmente mi sto occupando di analisi dei dati, fisica, statistiche, sto anche imparando a suonare il pianoforte, e sto approfondendo la mia conoscenza del francese. Penso che quello che lega tutto sia l’amore per la novità, la convinzione di poter sempre imparare cose nuove, e la follia degli altri nell’assumermi. So bene però quello che amo: incontrare nuove persone, imparare cose nuove, e creare cose nuove. Mi piace finire quello che ho iniziato, ma amo anche smettere un lavoro o un’abitudine per provare qualcosa di nuovo. E’ così che hanno preso forma tutti i miei interessi, progettazione, insegnamento, e programmazione, ma non so ancora quale sarà il prossimo!

In passato, tra le tante collaborazioni, sei stato anche in Spotify e in GitHub. Che ruolo avevi?
Ho avuto la fortuna di iniziare a Spotify la stessa settimana in cui il loro progettista precedente smetteva. Era una società più piccola allora, e come designer fresco di laurea, mi sono trovato responsabile del design dell’interfaccia utente per tutti i prodotti di Spotify.
Il servizio era già enormemente popolare in Svezia, ma non a livello internazionale: discutere il prodotto con amici e sconosciuti ha formato il mio modo di pensare riguardo ciò che può essere prezioso in un’esperienza del genere. La gente spesso menzionava i dettagli, come ad esempio la sensazione di un’animazione o quanto velocemente una canzone iniziasse, questo li aveva fatti amare Spotify. Non strane caratteristiche tecnologiche, ma come sentivano le cose. Lavorando in grandi aziende come Spotify e GitHub, il mio approccio era una sorta di Aikido (ndr. Arte marziale giapponese). Ora per mirare dritto alla semplicità e fare di questo il mio unico obiettivo, cerco persone e progetti che si allineino con questa visione, anche se solo temporaneamente. Se mi capita di incontrare resistenza, cerco di riallineare quella resistenza con la mia visione, ma se non ci riesco, cerco di passare a un altro progetto. Alla fine questo significa che non potrò mai fare tutto quello che voglio, ma sicuramente avrò fatto più che se fossi rimasto in un posto lottando per una sola causa.

Qual è la tua visione come sviluppatore?
Il mio approccio e la visione è sempre stato più o meno lo stesso: voglio creare prodotti che la gente ami. Mi piace semplificare e migliorare l’essenza di un’app o di un prodotto. Ora, facile a dirsi perché la maggior parte delle aziende non è d’accordo con questa visione. Non si ottiene nessuna pubblicità se togli delle caratteristiche al tuo prodotto, e non sarà certo possibile ottenere nessuna promozione. La maggior parte delle aziende di tecnologia ha forti incentivi a lanciare continuamente nuovi aggiornamenti e aggiungere cose nuove. L’impegno per la semplicità è spesso in conflitto diretto con tali incentivi.

A proposito di posti, con GitHub immagino lavorassi da remoto…Pensi che questo sia il futuro per la tua professione? O addirittura per qualsiasi tipo di professione?
La sede centrale di GitHub si trova a San Francisco e io di solito lavoravo da qualche parte in Europa, come facevano molti dei miei colleghi. Non tornerò mai a lavorare di nuovo alla scrivania. Credo che lavorare in remoto sia una modalità che sempre più aziende abbracceranno, e che sia fantastico per una serie di motivi. Tutte le nostre vite sono intrinsecamente imprevedibili, e avere la possibilità di non trascorrere la maggior parte delle nostre giornate legati a uno spazio fisico, rende più facile condurre una vita felice e alla fine fare anche un buon lavoro. E se si sta eseguendo un business, il lavoro a distanza fatto bene significa più facilità nell’assumere perché non si è limitati alla tua città o paese, significa avere meno spese per il materiale e per gli spazi da ufficio, e soprattutto vuol dire avere dipendenti più felici e più produttivi. Credo e spero che diventerà la regola piuttosto che l’eccezione.

Cosa ti piacerebbe creare in futuro?
Una scuola. Credo che ci sia bisogno di cambiare radicalmente il nostro modo di pensare l’educazione. In tutto il mondo, le scuole hanno la tendenza a perdere lentamente contatto con la realtà, e di insegnare la teoria per il bene dell’insegnamento della stessa teoria. È inutile. Si continua poi per tutta l’università con libri di testo da memorizzare, nonostante i posti di lavoro sono pratici per loro stessa natura. Se il nostro lavoro è, alla fine pratico, perché non s’impara con la pratica? Perché non ci concentriamo sulla creazione di cose e facendo errori? Oltre a questo credo che il ruolo della scuola nella società, non sia solo quello di prepararci per il lavoro, ma anche alla vita in generale. Trovo che ad esempio la Scuola di vita di Alain de Botton sia un grande esempio della direzione verso cui dovremmo andare. Le nostre scuole sono fondamentalmente disallineate con il modo in cui effettivamente impariamo, e hanno bisogno di cambiare.

Ai primi di giugno sei a Milano per iCodex, il primo hackathon d’innovazione culturale, secondo te qual è l’importanza della cultura nella nostra società?
Secondo me la cultura nella nostra società ha il ruolo fondamentale di mettere in discussione lo status quo, di combattere l’ignoranza, e di creare empatia. Siamo a un livello sempre più alto di consumo di informazioni, e ci viviamo dentro e vogliono vedere e sentire solo cose che approviamo. Rischiamo lo sviluppo di una società sempre più polarizzata, con partiti estremisti che spuntano lungo l’intero spettro politico. La cultura non mette necessariamente tutti d’accordo, ma può farci capire l’un l’altro, e tenere insieme.

Photography | Agnes Stenlund

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Claudio Antonioli – L’arte dello scouting

Punto di riferimento per una clientela ricercata e innovativa Antonioli è uno dei concept store più innovativi per il brand mix e l’approccio web all’avanguardia. Abbiamo incontrato Claudio Antonioli per parlare di scouting e del progetto con WHITE e il designer danese Soulland.

In cosa si diversifica la selezione dei brand per il web rispetto al negozio fisico?
L’esperienza online e fisica vanno di pari passo. L’online mi ha consentito di sviluppare progetti e proposte anche più difficili e di ricerca. Nel negozio fisico c’è una selezione dettata anche da motivi di spazio. Le due dimensioni interagiscono e si rafforza l’una con l’altra. Ad esempio Il sito ha aiutato molto il negozio a farsi “ricordare” e conoscere.

Il tuo scouting: quali i paesi che trovi più interessanti al momento e perché?
Con i miei buyer copriamo quasi tutte le fashion week, da Tokyo a Seul, passando per Londra e Copenaghen, oltre a Parigi che resta un punto di riferimento. Personalmente i designer del Belgio e Londra sono i migliori per visione creativa. La moda italiana, anche dei giovani, è meno sperimentale, seppur molto importante a livello commerciale.

Come vedi il ruolo di Firenze e Milano rispetto alle capitali come Parigi?
La forza di Firenze è di essersi aperta al mondo ospitando designer internazionali e grandi eventi di richiamo grazie a forti investimenti economici. Anche Milano dovrebbe crearsi un indotto che parte dalle scuole di moda e creare spazi alternativi come le numerose gallerie a Parigi che resta un riferimento con un calendario importante. A Milano con WHITE è importante il ruolo del salone nel mostrare i trend e le pre-collezioni donna

Che cosa pensa del See now buy now e della velocità del fashion system?
E’ impossibile fermare l’evoluzione di internet  e pensare di tornare indietro. La comunicazione è parte essenziale del sistema e bisogna adeguarsi ai tempi

Cosa ti piace di Copenaghen e della moda nordeuropea in generale?
Trovo sia una concezione della moda un po’ diversa, dove esistono brand piccoli molto interessanti con una distribuzione mirata. E’ soprattutto un’esperienza importante che ti apre la mente su un certo tipo di visione.

I tuoi nuovi progetti e sfide
Ho appena aperto un nuovo negozio Antonioli a Ibiza che è tornata a essere un crocevia importante sia di comunicazione, sia di business. Amo il mood della città e la scena musicale. Proprio dalla passione per la musica elettronica è nata anche l’idea di rilanciare uno storico club di Milano il Divina che sto rinnovando e rilanciando con un nuovo concept e line up di dj. Cerco di seguire sempre le mie passioni.

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Beauty Routine

Alla scoperta delle abitudini beauty di Luigi Campa, ballerino classico. I prodotti di bellezza che ama e perché.
Luigi Campa balla da sempre. La danza é la sua passione che si è trasformata nel tempo in professione. Dal Salento, dov’è nato, si è trasferito giovanissimo a Milano, per prendere lezioni presso la scuola di ballo del Teatro alla Scala. L’anno del diploma entra a far parte della celebre compagnia di Vladimir Malakhov, allo Staatsballet di Berlino, lavorando con i migliori ballerini del mondo. Da due anni é ritornato nella sua Italia e fa parte del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, che vanta una delle più prestigiose compagnie di danza classica al mondo, sotto la direzione di Makhar Vaziev. Scopriamo insieme la sua beauty routine.

Un succo detox o una tisana che ama bere.
Amo sia succhi che tisane, i primi solitamente li bevo al mattino, perché mi danno la giusta carica per un buon inizio di una giornata atletica. Una tisana con proprietà rilassanti (a base di valeriana, passiflora, biancospino, iperico, camomilla, melissa e tiglio) prima di andare a letto é l’ideale.

Profumo preferito.
Romantina di Juliette Has a Gun.

Essenza per la casa preferita.
Quelle al muschio bianco, mi trasmettono il senso di freschezza di un ambiente pulito e puro.

