LECLERC: GIOVANE STELLA FERRARI

Lo scorso 16 ottobre ha compiuto 21 anni. Composto, raffinato, elegante, con tratti fini e occhi del colore del mare sul quale ogni giorno si specchia il glamour del suo luogo d’origine: Monte Carlo. Lui è Charles Leclerc, il pilota di Formula 1 che dopo un straordinario campionato in Alfa Romeo Sauber affiancherà Sebastian Vettel in Ferrari nella stagione 2019. L’unico pilota più giovane di lui ad aver guidato la Rossa nel campionato mondiale è stato Ricardo Rodriguez, esordiente al Gran Premio d’Italia del ’61 a soli 19 anni. All’ annuncio dell’arrivo di Leclerc a Maranello non c’era persona che non ne parlasse fuori e dentro il paddock: in lui sono riposte fiducia, speranze, e il forte desiderio di riconquistare un titolo mondiale che manca da molto tempo.

Quando, da piccino, sentiva le auto da corsa passare sotto casa sua, allungava il collo per cercare con lo sguardo quella di colore rosso. Del resto, come ammette lui stesso, “La Ferrari è il sogno di tutti i piloti, anche quelli che non lo dicono.” Il ragazzo ha talento da vendere, gli addetti ai lavori conoscono bene la sua carriera. Spinto dalla passione tramandata dal padre Hervè, Charles a otto anni inizia a correre nel kartodromo di Brignoles. La sua prima volta sul kart è così elettrizzante, da non accorgersi di guidare senza casco. Il tracciato, è quello gestito dal papà di Jules Bianchi, suo fraterno amico. Nel 2015, Jules perde la vita in conseguenza di un grave incidente occorsogli in Formula 1 alcuni mesi prima, mentre il monegasco è alle prese con il campionato europeo di Formula 3. “L’ho conosciuto che ero un bambino”-ricorda Charles- “Bianchi è stato come un padrino per me, sento molto la sua mancanza. Ricordo bene ogni suo consiglio riguardo le gare, era un grande talento.”
Nonostante un backround economicamente benestante, le spese per sostenere la sua intera carriera da pilota non sono poche: per questo, a 14 anni entra a far parte della All Road Management (ARM), la compagnia di Nicolas Todt, figlio del presidente della FIA Jean, che ha lo scopo di finanziare e accompagnare giovani talenti nel complesso mondo del motorsport. Come una famiglia, l’ ARM segue Charles fino al suo arrivo alle monoposto nel 2014: un esordio in Formula Renault 2.0 e un passaggio in Formula 3 europea l’anno successivo.
Come tutte le carriere di un certo valore, anche quella di Leclerc ha una svolta importante. È il 2016, e la Scuderia Ferrari decide di inserirlo nella Ferrari Driver Academy gestendone la crescita sportiva: vince il titolo in GP3 al debutto e diventa collaudatore delle vetture di Maranello e della Haas. La Formula 2 del 2017 è un vero film dal titolo “Charles Leclerc show”. A tre gare dalla fine di un campionato segnato dalla perdita del suo amato padre, si laurea campione del mondo, conquistando il record di pole e vittorie stagionali.

Il volante in Alfa Romeo Sauber per il 2018 è suo, finalmente arriva il debutto nella massima serie che aveva tanto sognato. Una promozione resa possibile anche da alcune importanti manovre politiche. Il neo team principal della Sauber, Frederic Vasseur, blocca l’accordo per la fornitura di motori Honda e stringe un sodalizio con Sergio Marchionne, il Presidente della Ferrari che da tempo desiderava il ritorno del marchio Alfa Romeo in Formula 1.
Dopo un inizio di stagione faticoso, Charles riporta alla luce il suo talento con valide prestazioni, dalle quali emerge la grinta di un potenziale campione. Del suo primo Gran Premio, quello in Australia, racconta quanto sia stato assalito da un incredibile mix di emozioni: “Ho sempre sognato di diventare, un giorno, pilota di Formula 1. Trovarmi nella griglia di partenza di Melbourne tra tutti quei campioni è stata una delle sensazioni più belle della mia vita. Sì, ho avuto un inizio difficile, il momento peggiore credo di averlo vissuto in Cina, terzo appuntamento della stagione, per poi riprendermi la gara successiva, con il sesto posto di Baku. Quello è stato un risultato importante che mi ha motivato moltissimo.”
Nel settembre del suo anno d’esordio, Ferrari lo sceglie per il 2019. Andrà a sostituire  Kimi Raikkonen, l’ultimo Imperatore Rosso. Per la prima volta dalla sua fondazione, la Ferrari Driver Academy riesce a portare un allievo in “prima squadra”. Charles, d’altronde, l’Italia ce l’ha proprio nel cuore. Non solo per le gare di kart, anche per Giada, la sua fidanzata di origini partenopee.  Ironia della sorte, Leclerc segue quello che doveva essere il destino di Jules, indicato quale possibile successore di Kimi. Non è un’impresa semplice, le aspettative su questo ragazzo della Costa Azzurra sono alte, solo il tempo ci darà le risposte. Il giorno in cui è stata ufficializzata la notizia, Charles scrive, in un tweet, “i sogni si avverano”. E allora, che i sogni più belli diventino realtà.

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PECCO DI STILE: FRANCESCO BAGNAIA

Da Campione del Mondo la mia vita non è cambiata. Valentino? Un esempio: sarà figo sfidarlo in MotoGP

Vincere, ma con stile. Francesco Bagnaia, per tutti “Pecco”, non soltanto è l’unico motociclista italiano della velocità a laurearsi Campione del Mondo nel corso di un’entusiasmante stagione 2018 vissuta in Moto2 con lo Sky Racing Team VR46. Con il suo carattere, con i suoi modi di porsi, si è costruito un gradimento da parte del pubblico che ha messo tutti d’accordo. In pista è un pilota “camaleontico”, in grado di non tirarsi mai indietro nella bagarre, nella vita di tutti i giorni è riservato e ha avuto il pregio di restare se stesso. I successi non lo hanno cambiato: gli insegnamenti di Valentino Rossi, suo mentore e idolo, sono stati un tesoro inestimabile per crescere ed affermarsi da pilota professionista. Aspettando di sfidarlo quest’anno nell’ elite della MotoGP…

Trascorsa qualche settimana da Sepang, da Campione del Mondo la tua vita ritieni sia cambiata?

A dire il vero mi sento come sempre, pertanto direi di no. Le persone che mi vogliono bene si comportano con me allo stesso modo: orgogliose sì di quello che ho fatto, ma non direi che qualcosa sia cambiato. Ho notato più che altro un avvicinamento da parte di persone che si sono appassionate al motociclismo proprio in seguito al titolo mondiale vinto, soprattutto nella “mia” Chivasso. Questo non può che farmi piacere: mi rende felice“.

