Editorial : Equilibrium

In bilico nell’atemporalità delle attese e nel moto perpetuo delle oscillazioni emotive e materiche.

E’ il sabato dell’Italia al mare ritrovata, che si muove nella consapevolezza di un guardaroba ricercato che per l’Autunno/Inverno non ha pretese se non quella di essere un intramontabile investimento.

Editorial content direction, styling and production Alessia Caliendo 

Photographer Elodie Cavallaro

Video direction Andrea Colacicco 

Grooming Romina Pashollari 

Model Riccardo Urban Models 

Styling assistant Andrea Seghesio 

Sound designer Zma

Supported by Discromie

Special thanks to Bagni Pancaldi Livorno @ Eventi Italia

Primo look
Total look Canali
Boots in pelle martellata Paul Smith

Secondo look
Total look Paul Smith

Terzo look
Total look Ermenegildo Zegna

Quarto look
Cappotto e pantaloni in velluto Aspesi Camicia in popeline PS Paul Smith

Quinto look
Total look Salvatore Ferragamo

Nel video anche Missoni, Moncler Genius e Corneliani.

Eisenberg Paris, l’elisir di eterna giovinezza

In “La morte ti fa bella” di Robert Zemeckis esiste un elisir di lunga vita che le donne prese da una crisi di mezza età bevono per ringiovanire di 30 anni. Sono Meryl Streep e Goldie Hawn a interpretarle, i due premi Oscar della commedia, una donna depressa per la decadenza del suo aspetto fisico e una diva assetata di fama e gloria. 

Meryl Streep e Goldie Hawn in “La morte ti fa bella

La fialetta di elisir costa uno sproposito, ma gli effetti sono miracolosi: già al primo sorso le rughe si appianano, i seni tornano turgidi, il viso è steso come quello di un’adolescente, la pelle è subito rimpolpata. La giovinezza eterna a cui ogni singola donna ambisce, ammettiamolo, ed è per questo che la ricerca ossessiva di prodotti efficaci ha portato ad una formula unica nel suo genere, la Formula TRI-MOLECOLARE, il cui creatore è Josè Eisenberg, fondatore dell’omonima casa cosmetica.

Formula TRI-MOLECOLARE è una speciale miscela di principi attivi associati, che viene studiata in laboratorio da anni, rivoluzionaria perchè diretta sull’azione combinata delle molecole attinte dalla natura. Sono tre le molecole che lavorano in sinergia tra di loro: gli Enzimi, le Citochine, le Biostimoline

Gli enzimi hanno effetto rigenerante, aiutano e aumentano l’assimilazione dei principi attivi; le Chitochine, estratte dal latte e purificate bio-tecnologicamente, agiscono sul rinnovamento cellulare rendendo così la pelle subito più luminosa e hanno effetto energizzante, regalando un aspetto tonico e rimpolpato; le Biostimoline, estratte dai germogli di faggio, favoriscono l’ossigenazione delle cellule, quelle che danno turgore alla pelle e sono una grande risorsa per favorire la proteina “collagene”, presente nel tessuto derma, fondamentale per sostenere la cute e renderla resistente ed elastica

Insomma il collagene dovrebbe diventare il nostro miglior amico e in ogni prodotto Eisenberg, sono 97 allo stato attuale, è presente nella speciale Formula TRI-MOLECOLARE. 

Per una perfetta beauty routine noi consigliamo tre prodotti della linea: una maschera liftante, un serio da usare mattina e sera e una crema Hydra Lifting. 


La maschera è un valido plus per le occasioni speciali, quando volete apparire subito più rilassate e fresche anche se avete avuto una giornata infernale! E’ magica perchè elimina ogni segno di stress e fatica e dura tutto il giorno. Contiene vitamina A ed E, oli di semi d’uva ed estratti di tè verde che eliminano le macchie di iper-pigmentazione.


Ricordiamo che il siero è la parte liquida che va applicata prima della crema e dopo una lozione tonica. Il Face Refining Serum di Eisenberg è un vero e proprio trattamento lusso cosmetico: grazie al’estratto di cacao le zone in cui la pelle tende a rilassarsi, tipo sotto mento e guance, vengono tonificate nell’utilizzo quotidiano lavorando in sincro con la Glaucina che inibisce la maturazione dei grassi e aiuta la produzione di collagene. I sieri vanno applicati con costanza mattino e sera, e sono super efficaci se uniti ad un massaggio viso che parte sempre dalla parte bassa e centrale, per poi stendersi lievemente verso l’esterno. Il nostro bagno può diventare una vera spa di lusso se sappiamo scegliere i prodotti validi e se vogliamo dedicare quei 15 minuti al giorno alla cura della nostra pelle. 

Per finire, lo step successivo è la parte fluida e cremosa, data da una crema che può essere la base per il nostro make up. Eisenberg ne ha creata una dalla consistenza leggera che assorbe facilmente ed è molto adatta alle pelli che necessitano idratazione. Si applica sempre mattina e sera e può anche essere miscelata insieme al siero per un effetto strong e più veloce. L’Hydra Lifting è un trattamento Protezione Capitale Giovinezza, il vero fiore all’occhiello di Eisenberg che assicura risultati spettacolari!

Oggi basta un clic per aggiudicarsi il premio dell’eterna giovinezza, scegliendo i prodotti Eisenberg più adatti alla nostra pelle; non invidiamo la divina Cleopatra che invece doveva riunire un gregge di pecore per potersi immergere nel loro latte appena munto. Altri tempi! 

Alex Kapranos & Clara Luciani in “Summer wine” di Nancy Sinatra & Lee Hazlewood

Lui è Alex Kapranos, frontman dei Franz Ferdinand, la band scozzese che fa ballare tutto il mondo da quasi venti anni. Ha vinto con la sua band molti premi (un Mercury Prize, dei BRIT Awards, diversi MTV Awards tra gli altri) ed è stata nominata ai Grammy. Lei è la splendida Clara Luciani, astro nascente della musica francese, che ha esordito nel 2018 con Sainte-Victoire e nel 2020 ha vinto il premio come Artista femminile dell’anno ai Victoires De La Musique.

Insieme hanno realizzato una cover del brano “Summer Wine” di Nancy Sinatra e Lee Hazlewood.  

La traccia è stata reinterpretata con testo in inglese e francese ed è stata registrata e mixata tra lo studio scozzese di Alex e il Motorbass di Zdar a Parigi. A supporto della canzone hanno girato un video, diretto da Ryder The Eagle, con ambientazione “karaoke nel deserto”, che li vede protagonisti con la stessa attitudine di due attori in un film di Tarantino.

Coltivano questa amicizia da tempo, tanto che nell’ultima stagione pre-covid, i due artisti sono stati visti insieme alla sfilata di Prada di Gennaio 2020. Non solo, a Ottobre si erano già esibiti insieme sul palco dell’Olympia, l’iconica location parigina, dove hanno cantato “Summer Wine” insieme per la prima volta.

Alex ha dichiarato: “Siamo grandi fan di Lee e Nancy e l’interazione tra le due parti che nasce in questo brano è molto bella. Clara ha tradotto il ritornello in francese, così ne è venuta fuori una versione bilingue. 

Abbiamo deciso di registrarla appena iniziato il lockdown, più per noi stessi che per altro. Volevamo creare un mondo immaginario in cui rifugiarci, dal momento che eravamo rinchiusi in casa. Non che non fossimo felici, ma la fantasia è sempre il modo migliore di fuggire e partire per un’avventura. È stata registrata a casa mia, in Scozia, e mixata dai nostri amici Antoine e Pierre al Motorbass Studio di Parigi. Quando l’abbiamo fatta ascoltare alle nostre etichette ci hanno suggerito di pubblicarla, quindi eccoci qui. 

Cantare con Clara è stato bellissimo, lei ha una voce meravigliosa e tutta un’altra prospettiva. Una volta finito il lockdown, abbiamo incontrato i nostri amici Adrien, Leo, Fiona e Hugo per girare il video. Le loro idee mi sono piaciute tantissimo, perché rispecchiavano il mood del brano e rappresentavano anche la nostra… beh, la nostra passione per il Karaoke!”

Testo di Cristina Fontanarosa

Foto di Fiona Torre

Wedding Industry e rinvii nel 2021: come il cambiamento delle mode più incidere?

La wedding industry, che in Italia coinvolge circa 83 mila aziende piccole e grandi, e – di fatto – costituisce una fetta importante dell’economia italiana, oggi è in ginocchio. Un’incertezza dilagante sia per tutta la filiera che sta provando – al netto di tutte le limitazioni imposte dalle regole del distanziamento sociale – a ripartire, che per i futuri sposi stessi. Chi si doveva sposare la scorsa primavera e si è trovato costretto a rinviare al 2021 si pone la fatidica domanda: “il vestito da sposa già acquistato, sarà di moda anche nel 2021?”, così come altri mille interrogativi.

L’abito da sposa, quello che ogni donna sogna sin da quando è bambina per il giorno del suo “Sì”, non deve conoscere tempo, ma rispecchiare l’intimo di chi lo indossa. Oltre a ciò – proprio per venire incontro alle spose più fashion victims – il mondo del luxury ha deciso di disegnare collezioni che richiamano quelle del 2020 per non accentuare lo scalino dettato dall’inevitabile rinvio. Ovviamente dovendo ricalcolare la nuova data in base a quelle già occupate, ci si potrà trovare costretti a sposarsi in una stagione diversa da quella pianificata nel 2020, dunque il vestito dovrà essere adattato al diverso clima. E così via libera a pellicciotti, coprispalla, fabbricati nel 2021 senza però “stonare” sugli abiti provenienti dalla collezione precedente.

Un settore in ginocchio dicevamo, poiché si tratta di lavoratori per lo più stagionali, il cui grosso delle attività lavorative si concentra nei mesi che vanno da aprile e settembre. Mesi resi inagibili a causa del lockdown – è proprio questo uno dei motivi che pone nelle nostre mani la responsabilità di renderci protagonisti e parte attiva del suo risollevarsi. In che modo? Attingendo a prodotti italiani, anziché d’importazione, per tutte le nostre ricorrenze. Questo rappresenterà un duplice vantaggio: innanzitutto – in un mondo non ancora “Covid free” – con paesi ancora fortemente debilitati dalla pandemia mondiale, come gli Stati Uniti o il sud America, o la stessa Cina alle prese con una seconda ondata – non possiamo essere sicuri che il mercato dell’importazione riuscirà ad essere così sicuro e affidabile come lo è stato fino ad oggi. In secondo luogo l’economia nazionale ha bisogno di ogni contributo, dal più piccolo al più grande, per ripartire.

Il Made in Italy è un brand manifatturiero che esibiamo come gagliardetto e motivo di orgoglio in tutto il mondo, possiamo contare su un artigianato forte soprattutto al sud Italia, e su materie prime di prim’ordine, attingere ad esso, oltre che far circolare l’economia, non potrà che lasciare soddisfatti gli sposi. È il caso ad esempio delle bomboniere, come quelle proposte da Nara Bomboniere, l’e-shop online leader nel confezionamento di bomboniere nostrane, per tutte le ricorrenze. Ad abbassare il prezzo ci penserà la concorrenza, anche se sappiamo che quando ci si innamora di un oggetto il prezzo è un problema secondario, soprattutto nel giorno più importante di due futuri sposi.

Estate mediterranea: gli indirizzi da non perdere

Festival, celebrazioni speciali e luoghi super cool da scoprire: dalla città al mediterraneo, dalla Costa Azzurra alla Costiera Amalfitana, ecco alcuni eventi da segnare in agenda per questa estate.


Un programma di cene stellate @Grand Hotel Alassio

Arte e l’arte della cucina, sono il fil rouge del calendario degli eventi di Agosto del prestigioso albergo ligure, dove la stagione turistica è decollata e punta sempre più in alto. Ci saranno sei serate declinate su due temi: cucina gourmet e pizza e bollicine. La prima sezione “Sotto un cielo di stelle”, prevede tre serate, che si annunciano ad alto tasso di gourmet, in cui l’executive chef di casa, Roberto Balgisi, duetterà con alcuni dei più celebri chef italiani: Andrea Berton, Marco Cahssai e Eugenio Boer.

“La pizza e le bollicine” saranno invece gli ingredienti di un’altra terna di serate durante le quali le migliori pizze di Italia si incontrano con la tradizione napoletana di Antonio, il pizzaiolo Made in Napoli del Grand Hotel Alassio, e con le bollicine pluripremiate di Ferrari Trento. L’arte infine accompagnerà tutte le serate, infatti ad ogni voce di menu, sarà affiancata un’opera di Deodato Arte. 


La Costa Smeralda incontra la Spagna @Rafael, Porto Rafael

Il nuovo ristorante “Rafael” inaugurato recentemente da Luca Guelfi, si trova in uno dei borghi più affascinanti della Sardegna di fronte all’arcipelago de La Maddalena. La cucina italiana e con influssi spagnoli è prevalentemente a base di pesce. L’allestimento rievoca il design del Mediterraneo in una location magica. La firma dello chef Marco Fossati sarà espressa in un viaggio gastronomico italo spagnolo basato su freschezza, tradizione, innovazione e gusto. La specialità indiscussa: la Paella de Mariscos.


Musica a strapiombo sul mare @Ravello Festival

Il 25 luglio ha aperto i battenti in Ravello Festival 2020, l’immancabile appuntamento dell’estate amalfitana che coinvolge location spettacolari come la terrazza del belvedere di Villa Rufolo, un palcoscenico naturale a picco sul mare, l’Auditorium Niemeyer e il Duomo di Ravello. La 68ª darà il via con un omaggio al grande maestro Ennio Morricone e continuerà nel suo intento di promuovere la contaminazione fra la musica classica e quella contemporanea. Il Festival si chiuderà il 13 settembre e vedrà sul palco grandi musicisti di fama internazionale.


Un viaggio ideale tra diversi paesi @COYA Monte-Carlo 

Il gruppo Monte-Carlo Société des Bains de Mer ha festeggiato l’apertura della terza stagione del COYA Monte-Carlo ispirata al viaggio. Il ristorante dai sapori dell’America Latina propone anche quest’anno il mix su cui ha costruito la sua fama, da Londra alla Costa Azzurra, passando per Miami, Dubai e Abu Dhabi: una cucina fusion leggera e coloratissima, il Pisco Bar & Lounge con i suoi DJ set ritmati e una splendida vista sul Mediterraneo. Grazie al programma ‘Monte-Carlo Cares’, il gruppo ha permesso alla clientela di ritrovare i semplici piaceri, come rilassarsi negli spazi balneari o divertirsi ai tavoli da gioco in totale sicurezza.


Vivere l’atsmofera di Saint-Tropez @La Réserve à la Plage

Sulla spiaggia Pampelonne, la più iconica di Saint-Tropez, Michel Reybier, fondatore delle strutture La Réserve, con il designer Philippe Starck ha ideato La Réserve à la Plage che ha riaperto il 2 giugno 2020. La struttura, dotata di bar, ristorante, beach shop e bagni, è avvolta in un’atmosfera familiare e racconta la bellezza selvaggia nella natura circostante. Il ristorante, gestito dallo chef stellato Eric Canino, celebra la cucina mediterranea. Offre inoltre la possibilità di transitare a piedi nudi dalla sabbia calda al parquet, per condividere un pranzo di fronte al panorama mozzafiato. A fine giornata invece l’atmosfera è più festosa, con musica e champagne, i piedi nella sabbia e cieli stellati.


Una Milano gourmet segreta @Sixième Bistrò

Per chi fosse ancora in città, un angolo intimo e segreto a pochi passi dalla Darsena di Milano si trova un’oasi di tranquillità. Il Sixième Bistrò non è solo un ristorante e un cocktail bar, è un luogo dove potersi concedere il lusso di ritrovare il proprio tempo. L’indirizzo da non perdere per respirare l’estate milanese in un dehors avvolto da un’atmosfera suggestiva e bohémien. L’estetica del locale si può definire luxury punk: un posto dove mondi opposti coesistono. Elegante, ma al contempo casual è il mood che si respira in ogni dettaglio, dal design come nel menù fino alla proposta mixology.


 

Magna Grecia Awards Fest 2020

Siamo nel vivo della 23° edizione del Magna Grecia Awards Fest: ideato, creato e condotto da Fabio Salvatore, uomo dai mille talenti formatosi in teatro sia come attore che come regista. È inoltre autore di diversi libri.

Il dolore lo ha segnato sin dalla diagnosi del cancro alla tiroide a soli ventuno anni, poi la perdita del padre nel 2008 travolto da un incidente stradale. Incessantemente continua a celebrare le eccellenze del nostro paese nella sua amata terra: la Puglia. Proprio quest’anno con tutte le incertezze dovute al periodo pandemico, la sicurezza di poter svolgere la manifestazione non c’era, ma la sua tenacia e quella di tutto il team incredibile che lavora con lui lo ha portato mettere insieme un vero e proprio Festival.

Infatti, se gli anni passati era un’unica serata, quest’anno per rispettare le norme vigenti di distanziamento sociale, le serate son diventate sedici, tutte all’aperto e divise tra Castellaneta e Gioia del Colle. Non è mancato un grande evento anche a Casa Isabella, palazzo Ducale adibito ad hotel esclusivo di lusso, con un parco che trasporta gli ospiti in luogo dal sapore d’altri tempi.

Proprio per questa occasione la wedding planner Silvia Slitti ha creato una scenografia da favola, infatti anche lei è stata premiata la stessa sera per il suo impeccabile lavoro che protrae da svariati anni.

Ovviamente non è mancata la madrina d’eccezione Lorella Cuccarini, molto legata all’evento ed a Fabio Salvatore con il quale collabora anche per “trenta ore per la vita”, arrivata accompagnata dalle sue splendide figlie che rispecchiano in pieno la trasparenza ed il garbo della mamma.

Tanti i volti della televisione che si sono alternati in questi giorni, come la coppia più innamorata dell’anno ovvero Simona Ventura e Giovanni Terzi, prossimi alle nozze, sono stati entrambi premiati per il loro lavoro svolto in questi anni.

Poi Giampiero Ingrassia, colonna portante del teatro italiano, accompagnato dalla sua bellissima compagna Veronica ha ricevuto il premio alla carriera, sinceramente commosso, ci ha ricordato che aveva appena iniziato una tournee e che ha dovuto ovviamente sospendere a causa della pandemia. Ora il problema vero sono i teatri di cui non sappiamo ancora quando ed in che modalità potranno riaprire.

Ci son stati giovani influencer come Paolo Stella giunto al suo secondo romanzo che ha presentato qui al MGA, e poi la sempre sopra le righe Giulia Salemi è al suo primo romanzo autobiografico e come detto da lei motivazionale: “Agli uomini ho sempre preferito il cioccolato”.

One day with Antonio Nunziata

Classe 1998, Antonio Nunziata è un talent che ha iniziato a lavorare nella moda dal 2015. Dopo aver collaborato con numerose aziende di abbigliamento, a seguito delle ultime vicende legate al periodo del lockdown, lo vediamo protagonista di numerosi progetti legati al turismo e alla valorizzazione delle bellezze nel nostro paese. Lo abbiamo incontrato e ritratto a Roma, città in cui vive e lavora spostandosi dalla sua amata Napoli.

Foto: Manuel Scrima

Styling: Vincenzo Parisi


Racconta il tuo percorso, di studi e lavorativo..

All’età di 15 anni ho iniziato a scattare le mie prime campagne a Napoli come modello. La prima mi fu proposta da un amico che lavorava per una piccola azienda nel Vesuviano. Mi chiese di scattare qualche foto per un’azienda di moda e questa è stata la mia prima campagna. Da lì ho anche girato qualche spot pubblicitario in tv e ho aperto la mia pagina Instagram su cui condividevo gli scatti che via via realizzavo. 

Contemporaneamente frequentavo il Liceo Scientifico e dopo il diploma, a 19 anni, mi sono trasferito a Milano. Avevo una gran voglia di mettermi in gioco e fare un’esperienza di vita lontano da casa, anche per misurarmi con le sfide di un mondo adulto e diverso da quello in cui sono cresciuto; un’occasione per crescere e cogliere le opportunità di una metropoli super dinamica e complessa. Lì ho avuto le mie prime esperienze lavorative anche in altri settori. 

Come sei arrivato al mondo influencer e social?

Ho impiegato del tempo per capire le potenzialità che avevo in mano. Durante la mia permanenza a Milano continuavo a curare il mondo “social” parallelamente al mio lavoro, dove ho potuto conoscere e frequentare tante persone e da lì sono nate grandi amicizie. In quel periodo mi sono reso conto anche cosa non mi piacesse di questo mondo fatto di luci e scatti. Mi ci sono ritrovato dentro, ma non era nei miei piani. Al liceo pensavo di fare il modello, influenzato da quelle prime opportunità di lavoro, crescendo poi mi son accorto che non era ciò che volevo.

Quali sono le passioni che coltivi o che vorresti avere tempo di seguire?

Più di ogni altra cosa amo viaggiare. Infatti è ciò su cui sto focalizzando il mio profilo Instagram ultimamente. Durante questo periodo di crisi sanitaria, sociale ed economica, si è molto parlato di opportunità e di strategie per rimettere in moto il Paese. Il turismo è stato sicuramente uno dei settori più colpito in Italia e nel mondo. Abbiamo la fortuna di possedere circa il 70% dell’intero patrimonio artistico e culturale e tutto questo va valorizzato. 

Viaggiando ho imparato ad apprezzare le incredibili bellezze e ricchezze del nostro territorio. Tengo molto a cuore il Paese in cui sono nato, in particolare la Campania, Napoli e tutti i tesori che abbiamo, un motivo di orgoglio per il mondo intero. E’ iniziata così la voglia di promuovere collaborazioni per la promozione del turismo. Provo a dare fiducia ai miei follower incoraggiandoli a tornare a viaggiare in Italia, muoversi, scoprire le bellezza e l’offerta eno-gastronomica che è presente in tutto il territorio nazionale. Ogni viaggio che sto facendo è una scoperta sorprendente anche per me, quindi non faccio altro che riportare quelle che sono le mie impressioni ed esperienze, sperando di poter dare nel mio piccolo un contributo al turismo italiano, possibilmente responsabile ed ecosostenibile. Altre mie passioni sono il nuoto e il fitness che spero di riprendere in modo costante appena sarò più stabile e naturalmente la fotografia.

La tua giornata tipo?

Sono un tipo abbastanza mattiniero. Sveglia alle 8, ricca colazione, check delle notizie principali sui giornali online e subito palestra o nuoto. Verso pranzo rispondo alle mail e poi in base agli impegni mi organizzo la giornata. In ogni caso non amo la routine. 

La tua playlist – le tue 5 canzoni del momento?

Vienimi (a ballare) – Aiello , Erykah Badu – On & On, Bimbi per strada – Fedez, Chega –  Gaia, Savage Love – Jason Derulo.

I tuoi posti del cuore dove torni a ricaricarti o cui sei particolarmente legato?

Senza dubbio, la costiera amalfitana! E’ il posto dove stacco i pensieri , spengo il cellulare e passo ore e ore a passeggiare e osservare il paesaggio. 

Che stile hai? Cosa non manca nella tua valigia quando viaggi? 

Come è possibile capire dal mio profilo, ho uno stile abbastanza casual. Alcune volte passo a quello più elegante. In ogni caso la parola d’ordine è: camicie. Non mancano mai nel mio armadio e in valigia. Sono quasi ossessionato, ne ho di tutti i tipi. Monocromatiche, a righe, floreali, cotone, lino, seta etc. Proprio non posso farne a meno. 

Il tuo rapporto con la moda?

Sto imparando a conoscerla. E’ un mondo tanto straordinario quanto complesso che va studiato e conosciuto prima ancora che utilizzato per scopi commerciali. Personalmente non ho gusti “estremi” o eccentrici e difficilmente mi lascio condizionare dai trend del momento. Per certo posso dire che se è italiana è meglio. E non lo dico per solo campanilismo. Sono consapevole che il Made in Italy sta vivendo un periodo di fragilità, assediato dalla competizione manifatturiera di altre aree del mondo che però non garantiscono le nostre stesse performance e qualità. E’ qui che ci giochiamo la partita. In un mondo globalizzato è difficile anche per noi influencer poter collaborare, non dico solo, ma soprattutto con marchi italiani. Ultimamente una sartoria pugliese mi ha spedito una giacca di lino superlativa per qualità e bellezza. Un prodotto tipicamente artigianale, motivo di orgoglio per chi come noi non dovrebbe solo limitarsi a indossare un indumento per scattare, ma anche capirne la storia, il lavoro e la creatività che ci sono dietro a quel capo. Mi piacerebbe che i marchi italiani, soprattutto i piccoli, conoscessero meglio il “mercato dei talent” e noi viceversa il mondo dell’artigianato e della sartoria italiana per far crescere insieme questo mercato con maggior consapevolezza e qualità. 

Cosa vuoi fare da grande? E progetti per il futuro..

Ho intenzione di studiare recitazione, vorrei fare l’attore. È uno dei miei prossimi obiettivi. 

CREDITS:

Talent: Antonio Nunziata @antonionunziata

Fotografo: Manuel Scrima @manuelscrima

Styling: Vincenzo Parisi @vincent_parisi

Grooming: Francesca Bova @francesca_bova_

La Paris Fashion Week P/E 2021 alla prova del digitale, tra lookbook, video e short movie

La prima edizione digitale della fashion week maschile di Parigi, svoltasi fino allo scorso lunedì e dedicata alla primavera/estate 2021, ha visto la gran parte dei nomi in calendario cimentarsi col format video, che si trattasse di un’appendice dinamica alla staticità dei lookbook, di rappresentazione altra dei mood e riferimenti di turno o, ancora, di mise en scène con tutti i crismi del cinema. 

Phlegethon, per cominciare, è il titolo dell’ultima collezione firmata Rick Owens, svelata attraverso un filmato in cui le immagini scorrono sulla schermata divisa a metà, come fossero riprese da una telecamera di sicurezza, alternando B/N e colore. Lo stilista vi condensa la sua estetica abrasiva, interpretata non casualmente dal modello-feticcio Tyrone Dylan Susman, chiamato a indossare capi scultorei dall’alto grado di teatralità, ulteriormente accentuata dalle spalle spigolose. Le proporzioni rivelano uno stridore – apparente – tra giacche fittate e pantaloni aderenti dal cavallo basso, o tra le forme smilze del sopra e quelle fluide del sotto. I contrasti permeano del resto gran parte delle mise, una rassegna di top dai lievi drappeggi, canotte sbrindellate, maglie stretch e blazer dilungati, abbinati a bermuda con elastico, cargo pants o modelli più affusolati. Owens, inoltre, insiste nel sovvertire i cliché del menswear proponendo, ad esempio, stivali dal platform imponente (anche nella variante “estrema” del cuissard), sneakers in rosa bubblegum e scollature profonde.

Isabel Marant si attiene a quello stile boho chic con cui è diventata uno dei brand di maggior successo del ready-to-wear femminile, traslato con i dovuti accorgimenti nel guardaroba pour homme: ecco allora spolverini, windbreaker, tute morbide su pantaloni risvoltati a gamba dritta. A movimentare le superfici di magliette, camicie e pull provvedono righe, quadretti e colorazioni dégradé, oppure vivaci motivi ikat. La palette alterna i toni polverosi del celeste, ecru e kaki alle nuance vibranti di magenta, bluette e verde menta, sprazzi di colore per aggiungere un twist alla generale rilassatezza degli outfit, evidenziata da accessori quali bucket hat, cinture in corda e sandali con listini.

Suggerisce un’ideale fuga dalle restrizioni di questo periodo la proposta di Davi Paris, cui fanno da sfondo scogliere ventose e prati in fiore, dove ritirarsi magari negli ultimi, malinconici giorni d’estate. I fiori, d’altro canto, hanno grande importanza anche per i look in sé, perché irrompono sulle texture sotto forma di ricami, disegni acquerellati o motivi tapestry a tutta grandezza, arricchendo blouson, golf e camicie generosamente sbottonate, come pure pantaloni svasati high-waisted e shorts con la piega. Anche gli accessori – cappelli da pescatore o in paglia, foulard vezzosi, calzature aperte, trainers – favoriscono l’impressione della gita in un paesaggio idilliaco, di cui godere in abiti che accarezzano il corpo, senza trascurare eleganza e armonia dell’insieme. 

Louis Vuitton inaugura invece un itinerario, sia fisico sia digitale, diviso in più tappe, la prima delle quali – Message in a bottle – è stata rivelata nei giorni scorsi: un ibrido di film e cartoon, in cui tra scorci di Parigi e coloratissimi personaggi immaginari, spuntano ovunque gli emblemi della maison, dal Monogram al Damier black&white. Per gli oufit veri e propri, bisognerà aspettare i prossimi due step, previsti a Shanghai e Tokyo nei mesi a venire.

Yosuke Aizawa, direttore creativo di White Mountaineering, racchiude in un video le suggestioni tech per le quali il brand è conosciuto (e apprezzato). Gli abiti prendono letteralmente vita dai cartamodelli, sollevandosi dalle sagome disegnate sul foglio e andando a comporre gli ensemble degli indossatori; si susseguono capi multi-tasche con zip più o meno decorative, trapuntature ed elastici, a rimarcare l’indole utilitarian della linea, sottolineato anche dal ricorso al layering per cui overshirt, gilet, felpe e giubbotti in diverse lunghezze e consistenze possono essere sovrapposti. Membrane Gore-Tex, pannelli a contrasto e sneakers traforate aggiungono un’ulteriore nota di funzionalità.

Il designer Bruno Sialelli rende in poco più di un minuto lo spirito escapista, quasi onirico, sotteso alle sue creazioni per Lanvin, aiutato anche dalla spettacolarità dell’ambientazione, il Palais Idéal du facteur Cheval, “castello” naïf nel sud della Francia. Dagli scatti dei look, passati in rassegna solo parzialmente nel video, si coglie un flair anni ’70, tra ponchos, inserti animalier, bluse variopinte, polo in maglia, soprabiti doppiopetto e pantaloni fluidi a vita alta, in una tavolozza tenue ravvivata da flash di cobalto, ocra, rosso e blu navy.

Thom Browne, da ultimo, si ispira alle Olimpiadi nel filmare l’esecuzione, da parte del cantautore Moses Sumney, di una rivisitazione dell’inno originale dei Giochi, ponendo l’accento sulla fisicità, monumentale appunto, del protagonista, un adone contemporaneo issato, non solo idealmente, sul podio. Per quanto riguarda capi o accessori, nei frame compaiono unicamente delle cuffie, frutto di una collaborazione con Beats by Dr. Dre, e una lunga gonna di sequin attraversata dalla caratteristica banda tricolore di Browne, a certificare la propensione al gender fluid iscritta nel dna della griffe; una scelta che testimonia di come, a differenza delle sfilate più o meno virtuali, l’espressione dei valori fondanti di un marchio non conosca ostacoli né pause, specialmente in tempi come questi. 

Barbecue: 4 attrezzi da comprare subito

Chi non ama fare il barbecue con gli amici? Che sia di carne, pesce o sole verdure è senz’altro un ottimo modo per cucinare e passare del tempo in compagnia di amici e parenti, in particolare quando è estate e si può stare fuori.

Oltre all’acquisto di un buon barbecue per grigliare con una griglia di qualità per un risultato professionale è fondamentale anche avere gli attrezzi giusti. Voi li avete? Ecco i 4 accessori per barbecue che secondo noi dovreste comprare subito.

4 attrezzi per grigliare che non devono mancare

Cominciamo col dire che gli attrezzi base per il barbecue sono senz’altro quelli che non mancano mai in una cucina quindi dovrete avere a disposizione:

  • spatola con manico lungo per evitare scottature
  • pinza per girare la carne
  • pennello in silicone per cospargere la carne di spezie, marinatura o quanto altro per insaporire
  • forbici per carne ottimali per tagliare il pollo in più parti.

Termometro da barbecue

Il termometro da barbecue permette di controllare il grado di cottura interno della carne, senza doverla incide se vuoi realizzarli tu con ciò che più ti piace puoi acquistare i bastoncini in acciaio inox così sono lavabili e riutilizzabili più e più volte.

Grembiule multiuso e guanti

Esistono grembiuli per chi deve grigliare dotati di più tasche con anche un anello porta salvietta. Questi permettono di avere a portata di grigliatura tutto il necessario e anche il classico strofinaccio dello chef. I guanti para-calore poi non possono di certo mancare per evitare scottature accidentali. In fase di acquisto verificate che il grembiule e i guanti siano ignifughi.

Set di luci magnetiche Barbecue

Hai ancora bisogno di installare un po’ di illuminazione esterna? Aggiungi queste luci magnetiche barbecue alla tua griglia per aiutarti a cucinare la cena al buio. Le luci funzionano sulla maggior parte delle griglie, ad eccezione di quelle in acciaio inox. Hanno un collo flessibile in modo che possano essere regolati per emettere luce proprio dove ne hai bisogno.

Raschiatore in legno Grill con apribottiglie

La pulizia finale della griglia dopo aver cucinato è necessaria per permettere al nostro barbecue di vivere più a lungo. L’ideale è farla con un raschiatore in legno così da non graffiare la superficie e meglio ancora perché non acquistarlo con apri bottiglie incorporato.

Bugs Bunny: 8 curiosità sul coniglio più famoso della TV

Bugs Bunny, uno dei personaggi dei cartoni animati più iconici di tutti i tempi, è stato sugli schermi per ben tre quarti di secolo. La Warner Bros. iniziò già negli anni 30 a disegnare conigli nei sui cartoni animati, ma fu solo nel 1940 che Bugs Bunny che conosciamo e amiamo cominciò a prendere forma sullo schermo. Ecco alcuni fatti sul coniglio più famoso degli schermi, che ha debuttato 75 anni fa.