Un rito prima di coricarsi.
Il mio rito prima di andare a letto é fondamentale e comprende una serie di addominali e degli esercizi di stretching per la schiena e le gambe, fondamentale per una serena dormita.

I prodotti beauty indispensabili nella sua beauty routine.
I prodotti di La Mer, idratanti e sieri, formule uniche con estratti naturali di alghe che hanno il potere di lenire la mia pelle sensibile.

Cosa fa per mantenersi in forma.
Essere in forma é l’ABC del mio mestiere. Lezione di danza classica al mattino, prove dei vari balletti per tutto il pomeriggio, palestra e piscina la sera, e una buona alimentazione ricca di proteine. La forma non potrà che essere smagliante….

Quante volte si guarda allo specchio.
Non posso dire molto a riguardo perché la mia giornata quotidiana si svolge in sala da ballo dove mi ritrovo circondato da specchi, fondamentali per le auto correzioni.

Bagno o doccia.
Doccia dopo ogni attività fisica, bagno rilassante dopo gli spettacoli.

Un cibo che la fa stare bene.
Mi fa stare bene il biologico che proviene dalla mia terra (Il Salento).

Un vizio che si concede.
Mi concedo una sigaretta nei momenti di forte stress quando devo affrontare un primo ruolo.

Una mania beauty.
Denti sempre bianchi, puliti e curati.

Nella sua beauty routine qual é il prodotto al quale non rinuncerebbe mai?
Non potrei mai rinunciare alla Mask Gel Plus, dei Laboratori Farmaceutici Krymi, una maschera perfetta da applicare dopo la barba evitando qualsiasi tipo di irritazione.

Cosa non manca mai nel suo frigorifero.
Non mancano mai le uova fresche che compro in fattoria, é l’alimento che sento interagire di più con la mia muscolatura.

Gli indirizzi beauty preferiti nella sua città.
Viaggio molto, cambio sempre città e adoro gli hotel per via delle SPA, posso consigliare quelle dei Four Season, fantastiche in tutte le città. Il Bristol di Parigi, Claridge’s di Londra sono i miei preferiti in Europa, per rilassarmi ed essere viziato.

Fuori dal suo lavoro come ama vestirsi?
Il mio stile è totalmente classico: da teatro, il luogo in cui sono cresciuto, che mi ha insegnato il bello, la raffinatezza e l’eleganza, che credo vinca sempre su tutto.

Tra i capi del suo guardaroba quali ama di più.
Quelli di Prada, mio sento a mio agio indossando i loro meravigliosi abiti e mi stimola molto il lavoro concettuale dietro le sfilate che va oltre il tema fashion, mi fa viaggiare con la mente attraverso le loro ispirazioni sempre vicine all’arte e agli artisti. Negli accessori prediligo molto anche Hermès: status perfetto per qualsiasi luogo, situazione, ora della giornata.

Gli indispensabili nella sua valigia dell’estate.
Quando viaggio non porto molte delle mie cose  perché quando sono in vacanza amo fare shopping, specialmente dopo una lunga giornata al mare. Amo riempire la mia valigia in ogni viaggio sempre di cose nuove per essere meno triste al ritorno. Non mi separo mai dei miei gioielli di Cartier, in quanto sono sempre stato un appassionato di gemmologia, e una delle tante storie legate a questa mia passione è quella del meraviglioso lavoro di Jean Cocteau. Sono pezzi che mi fanno stare bene quando li porto con me, li ho scelti appassionandomi alla storia, al lavoro di queste persone speciali, nel momento in cui ho scelto di avere qualcosa creato da loro non l’ho fatto solo per il semplice valore ma per le mille emozioni che solo chi ha un cuore sognatore può capire.

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Focus on watches

Hanno vinto la sfida più difficile per un orologio, quella dell’impermeabilità, ma il fatto di essere dei vincenti è solo uno dei motivi per i quali i modelli subacquei sono tanto apprezzati. Indipendentemente dal fatto che ci li porta decida o meno di immergersi nelle profondità del mare, essi piacciono per il loro look, tecnico ma perfettamente adatto a tutte le situazioni dalla spiaggia alla vita di città. Una versatilità che fa sì che anche quest’anno non siano mancate numerose proposte in questo senso, ma per orientarsi al meglio tra le novità di quest’anno, quali sono esattamente le caratteristihe dei modelli subacquei?
La cassa è quasi sempre tonda in quanto forme particolari o spigolose mal si accordano con le esigenze d’impermeabilità.
Presente solo su modelli professionali la valvola dell’elio serve ad evitare che il vetro dell’orologio esploda dopo una lunga permanenza sott’acqua in una campana.
La lunetta deve essere girevole ed unidirezionale perchè il fatto che si muova soltanto in senso antiorario fa sì che, in caso di urti accidentali, segnali sempre un tempo (ad esempio quello trascorso in immersione), superiore a quello reale.
Il quadrante deve essere leggibile anche in profondità e quindi semplice e ben illuminato.
Una curiosità: le prove di tenuta stagna, sui modelli impermeabili fino a 100 metri e oltre sono eseguite su tutti gli esemplari prodotti (mentre le prove riferite alle impermeabilità inferiori sono eseguite a campione) e prevedono l’immersione in acqua, ad una temperatura di circa 18 gradi, quindi anche i modelli subacquei non dovrebbero mai essere indossati per fare un bagno caldo o una sauna.



 

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LOEWE PRESENTA LA NUOVA ADV CAMPAIGN PRIMAVERA-ESTATE 2017

Il 23 giugno, in concomitanza con la settimana della moda di Parigi, LOEWE ha presentato in anteprima la sua prossima campagna pubblicitaria primavera/estate 2017, mostrando la sua ultima collezione uomo un giorno prima del lancio ufficiale. Le poetiche immagini della campagna LOEWE comprendono una composizione di Steven Meisel costituita da foto in bianco e nero tratti dai suoi archivi e rifotografate dall’artista; segno di una continua collaborazione tra Meisel e LOEWE e, allo stesso tempo, una riflessione del fotografo sulle sue opere iconiche. Sempre di Meisel, ritroviamo uno scatto che svela in anteprima un look della collezione uomo LOEWE che sarà presentato proprio oggi, venerdì 24 giugno. Nella composizione Jackson Wakefield indossa pantaloni in nappa verde bosco e sandali oro, su uno sfondo dall’effetto vortice ottenuto dalla corda spessa che evoca un senso di disequilibrio cinetico. L’immagine della borsa da weekend Goya, prodotto chiave LOEWE, è stata invece realizzata dal fotografo Damien Ropero, e sarà disponibile in punti vendita selezionati e su loewe.com a partire dal 16 luglio.

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CAMICIA D’IDENTITÀ

Mostrami la tua camicia e ti dirò chi sei. Elegante, sportiva, ironica, spigliata la primavera/estate 2017 di questo capo si fa spazio tra colori vividi e tagli asciutti, tra tessuti naturali e nuance classiche in un caleidoscopio di opportunità eclettiche tutte da indossare

Risolutamente. Così si dovrebbe indossare una camicia. Perché è uno dei più importanti capi d’abbigliamento presenti nel guardaroba maschile. Perché può essere paragonata, quasi, a un documento d’identità per chi la indossa. Perché d’estate, quando riaffiora in superficie dopo un inverno passato al coperto di maglioni e cappotti, diventa protagonista di stagione, anche al posto della giacca. Perciò, mostrami la tua camicia e ti dirò chi sei. Xacus, brand vicentino di camiceria, tocca la soglia dei 60 anni di attività e festeggia l’anniversario con una capsule ispirata al mondo di celluloide. A shirt a star è una carrellata tra i divi di ieri e di oggi, tra lo scanzonato Elvis Presley, seduttore alle Hawaii e la grinta manageriale di Michael Douglas a Wall Street, passando per l’aplomb di James Bond e la tenerezza di Tom Hanks in Forrest Gump. Da Bagutta il cotone si tinge di nuovo. Accanto alle intramontabili camicie bianche, interpretate con un esprit sempre diverso, spiccano inedite stampe full color, che rubano gli accenti cromatici a Flora e Fauna e trasformano chi le preferisce in una rappresentazione dell’allegria. L’eleganza di Sonrisa non si discute, s’indossa. La griffe italiana aggiunge un ulteriore capitolo alla propria shirtpedia e presenta Fior di cotone, una camicia che punta sulla profumazione. La rassegna estetica per la prossima stagione calda punta anche sul lino puro e sui tessuti placcati, mentre la palette spazia dalla vivacità dei tipici colori estivi alle rarefatte atmosfere dei verdi più intensi, dei grigi e degli azzurri. Neil Barrett legge tra le righe, spezzate, della sua collection che attraversa le culture e racchiude input creativi provenienti dai quattro angoli del mondo. La sua è una camicia cosmopolita. Questo caposaldo dell’abbigliamento acquista nuovo significato nella lettura di Shirt Studio, dove viene messa in risalto l’individualità di ognuno grazie alle sofisticate interpretazioni dal taglio sartoriale che lo stilista Alfredo Fabrizio regala ai suoi modelli.