Ancor prima di esordire nel Motomondiale alle persone a te più vicine dicevi “Voglio vincere 5 titoli mondiali, a quel punto mi riterrò soddisfatto”. Adesso puoi dire di essere arrivato a 1 di 5 o gli obiettivi sono cambiati?

(Ride) Non si può mai dire! Cercherò sicuramente di vincere il più possibile, ma non sarà facile. In MotoGP il livello è incredibile. Oggi non ci penso, l’unico mio proposito è quello di crescere, imparare, avvicinarmi sempre più ai migliori… poi si vedrà“.

Quando hai davvero pensato “Sì, questo è l’anno giusto per vincere”?

In due occasioni in particolare. A Misano quando ho vinto, dominando per tutto il weekend, su un tracciato dove ho sempre fatto fatica in carriera. La svolta tuttavia a Buriram, in Thailandia: dopo la vittoria mi sono detto “OK, il titolo è nostro”. Non mi sbagliavo“.

Non succede spesso tra i piloti, ma prima di parlare di te dopo la vittoria mondiale hai voluto tributare un sincero ringraziamento a tutto lo Sky Racing Team VR46. “Insieme” è stato il termine che hai utilizzato di più…

Sì perché è un successo di tutti. Non è solo il pilota che vince: se non hai una moto ed una squadra di livello non puoi ottenere simili risultati. Mi è successo in passato e proprio da queste esperienze difficili mi sono reso conto di quanto sia fondamentale l’apporto della squadra. Per questo è giusto e doveroso riconoscere il merito di tutti: del team, della Academy, di tutte le persone che mi sono state vicine e che ho voluto ringraziare una per una dopo il successo mondiale“.

Adesso la MotoGP con il team Pramac e contratto diretto Ducati per i prossimi 2 anni. Hai detto che vuoi crescere, imparare, ma due obiettivi realistici possono essere il titolo rookie e qualificarti direttamente al Q2?

Sì, questi possono essere due traguardi da raggiungere. Cercherò di essere il miglior esordiente dell’anno e come performance rientrare nel Q2 (seconda sessione di qualifiche, ndr). A partire da che gara? Da subito, dal Qatar. Sarà difficile, considerando il livello della MotoGP, ma ci proverò“.

Lo scorso anno avevi due offerte (Pramac Ducati e Tech 3 Yamaha) per correre in MotoGP, ma hai fortemente voluto restare in Moto2 e posticipare l’esordio nella top class di una stagione. Cosa ti ha dato la forza, in quel momento, di dire no alla MotoGP?

La spinta più grande è dovuta al fatto che avevo una concreta possibilità di vincere il titolo mondiale in Moto2. Era la prima volta in carriera che potevo, pronti-via, giocarmela per il campionato. Salire in MotoGP affrettando i tempi non è mai una cosa buona. Inoltre mi sarei “incasinato” con i contratti: da una parte volevo onorare l’impegno preso con lo Sky Racing Team VR46, dall’altra il mio ipotetico accordo con un team MotoGP sarebbe scaduto un anno prima rispetto ai contratti siglati dagli altri piloti della categoria…

Nel calcio spesso alle presentazioni dei nuovi calciatori dicono “Ho sempre sognato di indossare questa maglia”. Nel tuo caso, per davvero, sei sempre stato un Ducatista, volevi proprio correre con questa moto…

Assolutamente sì. La Ducati è una moto e un’azienda che mi sono sempre piaciute tantissimo. Un po’ meno diciamo dal 2010 al 2013 in MotoGP, ma nei successivi anni ho visto un grande cambiamento. Sono tutti molto, molto motivati a vincere, lavorano tantissimo e non si risparmiano mai. Inoltre sin da bambino volevo correre con una Ducati…

Ducati ha scritto pagine di storia del motociclismo anche in Superbike: se ti chiedessero di correre qualche gara in questo campionato l’anno prossimo? Ai Ducatisti piacerebbe…

Extra-MotoGP in particolare vorrei correre in un prossimo futuro in Giappone, alla 8 ore di Suzuka. Una gara che mi ha sempre affascinato per l’atmosfera, per tutto il contorno, ma non solo. Mi piacerebbe molto correrci con Ducati, ma al momento non prende parte all’evento: in futuro, chissà…

In Ducati sembrano già pazzi di te, anche perché vogliono dimostrare che un “deb” possa andare subito forte con una moto finora ritenuta difficile…

“Sono dell’idea che sia più complicato per un pilota passare da un’altra MotoGP alla Ducati, rispetto che per un rookie salire per la prima volta in sella alla Desmosedici. Me ne sono accorto nei primi test: la Moto2 è una moto che praticamente “non frena”, non curva velocemente, ha chiaramente dei limiti. In sella ad una MotoGP tutto ti sembra più grande e… migliorativo, dove hai sempre un gran margine per andare più forte. Forse per questo mi sono trovato subito bene con la Ducati, non avevo pregressi riferimenti in sella ad una MotoGP. L’attenzione che ripone in me la casa madre? Chiaramente è positivo e ne sono onorato, me lo hanno dimostrato sin dal primo giorno. Poter lavorare con Christian (Gabarrini, capo-tecnico) e Tommaso (Pagano, telemetrista) è il massimo. Mi sono trovato subito bene con loro, si sono interfacciati con me con umiltà, senza impormi nulla, trovando insieme la strada per migliorarci. Davvero il top!

Quest’anno correrai anche contro Valentino Rossi, il tuo idolo, il tuo mentore. Hai detto che non sarà propriamente un avversario…

Confermo che sarà difficile vederlo un avversario come tutti gli altri piloti. Di certo sarà una cosa fighissima: io sono nato nel 1997, l’anno in cui ha vinto il suo primo titolo mondiale in 125cc. Per me è un esempio, per la forza che ci mette per continuare a correre ad alti livelli e migliorarsi di continuo. Sarà qualcosa di incredibile gareggiare insieme a lui…

Tra gli avversari ci sarà anche Franco Morbidelli, altro pupillo della VR46 Riders Academy: la stampa probabilmente ne parlerà di un dualismo tra voi su chi potrebbe diventare l’erede di Rossi. Sei della stessa opinione?

Non proprio. Io e Franco siamo amici, ci rispettiamo, poi chiaramente in pista vogliamo stare davanti. Non ci scanneremo in gara, ma non ci tireremo dietro se ci fosse l’opportunità di sorpassarci…

Di nuovi avversari hai già avuto modo di superare pronti-via Jorge Lorenzo nel corso della prima giornata di test a Valencia…

“Sì, ma solo perché è andato largo alla prima curva (ride, ndr). Per me è stato bello vederlo guidare così da vicino, ti lascia a bocca aperta”.