8 curiosità su Bugs Bunny il coniglio più famoso della TV

  1. È apparso per la prima volta come comparsa in un cartone animato Porky Pig nel 1938. Qui non aveva nome e andava a caccia.
  2. Bugs Bunny non era grigio nelle prime serie, ma solo dopo la terza apparizione divenne con la pelliccia grigia.
  3. La sua voce è stata originariamente progettata per imitare Duffy Duck. Durante la sua nascita, il regista decise che la voce del coniglio sarebbe stata simile a quella di Daffy, dal momento che l’anatra era già un personaggio popolare. Il doppiatore che ha interpretato Bugs, Mel Blanc, ha anche fornito la voce per Daffy Duck, così come la maggior parte degli altri preferiti di Looney Tunes come Tweety Bird, Speedy Gonzales e Marvin il marziano.
  4. I suoi comportamenti furono parzialmente ispirati da Clark Gable. Il disinvolto e mangia carote di Bugs è stato ispirato da una scena di Happened One Night, quando Clark Gable mangiava i suoi stuzzichini a base di carote mentre si appoggiava a una recinzione.
  5. Nel 1993 venne realizzato uno spot per una casa di moda dove i personaggi scelti furono Bugs Bunny e Micheal Jordan. Spot che ebbe un successo mondiale e la Warner lanciò al volo sulle scene “Space Jam” con la bellissima Lola.
  6. Bugs Bunny resta scapolo per oltre 50anni, ma nel 1996 compare Lola sulle scene di “Space Jam”. Simpatica, dal carattere forte e bellissima ed ecco che Bugs si innamora.
  7. Nel 1997 viene stampato un francobollo negli USA con Bugs, oggi è il settimo francobollo più popolare negli Stati Uniti.
  8. Bugs Bunny nel 1990 fu testimonial per una compagna contro la droga.
  9. E’ entrato a far parte dei film da conservare presso National Film Registry, perché considerato culturalmente importante dalla Biblioteca del congresso degli Stati Uniti.

Piscina gonfiabile: 6 motivi per comprarla

Se hai a disposizione un giardino o una terrazza e non puoi andare al mare o in piscina perché non optare per la piscina gonfiabile in cui rinfrescarsi nelle calde giornate estive e dove far diventare i bambini.

I modelli disponibili sono davvero tantissimi e di dimensioni diverse proprio per adattarsi allo spazio esterno che uno ha a disposizione.

Vi sono rotonde, quadrate e rettangolari per adulti e bambini o solo per bambini, dalle morbide alle rigide. Vi è davvero l’imbarazzo della scelta, ma quali sono i motivi per comprarla? Eccone cinque che ti convinceranno a correre a comprarne una.

6 motivi per comprare una piscina gonfiabile

Come abbiamo detto sopra la piscina gonfiabile permette anzitutto di rinfrescarsi quando fa molto caldo e di far divertire i bambini se non si possono portare nelle piscine pubbliche/private o al mare.

Altri 6 motivi per comprare una piscina gonfiabile sono:

  • unico investimento che dura nel tempo e ogni estate, se si tiene la piscina con una manutenzione corretta, potrete riutilizzarla
  • si può riempire e coprire con un telo apposito per tenere l’acqua per più utilizzi, ricordando di aggiungere il cloro per evitare la formazione di alghe e tenere l’acqua disinfettata. Si trova nei negozi dove vendono le piscine gonfiabili
  • se avete degli animali potete optare per una piscina gonfiabile a loro dedicata, nelle calde giornate estive ne godranno anche loro di un bagnetto rinfrescante e ve ne saranno grati
  • vi sono modelli di vario genere anche con sedute interne o con accessori per idromassaggio, insomma può diventare un vero strumento di benessere e relax.
  • Si possono acquistare a parte, se non compresi, gli scivoli per un maggior divertimento dei più piccoli.
  • Vi sono modelli per ogni budget familiare, quindi anche per chi non può permettersi una grossa spesa sono accessibili e dotate di solito di un primo kit di riparazione in caso di foratura.

Vi ricordiamo qualora abbiate bambini piccoli, anche se sanno nuotare, di non farli mai stare in piscina da soli, ma sempre sotto stretto controllo vostro. Si può annegare anche in piccole quantità di acqua e coi bambini la prudenza non è mai abbastanza.

Cibo per cani come sceglierlo per la salute del tuo amico a 4 zampe

L’alimentazione del tuo amico a 4 zampe è importante tanto quando la tua, per questo se scegli di avere un animale domestico come il cane devi saper scegliere il suo cibo nel modo corretto per salvaguardare la sua salute.

Ecco 5 consigli per scegliere il cibo per cani per una salute di ferro.

Cibo per cani consigli per sceglierlo

Cominciamo col dire che il luogo migliore dove acquistare cibo per cani sono i negozi specializzati in prodotti per animali, anche se oggi al supermercato vi sono diverse varianti e marche, non sempre si trova tutto e i commessi non sono specializzati sui singoli prodotti per animali.

Al momento dell’acquisto poi verifica che sulla confezione vi sia scritto mangime per cani, altri tipi di mangime come quello per gatti non va bene somministrali ai cani come spesso fanno in molti. Sue due animali differenti con esigenze diverse di alimentazione.

Controlla poi se è classifico come mangime completo o complementare, il primo infatti soddisfa da solo tutte le necessità nutrizionali del tuo amico a 4 zampe, il secondo invece è da usare, come dice il nome, come  integrazione all’alimentazione casalinga.

In ultimo sulla confezione è indicata la quantità di acqua contenuta: se sopra il 34% è un cibo per cani umido, se va dal 14% al 34% è un semiumido, sotto il 14% è un cibo secco. Questo ti permetterà di sapere se devi integrare con cibo più o meno secco o umido e con quanta acqua durante la giornata.

Infine per essere sicuri di comprare cibo per cani ottimo per la sua salute devi sapere anche che i mangimi per cani sono composti da diversi ingredienti e in base a questo sono più o meno salutari. Sono divisi così come segue:

carne o pesce fresco: il prodotto era fresco al momento della preparazione, ma poi non lo è più per via dei passaggi di cottura per rendere il cibo umido o essiccato come nel caso delle crocchette per cani. Questi alimenti per cani non sono i migliori perché l’acqua è stata eliminata in fase di cottura e la carne presente è di circa solo il 20%

carne o pesce disidratato: in questo caso il cibo per cani utilizzato è stato disidratato prima di essere inserito nel mangime stesso. Privato già della sua acqua all’inizio, nei passaggi successivi non perderà altra acqua e quindi se è indicato che vi è il 50% di manzo quello vi sarà. Questo cibo per cani è il migliore per la sua salute.

Farina di carne o pesce: questo alimento per cani comprende purtroppo anche lische e ossa degli animali con cui è realizzato, perché ridotti appunti a farina. Pertanto se fra gli ingredienti vi è indicato che contiene il 50% di carne, in realtà potrebbero essere tutte ossa. Queste apportano si calcio ma non grassi e proteine necessari per la buona salute del tuo amico a 4 zampe. Questa scelta di mangime è la peggiore.

In Alto Adige l’oriente incontra le Dolomiti

Una valle in cui Oriente e Dolomiti si incontrano in una pace assoluta a contatto con la natura.

La Val Pusteria è una delle valli alpine più conosciute e amate, si estende tra Bressanone e Lienz, tra l’Alto Adige e l’austriaco Tirolo Orientale. Come ogni estate, dalle Dolomiti al Grossglockner, dal Lago di Braies al Lago di Dobbiaco sono diverse le possibilità di escursione per gli appassionati della montagna.

Per chi oltre alle passeggiate, fosse alla ricerca di una pausa in totale relax dallo stress cittadino l’hotel Silena è il luogo ideale. Un autentico angolo di oriente dove gli esercizi di respirazione e meditazioni guidate, yoga e Qi Gong incontrano i piaceri della buona tavola. Situato a Valles a 1.350 mt di quota, questo retreat è un gioiello incastonato in un paesaggio da favola dove poter staccare la spina e immergersi in un mondo di esperienze che accarezzano corpo e mente, non a caso si definisce “the soulful hotel” proprio perché qui l’anima è al centro di ogni cosa, secondo una filosofia del benessere nata dai frequenti viaggi in Oriente e tradotta in un linguaggio che tiene conto sì delle influenze orientali ma anche della cultura altoatesina e dell’importanza del contatto con la natura.

Dal design degli interni ispirato all’arte del feng shui e concentrato sull’essenziale, alla pulizia delle forme grazie all’uso di materiali naturali, l’hotel trasfigura il suggestivo paesaggio esterno attraverso le grandi vetrate e le ampie finestre sul tetto con vista cielo, per un’esperienza di benessere totale che inizia prima alla spa, luogo perfetto ritrovare sé stessi, staccare la spina e sentirsi liberi grazie a qualche coccola beauty e recuperando l’armonia tra corpo e mente che lo stress quotidiano cancella inevitabilmente.

Spazio di design e bien vivre è anche il ristorante, che nei colori e nei materiali richiama l’ambiente dell’alta torbiera di Valles e allo stesso tempo è un laboratorio del gusto che unisce sapientemente i sapori dell’Alto Adige con le influenze culinarie del Sud-Est Asiatico: una finestra aperta sul mondo con le radici ben salde nel territorio con un’attenzione costante alla qualità degli ingredienti, freschi e sostenibili.

Valles e dintorni

Riparato dai Monti di Fundres, Valles vanta una posizione geografica vantaggiosa al cospetto di montagne imponenti e suggestive. Grazie alla sua posizione, inoltre offre un gioiello di rara bellezza: il villaggio alpino della Malga Fane, considerato l’alpeggio più suggestivo dell’Alto Adige. In estate è punto di partenza per le escursioni al Rifugio Bressanone oppure al Picco della Croce. Anche l’Alta Via di Fundres attraversa le montagne circostanti, mentre il sentiero circolare a valle è la variante più comoda per chi preferisce passeggiate meno esigenti. Per chi invece fosse più intraprendente e alla ricerca di scenari Instagram friendly diverse sono le possibilità: dal celeberrimo Lago di Braies, la zona di San Candido e Lienz oppure una gita in alta quota alle Tre Cime di Lavaredo.

Il Country a Porto Rotondo inaugura la stagione estiva in Sardegna

Proprio oggi riapre il Country a Porto Rotondo, ad inaugurare la stagione estiva del club protagonista delle notti sull’isola da oltre trent’anni ci sarà il live di Max Giusti e sono attesi numerosi vip e rappresentanti di istituzioni. Si prospetta una stagione intensa ed indimenticabile, ma soprattutto sicura. Questo anche grazie alle novità previste ed alle procedure anti Covid-19 già prontamente adottate, al fine di tutelare ospiti e collaboratori. Alcune di esse sono la sanificazione giornaliera di tutti gli spazi, i menù in versione digitale e la misurazione della temperatura all’ingresso.



Inoltre, quest’anno si pone particolare attenzione alla proposta ristorativa. Alcuni fra i partner esclusivi del progetto estivo saranno Giuda Ballerino Bistrot con le creazioni dello chef stellato Andrea Fusco, il Brazilian Sushi Restaurant Amazonia e il mexican cocktail bar Santanera. La sorpresa per il cliente sarà soprattutto l’intrattenimento musicale nel nuovo locale ristrutturato. Infatti, i sapori della cucina saranno accompagnati da performance live e a seguire i dj set accompagneranno fino a tarda notte il pubblico presente. In esclusiva per la Costa Smeralda e per quattro appuntamenti, il Club ospiterà l’intramontabile Jerry Calà, re delle notti della Costa Smeralda.



Da ultimo, l’estate Country si impreziosisce della collaborazione con i Tramp, un’agenzia di pubbliche relazioni che propone lo special project su invito “House of Tramp”, che ospita al suo interno progetti legati ad artisti della scena musicale e cinematografica contemporanea. Fra i selezionati appuntamenti TRAMP PRIVATE Vol. III Figli delle Stelle – Alan Sorrenti.

Cerchi notizie su vip e personaggi famosi?


Havaianas: l’iconico infradito approda nello street style

Il sandalo infradito made in Brasil più usato al mondo dal 1962, ha dato vita a una nuova ispirazione. Da un incontro di stili e tradizioni oltreoceano, la più cool delle contaminazioni nel panorama delle flip flop: la Tradi Zori. Il celebre modello paulistano si fonde con il caratteristico sandalo Zori di tradizione nipponica, sotto la supervisione del Direttore Creativo del pilastro della moda giapponese Mastermind Japan, Masaaki Homma e caratterizzato dal noto logo a teschio. Una rivisitazione caratterizzata dal design squadrato e uno spirito urban, con il twist del cinturino in tessuto.

Questa forma innovativa, presenta due differenti versioni: la Top e più tradizionale, con la nota suola di Havaianas, e la novità che rompe gli schemi, collegando passato e futuro: Tradi Zori. Una vera rivoluzione nell’universo Havaianas che si assicura un posto in prima fila anche nell’offerta street style.
 “Con questa collaborazione, uniamo presente e passato. Non solo con il lancio di nuovi modelli, ma proponendo uno stile di vita completamente nuovo” afferma Fernanda Romano, Global Marketing Director di Havaianas.

“ALLEARE, VERSO 2000 ADERENTI ENTRO FINE ANNO”

Bruno Vettore è il Presidente della società ALLEARE che opera in sinergia con BV INVEST, ed è alla guida della Piattaforma di servizi integrati per Agenzie Immobiliari e Consulenti del credito.

Stiamo crescendo molto e puntiamo a superare le 2000 adesioni entro fine anno, oltre ad aver coinvolto 20 importanti aziende che propongono i loro servizi” afferma Vettore a margine dell’ultimo corso di formazione online riservato anche agli aderenti AlleaRe.

“Non si tratta dell’ennesimo network, associazione o rete, ma di una Piattaforma digitale di servizi integrati a disposizione degli Agenti Immobiliari e che favorisce l’interazione con i Consulenti del Credito” dichiara Vettore.

Non ha nessun costo di ingresso e nessun canone di mantenimento.

Mette a disposizione un tool di servizi utili e vantaggiosi che l’Agente Immobiliare utilizzerà in caso di necessità e di reale convenienza.

Tra le aziende che offrono prodotti e servizi:

  • BANCO AZZOAGLIO (istituto bancario)
  • IMMOBILIOVUNQUE (portale immobiliare)
  • MOON UTENZE FACILI ( utenze per privati ed aziende)
  • WHUIS (informazioni commerciali)
  • ASK ( agency social kit – social e web)
  • ZETARENT (noleggio lungo termine)
  • PLANIMETRIE.NET (planimetrie di qualità)
  • LOCARE  (registrazione contratti)
  • PERAQUISIRE (generazione leeds per acquisizione immobiliare)
  • MELEAM (sicurezza sul lavoro e medicina legale)
  • SANIXCARE  ( sanificazione ambientale)
  • POSTAPRONTA (invio di corrispondenza digitale)
  • SKANNER (informazioni commerciali immobiliari)
  • HENIA (broker assicurativo)
  • WEUNIT ( consulenza creditizia)
  • AFFIDA (consulenza creditizia)
  • ARTWORK ( comunicazione e marketing)
  • BV INVEST ( consulenza direzionale e formazione manageriale)
  • REALISTICO (virtual tour immobiliare )
  • SIDOTI & PARTNERS ( consulenza e assistenza legale)
  • LUXFORSALE /portale immobili di lusso)

Si tratta quindi di una libera adesione, di una moderna aggregazione con il dichiarato obiettivo di fornire servizi ad alto valore aggiunto ad una ampia platea di fruitori che possano trarre benefici ed utilità per il proficuo svolgimento della professione.

Per informazioni:  www.alleare.it  [email protected]

Beauty must have per l’estate

Una selezione di must have per questa stagione, dai sieri decongestionanti alle creme che leniscono. Prodotti riparatori che danno un dolce sollievo alla pelle dagli eccessi del sole. E ancora, fragranze ed essenze che richiamano immediatamente i sentori dell’estate.


Davines Liquid Spell
Fluido per capelli rinforzante corporizzante con una texture altamente performante a base di aminoacidi ed un’esclusiva molecola termo-attivata. Questi consentono un’azione nelle aree particolarmente sensibilizzate: da liquida diviene una ricca mousse. I capelli acquistano corpo e la vitalità fin dalla prima applicazione.

Lavera Hydro Sensation Crema Gel

I prodotti della linea Hydro Sensation donano freschezza, purezza ed un’idratazione intensa per un incarnato sano e luminoso. L’estratto di alga assicura alla pelle una forza rigenerativa e l’acido ialuronico naturale ne garantisce nutrimento.

Malin + Goetz Resurfacing Face Serum

Un trattamento mirato formulato come prima linea di difesa dai fattori di stress ambientale a cui la pelle è sottoposta. La formula leggera in gel è sintetizzata con alfa-idrossiacidi e vitamina C per aiutare a levigare, purificare e illuminare la pelle in soli 10 giorni, ottenendo un effetto rinfrescato ed energizzato.


Ahava Mineral Shampoo

Uno shampoo delicato appositamente formulato con Osmoter™ insieme all’estratto di Aloe Vera per detergere a fondo, idratare e ammorbidire i capelli. Questo prodotto amico del cuoio capelluto è adatto all’uso quotidiano per tutti i tipi di capelli lasciandoli puliti, morbidi e luminosi.

Augustinus Bader The Hand Treatment

The Hand Treatment è il primo trattamento mani di Augustinus Bader, combina la tecnologia innovativa frutto degli studi trentennali del Professor Bader ad ingredienti naturali e nutrienti in grado di calmare, lenire e proteggere la pelle delle mani.

Vilhelm Parfumerie All Over Hair and Body Spray

Vilhelm Parfumerie lancia gli ALL OVER HAIR AND BODY SPRAY, spray profumati per corpo e capelli, per poter indossare le fragranze uniche del brand ovunque e in ogni occasione. Un prezioso flacone in vetro contiene l’essenza con concentrazione profumo 6%, per farsi avvolgere in modo fresco ma allo stesso tempo avvolgente. Disponibili nelle tre profumazioni bestseller del marchio: Basilico&Fellini, Morning Chess e Dear Polly.


Ellen Beauty Factory

Amalfi è la limited edition che rende omaggio ad una terra magica, celebrandone i colori, i profumi e l’inesauribile magia. L’ingrediente principale è il limone, tesoro del Sud Italia dalle mille proprietà. L’olio detergente è utile per una pulizia del viso profonda e rinfrescante che, a contatto con l’acqua, assume una consistenza leggermente lattiginosa adatta alla detersione di tutti i tipi di pelle. 

Caudalie Lait Après-Soleil

Un latte dopo sole con acqua d’uva bio, ingrediente esclusivo Caudalie dal potere idratante e lenitivo, accentuato dall’azione dell’Aloe vera bio, estratto naturale di pisello e Olio di cocco bio. La texture è setosa e sprigiona note delicate di monoi, fiori bianchi e latte di cocco.

Sesderma Repaskin

Protezione solare corpo in un nuovo formato spray che favorisce la dispersione omogenea del prodotto. La texture è estremamente leggera e trasparente, resiste all’acqua e grazie alla tecnologia Shield System, aiuta anche a riparare dagli effetti negativi che il sole ha sulla pelle.

Darphin Hydraskin

La nuova Hydraskin Cooling Hydrating Gel Mask è una maschera viso in gel con attivi botanici e acido ialuronico che infonde la pelle di un’intensa idratazione e freschezza, per un’azione rimpolpante e defaticante.

La Biosthetique Soleil

L’emulsione acqua in olio è leggera e dall’applicazione rapida ad alto fattore di protezione, con attivatore di abbronzatura, agenti idratanti e antiossidanti. La nuova ricetta ottimizzata non crea una patina bianca sulla pelle, favorisce un’abbronzatura intensa e uniforme e nutre in profondità la pelle. Protegge e previene i danni cellulari causati dai raggi UV.

Kinloch: Tanzania Trip

Kinloch è un brand fondato nel 2013 da Davide Mongelli che, grazie alla collaborazione con Francesco Fantoccoli, designer della collezione, capta l’esistenza di una via diversa, nuova e più libera per valorizzare il potenziale, riconosciuto e amato nel mondo, dell’eccellenza artigianale italiana. 

Da allora, il brand ha saputo velocemente riconoscere il suo pubblico di riferimento e si è affermato soprattutto in Giappone, che prima e più di altri Paesi ha saputo cogliere il messaggio di Kinloch. Successivamente si è espanso conquistando di stagione in stagione sia l’Europa sia gli USA.

Guardano al prossimo autunno inverno 2020 le sete Kinloch si popolano di nuovi colori, di suggestive immagini catturate dalla natura selvaggia e dai tramonti rosso fuoco della Tanzania. Fra le rappresentazioni sulle stampe troviamo le cerimonie delle tribù Maasai in un alternarsi di cornici zebrate o orizzonti leopardati. 

Foulards, stole, cravatte e pochettes colgono le scene ed i dettagli di questo paese e le luminose sete ne fanno risplendere ogni dettaglio: si declinano i tartan, e le fantasie geometriche tipiche, in ogni loro dettaglio e sfumatura, fino a fonderli in un unico patchwork. Altri protagonisti di questo viaggio sono gli animali e tutto il mondo animalier, presi in primo piano, sfumati, o inseriti come cornice. Oltre alla seta, le sciarpe vengono realizzate in lana o cachemire, creando un accessorio assolutamente unico. Inoltre, per la prossima stagione le stampe ampliano la collezione abbigliamento Uomo con camicie in seta e cotone.

Ultima novità è l’itinerario su misura, esclusiva assoluta nel mondo del carrè: con un semplice click nell’e-shop si può diventare designer del proprio foulard, decidendone texture, sfondo e bordo, con l’opzione aggiuntiva per ricevere il foulard cucito a mano o a macchina e scegliere la fantasia preferita. Anche le t-shirt, recente inserimento nel mondo Kinloch, possono essere personalizzate con una delle fantasie ed uno dei modelli Woman o Unisex con scollo tondo o a V.

Jean-Luc Salathiel Meledje: influencer on the rise

Dagli esordi come modello è diventato una presenza fissa della nightlife milanese. Da lì a poco l’apertura di un blog per gioco, tutto basato sulla condivisione della sua vita glamour. Ama lo stile sporty, viaggiare e conoscere nuove culture. E’ inarrestabile: dalla TV ai set ai social, Jean-Luc Salathiel Meledje è l’influencer che vi segnaliamo questo mese.

Parlaci dei tuoi esordi..

Ho iniziato lavorando come modello e fotomodello sotto agenzia su Milano: in quel periodo i primi blogger non ancora definiti influencer muovevano i primi passi; io non avevo ancora inziato ad aprire un blog perché l’attività di modeling mi portava via molto tempo e non avevo certo il tempo di mettermi a scrivere su un blog! Poi all’improvviso da modello qualunque ho iniziato a inserirmi nell’ambiente dei cosiddetti “party” anche grazie alle conoscenze che facevo tramite i casting o durante i lavori sui set, c’era la stylist o il fotografo o l’editore e anche la stessa agenzia ad invitarmi agli after party delle Fashion Week.

Ho iniziato a condividere le mie esperienze sui social quindi parliamo inizialmente di Facebook, Tumblr, Twitter e non ancora Instagram. Postavo di tutto! Era un vero e proprio diario della mia vita! Poi dopo qualche mese ho aperto il mio blog Theyoungissue.com, che è anche l’espressione del mio stile. Si rivolge a ragazzi come me che si sono avvicinati alla moda forse non prendendola troppo sul serio, ma comunque con voglia di esprimersi. Le persone che seguono il mio blog sono giovani ragazzi che sono disposti a osare e allo stesso tempo divertirsi. Mi considero forse un po’ estroverso, ma non ho paura di indossare un capo che forse un ragazzo della mia età non indosserebbe mai, sono un amante della vita e della moda a 360 gradi. Tramite il mio blog ho iniziato a essere notato dagli uffici stampa e dagli stessi brand per cui avevo lavorato precedentemente come modello, ho iniziato a essere invitato ufficialmente non più tramite altri ma perché volevano me, il mio nome, la mia immagine, la mia espressione e il mio mood a sfilate con il mio invito personale e posto a sedere, a partecipare a campagne pubblicitarie, ad eventi e party indossando il capo del brand. Da lì a poco ho aperto Instagram e tutto ciò che condividevo sul blog in parallelo veniva condiviso anche su Instagram e da lì a poco ho iniziato ad avere molto seguito fino ad arrivare ad oggi a 96.000 mila follower, persone che mi seguono e che apprezzano ciò che faccio e mi chiedono consigli, idee, aiuto per come gestire i propri profili social. Instagram mi ha aiutato moltissimo a sviluppare la mia carriera nel settore moda; ho potuto collaborare con magazine importanti tra cui: Elle.it, Gq Italia, Rolling Stone Italia, I-D, Marieclaire.it, Vogue italia, Vanity Fair, rilasciando interviste personali, realizzare progetti di Shooting per interpretare il mood di un brand.

Tra gli highlight della tua carriera c’è la partecipazione a Riccanza di Mtv. Qualche aneddoto divertente?

Sì, è vero! Parallelamente alla carriera di modello  ho studiato recitazione e lavorato molto per spot pubblicitari; per video musicali internazionali e recitato nella sitcom di “Alex & co. 2” per disneychannelitalia. Quindi non sono nuovo alle telecamere: Milano è un ambiente piccolo per quelli che sono del settore e quindi ci si conosce tutti dopo un po’. Quando Mtv Italia ha lanciato il format “Riccanza” sono rimasto affascinato: era divertente, fresco, pazzo un po’ come me. A una festa per caso ho avuto modo di conoscere Cristel Isabel Marcon, una delle protagoniste di Riccanza fin dalla prima stagione. Siamo diventati amici da subito, abbiamo condiviso molte esperienze divertenti, tra cui anche un after party di Paris Hilton! Io ho preso parte alla quarta stagione di Riccanza, l’edizione Deluxe! Secondo me la migliore, devo dire! Come amico di Cristel è stato divertentissimo girare Riccanza: la troupe e gli autori sono fantastici: ci hanno dato ampio spazio di parlare di ciò che volevamo e delle esperienze che ci stavano capitando in quel periodo. Un aneddoto divertente è questo: in una scena di noi riuniti dovevamo “sbocciare” per un tot. di volte e poi rigirare la scena e bere dal flut senza simulare…Beh, dopo qualche bicchierino le bollicine hanno iniziato a fare effetto ed eravamo molto euforici, però la scena è venuta benissimo comunque!

Il luogo che più ti entusiasma del nostro pianeta?

A me piacciono molto i posti esotici e che hanno una storia alle spalle, mi piace visitare l’essenza del luogo e riviverla dentro di me, con il mio blog jowatravel ho iniziato a viaggiare un po’ per il mondo. Uno dei posti che mi ha affascinato di più è Marrakech, la gentilezza delle persone, i colori, i profumi, i riad e i loro colori; il design e la cura dei dettagli, il cibo. Un posto magico e incantevole. 

Descrivi il tuo outfit ideale. Forme e brand.

Da due anni sono diventato brand ambassador di Russell Athletics tramite il gruppo BB Group UK (con #iconicr). I capi sportivi mi sono sempre piaciuti: in origine erano un tabù nel senso che mai qualcuno poteva pensare che si potessero utilizzare per contesti come eventi, cocktail, presentazioni. Essendo di per se’ un capo sportivo il suo unico utilizzo era destinato alla palestra o per attività sportive. Questa evoluzione e concezione negli ultimi tempi è cambiata; indossando Russell mi sento a mio agio; ben vestito e confortevole; le persone che acquistano questo capo sono persone di fascia normale, ricercano la comodità e la possibilità di utilizzare un capo sportivo anche in diversi contesti come dicevo precedentemente; quindi un capo particolare e facilmente indossabile. La combinazione di sport e moda da un’immagine  che può essere utilizzata per vari contesti; prodotti di qualità e dal tessuto confortevole e modellante. 

Se non avessi fatto l’influencer e il consulente d immagine, cosa avresti fatto?

Sono anche appassionato di arredamento e architettura quindi penso che avrei perseguito questo tipo di carriera e avrei cercato di lavorare per Architectural Digest che amo da impazzire!

Le ultime cinque canzoni che hai ascoltato su Spotify?

 Doja Cat: Like That 

 Travis Scott: Highest in The Room 

 Elodie: Guaranà 

 Tinie Tempah feat Not3s: Top Winner 

 Rosalía feat Ozuna: Yo x Ti 

Descrivi la tua casa ideale. E quale è la tua stanza preferita?

Io amo molto il caldo e il mare; la mia casa ideale dovrebbe essere su un’isola, ad esempio Fuerteventura. Ha un clima perfetto per viverci, una grande villa con piscina, dallo stile messicano o arabo: mi piace molto lo stile architettonico che usano, con ampie porte e vetrate e dal colore acceso, magari rosso o rosa, con un piccolo giardino dove poter coltivare le verdure e la frutta biologica, 3 o 4 bagni e diverse camere da letto per ospitare gli amici che mi vengono a trovare. La mia stanza preferita è la camera da letto, il luogo più sacro per me, perché è dove ti riposi da una giornata lunga e dove dormi la sera.

Genere cinematografico preferito? Attore e attrice?

Ho tre generi preferiti: fantascienza, drammatico e thriller. Attore preferito: Ryan Gosling. Attrice preferita: Isabelle Huppert.

Cosa ti auguri per il tuo futuro?

Per il mio futuro mi auguro di crescere sempre di più sia dal punto di vista lavorativo che dal punto di vista caratteriale; di tenermi cari gli amici che ho e di potermi innamorare follemente! 

Prossimi progetti?

A Settembre se tutto va bene parteciperò al Festival Di Venezia; sarei dovuto andare anche a Cannes ma per via del Covid è saltato tutto! L’anno prossimo andrò al mio primo Coachella! E per l’autunno prenderò parte all’inaugurazione e al lancio della nuova collab di H&M. Sto lavorando anche con la persona che mi segue in ambito televisivo per un nuovo format che ho ideato insieme a una mia amica, speriamo presto di chiudere il contratto! E mi piacerebbe partecipare a Pechino Express. Con Mtv ci sono dei nuovi format che devono prendere piede quindi sto valutando un po’ di cose. E riprenderò i miei viaggi con il mio blog: quest’anno abbiamo pensato di andare a Trinidad e Tobago. Non ci sono mai stato ma ho visto un paio di video è un posto davvero affascinante!

Trentino a modo mio

Paesaggi mozzafiato, cucina da “diesci e lode”, tradizioni radicate in una cultura antica, indimenticabili esperienze nel pieno rispetto dell’ambiente.

Una regione dove per 541.098 abitanti ci sono ben 500.000.000 alberi: mille per ogni abitante – non male, direi. Qua in ogni stagione si respira a pieni polmoni. Nel momento che stiamo vivendo è un dettaglio molto importante.

In Trentino ci sono ben 297 laghi e circa 67.000 cervi e camosci, più di 8.000 km di piste da mountain bike e 5.843 km di passeggiate. Direi che abbiamo tutti i numeri per vivere una vacanza perfetta o quasi.

Eccoci qua a Madonna di Campiglio, la meta prediletta per le vacanze estive dalla Principessa Sissi e dall’l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe I. Appena fuori dal centro storico mi rapiscono i colori e i profumi dei fiori di montagna, qua puoi tranquillamente studiare la flora alpina e, se sei coraggioso, anche la fauna 🙂

Una comoda passeggiata in salita e, in neanche 20 minuti, siamo in un posto meraviglioso: il Lago Nambino. La leggenda narra di un drago che dimorava nelle acque del lago, forse per questo c’è una magia nell’aria di questo posticino fiabesco. Qua puoi vivere mille emozioni a un passo dal cielo: mountain bike, battuta di pesca nella riserva “no kill”, una passeggiata in stile nordik walking, stand up puddle oppure una sauna relax vista lago. La nebbia bassa aggiunge quel tocco bucolico, viene voglia di recitare poesie, parlare d’amore camminando a piedi nudi nel prato.

Madonna di Campiglio ti può regalare qualsiasi vizio tu voglia: dalle cene romantiche nei ristoranti stellati allo shopping a 5 stelle, senza dimenticare una partita di golf con un panorama di una bellezza assoluta. L’intima e deliziosa Stube Hermitage, il montano Gallo Cedrone, il creativo Dolomieu, lo stiloso ed elegante Stile Alpino, lo “so chic” Lorenzetti e il giovanile Magazzini F esaudiscono tutti i tuoi desideri. Sei un amante dell’arte? Fai un salto alla Galleria d’Arte Moderna Fratelli Orler, storica galleria dal 1958. Qua tra le opere di Sobrino, Vedova, Fontana, Christo camminando sugli antichi tappeti persiani, puoi regalarti momenti di arricchimento culturale o materiale; scegliendo di investire in un’opera d’arte.

Torniamo ai vizi per gli occhi, l’anima e il cuore. Facciamo un salto al Rifugio Tuckett, un’oretta e mezza di tosta salita in alta montagna. Camminando osservi come cambi il paesaggio: sparisce la vegetazione del bosco e sei circondato da massi di pietra dolomitica, qualche campanula qua e là, l’intoccabile stella alpina ed ecco, non è un miraggio, sei arrivato al rifugio. 