VALEXTRA PRESENTA LA COLLEZIONE PRIMAVERA-ESTATE 2017

Valextra, brand di pelletteria noto per la sua estetica minimale, perfetta e colorata, hapresentato nella boutique Milanese in via Manzoni la nuova collezione primavera/estate 2017. Una collezione dove grafismo, purezza, colore e funzionalità vengono esasperati enfatizzando l’individualità e la personalizzazione dell’accessorio. Applicazioni geometriche, zip metalliche e tinte ad alta intensità rinnovano ed arricchiscono i modelli iconici, le ventiquattrore sottili e lo zaino multiuso da portare a mano o sulle spalle. La boutique Milanese, invasa da un tripudio di colori e rigore, ha sprigionato emozioni contrastanti attraverso gli abbinamenti azzardati del giallo, del blu elettrico, del bianco ottico, del ruggine e del verde safari assieme all’inserimento di zip ingegnose su cui fissare miniature in pelle di diverse forme e misure che trasformano totalmente l’identità della borsa. Impeccabile, creativo e di qualità, il brand Valextra con la sua attitudine estrosa ma rilassata ci lascia piacevolmente colpiti proponendoci una collezione dinamica, funzionale e divertente.

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Thrill of speed: il dinamismo delle gare automobilistiche nella SS 2017 di Letasca

Fondato nel 2014 dagli amici Elbio Bonsaglio ed Edoardo Giaroli, Letasca è un brand a cavallo fra estetica e funzionalità, attualmente venduto in 60 negozi multimarca di lusso nel mondo e apprezzato da alcune delle più importanti celebrity internazionali. La collezione “Letasca Officina” per la Primavera/Estate 2017 è ispirata al mondo delle corse automobilistiche: il punto di partenza sono le tute dei piloti di Formula Uno che danno vita alla giacca in denim nero dalle impunture verticali con toppe ton-sur- ton.
La giacca waterproof, in jeans leggero e foderata in cotone doppiato con una speciale resina, si ispira alle tute dei meccanici. Completa la collezione una proposta di modelli in nylon laminato per un effetto scintillante.
Letasca sviluppa ulteriormente anche il suo capo iconico: il gilet multitasche, presentandolo con un fit e con proporzioni dalla maggior vestibilità, ottenuta grazie all’utilizzo di stoffe pregiate.
La palette dei colori parte dal nero, cifra stilistica del brand, fino ad arrivare alle sfumature del beige, del blu e del verde.

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FARE LE SCARPE A UNO CHEF

Quando un designer di calzature incontra un designer del gusto di Marco Laganà

Una speciale chiacchierata tra Massimo Bottura, figura chiave nel panorama degli chef italiani, e Marco Laganà, giovane designer di calzature, il quale realizzerà una linea di scarpe dedicata proprio allo chef stellato modenese. Moda e cucina, due mondi differenti con differenti modalità di espressione e un obiettivo comune: rendere contemporanea la tradizione Italiana, valorizzandone e accentuandone i punti di forza, portando il meglio del nostro passato nel futuro.
Chef della rinomata Osteria Francescana, Modena, Massimo Bottura racconta le origini della sua passione, e la ricerca costante che parte da un’idea o un concetto e lega l’ispirazione al piatto.

Il tuo primo ricordo o sensazione che ti saresti avvicinato al mondo del food, com’è successo?
La domanda non è tanto “come”, ma “dove”: sotto il tavolo della cucina.
Era il mio rifugio da bambino per sfuggire ai miei fratelli, fra i piedi di mia nonna, mia madre e mia zia che tiravano la pasta per i tortellini. Nel loro chiacchiericcio trovavo pace e serenità.
Se si vuole cercare a tutti i costi una data, posso raccontare di quell’inverno del 1986, di quando mio fratello mi parlò di una trattoria in vendita appena fuori Modena, di quando capii che la cosa giusta da fare non era proseguire gli studi in legge, ma queste sono solo decisioni – per quanto importanti – indotte da qualcosa di più grande, di più antico. Il vero input, inconscio e impresso per sempre nella mia storia, l’ho avuto sotto quel tavolo della cucina.

Come definiresti la tua filosofia in cucina?
Come dico sempre la mia è una cucina di territorio vista da 10 Km di distanza. Nelle mie vene scorre aceto balsamico, i miei muscoli sono fatti di Parmigiano Reggiano e le bolle del lambrusco dipingono i miei sogni. Ma, soprattutto credo che l’Osteria Francescana abbia uno stile suo, identificabile e riconoscibile, canonizzato attraverso alcuni piatti che hanno fatto la nostra storia in questi vent’anni e, che ora come ora, la riassumono, come “A volte germano, a volte pernice, ma anche bollito”. 

Uno dei tuoi piatti iconici: come è nato e quali gli ingredienti che ami utilizzare per le tue creazioni? Quanto è importante la dimensione estetica del piatto e come riesci a conciliare tradizione e ricerca del nuovo?
Ogni piatto sul menu nasce da un’idea, qualcosa che voglio esprimere col cibo. Può essere un’idea di colore, musicale, del territorio, della memoria, un’esperienza o la sovrapposizione di una cultura su un’altra.
Alcuni dei piatti della carta sono idee che sono nate 15 anni fa. Io cerco da sempre di portare il meglio del nostro passato nel futuro. Non dobbiamo mai in nessun caso perderci nella nostalgia per il passato, bensì metterlo in discussione in maniera critica e non nostalgica.
Questa è la chiave.
Piatti come le “5 stagionature del Parmigiano Reggiano in diverse consistenze e temperature” o “ll bollito misto non bollito” (ora in carta come “bollito misto”) sono le espressioni di questo modo di vedere la tradizione. La nostra cucina non è solo questo, è una ricerca costante che metta in discussione anche noi stessi e la nostra stessa storia.
Ora siamo concentrati sulla dimensione etica, senza però abbandonare l’estetica. Lo sviluppo del Refettorio Ambrosiano, durante l’Expo di Milano 2015 e la successiva nascita dell’Associazione Food for Soul sono servite come stimolo in Osteria Francescana per tutto il team.

Moda: individua una figura che reputi fare nella moda il proprio lavoro con una vision simile alla tua.
La maison Margela di anni fa con il suo recupero del passato.
Attualmente adoro il nuovo stile di Gucci e il cambio di direzione che sta rappresentando la personalità di Alessandro.

www.osteriafrancescana.it



Marco Laganà

Dopo gli studi, Marco si trasferisce a Parigi dove, per otto mesi, lavora come “consultant and product designer” presso il brand di scarpe Camille Tanoh e, nello stesso anno, si occupa dei contenuti online per la Maison Pierre Hardy. Nel 2014 ritorna in Italia dove fonda l’omonimo brand. Le sue scarpe, sia da uomo che da donna, giocano sulle forme classiche del mocassino e della sneaker rese uniche da un tocco di originalità. La tradizione e il “Made In Italy” rimangono alla base della ricerca di Laganà che, come vediamo dal sito, è trattata in maniera acuta ed ironica.

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MATTEO MARTARI – DALLA MODA AL PICCOLO E GRANDE SCHERMO

Ha le ‘phisique du rôle’ e la recitazione nel sangue. Dalla sua carriera di modello ha imparato che l’abito fa il monaco, soprattutto sul set. Matteo Martari, Sagittario, è un artista poliedrico che non si ferma mai, sempre aperto a nuove esperienze dal grande cinema agli spettacoli di ‘street art’. Di sé dice :“Sono un uomo che agisce di pancia ma sono anche ammaliato da una bella testa”.

Riservato ma affabile, appassionato della vita e del suo mestiere, quello di attore destinato a regalare emozioni e per usare le sue stesse parole “a comunicare con la gente in modo creativo”, Matteo Martari possiede occhi penetranti e un fisico slanciato da modello, carriera che ha interrotto cinque anni fa per dedicarsi alla recitazione. “La moda è stata un’opportunità per viaggiare, conoscere tre lingue straniere e visitare luoghi che altrimenti non avrei mai visto”. Oggi dopo la partecipazione ad alcune fiction di successo come ‘Luisa Spagnoli’ in cui interpretava Giovanni Buitoni e ruoli cinematografici come quello nel film ‘La felicità è un sistema complesso’ di Gianni Zanasi è reduce dall’esperienza di‘2night’ film in uscita nelle sale in ottobre, in cui lo ha diretto Ivan Silvestrini, segnalandosi come uno degli attori più promettenti del nuovo cinema italiano e internazionale. Man in Town lo ha incontrato a Roma in una pausa fra un progetto e l’altro, per raccontare il suo vissuto e le sue passioni.

Di cosa parla esattamente l’ultimo film in cui ha recitato per il cinema?
‘2night’ racconta della vita, di incontri e di scelte. Anche se è una piccola produzione dietro c’è tanta ambizione perché è un film impegnativo: è stato girato nell’arco di 5 notti consecutive e di notte si sa è difficile mantenere la concentrazione. La notte mi è familiare: prima di fare il modello lavoravo in un forno.

Cosa le riserva il futuro?
Staremo a vedere. Amo molto il cinema e il teatro che peraltro mi ha impegnato non poco in passato ma devo ammettere che la fiction funziona bene, per non parlare delle web series: ne ho interpretata già una ‘Under’ diretta da Ivan Silvestrini e credo che siano il futuro. Non mi dispiacerebbe lavorare con apprezzati e sorprendenti registi italiani come Gabriele Mainetti e Fabio Mollo e adorerei una proposta dal cineasta danese Thomas Vinterberg, della scuola del Dogma. Per il resto per me recitare è creare un progetto che piaccia alla gente e allo stesso tempo mi diverta.

Un luogo fisico e un luogo dell’anima.
Per quanto concerne il primo forse Parigi, il secondo è la campagna veneta che mi rilassa molto dato che ho vissuto a Verona fino ai 18 anni.