Dicono che hai uno stile di guida molto simile a lui…

“Lorenzo ha uno stile che privilegia molto la velocità in curva, ha delle linee molto tonde in percorrenza e nel contempo stacca forte. Vero, su diversi aspetti abbiamo una guida similare, ma ad oggi ho ancora tanto, tanto margine soprattutto in fase di staccata

A proposito: dovessi paragonare la guida di una MotoGP a qualcosa nella vita di tutti i giorni, cosa penseresti?

“Non ne ho idea. La MotoGP è assurda: frena troppo, viaggi ad oltre 300 orari, in curva sembra non avere limite. Non saprei a cosa paragonarla: è qualcosa di unico”

Da pilota professionista sei un giramondo: molti tuoi colleghi si sono trasferiti ad Andorra o Lugano, tu pensi vivrai ancora a lungo in Italia?

Si dice “mai dire mai nella vita”, ma non credo. Sono dell’idea che vivere in Italia sia il massimo: come si sta qui non ha eguali

Sei comunque legato alla tua Chivasso e a Torino, dove sei nato. A proposito, la sindaca Chiara Appendino ti ha dedicato un tweet “Hai portato Torino sul tetto del mondo”. In molti hanno risposto “Beh, almeno lui”, in riferimento alla mancata candidatura olimpica della città…

“Non so cosa sia successo al riguardo e non ci ho fatto caso a questo tweet. So solo che sono molto orgoglioso di aver portato la mia città, Chivasso, così in alto. Non era mai successo prima, penso sia positivo per tutti e anche per il motociclismo…”

Di questo sport ultimamente si è parlato a lungo per la vicenda di Romano Fenati. Sei stato suo compagno di squadra, qual è la tua opinione su quanto è accaduto?

Posso dire che Romano è un pilota che va molto forte ed è un gran talento. Anche al suo esordio in Moto2 lo ha dimostrato, ritrovandosi subito in Qatar là davanti. Parliamo di un pilota istintivo, che alle volte diventa incontrollabile, su questo certamente dovrà lavorare. Romano è un ragazzo che, quando è tranquillo, ci ridi e scherzi insieme. Giusto dargli un’altra opportunità? Per me sì. Ha compiuto un brutto gesto, così come brutta è stata la reazione della gente nei suoi confronti. Un’altra possibilità non si nega a nessuno, anche se per lui credo sarà davvero l’ultima…

Un magazine francese ha scritto che tu sei un po’ la sua “nemesi”, anche per via del tuo carattere. Sei un ragazzo tranquillo, riservato, educato… La definizione di “pilota della porta accanto” ti piace?

“Mi sembra un appellativo un po’ “moscio”… Però sì, mi piace. Sono fatto così, anche in queste ultime settimane ho cercato di essere disponibile con tutti, mi sembra doveroso”.

Al Ranch ti chiamano “Lewis” riferendosi ad Hamilton…

“Adesso un po’ meno! (ride). Inizialmente sì, perché mi vestivo con qualche felpa piuttosto appariscente, un po’ come Hamilton”.

Di recente è anche salito in moto e dovrebbe essere ospite al Ranch prima o poi…

“Pare di sì, ma credo non a breve. In moto sì, ho letto e ho visto le sue foto. Dicono che ha girato a 7″ dai migliori della Superbike? Nel caso è andato davvero troppo forte. Vedendo qualche foto di lui in sella mi sembra comunque un po’ strano…”

Diventare un pilota professionista richiede impegno, sacrifici, anche tanti rischi. Di questi tempi, ti ritieni comunque un privilegiato?

“Assolutamente sì e so perfettamente di esserlo. Per questo ringrazio sempre la mia famiglia per i loro sacrifici di questi anni, così come la VR46 e Sky per dove mi hanno portato. Ci penso sempre”

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STAY HEALTHY, STAY COOL

L’allenamento inizia a tavola
Fare attività fisica è molto importante per il nostro benessere, ma mangiare i cibi giusti prima e dopo un allenamento in palestra lo è ancora di più. Infatti con cibi sbagliati o in eccessiva quantità, si corre il rischio, quando si fa sport, di trovarsi o troppo stanchi o troppo pieni a metà dell’allenamento, vanificando così il lavoro fatto. «Innanzitutto – dice Flavia Correale, medico endocrinologo e dietologo – occhio alle quantità, non esagerate con le porzioni e soprattutto calcolate i “tempi giusti” fra i pasti così da far lavorare in modo corretto l’apparato digerente e non appesantirvi». Detto questo, l’ideale, come dimostrato da recenti studi scientifici, sarebbe impegnarsi nell’attività fisica la mattina presto a digiuno e, dopo l’allenamento, fare una colazione completa con yogurt e cereali, pane tostato integrale con marmellata e frutta per assicurare il recupero del glicogeno muscolare. A pranzo pieno di proteine (carne bianca, legumi, ricotta fresca, salmone fresco o affumicato) per ripristinare le miofibrille muscolari. A cena invece via libera ai carboidrati complessi (pasta, riso o farro integrale) e verdure di stagione per approvvigionarsi di vitamine e sali minerali indispensabili per migliorare le performance sportive.

«Se l’allenamento è nel pomeriggio – continua la dietologa – calcolate di dover pranzare almeno tre o quattro ore prima. L’alimentazione pre-palestra deve includere carboidrati come riso, pasta integrale, orzo, farro e proteine come carne di pollo o tacchino o del pesce e accompagnare il tutto con verdure fresche o cotte ma di stagione. Nella dieta non devono mancare le erbe aromatiche, un trucchetto che può aiutare a ridurre di molto le quantità di sale».

Infine per chi va in palestra o in piscina solo dopo il lavoro l’indicazione è di non dimenticare di fare merenda, da una a tre ore prima dell’allenamento, con uno yogurt con cereali o una banana o un panino integrale piccolo con ricotta fresca o frittata o tonno sgocciolato. In questo caso la cena deve prevedere una minestra di legumi, oppure pasta o riso, e un secondo a base di carne bianca o pesce cotti senza l’aggiunta di grassi accompagnati da verdure e, per concludere, un frutto di stagione.

Attenzione agli energy drink!
Durante lo sport si perdono, attraverso il sudore, tantissimi liquidi (oltre 500 ml ogni ora di attività) e minerali. Per ripristinare i liquidi, al di là della sensazione di sete, la raccomandazione è di bere almeno un litro e mezzo di acqua lontano dai pasti mentre per reimmettere i sali minerali sono indicati estratti di frutta e verdura freschi a base di carota, mela, sedano, ananas e arance.