Se avete sempre sognato di mangiare una bella sacher torte nello storico Cafè Sacher, non preoccupatevi se non lo avete ancora fatto; la potete assaporare anche al Rifugio Tuckett, con un vantaggio in più – una meravigliosa vista. Le confortevoli stanze, la vera cucina montanara, la cordialità dei Fratelli Angeli, le uova fresche delle simpatiche galline di alta montagna vi prepareranno per una nuova avventura, la via ferrata, ovviamente in compagnia della professionale Guida Alpina.

Se le emozioni forti non sono fatte per voi, potete ammirare comunque con il fiato sospeso i coraggiosi ragazzi della Slackline Trentino, una camminata da brivido sul filo teso ad alta quota. 

Vi state annoiando in alta montagna? Sta per piovere? Facciamo un giretto a Trento, una città particolarmente accogliente ed ecologica. Un salto al Museo delle Scienze di Trento il MUSE, progettato dal famoso architetto Renzo Piano che merita assolutamente il tempo speso. È un luogo ideale per scoprire la scienza e un centro di riflessione sul rapporto tra natura e uomo. Il percorso espositivo usa la metafora della montagna per raccontare, dall’alto verso il basso, la formazione delle Dolomiti, la biodiversità alpina e la storia dei primi insediamenti umani. Qui mi fermo, il resto lo scoprirete di persona … Da aggiungere solo un bellissimo dettaglio: il museo ha il servizio di custodia per i cani, sono molto all’avanguardia, niente da dire!

La quantità e sopratutto la qualità dei musei a Trento e nei dintorni lascia senza parole. Siete pronti? Il MART, il Museo Diocesano Tridentino, la Basilica paleocristiana di San Vigilio, il Museo Castello del Buonconsiglio, il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, il Museo nazionale Storico degli Alpini, il Museo degli Usi e Costumi della gente Trentina, il Museo della Prima Guerra Mondiale e infine c’è la Land Art- l’arte che si fonde con la natura, una forma d’arte contemporanea originaria dagli Stati Uniti.Torniamo a Madonna di Campiglio per ammirare un fenomeno unico nel suo genere, il momento più suggestivo della giornata: l’alba rosa. Il fenomeno chiamato Enrosadira colora le Dolomiti di sfumature indimenticabili, in quel momento le montagne sembrano vellutate.

Foto: Pietro Pensa (Leica M10) e Elena Mihailo Pensa (Iphone 11 pro max)

Crescenzi & Co: ripartire con gli eventi in sicurezza

La nota agenzia milanese riprende i lavori durante la Milano Digital Fashion Week

A distanza di 4 mesi dalla brusca interruzione della settimana della moda di Febbraio, causa emergenza Coronavirus, Crescenzi & Co. è stata tra le prime agenzie a tornare in pista producendo un evento dal vivo nel corso della prima edizione di Milano Digital Fashion Week SS21. Un segnale positivo che fa ben sperare in un seppure lento ritorno alla normalità, del resto questa realtà è stata fortemente colpita dall’emergenza Covid-19 come molte imprese del settore eventi. Si stima che la perdita economica del comparto, solo nel primo mese di isolamento, abbia superato i due miliardi di euro e che oltre il 30% degli eventi in programma nel 2020 sia stato cancellato (dati AstraRicerche). 


Per questa agenzia innovativa di Live Communication fondata nel 2014 da Luca Crescenzi e Michele Modica, l’organizzazione degli eventi è solo una delle diverse soluzioni offerte per il marketing e la comunicazione. Negli ultimi mesi infatti le attività dell’agenzia si sono spostate su altre soluzioni per soddisfare l’aumento delle richieste di servizi digitali dei clienti.



Come sta vivendo e operando Crescenzi & Co., che proprio questo mese di luglio celebra 6 anni di attività, questo particolare momento? 


Michele Modica: E’ molto difficile, ma stimolante. Stiamo affrontando la ripartenza come una nuova partenza. Luglio per noi non è solo l’inizio della fase 3, ma anche il mese in cui Crescenzi & Co. è nata. Avevamo la necessità di lanciare un segnale importante e positivo e, per tale ragione, abbiamo scelto la prima Milano Digital Fashion Week per organizzare il primo evento post-lockdown in collaborazione con Terrazza Martini. Ovviamente nel massimo e pieno rispetto delle norme di sicurezza previste dalla legge. 

Ma quale è stato l’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’agenzia?

Luca Crescenzi: L’impatto è stato forte, lavoriamo in uno dei settori più colpiti. Nella linea della nostra storia aziendale eravamo ancora in fase di crescita esponenziale. Non eravamo abituati a rallentare o addirittura a uno stato di blocco. Ci stiamo rimboccando le maniche per trovare nuove opportunità di crescita.

Quali sono le azioni messe in gioco durante il periodo di lockdown?

Michele Modica: Le azioni messe in gioco durante il lockdown sono state tante. Possono essere divise in tre fasi, come quelle della pandemia. Dopo uno stato iniziale di shock siamo ripartiti facendoci una domanda: come rispondere ai bisogni dei nostri clienti? 
Nella prima fase abbiamo puntato sulla formazione del nostro personale, permettendogli di approfondire o acquisire nuove competenze. Successivamente abbiamo sperimentato nuove tecniche di comunicazione del brand e di promozione del prodotto, come la versione digitale del nostro progetto artistico Art&Co., realizzando la mostra del fotografo Pablo Arroyo in uno spazio espositivo virtuale creato ad hoc dal nostro team. In fine abbiamo realizzato dei progetti di marketing e comunicazione per alcuni clienti con l’obiettivo di sostenerli nella ripresa e recuperare le perdite. Chiaramente continueremo a utilizzare l’evento, che ci ha reso celebri negli ultimi due anni, come strumento di incontro brand-consumatore.

Quale è il punto di forza che distingue Crescenzi & Co. dalle altre realtà presenti sul mercato?

Luca Crescenzi: La nostra flessibilità, la competenza e la tenacia. Ma anche la nostra offerta formulata come un insieme di soluzioni per i nostri clienti: dall’evento alla produzione di contenuti fino alla comunicazione digitale. Quando abbiamo incominciato sei anni fa, ci davano tutti per matti.

Come stanno cambiando le modalità di lavoro e le richieste dei clienti ?

Michele Modica: Le nuove modalità di lavoro sono condizionate molto dal clima di incertezza mentre le richieste dei clienti sono influenzate dalle perdite subite. In questo momento si tende a rimandare a settembre la maggior parte delle attività e ad investire in progetti flessibili che influenzano gli indicatori di bilancio nel breve-medio periodo. E’ un gioco di resistenza per tutti. 
C’è anche chi vuole dare segnali forti che esprimano la volontà di ripresa e di stimolo a ridisegnare il futuro. Che deve essere prossimo, per forza!

Quali pensieri e visioni per il futuro del settore ?

Luca Crescenzi: Esserci! Esserci con tutta la nostra squadra, per continuare a realizzare progetti che ci rendano orgogliosi. E’ difficilissimo fare altre previsioni perché vige ancora un senso di incertezza e paura. Due sentimenti molto brutti di per sé. E’ necessario cambiare ottica e anche il colore delle lenti con cui si guarda il mondo. Ora è ancora troppo scuro. Meglio mettersi le lenti rosa.                         

Monkey 47, il gin della scimmia che salva gli animali

Curiosità ci dicono che anche il gin, come altri distillati, nasce quale rimedio contro dolori e malesseri fisici; cure da marinaio a cui veniva aggiunta acqua di chinino per smorzarne il pessimo sapore. Ma le gole assetate degli uomini duri hanno trasformato questo liquido alcolico fatto di cereali ed essenze naturali, in una eccellente bevanda dal proprio gusto caratteristico. 
Tra tutti, Monkey 47 ha una storia davvero speciale: lo si deve a Montgomery Collins, il comandante della Air Force che nel ’45 si trova nella Berlino occupata, a ricostruire lo zoo della città. Qui scopre un’amica, una simpatica scimmietta di nome Max a cui dedicherà “The Wild Monkey”, l’albergo che costruisce nel ’51 nella regione della Foresta Nera; nello stesso periodo, in memoria di Max, produce un gin davvero speciale che contiene l’esotismo delle spezie indiane, le erbe e l’acqua della Black Forest e gli ingredienti della tradizione britannica.

La storia poi racconta che durante la ristrutturazione dell’hotel di Collins venne ritrovata una piccola scatola in legno contenente lo schizzo di una scimmia, le parole “Max The Monkey” e dettagli di botanicals originali del gin; difficile non restarne affascinati, tant’è che un grande imprenditore, Alexander Stein manager di Nokia in USA, ne rileva la proprietà e mette un fuoriclasse quale Christoph Keller a occuparsi della distillazione.

Al sogno, alla magia, al rapporto speciale tra uomo e animale, dobbiamo un Gin unico al mondo con ben 47 botanicals, il Monkey 47. Ginepro, lavanda, coriandolo, cardamomo, liquirizia, bergamotto, citronella, mandorle, noci, chiodi di garofano, fiori di sambuco, cannella, zenzero, hibiscus, melissa, rosa canina, angelica, fiori di acacia selvatici, sono solo alcuni degli aromi che caratterizzano la personalità di Monkey 47, un gin così completo e complesso che risulta piacevole a tutti i palati.

La bottiglia classica è scura per proteggere il distillato dalla luce, l’etichetta vi presenta Max, su un design che ricorda i francobolli dell’era vittoriana coloniale; piccola chicca l’anello metallico sul collo della bottiglia, forgiato a mano, che riporta la dicitura “Unum ex pluribus” (Da molti, uno), concetto di unione e rarità, giochetto utilizzato dai barman che regalano l’anello alle clienti più fidate. 

Ma la grandezza di Monkey 47 si dimostra anche in ambito ambientale, per festeggiare i 10 anni di anniversario lancia infatti delle “special edition” e la mostra all’Isola Design District di Milano, “Can creativity save animals’ lives?”. 

la special edition Monkey 47

Nelle sei bottiglie in edizione limitata ogni etichetta riporta l’illustrazione di uno dei 6 primati in pericolo di vita: Milton’s Titi, Roloway Monkey, Western Gorilla, Bornean Orangutan, Golden Lion Tamarin, Proboscis Monkey. 

La mostra vuole sensibilizzare al cambiamento, alla salvaguardia delle specie in via d’estinzione e si compone di 6 progetti internazionali di 6 talenti emergenti tra cui il panda guerriero di Elena Salmistraro x Bosa (in ceramica simbolo e icona del WWF, a cui andrà una quota del ricavato); lo squalo bianco di Porky Hefer in collaborazione con l’artista tessile Ronel Jordaan (delle alcove in tessuto la cui vendita andrà in beneficio della Leonardo Dicaprio Foundation); i 100 elefanti di argilla della ceramista inglese Charlotte Maty Pack (creati in 24 ore, pone l’attenzione sulla stima che si fa dell’uccisione di 100 elefanti le cui zanne giornalmente vengono utilizzate per il mercato illegale dell’avorio). 



Per cui il gin non passa solo tra le mani di un grande glamourous come Gatsby, ma anche nelle menti di chi lo nobilita, un bagliore speciale che gli ha donato Monkey 47! 

Qui vi consigliamo due cocktail freschi a cui Monkey 47 si sposa perfettamente:

BREAKFAST MARTINI:

50ml Monkey 47
15ml Cointreau
20ml Limone fresco
1 spoon di Marmellata d’arancia amara
Garnish: Zest di Arancia
Bicchiere: Coppetta martini
Metodo: Shaken

BASIL SMASH:

50ml Monkey 47
20ml Limone fresco
10ml Sciroppo di Basilico Home Made
12 foglie di Basilico
Garnish: Foglia di Basilico
Bicchiere: Rock Glass (bicchiere basso) on the rock (con ghiaccio a cubi)
Metodo: Shaken


Sciroppo di Basilico:

100ml di acqua
10/15 foglie di basilico
100gr di zucchero
Portare l’acqua ad ebollizione, levare dal fuoco. Aggiungere il basilico e lasciarlo in infusione per 5/10minuti. Filtrare, aggiungere zucchero e mescolare fino a scioglimento.


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Manintown event @Terrazza Martini

Il 16 luglio, in occasione della Milano Digital Fashion Week, MANINTOWN ha organizzato uno dei primi eventi fisici realizzando anche una special performance di danza. Nella rinomata Terrazza Martini, la cui storia risale al 1958 grazie al progetto di Tomaso Buzzi, ha ospitato il primo evento post lockdown realizzato dall’agenzia Crescenzi & Co. Terrazza Martini, un vero salotto milanese e luogo iconico nella storia della città, si è saputo rinnovare nel tempo. MANINTOWN ha voluto lanciare un segnale di ottimismo pur nel rispetto delle rigide normative per garantire la massima sicurezza in termini di emergenza COVID-19. L’evento è stato riservato a un numero limitato di ospiti selezionati, che hanno effettuato l’accesso in location su due slot orari, solo a seguito della misurazione della temperatura e della disinfezione delle mani.

Protagonisti della serata i ballerini di Uncode Art Factory, vestiti con i capi dei  due brand di abbigliamento  Dieffe Kinloch e Froy, con coreografie di Luca Contini che ha creato due momenti ispirati alle rispettive collezioni. L’esibizione è avvenuta all’interno di un’area del 15° piano delimitata appositamente per l’occasione, permettendo ai performer di esibirsi in uno spazio ampio, distanti non solo dagli invitati, ma anche fra loro. Nel rooftop bar all’aperto con vista mozzafiato sulla città è stato il dj set curato da Francesco Lopez aka Dankan Dj. 

Gli ospiti si sono divisi su 2 piani, il 15° e il 16°, e hanno potuto degustare il drink Martini Fiero, un aperitivo realizzato con una miscela di vini bianchi selezionati, con l’aggiunta di scorze di arance dolci e mandarini della Murcia, regione spagnola. A caratterizzare questo delizioso drink è il gusto amarognolo dell’artemisia, erba aromatica coltivata in provincia di Torino. Il colore è un rosso brillante, con note fruttate di arance dolci e mandarini e gusto vellutato e rotondo, infine rinfrescanti note amare. Un aperitivo di 14,4° alcolici, ideale da servire con acqua tonica in un bicchiere ballon ghiacciato e l’aggiunta di una fetta di arancia.

Alla serata grande presenza di fashion insider, addetti ai lavori e influencer del network di Feel Studio, tra cui Andrea Dal Corso, Rama Lila Giustini, Marco Scomparin, Chiara Pasetto.

“Io e il mio socio Michele siamo fieri di avere organizzato un evento ‘live’ durante la Digital Fashion Week di Milano, in collaborazione con Terrazza Martini e MANINTOWN. Abbiamo voluto dimostrare, fisicamente ma anche simbolicamente, che bisogna avere un pizzico di coraggio in più, nello scrupoloso rispetto delle norme di sicurezza, per far ripartire il mondo degli eventi e in generale della comunicazione. L’accoglienza è stata entusiastica e ha dato a noi per primi un’iniezione di energia positiva, di cui abbiamo, come tutti, bisogno.” dichiara Luca Crescenzi, co-founder di Crescenzi & Co. insieme a Michele Modica.

Production Alessia Caliendo
Ph. Gloria Berberi e Daniele Grasso.

Dietro le quinte della prima digital fashion week italiana: Caterina Ercoli

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano il proprio approccio alla digitalizzazione della Settimana della moda  

Production Alessia Caliendo
Interview Francesco Vavallo

Ph Matteo Galvanone

Caterina Ercoli, buyer presso Antonioli, luxury boutique e punto di riferimento degli amanti dello shopping, dopo aver conseguito studi economici, si specializza nello studio del prodotto diventando una delle buyer italiane più conosciute.

Quali sono le strategie digital utilizzate ai fini del buying durante le attuali campagne vendita?


L’approccio è sicuramente cambiato, attuiamo una strategia di acquisizione più che di ricerca, di brand.
Noi buyer siamo diventati dei semplici spettatori della moda. Non c’è più possibilità di avere un confronto o di poter esprimere il nostro punto di vista sulla collezione interfacciandomi con i nostri colleghi del popolo della moda. Le campagne vendita sono sicuramente cambiate, se in positivo non so. 

Pensi che tale rivoluzione digitale, che ha reso la presentazione delle collezioni assolutamente mainstream, esplorando e promuovendo nuovi linguaggi visivi degni del più rivoluzionario film festival, possa segnare la fine degli eventi fisici

Spero vivamente di no. Gli eventi sono molto importanti nel nostro settore, come detto prima, danno la possibilità di interfacciarsi con diverse realtà e con gli addetti ai lavori.

Quanto è cambiato il tuo mindset professionale Post Covid? 

Sicuramente sto viaggiando molto meno e mi avvalgo dei supporti digitali per continuare il mio lavoro di buying. Potrei dire che ne stiamo giovando tutti sotto l’aspetto lifestyle e spero che questa metodologia venga utilizzata anche nelle prossime pre-collezioni. Riguardo lo smart-working non credo possa che possa diventare “la normale prassi”, abbiamo bisogno di fisicità e di poter toccare il prodotto. 

Quale sarà la nuova visione dell’uomo post-pandemia?

Dopo questi ultimi digital-show ho notato dei look sempre più sobri e basati sul daily-wear, ma devo dire che anche il lounge-wear sta avendo il suo spazio. Credo in ogni caso che l’impossibilità di spostarsi e viaggiare in maniera libera e sicura abbia condizionato o che comunque condizionerà la creatività dei designer.

Se dovessi fare proiezioni per la prossima stagione quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

Credo che tutto sarà più digitale che fisico. I negozi sono fortemente penalizzati ma i canali on-line stanno reagendo in maniera positiva e sono in crescita. Gli eventi moda ai fini della comunicazione del prodotto saranno esclusivi e per gli addetti ai lavori. 

Insalata perfetta: 4 macronutrienti da avere sempre

Con l’arrivo dell’estate cresce la voglia di piatti veloci da preparare, e freddi da portarsi dietro per una scampagnata o una giornata al mare. Un’insalata è il piatto ideale da preparare ma attenzione a cosa ci mettiamo dentro, è fondamentale per avere un piatto completo che sia ricco di ingredienti che apportano i macronutrienti necessari alla propria salute e benessere.

Ecco un elenco di ingredienti che non devono mancare nella tua insalata.

4 Macronutrienti per insalata perfetta

Le verdure

C’è l’imbarazzo della scelta tra lattuga, misticanza, scarola rucola, la cappuccina è consigliabile nel caso di irritabilità gastrica e intestinale, perché più digeribile. La valeriana è altrettanto buona!

Le verdure in busta già pronte? Da una ricerca è emerso che quelle confezionate mantengono bene i macronutrienti di alcune vitamine e di sali minerali.

I carboidrati

Dopo le verdure ricordatevi di inserire un bel po’ di carboidrati come pane integrale, riso venere o nero o ancora del mais. Se usati con moderazione daranno un gusto unico alle vostre insalate. Se amate il riso potete arricchire anche con riso rosso fermentato ideale per il colesterolo.

Le proteine

Non possono mancare nelle vostre insalate: legumi come fagioli, piselli e ceci. Ideale arricchire l’insalata anche con uova sode, formaggio o pesce come il tonno o ancora degli straccetti di pollo o tacchino.

Ragolatevi in base alle porzioni, non esagerate con le proteine animali se non necessario e variate sempre da un giorno all’altro se siete abituati a mangiare l’insalata ogni giorno come piatto unico.

I grassi

Alcune vitamine contenute nelle verdure sono liposolubili, sono più disponibili per l’organismo se accompagnate da grassi. Se siete attenti alla dieta un cucchiaio di olio extravergine di oliva va benissimo, perché e pieno di grassi buoni quelli insaturi.

Il sale è da usare con moderazione, evitatelo se possibile perché favorisce l’ipertensione e la ritenzione idrica. Per utilizzarne meno potete condire con aromi come foglie di basilico, origano e un po’ di aceto secondo i propri gusti. Ottimo una spruzzata di limone, che contiene Vitamina C e aumenta l’assorbimento del ferro contenuto nei vegetali.

Un’alternativa di condimento è lo yogurt magro o feta greca, sono acidi e danno un sapore diverso alla vostra insalata.

Buon appetito!

Acqua da bere: come sceglierla e in base a cosa

Inutile dilungarsi sull’importanza di bere circa due litri di acqua al giorno. È impossibile farne a meno, soprattutto in queste afose giornate estive. Ma non tutte le acque sono uguali, scopriamo insieme quali sono gli elementi da tenere in considerazione.

Come scegliere l’acqua

Il residuo fisso

In base al residuo fisso, ossia la percentuale di sali minerali, soprattutto magnesio e calcio, si differenziano quattro categorie di acqua:

-povera di sali, con meno di 50mg al litro;

-oligominerale, con meno di 500mg al litro;

-mediamente mineralizzata, con un residuo tra i 500 e i 1000 mg al litro;

-ricca di sali con un massimo di 1500mg al litro.

Solitamente sono consigliate le acque appartenenti alla seconda ed alla terza categoria, che sono tra le altre cose, quelle che sgorgano dai nostri rubinetti. In particolare quella oligominerale è più adatta agli adulti, mentre quella mediamente minerale è più consigliata a bambini e ragazzi.

Quella con residuo fisso inferiore a 50mg per litro è consigliata anche a chi soffre calcoli renali o altri problemi renali vari.

Calcio

Il calcio è molto importante per mantenere in salute le nostre ossa. È necessario quindi apportarne la giusta dose all’organismo. Il calcio svolge, inoltre, un ruolo fondamentale per la salute cardio-vascolare. Dunque, a meno che non i soffra di calcoli renali, e sempre previo consiglio medico, assumete con tranquillità un’acqua ricca di calcio.

Sodio

Siamo sempre più avvezzi alla scelta di un’acqua povera di sodio. Ma quanto è necessario scegliere un’acqua con un residuo basso di questo minerale? È stato dimostrato che bevendo un’acqua mediamente minerale, si assumono circa 360mg di sodio, per 2 litri di acqua. Il limite massimo consigliato per prevenire malattie cardiovascolari è di 2g. Non è dunque l’acqua la discriminante che ci fa assumere più sodio del necessario. Piuttosto cerchiamo di non abusarne in cucina, quando aggiungiamo sale alle nostre ricette.

PH

Il PH indica l’acidità o l’alcalinità dell’acqua, solitamente è compreso tra 6,8 e 7,5. Tale valore, però, non sembra in alcun modo interferire sulla nostra salute, quindi possiamo evitare di tenerlo in considerazione al momento della scelta.

Conservazione

Un elemento troppo spesso sottovalutato quando si sceglie quale tipologia di acqua bere è la modalità di conservazione. La cattiva conservazione dell’acqua, in particolare le alte temperature e la diretta esposizione ai raggi solari, rischiano di favorire il rilascio di microplastiche all’interno dell’acqua stessa, rappresentando un rischio per la nostra salute.

In conclusione la prima cosa da valutare nella scelta dell’acqua perfetta è che sia sicura, di qualità e che contenga al suo interno tutti i minerali di cui il nostro corpo ha bisogno per restare in forma.

Giochi di società: 6 must per una giornata in famiglia

Oggigiorno i nostri ragazzi sono abituati, a giocare davanti al computer o alle console da gioco ore ed ore senza alcun contatto sociale con altre persone, anche con i propri cari. Ecco che i vecchi giochi di società possono tornare utili per condividere momenti rilassanti e aggregativi con tutti i membri della famiglia.

Ecco quali sono i giochi di società migliori per una giornata in famiglia e per rispolverare vecchie abitudini.

6 must giochi di società

Monopoly

In tutte le sue versioni adatto per adulti e bambini, dal costruire una città, questa tipologia di gioco non tramonta mai.  Ottimo per insegnare anche ai bambini il valore del denaro e a contare i soldi.

Risiko

Secondo al Monopoly, il Risiko si basa su strategie militari e obiettivi segreti. L’obiettivo del gioco è quello di conquistare territori ed eliminare l’avversario.

Mac Due Italy – Essere o non essere elettronico

Lo scopo del gioco è sempre quello indovinare l’oggetto a suon di domande, senza pronunciare la parola giusta usando sinonimi. Alla versione classica a tempo finito, si aggiungono quello elettronico con suoni e la modalità a squadre. Nella versione mimi si deve mimare il soggetto rappresentato sulla carta, nella modalità tabù invece, si deve descrivere l’oggetto senza utilizzare la parola giusta.

Ravensburger – Faraon

Uno dei giochi da tavolo più famosi, tale da mettere alla prova la propria memoria e le proprie doti di strategie. Tutto muovendosi tra le affascinanti piramidi ed evitare di perdere troppo tempo negli imprevisti, o peggio ancora nella maledizione della mummia ed essere squalificati.

Shangai

Uno dei giochi di società per la famiglia più vecchio che possa esserci è lo Shangai. Si tratta di bastoncini di legno che vanno fatti cadere in modo casuale sul tavolo e i giocatori devono estrarre a rotazione i bastoncini senza farli cadere. Chi fa cadere esce dal gioco e così via. Gli shangai si possono realizzare anche a casa con stuzzicadenti lunghi per spiedini o matite, insomma se non li avete basta poco per creare il gioco.

Battaglia Navale

La battaglia navale come per lo shangai è facile da realizzare anche a casa. Servono due giocatori e bastano tabelle divise in griglie, dove in ogni quadratino sono definite le coordinate che indicano colonna e riga (lettera e numero). Ogni giocare dispone le proprie navi dove preferisce e occupando i quadratini che preferisce. A questo punto si deve provare a indovinare dove sono situate le navi dell’avversario e provare ad affondarle per vincere.

Igienizzare i capi: 6 dritte per una lavatrice a prova di covid

In periodo di covid-19 è molto importante sanificare e igienizzare i propri indumenti, ma quali sono le regole per avere lavare in lavatrice i propri capi, averli igienizzati e soprattutto senza rovinarne il tessuto?

Vediamo quali sono le dritte per una lavatrice a prova di covid-19

6 dritte per igienizzare i capi a prova di covid

Cominciamo col dire che sarebbe utile sanificare abiti, lenzuola e asciugamani con uno spray disinfettante regolarmente.

Gli indumenti, una volta rientrati a casa, dovrebbero essere messi all’interno di sacchetti e poi nel cesto della biancheria sporca se non li lavate subito. In questo modo si riduce la possibilità di diffondere germi, batteri e virus nell’ambiente in particolare se vi sono bambini piccoli e anziani in casa.

Una volta che siete pronti per inserire i capi in lavatrice seguite queste semplici 6 dritte per igienizzare i capi a prova di covid-19:

  1. Spruzza uno spray disinfettate sui capi, uno per uno prima di metterli in lavatrice
  2. Se i capi hanno delle macchie da togliere evita di usare un sapone duro con cui sfregare le maglie, nello stesso potresti far annidare germi e batteri, opta per la polvere da mettere a contatto delle macchie con acqua e sfrega con le mani prima di mettere in lavatrice.
  3. Una volta che hai caricato la lavatrice, inserisci la pallina apposita dove puoi inserire della polvere igienizzante o liquida come ad esempio: Napisan o Omino Bianco Igienizzante
  4. Per il lavaggio scegli un detergente idoneo ai tessuti che devi trattare e aggiungi della candeggina apposita in caso di capi colorati assicurati di utilizzare candeggina per colorati.
  5. L’ammorbidente non è necessario per i capi, quindi puoi anche farne a meno, ma questa scelta è del tutto personale.
  6. Una volta che hai lavato i capi e sono pronti per essere stesi, prima di lavare altri capi è consigliato far andare per un ciclo la lavatrice a vuoto solo con dell’igienizzante.

Infine i sacchetti dove hai riposto i capi prima di lavarli se sono di plastica puoi lavarli con igienizzate e acqua e farli asciugare per essere riutilizzati, altrimenti gettali se non sono più utilizzabili e dopo ricorda di disinfettare bene le mani con sapone e acqua calda.

Igiene casa: 4 regole per igienizzare l’abitazione

Con l’emergenza covid-19 pulire, igienizzare e sanificare tutto quello che ci circonda è diventato ancora più importante di prima. Dal semplice lavare le mani con acqua e sapone a pulire tutte le superfici con cui entriamo in contatto è importantissimo.

Le regole per farlo sono poche e semplici, basto solo stare attenti e non seguire false notizie. Ecco a voi un breve vademecum per igienizzare l’abitazione.

Igiene casa 4 regole fondamentali

Le superfici di casa per quanto vengano pulite sono sempre i luoghi preferiti dove si annidano germi e batteri.

Cominciamo quindi col fare rifornimento di prodotti per l’igiene della casa che siano disinfettanti ma non aggressivi per il nostro apparato respiratorio.

Ricordate sempre di indossare dei guanti quando usate i detergenti di qualsiasi natura essi siano, la nostra cute è molto delicata e si irrita facilmente.

Ora passiamo all’igiene casa con 4 consigli semplici da applicare:

  • pulire le superfici prima con acqua e sapone, acqua e bicarbonato o acqua e aceto a seguire utilizzate un disinfettante che contenga almeno il 70% di alcool. In questo modo l’igienizzazione sarà davvero efficace. Alternativa all’alcool è la candeggina che contiene cloro ad alto tasso di igienizzazione.
  • Mentre utilizzate l’igienizzante ricordate di farlo con l’ambiente ben arieggiato così da avere un riciclo di aria adeguato, utile anche per combattere le polveri e gli acari causa spesso di allergie
  • Ricordate di disinfettare non solo le superfici di mobili e pavimento, ma anche il resto degli oggetti a cui non si pensa spesso come: sedia del computer, oggetti hi-tech di vario per il gioco, il PC per il lavoro e anche il vostro smartphone.
  • Pulire e disinfettare anche le tende, le fodere del divano, i tappeti con maggior frequenza rispetto al solito. Vi consigliamo di affidarvi ad un’azienda specializzata come ad esempio lustrinodisinfesta.it Non dimenticate le griglie di ventilazione e anche di pulire i filtri del condizionatore se lo avete, qui si annida lo sporco, oltre a germi e batteri causa di diverse malattie.

Un altro dettaglio importante è quello di non entrare mai in casa con le scarpe con cui si è stati fuori, sono un veicolo di batteri e germi altissimo, in particolare se vivono bambini molto piccoli che amano stare per terra a giocare.

Fame nervosa: 3 trucchi per frenarla

La fame nervosa, o fame emotiva, è il fenomeno che si crea nel momento in cui un picco emotivo trova il suo sfogo nell’atto di mangiare. In effetti, il desiderio spasmodico di cibo, non deriva dalla necessità di alimentare il proprio corpo, ma piuttosto di colmare un vuoto, o di allentare le sensazioni negative.

La fame nervosa si spiega grazie ad una semplice reazione chimica: innalzare il livello di zuccheri nel sangue, genera una immediata sensazione di benessere, che va a controbilanciare le emozioni negative che non si riescono a gestire.

Vediamo come riconoscerla e quali trucchi adottare per frenarla.

Come riconoscere la fame nervosa

Gli attacchi di fame nervosa arrivano all’improvviso, e non in modo graduale come quella fisica. Si ha voglia, inoltre, di cibi altamente calorici, che vanno, come detto in precedenza ad innalzare immediatamente il valore di zuccheri nel sangue.

Spesso, durante gli attacchi di fame nervosa, si mangia senza pensare, e si ha la sensazione di non essere mai soddisfatti: si mangia ad oltranza, finché non sopravviene il senso di colpa o di vergogna.

Come contrastare gli attacchi di fame nervosa

Innanzitutto bisognerebbe capire quali sono le cause alla radice della fame emotiva, per questo è necessario intraprendere un percorso di consapevolezza personale, non vergognatevi di chiedere aiuto ad un professionista, se ne sentite la necessità.

Di seguito, però, vi diamo tre consigli pratici e semplici, da mettere in atto sin da subito per tenere a bada gli attacchi di fame nervosa.

  • Sfogare lo stress attraverso delle attività che impegnano mente e corpo

Molto spesso gli attacchi di fame nervosa arrivano quando ci si ritrova in situazioni di forte stress. Un buon modo per non cedere alla sopraffazione è dedicarsi ad un’attività che ci piace e al contempo distragga dalla fonte stessa dello stress. Fare esercizio fisico, una passeggiata rilassante, dedicarsi ad attività artistiche come la pittura o la scrittura possono aiutarci a distrarre la mente dalla “voglia di cibo spazzatura”.

  • Bere molta acqua

Molto semplicemente, quando sentiamo che un attacco di fame nervosa è in arrivo, possiamo bere uno o più bicchieri di acqua, possono andar bene anche thè (magari deteinato) e acque aromatizzate, ci daranno subito una sensazione di sazietà che contrasterà il desiderio di cibo.

  • Fare esercizi di respirazione.

Fare dei respiri profondi, concentrandoci sull’aria che entra ed esce ad intervalli regolari dal nostro corpo. Focalizzarsi sul movimento del diaframma e dei polmoni, magari in una posizione comoda e con gli occhi chiusi, aiuta a riprendere il controllo di sé stessi. Calmare la mente è un ottimo modo per riprendere il controllo del corpo.

Alternative al cotton-fioc: come pulire le orecchie in modo efficace

La pulizia delle orecchie da parte di molti viene effettuate con i cotton fioc, ma in realtà se non utilizzati in modo corretto possono provocare lesioni al canale uditivo o spingere il cerume in fondo e provocare una possibile otite. Molti specialisti sono infatti contrati al loro utilizzo e spiegano ai loro pazienti come pulire le orecchie evitandone l’uso.

In particolare state attenti se avete dei bambini che possono accidentalmente prendere i cotton fioc e infilarseli nelle orecchie creandosi dei danni notevoli.

Quindi come pulire le orecchie in modo efficace? Scoprilo continuando a leggere.