Quali sono le sue passioni maschili?
Sono un biker da quando avevo 14 anni, amo l’enduro e quando potrò metterò in piedi una mia scuderia rally. Per lo stile amo le macchine d’epoca.

A proposito di stile qual è il suo guardaroba ideale?
L’esperienza di modello mi ha fatto passare la voglia di essere ‘trendy’. Preferisco il comfort di capi tecnici. E poi colleziono cappelli, ne possiedo circa 200 fra i quali alcuni Borsalino acquistati in giro per il mondo soprattutto a Parigi. Ammiro gli uomini che hanno un concetto definito di eleganza e sanno metterlo in atto. Per me il look definisce sempre un personaggio: in ‘Luisa Spagnoli’ calandomi nel mio ruolo di Giovanni Buitoni ho riscoperto certi rituali di eleganza del passato che oggi non sarebbero proponibili. La praticità imperante ha accelerato i tempi scandendo il ritmo di un’esistenza fin troppo frenetica.

Photography | Roberta Krasnig
Stylist | Stefania Sciortino
Grooming | Isabella Avenali per CC Making Beauty
Photography assistant | Chiara Filippi e Leonardo Barbaresi
Location | Castello Della Castelluccia di Roma

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Jonathan Anderson – Il valore dell’artigianalità

Forse non tutti sanno che, nel 1988 Enrique Loewe Lynch, membro di quarta generazione della famiglia LOEWE, ha fondato la fondazione omonima, per promuovere prima di tutto l’arte, ma anche programmi educativi, poesia, danza, design, artigianato, fotografia e architettura. Oggi, sotto la direzione della figlia Sheila Loewe, la fondazione ancora lavora nella stessa direzione. Nel 2015 la fondazione partecipa per la prima volta ad Art Basel Miami con Chance Encounters, un progetto curato dal direttore creativo di LOEWE, Jonathan Anderson nel negozio situato nel Miami Design District. La mostra ha abbracciato la bellezza dirompente dell’incontro casuale, la creazione di conversazioni inaspettate tra il lavoro di quattro importanti artisti britannici storici e contemporanei: Anthea Hamilton, Paul Nash, Lucie Rie e Rose Wylie. Mentre durante PHotoEspaña 2016, la fondazione ha organizzato anche una mostra sul lavoro di Lucia Moholy, una delle pioniere della fotografia modernista. Nel 2016 la Fondazione lancia il LOEWE Craft Prize, un premio internazionale per l’eccellenza nei mestieri che mostrano ambizione artistica e innovazione. Il premio si propone di dare un riconoscimento internazionale a coloro che saranno in grado di produrre opere eccezionali che resteranno nella memoria. Finalmente una casa di moda ha deciso di spostare l’attenzione della sua ricerca culturale sulle esplorazioni artigianali, lasciando un territorio non sempre confacente come l’arte contemporanea. Abbiamo incontrato il direttore creativo Jonathan Anderson per farci raccontare più approfonditamente il perché di questa decisione.

Perché hai scelto l’artigianato come focus di questo nuovo premio?
Come casa di lusso, anche noi siamo artigiani nel senso più puro del termine. Quindi ha senso che Loewe riconosca i migliori artigiani nei loro campi. L’artigianalità è l’essenza della Loewe.

Qual è la correlazione tra questa scelta e il corso che Loewe sta prendendo?
Vedo Loewe come una realtà con un paesaggio culturale più ampio rispetto a un semplice marchio di moda. Non è solo l’abbigliamento, è arte, artigianato e collaborazione con diversi artisti. Loewe ha gli artigiani più sorprendenti e un patrimonio meraviglioso. Senza di loro, non avremmo mai potuto realizzare le borse stupefacenti che stiamo producendo.

Ora parliamo di futuro, in che direzione sta andando il design?
La moda è sempre un punto di riferimento per la cultura, credo che non si tratti solo di questo però, si tratta di come vive la gente al giorno d’oggi. Per me, si parla di vendere una esperienza alle persone, penso che vogliano sentirsi coinvolti nel processo, devono imparare o vedere qualcosa.

Come si fa a gestire l’innovazione e la tradizione allo stesso tempo nell’artigianato?
L’artigianato è immensamente importante per me come fonte di ispirazione. Ho voluto creare una piattaforma per mettere in evidenza quei manufatti che sono progettati e realizzati a mano, da parte di persone che lavorano in silenzio e spesso sottovalutate. In realtà, non c’è niente di più difficile che trovare un modo per rendere un oggetto che ha una formula propria e parla però la lingua del produttore, creando così un dialogo che prima non esisteva.

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Cinecult: The nice guys di Shane Black

Metti due tipi schizzati e spassosi, due adorabili idioti completamente agli antipodi nella Los Angeles viziosa e opulenta degli anni’70, aggiungi una ragazzina ficcanaso ma molto più saggia dei due emuli di Starsky e Hutch, metti pure uno scorcio ironico e scanzonato sul mondo della pornografia americana anni’70 visto come un racconto in chiave satirica ispirato in parte al film ‘Boogie nights’, shakera tutto sapientemente con colori, luci strobo e tante risate e avrai il nuovo film di Shane Black, ‘The nice guys’. Prodotto da Joel Silver (lo stesso di ‘Arma letale’) e distribuito da Lucky Red che ha portato in Italia i due esilaranti e fascinosi protagonisti Russell Crowe (nel ruolo di Jackson Healy) e Ryan Gosling (l’impacciato truffatore Holland March) il film racconta le gesta di due sedicenti detective senza speranza che si mettono sulle tracce di una divetta del porno scomparsa, la bella Amelia, figlia della spietata ‘cattiva’ e moralizzatrice Judith Kutner (Kim Basinger in forma smagliante), aiutati, per loro fortuna dal fiuto della strana adolescente figlia di Holland March, l’acuta Holly interpretata da Angourie Rice. In tutto questo svetta il glamour assassino del killer Matt Boomer che incarna il perfido sicario John Boy. Onore al merito ai costumi di Kym Barret e alle scenografie di Richard Bridgland che catapultano lo spettatore nell’euforica e bislacca atmosfera di un Hollywood party ‘a luci rosse’ nella stessa città in cui nacquero le prime stelle del cinema hard come Linda Lovelace, la star di ‘Gola profonda’ e John Holmes. Il film, carico di gag mozzafiato, in realtà passa dall’ironia e dalla corruzione di una Los Angeles variopinta e molto trendy a una cospirazione fantapolitica dalle proporzioni gigantesche che coinvolge alcuni circuiti del governo degli Stati Uniti. Inseguimenti rocamboleschi, colpi di scena a tutto gas e un’estetica satura e surreale sono gli ingredienti di un avvincente ed entusiasmante poliziesco che sovverte le ‘regole del genere’ per virare repentinamente in un film comico e action dove tutti i tasselli del puzzle cominciano a incastrarsi verso l’epilogo. Ben recitato da due giganti di Hollywood, film spregiudicato e anticonvenzionale da gustare in un sol colpo.

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Cinecult: L’uomo che vide l’infinito di Matthew Brown

Vivamente raccomandato ai gentlemen dalla testa solida e dal cuore tenero e a tutti coloro che si lasciano commuovere dai prodigi dell’intelligenza al di là delle barriere di lingua, razza e religione. La storia di Srinivasa Ramanujan, il Pitagora indiano della matematica del XX secolo rievocata con gusto e poesia da Matthew Brown nella pellicola di Eagle Pictures ‘L’uomo che vide l’infinito’ è davvero un esempio memorabile della possibilità autentica di superare tabù e differenze apparentemente insormontabili in nome della scienza e dei suoi benefici nel segno di un nuovo umanesimo. Il viaggio in Inghilterra nel 1913 di Ramanujan, interpretato da un radioso Dev Patel (già molto noto e osannato per la sua interpretazione di ‘The Millionaire’ di Danny Boyle del 2009) viene descritto con toni intimistici e avvincenti. L’incontro con il dandy matematico Godfrey Harold Hardy impersonato da un meraviglioso e elegantissimo Jeremy Irons suscita interrogativi e pone quesiti cruciali sulla possibilità di condividere affinità, oltre le credenze personali, filosofiche o religiose, in nome dell’amore per la ‘bellezza della matematica’ come la definì Bertrand Russell, (interpretato nel film da Jeremy Northam)  e del suo valore simbolico e quasi metafisico. Per Ramanujan l’equazione matematica e l’algoritmo derivavano da un’illuminazione divina. Morto di tubercolosi all’età di soli 32 anni Ramanujan restò sempre nel cuore del suo fedele amico Hardy che riuscì con il suo entusiasmo a farlo entrare nella comunità accademica degli eletti del Trinity College di Cambridge, un’onorificenza molto alta per l’epoca per chi non era inglese. Dev Patel, genio autodidatta riesce a evocare tutto il travaglio interiore e il disagio di sentirsi un genio incompreso che fu vissuto da Ramanujan in un mondo che considerava gli indiani una razza subalterna e nutriva scetticismo per le nuove teorie intuitive del matematico indiano. Il suo guardaroba frutto della ricerca della brillante costumista Ann Maskrey, riflette la transizione che lui vive dall’India coloniale del Sud in cui viene rappresentato come un bramino dalle fogge suggestive, verso un Occidente irrigidito nel formalismo di abiti élitari che Irons indossa con raro appeal grazie alla sua indole da gentleman ricercato e creativo. La costumista riesce a ricostruire magistralmente il look un po’ impacciato ma mai goffo o macchiettistico di Ramanujan che arrivato a Cambridge si trova a calarsi in costumi occidentali attraverso la grazia innata e la sensibilità recitativa di Patel che con i suoi grandi occhi e la sua gentilezza lascia il segno. Film da vedere e rivedere, toccante e vibrante.