«Occhio agli energy drink – avverte la dottoressa Correale – a base di caffeina, taurina e D-glucuronolattone perché devono essere assunti con precauzione in base all’età o altri problemi medici. Infatti una lattina da 250 millilitri di queste bevande contiene la dose di caffeina equivalente a cinque tazzine di espresso». Una ricerca dell’Università canadese di Waterloo condotta su oltre 2000 consumatori di bevande energetiche ha dato risultati allarmanti. Il 24,7% del campione osservato ha manifestato alterazione del ritmo cardiaco, il 24,1% ha sofferto di insonnia o disturbi del sonno, il 18,3% ha lamentato emicranie ricorrenti, il 5% nausee o problemi gastrointestinali e in rari casi si sono registrati dolori acuti al petto e attacchi cardiaci.

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IL VALORE DEL CROSSFIT SECONDO STEFANO MIGLIORINI

Ho sempre amato la competizione, sfidare i miei limiti per raggiungere degli obiettivi mi fa sentire vivo anche se la strada per raggiungerli non è mai semplice. L’insegnamento più grande che il crossfit mi ha regalato è quello di essere resilienti, nello sport e nella vita di tutti i giorni. Le gare in ambito internazionale a cui ho partecipato mi hanno insegnato a reagire sempre con lo spirito giusto e questa è una delle abilità fondamentali da coltivare. Avere la possibilità di essere di aiuto agli altri, trasmettendo la mia esperienza come coach, mi motiva a fare sempre meglio e a spingermi sempre oltre. Questo è il vero motivo per cui continuo a fare questo lavoro.

Come è iniziato il tuo percorso atletico e nel CrossFit?

Ho iniziato a fare Crossfit nel 2011, con Ernest Briganti che è tuttora il mio coach, cercavo uno sport che mi desse la possibilità di mettermi alla prova fisicamente e mentalmente, misurandomi con altri atleti.

Quali le difficoltà che hai incontrato nel tuo percorso?

Oltre alle scontate difficoltà che può incontrare un atleta nello sport in cui compete,relativamente all’impegno fisico giornaliero, le difficoltà maggiori sono state fronteggiare mentalmente tutte le sfide che si sono poste di fronte in questi anni di competizione.

Quali i momenti e traguardi che hanno segnato la tua crescita ?

Ogni situazione di difficoltà mi ha fatto maturare, rendendomi più resiliente.

Come si svolge la tua giornata tipo?

In genere divido la giornata in 2/3 sessioni di allenamento, intervallate dal lavoro come coach nel box Reebok Crossfit officine in cui passo l’intera giornata.

Quali esercizi non mancano mai nel tuo workout ?

Il bello dello sport che faccio è la costante varietà degli esercizi.

Seguo un programma di allenamento personalizzato dal mio coach sulla piattaforma di BHT LAB, dunque non mancano mai esercizi sulle mie weaknesses

La tua routine alimentare

Seguo un regime alimentare bilanciato e studiato su di me che ammonta a circa 4000kcal al giorno e che è in grado di sostenere il volume dei miei allenamenti.

Quali sono gli stereotipi e luoghi comuni legati al CrossFit 

Il luogo comune chi non conosce questo sport è che non è adatto a tutti. In realtà è perfettamente adattabile e scalabile a qualsiasi livello.

Foto di Stefano Facca

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GENOVA IN 24 ORE: LA MARINA, I CARUGGI E BOCCADASSE

Conosciuta anche come “La Superba”, Genova è una città affascinante, custodita tra la montagna e il mare, frammentata tra passato e presente e crocevia di popoli e culture diverse. Famosa per essere la città natale di Cristoforo Colombo, si trova splendidamente posizionata al centro del golfo del Mar Ligure. La città ha un passato legato alla marineria e al commercio, è stata capitale per otto secoli dell’omonima Repubblica e ancora oggi ospita uno dei porti più importanti a livello italiano ed europeo. È inoltre una delle zone marittime per eccellenza da chi proviene dalla grandi città del nord Italia come Milano. Sebbene sia molto apprezzata per la sua comodità con le altre spiagge della Liguria, il capoluogo ligure offre davvero tanto da visitare e risulta  perfetta per una fuga di 24 ore.

Soggiornare all’interno del Porto Antico

Il porto non è solo un luogo di arrivi e partenze, ma può diventare la base della vostra vacanza. Al suo interno sorge l’hotel NH Collection Genova Marina, situato a breve distanza dal centro storico e a due passi dall’Acquario e dal Museo del Mare. La struttura si trova in un’area che vanta mille anni di storia e oltre venti anni di nuova vita, grazie all’intervento di riqualificazione ad opera dell’illustre architetto genovese Renzo Piano. Tra i punti forti, spicca senza dubbio l’atmosfera affascinante e suggestiva del Porto Antico che si respira dalle prime luci del giorno fino alla sera, dove presso il ristorante dell’hotel, Il Gozzo, è possibile cenare con deliziosi piatti liguri a base di pesce rivisitati in chiave moderna con contaminazioni partenopee. Il ristorante, caratterizzato da elementi in legno e colori caldi, richiama l’interno di un veliero e dispone di due terrazze perfette per le prime giornate di sole.

Ristorante Il Gozzo
NH Collection Genova Marina

 

L’Acquario di Genova

Il più grande in Italia e primo in Europa per specie animali (oltre 400 per più di 150000 animali), l’acquario di Genova, il quale vanta anche un progetto di  Renzo Piano, offre un percorso che si snoda per 70 vasche e si configura come la più grande attrazione del capoluogo Ligure. Perfetto per una visita con i bambini, ma anche per gli adulti appassionati delle meraviglie subacquee, all’interno del complesso è possibile ammirare la vasta biodiversità acquatica che lo rende un luogo unico, ma soprattutto un motivo di vanto Italiano.

Il centro storico

Con oltre 113 ettari di superficie il centro storico di Genova è uno dei centri medievali più estesi di Europa, qua è possibile perdersi nei caratteristici vicoli (Carruggi) che spesso si aprono su piccole piazzette regalando ai visitatori un’esperienza mozzafiato. Genova è un luogo dove sapori e culture si incontrano, proprio come i diversi stili architettonici del passato che si intersecano squisitamente con quelli del presente. Il giro per le botteghe storiche è obbligatorio, qua infatti è possibile imbattersi in una vera e propria celebrazione dell’artigianato made in italy e della grande cultura enogastronomica Ligure, tra fugasse, pesti e vini.