Come pulire le orecchie: 5 alternative al cotton fioc

Vuoi smettere anche tu di utilizzare i cotton fioc perché hai paura di causare danni alle tue orecchie? Ecco 5 alternative valide all’uso dei cotton fioc fra cui puoi scegliere o anche provarle tutte e poi proseguire con quella che fa al caso tuo:

  1. Inumidire una punta di un asciugamano con acqua e sapone e spingere solo in superficie nel canale uditivo per eliminare il cerume presente.
  2. Gocce vegetali di solito sono realizzate con oli che si mettono nel condotto uditivo con un contagocce e sono indicate in particolare per chi fa sport come il nuoto. L’uso prevede di inserire le gocce con la testa inclinata e di attendere 5 minuti che facciano effetto, poi sotto la doccia lavare bene le orecchie. L’uso di oli è da farsi solo per la pulizia e non per trattare cerume in eccesso o otite, in caso non siate pratici rivolgetevi ad uno specialista.
  3. Il cerume nelle orecchie può anche essere ammorbidito e spinto verso l’esterno con semplici massaggi sulla parte posteriore delle orecchie e nel frattempo aprendo e chiudendo la bocca. Questo permette di non accumulare cerume in eccesso nel condotto e di rimuoverlo con più facilità.
  4. Spray di soluzione fisiologica permettono di spruzzare all’interno del condotto il liquido e stando a testa inclinata si favorisce la fuoriuscita del cerume. Attenzione che però in caso di cerume in eccesso lo spray lo fa gonfiare e non il cerume non uscirebbe creando una occlusione.
  5. La parte esterna dell’orecchio può essere pulita, per evitare l’uso del cotton fioc, con un fazzoletto inumidito e con delicatezza con le dita si passa fra le pieghe delle orecchie.

Avocado: come coltivare la pianta sul balcone

Grazie alla sua versatilità l’avocado è ormai entrato a far parte della dieta di molte persone, dalla colazione al dessert.

Lo si trova facilmente nei banchi frutta dei supermercati, ma se voleste averne una pianta in giardino, o in balcone, sareste in grado di coltivarlo?

Di seguito tutti i passaggi per far nascere e crescere la nostra personale pianta di avocado sul balcone.

Come coltivare la pianta di avocado sul balcone di casa

Ci vuole un seme

Una volta terminato un avocado acquistato, tenete da parte il nocciolo. Ripulitelo bene, senza però togliere la pellicina marrone che lo ricopre.

Munitevi di un barattolino o di un bicchiere con dell’acqua. Lo scopo è quello di immergere il nocciolo, per metà parte. Basterà infilzarlo con degli stuzzicadenti, che fungeranno da griglia per tenerlo sospeso. Gli stuzzicadenti dovranno essere perpendicolari tra loro, l’ideale è che siano 4, e se da un lato saranno inseriti a sorreggere il seme, dall’altro si poggeranno sul bordo del bicchiere, in modo da impedire che cada all’interno, ma che resti comunque a contatto con l’acqua.

A questo punto posizionate il vasetto in una zona mediamente illuminata, il davanzale della finestra sarà più che sufficiente, e rimboccate l’acqua per mantenere costante l’idratazione del nocciolo. Una volta a settimana circa, assicuratevi di cambiare totalmente l’acqua del vasetto, per evitare che prolifichino funghi e batteri. Poi, aspettate con pazienza!

La messa a dimora dell’avocado

Circa un mese dopo si creeranno le radici della pianta e crescerà il primo germoglio: è giunto il momento di interrare il nostro piccolo avocado.

Togliete gli stuzzicadenti, immergete il nocciolo all’interno di un vaso abbastanza capiente, vi consigliamo un diametro di almeno 30cm, ricolmo di terriccio universale. Assicuratevi che lo stelo sia esposto all’aria ed al sole.

Questa è la fase più delicata, affinché il nostro germoglio diventi una vera pianta di avocado, prestategli molta attenzione e cure.

È bene evitare i climi troppo rigidi, se necessario, spostate il vaso in zone diverse della casa durante i diversi periodi dell’anno. L’importante è che sia un luogo soleggiato ed al riparo dal vento, con temperature non inferiori a -4°C.

L’avocado è una pianta tropicale, quindi è bene che venga innaffiata spesso, ma evitate i ristagni!

Manutenzione e crescita della pianta di avocado

Quando la piantina raggiungerà i 15-20cm, spuntatela di circa 7cm, per incoraggiarne la crescita e continuate con le potature regolari per circa due anni. Ricordatevi anche di concimare il terreno in primavera.

Attenzione! Per poter vedere i frutti di avocado, servono circa 7 anni, ed è necessaria l’impollinazione di due specie diverse di questa pianta. Se il vostro obiettivo è quello di generare frutti, vi consigliamo di rivolgervi ad un vivaio che possa procurarvi i semi delle due specie diverse.

Dietro le quinte della prima digital fashion week italiana: Serdar Uzuntas

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano il proprio approccio alla digitalizzazione della Settimana della moda  

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Serdar Uzuntas, designer originario della città di Izmir, a seguito degli studi presso la Central Saint Martins di Londra ha lavorato alla creatività di alcuni marchi a Istanbul, ma è già dalla sua prima collezione che il suo eponimo marchio menswear viene selezionato e presentato a Pitti uomo e, a seguito, durante la Milano Fashion Week.

Parlaci del progetto visivo ideato per la prima Digital Fashion week Made in Italy e quali sono state le fasi di produzione.

Il messaggio del prodotto visivo realizzato trasmette un senso di pace e consapevolezza. Vale a dire che, nonostante tutto, siamo sopravvissuti e stiamo bene.  E’ la profonda positività a contraddistinguerlo come la felicità che esplode in ogni forma d’arte. Mi sento di invitare tutti a danzare con ottimismo senza rimpiangere la mancata presenza delle presentazioni e degli show.

Pensi che tale rivoluzione digitale , che ha reso la presentazione delle collezioni assolutamente mainstream, esplorando e promuovendo nuovi linguaggi visivi degni del più rivoluzionario film festival, possa segnare la fine degli eventi fisici

Gli eventi fisici si fonderanno con quelli digitali.  In questo momento però è davvero importante pensare alla tutela della nostra salute quindi ben venga l’utilizzo delle piattaforme digitali per promuovere il prodotto moda.

Quanto è cambiato il tuo mindset professionale Post Covid? 

La vita è una sola e dobbiamo avere cura di noi stessi. Il mio mindset creativo è stato pervaso dalla gioia di circondarsi dalla bellezza della ricerca. Il momento di progettazione è stato focalizzato sul creare una collezione semplificata al massimo, confortevole e sostenibile. 

Come ha reagito la tua vena creativa nell’immaginare un uomo post pandemico?

E’ un uomo che ama il lifestyle ed ha un approccio cosmopolita.

Il viaggio è nelle sue vene e la palette cromatica rispecchia tutti i luoghi che ho personalmente vissuto girando per il mondo.

Se dovessi fare proiezioni per la prossima stagione quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

La tecnologia sarà più forte che mai e condizionerà il nostro lavoro nel bene o nel male. Ho una visione alquanto fantascientifica del prossimo futuro e, da amante del genere, non vedo l’ora che ciò accada.

Dietro le quinte della prima digital fashion week italiana: Les Hommes

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano il proprio approccio alla digitalizzazione della Settimana della moda  

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Il duo di stilisti belgi Tom Notte e Bart Vandebosch sin dal loro primo incontro alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa hanno formato un duo inseparabile nel segno del luxury menswear. La loro visione della moda ha portato Les Hommes ad essere uno dei marchi di abbigliamento maschile più apprezzati per originalità, più volte protagonista della settimana della moda maschile di Milano.

Parlateci del progetto visivo ideato per la prima Digital Fashion week Made in Italy e quali sono state le fasi di produzione.

Il progetto visivo presentato durante la Digital Fashion Week è simile all’iconicità e alla storicità dei video clip musicali di MTV. In qualche intenso minuto abbiamo dovuto raccontare i look e l’essenza della stagione nel rispetto del nostro DNA.

Pensate che tale rivoluzione digitale , che ha reso la presentazione delle collezioni assolutamente mainstream, esplorando e promuovendo nuovi linguaggi visivi degni del più rivoluzionario film festival, possa segnare la fine degli eventi fisici

Siamo nel pieno di un’evoluzione, tutto va estremamente veloce. Possiamo produrre video al massimo dell’espressione creativa ma gli show non saranno assolutamente valicati dalla digitalizzazione degli eventi. Adesso, però, abbiamo la possibilità di scegliere ed esprimerci in un altro modo. Una stagione  si può optare per la presentazione digitale, un’altra per lo show. 

Quanto è cambiato il vostro mindset professionale Post Covid?

Il mindset creativo non è realmente cambiato e l’essenza è rimasta la stessa. Forse abbiamo un maggior senso di realismo, abbiamo eliminato il superfluo e siamo tornati all’essenza pura del brand. Tutto ciò che è derivato dal lockdown è estremamente positivo e sostenibile.

Come ha reagito la vostra vena creativa nell’immaginare un uomo post pandemico?

Il nostro uomo è diventato più consapevole e ancora più strong, riflette sul valore della vita e su quello della collettività.

Se doveste fare proiezioni per la prossima stagione quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

Le piattaforme digitali diventeranno sempre più influenti e molte sono state scoperte proprio durante il lockdown. Tante persone non effettuavano ancora acquisti online e ciò ha cambiato profondamente anche il business delle stesse. L’esperienza fisica però non verrà surclassata in quanto l’emozionalità di toccare un capo e carpirne il suo shape resteranno fondamentali ai fini della vendita e della comunicazione.

Il costume giusto

L’estate è già entrata a gamba tesa, soprattutto in quest’anno così particolare in cui il virus ha rivoluzionato le nostre abitudini.
Lo smart working, protagonista assoluto del quotidiano di questa nuova fase italiana, ha creato delle finestre di tempo libero più flessibili e uffici a cielo aperto alternativi, dove poter svolgere la propria professione anche in costume.
Se la scelta di questo capo è spesso vincolata dalla forma fisica, ci sono altre ragioni etiche o di stile che possono condurci alla scelta del costume perfetto, perché rappresenti al meglio i nostri valori e la nostra personalità.

Ogni indumento può avere la sua storia, nasce da un’idea originale perché vuole esprimere l’identità di un particolare individuo, o celebrare un evento attraverso un’edizione limitata che si distingue dalle collezioni stagionali, ci sono poi quei progetti buoni che nascono con la volontà d’influenzare il cambiamento attraverso prodotti che si collocano in perfetta sintonia con la tutela del nostro pianeta.

Come il 100 per cento riciclato di Speedo una scelta per veri amanti del mare e dell’ambiente “pulito”.
I suoi costumi Eco Watershort sono realizzati con fibre ricavate i due fasi di smaltimento: il pre-consumo e il post-consumo; la prima utilizza i materiali di scarto del ciclo produttivo in fabbrica, la seconda recupera e rigenera i capi usati e gettati via dai consumatori. Un vero attacco su due fronti contro l’inquinamento ambientale. Altro eroe dei nostri mari, con un approccio innovativo tutto italiano è Alessandro Vergano che ha appena inaugurato il primo monomarca del suo brand Kampos a Porto Cervo per offrire un lusso coscienzioso. I suoi capi realizzati con reti da pesca di recupero e bottiglie di plastica riciclate, fanno la differenza dal ciclo di produzione e al post vendita perché una percentuale del ricavato andrà a favore dell’associazione senza scopo di lucro One Ocean Foundation.

Intimissimi Uomo

Temi d’evasione legati agli intramontabili eroi della nostra infanzia, ancora amatissimi dagli uomini di ogni età sono Looney Tunes. Bugs Bunny, Duffy Duck, e Gatto Silvestro sono protagonisti della capsule Intimissimi Uomo dedicata al mare, ma anche a uno stiloso aperitivo al tramonto, in terrazza a bordo piscina. In alternativa il lusso sofisticato Made in Italy di Gandhara si adatta perfettamente alle luci vibranti del crepuscolo, con i suoi antichi pattern dorati che ricordano gli emblemi delle antiche famiglie di Francia in auge nel Medioevo.

L’eleganza maschile legata ai grandi classici della sartoria è una delle ispirazioni della collezione di costumi da bagno Fiorio: le microfantasie prese in prestito dal mondo della cravatteria, di cui il brand è leader di settore, rappresentano la possibilità di non rinunciare all’eleganza senza tempo dei valori della tradizione tessile comasca, anche nel non plus ultra del tempo libero. Inoltre, grazie al brevetto SAVEtheWATER® Fiorio s’impegna nel risparmiare una consistente mole di energia e acqua durante la produzione.

Ma l’attitudine sportiva è tra i look più quotati per chi trascorre questi mesi di agognata libertà all’aria aperta. Dagli sport sulla tavola, tra le onde del mare, alle attività fuori acqua, l’esigenza è quella di un alleato di cui potersi fidare. Arena presenta una linea in nylon altamente tecnologico che offre resistenza e asciugatura rapida, dotata di una speciale coulisse che ne personalizza la vestibilità. I bermuda in tessuto tecnico e iperleggero di Custo Barcelona sono il primo passo per entrare nel cuore dell’atmosfera leggendaria di Un mercoledì da leoni, per ritrovarsi alla fine dell’estate in perfetto equilibrio sulla tavola.

Elon Musk: 3 curiosità sul fondatore di SpaceX e Tesla

Negli ultimi due decenni, Elon Musk ha lanciato diverse aziende multimiliardarie come PayPal, Tesla e SpaceX. Il suo successo come imprenditore seriale, però, segue un’infanzia movimentata in cui un giovane Musk ha giocato con razzi fatti in casa, codificato i suoi videogiochi e sopportato difficoltà sia a scuola che a casa.

Ecco alcune curiosità sul fondatore di SpaceX e Tesla.

3 curiosità su Elon Musk

Ecco tre cose che potresti non sapere su Elon Musk.

1. È andato porta a porta vendendo caramelle ai ricchi

Mentre crescevano a Pretoria, Musk, suo fratello Kimbal e i loro cugini andavano nelle zone ricche della capitale sudafricana vendendo uova di Pasqua al cioccolato fatte in casa.

Vendevano dolci di vario tipo a 20 volte il costo di produzione.

2. È stato vittima di bullismo

Musk si è aperto sulla sua difficile infanzia, discutendo di recente nell’intervista “60 Minutes”. Mentre frequentava la scuola elementare a Pretoria, in Sudafrica, Musk non era solo il ragazzo più giovane e più piccolo della sua classe, ma il più Nerd a differenza di tanti suoi amici di classe atletici. Nel libro del 2015 di Ashlee Vance “Elon Musk: Musk disse che bande di ragazzi a volte lo cacciavano, arrivando al punto di spingerlo giù per una rampa di scale e arrivavano a mandarlo in ospedale.” Sono stato quasi picchiato a morte”, aggiunse nell’intervista a  “60 minutes”.

Il bullismo continuò fino all’età di 15 anni, quando attraversò uno scatto di rabbia imparò a difendersi facendo karate, judo e wrestling.

3. I suoi genitori pensavano che fosse sordo

Musk era così introspettivo da bambino che i suoi genitori e i suoi medici ordinarono dei test per verificare se era sordo. Sua madre Maye Musk alla fine seppe che questo era il suo modo di sognare ad occhi aperti per immaginare le sue invenzioni.

“Va nel suo cervello e poi si vede solo che è in un altro mondo. Lo fa ancora. Ora lo lascio perché so che sta progettando un nuovo razzo o qualcosa del genere”, ha ricordato Maye Musk nel libro di Vance.

Elon Musk si potrebbe dire che deve la sua fama ai momenti di estraniamento che aveva e che ha, grazie ai quali visualizza i suoi progetti e tutto ciò che gli succede attorno è come se non lo vedesse ne sentisse.

Beautiful: a 30 anni dal debutto scopriamo cosa fanno gli attori oggi

Nata dall’estro dei fratelli Bell, nel 1987, The bold and the Beautiful (questo il titolo in inglese) è una delle soap opera più amate e longeve di tutti i tempi.

Dopo il tg5, possiamo ancora addentrarci negli intrighi amorosi della famiglia Forrester, arrivata, nella programmazione italiana alla puntata numero 8115.

Attorno all’incantato mondo di stoffe pregiate e riflettori, si intrecciano le vite dei protagonisti, la famiglia Forrester, fondatrice della casa di moda Forrester Creations, sita a Los Angeles. Qui i personaggi intrecciano amori, passioni e interessi economici, attraverso storie d’amore intricate e seducenti.

Chi erano i primi attori della serie e che fine hanno fatto oggi

Eric Forrester

Il capofamiglia è Eric Forrester, fondatore della casa di moda attorno alla quale gira il mondo di Beautiful, è ancora interpretato dallo stesso attore John McCook, famoso anche per aver avuto ruoli in altre soap opera come Love Boat e Febbre d’Amore.

Stephanie Forrester

Storica moglie di Eric, e matriarca della famiglia, è stata interpretata sempre da Susan Flannery. Il suo personaggio è uscito di scena nel 2012, quando morì di cancro. L’attrice, che vanta nella sua carriera, diversi Emmy ed un Golden Globe, è oggi, un’attivista dell’AFTRA, la Federazione americana degli artisti radiofonici e televisivi.

Ridge Forrester

Nonostante oggi sia interpretato da Thorsten Kayne, nell’immaginario collettivo il volto di Ridge Forrester è quello di Ronn Moss, che lo ha interpretato per ben 25 anni. In pochi sanno, però, che Ronn, non è solo un attore, ma anche basso e voce dei Players.

Brook Logan

Interpretata da Kathrine Kelly Lang. Brooke è uno dei personaggi più controversi di Beautiful. Da sempre legata alla famiglia Forrester, è infatti spesso la pietra dello scandalo, intraprendendo storie d’amore non solo con Ridge, ma anche il padre e il fratello dello stesso. L’attrice è tutt’oggi una degli interpreti principali.

Tylor Hamilton

L’attrice che la interpreta è Hunter Tylo. Dopo essere apparentemente morta per almeno tre volte, il personaggio di Tylor, psichiatra ex moglie di Ridge, appare in maniera intermittente nella serie. L’attrice ha infatti lasciato Beautiful più volte per dedicarsi ad altri progetti, sia al cinema, che in TV, ma sembra proprio che gli sceneggiatori non vogliano rinunciare definitivamente al suo personaggio.

Sally Spectra

Sally è l’acerrima nemica della famiglia Forrester, perché proprietaria dell’omonima casa di moda, concorrente della Forrester Creations. Interpretata dall’attrice Darlene Conley, è purtroppo venuta a mancare nel 2007. Nonostante ciò il personaggio Di Sally ha continuato a vivere, trasferendosi a Saint Tropez dopo aver venduto la sua casa di moda.

Vacanze in montagna: cosa portare nello zaino

Se quest’anno avete optato per qualche giorno di montagna, una delle parti fondamentali per affrontare al meglio le vostre gite è l’equipaggiamento.

Ecco per voi ciò che non può mancare nel vostro zaino.

Cosa portare nello zaino per le vacanze in montagna

Scarpe da trekking per una vacanza in montagna

Le scarpe adatte al trekking sono fondamentali per le passeggiate. Occorre, infatti, un buon grip per affrontare i sentieri più scomodi. Le migliori sono quelle che coprono la caviglia, in modo da prevenire infortuni. Meglio se impermeabili, in montagna il tempo cambia rapidamente, e dobbiamo farci trovare preparati! Sul mercato ce ne sono di qualsiasi fascia di prezzo, vi consigliamo di provarle, ci passerete lunghe giornate, devo assolutamente essere comode.

Abbigliamento da montagna

Non crediate che essendo in estate basti affrontare la passeggiata con una t-shirt. Più la passeggiata è lunga e dura più suderete, nei momenti di pausa e durante il pranzo, soprattutto se sceglierete di riparavi all’ombra di un bosco, l’aria fresca rischierà di giocarvi brutti scherzi. Inoltre, come detto poc’anzi, il tempo cambia in fretta, e una giacca impermeabile o un k-way posso risultare davvero utili. Vi consigliamo anche una maglia di ricambio, non si sa mai! Pantaloni con diverse tasche per riporre piccoli oggetti, meglio se lunghi, per prevenire piccole ferite o punture di insetti.

Comparto viveri da mettere in zaino per una vacanza in montagna

Il cibo è essenziale per le vostre passeggiate è l’acqua, per rinfrescarsi e per reintegrare i sali minerali. Non dimenticate mai quindi una borraccia, ancora meglio se termica, o delle bottiglie d’acqua. Vi consigliamo di mettere nello zaino anche degli snack energetici che contengano cioccolato o miele, frutta o frutta secca, per un boost istantaneo di energia. Potrebbe inoltre esservi utile un coltellino e, se pensate di trascorrere fuori gran parte della giornata, un pranzo al sacco.

Ricordate sempre di lasciare pulito il posto in cui vi fermate a rifocillarvi. Portatevi quindi dei fazzoletti e delle buste per raccogliere l’immondizia e gettatela negli appositi cestini che troverete sicuramente nelle aree di sosta attrezzate.

Telefono cellulare utile anche per una vacanza in montagna

Lo smartphone deve essere ovviamente carico, da poter usare in caso di necessità, se possibile uno a persona. E’ sempre bene avere la possibilità di chiedere aiuto in caso di emergenza. Se possibile portate con voi un carica batteria wireless o acquistate uno zaino che permette di ricaricare il telefono.

Opzionali per una vacanza in montagna

Corda di nylon di qualche metro (consiglio da ex-scout!) e macchinetta fotografica per immortalare gli splendidi panorami, soprattutto se deciderete di raggiungere la vetta!

Ovviamente potrete arricchire il vostro zaino di qualunque altra cosa riteniate opportuna e necessaria, ricordate sempre però, che ogni cosa che aggiungerete aumenterà il peso complessivo del bagaglio, che dovrà restare sulle vostre spalle per tutto il tragitto.

Non ci resta che augurarvi di passare una bellissima giornata all’insegna della natura!

Editorial: Riviera Lusitana

Christian Vismara (@black.pomade) 30 anni, originario di Milano, è arrivato a Lisbona per la prima volta nel 2014 e ci è tornato stabilmente nel 2017. “Non è stata una scelta molto pianificata” dice lui, “ci sono venuto la prima volta perché avevo ottenuto una borsa di studio, mi è piaciuta l’atmosfera e sono finito per restare.” Da allora ha collezionato varie collaborazioni con artisti attivi a Lisbona, come ad esempio la musica per il pezzo di danza contemporanea “flattened” di Lua Carreira, HugoMarmelada e Patricia Keleher, presentato allo spazio MONO, e ancora la musica per il pezzo di danza “Home” di Patricia Keleher, presentato alla prima edizionedi Interfer̂encias (Compagnia Olga Roriz) fino alla Direzione musicale per il pezzo “Don’t ask, don’t tell”, presentato durante la LisbonFashion Week SS2020.

Come definiresti il tuo stile personale e quanto è “italiano”? E quello musicale, invece? Ci sono punti in cui i due stili si mescolano?
Mi ispiro molto all’abbigliamento classico maschile, dai vestiti stessi ai prodotti come la brillantina o il dopobarba. Preferisco soprattutto articoli semplici e versatili, con materiali di qualità e un bel taglio. In generale, mi piace sempre avere una storia da raccontare sulle cose che indosso. In termini di musica, di solito passo molta Disco, House, Italo Disco e Funk. Le tracce devono avere groove, ritmo e anima, ma rimanere eleganti. Sia per la musica che per l’abbigliamento pesco molto dal passato, ma cerco di proporne una versione rivisitata e contemporanea.

Da chi trai inspirazione nel tuo stile musicale? E Perché?

Sono un avido consumatore di nuova musica, in realtà di arte nuova in generale: sono costantemente alla ricerca di nuovi esempi di espressione umana che mi emozionino e mi influenzino. La ricerca della novità è essa stessa la mia maggiore ispirazione, ciò che rimane constante è l’atmosfera che cerco di creare con la musica: ho sempre guardato aluoghi come il Warehouse di Chicago o il Loft e il Paradise Garage di New York come se fossero qualcosa di mistico. Anche in Italia abbiamo avuto i nostri club storici, come la Baia Degli Angeli con Daniele Baldelli, il Plastic di Milano o l’Echoes negli anni ’90, solo per citarne alcuni. Non ho mai avuto la possibilità di passare una notte in nessuno di quei posti, perlomeno non quando erano davvero al loro meglio, forse è per questo che nel mio immaginario hanno un non so che di magico. Ho sempre trovato bellissima e stimolante l’idea del club come una specie di rifugio, dove chiunque possa unirsi a ballare ed esprimersi senza paura del giudizio altrui. Se, con la musica, riesco a portare il pubblico in quel mondo anche solo per pochi minuti, allora posso ritenermi soddisfatto.

Come dev’essere, secondo te, un buon set?
Un buon set deve innanzitutto e soprattutto far ballare le persone. Generalmente preferisco farlo con tracce che non ti aspetti, il classico disco che non sapevi di voler ascoltare, piuttosto che optare per la scelta più facile. A volte, però, mi capita di essere troppo preso dalla selezione e devo costantemente ricordarmi che le persone sono venute al club per ballare e sudare! Secondo, mi piace accompagnare gli ascoltatori in un viaggio: c’è posto per la felicità, la nostalgia, l’introspettività, la tranquillità e l’energia. Alla fine di un buon set, mi sento sempre una persona diversa di quella che ero prima di iniziare.

@black.pomade ci invita a goderci l’estate con 10 tracce da ballare nei pomeriggi più torridi.

  1. Akendengué – Epuguzu – https://www.youtube.com/watch?v=8M2mtwNuIRI
  2. Bernardo Pinheiro – Deixar A Peteca Cair – https://www.youtube.com/watch? v=kHAutCe5v6s
  3. Mind Enterprises – Monogamy – https://www.youtube.com/watch?v=9TKMVoxbIp8
  4. Bombsquad – Fēizhōu Wǔdǎo – https://www.youtube.com/watch?v=QhoMd5qZNP0
  5. Vasco Rossi – Fegato (Ferrari Edit) – https://soundcloud.com/rollovermilano/fegato-ferrari-edit
  6. Auroro Borealo – Gli Occhi del Mio Ex (Tamati Remix) – https://www.youtube.com/watch? v=XOvrBh2JSv0
  7. Black Pomade – Marine – https://www.youtube.com/watch?v=JJtymelnkXg&t=94s
  8. Larry Quest – Conun Drum – https://www.youtube.com/watch?v=GcVY-nxeSpE
  9. Jad & The – Transatlantica Fantastica – https://www.youtube.com/watch?v=bi38m6E30ow
  10. Original Sin – Sunny Skies – https://www.youtube.com/watch?v=F-eIwk7t4Zk

Produzione: @sexpersonalities / Foto: @pugaimages @impuga / Modello: @black.pomade / Stylist: @dn.carrillo – Daniel Carrillo

Hair Stylist: @blue.haired.barber – Hanna Key Valentina

Cinecult: Matthias & Maxime

Intenso, struggente, sensuale, travolgente. L’ultimo, irripetibile film di Xavier Dolan ‘Matthias & Maxime’ distribuito da Lucky Red e presentato al Festival di Cannes, segna il grande ritorno davanti alla macchina da presa dell’enfant prodige del cinema canadese.


Scena tratta dal film “Matthias & Maxime”

Classe 1989, Dolan, attore cool della scena francofona (lo ricordiamo anche come brand ambassador di una memorabile campagna adevertising per Louis Vuitton) dirige e interpreta un affascinante, malinconico e intimistico ritratto di un idillio reticente fra due giovani uomini molto diversi per estrazione sociale e per indole. Matthias (un magnifico Gabriel D’Almeida Freitas) proviene da una famiglia borghese di avvocati mentre Maxime (Xavier Dolan) è un ragazzo di umili origini con una madre borderline e tossicomane con la quale non riesce giocoforza a comunicare, e un fratello assente.


Scena tratta dal film “Matthias & Maxime”
Crediti foto: Shayne Laverdiere

Poco prima di partire per l’Australia dove sceglie di emigrare alla ricerca di un futuro migliore, il timido Maxime accetta di interpretare la scena di un bacio con lo spigoloso ed enigmatico Matthias, apparentemente anaffettivo e impegnato sentimentalmente con una ragazza bon chic, su richiesta di una amica della loro cerchia che sta girando un cortometraggio amatoriale. Quel bacio ‘galeotto’ fra i due amici d’infanzia cambierà le loro vite.



Fra campi lunghi e primi piani serrati, Dolan usa la macchina da presa come una sonda dell’anima addentrandosi nei meandri interiori dei due protagonisti che si ritrovano nella maturità in un mondo dove esistono solo ragazzi ciarlieri e goliardici e donne mature eccessive, deliranti, splendide e generose sulla falsa riga di Geena Rowlands o Barbra Streisand in ‘Pazza’ (stupenda come sempre come in ‘Mommy’ Anne Dorval che impersona la madre di Maxime).



Lo spettatore, in un andirivieni fra visibile e invisibile, si trova proiettato in un dramma elegiaco che lascia il segno con la sua spietata dolcezza, consumandosi nello spirito di Maxime, istintivo e tormentato barista con una voglia di vino rosso sulla guancia alla ricerca di un posto nel mondo, e di Matthias, raffinata e cerebrale vittima di un farraginoso e opprimente sistema di relazioni sociali che lo imbrigliano in una gabbia di convenzioni borghesi.



Montaggio sincopato ed efficace, ritmo vibrante, dinamismo psicologico si intrecciano e si fondono in una storia meravigliosa che fa venire le farfalle nello stomaco. Denys Arcand citato come oracolo di cinefilia canadese suggella un quadro che rievoca i temi cari al regista e attore canadese: la ricerca dell’identità sessuale, il rapporto fra le generazioni, i legami familiari.


Xavier Dolan
Crediti foto: Shayne Laverdiere

Con la sua bellezza sauvage Maxime ricorda il River Phoenix di ‘My own private Idaho’ film culto degli anni’90 diretto da Gus Van Sant, mentre l’assetto del cenacolo di ragazzi molto ‘Youth culture’ alla Bruce Weber ha un sentore della community familiare di Ferzan Ozpetek. Un’altra prova assai felice per il regista di ‘Tom à la ferme’ e ‘J’ai tué ma mère’ che, al suo ottavo film, si riconferma un talento formidabile e radioso nel panorama della cinematografia contemporanea.

Follow on Instagram: @enricomariaa

Dietro le quinte della prima digital fashion week italiana: Andrea Pompilio

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano il proprio approccio alla digitalizzazione della Settimana della moda  

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Dopo varie esperienze con prestigiosi brand italiani e stranieri, come Alessandro dell’Acqua, Prada, Calvin Klein e Yves Saint Laurent, Andrea Pompilio, nell’ultimo decennio, si è impresso nell’immaginario collettivo della stampa italiana e internazionale come una delle realtà più innovative e ragguardevoli nel settore moda uomo. 

Parlaci del progetto visivo ideato per la prima Digital Fashion week Made in Italy e quali sono state le fasi di produzione.

Si tratta di un progetto che riguarda me stesso. Il lockdown mi ha portato a rivisitare tutto ciò che ho fatto finora affermandosi come un passaggio professionale ricco di introspettività.

This is not a fashion movie. This is Andrea Pompilio.

Pensi che tale rivoluzione digitale ,che ha reso la presentazione delle collezioni assolutamente mainstream, esplorando e promuovendo nuovi linguaggi visivi degni del più rivoluzionario film festival, possa segnare la fine degli eventi fisici?

E’ una valida alternativa per il momento che stiamo vivendo e in futuro credo fortemente nel ritorno degli eventi. I video possono creare grande enfasi ma presenziare alle sfilate non ha prezzo in termini emotivi. 

Quanto è cambiato il tuo mindset professionale Post Covid?

E’ cambiato tantissimo e nel movie tale trasformazione si percepisce. Il loop isterico che circondava le professionalità del sistema moda aveva bisogno di un respiro a favore di modalità più slow. 

Condividendo la nostra intimità, le nostre paure e anche la solitudine durante le fasi  di lockdown siamo stati i protagonisti di un livellamento sociale e di un cambiamento epocale.

Come ha reagito la tua vena creativa nell’immaginare un uomo post pandemico?

In realtà l’uomo post pandemico non si differenzia da quello precedente.

A livello stilistico il focus resta il ritorno al passato e alle mie origini come designer che rivivono in un melting pot di eclettismo italiano e senso di rinascita.

Se dovessi fare proiezioni per la prossima stagione quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

Per quanto mi riguarda ho un canale di distribuzione personale (sito web e ecommerce) che non subirà cambiamenti essendo già ampiamente digitalizzato. Sperimentare nuove forme di comunicazione in chiave diversa è la mia prossima sfida e ci sto lavorando.

Dietro le quinte della prima digital fashion week italiana: Fabio Quaranta

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano il proprio approccio alla digitalizzazione della Settimana della moda  

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Fabio Quaranta è direttore creativo del marchio omonimo nonché docente e course leader nel corso di laurea magistrale in arti visive e moda all’Università Iuav di Venezia.

Precedentemente vincitore del “WHO’S ON NEXT?” Uomo ha recentemente debuttato a Milano Moda Uomo.

Parlaci del progetto visivo ideato per la prima Digital Fashion week Made in Italy e quali sono state le fasi di produzione.