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“SO”: IED HA CELEBRATO 50 ANNI IN OCCASIONE DELLA 90°ESIMA EDIZIONE DI PITTI UOMO

Nove sedi, tra Italia e Spagna, per un totale di 8.900 studenti: l’Istituto Europeo di Design  ha festeggiato 50 anni di attività in via Bufalini (Firenze) in occasione della 90esima edizione di Pitti Uomo dal 13 al 17 giugno, con una variegata serie di iniziative  e proposte realizzate dagli studenti- designer under 30. I tre giorni di eventi dal titolo SO hanno inaugurato 50 opere visual, made by 50 talenti IED, 50 modi di esprimere la creatività, un viaggio unico e irripetibile tra arte, design, musica e produzione artistica nel segno del numero 50.

Tra i fiori all’occhiello degli eventi IED va menzionata la sinergia con Scrambler Ducati: un’esposizione di caschi, t-shirt, selle e serbatoi, 20 accessori firmati dal celebre marchio motociclistico italiano, rivisti e rielaborati dagli studenti di 9 diverse sedi dell’istituto.

Inoltre, la celebre azienda di bors Bric’s è stata protagonista di un workshop in cui 25 studenti guidati dal designer Moreno Ferrari hanno lavorato allo sviluppo di un concept di prodotto di pelletteria che definisca possibili nuove linee di sviluppo stilistico per il brand stesso.

Nei locali dello IED si è tenuta anche la mostra “50/30”, capsule di cravatte, pochette e sciarpe a cura dell’azienda Silvio Fiorello e degli studenti del primo anno del corso di Fashion & Textile Design dell’Accademia di Belle Arti Aldo Galli IED Como, realizzata per celebrare i trent’anni del Cravattificio siciliano. Oltre alle cravatte e pochette ispirate, sono stati interpretati i trend più attuali: dall’esotico Slow china al contemporaneo Young elegance.

RIMADESIO COMPIE 60 ANNI

Rimadesio, preziosa azienda di arredamento contemporaneo, compie 60 anni e sceglie di festeggiare l’anniversario esprimendo, con quattro incontri “irregolari” che si terranno nello showroom di Milano, i valori che dal 1956 qualificano l’azienda nel mondo: creatività, innovazione, rispetto per l’ambiente, heritage e gusto per le sfide. L’attitudine per una evoluzione coerente e consapevole, che da sempre contraddistingue Rimadesio, viene quindi tracciata in quattro appuntamenti con quattro talenti d’eccezione in grado di interpretare l’unicità della filosofia aziendale.

Joan as Policewoman, musicista e song-writer americana (presente all’incontro dello scorso 18 maggio), Matteo Nucci, studioso del mondo antico, traduttore del Simposio di Platone per Einaudi nel 2009 e autore di saggi sulla nascita della filosofia, Giovanni Soldini, velista estremo e grande conoscitore della natura e delle sue evoluzioni, Maurizio Cheli, astronauta che nel 1996 a bordo dello Space Shuttle Columbia ha partecipato alla missione STS-75 Tetherd Satellite, come primo italiano a ricoprire il ruolo di Mission Specialist.

 

Calendario degli incontri

30 giugno 2016 – Matteo Nucci
8 settembre 2016 – Giovanni Soldini
13 ottobre 2016 – Maurizio Cheli

Rimadesio showroom 
Via Visconti di Modrone 26 Milano

ECLECTICAL SUMMER BOY

Classicità, comfort e ironia, quest’estate sdrammatizziamo i nostri look con abbinamenti di colore, stili e tessuti non convenzionali.

Photography | Giorgia Fanizza
Stylist | Orsola Amadeo
Model |  Matthew Moll @Fashionmodel

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UTILI E INNOVATIVE – CINQUE APP CHE DOVRESTE AVERE SUL VOSTRO SMARTPHONE

Ci sono applicazioni per passare il tempo divertendosi. E poi ci sono quelle utili. State pensando di organizzare un aperitivo a casa vostra? Volete realizzare un nuovo nodo alla vostra cravatta o state pensando di cambiare look? Abbiamo selezionato cinque applicazioni che potrebbero fare al caso vostro.

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Vivino

Scattate una foto a una qualsiasi etichetta su una bottiglia di vino e avrete immediatamente a vostra disposizione tutte le informazioni relative, più la possibilità di acquisto online. E’ Vivino, utilizzata già da quasi 17 milioni di utenti. L’app grazie a cui, citando lo slogan ufficiale, “non berrete mai più vino scadente”. Per Windows, Apple e Android.

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Cocktails

Volete dare una festa e preparare personalmente l’aperitivo per i vostri ospiti? Quest’app gratuita, presente su App Store, mette a disposizione 400 cocktails semplici da realizzare seguendo le istruzioni e i consigli. Sono divisi in 15 categorie: si passa dagli analcolici a quelli a base di whiskey, fino all’elenco alfabetico generale. Con lo strumento “l’inDISPENSabile”, poi, potete affidarvi agli ingredienti che avete in casa, senza dover andare a fare la spesa. Il party ha come tema un determinato colore? Non c’è problema: grazie al tool “cromococktails”, anche l’aperitivo sarà abbinato alla festa.

Bag List

Fare la valigia può diventare un problematico, soprattutto se il tempo a disposizione per prepararla non è molto: il rischio di dimenticare qualcosa di fondamentale, come il caricabatterie dello smartphone (a chi non è mai capitato?), è sempre dietro l’angolo. Bag List viene incontro ai più distratti e permette di creare una lista completamente personalizzabile, togliendo o aggiungendo oggetti personali in qualsiasi momento. Disponibile su Google Play.

tie sight

TieSight

Può capitare a tutti di avere problemi con il nodo della cravatta, soprattutto se si è abituati a vestire in modo casual e sportivo. Grazie a TieSight, però, non si avrà più bisogno di chiedere aiuto alla mamma o alla fidanzata. L’applicazione tedesca è una sorta di guida passo passo: basta scegliere il nodo che si preferisce, mettersi davanti al display dello smartphone con la fotocamera attivata in modo che la cravatta sovra impressa sia alla base del collo e seguire le indicazioni. Scaricabile da App Store e Google Play.

Boothstache

Disponbile per App Store e Google Play, permette di provare i baffi sul proprio volto. L’app, gratuita, ne mette a disposizione di diversi, per provare tutte le combinazioni possibili. E cambia il colore automaticamente, adattandosi a quello dei vostri capelli, per un risultato realistico. Basta farsi un selfie. Non siete sicuri di piacervi? Basta scuotere lo smartphone per confrontare i due scatti con un prima/dopo.

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AESOP: IL PIACERE SENSORIALE DEI CAPELLI

Aesop presenta la linea di prodotti per la cura dei capelli composta da sei shampoo e quattro balsami: miscele d’ingredienti che rispondono a diversi tipi di esigenze per capelli luminosi, morbidi e rinfrescati.

Una maschera idratante alla rosa, un balsamo alla violetta, un set di shampoo protettori del colore e volumizzanti: ogni prodotto si caratterizza per l’alta efficacia e il piacere sensoriale che procura e riflette la filosofia di Aesop che la pulizia del cuoio capelluto e dei capelli siano un rito da gustare.

www.aesop.com

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KNIT ART: LA MAGLIERIA DI ROBERTO COLLINA

Dal loft- laboratorio bolognese, dove è ancora oggi ubicata al sede produttiva dell’azienda, Roberto Collina ingaggia, ad ogni stagione, una sfida alle tendenze di settore: dedicato ad un retail di fascia alta e caratterizzato dal rigoroso impiego di fibre nobili – dal cammello ai merinos super light, dalla sete all´ice cotton – il brand è una celebrazione di artigianalità e tradizioni con quel tocco iconico e di astrattismo classico che rende il Made in Italy fiero di essere definito tale.

Un’anteprima della collezione Spring/Summer 2017 svelata in occasione del Pitti spicca, incontrastato, un girocollo pennellato in 100%lino con trattamento hand paint (dipinto a mano) che è un capolavoro di lavorazione finissima ed elevata creatività: una polo camouflage in punto mouliné, dalla resa fresca e la praticità assicurata, una seconda polo, a righe beige e nero, caratterizzata da un gioco di texture su base di lino e cotone, ed una maglia maltinta realizzata su base indigo/denim, ironica e brillante, completano la preview che si conferma estremamente attenta alla lavorazione delle trame, la ricerca dei materiali e il sapore contemporaneo rendono ogni capo non soltanto legato a un concetto di moda puro ma più a un rigoroso e attento studio design e proporzioni.

Roberto Collina è uno dei knitwear brand più esclusivi e sorprendenti del momento. Presente in Francia, Belgio, Olanda e Germania, il marchio nato nel 1953 a Crevalcore – quella provincia bolognese che è sinonimo di artigianalità e saper fare – sta registrando un ottimo successo anche nei paesi asiatici come il Giappone e la Corea del Sud.