Boccadasse

Il più celebre tra gli antichi borghi dei pescatori, Boccadasse è un piccolo gioiellino tutto all’italiana. Il fascino fuori tempo di questo borgo lo ha reso, nel tempo, il luogo più amato da Genovesi e turisti. Dopo la graziosa Promenade di Corso Italia, gremita di localini e stabilimenti balneari, Boccadasse appare in tutto il suo splendore con le case colorate tipiche della tradizione Ligure, e i vicoli pittoreschi. Proprio qui era solito trascorrere del tempo e scrivere alcune delle sue canzoni il celebre cantautore Fabrizio de Andrè, ma anche Gino Paoli, il quale ha dedicato un’intera canzone a questo romantico paesino.

I Rolli Days

Dal 3 al 5 maggio 2019 riapriranno le porte gli straordinari palazzi dell’aristocrazia genovese, che dal 2006 sono Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Per un fine settimana, sarà possibile visitare gratuitamente molti degli palazzi che Rubens definì “un esempio di bellezza e magnificenza per tutta Europa”, le loro splendide decorazioni affrescate, le loro straordinarie architetture, le collezioni d’arte. Un racconto che raggiunge la Valpolcevera, un asse viario strategico e vitale per il benessere della città di Genova fin dai tempi della romana Via Postumia; un collegamento fra Genova e il Nord Italia che da sempre rappresenta un’arteria fondamentale per la città.

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INTERVIEW: INFINITY INK

 

Infinity Ink è un progetto nato grazie all’unione di Ali Love e Luca Cazal, amici da ormai 20 anni e collaboratori da 8. Il duo ha lavorat con pezzi grossi del panorama musicale urbano, e hanno registrato il loro album presso vari studi di Londra, Ibiza e Toronto. In occasione del rilascio di House of Infinity, qui in pre-order , li abbiamo intervistati.

Com’è nato il progetto Infinity Ink?
Abbiamo iniziato a fare musica insieme intorno al 2001, praticamente appena ci siamo conosciuti. Il sound era abbastanza diverso a quel tempo, era più un pop orientato all’italo/synth, abbiamo affrontato diverse incarnazioni della band e abbiamo anche continuato i nostri progetti personali fino al 2009, quando abbiamo poi iniziato a farci conoscere come Infinity Ink.

Come descrivereste il vostro sound e le vostre influenze?
Crediamo che il nostro sound sia un mix di diversi stili come House, Disco, Funk, Soul ecc. Ciò che ci differenzia dagli altri gruppi del nostro genere è che spesso ci approcciamo alla musica da un punto di vista di scrittura, invece che da quello di un DJ/Producer, grazie anche al nostro passato da musicisti.

Avete registrato House of Infinity a Londra, in Canada e ad Ibiza, quanto sono state importanti queste tre città per il vostro background?
Londra è la città dove ci siamo incontrati e dove è iniziato il progetto Infinity Ink. Per quanto mi riguarda, è la città più attiva e con più ispirazione del mondo per la musica elettronica, è dove abbiamo incontrato la maggior parte dei nostri colleghi e conosciuto i primi contatti che abbiamo nel mondo della musica. Solamente uno di noi due vive ancora li, ma è dove il progetto ha sede.
Entrambi partecipavamo a dei rave ad Ibiza, prima che nascesse Infinity Ink, quindi quando le cose sono iniziate ad andare bene e ci hanno chiesto di tornare, era come un sogno che diventava realtà.
Siamo stati i primi a fare unvocal setlive aDC10 e abbiamo avuto una residenza al Paraside dal 2011.
Luca si è trasferito definitivamente lì nel 2016 e ha dato vita a uno studio dove si sono svolte molte registrazioni. Ibiza è la nostra seconda casa, abbiamo una connessione profondissima con l’isola e chi ci abita.
Toronto occupa una posizione più recente nella nostra storia, la fidanzata di Luca è di lì e negli ultimi anni ci ha passato sempre più tempo, conoscendo produttori locali e lavorando in studi fantastici che hanno rappresentato gli ultimi ritocchi all’album che abbiamo registrato.

Uno di voi due è italiano, quando è stata importante la musica italiana nel vostro sound?
Una delle prime cose che ci legava era l’amore per i dischi italiani degli anni settanta e ottanta. L’Italia a quel tempo stava producendo musica che è diventata un’influenza importante negli anni successivi, diciamo che senza l’Italo Disco, l’House sarebbe completamente diversa oggigiorno. Il sound italiano era molto più fruttuoso prima rispetto ad ora, ma è comunque stata una grandissima ispirazione.

Avete suonato in grandi eventi come Glastonbury, CRSSD Festival and DGTL. Vi vedremo in altri grandi concerti, magari in Italia?
Luca si è ritrasferito in Italia e abbiamo spostato il nostro studio nella provincia di Alessandria, quindi registreremo sicuramente nuove tracce li, mentre per quanto riguarda gli eventi non ne abbiamo ancora programmati in Italia.

House of Infinityvanta collaborazioni con dei pezzi grossi delNYC underground comeMr. V and eLBee BaD, come descrivereste queste collaborazioni?
Quando abbiamo iniziato a realizzare l’album mi sono messo in contatto con alcuni artisti con cui avremmo voluto collaborare. Dato che siamo stati dei fan della loro musica per moltissimi anni, ho contattato Victor ed Elbee, a loro è piaciuta l’idea, ho mandato dei pezzi e abbiamo realizzato le tracce molto velocemente, è stato un onore avere le loro voci nel nostro album.

Quali sono i vostri progetti?
Stiamo producendo un nuovo singolo e un remix di House of Infinity, che includerà dei remix realizzati da alcuni dei nostri artisti preferiti. Ci saranno inoltre dei progetti autonomi da parte di entrambi.

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Test antidroga dei capelli: tempistica e livelli di cut-off

I test antidroga dei capelli sono tra le principali metodologie di analisi scelte per appurare la presenza o meno di sostanze stupefacenti nell’organismo umano. La loro efficacia arriva al 100%.  È noto, ormai da tempo, che le sostanze stupefacenti e i loro metaboliti si incorporano nella matrice cheratinica durante il processo metabolico e ivi permangono per lunghi periodi di tempo.

Data la stabilità con cui le droghe si depositano nel capello, un abuso di sostanze stupefacenti ed anche di alcool può essere rilevato anche molto tempo dopo, proporzionalmente alla lunghezza del capello stesso. La lunghezza del capello condiziona, infatti, il tempo passato a cui si può risalire: ogni centimetro di lunghezza corrisponde ad un periodo di circa 30 giorni. L’esame del capello è anche molto sicuro perché non esiste possibilità di adulterazione del campione.

Come si esegue l’analisi del capello?

L’analisi del capello viene effettuata su di una ciocca di capelli del diametro di circa 0,3 cm prelevata possibilmente dal vertice superiore della nuca, avendo cura di posizionare le forbici il più possibile vicine al cuoio capelluto. È indispensabile che l’esame del capello venga eseguito con metodiche di cromatografia accoppiate a spettrometria di massa. È inoltre possibile effettuare un’analisi porzionata dei capelli prelevati, al fine di descrivere con maggiore precisione la storia di abuso del soggetto sottoposto all’esame.