Io parto sempre dalla musica ed anche questa volta ho scelto di affiancarmi ad un artista per raccontare la mia visione stilistica. Si tratta di Vipra Sativa con il quale, ai fini progettuali, ho deciso di affrontare un viaggio fisico ma anche metafisico durante il lockdown. Abbiamo, infatti, re-inventato l’idea di sfilata in una transumanza animista ambientata in un tempo immaginario, Presenturo, che sfida il concetto di tempo lineare. 

Pensi che tale rivoluzione digitale ,che ha reso la presentazione delle collezioni assolutamente mainstream, esplorando e promuovendo nuovi linguaggi visivi degni del più rivoluzionario film festival, possa segnare la fine degli eventi fisici?

Assolutamente no. Si tornerà all’esclusività dell’evento così come era in principio mentre la digitalizzazione condurrà sempre più verso l’inclusività.

Quanto è cambiato il tuo mindset professionale Post Covid?

Non particolarmente. Adesso faccio più attenzione a certi dettagli che prima mi sfuggivano. Il Covid è stata un’opportunità per passare ad uno step successivo nell’evoluzione dell’intero Sistema Moda.

Come ha reagito la tua vena creativa nell’immaginare un uomo post pandemico?

L’uomo post pandemico ha meno limiti ed si dà maggiori possibilità. Il mio progetto multidisciplinare URANIA vede unirsi moda, arte e musica in un nuovo mondo immaginario che sfida il linguaggio e le abitudini con cui la moda codifica se stessa. Le collezioni sono percepite come edizioni, non vi è fisicità nè stagionalità, non vi è distinzione di genere né tantomeno di classe. Le proposte vengono lanciate quando sono pronte grazie a presentazioni itineranti al fine di unire tutte le edizioni e creare un unico immaginario. Fabio Quaranta promuove progetti paralleli e senza tempo.

Se dovessi fare proiezioni per la prossima stagione quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

Previsioni? Si tratta del punto più dolente di questo momento in cui l’unica complessità è l’incertezza. Ma sappiamo tutti che i momenti di incertezza stimolano la creatività. Aspetteremo.

The new Italian wave: Rocco Fasano

Il successo di Skam Italia continua a raccogliere consensi di critica e una community di fan molto forte, così come quello dei giovani e talentuosi interpreti che danno vita ai suoi amati personaggi. In esclusiva per MANINTOWN, abbiamo incontrato Rocco Fasano, uno dei protagonisti che nella serie interpreta il personaggio di Niccolò Fares, un personaggio che ha segnato un momento importante nel percorso dello stesso attore.

Hai avuto sin da piccolo una formazione musicale…

Mi sono avvicinato alla musica molto presto. Mio padre mi ha spinto a fare un corso propedeutico musicale quando avevo 5 anni e da lì l’anno successivo ho iniziato a studiare pianoforte con un’insegnante e mi sono iscritto al conservatorio a 9 anni che ho finito 12 anni dopo.

La musica la vivi ancora, ti eserciti?

La esercito ma più in forma di passione privata; in realtà è sempre stato un po’ così, anche se l’ho studiata in maniera completa. Forse un po’ per timidezza, non mi è mai piaciuto esibirmi davanti a tante persone, mi ha messo sempre un po’ di ansia. Quella del concerto per esempio e quella del set sono molto diverse come situazioni e le vivo diversamente. 

Raccontami il tuo debutto…

Avvenne nel 2014 con un film indipendente in lingua inglese con una distribuzione molto di nicchia. E’ stata la mia primissima esperienza e da lì, anno dopo anno ho sempre cercato di continuare con la mia passione e fare un passo in più rispetto all’anno precedente.

Di questa prima esperienza cosa ti ricordi? 

Il set mi sembrava un luogo astruso, pieno di attrezzatura tecnica: la prima esperienza fa sempre un po’ paura, ti mette in soggezione. Però alla fine ero molto focalizzato, col regista abbiamo fatto un bel lavoro di cui sono ancora oggi contento. 

Dopo quello cosa è successo?

Ho continuato a fare provini e ho fatto una piccola serie per Fox e poi per Sky dal titolo ‘Hundred to Go’ sempre in inglese. Quando posso cerco di lavorare anche in inglese perché mi piace molto. 

Leggevo che parli diverse lingue, dialetti anche?

Dialetti sicuramente, in repertorio come dialetti italiani ho dal milanese al siciliano, napoletano, romano, cadenze che sento abbastanza mie. In inglese ho lavorato col britannico e con l’americano, poi parlo un pochino di francese.

Come è arrivato Skam Italia?

Con un classico provino tramite il mio manager: ho portato una mia idea di personaggio e poi il regista mi ha detto “sarei interessato che tu portassi fuori invece una forma di dolcezza”. Io non conoscevo il progetto al tempo, avevo portato un personaggio un po’ più fighetto e invece abbiamo lavorato su vulnerabilità e dolcezza e da li è nato il personaggio.

Un personaggio molto complesso, visto che non te l’aspettavi. Come ti sei preparato a un ruolo così?

Quando ho letto la sceneggiatura e il disturbo borderline di personalità e l’omosessualità ho fatto ricerche soprattutto sul disturbo borderline. Questi pazienti sono estremamente sensibili e vivono la loro emotività come se ci fosse un’enorme lente di ingrandimento di fronte. Anche la comunicazione e le piccole cose per loro non sono banali; ogni piccola sfida emotiva può diventare una grande sfida. Oltre a questo aspetto c’era quello della paura dell’abbandono, dell’incertezza e delle fasi depressive. Le ricerche poi le ho dovute coniugare con script e sceneggiatura e capire dove si potevano fare uscire questi aspetti, coadiuvato da una direzione oculata.

Quanto ti rispecchi in questo personaggio, in questi lati un po’ oscuri e un po’ fragili?

Tanto! Lavorare su Niccolò è stato importante perché ho dovuto raggiungere quella parte recondita e molto vulnerabile di me stesso, portandola fuori con scioltezza e con tante persone attorno. Il set è un ambiente paradossale, devi cercare di accedere a quelle zone di te stesso magari anche nascoste rapportandoti con altri personaggi. Questa è stata la sfida che poi è parte del lavoro. Questo mi ha fatto riscoprire quel lato di me stesso e me l’ha fatto amare molto di più. Prima tendevo ad accantonare e superare vulnerabilità e fragilità, Niccolò me le ha fatte riscoprire come fonte di ricchezza enorme. 

La serie è importante perché ha un messaggio per i giovani, di essere se stessi..

Di essere se stessi al massimo possibile perché nell’essere te stesso, chiunque tu sia e nei limiti di non fare del male all’altro non c’è nessuna colpa. Questo deve passare come messaggio. Ad esempio la relazione omosessuale che c’è nella seconda serie viene normalizzata del tutto. Questo era l’intento del regista, non pesare sull’aspetto drammatico, ma mostrare gli aspetti normali che esistono nella nostra società, molto semplicemente fra due persone che si amano.

Ti aspettavi un successo così grande visto che alla fine questa serie conquista veramente persone con punti di vista diversi.

Skam ha creato un precedente nella serialità italiana. Dopo la quarta stagione si chiude un primo ciclo di serie teen in Italia. Io non me lo aspettavo quando sono entrato nel cast. Era un bellissimo progetto e scritto molto bene ma non potevo prevedere l’eco e la risonanza che avrebbe avuto e che abbiamo accolto con grande entusiasmo.

La tua vita quotidiana come è cambiata?

È cambiata tanto sia dal punto di vista pratico e pragmatico perché vieni riconosciuto per strada, non si sfugge agli incontri casuali che sono sempre delle gioie. Il fandom di Skam Italia poi è molto educato e pieno di energia. Ti viene davvero voglia di interagire con loro.

Invece con la moda? Come è iniziata la tua carriera di modello?

È iniziata leggermente più tardi della recitazione e per caso. Io stavo a Monti e una fotografa che poi è diventata una mia carissima amica mi ha fermato facendomi notare il mio particolare un profilo greco e mi ha voluto scattare. E da lì molto inconsapevolmente è iniziata questa carriera parallela che ho coltivato, ma la mia passione primaria rimane la recitazione. 

Un sogno nel cassetto che speri di realizzare prossimamente?

Sicuramente continuare a far parte di progetti belli, non è una cosa scontata perché di cose se ne fanno veramente tante e anche in Italia ci sono tantissimi nuovi investimenti in questo settore. La mia speranza è di continuare sul filone di Skam in termini qualitativi e di fare sempre meglio. 

Manintown x Gucci

Photography: Davide Musto @davide_musto

Talent: Rocco Fasano @rocco_fasano

Art Direction & Styling: Giorgia Cantarini @giorgiacantarini Styling Assistant: Giorgia Musci @mushiland

Grooming: Francesca Bova @francesca_bova_

Location: Villa Egeria – Appia Antica

Production: Manintown @manintownofficial 

Video: Marlon Rueberg @marlonrueberg

Camera Operator: Jacopo Lupinella @jacopolupinellaph

Special Thanks: Rocco Panetta @houstonisback

Ganesh Poggi Madarena @andune

Sonia Rondini @sonia_rondini

Noli me tangere

In modo violento si è spezzata la nostra rituale quotidianità, insieme a lei la nostra rappresentazione
ordinaria del mondo. I droni come rondini a primavera sono arrivati attraversando le nostre piazze, dove le statue sembrano aver preso vita diventandone gli abitanti, in un mondo dove oggi sta dominando la paura.


Ognuno di noi ha intrapreso un viaggio attraverso la memoria, vitale per continuare, un antidoto
all’incertezza. Non sappiamo cosa stiano facendo gli artisti nel loro atelier, simile ad un involucro protettivo che lancia ricordi. È certo che l’arte contemporanea può essere un’ottica sorprendente per leggere il mondo odierno. Possiamo affidarci ad opere del passato: “ho impreso e compito un viaggio di 42 giorni intorno alla mia camera…” È un estratto del libro Voyage autour de ma chambre, scritto tra il 1790 e il 1794 dal francese Xavier de Maistre.
Un invito a vedere le cose da un altro punto di vista, Xavier davanti al letto, vede contemporaneamente il
luogo dove si consuma l’amore e quello dove si muore, un consiglio per scuoterci da tanta passività.


Questa è l’ispirazione per una collettiva curata da Bohdan Stupak, dove gli artisti coinvolti portando
un’opera dimostreranno come continua il loro lavoro, che sarà infine esposto e andrà all’asta ( https://www.charitystars.com/collection/noli-me-tangere-it). Qui nasce
l’idea di Olimpia Rospigliosi (Pubbliche relazioni & Comunicazione) di sostenere LaSpes (www.laspes.it)
associazione senza fini di lucro che finanzia borse di studio a giovani ricercatori. Il 100% di quanto raccoglie è destinato a questo. È nata per ricordare Francesco, un giovane uomo affetto dalla WAS, una delle molte malattie rare di origine genetica.


Sperando di vederci presto, ci salutiamo per il momento, con queste poche righe scritte nel 1907 da Luigi
Pirandello nella novella “Ciaula scopre la Luna”, racconto oggi più che mai attuale. Cerchiamo di guardare la luna che sta arrivando con lo stesso stupore del protagonista Ciàula:
“Grande, placida, come in un fresco luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna.
Sì, egli sapeva, sapeva che cos’era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è dato mai importanza.
E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna?
Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva.
Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna…
C’era la Luna! la Luna!”

Testo di Bohdan Stupak

Vision Of Super presenta una linea dedicata all’activewear

ll marchio fondato da Dario Pozzi e Mirco Bandini lancia la linea dedicata allo sport, per lui e per lei. Testimonial d’eccezione, il ginnasta italiano Nicola Bartolini.

Il marchio Made In Italy, fondato da Dario Pozzi e Mirco Bandini, lancia la nuova linea dedicata allo sport, realizzata in poliestere, così declinata: per lui, T-shirt e shorts; per lei, top e leggins. I capi, dalla vestibilità slim, presentano l’iconica stampa a fiamme, signature del brand, e la scritta «Run/Burn Fast», che descrive al meglio il mood della nuova linea. «Ormai sport e fashion sono protagonisti dello stesso mondo. Per questo motivo, abbiamo deciso di integrare il nostro marchio con l’universo sporty, anche perchè Vision Of Super ha sempre collaborato e puntato a dare un’importante estetica agli sportivi», spiegano i due fondatori.



«Inoltre è interessante come fare un allenamento oggi sia ormai come uscire fuori con gli amici: grazie ai social network, alle Instagram story, alla condivisione, infatti, il nostro outfit non passa più inosservato. Il mood del brand si è sempre affacciato al basket, al ciclismo, al motociclismo, al calcio, al tennis, alla ginnastica artistica e molto altro: l’obiettivo è abbracciare sempre più questi sport con accessori e prodotti che riprendono l’estetica unica di VOS. Siamo davvero felici di sapere che il nostro cliente cerca uno stile distintivo nel proprio abbigliamento sportivo, sia per fedeltà sia per un discorso di estetica, che sempre più, anche in allenamento, è diventata importante».

In occasione del lancio, Vision Of Super ha chiamato il ginnasta italiano Nicola Bartolini, protagonista degli scatti fotografici, che ha già iniziato i suoi allenamenti intensi per le Olimpiadi di Tokyo 2021. «Sono da sempre un grande appassionato di moda e stile», racconta lo sportivo. «Sono entusiasta di questo progetto creativo, che racconta come lo streetwear sia legato indissolubilmente, oggi, all’universo dello sport».

Sportwatch per l’estate

Sportivi ma con stile, questo è il mantra vincente che caratterizza tutti i momenti dedicati all’attività fisica, sopratutto in estate, stagione che ci invita ancora di più a praticare sport. Per ogni occasione dunque c’è l’orologio giusto, per chi è alle prime armi o per i professionisti.


Polar Unite è il fitness watch per chi cerca il proprio benessere ed equilibrio. Leggero, versatile e semplice da usare, presenta le funzioni più innovative per l’allenamento. Con la funzione FItSpark suggerisce ogni giorno allenamenti di tipo diverso e personalizzati. Permette inoltre di effettuare il Fitness Test e, grazie alla connettività con il GPS dello smartphone, è utile anche negli allenamenti outdoor.

Oltre alle attività sportive, questo smartwatch monitora altre attività quotidiane come il sonno, il recupero del sistema nervoso, la respirazione, la frequenza cardiaca ed il consumo calorico, per offrire un equilibrio fra mente e corpo rispettando l’obiettivo giornaliero. Il design pratico ed ultra leggero lo rende utilizzabile in qualunque momento della giornata ed è possibile personalizzare sia il colore del cinturino che il display.


Il nuovo Garmin Quatix 6 racchiude in un design pulito, elegante e concepito con grande cura del dettaglio tutta la tecnologia di cui si ha bisogno per vivere la propria passione per la nautica. È in grado di connettersi in modalità wireless ai chartplotter multifunzione compatibili, per mostrare i dati dell’imbarcazione direttamente sull’orologio. Il nuovo sportwatch Garmin si dimostra perfetto accessorio in barca ma anche durante la quotidianità in città e in ufficio, per manifestare sempre e in qualsiasi occasione l’animo fortemente legato alla navigazione.


Oltre a ricevere e-mail, messaggi di testo e notifiche direttamente sull’orologio, consente di effettuare pagamenti contactless Garmin PayTM, ascoltare musica attraverso cuffie Bluetooth e praticare attività con il supporto del più completo monitoraggio del proprio stato di forma fisica e con funzioni dedicate a sport e fitness.


Il nuovissimo TC-ZL01s di Tecnochic unisce scienza e tecnologia in uno smartwatch dalle forme eleganti e materiali pregiati. Le operazioni sono facilitate dal quadrante full touch screen di nuova generazione, regalando una visual experience più chiara. Sono presenti otto modalità sportive, con le quali lo smartwatch misura frequenza cardiaca, pressione arteriosa e livello di ossigeno nel sangue, tiene un record dei passi, del consumo calorico, della durata dell’esercizio comparando i risultati e fornendo una completa analisi dei tuoi workout. È inoltre possibile il monitoraggio del sonno, la funzione sveglia, meteo e la sincronizzazione con smartphone, la quale permette l’utilizzo delle maggiori app di messaggistica istantanea e della funzione fotografica da remoto.

Trionfano a Roma Germano e Garrone ai Nastri d’argento 2020

Si sono svolti l’altra sera al Maxxi a Roma con un evento molto confidenziale dedicato al grande compositore romano Ennio Morricone scomparso il 6 luglio, i Nastri d’Argento 2020. La manifestazione giunta alla sua 74esima edizione, è nata nel 1946 a Roma grazie al sindacato nazionale dei giornalisti cinematografici italiani, e soprattutto grazie a Mario Soldati e a Michelangelo Antonioni. Da allora si svolge fra Roma e Taormina.

Quest’anno, in un’edizione ineluttabilmente romana a causa del Covid, Elio Germano, come previsto e meritatamente, ha fatto incetta di premi per il suo ‘Favolacce’ dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, dotati registi e sceneggiatori che si sono presentati al photocall vestiti in abiti Gucci disegnati da Alessandro Michele, mentre il geniale e tormentato attore capitolino già premiato a Berlino quest’inverno per la medesima pellicola, ha scelto un look dégagé firmato Emporio Armani. Onore a Re Giorgio che quest’anno festeggia 15 anni della sua linea couture Armani Privé che per la prima volta sarà presentata a gennaio in un palazzo aristocratico in via Borgonuovo.



Il film dei fratelli D’Innocenzo narra una storia intimista e un po’ dark ambientata nella borgata romana e vissuta attraverso gli occhi di un gruppo di bambini. Il film descrive un mondo apparentemente normale dove cova il sadismo sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti. Ma soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli, incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e scorre veloce verso la sconfitta di tutti. La pellicola dei due giovani fratelli d’Innocenzo si è aggiudicata ben 5 nastri: film, produttore, costumi, sceneggiatura, fotografia.


Damiano D’Innocenzo e Fabio D’Innocenzo alla Premiazione Nastri D’Argento 2020, entrambi in Gucci.

Pierfrancesco Favino, incensato e camaleontico divo italiano che ha sfondato in tutto il mondo grazie a ‘Il traditore’ di Bellocchio in cui interpreta il boss mafioso Tommaso Buscetta, ha ottenuto il premio come migliore attore protagonista nel ruolo di Bettino Craxi in ‘Hammamet’, riconoscimento che ha ritirato in un outfit in seta blu di Brioni che pareva pennellato su di lui, mentre la palma di migliore attrice protagonista è andata a Jasmine Trinca, bellissima in ‘La dea fortuna’ di Ozpetek distribuito da Warner Bros Pictures. Il bellissimo film del regista turco, un’ode alle famiglie arcobaleno e all’inclusione, si è accaparrato altri due nastri: miglior canzone originale, meritatissimo, conferito a Diodato per ‘Che vita meravigliosa’, e per la colonna sonora firmata da Pasquale Catalano comprendente ‘Luna diamante’, una toccante canzone interpretata da Mina.



Anche ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone (che ha firmato anche il video speciale di presentazione della collezione di alta moda di Dior autunno-inverno 2020-21 ‘Le mythe Dior’) ha messo a segno alcuni premi: da quello di Benigni per il ruolo di Mastro Geppetto come migliore attore non protagonista ai costumi disegnati da Massimo Cantino Parrino, dalla regia magistrale di Matteo Garrone, autore di una memorabile fiaba surreale a sfondo sociale, alle scenografie fino al montaggio e al sonoro.


Roberto Benigni alla Premiazione Nastri D’Argento 2020

Premiati anche Valeria Golino (in Prada) e Valerio Mastandrea come attori di commedia e non protagonista. Quest’anno en plein per Elio Germano che ha giustamente trionfato anche con il nastro come film dell’anno conferito a ‘Volevo nascondermi’ di Giorgio Diritti in cui il grande attore romano interpreta il pittore Ligabue. Questa la motivazione della giuria: “è un film che, con lo stile essenziale della semplicità, mette a fuoco la sofferenza e il talento personalissimo di un uomo che, attraverso l’esplosione della sua creatività irrefrenabile, riesce a riempire il vuoto della solitudine e superare il disagio dell’emarginazione e della malattia mentale. Ma, oltre il racconto di un personaggio così straordinariamente ‘diverso’, è una riflessione sulle contraddizioni profonde di un mondo che – per dirla proprio con il suo straordinario protagonista – marcia a forte velocità in ogni direzione dimenticando ‘tutti gli storti, tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati, tutti i fuori casta’, i Ligabue che sono in mezzo a tanta civiltà.”. 


Valeria Golino alla Premiazione Nastri D’Argento 2020 in Prada

Il momento clou è stata la premiazione a distanza di Pedro Almodovar, mattatore del cinema iberico con quarant’anni di carriera alle spalle, che ha conseguito un nastro speciale ‘europeo’ per il suo ultimo capolavoro ‘Dolor y gloria’ candidato a due premi Oscar e distribuito da Warnerbros Pictures, un film intenso e speciale, intimo e personale che riesce a mettere a nudo con delicatezza, la verità dei sentimenti più privati ma anche la forza delle passioni, e più di sempre racconto della vita nello specchio del tempo e fortemente autobiografico, con una straordinaria performance del grande Antonio Banderas.

Nastro d’oro per i suoi 50 anni di carriera come direttore della fotografia al mitico Vittorio Storaro, che ha firmato la fotografia anche del film ‘Un giorno di pioggia a New York’ di Woody Allen distribuito in Italia dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti, che in barba ai benpensanti, ha sfidato l’ipocrisia di Hollywood portando sugli schermi europei l’ennesimo capolavoro del cineasta newyorkese. Storaro è molto celebre anche per la sua longeva collaborazione con Bernardo Bertolucci (sua la fotografia di ‘La luna’ e ‘Novecento’ come pure di ‘Ultimo tango a Parigi’) e per aver curato la fotografia di ‘Apocalypse now’ di Coppola e di ‘L’uccello dalle piume di cristallo’ di Dario Argento.



Fra i nastri di quest’anno merita una menzione speciale anche il grande regista Mimmo Calopresti che ha ottenuto un meritorio ‘nastro alla legalità’ per il suo monumentale e suggestivo ‘Aspromonte’ prodotto da Fulvio e Federica Lucisano in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da Minerva, film molto apprezzato già nel 2019 che il cineasta italiano ha portato anche in Australia con enorme successo di pubblico e critica per il suo racconto di un anelito al riscatto sociale di un popolo intero. Il film brilla per la meravigliosa interpretazione di Marcello Fonte e di Valeria Bruni Tedeschi.



Infine è stato assegnato un premio speciale a Lorenzo Mattotti per ‘La famosa invasione degli orsi in Sicilia’. Fra i protagonisti dell’ultima edizione dei Nastri d’Argento svetta Toni Servillo che è stato premiato due volte, una per la sua strepitosa carriera di poliedrico attore dal talento ineccepibile (‘Il divo’ e ‘La grande bellezza’ fra gli altri ma anche ‘l’uomo del labirinto’, prova geniale) e l’altra come figura guida del documentario d’arte ‘Ermitage. Il potere dell’arte’ realizzato da Sky Arte, premiato come miglior documentario a tema artistico. Premiata anche l’eleganza dandy del giovane Giulio Pranno, interprete sensibile e brillante di ‘Tutto il mio folle amore’ di Gabriele Salvatores per il quale si è aggiudicato il premio Biraghi: alla cerimonia al Maxxi il giovane attore ha sfoggiato un outfit ruggine molto posh di Gucci completo di gilet e disegnato dallo stilista Alessandro Michele che sicuramente non offre fianco a critiche.



Hanno indossato capi firmati Emporio Armani Paola Cortellesi, premiata per ‘Figli’, Marco D’Amore premiato come miglior regista esordiente per ‘L’immortale’ e Claudio Santamaria vincitore del premio Nino Manfredi per ‘Gli anni più belli’ di Gabriele Muccino e ‘Tutto il mio folle amore’.

Non solo K-pop, beauty o drama: sei esempi di moda “made in Korea”

Qualche settimana fa, il flop del comizio di Donald Trump nell’Oklahoma legato – almeno in parte – al boicottaggio dei fan del K-pop, numerosi e particolarmente agguerriti sui social, ha di nuovo acceso i riflettori, seppur indirettamente, sulla popolarità delle band sudcoreane, ormai seguitissime ben oltre i confini nazionali. Una realtà di cui i principali media si occupano a dire la verità da tempo, almeno dalla hit del 2012 Gangnam Style, e che rientra in una sorta di korean way of life dalle dimensioni globali, estesasi dagli anni Duemila in avanti a cinema e tv (le serie del filone k-drama, oppure il film trionfatore degli ultimi Oscar, Parasite), estetica (la k-beauty e conseguente proliferazione di routine di bellezza, cosmetici dedicati, trattamenti, ecc.), videogiochi, cucina e altro ancora.

Un fenomeno talmente pervasivo da essersi meritato un termine apposito, Hallyu, ossia “onda coreana”, che ne rende bene la portata.
La moda, sensibile per definizione a usi e costumi della contemporaneità, non poteva non interessarsi alle novità provenienti da questa regione del Sud-Est asiatico: se la Seoul Fashion Week si è imposta come una delle kermesse emergenti più originali e dinamiche, frequentata da torme di addicted vestiti di tutto punto e immortalati dai fotografi di street style, i nomi di diversi creativi locali sono finiti sui radar di giornalisti, buyer e altri addetti ai lavori.
Nello specifico, sono sei le griffe “made in Korea” sulle quali abbiamo concentrato la nostra attenzione, che compongono un quadro eterogeneo: si va dalle maison di prêt-à-porter, inserite a pieno titolo nel sistema della moda francese, a quelle di accessori high-end, passando per i marchi attivi nel segmento, sempre più affollato, dello streetwear.

La carrellata inizia da Wooyoungmi, brand di menswear parigino per vocazione e trascorsi, in quanto calca le passerelle della Ville Lumière dall’anno successivo alla fondazione, datata 2002, e nel 2011 è entrato a far parte della Fédération de la Haute Couture et de la Mode. Sono però coreani i natali della sua creatrice  Woo Youngmi, figura cruciale per la moda dell’intero paese: nel 1988 aveva infatti lanciato una linea chiamata Solid Homme e, associandosi ad una manciata di colleghi di Seul, aveva gettato le basi per la nascita della futura fashion week. Oggi la figlia della stilista, Katie Chung, mantiene lo stesso obiettivo della madre: conferire un quid inedito ai fondamentali del guardaroba (outerwear, camiceria, abiti, maglieria), fondendo cura scrupolosa dei dettagli, ispirazioni architettoniche e lavorazioni degne della miglior sartoria. La collezione primavera/estate 2020, ad esempio, tratteggia un’idea di eleganza décontracté espressa da vestibilità scivolate, capispalla avvolgenti, tasconi applicati e stampe in technicolor da cartolina.

SEOUL, SOUTH KOREA – OCTOBER 18: Guests wearing black and brown leather outfit are seen during the Seoul Fashion Week 2020 S/S at Dongdaemun Design Plaza on October 18, 2019 in Seoul, South Korea. (Photo by Jean Chung/Getty Images)

Nella gallery: Foto 1 by Jean Chung/Getty Images

Anche Jung Wook Jun, meglio conosciuto come Juun.J, è di stanza dal 2007 a Parigi. Con Woo Youngmi condivide un percorso scandito da molte esperienze (tra incarichi presso prestigiose maison e la creazione della prima label personale, Lone Costume, nel 1999) e l’assoluta centralità, nel proprio operato, della sartorialità, filtrata però attraverso un immaginario decisamente metropolitano. Uno street tailoring, per usare le parole del designer, che si nutre di contrasti tra volumi oversize e fit più aderenti, fascinazione per l’eleganza canonica dei completi e uso massivo di tasche, coulisse e cinghie, stratificazioni elaborate e precisione chirurgica dei tagli, e così via; tutti elementi presenti anche nel défilé per l’attuale stagione calda, insieme a tanta pelle, denim ed echi del power dressing anni ‘80, dalle linee sinuose degli abiti alle maxi spalle imbottite.

Le tante sfaccettature del mondo urban rappresentano il perno delle collezioni firmate Ader Error e 99%IS. Il primo marchio, nonostante sia in attività soltanto da sei anni, gode di una visibilità internazionale, certificata dalle cifre di tutto rispetto delle vendite (trainate, a loro volta, dal largo seguito su Instagram e affini) ed è stato salutato da Vogue nientemeno che come «risposta coreana a Vetements»; il collettivo alla guida, effettivamente, si dimostra abile ad irretire i consumatori, specialmente i più giovani, infondendo un tratto unisex ai must dell’abbigliamento street (t-shirt, felpe, baggy pants, giubbini, materiali perlopiù tecnici), dosando pulizia dei tagli, colori accesi, slogan dissacranti e grafiche dal gusto vintage, associandosi inoltre a griffe come Puma e Maison Kitsuné per capsule collection andate rapidamente sold-out.

99%IS è invece plasmato a immagine e somiglianza del suo fondatore Bajowoo, che vi riversa in toto le sue ossessioni, mescolando sottoculture musicali, clubbing, goth e spirito DIY (do it yourself, ndr). Si spiegano così i lembi trattenuti dalle spille da balia, i tessuti patchwork, le superfici percorse da scoloriture o abrasioni, la profusione di stringhe e zip usate per strutturare maglie e pantaloni… Un’attitudine underground che ha conquistato celebrity (Pharrell e Billie Eilish, giusto per citarne un paio) e i principali retailer, da Dover Street Market a LuisaViaRoma, a MR Porter.

Diverso il profilo delle creative dietro il brand We11doneJessica Jung e Dami Kwon, che nel 2015 mettono a frutto l’esperienza nella gestione della boutique Rare Market sviluppando una linea di capi e accessori basilari, guardando soprattutto ai topoi delle passerelle di fine anni ‘90-primi anni Zero, sfumando allo stesso tempo le distinzioni in termini di genere, stagionalità, influenze e quant’altro.

Gentle Monster, infine, si distingue per l’approccio eclettico all’occhialeria, che coinvolge ogni aspetto: la varietà delle montature, la ricerca di nuovi materiali e tecnologie, le campagne pubblicitarie, l’allestimento dei negozi, facendo delle collaborazioni con altre realtà un leitmotiv; quelle di maggior successo hanno riguardato, negli anni, Alexander WangMoooiHenrik Vibskov10 Corso Como e Fendi.
A ulteriore dimostrazione di come, al di là dei consumatori, persino i grandi nomi della moda e del design siano ormai sensibili all’ondata di creatività proveniente da Seul e dintorni. 

Golf: 3 golfisti più ricchi del pianeta

Il Golf è uno sport di precisione e concentrazione che negli ultimi decenni ha appassionato sempre più persone, nonostante sia un’attività dai costi non indifferenti da sostenere. Le lezioni per chi inizia richiedono un grande investimento e con esse anche l’attrezzatura personale per l’allenamento.

Come ogni sport anche il Golf attira milioni di fan e porta con sé un grande giro di affari economico con successi finanziari per chi lo pratica a livello agonistico vincendo tornei su tornei.

Conoscete chi sono i 3 golfisti più ricchi del pianeta? Continuate a leggere per scoprirlo.

3 golfisti più ricchi

Tiger Woods

Senza dubbio di talento, Tiger Woods è tra i più grandi golfisti del mondo. Naturalmente dotato, Woods che dai suoi tempi amatoriali aveva abbagliato i fan con le sue prestazioni elettrizzanti e meravigliose. Il golfista professionista americano ha superato diverse sfide per affermarsi come il migliore del mondo. Woods ha vinto 15 campionati importanti che lo classificano come il secondo golfista più alto con il maggior numero di vittorie in campionato al mondo. In 11 occasioni, ha vinto il PGA Tour e il PGA Player of the Year. Tiger Woods è attualmente il golfista più ricco del mondo con un patrimonio netto del valore di ben 800 milioni di dollari.

Phil Mickelson

Nel Golf, il nome Lefty catturerà sicuramente l’attenzione dei fan. Il golfista professionista americano, Phil Mickelson è uno dei migliori golfisti attualmente in gioco. Mickelson che gareggia nel PGA Tour ha vinto 44 gare PGA che includono i suoi cinque campionati principali. Il membro del tour PGA a vita è stato inserito nella World Golf Hall of Fame nel 2012. Mickelson prende il secondo posto nella nostra lista con un patrimonio netto del valore di 400 milioni di dollari.

Jack Nicklaus

Soprannominato l’orso d’oro, il golfista americano, Jack Nicklaus, che ora è in pensione, è uno dei pochi golfisti che si può dire di essere uno dei più grandi golfisti di tutti i tempi. Durante la sua carriera come golfista Nicklaus ha vinto 73 gare PGA e 18 campionati importanti come La World Golf Hall of Fame Inductee del 1974. Al terzo posto nella classifica dei golfisti più ricchi del pianeta con un patrimonio netto di 320 milioni di dollari.

Frullati per l’estate: 3 ricette per rinfrescarsi in tutta salute

L’estate porta con sé il caldo e con lui arriva la voglia costante di rinfrescarsi anche consumando cibi più leggeri e freschi, una valida alternativa ad un pasto abbondante e ricco di grassi sono i frullati.

I frullati sono ottimi anche per una colazione o per gli spuntini durante la giornata, ideali anche per essere proposti ai bambini al posto di merendine non salutari.

Ecco 3 ricette di frullati per l’estate per rinfrescarsi in tutta salute e ricchi di nutrienti.

3 Ricette frullati per l’estate

Frullato rinfrescante e abbronzante

Questo frullato per l’estate permette di rinfrescarsi e allo stesso tempo stimolare la produzione di melanina necessaria per un’abbronzatura perfetta.

Ingredienti per 1 persona

  • 1 carota
  • 1 limone
  • 1 pompelmo rosa
  • 2 fette di melone congelate
  • 5 foglie di menta piperita
  • Zenzero q.b.