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ECLETHNIC TOUR: PATRIZIA PEPE S/S 2017

La tournèe mondiale di una band è la fonte di ispirazione della collezione spring-summer 2017 di Patrizia Pepe: il viaggio di un gruppo di artisti che nella musica e nelle performance trovano la passione per stravolgere le convenzioni sociali.
Lamine gold, textures glitterate, occhielli/borchia, tonalità glamrock, definiscono il guardaroba di un eclettico frontman in un revival di camicie stampate, per un moderno lifestyle che alterna vintage ed evening, in entrambi i casi glamour.
I look si compongono di capispalla e giacche con fodere cangianti, corte con rever sciallati o lunghe 3/4, smanicate, PANTALONI alla caviglia in gabardina e raso di cotone, jacquard lucido-opaco e micro disegni in contrasto colore o ton sur ton. ACCESSORI, con cinture in vitello lavato, cravatte, papillon, pochette e bandane di seta, CALZATURE in pelle martellata e gold finish adatte sia per l’abito che per il casual e, must have della collezione, il mocassino con personalizzazione coin.

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ANDREA PANCONESI – LA MAGIA DELL’ONLINE

Il tuo scouting: quali i paesi che trovi più interessanti al momento e perchè?
L’Asia e la Corea creano collezioni interessanti. In Europa, la Germania è molto creativa. Gli Stati Uniti sono innovazione e DNA multiculturale.

Come cambia la selezione e il brand mix tra uno store fisico e quello online? 
Con l’inizio delle attività online di LUISAVIAROMA.COM si è creato uno spazio infinito in cui i nostri clienti trovano i migliori prodotti e designer. Abbiamo più di 5 milioni di visitatori al mese che vivono la stessa shopping experience che avrebbero nello store di Firenze in qualunque parte del mondo. La selezione per un pubblico così vasto è una sfida stimolante.

Come sta evolvendo il format FIRENZE4EVER?
FIRENZE4EVER promuove la collaborazione tra i protagonisti del design, della musica e dell’arte contemporanea. Con la 13° edizione, Underwater Love, le iniziative benefiche che da anni sono parte del nostro evento, diventano il vero focus. The Bridge of Love è un’installazione ideata e progettata dall’architetto Claudio Nardi per FIRENZE4EVER e simbolizza la volontà di dare speranza alle persone che vivono situazioni di grave difficoltà. L’opera concettuale è stata pensata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi dei rifugiati e inaugurata il 13 giugno con una cena di gala il cui intero ricavato è andato ad UNHCR. La moda è un linguaggio universale, come lo è la musica o l’arte e può arrivare ovunque.

Cosa pensi del fenomeno see now – buy now?
Le collezioni Uomo/Donna devono essere presentate solo ai buyer e successivamente, quando la merce arriva nei negozi, alla stampa. I media dovrebbero diffondere al pubblico le immagini e le notizie sulle nuove collezioni solo quando queste sono state già vendute, prodotte e consegnate. Per soddisfare le esigenze di tutti quei clienti attenti alle ultime novità e tendenze, LUISAVIAROMA.COM offre il servizio esclusivo “Buy It First” che permette di acquistare in pre-ordine capi ed accessori selezionati direttamente dalle ultime sfilate.

Il ruolo di Firenze e Milano rispetto alle altre fashion capital
Milano è la capitale del ready-to-wear italiano, la nostra essenza. A Firenze nasce l’alto artigianato, basti pensare a Gucci, Ferragamo, Cavalli, Pucci, Scervino e tanti altri che, come noi, con grande passione hanno fatto la storia della moda nella nostra città.

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8 VALIDI MOTIVI PER LAVORARE NEL MONDO DELL’HOSPITALITY

Vi siete mai sentiti stufi della vostra scrivania in ufficio? Annoiati nel fare la stessa strada tutte le mattine e stanchi dei viaggi in treno avanti e indietro da casa al lavoro?

Alzi la mano chi vorrebbe mollare tutto e provare una nuova vita, all’insegna della scoperta e della novità, oltre che della crescita professionale e personale. Se vi vedete riflessi nel monitor del computer o del vostro smartphone con il braccio alzato, continuate a leggere!

Maggio è stato il mese dell’ospitalità in casa Hilton ed ecco qui 8 buoni motivi per lasciare tutto, fare i bagagli e entrare in un mondo da sogno:

1. Abbandonate l’ansia del pendolare, perché non andrete più al lavoro con i treni e non sarete più vittime di fastidiosi ritardi. Molto probabilmente andrete al lavoro a piedi nudi lungo una spiaggia caraibica.

2. Dimenticate la ripetitività del vostro lavoro, perché diventerete multitasking a tutti gli effetti, mettendo ogni giorno alla prova le vostre capacità nei diversi settori dell’hotellerie, dal Food&Beverage al Front Office, dal marketing all’organizzazione di eventi.

3. Non avrete bisogno di un manuale di psicologia per interpretare il mondo, perché imparerete l’arte di leggere nella mente e capire le persone direttamente sul campo, lavorando a contatto con clienti provenienti da tutte le culture.

4. Avrete un orario lavorativo flessibile che farà invidia a chiunque e finalmente sarete in grado di conciliare vita lavorativa e privata in un mix vincente.

5. Non vi annoierete mai! Ogni giorno sarà diverso, perché diverse saranno le persone con le quali vi troverete a lavorare e ad affrontare nuove sfide…

6. La vostra carriera decollerà, perché il mondo dell’hospitality si muove velocemente e sarete sempre spinti a migliorarvi e perfezionarvi.

7. Avrete la possibilità di lavorare con i migliori Chef del mondo, come Gordon Ramsay, Jamie Oliver o Heinz Beck e da loro imparerete un’arte antica e magica come quella della cucina.

8. Sarete dei moderni Phileas Fogg e avrete la possibilità di fare il giro del mondo, per ben più di 80 giorni, realizzando il sogno che custodivate nel cassetto dalle scuole elementari.

Immagini Courtesy Ufficio Stampa Hilton WorldWide

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JOE BASTIANICH – OLTRE ALLA CUCINA C’È DI PIÙ

Ha l’animo tranquillo e lievemente distaccato, ma riesce a essere comunque affabile e alla mano. Joseph Bastianich, Giuseppino per la nonna e per tutti gli altri Joe, è ormai ampiamente conosciuto in Italia per essere uno dei volti di alcuni dei programmi televisivi più seguiti da Masterchef a Restaurant start-up fino a Top Gear.

Nato nel Queens e cresciuto tra le pentole e i fornelli nei ristoranti dei genitori emigrati dall’Istria, Mister Bastianich oggi è un imprenditore completo e di enorme successo con un talento speciale per i nuovi progetti e un fiuto unico per gli affari. Con una mamma come Lidia Bastianich, volto noto della televisione americana per le sue trasmissioni di cucina, Joe, dopo un breve passato nell’alta finanza di Wall Street, ha abbandonato quel mondo per dedicarsi completamente all’ospitalità e alla cucina, vera vocazione di famiglia. Con un biglietto di sola andata per l’Italia, e a bordo di una Golf Volkswagen ha intrapreso un viaggio quasi intellettuale e sensoriale, come lo definisce lui stesso, attraverso la penisola dei suoi nonni, imparando a conoscerne le sfumature e ogni meraviglia. Il cuore e la mente l’hanno portato in Friuli, e precisamente a Cividale del Friuli, sui Colli Orientali, dove ha comprato la sua prima azienda vinicola nel 1997. Ben 26 ristoranti in tutto il mondo tra cui Del Posto, che nel 2010 ha ottenuto le quattro stelle dal New York Times, e 3 aziende vinicole in Italia, oltre alla partnership con Eataly che Joe ha portato negli Stati Uniti, dando il via ad un’espansione del marchio nelle principali città americane cominciando da New York.

L’abbiamo incontrato a Venezia, all’Hilton Molino Stucky, durante una cena di degustazione dello Chef Catenacci e i vini di produzione Bastianich, e nella splendida cornice dello Skyline Terrace dell’hotel gli abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa di più delle sue nuove collaborazioni, dei suoi gusti e delle sue passioni.

Al mondo della ristorazione e dell’enologia, che si conoscono di più, recentemente si è aggiunto quello automobilistico con la conduzione di Top Gear Italia. Come ti sei approcciato a questa realtà?
Prima di tutto, devo ammettere che avere l’opportunità di fare Top Gear Italia per me è stato un onore, perché sicuramente è un programma che ha fatto la storia della televisione inglese. Il suo punto di forza è che può funzionare ovunque, riesce ad adattarsi alla cultura del luogo e dunque qui in Italia lo stiamo modificando per enfatizzare proprio quella sensibilità tutta italiana.

Quanto spirito italiano riconosci nel confrontarti con questo mondo?
Per me, vino e cibo sono il mio lavoro, mentre le macchine sono la mia passione da sempre. Sono il sogno che coltivavo fin da ragazzo. In camera avevo le foto della Ferrari Testarossa del 1985, che rappresenta qualcosa di molto italiano…la macchina, la potenza, il design. L’Italia ha un grande ruolo e fa parte del mondo dei motori in modo molto importante, quindi fare qui Top Gear voleva dire prendere ispirazione proprio da quell’essenza e fare leva.

Tra l’altro sei anche collezionista d’automobili d’epoca…
Sì, mi piacciono molto, da sempre, e ora che posso, mi piace collezionarle. Le mie preferite restano comunque sempre le Ferrari degli anni ’50 e ’60.

Dalla passione per i motori alla cultura del cibo, qual è la visione della ristorazione per te? Che futuro e quali sfide vedi?
Per me la cultura gastronomica è qualcosa che appartiene alla mia famiglia, da sempre. Sono cresciuto così, ma sono sempre pronto a raccogliere nuove sfide. Ad esempio noi stiamo aprendo tantissimi ristoranti in Asia e stiamo portando lì anche Eataly. Penso sempre di più che la ristorazione debba essere legata alle persone che creano il cibo, ai produttori, ai contadini. Abbiamo vissuto un lungo periodo nel quale invece erano solo gli Chef a farla da padroni, ora credo debba finire e che sia importante creare conoscenza tra chi produce il cibo e chi lo mangia. Le nuove star sono il pescatore o il contadino che coltiva le barbabietole a Chioggia.