Con il test del capello si possono evidenziare tracce delle seguenti sostanze illegali: marijuana, cocaina (incluso crack), oppiacei (inclusa eroina, morfina e codeina), ketamina, anfetamine, metamfetamine e MDMA; vengono verificati anche gli abusi di alcool. Il test consiste nell’analizzare una ciocca di capelli, polverizzata e sciolta in solventi, attraverso la già citata Gas Cromatografia/Spettrometria di Massa.

A richiedere il test antidroga del capello sono diverse fasce sociali e lavorative: dagli accertamenti medico-legali quali commissione medica per patenti, casi di adozione o per l’acquisizione del porto d’armi, a genitori preoccupati per i propri figli. Il campione di capelli viene considerato positivo per la sostanza ricercata se la concentrazione di quest’ultima risulta superiore allo specifico valore di cut-off di seguito indicato:

  • Cocaina: 0.2 ng/mg
  • Benzoilecgonina: 0.05 ng/mg
  • Oppiacei e metaboliti: 0.5 ng/mg
  • Cannabinoidi: 0.1 ng/mg
  • Amfetamine e analoghi: 0.5 ng/mg
  • Metadone e metaboliti: 0.5 ng/mg
  • Buprenorfina: 0.05 ng/mL.

 

Un esame sicuro ed efficace quello del capello, che permette, con massima efficacia, di accertare l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti.

BEAUTY TIPS: LA CURA DELLA BARBA

Ora che il grooming – la cura di barba e capelli per l’uomo – ha rotto il taboo per cui la bellezza sia di esclusiva pertinenza femminile, anche gli uomini hanno iniziato davvero a prendersi cura del proprio aspetto, partendo dalla base: creme per il viso, tagli innovativi o vintage, barba hipster o rasata ogni giorno. Lo sa bene Sali Avdija, che da anni cura l’estetica maschile nell’angolo barberia di Merci à Vous, l’hair boutique di Mayra Cassano, nata con una duplice identità: salone di bellezza, per la tipologia di servizi offerti, che esplorano il benessere in tutte le sue forme, ma anche club, grazie al proposito di proseguire la tradizione storica del salotto meneghino di fine Ottocento, rispondendo all’esigenza di socialità e arricchimento culturale di tutte le persone che vi transitano. Sali pratica la rasatura con il rasoio a lama singola, coccolando i clienti con panni caldi, oli essenziali e l’insaponatura a pennello, per far riscoprire l’antica tradizione artigiana della barberia da cui ha appreso la propria arte. Ecco i suoi consigli!

THE RIGHT TOOLS

Il migliore alleato per una barba perfetta è ovviamente il rasoio. Va scelto di ottima qualità e con più pettini a disposizione, così da poter regolare ogni parte nel modo più idoneo. Soprattutto durante i cambi di stagione, quando la barba tende a essere più crespa, è poi consigliabile pettinarla con una spazzola di seta per renderla più morbida, distribuire l’eventuale olio utilizzato su tutto il pelo e massaggiare la cute.

BE PATIENT

Far crescere la barba non è semplice come sembra. Si ha bisogno di molta pazienza per farla arrivare alla lunghezza desiderata e per superare le scomode vie di mezzo. Il segreto è pulire la barba più spesso, soprattutto durante il primo mese. Avere la barba lunga non significa infatti abbandonare qualunque visita dal barbiere: va regolata di tanto in tanto per mantenerne la forma ed evitare l’effetto crespo.

TAKE CARE

Durante il giorno la barba tende a diventare oleosa e ad assorbire alcuni cattivi odori, come il fumo. L’ideale è lavarla almeno un paio di volte al giorno: in casa, al mattino e a sera, con l’aggiunta di uno scrub apposito e in ufficio, magari in pausa pranzo, con della semplice acqua tiepida.

THE BEST PRODUCTS

Per la rasatura quotidiana è consigliabile utilizzare saponi da barba professionali, distribuendoli con un pennello capace di ammorbidire il pelo e la pelle, per facilitare il passaggio della lama e prevenire le irritazioni. Un piccolo trucco è idratare la barba con una semplice crema idratante neutra, per eliminare il crespo e renderla più morbida, a cui si possono aggiungere poche gocce di oli essenziali per profumarla, come la lavanda, il sandalo o il lemon grass.

 

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UNA QUESTIONE DI SCHIENA: ANGELO BONOMELLI

Quella di ANGELO BONOMELLI, surfer italiano che vive in Costa Rica e che si batte per entrare nel gotha del settore, la World Surf League, proprio grazie alle sue manovre in back side. E a un’alleata potentissima: la poesia sussurrata dal mare.

«Sai qual è la verità? Che la paura del mare non te la togli mai ed è questo il bello». Come se la ride Angelo Bonomelli, 27 anni, quando gli spiego che per la prossima oretta lo tartasserò di domande su cosa si prova a fare surf perché io ho troppa fifa per farlo.

Nato in Italia, dalle parti di Varese, in realtà sulla tavola Angelo ci è salito per la prima volta in Costa Rica, dove la sua famiglia si era trasferita quando era piccolo. «Avevo sui dodici anni, ero in spiaggia con i miei amici e a un certo punto abbiamo iniziato a giocare con le onde. Tutto è cominciato per puro divertimento», spiega Angelo con dolcezza, «poi verso i sedici anni ho iniziato a fare sul serio, grazie anche a un allenatore da paura come Didier Piter (per i non esperti, un mostro sacro del surf francese, ndr)». Da lì, un crescendo di successi fino ad arrivare al titolo di campione italiano nel 2017 e campione del Costa Rica nel 2018, mentre ora è intento a gareggiare per garantirsi l’accesso alle World Qualifying Series, ovvero le qualifiche da superare per conquistare un posto nel circuito della World Surf League, la lega più importante nel settore, quella per intenderci in cui è entrato Leonardo Fioravanti. Quando non è impegnato con le competizioni in giro per il mondo, Angelo si divide tra il Costa Rica, dove passa i mesi invernali e la stagione calda, con base in Europa. E oltre ad allenarsi per vincere il più possibile, è attivo come istruttore.

In Italia il surf sta diventando più popolare, anche grazie alle sue imprese, ma forse cè una visione un po’ stereotipata del settore, un immaginario fatto di mare, sole e gran feste sulla spiaggia di sera intorno a un fuoco: è davvero tutto così idilliaco?