Preparazione

Tirate fuori dal freezer 15 minuti prima le fette di melone congelate, nel frattempo pulite la carota e spremete il limone.  Tagliate ora a pezzetti la carota e il melone e mettete tutto nel frullatore insieme al succo di limone e del pompelmo, aggiungete le foglie di menta piperita e una grattuggiata di zenzero. Ora frullate tutto e servite in un bicchiere con del ghiaccio per mantenerlo più fresco più possibile.

Frullato di fragole e ananas

Le fragole sono depurative e diuretiche oltre a contenere licopene un ottimo antiossidante, mentre l’ananas ha proprietà anticellulite e grazie alla bromelina contenuta permette una facile digestione.

Ingredienti per una persona

  • 10 fragole congelate
  • 3 fette di ananas congelate

Tirate fuori dal freezer le fragole e l’ananas 10 minuti prima, tagliate poi a pezzetti se non lo avete già fatto prima di congelare e frullate il tutto. Servite con del ghiaccio e guarnito con foglie di menta piperita altamente rinfrescante.

Frullato di pesche anguria e menta

Questo frullato è depurativo, drenante e allo stesso rimineralizzante, grazie alla presenza delle pesche che favoriscono la motilità intestinale. L’anguria invece è diuretica ma favorisce anche una buona integrazione di Sali minerali e vitamine.

Le foglie di menta invece sono rinfrescanti.

Ingredienti per una persona

  • 1 pesca gialla o bianca a piacere
  • 1 fetta media di anguria fresca
  • 10 foglie di menta piperita

Preparazione

Sbucciare e tagliare a pezzetti la pesca, proseguire con l’anguria e versare tutto nel frullatore, aggiungere le foglie di menta e frullare.

Servire con ghiaccio per un effetto rinfrescante più a lungo.

Depressione post parto per lui: 4 dritte per superarla

Quando si parla di depressione post parto si pensa sempre sia collegata solo alla neo mamma e si lasciano i papà sempre un passo indietro, pensando che non ne possano essere toccati solo perché il loro organismo non subisce le consistenze variazioni che ha quello della donna. In realtà non è così anche i neo papà possono soffrire depressione post parto.

Scopriamo quali sono i sintomi di depressione post parto per lui e come superarla

Sintomi depressione post parto uomo

I sintomi della depressione post parto per lui sono gli stessi che si presentano alle donne:

  • tristezza
  • insonnia
  • disturbi del sonno
  • difficoltà a concentrarsi
  • mancanza di voglia di fare
  • inappetenza
  • senso di inadeguatezza
  • irritabilità
  • impotenza sessuale e psicologica
  • cefalee
  • disturbi gastrointestinali

La differenza fra uomo e donna in caso di depressione post parto e che per l’uomo dopo il momento di felicità per l’arrivo del bambino, subentrano cambiamenti notevoli nella vita di tutti i giorni in particolare per quanto riguarda le attenzioni che prima riceveva dalla propria partner.

4 consigli utili per affrontare la depressione post parto per lui

Affrontare la depressione da soli non è certo facile per questo è importante intervenire subito appena compaiono i primi sintomi ecco quindi 4 consigli utili per lui.

  • Parlane con un amico, ma senza escludere la tua compagna anche se sembra molto impegnata col bambino parlare con lei è senz’altro il primo passo per affrontare i problemi di coppia insieme ed evitare che la situazione peggiori,
  • non escluderti dalla vita di tuo figlio, ma cerca di accudirlo quanto più possibile e fai il modo di diventare genitori complici con la tua compagna,
  • ripetiti che tu e la tua compagna tornerete ad avere del tempo per voi appena saranno i primi mesi del bambino
  • se hai l’impressione di essere escluso dalle decisioni della tua compagna e dalla vita di lei e del bambino, non fare finta di niente ma parlane con lei e falle capire che ci sei e vuoi essere reso partecipe
  • quando i pensieri negativi ti affliggono guarda tuo figlio e ricordati che è parte di te è ha bisogno del suo papà.

Infine se ritieni che le cose stiano peggiorando e non riesci ad affrontarle pensa alla terapia di gruppo per papà, qui diversi padri raccontano le loro difficoltà e scoprirai di non essere solo ad affrontare un momento difficile.

App per ricordarsi di bere: quali scaricare

Bere è una cosa che dovremmo fare con naturalezza e con una certa frequenza durante l’arco della giornata in particolare nelle calde e afose giornate estive, quando si perdono molti liquidi e Sali minerali col sudore. Purtroppo molti di noi per svariati motivi o non hanno sete o spesso si dimenticano di bere perché sempre troppo di corsa a svolgere mille incarichi lavorativi o faccende domestiche.

Non bere o bere poco può causare diversi problemi al nostro organismo, in particolare si accumulano tossine in eccesso, inoltre non si integrano i Sali minerali e i liquidi di cui il nostro corpo ha bisogno per mantenersi in salute. Ricordate anche che la mancanza di liquidi rende la pelle secca e grinzosa anche se si è giovani.

Come fare quindi per ricordarsi di bere? Basta scaricare le app per ricordarsi di bere, vuoi sapere quali sono? Continua a leggere e ti segnaliamo le migliori.

4 App per ricordarsi di bere

Le app per ricordarsi di bere sono tantissime scaricabili sia su Android che su iOS, ecco le 4 gratuite che secondo noi sono fra le migliori.

Hydro

Questa App si scarica velocemente e una volta scaricata va utilizzata inserendo i propri dati come peso, altezza, stile di vita e quanto normalmente si è soliti bere. Con questi dati Hydro calcolerà il fabbisogno giornaliero di acqua che dovreste bere e vi segnalerà con dei promemoria durante l’arco della giornata di bere.

Fornisce anche statistiche e grafici che a fine giornata potete consultare per capire se state procedendo nel modo corretto o se avete mancato in qualcosa.

Acqua Clok

Questa App è stata realizzata in collaborazione con la Società Italiana di Scienza dell’alimentazione. Non vi ricorda solo di bere ma può essere utilizzata anche per seguire un piano alimentare corretto. Tiene conto di peso, altezza, età, attività lavorativa e fisica svolta nella giornata, ma non solo tiene in considerazione anche la temperatura esterna della città in cui siete.

Vi invia una notifica come promemoria per bere acqua e voi dovete solo confermare cliccando sul bicchiere utilizzato come infografica per il vostro memo.

Water Time

Questa app per ricordarsi di bere è minimale e intuitiva, rispetto alle precedenti avrete un simbolo a forma di goccia come notifica che ricorda di bere durante la giornata. Inoltre permette di scegliere anche altre bevande oltre all’acqua, stabilendo in questo modo in base a quello che bevete il livello di idratazione che ogni bevanda vi sta dando.

Infine con Water Time potete indicare se state o avete svolto attività fisica, importante perché vi indichi se avete bevuto abbastanza o no in funzione del movimento che avete fatto nella giornata.

Cosa mangiare prima e dopo l’allenamento

L’allenamento richiede che ci si nutra in modo adeguato sia prima che dopo l’esercizio fisico, questo perché i cibi possono aumentare l’energia e quindi i risultati, ma non solo sono anche i mattoni dei nostri muscoli.

Quello che si mangia prima di allenarsi serve a dare energia fondamentale durante l’allenamento, invece quello che si mangia dopo aiuta la ricostruzione dei muscoli.

Vediamo quindi cosa mangiare prima e dopo l’allenamento.

Prima dell’esercizio fisico: cosa mangiare

In preparazione dello sforzo fisico, è necessario immagazzinare la giusta quantità di energia, almeno 90 minuti prima dell’allenamento, per dar modo al corpo di assimilare i nutrienti e non appesantirsi troppo.

Fondamentale controllare anche l’indice glicemico degli alimenti che si mangiano per tenere sotto controllo l’insulina.

Prima dell’allenamento preferire proteine e alimenti semplici, che rilasciano energia più lentamente. Si a carni magre come il pollo e riso integrale, albume d’uovo, soia, ma anche frutta come mele, pere o pompelmi.

Da evitare alimenti con alto contenuto di carboidrati complessi, come pizza, pane, corn flakes riso soffiato, pane in cassetta, patate e pasta.

Dopo l’esercizio fisico: preservare la forma fisica

Nulla di più falso che mangiare dopo l’allenamento vanifichi gli sforzi dell’esercizio fisico. Dopo l’allenamento si può e si deve mangiare. Cosa, quanto e quando mangiare è variabile, bisogna evitare il cosiddetto catabolismo muscolare, che si verifica quando l’organismo è a corto di riserve energetiche e smantella le proteine dei muscoli per compensare la carenza di altre fonti.

Che ci si alleni per mettere massa muscolare o per perdere peso, lo spuntino post esercizio fisico diventa fondamentale, non esiste un piano alimentare post allenamento standard per tutti. Dipende se vi state allenando per aumentare la massa muscolare e per partecipare a gare a livello agonistico o se lo fate per perdere peso e tonificare.

Ricordarsi che l’obiettivo primario è ripristinare in fretta le scorte energetiche dell’organismo e fornire ai muscoli i nutrienti fondamentali per la ricostruzione.

In linea di massima viene consigliato post allenamento di consumare: patate, riso bianco, gallette, tonno, frutta secca, yogurt.

Se hai problemi particolari a livello alimentare e non sai combinare i cibi puoi rivolgerti ad un nutrizionista che ti fornirà un piano alimentare base da seguire specifico per gli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Puoi chiedere anche al tuo personal trainer di fiducia come abbinare gli alimenti fra loro e cosa preferire come alimentazione pre e post allenamento a seconda degli obiettivi che devi raggiungere, poiché l’alimentazione di uno sportivo è diversa a seconda che si pratichi per solo scopo di mantenersi in forma o se si fanno gare a livello agonistico.

Riso: dal basmati al venere, ecco tutte le differenze

Il riso è un’alternativa deliziosa e versatile alle patate e alla pasta, e ne esistono diverse varianti per deliziare ogni palato e dalle diverse proprietà. Ecco una guida ai diversi tipi di riso dal basmati al venere.

Riso caratteristiche base

Il riso è classificato per la dimensione del suo grano in varietà lunghe, medie e corte e varia da soffice a cremoso o dalla consistenza appiccicosa. Il colore varia dal marrone/nero, al bianco al rosso.

La forma, le dimensioni, la consistenza e altre caratteristiche delle diverse varietà influenzano il modo in cui il riso viene utilizzato nelle ricette, per quali tipi di piatti è adatto e il modo in cui viene cucinato. Ogni paese predilige varietà di riso diverse per la realizzazione dei suoi piatti.

Tipi di riso più utilizzati: dal basmati al venere

Riso a grana lunga: questo tipo di riso, come suggerisce il nome, ha grani lunghi e sottili. Una volta cotti, i grani tendono a rimanere separati, e il risultato finale è di solito abbastanza asciutto e fermo. La maggior parte è in una forma bianca lucida, anche se il riso integrale a grana lunga è disponibile anche in varie qualità. Il riso Patna viene dall’Asia; Il riso Carolina, che è leggermente più grosso in apparenza, è del Nord America.

Riso Basmati: i chicchi di questo riso sono a grana lunga molto lunghi e sottili. Il riso basmati ha eccellenti qualità di cottura e un sapore pieno. Viene coltivato solo nell’India settentrionale e in Pakistan, e nessun altro riso può essere etichettato come basmati. Si presenta anche in una forma integrale, che tende ad essere più leggero e più veloce da cucinare rispetto ad altri riso integrali. Il vantaggio nutrizionale del riso basmati è che ha un basso indice glicemico: il suo contenuto di carboidrati viene assorbito meno rapidamente nel flusso sanguigno rispetto ad altri tipi di riso, e quindi aiuta a mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue. Il riso Basmati deve essere sciacquato prima della cottura per eliminare la polvere amidacea rimasta dalla fresatura.

Riso nero o venere: è una qualità di riso non raffinato, che ha una pelle marrone-nera e dai grani larghi. Di solito è lavato e poi cotto a vapore. In Asia è anche usato per fare un dessert con latte di cocco e zucchero di palma.

Riso Paella: questo viene utilizzato nel piatto tradizionale della Spagna, la paella. Si tratta di un riso paffuto, a grana corta, simile al riso al risotto, ma con una consistenza meno cremosa.

Riso per risotto: riso utilizzato maggiormente in Italia per realizzare risotto mantecato e le qualità più conosciute sono senz’altro il Carnaroli, il Vialone Nano e l’Arborio.

Riso di grano corto e medio: questa qualità di riso contiene una sostanza amidaceo chiamata amilopectina, che lo rende diciamo appiccicoso (il riso a grana lunga ha molto meno amido). Dopo la cottura, i singoli grani si aggrappano insieme, per cui viene di solito utilizzato per realizzare piatti in cui si vuole una consistenza cremosa. Ideale anche per la realizzazione di dolci a base di riso come ad esempio il budino.

Riso Sushi: un riso a grana corta, questo è di solito lavato e poi cotto con il metodo di assorbimento. Una volta raffreddato, viene aromatizzato con aceto di riso zuccherato e arrotolato in alghe nori con altri ingredienti come pesce crudo o verdure per fare sushi. È la viscosità del riso che tiene insieme i panini al sushi.

Pistacchi, proprietà benefiche per la dieta

I pistacchi sono semi ricchi di acidi grassi, contenuti nel frutto del pistacchio, un albero di origine asiatica della famiglia delle Anacardiaceae. Questi semi dal caratteristico colore verde, possono essere consumati al naturale, oppure tostati e salati.

Il suo gradevole sapore si presta all’utilizzo in diverse ricette sia dolci, come torroni, gelati e torte, che salate, associandoli sia alla carne, che al pesce e ai formaggi.

A livello nutrizionale, i pistacchi vengono inseriti nell’insieme della frutta secca, grazie al loro elevato contenuto calorico, dovuto soprattutto agli acidi grassi. Ma i benefici di questi semi sono diversi, motivo per cui vengono spesso consigliati a chi segue una dieta ipocalorica, o per chi fa sport. Di seguito vi riportiamo i principali.

Proprietà benefiche dei pistacchi

Omega 6 e 9

Gli acidi grassi, soprattutto mono e polinsaturi, sono fondamentali per una salute ottimale. Questi acidi aiutano l’organismo a tenere sotto controllo il colesterolo e l’accumulo di grassi saturi nel sangue, aiutando a prevenire così le malattie cardio vascolari.

Vitamine del gruppo B ed E

Grazie all’alto contenuto di acido folico, 100g di pistacchi forniscono il 144% della quantità giornaliera raccomandata. La vitamina B6 è molto importante per la sintesi della mielina e la comunicazione nervosa, oltre a migliorare il sistema immunitario.

La vitamina E, invece, non solo aiuta a prevenire invecchiamento e tumori della pelle, proteggendoci dai raggi UV, ma protegge anche le pareti capillari.

Sali minerali

Numerosi sono i Sali minerali contenuti nei pistacchi. Calcio, potassio, zinco, magnesio ci aiutano a mantenere forti e sani pelle, ossa e capelli. Il fosforo, aiuta a tenere sotto controllo il diabete di tipo 2. Infine il rame, che aiuta l’assorbimento del ferro, prevenendo e curando l’anemia, e potassio che ci aiuta a tenere a bada la pressione arteriosa e quindi l’ipertensione.

Luteina, zeaxantina

Questi rari carotenoidi aiutano a proteggere i nostri occhi dall’insorgenza di problemi visivi. Ma soprattutto, essendo degli antiossidanti, aiutano il nostro organismo a combattere e prevenire l’insorgenza di radicali liberi, causa di alcuni tumori.

Come consumare i pistacchi

L’OMS consiglia l’assunzione di circa 30g di pistacchi al giorno, preferibilmente come snack o spuntino, tra uno dei tre pasti principali.

Controindicazioni

Non ci sono particolari controindicazioni, ma se ne sconsiglia la consumazione in caso di cardiopatie o insufficienza renale. È sempre opportuno non superare la dose giornaliera consigliata e preferire la versione non salata.

ALL YOU NEED TO KNOW ABOUT CHEMSEX : Pensi davvero sia solo divertimento?

Da Londra a Berlino, il chemsex è oramai uno dei fenomeni più diffusi nella comunità LGBTQ+ e non solo. 
Il Chemical Sex, come è stato definito dagli anglosassoni, non è altro che l’utilizzo di sostanze stupefacenti durante il sesso, con l’obiettivo di dare un piacere più prolungato. 
Pensare che questo fenomeno sia circoscritto a qualche piccolo gruppo di uomini e donne con un vissuto particolare e burrascoso è totalmente errato, il chemsex è alla portata di tutti. 


Tra manifestazioni, proteste e solidarietà online è da poco giunto al termine il Pride Month, molti sono stati i brand e le associazioni che in un periodo difficile come quello che abbiamo attraversato e continuiamo a vivere, si sono esposti a sostegno della comunità LGBTQ+. 


ASA (Associazione Solidarietà Aids Onlus) ha promosso l’apertura del nuovo sito web www.chemsex.it con lo scopo di sopportare ed informare la comunità sull’utilizzo di sostanze stupefacenti nel sesso. 

Concept & Art Direction – Francesco Vavallo
Photo – Dino Lucchese
Video – Alessandro Di Bella
Music – Cristiano Viola
Stylist – Giorgia Macrì / Melissa Musolino 
Model – Andrea Basile (Urban Models) 
                Salvatore Palma 
                Simone D’Errico 
                Lucio Melucci 

Bonus babysitter: a chi spetta ottenerlo

Il bonus babysitter è uno degli incentivi promossi dal Governo Conte, per fronteggiare le difficoltà in cui, a causa del Covid-19, si trovano milioni di mamme con bimbi piccoli. Il Decreto Rilancio di maggio, è stato corredato di informazioni più dettagliate in merito a requisiti e procedure di accesso.

Cos’è il bonus babysitter e chi può richiederlo

Un sostegno economico alle famiglie italiane trovatesi in difficoltà durante la crisi economica causata dalla pandemia. L’importo può arrivare fino a 1200€ per nucleo familiare nel caso in cui i genitori siano dipendenti del settore privato o autonomo. Per i dipendenti del settore sanitario, invece, il bonus arriva ai 2000€.  La validità copre per tutti, il periodo dal 5 marzo al 31 luglio del 2020.

Il bonus può essere sfruttato in due modi.

In un congedo parentale straordinario, per un totale di 15 giorni, utilizzabili in unica soluzione o frazionati, per i genitori di bambini al di sotto dei 12 anni. Entrambi i genitori possono farne richiesta in modalità alternata.

In alternativa è possibile utilizzarlo per pagare un centro estivo o una babysitter. In questo caso è necessario dimostrare l’iscrizione del bambino, o dei bambini, ai centri estivi o ai servizi integrativi per l’infanzia. È importante sottolineare che, chi ha usufruito dell’incentivo attraverso i congedi parentali straordinari, non può accedere all’erogazione del voucher per pagare la babysitter o il centro estivo.

Il bonus potrà essere assegnato anche ai nonni, o altri famigliari dei bambini, a patto che non siano conviventi. Come? Registrando sulla piattaforma dedicata alle prestazioni occasionali, il nome del genitore richiedente e della persona incaricata di babysitting.

Requisiti per ottenere il bonus babysitter

L’importo massimo erogabile è di 1200€ per nucleo familiare, quindi indipendentemente dal numero di figli, minori di 12 anni, per il periodo in cui i servizi scolastici sono stati chiusi (5marzo-31 luglio). Il limite di età decade in caso di bambini disabili o situazioni di comprovata gravità.

Il bonus babysitter spetta anche ai genitori affidatari e adottivi, a patto che nessuno dei due usufruisca di altri tipi di sostegno al reddito, come la NASPI, GICO, CIGS, o sia disoccupato.

Come viene erogato bonus babysitter

La richiesta va inoltrata tramite il sito ufficiale dell’INPS, nella sezione “Libretto Famiglia”, una volta approvata, il genitore richiedente ha 15 giorni per ritirarlo.

Per accedere ai servizi sul sito INPS, è necessario munirsi di un codice PIN, direttamente rilasciato dall’azienda, oppure Carta di Identità elettronica, Carta nazionale dei servizi, o tramite SPID di livello 2, identità digitale che può essere richiesta tramite diversi canali, tra cui anche Poste Italiane. In alternativa, si può contattare il servizio clienti dedicato.

Perché i monopattini elettrici vanno tanto di moda

Tra le principali tendenze dello street style negli ultimi tempi, un particolare “accessorio” continua a spuntare nei servizi televisivi, sulle riviste di moda e sui profili social: stiamo parlando dell’ormai noto monopattino elettrico. 

Questi dispositivi di mobilità personale sono ecologici, poiché non c’è combustione di carburante, e alimentati da un motore a propulsione elettrica dai bassissimi consumi.

La loro fama sta crescendo grazie al passaparola della rete e dei mass media. Sono ormai molti, infatti, gli influencer che ne posseggono uno per muoversi in città. 

I monopattini elettrici hanno indubbiamente una velocità limitata in quanto non possono correre veloci come le auto. Tuttavia, sono sicuramente un mezzo di trasporto che fa risparmiare un sacco di tempo negli spostamenti all’interno delle aree urbane.

Questo potrebbe spiegare perché sempre più pendolari stanno scegliendo di spostarsi da un luogo all’altro con il monopattino, piuttosto che in auto, in metropolitana o a piedi. 

Una particolarità del design, che ha permesso al monopattino elettrico di ottenere un così largo consenso, è la capacità di poterlo ripiegare e trasportare a mano. 

Vivere in una grande città non è sicuramente uno stile di vita economico, ma se non si vive troppo lontano dal proprio posto di lavoro, un monopattino elettrico è senza dubbio un mezzo di trasporto che può aiutare le persone a risparmiare un pò di soldi.

I migliori monopattini elettrici sono assolutamente eleganti nelle lore forme e design, per questo motivo, molti brand, stanno trasformando l’interesse per questo dispositivo di mobilità elettrica, in un fenomeno mondiale dello stile urban.

Importanti marchi come Xiaomi e Segway Ninebot hanno curato molto il design dei propri monopattini, privilegiando materiali di qualità, leggeri e resistenti, e adottando un’estetica pulita ed elegante, che prevede colori neutri e luci a led personalizzabili.

Ci aspettiamo di vedere nei prossimi mesi i primi modelli di monopattino elettrico nati dalla collaborazione con stilisti e brand famosi. L’introduzione di importanti griffe e la realizzazione di versioni speciali in edizione limitata, non faranno altro che aumentare l’attrazione del pubblico verso questo nuovo mezzo di trasporto, che all’occorrenza si può trasformare in un vero e proprio accessorio di stile.

Optimo: l’arte di fare cappelli made in Chicago

Chicago, la Toddlin’ Town cantata da Frank Sinatra, famosa per le sue architetture, i Bulls, la deep dish e “The Blues Brothers”, ha un’istituzione cara ai Chicagoans, ai gentlemen modaioli e agli appassionati di cappelli su misura: OPTIMO. Ultimo avamposto, in città, di quel lussuoso e artigianale saper fare di altri tempi che ha fatto dell’evergreen ricercato un antidoto alle passeggere stagionalità della moda. 

Il fondatore Graham Thompson, pronunciato ‘Gram’ all’americana maniera, appassionato di film noir, blues, sigari e cappelli alla Orson Welles e alla Robert Mitchum, sin da giovanissimo, è stato un cliente abituale della storica cappelleria del suo mentore e master-hatter, Jonny Tyus. Quando viene a conoscenza del suo imminente pensionamento, dopo 42 anni di attività, Thompson decide di portare avanti la sua eredità nel South Side, nel quartiere delle mercerie e dei cappellai, e a soli 22 anni, nel 1995, rileva l’intera attività ribattezzandola Optimo Hats. Di quella piccola “bottega” frequentata da professionisti, ragazzi del posto, hustler e musicisti blues, lo store al 51 di West Jackson Boulevard, nel magnifico Monadnock Building, respira ancora oggi un afflato dal gusto rètro: luce soffusa, un lungo bancone di legno scuro, pareti e vetrine “rivestite” di cappelli perfettamente allineati, come se fossero opere d’arte in una haberdasherydegli anni 40.

Lontani da vezzi, stravaganze e orpelli creativi tipici del design di avanguardia, i cappelli Optimo sono ancorati alla classicità senza tempo degli intramontabili Fedora (la maggior parte realizzati in feltro di castoro che, a detta di Graham, equivale al cashmere nella maglieria), dei Montecristi Panama (realizzati con le fibre delle foglie dell’ecuadoregna palma toquilla) e dei Milan straw (i pregiati cappelli di paglia di grano caduti in disuso negli anni 50 per gli elevati costi di produzione). L’eleganza è fatta di dettagli e sono proprio i materiali, i modelli, i più ricercati gros grain, la larghezza della falda, l’altezza della corona, gli intrecci e le proporzioni a fare di questo pregiato su misura un unicum nel suo genere. I capelli devono rappresentare lo stile e la personalità di chi li indossa, devono essere la sua presentazione e il suo biglietto da visita. Non a caso, al “take away” da negozio o all’acquisto online, si preferisce prima la modalità della “chiacchierata conoscitiva” (telefonica o in store), in fatto di style e lifestyle, per realizzare il perfetto bespoke hat, fedele espressione di chi lo indosserà. Optimo, oltre ad aver conquistato le teste di molte celebrities da Johnny Deep alla leggenda del blues John Lee Hooker, è diventato un go-to brand appetibile a molti costume designer del cinema Hollywoodiano. Graham, infatti, ha realizzato cappelli per Ben Affleck nel film ‘Live by Night’, per Michael Shannon in ‘The Shape of Water’, Leonardo Di Caprio in ‘J.Edgar’, Sean Penn, Daniel Craig e Tom Hanks in ‘Road to Perdition’.

Dal 2017 Optimo ha una seconda anima produttiva e commerciale. Thompson ha scelto come nuovo headquarters una vecchia caserma dei pompieri, del 1914, nel quartiere di Beverly. Il progetto degli interni è stato realizzato dallo studio SOM che, interpretando i principi di Optimo, si è ispirato ai concetti di lusso, eleganza e artigianalità senza tempo. Un’estetica industriale che accompagna i clienti in un viaggio materico-visivo nella storia, nel design e nella memoria del brand: acciaio, noce e sughero; scaffali alti fino al soffitto pieni di forme e modelli di cappelli; antiche macchine del 1920 e 1950; pressatrici, apparecchi per la vaporizzazione, le storiche macchine da cucire Singer. Tutto prende vita e forma da una genuina tradizione che sa di bottega con un abito da atelier.

Nella fugacità usa e getta delle mode, alla stregua di un orologio fatto a mano o di un paio di scarpe realizzate su misura, i cappelli Optimo restano dei survivor di quell’eccellenza artigianale che non conosce l’usura e le logiche del tempo. E se è destinato a durare anche un “per sempre”, allora acquistare un “Chicago” a $1195 potrebbe essere visto anche come buon un investimento.”The longer you wear an Optimo hat, the more you understand how a great hat should look and feel.” (Graham Thompson).

The new Italian Wave: Ludovico Tersigni

Ludovico Tersigni è tra i giovani talentuosi, che sono parte di una nuova generazione italiana che sta riscuotendo grande successo, anche grazie a Netflix. Il suo successo è stato decretato da due serie tra le più amate e seguite non solo dai teen, come come Skam Italia e Summertime. Carattere riservato e  poco incline ai social, lo abbiamo incontrato a Roma, dove in esclusiva per MANINTOWN ha anche indossato i panni di un dandy, protagonista di una notte romana anni Trenta nel servizio che scoprite qui.



Come è nata la tua passione per il cinema?

È nata prima la passione per il teatro e la musica (amo suonare la chitarra) e poi sono arrivato al cinema. Ho iniziato sin dalle elementari con le prime recite a scuola e ho poi continuato alle medie e superiori a coltivare questa passione a livello amatoriale. 

Quando ti sei detto voglio fare l’attore? 

Non l’ho ancora detto io. È stata una cosa fluida e ho tentato di cogliere le opportunità. Il primo film  Arance e martello l’ho fatto con Diego Bianchi e quel provino è stata la mia occasione. Sono stato preso per il ruolo e poi il film è andato a Venezia; lì ho incontrato Vittorio Pistoia, che mi ha chiesto se volessi entrare nella loro agenzia per fare una prova e ho accettato, anche se dovevo ancora laurearmi. La laurea non l’ha più vista nessuno ma in compenso ho fatto tante cose, ho preso tanti provini e ho continuato negli anni successivi con ruoli molto formativi. È stato un percorso a tratti difficile, per esempio il film ‘Slam. Tutto per una ragazza’ con Andrea Modaioli è stato lungo e complicato. C’è stato bisogno di un allenamento perché il protagonista è uno skater e ho dovuto raggiungere un buon livello in poco tempo. È uno sport che comporta infortuni ed è rischioso. Quindi farlo con l’idea che non ti dovevi fare male è stata una bella sfida.



Ti piacciono le sfide…

Non solo nel cinema, ma anche nello sport come l’arrampicata, dove il rischio è più controllato; tu sai qual è il tuo livello quando approcci una parete e sai di stare in sicurezza. 

Secondo te perché il successo incredibile di Skam Italia?

Skam Italia è un ritratto fedele della realtà dei giovani di oggi. Il successo è dovuto a questa fedeltà. I produttori, i registi e gli attori non vogliono fornire un modello, ma un’idea di quello che è per noi il liceo oggi. Oltre a quello tematiche complesse affrontate in un’età che è l’età della costituzione della personalità, sono dei momenti che ti resteranno dentro per tutta la vita. Questo secondo me è il punto di forza di Skam: la non belligeranza nei confronti dei giovani. È una dichiarazione di alleanza, “noi siamo dalla vostra parte”. È anche un’interrogazione: “noi crediamo che ci siano queste cose, a voi sono successe?”. La cosa bella è che rispondono, si immedesimano e ne parlano. E la cosa bella che la serie ha saputo coinvolgere generazioni diverse.


Nella serie il tuo personaggio conosce un’evoluzione e crescita. Quanto c’è di te in Giovanni il tuo personaggio?

In Giovanni c’è forse una parte di me che ho lasciato da parte. Nessuno di noi vorrebbe crescere. Come dice Caparezza: “è che ho un progetto in mente, di rimanere sempre adolescente”. Giovanni è un po’ il retaggio delle esperienze che ho avuto al liceo e che sono rimaste un po’ inespresse. 

L’altra versione di Skam l’avevi vista?

Sì ma dopo la prima stagione. Ho visto la prima puntata prima di iniziare le riprese e ho visto qualcosa di Skam Francia ed è stato interessante vedere le varie modalità interpretative e i temi diversi in ogni Paese. Skam credo sia uno dei progetti più belli cui ho partecipato. 



Summertime è arrivato a seguito di questo? Come l’hai vissuto?

E’ sicuramente una serie più d’intrattenimento e con un obiettivo di essere più accogliente. Si rivolge a un pubblico più ampio. A livello sociale Skam è una mina, apre degli spazi. Summertime invece accoglie e non si possono mettere a confronto. 

Secondo perché stiamo vivendo un’ondata di serie televisive di genere teen.

Io credo che questo sia dovuta all’età del fruitore, che adesso è molto giovane. Io per esempio alle medie nel fine settimana andavo al cinema con i miei amici.  Era un’usanza, si litigava anche per la scelta del film. E’ proprio diversa la modalità di fruizione. A me dispiace un po’ vedere i giovani molto legati agli schermi, se ci fosse più equilibrio forse sceglierebbero di fare anche altre cose. 



Oggi i giovani sono anche molto legati ai social, tu ad esempio sei un po’ diverso…

La gestione del tempo è molto delicata. Rischi di passare un’ora o due davanti al cellulare e poi non hai fatto niente. Hai visto delle foto dei tuoi amici, vedi cos’hanno fatto nelle stories, hai “partecipato” alla loro vita, ma in una modalità virtuale. Quindi la mia domanda è: poi nella vita reale noi siamo ancora in grado di stare insieme, andare fuori, organizzarci, partire, fare le cose per vederci? O basta sentirci al telefono per avere quel rapporto? Per questo cerco di investire il mio tempo anche in altre cose che non siano soltanto virtuali.



Quindi nel tempo libero che passioni coltivi?

Negli ultimi anni ho avuto la crisi manuale, mi sono reso conto che non sapevo fare molte cose con le mani e ho iniziato un percorso che ha toccato vari ambiti dal restauro (ho fatto un’accademia di liuteria) fino al costruire una chitarra acustica. Mi sono reso conto di come il lavoro manuale aiuta a liberare il pensiero, perché la concentrazione ti fa dimenticare ciò a cui stai pensando e quindi i pensieri si chiariscono. Il fare qualcosa di manuale, la concentrazione e poi il vedere l’opera finita non solo è una grande soddisfazione, ma è anche terapeutico. Adesso sto facendo un corso di scultura in argilla e ho finito la mia prima Venere e adesso sto facendo un busto equino molto difficile. Ci sto mettendo molto tempo però il maestro è contento. 



Che progetti hai per questa summer 2020?