Anche nell’enologia pensi che ci sia bisogno di questo ritorno alle origini?
Sì, anche se in maniera diversa. Fare vino per me vuol dire raccontare la varietà di un territorio e quindi intervenire il meno possibile. Lasciare i processi di fermentazione o maturazione alla natura, noi dobbiamo solo aiutare, ma senza mettere mano. Il vino, se lasciato crescere, va da solo, va solo raccontato…è come una storia. Il Friuli, dove ho l’azienda a Cividale e il ristorante, penso che sia una delle zone dove si può raccontare il miglior vino bianco d’Italia.

Qual è il tuo vino preferito all’interno della vostra produzione?
Sicuramente il Vespa bianco, che è l’uvaggio principale dell’azienda. Ce l’avevo già in mente prima di comprare l’azienda nel 1997, è lui che ha dato vita a tutto. L’ho fatto in maniera molto personale fin da subito e continuo a farlo dopo 20 anni, mi piace molto. Apprezzandolo, si conosce qualcosa in più del vero Joe Bastianich… (ride ndr.)

E il nome, da cosa viene?
Il nome è collegato a un aneddoto divertente. Avevamo appena trovato l’equilibrio giusto dell’uvaggio, tra Chardonnay, Sauvignon e Picolit, stavamo quindi brindando per festeggiare e al momento del brindisi una vespa è caduta dentro a uno dei bicchieri con il vino. Da lì il nome…

L’attrezzo di cucina che non può mai mancare in una cucina?
La macchina del caffè. Apprezzo tutto il caffe, l’espresso, quello della moka, l’americano…mi piace svegliarmi e bere subito un caffè. Dunque, Io dico sempre “Tutto quello che succede tra caffè e vino è una perdita di tempo”…è un po’ il mio stile.

Cos’è lo stile? Se dovessi dare una definizione….
Per me è qualcosa di molto particolare. Lo stile sembra che sia il modo in cui ci vestiamo, quello che indossiamo, ma penso che sia più il modo di portare un abito piuttosto che l’abito stesso.   come se fosse più uno specchio dell’animo. Lo stile non è legato all’essere alla moda, è un’attitudine, e può averla anche un luogo.


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ENRICO OETIKER – UN TALENTO DA SCOPRIRE

Gli step fondamentali del tuo percorso e le persone che lo hanno segnato
Sicuramente il primo step è stato rendermi conto di essere un artista, questo grazie alla professoressa Telmon che ha visto in me una luce differente. Poi sicuramente entrare nell’accademia “Corrado Pani”, perché mi ha permesso di incontrare Alessandro Prete. Senza ombra di dubbio, lui è stata la persona più importante nel mio percorso di crescita artistica e personale.

Quando hai capito che avresti scelto la strada dell’attore?
L’ho sempre saputo, viveva in me. Dovevo solo trovare il coraggio di indossarmelo a pieno. Non saprei dire un momento in particolare.

Quali le tue icone cinematografiche e non?
A livello di cinema stimo molto gli americani e il loro “iperrealismo”: di Caprio, Daniel Day Lewis ad esempio, e registi come Tarantino o new entry come Inarritu rappresentano il mio ideale di collaborazione artistica. Fuori dall’ambito cinematografico ho una passione sconfinata per lo gnosticismo e la meccanica quantistica. Trovo in Giordano Bruno e Carmelo Bene forse i miei due più grandi fari.

La tua esperienza nel film “In search of Fellini”, di Taron Lexton
Incredibile. Una crew di persone disponibili e professionali. Tutto gestito in modo informale eppure incredibilmente competente. Mi hanno fatto sentire parte integrante del progetto, ed ho potuto stabilire con Taron un rapporto di reale collaborazione, quasi di gioco. Xsenia Solo, la protagonista, è stata la compagna migliore che potessi chiedere, e in più il prodotto è veramente bello. Non avrei potuto chiedere di meglio.

Il rapporto con i tuoi genitori e il loro lavoro da SAID – il food per te?
Il rapporto coi miei genitori è sempre stato piuttosto conflittuale. Ho tre sorelle, e tutte e tre molto disciplinate e responsabili. Io beh, diciamo che qualche grattacapo gliel’ho procurato. Fortunatamente ora tutto è cambiato. La SAID è parte integrante della mia cultura, e quando posso vengo a dare una mano. Poi da quando abbiamo aperto a Londra ho un motivo in più per sorvolare la Manica!

La giornata tipo di Enrico Oetiker
In realtà ho uno stile di vita molto tranquillo. Mi sveglio con calma, faccio colazione e vado ad allenarmi. Mi piace molto nuotare. Poi torno a casa, pranzo, studio e leggo. Se c’è da preparare un provino o un personaggio lo preparo, altrimenti mi dedico ai miei progetti.

Le tue passioni…
Oltre allo sport, l’arte è sempre stata in cima ai miei pensieri: amo dipingere ed ascoltare musica, anche se da quando sono bambino il mio vero talento è sempre stato la scrittura. Ora sto scrivendo il mio primo testo teatrale.

L’ultimo libro che hai letto e brano musicale che ti hanno ispirato?
Ammetto che le mie letture sono al confine del fanatismo gnostico: finito da poco il Corpus Hermeticum. L’ultimo brano musicale ad ispirarmi è stato Up And Up dei Coldplay, forse anche per il video da brividi.

Come definiresti il tuo stile?
Classico ed essenziale. Per questo ho subito sentito affinità con lo stile di Giorgio Armani

Quando parti cosa non può mancare nella tua valigia?
La mia valigia è sempre molto essenziale, a parte il beauty e pochi abiti parto sempre con due libri. Una lettura per rilassarmi e una impegnativa. E poi un bloc notes per appuntare sensazioni, persone, luoghi.

La tua playlist
Sono eclettico e spazio dalla classica al rock passando per il pop. Senza limiti e confini. Mi piace qualsiasi cosa che mi faccia vibrare.

Progetti per il futuro? a cosa stai lavorando?
Ho appena sostenuto un provino importante ed ho altri progetti in divenire per i quali sto aspettando novità. Nel futuro prossimo girerò un corto, nel frattempo scrivo nella speranza di tirar fuori uno spettacolo decente.

Photography | Marzia Ferrone 
Total Look | Giorgio Armani
Location | Said dal 1923 – Antica Fabbrica del Cioccolato, Roma
Ufficio stampa | Mpunto comunicazione

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BRANDO DE SICA – CON IL CINEMA NEL SANGUE

Non poteva che essere Milano il luogo d’incontro per svelare la personalità, le passioni e i nuovi progetti di uno dei talenti del cinema italiano: Brando De Sica. Perché Milano? Perché proprio Milano rimane nella memoria come set di uno dei più importanti film girati dal nonno Vittorio De Sica e che hanno fatto la storia della cinematografia internazionale, ovvero Miracolo a Milano. Sui tetti del Townhouse Duomo by Seven Stars, Brando ha posato per noi e ci ha raccontato come si è appassionato al mestiere, chi lo ispira e il suo segreto per stare bene, insegnatogli da un grande maestro, niente meno che David Lynch.

Nella tua famiglia si respira cinema da generazioni, come mai hai scelto la regia invece che la recitazione?
All’inizio volevo fare il pompiere, davo fuoco agli oggetti per poi spegnerli con l’annaffiatoio del terrazzo.  Forse avevo visto troppe volte mio padre nel film I Pompieri.
Contemporaneamente vidi La notte dei Morti Viventi di Romero e rimasi affascinato dagli effetti speciali del trucco. Comprai il lattice liquido, il cerone, il sangue finto e cominciai a truccarmi da mostro, volevo trasformarmi, andare in giro a far paura alle persone, avevo otto anni, forse anche meno. Pensai che se volevo interpretare tutti questi “mostri” dovevo fare l’attore… ma poi a 12 anni arrivò il regalo più bello: una piccolissima telecamera analogica. Iniziai a riprendere me e mia sorella Maria Rosa (che con il brand Mariù De Sica è ora una stilista di successo) in dei piccoli corti horror dove truccavo lei e i cani di casa. Capii che se facevo l’attore avrei fatto parte del film mentre se lo scrivevo e lo dirigevo, avrei creato io il film da tutti i punti di vista. Fare il regista è dare ordine al caos, il set è caos controllato. Mi aiuta ad essere un uomo migliore ed è il mestiere più bello del mondo dopo quello della Rockstar…Non sarei potuto essere una Rockstar, sarei durato 2 giorni.

I cinque film da vedere assolutamente e perché?
Un cinefilo è poligamo nel mondo del Cinema, non ti dirà mai che preferisce solo una o tutte e cinque le sue mogli. Lui le ama tutte! Orson Wells diceva non esistono film belli e film brutti, tutti i film sono interessanti perché raccontano in qualche modo l’uomo che c’è dietro. Io penso che i film siano come il vino, ci sono diverse uve e diverse annate, ognuna di queste ha qualcosa di particolare ed unico. A me hanno colpito cose diversissime fra l’oro . Inizio con L’Atlante di Jean Vigo, Le Regole del Gioco di Jean Renoir, Il Piacere di Max Ophüls, Kiss me Deadly di Robert Aldrich. Continuo con Umberto D e Miracolo a Milano di mio nonno Vittorio. Impossibile non citare l’eleganza psichedelica di Kenneth Anger, cult movie come Fargo dei fratelli Coen, l’uso del colore nei film di Michael Powell come Piping Tom e Black Narcissus, Lawrence D’Arabia di David Lean, Soy Cuba di Michail Konstantinovič Kalatozov, Mio Zio e Play Time di Jaques Tati. L’episodio La Ricotta, Le 120 giornate di Sodoma e Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, Don’t look now di Nicolas Roeg, The Devils di Ken Russel, Seconds di John Frankenheimer.