«Questo è un ambiente rilassato, il che non significa che non ci si debba mettere d’impegno. Io mi alleno almeno tre o quattro ore al giorno e le sensazioni sono sempre diverse. C’è la volta in cui tutto fila liscio, ti rilassi e pensi solo a essere con l’onda, ma capitano anche i momenti no. La mia fortuna però è che, anche se il surf per me è diventato un lavoro, non ho perso la poesia. Quanto ai surfer italiani, hanno tutto il mio rispetto».

Perché?

«In Costa Rica il mare è sempre caldo ed è facile avere le condizioni giuste per salire sulla tavola. In Italia bisogna essere dei veri appassionati per sopportare la calma forzata dell’estate e il freddo dell’inverno: ci vuole fegato per buttarsi in acqua quando il termometro va verso lo zero, ma ne serve ancora di più per uscire fuori, con l’aria che ti gela le mani. Credo che “Non mollare mai” possa essere il loro motto».

In Italia dove ha trovato le onde più belle? E allestero, invece?

«Lungo tutta la costa sarda ci si può divertire, mentre uno dei miei posti preferiti nel mondo è l’Australia, se si tralascia il piccolo dettaglio che mentre sei in acqua tu, ci sono pure gli squali. L’Indonesia è un altro luogo particolare, anche perché spesso la gente del luogo non parla inglese, quindi bisogna trovare il modo per comunicare. Io mi sono arrangiato benissimo con le mani».

Qual è laspetto più faticoso del suo mestiere?

«Spostare le tavole! Detta così sembra una battuta, ma non è per niente semplice volare da un continente all’altro con tutto l’armamentario al seguito. E anche una volta arrivato, magari ti tocca di camminare per lunghi tratti con la tavola in mano, la logistica di un surfer è una faccenda complicata».

Cosa si prova a competere con i più forti?

«Il bello delle gare di alto livello è che puoi incontrare i big names e chiacchierarci. Uno dei momenti più gratificanti è quello del free surf, quando si entra insieme in acqua per riscaldarsi, poi però arriva la gara e in quei venti minuti non fai sconti a nessuno. Certo se sai di essere primo, ti puoi permettere di aiutare un amico, ma altrimenti devi mettere in atto tutte le tue tattiche».

Cè una situazione in cui si sente davvero un drago?

«Con le manovre di schiena direi che me la cavo alla grande, sono i voli che a volte mi fanno un po’ penare, ma si può sempre migliorare».

A parte i casi disperati, come il mio: paura atavica di non riuscire a ritornare in superficie. Per gente come me il surf resterà sempre e solo un sogno.

«In Costa Rica si fa pratica con onde di mezzo metro e con la tranquillità di poter sempre mettere i piedi a terra, se le cose proprio girano male. Sono convinto che nel posto giusto, tutti abbiano la chance di prendere confidenza con la tavola e di godersi le sensazioni incredibili che il mare regala. Niente è impossibile».

 

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THOM BROWNE: LO STILISTA DELLO SPORT

E’ un legame forte e autentico quello che lega Thom Browne al mondo dello sport. Dopo aver vestito il cestista statunitense LeBron James e la squadra dei Cleveland Cavaliers, ora il designer è impegnato nella realizzazione delle divise formali della squadra di calcio del Barcellona.Inoltre di recente ha anche lanciato una capsule collection dedicata al golf, che sviluppa la serie a tema sportivo introdotta per la prima volta dalla Collezione Tennis.
Come racconta lo stesso Thom Browne: “Vengo da una grande famiglia in cui tutti sono stati coinvolti nello sport. E’ stato da sempre parte della mia vita. Quando eravamo piccoli, i miei fratelli e sorelle giocavano a basket e a baseball. Io e mia sorella praticavamo il nuoto. Io stesso corro ogni giorno. Lo sport è parte della mia vita. Gli atleti professionisti sono per me una grande fonte di ispirazione. Aspirano tutti a essere la versione migliore di loro stessi, come ad esempio LeBron James o Rafael Nadal. Il percorso di coloro che riescono a diventare veri campioni è davvero stimolante “.

Thom Browne

Il marchio è cresciuto molto negli ultimi anni grazie a una direzione molto precisa che ha ridefinito il codice dell’eleganza maschile con nuove proporzioni: maniche della giacca e rever più corti del solito, slim fit, shorts al posto dei pantaloni sartoriali per confezionare un completo elegante, orli e pieghe dei pantaloni stranamente alti. E poi le collaborazioni dedicate allo sport unite a un linguaggio spesso di rottura, come si vede nei suoi show spettacolari. Dal 2016 Rodrigo Bazan è diventato CEO di Thom Browne, sviluppando una strategia che ha portato il brand a crescere sui mercati internazionali tanto da diventare appetibile per un gruppo come quello di Ermenegildo Zegna, che ha di recente acquistato la quota di maggioranza della società all’85%, con Browne come unico shareholder. Bazan, nato in Argentina da padre spagnolo e madre italiana, vanta un percorso davvero importante in aziende del Gruppo Gucci, poi come direttore finanziario di McQueen, a Londra (a soli 27 anni) fino ad arrivare a dirigere gli affari europei di Marc Jacobs e alla direzione nel 2010 di Alexander Wang. Per Thom Browne ha creato una strategia di espansione che vede al centro il collegamento diretto con il consumatore. Oggi grazie alla sua esperienza il marchio è disponibile in 300 punti vendita nel mondo per l’uomo, e 200 per la donna. In termini di negozi, tra flagship store e concessioni in Giappone o in Corea, l’azienda conta ora ben 29 monomarca.

Rodrigo Bazan

“Il successo di Thom Browne raggiunto nei primi dieci anni ha lasciato tutti senza parole, non si faceva altro che parlare di lui. La creatività, l’artigianato, l’alta qualità del prodotto, la consistenza. Tutti messaggi molto chiari. Ho trovato una situazione unica da cui partire. Per crescere ho pensato a un sistema direct consumer tramite negozi monomarca e online store. Una strategia omnichannel capace di preservare le caratteristiche del prodotto. Abbiamo imparato molto dal retail. Creatività, espressione del marchio e prodotto sia nell’ uomo che nella donna. Ora l’obiettivo è portare i fatturati uomo e donna allo stesso livello. E poi ho implementato la comunicazione con forte attenzione al digital, un altro pilastro molto importante“ ha dichiarato Rodrigo Bazan.