Stiamo lavorando alla seconda stagione di Summertime e si riparte per Ravenna tutti insieme. Nella nuova serie ci saranno interessanti sviluppi e crescita nei personaggi, che l’anno scorso si sono incontrati…stay tuned



Manintown x Gucci

Photography: Manuel Scrima @manuelscrima

Video: Marlon Rueberg @marlonrueberg

Camera operator: Jacopo Lupinella @jacopolupinellaph

Talent: Ludovico Tersigni @ludovicotersigni

Art Direction & Styling: Giorgia Cantarini @giorgiacantarini

Styling Assistant: Giorgia Musci @mushiland

Grooming: Francesca Bova @francesca_bova_

Location: Hotel Valadier – Roma  @hotel.valadier

Production: Manintown @manintownofficial

Theme SHIFT#4 BY XU & TIM ROWE from BLUESHIFT

Special thanks: Sonia Rondini e Lapalumbo comunicazione

Special Thanks: Sonia Rondini @sonia_rondin

Dai pigiami alle slippers, lo stile domestico secondo i principali marchi di loungewear

Una delle eredità con ogni probabilità più durature del lungo periodo trascorso in casa per l’emergenza coronavirus, limitatamente al vestiario, è quella del loungewear homewear, sinonimi per designare capi e accessori pensati per essere indossati all’interno delle abitazioni. In effetti, allargando lo sguardo oltre i look raffazzonati recuperando tute e felpe informi, oppure i tentativi per mostrarsi in tenuta simil-professionale nelle videochiamate, (r)esiste una nicchia del menswear compendiata in pigiami, robe de chambre, completi coordinati e slippers, che trova nell’intimità della sfera domestica il suo scenario naturale, e alla quale si rivolgeva, ancor prima del lockdown, un drappello di estimatori in cerca di confort e ricercatezza nei tagli e materiali; qualità tattili e visive dunque, personali nel senso letterale del termine, dal momento che può goderne solo il diretto interessato, indulgendovi specialmente nei periodi off, in ogni caso quando si è al riparo dai ritmi forsennati della nostra società. 

Parliamo di vezzi stilistici e, più in generale, di un modus vivendi che riecheggiano quelli dei dandy di fine’800, la mollezza del loro abbigliamento da camera accentuata da vestaglie e giacche in nuance sgargianti, vestibilità morbide, tessuti pregiati – sete, lini, cotoni – e biancheria su misura, come quella prediletta dal Vate D’Annunzio, esteta nostrano per eccellenza.

Models present creations for fashion house Dolce Gabbana during the Men Fall – Winter 2016 / 2017 collection shows at the Milan’s Fashion Week on January 16, 2016 in Milan. AFP PHOTO / GABRIEL BOUYS / AFP / GABRIEL BOUYS (Photo credit should read GABRIEL BOUYS/AFP via Getty Images)

Nella gallery foto 1: Gabriel Bouys/AFP via Getty Images, foto 4: Barbara Zanon/Getty Images

Il loungewear, di per sé, non rappresenta una novità assoluta nella moda maschile: nel 2016 si era infatti parlato di tendenza pyjamas, vale a dire quegli ensemble composti da blusa e pantalone fluidi, in materiali setosi e con pipinga contrasto, talmente sofisticati e preziosi da poter essere sfoggiati in ogni occasione, come avevano suggerito le sfilate di maison del livello di GucciVersaceDolce&GabbanaVuitton e Dries Van Noten.
Eccezion fatta per gli habitué delle varie fashion week, pigiami et similia non si erano però realmente diffusi al di là delle mura domestiche. Indossarli in pubblico, d’altra parte, veniva considerato sinonimo di stravaganza, concessa semmai a personalità d’eccezione: senza per forza scomodare il patron di Playboy Hugh Hefner, perennemente avvolto da una palandrana rossa, è sufficiente citare Federico García Lorca e Salvador Dalí, oppure, restando al presente, il pittore Julian Schnabel e l’attore e musicista Jared Leto

Il loungewear di cui sopra, invece, è da intendersi come un lusso intimo, sotteso a prodotti fuori dal comune, eppure utilizzati in momenti assolutamente ordinari come quelli di relax casalingo, magari sbizzarrendosi nella scelta di colori e decorazioni. Ad assecondare queste inclinazioni provvede un ventaglio di griffe, tra aziende dall’heritage pluridecennale e altre salite alla ribalta in tempi più recenti.
Rientra nella prima categoria Derek Rose, un marchio che, in oltre 90 anni di attività, ha conquistato rockstar, attori e aristocratici applicando i fondamenti della sartoria a sleepwear e abbigliamento per il tempo libero; le sue vestaglie, camicie da notte, maglie, pantaloni e babbucce vengono confezionate in materiali nobili, dal cachemire al batista, dal velluto allo jacquard, e si distinguono per i pattern esclusivi ideati dal team di design interno.

Altra label londinese che, concentrandosi su qualità dei filati e studio meticoloso delle forme, ha fatto dell’homewear un trademark è Hamilton and Hare: i modelli – pyjamas, accappatoi, t-shirt, shorts – sono essenziali, la palette cromatica ridotta al minimo, con sporadiche concessioni a burgundy e giallo pastello. Principi simili – aplomb sartoriale, tessuti premium, silhouette classiche – messi però al servizio dell’estro creativo, sono quelli seguiti da Desmond & Dempsey, i cui set coordinati presentano stampe all-over dall’ispirazione esotica o ampie righe multicolor, affiancati a proposte più tradizionali nelle sfumature del blu e grigio.

Il focus di Sleepy Jones è sul pigiama, trasformato in divisa quotidiana dall’attitudine nonchalant, da mescolare liberamente con evergreen del guardaroba quali jeans e magliette. Le texture alternano motivi geometrici, gessati e grafiche floreali, sebbene non manchino versioni monocrome e una selezione di vestaglie, pantaloncini e biancheria.
Da Inabo, brand di base a Stoccolma, tutta l’attenzione è rivolta alle slippers, sobrie e funzionali come da prassi del design scandinavo, ottenute da pellami di prim’ordine, in primis nappa e suede.

L’abbigliamento da casa è poi oggetto d’interesse anche di marchi storicamente attivi nell’underwear: nel caso di Hanro e Zimmerli, ad esempio, il comune denominatore risiede nelle linee timeless, nelle lavorazioni meticolose dei filati (lana, seta, mischie di cotone e jersey, ecc.), nelle tonalità preferibilmente neutre, nelle fantasie tipiche dell’armadio maschile, dai check alle righe; per quegli uomini che, pur apprezzando la raffinatezza del loungewear, non intendono derogare ai dettami dello stile minimal. 

Business al femminile: Mena Marano e Arav Group

La CEO di Arav Group  racconta il suo percorso di imprenditrice

Nata nel 2002 come piccola impresa familiare di produzione e distribuzione di abbigliamento femminile, Arav Group ha sempre orientato le sue scelte verso il cliente con una filosofia molto chiara. “L’obiettivo per il futuro non è quello di cambiare la visione dei nostri fruitori, ma di migliorarli e renderli riconoscibili, belli e intriganti” come sostiene Mena Marano, CEO dell’azienda.

Sin da quando aveva 18 anni, Mena sognava di creare un’azienda tutta sua. Giovanissima si ritrova prima a gestire un negozio di abbigliamento donna e poi nel 1991 capisce che la moda avrebbe contraddistinto tutto il suo percorso perché affine alla sua personalità dinamica e in continuo cambiamento. Nel 2002 insieme al marito, Giuseppe Ammaturo, fonda Silvian Heach, un brand femminile dalla forte identità che si è imposto velocemente sul mercato nazionale e poi internazionale, grazie al rapporto qualità-prezzo delle collezioni e alla strategia di comunicazione molto forte, affidata a fotografi del calibro di Terry Richardon e Giampaolo Sgura che hanno firmato le campagne pubblicitarie. Nel 2009 nasce invece Silvian Heach Kids, linea di abbigliamento dagli zero ai sedici anni, presentata al Pitti Bimbo a Firenze. Il 2014 è stato l’anno del lancio delle collezioni Silvian Heach Eyewear, made in Italy e presentate alla fiera Mido di Milano. Nel 2015 nasce il brand SH, per le più giovani sempre attente alle ultime tendenze moda e con un prezzo ancora più competitivo. Nel 2016 l’inaugurazione del primo flagship store di Silvian Heach in via Dante, in pieno centro a Milano. Nel 2017 l’acquisto del brand John Richmond per il rilancio delle collezioni uomo, donna e bambino e nel 2018 l’ampliamento dello stesso con  la linea underwear e beachwear. 

Il 2019 segna due tappe importantissime, l’apertura della boutique e il quartier generale di John Richmond in Brera, a Milano e  l’acquisizione del brand Marcobologna. Infine proprio nel 2020 si ha un’altra tappa importante per il gruppo: l’acquisizione in licenza del marchio Trussardi kids. Un inizio anno davvero promettente, fino all’arrivo dell’emergenza covid-19..

Come ci racconta Mena Marano, “Fino al giorno prima del lockdown eravamo in piena fashion week per il lancio della collezione FW21 di Marcobologna, per la presentazione del denim e il lancio della linea accessori di John Richmond. Dal giorno dopo,  è stato chiuso tutto. Il covid19 ha rappresentato per noi un bollettino di guerra. Un vero e proprio scenario apocalittico dove giorno dopo chiudevano i vari Paesi e di conseguenza tutto quello che riguardava l’export si è bloccato”.

E continua: “A tutto questo è seguito una riallocazione delle produzioni, e successivamente abbiamo cercato di essere quanto più vicino possibile ai nostri clienti. Non ci siamo mai fermati e ogni unità operativa dell’azienda ha continuato a lavorare da casa supportando le varie problematiche. Abbiamo reagito con un atteggiamento proattivo, guardando al futuro e cercando di capire come riconvertire l’azienda. Oggi non bisogna non avere timore del cambiamento ma avere un occhio molto critico e pensare di rimettersi in gioco e rivedere completamente le strategie, a partire dalla digitalizzazione”. 

Il #digital è la parola d’ordine del nuovo modo di fare imprenditoria. Il mondo digitale rappresenta senza dubbio il futuro e proprio per questo la strategia del gruppo punta molto su questo aspetto. “Abbiamo ampliato il settore e-commerce con risorse specializzate e il commerciale con personale attento alle nuove tecnologie. Inoltre, abbiamo acquisito nuovi supporti per la gestione interna del b2b e del b2c” conclude la stessa Mena.

Del resto anche il sistema moda è cambiato, “noi imprenditori ci siamo dovuti fermare e ripensare ad un approccio starting from zero. Come se dovessimo ricominciare da capo e riformulare la strategia e i team dedicati ai vari dipartimenti. Ci è voluto tempo, dedizione e anche un po’ di follia per affrontare l’evoluzione del fashion system post covid19. Molte  le innovazioni come le implementazioni tra fornitori e supply chain con progetti di vendor integration e  la volontà di abbracciare nuove tecnologie e strategie a lungo raggio, anche per quanto riguarda l’assunzione di nuove risorse, coinvolgendo i migliori talenti oltre i confini geografici del nostro quartier generale, per assicurarci i migliori esperti di tecnologia 3D, campionari virtuali, e intelligenza artificiale.   L’ascesa dello showroom digitale e le nuove pratiche B2B penso che convinceranno tutti gli operatori del settore che esistono tante alternative ai campionari fisici negli showroom e nelle fiere internazionali. Idem per i virtual show e il social selling”.

Anche sulle realtà da poco acquisite ci sono dei progetti in via di consolidamento. “Per John Richmond lo scorso gennaio 2020 abbiamo lanciato a Milano la collezione accessori per completare la gamma di proposte. A oggi abbiamo le linee uomo, donna e bambino, la linea underwear e beachwear, la linea sport. Il brand John Richmond ha un potenziale enorme e rappresenta un’importante fetta di fatturato. Lo stilista, John ha dato tantissimi spunti strategici sul futuro, come ad esempio progetti di collaborazioni, drop prodotto durante l’anno e continue evoluzioni delle presentazioni di collezione. Importante è anche il futuro lancio dell’e-commerce affidato adesso a Farfetch”.

Per quanto riguarda Marcobologna invce è stata presentata la collezione FW21 durante la fashion week di Milano, con una private live performance di Achille Lauro,  poco prima che si fermasse tutto per il lockdown.  Per il futuro la fondatrice del brand vorrebbe completare la filiera, inglobando tutti i nuclei produttivi ad oggi dislocati in vari Paesi, in modo da non affidarsi a società esterne e internalizzare tutto il processo: dall’ideazione alla produzione e distribuzione delle collezioni. Una strategia molto precisa che permette al gruppo di consolidarsi, guardando al futuro di una quotazione in borsa.

Crossfit mania: Nicola Bonura

Si riconferma trend anche per quest’anno il CrossFit, la disciplina creata da Greg Glassman negli Stati Uniti nel 2000, che mira a rafforzare la forza e la prestanza fisica generale dell’individuo attraverso esercizi ad alta intensità, calibrati alle capacità psico-fisiche di ognuno ed eseguiti in brevi intervalli di tempo. Si tratta di un allenamento vario, che attinge da diverse discipline, tutte con differenti funzioni e caratteristiche per raggiungere una preparazione fisica generale. Questa volta ne parliamo con Nicola Bonura, atleta siciliano DOC che rappresenta un esempio di passione autentica per questa disciplina.

Foto @alanpasotti + @alanpasotti_cf_pf

Parlaci del tuo percorso fino ad oggi, cosa fai nella vita?

Sono un militare di professione e come si puó immaginare conduco una vita movimentata, ma nonostante questo sono sempre riuscito grazie alla mia caparbietà a portare avanti anche la carriera sportiva.

Come ti sei avvicinato al Crossfit e da quanto lo pratichi?

Me lo hanno fatto conoscere degli amici nel 2014, ma soltanto nel 2016, per motivi lavorativi che mi vedevano impegnato fuori, iniziai a praticarlo. Sapendo che tipo di persona sono, mi dicevano: “sicuramente ti piacerà”. È stato amore a prima vista. Finalmente uno sport che non mi annoiasse, grazie alla varietà costante degli allenamenti, ma che soprattutto mi desse la possibilità di provare a superare i miei limiti mentali e fisici ogni giorno.


Il box al quale sei legato di più?

Sicuramente quello in cui ho iniziato a praticarlo, Reebok Crossfit Alcamo, perché è lì che mi sono formato e tutto è nato. Se sono arrivato a questo livello oggi devo dire grazie a chi inizialmente ha creduto fermamente nelle mie capacità, il coach Bart Lanzarone. Inoltre, ho avuto modo di allenarmi per diverso tempo in altri box d’Italia perché per esigenze lavorative stavo diversi mesi in altre regioni, e devo dire che ho lasciato un pezzo di cuore anche al Crossfit Mastino. Quest’ultimo è gestito da persone fantastiche per cui consiglio vivamente di fare un drop in per chi si dovesse trovare in zona Verona o dintorni.

Quante volte a settimana ti alleni?

Mi alleno 5 volte la settimana spesso in doppia o tripla sessione più un giorno di recupero attivo e un giorno di riposo che spesso è la domenica.


Raccontaci del tuo esercizio preferito..

Non ho un esercizio preferito perché mi piacciono tutti, ma comunque faccio volentieri i bar muscle up.(combinazione di una trazione alla sbarra seguita da un dip sui tricipiti. Si può eseguire sia alla sbarra sia agli anelli ndr.)


La vittoria o competizione più significativa per te?

Sicuramente le edizioni de French Throwdown a cui ho preso parte e che mi hanno regalato anche un secondo posto nel 2017. Questa è stata una competizione che mi ha fatto acquistare tanta consapevolezza di me stesso e dato carica per affrontare i successivi Day Training al massimo. Inoltre non meno importante la prima gara a cui presi parte e che mi regaló il primo posto nella cat. Scaled, la battaglia di Milano nel 2016, appena dopo 5 mesi dal mio inizio.

Foto @alanpasotti + @alanpasotti_cf_pf

Un consiglio per chi volesse avvicinarsi a questa disciplina?

Cercate di non avere fretta di caricare il bilanciere e di non creare clima di competizione negativo, ma piuttosto siate curiosi della tecnica cercando di studiare e di imparare i vari esercizi nel modo migliore possibile. Ritengo sia un aspetto fondamentale per chiunque voglia approcciarsi a questo sport in maniera sana.

Come è cambiata la tua routine lavorativa e di allenamento durante il lockdown?

Mi trovavo in Austria durante il lockdown, ma per fortuna non è cambiato nulla sotto il punto di vista dell’allenamento perché ho avuto la fortuna di avere a casa di chi mi ospitava l’attrezzatura necessaria per portare avanti ogni mio allenamento.


Obiettivi futuri e prossime competizioni sulle quali stai lavorando?

Uno degli obiettivi principali per un crossfitter sono gli open, sicuramente in questo periodo dove la maggior parte delle gare sanzionate sono annullate, i “Crossfit Open” sono la cosa su cui mi sto focalizzando. Poi per la stagione 2021 spero di prendere parte al French Trowdown, tappa ormai essenziale, ma anche ad altre gare internazionali come German throwdown e crossfit lowland Trowdown.

Foto: Alan Pasotti @alanpasotti_cf_ph

Special thanks: @heavytoolscrossfit

Roma a modo mio

Fin da bambina, probabilmente discendente dai nomadi delle steppe, ho sempre amato viaggiare. Fino ad una certa età lo potevo fare solamente nei miei sogni con la mia mente, perché sono nata e cresciuta in Unione Sovietica, un paese quasi chiuso al turismo internazionale. Il primo viaggio immaginario è stato a Roma, grazie al libro fotografico di Gina Lollobrigida “Italia mia”. Mi piacerebbe farvi vedere Roma a modo mio, la Roma che si sta risvegliando dopo il lungo e faticoso lockdown.



Strette stradine che scorrono una dietro l’altra, vicoli, le mitiche cinquecento, le vespine, la Via delle Paste, la Via del Melone ed eccoci in Piazza Navona; proseguendo per la Via del Governo Vecchio, il maestoso Ponte Vittorio Emanuele, prendemmo al volo un panino divino e ci siamo trovati puntuali all’ingresso dei Musei Vaticani. Non c’erano le chilometriche file, personale gentile e preparato, su la mascherina, un po’ di gel sulle mani, il controllo della temperatura e partiamo per ammirare le bellezze papali … Solo la lunga scalinata ci divideva dall’arte pura. Un’astinenza lunga quattro mesi mi fece quasi svenire dalla tanta bellezza che vedevo attorno: la Galleria Lapidaria, la Sala delle Carte Geografiche, le Stanze di Raffaello, quasi sette chilometri e undicimila stanze piene di  statue greche e romane, meravigliose collezioni etrusche ed egizie, Giotto, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Tiziano, Beato Angelico, Veronese, Perugino, Caravaggio, Crespi e poi, che bella sorpresa, una collezione pazzesca di arte moderna: Gauguin, Chagall, Klee, Kandinskij, stavo sognando. Mi risvegliò un caffè al volo alla caffetteria “Le Carrozze” con una fantastica vista sul verdeggiante cortile quadrato, immaginando quali altre sorprese mi riservava la città eterna … Il venerdì, il sabato e la domenica i Musei Vaticani sono aperti fino alle ore 22, ottimo, finalmente avrei visto San Pietro di notte, semplicemente magico …



All’ultimo prenotai una visita alla Mostra di Raffaello, l’unico posto disponibile per il mio gruppo famigliare numeroso: era alle 8 del mattino, le mie ragazze mi odiavano … Svegli all’alba con il profumo dei cornetti appena sfornati e di nuovo correvamo sulle strette stradine, sentendo il rumore dell’acqua che scorre. Eccoci qua davanti alla Fontana di Trevi quasi deserta, ragazze, una foto ricordo al volo, non ci ricapiterà mai di vederla così.



Quasi puntuali all’ingresso delle Scuderie del Quirinale. Il solito rituale: su la mascherina, il gel, la febbre, un’altra scalinata che ci divide da Raffaello. Whoops, mi sono dimenticata di prendere il caffè …



Mostra meravigliosa che ci ha raccontato la magnificenza dell’Antica Roma con gli occhi di Raffaello. Visitandola, arriva qualche ragione in più per amare gli sguardi, i gesti, i raffinati costumi delle sue dame e la straordinaria bellezza che vive negli occhi di chi la guarda. 

Sul sito delle Scuderia del Quirinale ci sono dei contenuti video “Raffaello oltre la mostra” che raccontano la vita di Raffaello, le sue abitudini, le amicizie, gli amori, i progetti e i sogni nel cassetto.

Usciti dalla mostra ci indirizzammo verso l’oasi di pace e tranquillità, verso la musa ispiratrice per tanti film, libri e canzoni – l’incantevole Via Margutta. L’edera e diverse piante rampicanti decoravano in maniera naturale le facciate delle antiche palazzine e il rumore “dell’acqua che fresca nasce” dalla Fontana degli Artisti fa riposare il corpo e la mente. Sbirciammo dentro e cosa vidimo:  antichi soffitti alti, grandi finestre, deliziosi balconcini adornati da profumatissimi fiori. Nei diversi anni qui vissero Federico Fellini, Giorgio de Chirico, Anna Magnani e Pablo Picasso. Passate in via Margutta per ricrearvi lo spirito, è la prima a destra se dalla Piazza di Spagna vi infilate in Via del Babbuino.



Nel nostro percorso non poteva assolutamente mancare una passeggiata nel magico cuore di Roma: Trastevere. Tra le meraviglie nascoste nelle sue piazze, la bellezza dei monumenti dove l’antico e il moderno si uniscono in un gioco di infinito romanticismo, si sentiva lo spirito del popolo romano. Fin dall’antichità i trasteverini si distinguevano dalla nobiltà per il loro carattere fiero e genuino e per la bellezza delle loro donne. Non per caso la musa ispiratrice di Raffaello – Margherita Luti, sopranominata “La Fornarina” – fu la figlia di un fornaio di Trastevere. Assetati dal caldo ci sedemmo per un aperitivo allo storico bar San Callisto, era come vivere una scena di vita al bar della “Grande Bellezza” di Sorrentino, come essere in un teatro a cielo aperto. Scatti rubati, sorrisi e … canzoni.



Mi fermo qua, Roma vi aspetta, amici miei: magica, meravigliosa e a modo vostro.


Foto: Pietro Pensa (Leica M10) e Elena Mihailo Pensa (Iphone 11 pro max)

Anguria: proprietà benefiche del frutto per l’estate

L’anguria è sicuramente uno dei frutti simbolo dell’estate. È una pianta di origini africane, dunque molto presente nelle tavole dei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, e fa parte della stessa famiglia dei cetrioli.

Con le sue pochissime calorie, circa 30 per 100g, è il cibo ideale per uno spuntino gustoso e dissetante, ottimo anche per chi segue una dieta ipocalorica. L’anguria è Composta per il 93% da acqua, è un frutto altamente saziante, nonché diuretico, ma sono diverse le proprietà dei suoi nutrienti. 

Proprietà benefiche dell’anguria

Combatte l’ipertensione

I Sali minerali al suo interno, potassio e magnesio, tra tutti, contribuiscono al giusto funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Per questo aiutano a mantenere costante la pressione sanguigna e a contrastare l’ipertensione. 

Diuretica

Grazie alla ricca percentuale di acqua e di potassio, e al contempo al basso contenuto di sodio, l’anguria stimola la diuresi, aiutando ad eliminare i liquidi in eccesso. L’assunzione di questo frutto, dunque, può aiutarci a contrastare gli inestetismi della cellulite. Questa stessa funzione, inoltre, ci permette di tenere a bada la fastidiosa cistite, troppo spesso nemica delle donne.

Energizzante

L’estate ci permette di vivere momenti meravigliosi, ma richiede anche molta energia: le alte temperature, associate all’umidità causano spesso un senso di spossatezza. Le vitamine, e i Sali minerali presenti all’interno dell’anguria, aiutano il corpo a mantenere alto il livello di energia dell’organismo. 

Antiossidante

Il retinolo, precursore della vitamina A, conferisce agli alimenti di cui è ricco, il caratteristico colore rosso. Insieme alla vitamina C aiutano a mantenere in salute il nostro sistema immunitario, ma anche e soprattutto a contrastare i radicali liberi. Assumere la giusta dose di questi antiossidanti ci aiuta quindi a mantenere in salute la vista, a contrastare l’invecchiamento della pelle e soprattutto, l’insorgere di cellule tumorali.

Il licopene, infine ha azione antinfiammatoria, e promuove la salute di cuore ed ossa.

Afrodisiaca

L’anguria contiene la citrullina, un amminoacido che favorisce la vasodilatazione. Per questo è considerato un potente afrodisiaco naturale, addirittura viene paragonato al viagra.

Cosmetiche

La pianta dell’anguria, fa parte della stessa famiglia dei cetrioli, possiamo dunque utilizzarne delle sottili fettine per contrastare borse ed occhiaie. Basterà poggiarle sugli occhi, ben detersi e puliti per qualche minuto per poter godere dei suoi effetti.

Insonnia: cibi per combatterla

Per riuscire a condurre uno stile di vita sano, è importante e necessario riuscire a dormire le giuste ore, e soprattutto nel modo corretto.

Se soffrite di insonni o di disturbi del sonno, assicuratevi di consumare, soprattutto nell’ultimo pasto della giornata, degli alimenti che contengano sali minerali, in particolare magnesio e potassio, ferro e vitamine, come la b3 e la B6, che stimolano la produzione di serotonina, l’ormone della felicità, e di melatonina, il cosiddetto ormone del sonno.

Vediamo insieme, quali cibi sono i più ricchi di queste sostanze e per questo, possono aiutarci nel combattere l’insonnia, se consumati nelle giuste dosi, al momento giusto.

Cibi per combattere insonnia

Frutta fresca

Le banane e le albicocche, grazie all’alto contenuto di magnesio e potassio, sono un ottimo alleato per contrastare l’insonnia, in quanto contribuiscono, non solo al rilassamento muscolare, ma anche a stimolare la serotonina.

Le pesche, anch’esse ricche di magnesio, grazie alla vitamina B3, ci aiutano a rilassare il sistema nervoso ed il corpo, favorendo il sonno.

Infine i kiwi: consumare dei kiwi prima di andare a dormire, contribuirà a mantenere il corretto livello di ferro, la mancanza di folati, infatti, può provocare disturbi del sonno.

Riso e cereali

In questo caso è l’indice glicemico a venirci in soccorso. Consumando del riso per cena, si stimolerebbe l’attività della serotonina. La sensazione di benessere che produce aiuta il rilassamento del corpo. La stessa cosa vale per la pasta, meglio se integrale, e le patate. Attenzione, però a non eccedere nelle dosi!

Indicati sono anche l’avena e l’orzo, fonti naturali di melatonina, ma anche ricchi di magnesio e calcio.

Verdure

Molto indicati per contrastare l’insonnia sono gli spinaci, perché contengono vitamina B6 e acido folico, oltre che magnesio e clorofilla. Anche la lattuga e gli asparagi essendo particolarmente ricchi di triptofano, una sostanza dalle proprietà sedative, possono essere inseriti nel nostro pasto serale per favorire una buona qualità del sonno.

Frutta secca

Noci e mandorle, ma anche arachidi e semi di zucca. La frutta secca grazie al loro apporto di glucidi, Omega3 e sali minerali, favorisce la produzione di insulina, che provoca sonnolenza.

Tisane

Il miglior modo di terminare la giornata ed assicurarsi un buon riposo è sicuramente una tazza fumante di tisana. Gli infusi di camomilla, melissa e valeriana sono sicuramente tra i più indicati da consumare prima di andare a dormire, l’effetto relax è assicurato.

Lampada di sale: funziona davvero e perché è efficace

Oggetto di design sempre più diffuso, le lampade di sale, offrono, oltre al loro aspetto gradevole, proprietà benefiche per la persona e per l’ambiente. Ci aiutano, infatti, a ridurre lo stress e a mantenere salubre lo spazio circostante.

Ultimamente vengono inserite sempre più spesso negli arredamenti degli uffici, perché contribuendo alla creazione di un ambiente rilassato, aiutano a migliorare la concentrazione e la produttività dei lavoratori.

Ma scopriamone di più

Cosa sono le lampade di sale

Sono lampade composte da un blocco di sale rosa dell’Himalaya, tipica tipologia di sale, chiamato salgemma, che si è conservato sulla terraferma per circa 250 milioni di anni, dopo l’essiccazione del mare in quella zona. All’interno del quale è posizionata una lampadina.

Lampade di sale: benefici

Essendo la lampada costituita da un blocco di sale, scaldato internamente da una fonte luminosa, è in grado di assorbire l’umidità presente nel locale, regolando la secchezza dell’ambiente. Inoltre, durante la sua accensione, la lampada rilascia nell’aria iodio e altri preziosi minerali, aiutandoci a rinforzare il sistema immunitario.

Un altro fattore molto importante è rappresentato dalle cariche che il sale rilascia, ovvero gli ioni negativi, che vanno a bilanciare quelli positivi presenti nell’aria. Gli ioni positivi, a dispetto del nome, hanno un effetto negativo sul corpo umano inibendo la produzione dell’ormone della felicità, la serotonina. Questi tipi di cariche derivano dall’inquinamento elettromagnetico presente nell’ambiente e i loro effetti vengono in qualche modo neutralizzati dagli ioni a carica negativa che la lampada sprigiona.

Con il loro peculiare colore, le lampade donano un’illuminazione che spazia fra il rosa e il rosso tenue, attraversando così quello che per la filosofia della cromoterapia, è lo spettro di colori che viene associato alla serenità ed al relax. Usate in camera da letto, quindi, possono aiutare ad addormentarsi in maniera più dolce e rilassata.

In caso poi, ci fossero persone che sono sensibili ad alcune allergie, il sale svolge il compito di purificatore d’aria, facendo sì che gli effetti di allergeni come pollini, polvere, peli di gatto vengano attenuati, seguendo lo stesso principio, in scala più piccola, dei trattamenti nelle grotte di sale.

Consigli per gli acquisti della lampada di sale

Se vi abbiamo convinto a sperimentare le proprietà benefiche delle lampade di sale, tenete conto, durante l’acquisto, del peso lampada in proporzione allo spazio in cui verrà posizionata. Per essere efficace, infatti, dovreste considerare 2-3 kg di sale per ogni 10mq.

Dentifrici sbiancanti: funzionano davvero?

I dentifrici sbiancanti sono entrati sempre più nelle nostre case, chi su consiglio del medico, chi per via delle pubblicità, ma funzionano davvero?

Cominciamo col dire che i dentifrici sbiancanti sono efficaci per rimuovere le macchie superficiali dai denti, ma non possono cambiare il colore naturale dei denti. Coloro che hanno macchie evidenti di soda, caffè o sigarette possono aspettarsi cambiamenti visibili con l’uso regolare di un dentifricio sbiancante di qualità. Tuttavia, se si vuole uno sbiancamento più in profondità, ci sono altri prodotti di sbiancamento che possono portare a risultati migliori.

Comprendere i principi attivi utilizzati per lo sbiancamento dei denti così come le differenze tra i vari prodotti vi aiuterà a scegliere il trattamento che meglio soddisfa le vostre esigenze.

Aspetto immediato dello sbiancamento

Se hai a che fare con macchie superficiali quotidiane da denti ingialliti o altre abitudini di stile di vita scorretto, un dentifricio sbiancante può aiutarti a eliminare questo scolorimento prima che diventi una parte permanente del tuo sorriso. Tuttavia, Questo richiede in genere tra due a sei settimane di uso regolare. Se si desidera un aspetto più bianco con la prima applicazione rimarrete delusi, a meno che non optiate per l’acquisto di un dentifricio sbiancante che contiene covarine blu.

Questa sostanza chimica diminuisce l’aspetto giallo sulla superficie del dente. Il risultato è immediatamente percepibile, anche se non di lunga durata come altri metodi di sbiancamento dei denti. È meglio combinare le proprietà ottiche del covarine blu con altri approcci allo sbiancamento dei denti.

Considerazioni importanti sul dentrificio sbiancante

Quando si acquista un dentifricio sbiancante, è importante assicurarsi di selezionare un prodotto sicuro. Cercare l’American Dental Association (ADA) Sigillo di Accettazione. I prodotti che sfoggiano questo sigillo hanno subito una valutazione approfondita, dimostrando sia la loro sicurezza che l’efficacia. La partecipazione al programma ADA Seal è volontaria, ma è un’eccellente dimostrazione dell’impegno del produttore per la qualità e l’affidabilità.

Mentre il sigillo di accettazione ADA identifica i prodotti che sono più sicuri, è importante capire che nessun prodotto sbiancante o sbiancamento è senza rischi. Il problema più comune con lo sbiancamento dei dentifrici e altri prodotti simili è l’irritazione lieve delle gengive e della bocca. Potrebbe anche verificarsi una maggiore sensibilità dei denti.

È importante notare che i dentifrici sbiancanti si basano pesantemente sugli abrasivi per avere risultati migliori, e mentre questi abrasivi possono efficacemente strofinare via le macchie superficiali, possono anche rimuovere parte dello smalto dei denti.

Cani e gatti in aereo: regole delle compagnie aeree più famose

Se state pensando di intraprendere un viaggio in aereo con i vostri amici animali è bene premonirsi di tutte le informazioni utili per non farsi trovare impreparati. Di seguito alcuni consigli utili, e poi le regole di alcune delle più famose compagnie aeree.

Regole e consigli generali per viaggiare in aereo con gli animali

Indichiamo ora sono le regole generali valide per tutte le compagnie per viaggiare in aereo, poi ognuna può applicarne altre in aggiunta o variarne alcune.