Registi che ami e che ti hanno ispirato?
Sicuramente tutta la filmografia di Andrei Tarkovskij, tutto Stanley Kubrick, tutto il cinema di Luis Buñuel, Ingmar Bergman, Alfred Hitchcock, Francois Truffaut, i capolavori di David Lynch che è stato il mio professore quando studiavo a Los Angeles. Non possono mancare Roman Polański , Orson Wells, tutto Federico Fellini, Herzog, Sidney Lumet, Ernst Lubitsch, Vincente Minnelli, Akira Kurosawa, Steven Spielberg, Quentin Tarantino, Tod Browning, Roger Corman, Terence Fisher, Mario Bava, Elio Petri. Potrei continuare ancora e ancora.

Ricordi dell’università, sui banchi con David Lynch, cosa ti ha trasmesso?
David è la persona più incredibile che ho conosciuto nella mia vita, anche se quando l’ho incontrato per la prima volta ero terrorizzato all’idea di aver fatto una pessima impressione.
Erano le 8 del mattina alla USC University of Southern California dove studiavo per  laurearmi in Discipline del Cinema, pioveva ed ero arrivato zuppo nei corridoi che portavano nella mia classe, avevo deciso di non entrare e tornare a Roma. Non ero al massimo del morale, indeciso e dubbioso apro il portellone d’emergenza dei corridoi per uscire e mi scontro proprio con lui. Non potevo crederci, ero andato a sbattere addosso a uno dei miei miti. David era calmissimo, mi chiese se era tutto a posto, se fosse successo qualcosa di brutto. In quell’attimo ho capito che dovevo assolutamente rimanere ed entro in classe con lui. Una delle più belle lezioni sul cinema a cui io abbia mai assistito.

Hai stretto un rapporto personale con lui?
Dopo aver finito l’università, grazie alla mia amicizia con Isabella Rossellini, che spesso veniva a Los Angeles per lavoro, rincontrai David che mi introdusse alla meditazione trascendentale. Isabella, poi, mi fece uno dei regali più belli mai ricevuti, un quadro che gli aveva regalato David quando stavano insieme ai tempi di Velluto Blu, mi sono sentito parte del loro clan e considerato come un amico. Di recente sono andato a trovarlo a casa sua per portargli un mediometraggio che avevo appena finito La Donna Giusta,  fu un momento magico e lui mi regalò un disegno che aveva appena terminato: un ragazzo con una radio in mano in mezzo ad una tempesta di puntini con una scritta accanto che dice : I’m Crying my Radio. Mi fece una dedica sopra con scritto …Keeping
Promises che era riferito alla promessa che gli avevo fatto sul meditare ogni giorno. Purtroppo non l’ho sempre mantenuta ma ora sto ricominciando a farlo.

Quali sono i progetti che hai realizzato che sono più significativi per te e i traguardi che hai raggiunto?
Tutto è iniziato con la partecipazione ad ASVOFF il Film Festival di Diane Pernet, dove ho vinto il premio come Best Advertising Campaign con il corto L’errore. Il cortometraggio L’Errore è stata una bellissima sorpresa, al tempo stavo partecipando alla scrittura de Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone, che considero il mio maestro, mentore e amico, sul tavolo dove sceneggiavamo con Chiti, Gaudioso e Albinati c’era un antologia di favole e tra queste ce n’era una di un ignoto. Il soggetto a tinte noir mi colpì tantissimo e decisi di adattarla per questo “spot”  per le borse del marchio emergente Catherinelle fondato dall’attrice Catrinel Marlon, che è anche la protagonista del corto. Grazie al lavoro della mia squadra tho vinto il Nastro D’Argento alla regia, sono andato in cinquina ai David di Donatello e con Rai Cinema ho avuto la possibilità di portarlo al Festival del cinema di Cannes. Devo dire che Diane è stata la mia prima supporter, fin da quando ci incontrammo a Firenze in occasione della proiezione dei corti che avevo realizzato per Antony Morato. Ho partecipato ad ASVOFF anche l’annno scorso con il Non Senza di Me che ha premiato il protagonista, Max Tortora, come miglior attore.  Fresca come notizia è inoltre la nomination ai Globi d’oro per la sezione Critic’s Choice.

Il tuo rapporto con la moda? Cosa ti piace indossare, qual è il tuo stile?
Mi diverte sperimentare, da ragazzino ho avuto anche un momento Punk dove mi tingevo i capelli; è sicuramente bello e divertente vestirsi, ho sempre portato di tutto ma ultimamente mi piace essere minimale: maglietta e jeans, scuri a tinta unita.
Mi piace tanto vestirmi con un look elegante quando ne ho l’occasione, sempre in un’ottica semplice: un completo grigio scuro, una camicia bianca ed una cravatta nera. L’eleganza per me fa rima con semplicità.

Con quali professionisti e attori ti piacerebbe lavorare?
Amo molto il lavoro di Daniel Day Lewis ma vorrei tenermi sulla nuova generazione altrimenti parto con altre liste infinite. Oggi amo e rispetto tantissimo Leonardo Di Caprio, Michael Fassbender, Tom Hardy, Woody Harrelson. Sono “innamorato” di Marion Cotillard, Jennifer Lawrence, Carey Mulligan. In Italia sono rimasto davvero tanto colpito da Alessandro Borghi e Luca Marinelli che oltre ad essere bravi sono anche delle belle persone, idem per Michaela Ramazzotti e Alba Rohrwacher. Il mio sogno nel cassetto è quello, un giorno, di lavorare con la “Industrial Light and Magic” il colosso americano degli effetti speciali della Lucas film, per poi creare il suono dentro lo “Skywalker Ranch” magari il tutto prodotto da Spielberg. Giusto per puntare basso!

Sogni Hollywood?
Ho vissuto 7 anni a Los Angeles dove mi sono laureato, conservo ancora un piccolo appartamento a Century City, una volta era il Back Lot della Twenty Century fox. Amo Los Angeles e mi piace pensare di ritornarci per lavoro. Accadrà!

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho appena firmato un contratto con la Paco Cinematografica che ha prodotto gli ultimi film di Giuseppe Tornatore, loro sono Arturo Paglia e Isabella Cocuzza con i quali abbiamo messo in piedi una bella squadra. Ci siamo conosciuti dopo L’Errore e mi hanno dato carta bianca, facendomi sviluppare qualcosa di ardito in cui io credo molto. Mi hanno fatto subito sviluppare la sceneggiatura che ho scritto insieme a Irene Pollini Giolai e al grande Ugo Chiti.  Non voglio svelare presto, ma solo dire che è una favola nera ambientata in una Napoli di oggi, un Coming of the Age che diventa un horror. Un film sull’importanza dei sogni.

Photography | Pier Nicola Bruno
Stylist | Giorgia Cantarini
Grooming | Fabio Lo Coco
Stylist assistant | Orsola Amadeo
Photography assistant | Andrea Benedetti
Location | Townhouse Duomo by Seven Stars

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agonist – il fascino del nord

AGONIST è un racconto fotografico di una fiaba nordica in cui odori, profumi, immagini e parole si fondono in un connubio sensoriale senza precedenti. La natura ruvida del Nord e le rocce smerigliate, gli odori, il suono rilassante del mare intorno, il freddo pungente dell’aria e la leggerezza nel cielo – dall’alba al crepuscolo – descrivono un luogo remoto dell’Arcipelago svedese. Tutti protagonisti di un libro che racconta la grande forza trainante dietro il lavoro del duo creativo Agonist. Passeggiando nei boschi, vagando per gli infiniti prati che svaniscono nel profondo blu del mare che abbraccia il cielo.

I paesaggi sono come in un fermo immagine, l’atmosfera è rarefatta e selvaggia, piena di piante, erbe, steli lunghi ed una varietà di calcare che assorbe costantemente acqua, decorando la vista di punte rocciose che sembrano oggetti di design, mentre il vento soffia forte e incessante. La visione sfocata di una bellezza grezza dove i profumi si sollevano e aprono i sensi quasi a rapirli. La sensazione di essere perso, qui e allo stesso tempo ovunque altrove: questo è ciò che i creatori di Agonist, Niclas e Christine vivono quotidianamente e hanno usato come imput nella creazione della loro linea di profumeria di alta gamma. Niclas e Christine hanno scelto due creative trasversali per la cura del progetto: Giorgia Cantarini (giornalista e scrittrice) e Julien Boudet (fotografo di origine francese) che hanno viaggiato fino a Gothenburg per scoprire la magia del loro paese e racchiuderla tra le pagine di questo concept visuale.

Il lavoro del duo Lydeen, con tutte le difficoltà di vivere in un’isola sperduta nell’arcipelago svedese, è raffinato e sperimentale. Un risultato ricco in termini di combinazioni fra profumo e immagini, che rendono Niclas e Christine due artisti in stile Sturm und Drang rivisto in chiave contemporanea.

Photography | Julien Boudet

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urban geometry

Photography | Pier Nicola Bruno
Styling | Fabio Ferraris
Model | Lucas Reckman @ilovemodels
Grooming | Laura Rinaldi @hm battaglia using cotril

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