Consigli generali per gli animali in aereo

  • Essere certi che il vostro animale domestico abbia almeno tre mesi, è l’età minima consentita per i viaggi in aereo;
  • Informare la compagnia aerea dell’intenzione di viaggiare in compagnia del proprio cane o gatto, ed informarsi sulle misure del trasportino ammesse dalla compagnia aerea e il peso complessivo concesso in cabina, in modo da non rischiare di essere costretti al viaggi in stiva;
  • Verificare eventuali limiti o costrizioni del paese in cui soggiornerete, tramite Ambasciata, Consolato o IATA (associazione aeroporti internazionali);
  • Controllare che il volo non preveda scali in paesi in cui potrebbero trattenere l’animale per ragioni sanitarie;
  • Munirsi di passaporto per animali. Nei paesi UE l’identificazione avviene tramite tatuaggio, microchip o passaporto individuale. Per ottenere il passaporto è necessario che l’animale abbia un microchip e la vaccinazione antirabica;
  • Per portare il cane o il gatto in cabina è necessario tenere conto del suo peso, perché il regolamento prevede che il trasportino con l’animale al su interno non superino i 10kg per poter essere portati in cabina, ma vedremo che le regole variano a seconda della compagnia aerea. Diversamente l’animale verrà trasportato in stiva;
  • Vi consigliamo di fare un checkup dal veterinario di fiducia, per essere certi della salute dei vostri amici pelosi.

Regole delle principali compagnie aeree

Alitalia: Il servizio non è disponibile su tutti gli aerei e le dimensioni variano a seconda delle dimensioni dell’aereo stesso. Vi consigliamo quindi di contattare il servizio clienti prima di acquistare il biglietto. In linea di massima si accettano in cabina gabbie di dimensioni 40x24x20.

Ryanair: questa compagnia aerea non permette il trasporto in cabina di alcun animale, ad eccezione per i cani guida per persone ipovedenti.

Vueling: sono previste tariffe extra per il trasporto in cabina di animali che viaggiano in un trasportino di dimensioni massime di 45x39x21, ed un totale di 8kg di peso.

Meridiana: permette a bordo solo cani e gatti all’interno di un gabbiette 48x33x29 cm per un totale di 10kg di peso, il trasportino però deve permettere all’animale di viaggiare comodo. Altrimenti viaggerà in stiva.

Air France: permette un solo gatto o cane, in un trasportino di 46x28cm con un peso complessivo inferiore agli 8kg per poter viaggiare in cabina.

British Airways: il peso massimo si abbassa ai 6kg, mentre il trasportino deve avere dimensioni 45x30x24.

Jonathan Daniel Pryce: la mia visione della moda post pandemia

Il mondo della moda sta in continuo cambiamento in questo periodo: tante scelte, tante domande che col passare del tempo aumentano creando attesa per quello che succederà.
Dopo lo choc della pandemia la moda si sta interrogando sulla necessità di ripensare ritmi e stagioni delle sfilate.
Tutto è messo in gioco in questo momento e gli addetti ai lavori non posso far altro che rimanere ad osservare.



Ho deciso di confrontarmi sull’argomento con uno dei fotografi più conosciuti del mondo dello Street style che ci racconta il suo punto di vista su questo periodo della moda post Covid-19: Jonathan Daniel Pryce.
Più che definirlo fotografo, lo definirei un’artista dato che i suoi scatti esprimono diverse emozioni oltre ad uno storytelling veramente forte ed emozionante.
È sempre un piacere osservare i suoi lavori sulle diverse riviste del fashion system.



Ciao Jonathan, innanzitutto grazie di essere qui. Intanto ci tengo davvero a dirti che sono innamorato dei tuoi scatti da sempre perché trovo l’arte in ogni tua realizzazione!
Come ti descriveresti?

Ciao Christian e grazie! Sono una persona che lavora duro, sensibile e con i piedi per terra. Del mio lavoro apprezzo tantissimo lo story telling che nasce dalle conversazioni con i soggetti che fotografo. I viaggi sono un’altra fonte di gioia, per questo è stato strano non poter prendere un aereo negli ultimi mesi. 



Come sta procedendo la tua vita in questo momento? Come ti sei trovato in questo periodo di lockdown?

Il lavoro è stato intenso per una decina di anni, quindi ora posso sfruttare questo tempo come reale opportunità di vivere con un ritmo diverso. Ho scritto, dipinto e imparato a suonare il piano – tutte cose per cui non avevo tempo prima. Questo mi ha anche  ricordato cosa amavo del mio vecchio stile di vita. Nel complesso va tutto bene. 



Visti gli ultimi risvolti, come pensi si evolverà il mondo delle fashion week? Cosa ci dobbiamo aspettare?

Prima del Covid-19 già si parlava molto della sostenibilità nel settore della fashion week. Ora siamo al punto in cui c’è bisogno di trovare un’alternativa digitale al modello tradizionale. Attualmente non sappiamo quanto questo possa essere efficace, ma avremo un’idea migliore dopo le collezioni uomo di giugno. La fashion week non ruota solo attorno alla presentazione di nuovi design – riguarda anche le relazioni, le cene, la condivisione di idee davanti a un caffè e la fotografia del processo organico. Per questi motivi non credo che la fashion week potrà essere esclusivamente online, ma posso immaginare una sua riduzione in termini di dimensione.



Sei uno dei migliori fotografi di Street style, come stai portando avanti il tuo lavoro?

Sono molto più consapevole di quello che fotografo al momento. Prevalentemente si tratta di paesaggi e still life astratti – un cambiamento molto interessante. Ma il mio focus è stato sulla pittura e sulla scrittura – due abilità che sto ancora migliorando. 

E quali sono i tuoi progetti per il futuro? Cosa hai in programma?

Sto programmando di trascorrere un po’ di tempo in Scozia durante l’estate per riscoprire la mia terra d’origine.

Intervista di Christian Degennaro.

Consulenza creativa: a talk with RZ Studio

Il 2020 è un anno di cambiamenti epocali anche nella industry: la pandemia ancora in atto è un aspetto cruciale del cambiamento nel fashion system. Come rispondono a questi nuovi scenari i luoghi archetipici della moda, ovvero gli studi di consulenza creativa? Cosa fanno e perché per un brand emergente è importante affidarsi a uno di essi? Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con 2 insider: Iside Pellegrino Preite e Roberto Zampiero, founder di RZ Studio di Milano, un’agenzia di consulenza creativa tra le più hype in città.

“La mission dello spazio Rz studio, fondato da me e la mia compagnia Iside Pellegrino Preite – dichiara l’imprenditore Roberto Zampiero –  è da sempre quella di accompagnare nuovi talenti nel percorso di creazione del proprio brand. Ma non solo: supportiamo le aziende già esistenti che vogliono però rinnovare la propria immagine ed entrare nel settore del fashion luxury. Le strategie  sono tutt’oggi  in continua evoluzione se teniamo conto di tutti gli aspetti su cui occorre lavorare per la creazione e la costruzione di un brand.”



Nel tempo infatti RZ studio da studio creativo di design nel settore moda ha ampliato i propri servizi, che spaziano dal design alla pianificazione marketing, consolidamento brand identity, creazione contenuti, social media strategy e influencer marketing, creazione di campagne pubblicitarie e contenuti social, fino alla presentazione del brand all’interno del nuovo spazio show-room, lavorando sul posizionamento strategico sul mercato italiano.

Tutto questo è possibile grazie all’irripetibile simbiosi, professionale e affettiva, di Roberto e Iside, i quali nel 2018, mettendo in comune le rispettive esperienze e percorsi professionali, hanno dato vita ad una realtà aziendale in grado di supportare i propri clienti con alti livelli di personalizzazione e completezza della gamma dei servizi offerti.

Il nuovo spazio rappresenta proprio questa crescita, conservando il suo animo industrial garage da dove l’agenzia è partita, migliorandosi  però con  un delicato equilibrio di colori e linee pulite, materiali  come acciaio e vetro che poggiano su 240 metri di resina total grey.



“Quando ci chiedono quanto siamo speciali o unici in quello che facciamo – afferma Iside Pellegrino Preite – noi rispondiamo che il concetto di unicità va chiarito: l’unicità intesa come criterio per differenziare il servizio è effimera e temporanea; l’unicità nella quale noi ci identifichiamo riguarda il tipo di relazione che si instaura con i nostri clienti”. Il non plus ultra di RZ Studio è la qualità e intensità della ‘relazione’, il lato umano ed emozionale che guida questo processo”.

“Per quanto riguarda settembre, siamo assolutamente pronti – proseguono all’unisono su come hanno fronteggiato la situazione Covid-19 – In realtà abbiamo scelto di portare avanti i nostri progetti in modo concreto e consistente già dalla riapertura delle attività nel maggio 2020.”

I progetti di RZ studio sono già alla portata di buyer e addetti ai lavori come stylist e giornalisti che vogliono visitarli nel nuovo spazio meneghino.

Gabriele Stillitani: un bartender globetrotter

Italiano d’origine ma con una storia da globetrotter. Ha vissuto tra Miami, Formentera e Lugano e grazie al suo profilo Instagram @Mint_Drink, è sempre in contatto con migliaia di persone, che ogni giorno lo seguono da tutto il mondo. Il suo locale a Lugano, punta ad entrare nel World’s 50 Best Bar. Gabriele Stillitani, in questa intervista ci racconta dei suoi viaggi, di dove ha bevuto meglio e di dove peggio.

Un elogio alle materie prime, alle tendenze asiatiche, ma soprattutto all’empatia di chi sa stare dietro al bancone.



Come hai iniziato a fare il bartender?

Per caso. Frequentavo l’Università ma ero alla ricerca di indipendenza. Grazie a un amico ho iniziato con una stagione. Il mio primo lavoro è stato a San Teodoro in Sardegna, all’Ambra Day che è un locale immenso con diversi punti bar, tutto all’aperto, e 60 dipendenti. Sono sempre stato un tipo curioso e ho iniziato a preparare lì i miei primi cocktail.



In quale bar hai lavorato?

La Sardegna è una delle esperienze professionali che ricordo con più piacere. Dall’Ambra Day sono passato al Country Club di Porto Rotondo, di cui sono diventato il bar manager. Nel 2012 mi sono trasferito negli States e, al contempo, seguivo la gestione di tre locali romani con la supervisione del Country Club. Un periodo di interminabili call e viaggi in aereo. Di ritorno dagli Usa, ho aperto a Formentera nel 2013, “That’s Amore” insieme a quattro amici. Un locale dal sapore nuovo. Facevamo “Colazioni & drink” e avevamo file interminabili a ogni ora del giorno e della notte. Nel 2014 ho lasciato Formentera e sono diventato bar manager del Tom (The Ordinary Market) di Milano. Per andare a lavorare a Lugano alla fine del 2015. Nel 2017 ho aperto La Dispensa con il mio socio con cui adesso sto puntando a entrare nella classifica dei prossimi World’s 50 Best Bar. 



Quali sono le caratteristiche di un buon bartender?

Un grande professionista deve avere l’ospitalità nel sangue. Tra i suoi punti di forza non deve mancare il saper sempre soddisfare il cliente, creando un ambiente piacevole in cui traspare divertimento e passione, anche quando la pressione al banco aumenta tra tante richieste e alte aspettative. Il cliente è una risorsa importante e, allo stesso tempo, un investimento che richiede da parte di tutto lo staff del locale un impegno costante. Ai miei ragazzi domando sempre quale sia il segreto per far sì che un cliente preferisca ad altri locali il nostro. Ecco, la risposta è una soltanto: saper padroneggiare l’arte dell’accoglienza. 



Invece, quali sono gli errori più comuni che noti in chi fa il tuo stesso lavoro?

Temo che l’errore più comune sia la noia e l’arroganza che, a volte, sostituiscono una genuina ospitalità. Alcuni bartender non mancano di esperienza ma di empatia. Per fare bene questo mestiere bisogna aver fame di gente ed essere innamorati degli altri, anche se hanno dei grandi difetti.



Come descriveresti la scena europea della mixology?

L’Europa arranca un po’ a star dietro alla mixology asiatica che, in questo momento, si attesta tra le migliori. Il livello è altissimo e alle competition più importanti l’Asia batte tutti perché investe sui prodotti, sulle idee e sui macchinari. Inoltre, gli asiatici sono facilitati a sperimentare perché hanno una clientela esigente e competente. Non a caso quest’anno 8 su 10 finalisti delle gare più importanti provenivano tra Singapore e Hong Kong. Nonostante tutto però noi barteder italiani non sfiguriamo, anzi, ci facciamo notare a livello internazionale.



Si parla di slow drinking, ma cosa ordina la gente quando esce? 

Slow Drinking vuol dire “bere particolare”, di qualità, ricercato, prestando attenzione alla giusta temperatura di servizio, al bicchiere utilizzato, e mantenendo la base alcolica corretta. Slow Drinking significa anche saper scegliere un locale di livello dall’ambiente e dalle giuste vibrazioni che emana. Quindi, la scelta cade sui cocktail che seguono queste regole, che non stordiscono di alcol e che non miscelano prodotti di linea. Per me un Margherita è buono se si è scelto un tequila top. Un Americano è perfetto se si miscela un vermouth ricercato.



Io ad esempio ordino il Negroni cocktail, sono da considerare démodé?

La tendenza di un cocktail è dettata dal suo gusto. I grandi classici restano intramontabili proprio perché hanno fatto la storia della mixology. E il futuro guarda al passato per prenderne ispirazione. Se si parla di mode, penso che i drink troppo zuccherini siano oggi fuori tendenza. Ma il Negroni è il re dei cocktail e non sarà mai démodé. Non a caso molti bartender sono diventati famosi anche per i loro twist on classic sul Negroni. A La Dispensa ne servo uno particolarissimo che ha come base un porto invecchiato sei mesi in botti di rovere in cui faccio anche macerare delle botaniche stagionali per rendere l’esperienza Negroni sempre nuova e tailor made.



Tu cosa bevi?

In questo momento bevo liscio perché in purezza si scelgono meglio i distillati che si andranno poi a miscelare. I single malt al momento sono tra i miei preferiti. Se devo invece scegliere un drink, mi piacciono quelli a base bourbon e tequila. Un Old Fashioned e un Tommy’s Margarita fatti bene non si rifiutano mai.



Tra le tue passioni, c’è anche quella per i viaggi, qual è l’ultimo posto in cui sei stato?

Vorrei tornare alle Maldive, una vacanza in totale relax fisico e mentale. Non c’è niente di meglio della tranquillità assoluta per resettare e ripartire con nuove ispirazioni.



C’è un drink che ti ricorda un viaggio in particolare? 

Del periodo di Miami ho un ricordo negativo. Tra i tanti locali, su Ocean Road ce n’erano alcuni che proponevano ai turisti un Margherita frozen da un litro. Servito in una coppa a forma di sombrero, a cui era stata aggiunta a una bottiglia di birra capovolta, il drink veniva bevuto con la cannuccia al costo di 100 dollari. Una porcheria. Parlando invece di drink seri e memorabili, non scorderò mai A Moveable Feast #1964 di Augung Prabowo, un Bloody Mary chiarificato a dir poco stupefacente, che avrebbe convinto anche Ernest Hemingway. Infatti, The Old Man a Hong Kong, oltre a essere tra i primi 10 nella classifica dei World’s 50 Best Bar, è un locale interamente dedicato al grande scrittore americano.



Se ti dicessi che domani potremmo tornare a viaggiare senza confini dove vorresti andare?

Andrei volentieri in Danimarca. Vorrei provare i piatti del Noma e bere un drink al Rømer. Considerato a Copenaghen, il miglior cocktail bar sul canale.



Che cosa metteresti in valigia?

La mia valigia è composta soltanto da infradito e costume. Ovviamente se vado al mare. In viaggio di solito porto l’essenziale adattandolo all’itinerario.



Cosa porteresti al tuo ritorno?

Adoro portarmi a casa piccole memorie di viaggio, dalle foto ai sottobicchieri. Tanti ricordi che possono farmi ritornare in quel luogo al solo sguardo.

Art meets Beauty: la visione di Edmond Eisenberg

Edmond Eisenberg è il perfetto ambassador dell’omonimo brand beauty. Figlio di Josè Eisenberg, fondatore dell’azienda e grande innovatore, ne condivide la visione e i valori. Il beauty per entrambi è una scienza esatta, e necessita di una grande ricerca tecnologica. Al tempo stesso però anche l’arte gioca un ruolo fondamentale nella strategia, poiché il prodotto beauty deve essere scientificamente avanzato e offrire un’esperienza sensoriale a chi lo utilizza. Abbiamo incontrato Edmond per scoprire il DNA di Eisenberg e i suoi consigli per una beauty routine tutta al maschile. 

Il tuo brand ha percorso generazioni differenti, come riuscite a combinare insieme tradizione ed innovazione?

La nostra filosofia riguarda i concetti di bellezza, perfezione, arte, tecnologia, innovazione ed eccellenza. Diamo estrema importanza alla ricerca e sviluppo e all’innovazione. Il nostro fine ultimo è cercare sempre il prodotto perfetto, piuttosto che una mera strategia di marketing. Ad ogni modo, EISENBERG è in primis un’azienda familiare. Questo ci permette di rimanere fedeli alla visione autentica di mio padre, ai suoi valori e di essere liberi e indipendenti per mantenere la nostra autenticità. Non siamo un’azienda multinazionale e abbiamo un’unica storia da raccontare: una creatività degna di nota, una passione reale per ciò che concerne la bellezza e il rispetto per i nostri consumatori. 

La ricerca del prodotto vi ha sempre contraddistinto. Quali sono le prossime innovazioni che vorreste introdurre?

Certamente miriamo a offrire prodotti beauty con un reale valore aggiunto, per fare in modo che i nostri clienti si sentano bene con se stessi e per offrire un’esperienza unica. Di conseguenza, la ricerca nell’ innovazione e l’ eccellenza sono le nostre priorità. Credo che la bellezza, o la sete di essa, sia eterna e lo è anche la nostra missione per trovare le formule più innovative al fine di preservare e rivelare la bellezza della pelle. Attualmente stiamo lavorando su progetti molto interessanti che non vediamo l’ora di condividere. Come per tutti gli sviluppi di prodotti futuri però teniamo i dettagli segreti fino a che il prodotto non sia effettivamente lanciato sul mercato: il che rende il momento del lancio ancora più emozionante per tutti. 



Come descriveresti la crescita e l’evoluzione del mondo beauty per gli uomini?

Gli uomini moderni hanno molto a cuore il desiderio di apparire belli e di sentirsi bene con la propria pelle, di conseguenza compiono azioni per raggiungere questi obiettivi. Vogliono essere sempre in forma e stanno acquisendo una consapevolezza di sé sempre maggiore; questo va di pari passo con il consumo di prodotti di bellezza. Oggi gli uomini sono diventati consumatori fedeli e hanno accettato l’uso dei prodotti beauty nella loro routine quotidiana.

Inoltre, la cura della pelle e della bellezza fanno parte pienamente dell’idea dello “stare bene”. 

Ultimo ma non meno importante, il Covid-19 ci ha insegnato l’importanza dell’igiene, di una sana e consapevole cura della pelle, di un brand su cui poter fare affidamento. E il nostro risponde a queste caratteristiche.  È importante creare prodotti su misura per anticipare e rispondere alle richieste specifiche degli uomini di oggi. La nostra pelle soffre quotidianamente le aggressioni dell’inquinamento, specialmente urbano. C’è una domanda in crescita per prodotti che siano facili da utilizzare, efficienti e che contengano prodotti naturali mirati. 

Quale è il vostro target per gli uomini e quali sono i nuovi bisogni?

Pensiamo che tutti gli uomini si meritino di sentirsi belli. Grazie alla nostra vasta gamma di prodotti proviamo a consegnare loro la cura perfetta per ogni bisogno specifico e per ciascun tipo di pelle: da normale a grassa, da secca a sensibile. Ogni uomo che cura il proprio aspetto e che desidera una pelle in salute e radiosa troverà la routine di skincare completa da EISENBERG Man. In genere l’uomo che acquista il nostro brand cerca prodotti veloci ed efficienti che rispondano perfettamente ai suoi bisogni quotidiani. Per lui, la cura della pelle non riguarda sono una crema da applicare quando capita perché la sua partner gli dice di farlo. Lo fa perché vuole sentirsi bene. 

Quali per te 3 prodotti must have da donna e 3 indispensabili per gli uomini

Ogni donna deve provare la “Masque Tenseur Remodelant”, una dei più venduti. È una maschera anti-età che assicura elasticità e corposità in pochi minuti. Un altro fra i migliori è il tanto amato “Soin Anti-Âge”, che ha una consistenza morbida, vellutata sulla pelle. I suoi ingredienti principali tonificano, lisciano e rassodano, in modo che la pelle appaia visibilmente più giovane. Il terzo must-have è “Crème Contour des Yeux & Lèvres”, un anti rughe specifico per occhi delicati, applicabile anche sulla zona labbra che riduce le rughe sottili e i segni della stanchezza. 

Per quanto riguarda gli uomini direi che non piò mancare il rinomato “Soin Actif Calmant Hydratant”, la cura perfetta per chi ha la pelle sensibile. Questo trattamento pensato per la città agisce a 360° come scudo contro le aggressioni esterne. Immancabile! “Complexe Anti-Âge” è una formula eccezionale per ridurre i segni dell’età. Questa crema ultra leggera è arricchita da un anti rughe e da ingredienti attivi idratanti, i quali mantengono la pelle rinvigorita tutto il giorno. Il terzo prodotto è “Duo Essentiel”, un due in uno che può essere utilizzato sia come detergente, sia come gel per la rasatura. Lascia la pelle liscia e confortevole, è un prodotto molto pratico per l’uomo di città! 

Come curi la tua pelle durante l’anno? Raccontami della tua routine estiva…

In generale rimane quasi sempre la stessa, ma in estate amo utilizzare formule fresche dalla consistenza leggera, quindi adatto la mia routine di conseguenza.

Uso Duo Essentiel per lavarmi il viso e radermi ogni mattina, poi il Gel Après-Rasage Apaisant. Mi piace molto la sua consistenza fresca e non unta! Per assicurarmi che la mia pelle riceva la giusta idratazione uso Baume Essentiel Hydratant, che dà una sensazione piacevole di benessere per iniziare la giornata nel migliore dei modi. Inoltre, uso entrambi i nostri deodoranti, o lo spray DEODORANT o il nostro DEODORANT J’OSE.

Di sera uso nuovamente Duo Essentiel per eliminare le impurità accumulate durante il giorno e poi applico Soin Crème Réparateur Nuit, che ripara in profondità e rigenera durante la notte. A questo aggiungo Élixir de Jeunesse se ho un evento speciale o per il jet-lag, che è un acceleratore istantaneo contro la stanchezza. Il tocco finale è sempre il nostro profumo iconico J’OSE, che è il mio preferito da l’Art du Parfum e che uso da tanti anni!



Quali prodotti e abiti non mancano mai nella tua valigia quando viaggi? 

La stessa routine che ho descritto in precedenza. E in aggiunta troverete nella valigia il mio iPad, un orologio, capi sportivi per allenarmi ovunque nel mondo, un completo nero o blu notte, un paio di jeans, una maglietta bianca fresca, un maglioncino di cashmere nero e ancora più importante il Rispetto per qualunque cultura e Paese in cui io stia viaggiando. 

Tu e tuo padre siete amanti dell’arte e collezionisti. Come coniugate questa passione nell’ambito beauty e la tecnologia nelle vostre linee di prodotti?

L’arte ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella mia vita e in quella di mio padre. Oltre alle nuove tecnologie, definisce ogni creazione di mio padre e si riflette profondamente nel brand. Siamo costantemente alla ricerca del prodotto perfetto, che porti risultati reali ma che offra al consumatore un’esperienza artistica e sensoriale. La nostra prima linea di fragranze “l’Art du Parfum” rappresenta perfettamente questa unione: arte e profumi in un connubio che esprime l’essenza di vita, l’eternità, la sensualità e la bellezza. Il talentuoso pittore brasiliano Juarez Machado ha creato un dipinto per ogni profumo, il quale rappresenta lo spirito di ogni fragranza e cattura emozioni. In aggiunta, ho un retaggio artistico che mi piace coltivare nella vita personale. Sono grato di poter utilizzare questa passione e che il brand ne benefici durante il processo creativo. 

Quali sono gli artisti che ti piacciono maggiormente e perché?

Dipende da quale arte stiamo parlando, ma in generale direi che i miei gusti sono molti eclettici. Se parliamo di musica, amo Verdi, Puccini, Travis Scott, ma anche Chopin, BB King o John Mayer. Se parliamo di arte, ammiro il Rinascimento e la cosiddetta Arte “Zero” italiana (Lucio Fontana e Turi Simeti), o addirittura l'”Arte Povera” che mi appassiona molto, ma anche Arnaldo Pomodoro. 

@eisenbergparis

Francesco Martino ne “Gli anni amari”

Francesco Martino è un vero e proprio attore internazionale, infatti la sua vita si è divisa per parecchi anni tra Roma e Los Angeles avendo la fortuna di formarsi nelle migliori scuole.Lo abbiamo conosciuto in diverse serie TV, ma il suo battesimo al cinema è stato al fianco di Ferzan Ozpetek ne “La finestra di fronte”.

Ora lo possiamo finalmente vedere nel tanto atteso film “Gli anni amari”, al cinema dal 2 Luglio, ispirato e dedicato alla vita di Mario Mieli a cui è intitolato il circolo di cultura omosessuale. Lui che ha combattuto le prime battaglie per i diritti LGBT.



Come hai iniziato a fare l’attore?

Tutto è iniziato all’età di quattordici anni, ero un ragazzino molto timido, e quasi per caso feci un corso di teatro e misteriosamente salendo sul palcoscenico si sbloccò tutto.

Una volta provata quell’ebrezza è difficile dire non mi piace e tornare indietro, e così è successo anche a me.

Che tipo di formazione hai avuto?

Devo dirti due, una italiana molto classica ovvero l’Accademia di arte drammatica Silvio D’Amico e l’altra Americana a Los Angeles con Ivana Chubbik, entrambe durate circa tre anni l’una.


Cardigan: Paoloni, Pantaloni: Siviglia

Ti piace la vita sulla West Coast?

Beh, è molto diversa da qualsiasi città europea, in quanto è stata costruita per essere guidata e non camminata, è un po’ come se fosse una regione con vari centri abitati collegati tra loro da grandi autostrade. 

Questo ha un impatto fortissimo appena ci arrivi poi man mano capisci come rapportarti con le persone ed il modo di costruire i rapporti è anche molto diverso, sono molto più italiano sotto questo punto di vista.


Giacca e pantaloni Lardini, T-shirt: stylist’s own

“Gli anni amari” sarebbe dovuto uscire a Marzo..

Ebbene si, era previsto per il 12 marzo, ovviamente a due giorni dal lock-down, data non fortunata, e momento storico senza previsioni.

La scelta è slittata al 2 luglio proprio per non mandarlo direttamente su di una piattaforma digitale ma dando l’occasione di ritornare al cinema a tutti gli appassionati.


Parlami del film e di Mario Mieli.

Viene considerato uno dei padri del movimento di liberazione omosessuale, al tempo si chiamava così l’attività per la difesa dei diritti, che in quel periodo erano totalmente assenti.

Io personalmente ne sapevo pochissimo e quando ho letto la sceneggiatura e ho visto che quarant’anni fa a Sanremo si teneva un convegno per capire se l’omosessualità fosse una malattia psichiatrica da curare con l’elettro shock, mi ha fatto rabbrividire.


Giacca e pantaloni Lardini, T-shirt: stylist’s own

Dimmi del tuo ruolo nel film.

Io interpreto Corrado Levi, compagno storico di Mario Mieli, intellettuale, architetto, attivista e fu anche uno dei primi personaggi sposati con figli a fare coming out, cosa totalmente inaudita al tempo con il rischio di licenziamenti e linciaggio. Il quale fondò una pratica simile a quella del movimento femminista, ovvero quella di ritrovarsi e parlare tutti insieme delle stesse tematiche di cui non si parlava con nessuno a scopo terapeutico. Quello che fanno tutt’ora gli alcolisti anonimi.


Foto: Davide Musto @davide_musto

Styling: Filippo Casaroli @filippocasaroli

Special thanks: Mpunto Comunicazione

I nuovi talenti di Netflix. Thomas Camorani, da Summertime a Sotto il sole di Riccione

Classe 2001, Thomas Camorani ha la voce del tipico bravo ragazzo, anche se come si definisce lui stesso “ sono un organizzatore di feste, sempre carico e un po’ casinista”. Nonostante la giovane età però, ha già le idee molto chiare, la prima esperienza sul set gli ha fatto capire che la strada della recitazione è quella che deve seguire da qui al futuro, e lo farà con la grande motivazione che più volte emerge nella nostra intervista.

Raccontaci il tuo percorso fino ad oggi, dal calcio alla recitazione..

Sono appassionato di recitazione sin da piccolo, passione che ho coltivato assieme a quella del calcio e della moda, ambito in cui ho lavorato a partire dall’età di 12 anni come modello. 

Allo stesso tempo però ho iniziato a frequentare corsi di recitazione, a Roma. La mia carriera di attore è certamente iniziata come autodidatta e continuo a imparare molto sul campo, non sono mai stato un invidioso e cerco sempre di prendere esempio da chi è più esperto.

Parlando invece del calcio, ero arrivato a un buon livello con una squadra in serie C ma la vita mi ha presentato una scelta. La malattia che mi ha costretto due anni in ospedale mi ha fatto ripensare a quelle che erano le mie passioni e così mi sono allontanato dal calcio e ho cominciato a studiare da solo dizione. Una volta uscito dall’ospedale mi sentivo pronto per partire. Non ho mai seguito scuole di recitazione vere e proprie, solo workshop e coaching privato. Per me conta la voglia di fare e imparare, il grosso poi lo apprendi sul set. 

Come è stato il tuo debutto da attore?  

È stato fantastico, anzitutto dal punto di vista formativo perché con Netflix ho imparato tantissimo. (5 anni di studio in un lavoro praticamente). Mi ricordo che stavo per partire per le vacanze e invece è arrivato questo progetto; un fulmine a ciel sereno che mi ha dato tantissimo ed è stata la cosa migliore che mi potesse capitare. Per partecipare alle riprese ho investito tanto di mio, anche in termini di risorse economiche, venendo da una piccola realtà di provincia gli spostamenti erano all’ordine del giorno. Fortunatamente ho sempre avuto l’appoggio della mia famiglia, diversamente alcuni miei amici non hanno creduto in me, mi deridevano. È stato un bene averli persi.  Sul set invece all’inizio avevo un po’ di timore ma è stato veloce sentirsi subito a casa. Questa tranquillità mi ha fatto capire che l’attore poteva davvero essere il mio lavoro per il futuro. 

Parlaci del tuo personaggio nella serie Summertime..

Il mio personaggio non è tra i protagonisti, ma rispecchia davvero quello che sono. Organizzatore di feste, sempre carico e un po’ casinista. Il tipico romagnolo insomma. Proprio per questo non ho avuto grandi difficoltà a interpretarlo. Sicuramente nel futuro spero di misurarmi anche con ruoli diversi da me è più complessi.

E l’esperienza in “Sotto il sole di Riccione” ?

Ho iniziato subito dopo la fine di Summertime, e le modalità per i film sono molto diverse da una serie. Basti pensare che la serie è stata girata in 4 mesi, il film in un mese solo.

Come ambiente ho preferito l’atmosfera di Summertime, Sotto il sole di Riccione è stata però una grande esperienza soprattutto per confrontarmi con altri attori di grande calibro (come ad esempio Isabella Ferrari).

Come hai vissuto i mesi del lockdown?

I mesi scorsi sono stati davvero difficili, soprattutto perché mi hanno riportato ai tempi in cui sono stato in ospedale e dove in effetti ho vissuto in una sorta di quarantena di due anni. In queste situazioni emerge tutta la mia sensibilità e allo stesso tempo la mia forza. Marzo è stato molto difficile, dopo ho iniziato a riattivarmi fisicamente e mentalmente, a riprendere le mie attività, a leggere. Sono di natura iperattivo e mi piace avere giornate molto intense e impegnate. Anche il supporto della famiglia è stato fondamentale, viviamo in una casa grande e abbiamo accanto altri parenti. Grazie a loro non mi sono mai sentito solo.

Sei molto forte sui social e in particolare Tik tok. Pensi che Tik tok possa arrivare a sostituire instagram? 

Penso che lo abbia già sostituto, tutte le aziende si stanno trasferendo su Tik tok. A Instagram manca quella parte più divertente che solo tik tok possiede, ma allo stesso tempo non mi sento ancora spinto ad abbandonare instagram. Penso che a breve assisteremo a un passaggio, proprio come è avvenuto per facebook.

Abbiamo parlato di Summertime, tu dove trascorrerai l’estate? 

Ad oggi posso dire che ogni estate è migliore della precedente. Ho in programma Jesolo e Formentera, ma dipende anche dagli impegni lavorativi che potrebbero sconvolgere tutto. In ogni caso sono uno che si adatta facilmente, sono super flessibile!

Il tuo luogo del cuore invece?

Mi è rimasta nel cuore Milano, dovevo trasferirmi qui il 10 Marzo prima della quarantena. Della città amo il nuovo quartiere di City life, Bosco verticale e ovviamente il Duomo.

Cosa non può mancare nella tua valigia quando viaggi?

Carica batterie, tantissimi vestiti (soprattutto mutande, sono fissato) ma anche diverse paia di scarpe. Collanina d’oro, il mio portafortuna. Libri sul business online e apertura della mente, altro mio interesse.

Novità in arrivo per la prossima stagione? 

Sul lato cinema ho parecchi progetti in testa, provini per una serie importante su cui incrociamo le dita assolutamente!


Instagram: @thomas_camorani Tik Tok: @thomas_camorani

Foto: Umberto Buglione per Wannabe Management

Total Look: Dsquared2