E sulle diverse collaborazioni con il mondo dello sport spiega lo stesso Bazan: “Thom nutre una grande ammirazione per gli atleti, che per lui sono quasi più importanti delle celebrities. Quando facciamo loro indossare il completo sartoriale Thom Browne nasce un contemporary look dal risultato perfetto. Lo stesso quando abbiamo vestito i giocatori del Barcelona. Per noi vestire gli atleti è stata la dimostrazione che i capi andavano oltre ciò che si vede in sfilata. Le collaborazioni sportive di non sono guidate da un marketing plan. Nel caso di LeBron James tutto è nato da un incontro con l’NBA. Nel caso del Barcellona ci hanno contattati loro perchè erano alla ricerca di un partner. E la loro cultura di vincere come team è molto simile a quella di Thom. Ci interessava dare priorità ai giocatori e alla squadra.Oggi i giocatori li vestiamo anche nella vita privata. E gli atleti sono perfetti ambassador. Per quanto riguarda il golf e il tennis, sono due sport molto cari a Thom. Per il Salone del Mobile aveva creato una collezione capsule da tennis che ha avuto un enorme successo. Poi da un viaggio in Corea è nata l’idea del golf”.

Oggi il brand, grazie all’acquisizione del Gruppo Zegna, che sostiene a pieno la strategia sviluppata da Bazan, ha tutte le carte in regola per conquistare il mercato menswwear, anche grazie al distillato equilibrio tra sportswear e tailoring di nuova generazione.

 

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VELOCE COME TORTU

Veloce, corre veloce Filippo (Pippo per gli amici), lo capisce anche chi non segue l’atletica o non legge dei suoi record (da leggenda) a 20 anni. Lo capisce chi lo guarda in quello “scatto” armonioso della campagna pubblicitaria di Fastweb. Nessun italiano è oggi più “fast” del brianzolo che è stato anche eletto uomo dell’anno agli Awards 2018 della Gazzetta dello Sport. Pippo, velocista azzurro è stato il primo italiano a correre sotto i 10 secondi i 100 metri piani, con 9’99 lo scorso giugno a Madrid ha battuto il record da sempre proprietà di Mennea. Atleta delle Fiamme gialle, in dicembre ha fatto incetta di premi e riconoscimenti. Ma sarà il 2019 l’anno della sua conferma, tra gare indoor, Mondiali di staffetta di Yokohama, Golden Gala e soprattutto i Mondiali di Doha ad ottobre.

Hai avuto un fine anno intenso, tra riconoscimenti, premiazioni e serate di gala, ma senza abbandonare la pista, avverti di più l’adrenalina quando sali su un palcoscenico per essere premiato a quando sei in gara?

In entrambi i casi, anche se sono due cose diverse. L’adrenalina che si sviluppa in gara è decisamente dovuta ad una grande sensazione di incertezza, non sai come andrà a finire. Quando invece ricevi un premio quella sensazione scaturisce dalla soddisfazione, che si trasforma in orgoglio per quello che ti viene riconosciuto.

Ti senti uno da “gran serata”? Come gestisci questo tipo di eventi?

Amo molto lo sport in tutti i sensi per cui mi piace vedermi sullo stesso palcoscenico insieme ai grandi campioni, mi piace sentirmi uno di loro.

Se ti chiedessero di scegliere tra l’andare in un ristorante stellato o una semplice pizzeria per quale opteresti?

Con gli amici assolutamente la pizzeria, mentre con la famiglia scelgo il ristorante stellato, i miei sono amanti della cucina raffinata.

Il tuo look preferito?

Sono uno dai gusti classici, mi trovo bene in giacca e camicia oppure con magliette semplici, jeans e scarpe sportive. Non sento il bisogno di essere sempre alla moda, non mi piacciono maglie lunghe e pantaloni strappati, non me li sento proprio.

Hai chiuso il 2018 capeggiando un bel numero di giovani atleti in molte discipline

Si, ci stiamo muovendo bene, ci sono molti giovani bravi. Una su tutti sicuramente Simona Quadarella, (argento 800sl campionati del mondo vasca corta ndr), ha ottenuto risultati stratosferici. Credo sia l’inizio di una nuova era di sportivi, senza togliere nulla a campioni come Nibali, per citarne uno.

Ma i record sono ormai tutti dei giovanissimi…

Speriamo

Il 2019 è pieno di aspettative?

Direi di obiettivi, che non mi mancano. Sono concentrato ed ho molta voglia di gareggiare. Farò qualche gara indoor tra gennaio e febbraio e poi a maggio inizierà la stagione vera e propria, ci sarà la staffetta in Giappone. Sarà un anno particolare con i campionati del mondo ad ottobre a Doha che è l’appuntamento clou. Confesso che ho molta voglia di affrontare soprattutto i 200 mt che torno a correre dopo lo scorso anno. I più faticosi sono sempre i 100 mt, ma ora sto preparando tutti e due e la fatica va avanti di pari passo. Sto rafforzando quanto fatto lo scorso anno puntando a mantenere stessa forza e potenza sia a destra sia a sinistra, a non creare scompensi.

A giugno scorso i giornali recitavano: “Filippo Tortu ‘9 99 nei 100, batte Mennea: è il più veloce nella storia italiana”. Come vivevi Pietro Mennea prima di batterne il record?

Come continuo a viverlo anche ora: esempio e leggenda dello sport. E poi, naturalmente, sapendo che lui aveva preso anche 4 lauree. Io sto frequentando la Luiss, l’università dove c’è una borsa di studio intitolata a lui. Per me un modello da seguire non solo in pista.

Come te la cavi tra studi e allenamenti?

Quando aumentano gli impegni è sempre più complicato studiare ed essere in giro per gareggiare, ma con uno sforzo maggiore si può fare. Sono iscritto ad Economia, non ho dubbi laurearmi è una cosa cui tengo.

Tra gli atleti del passato e del presente chi ti appassiona di più?

Livio Berruti per il passato, per il modo in cui intende lo sport, lo viveva in maniera spensierata ma professionale, in modo da divertirsi in tutto quello che faceva. Sebbene la mia generazione sia profondamente diversa io mi sento più simile a loro, a Berruti in particolare. Poi di oggi mi piacciono Armand Duplantis (18enne prodigio svedese) oro nel salto con l’asta, lui è un fenomeno mondiale.

E sui 100 mt avverti rivali?

Non sento rivali e quando sono in pista penso solo a me stesso ed ai miei risultati, e non presto attenzione agli altri, li guardo e non provo rivalità, mi piace l’agonismo.

Ti allena Salvino, tuo padre, non sempre avere un familiare stretto come allenatore è cosa semplice, come funziona il vostro rapporto?

Ci rapportiamo in maniera diversa, quando siamo sulla pista oppure quando siamo a casa. In pista io sono atleta e lui allenatore, riusciamo a interagire molto bene, senza sforzo in maniera naturale. Ma anche fuori abbiamo un bel dialogo. Sono fortunato a poter passare tanto tempo con mio padre ed è un ottimo tecnico dal punto di vista professionale, ho fortuna doppia.

Entrambi siete dei grandi consumatori di sport…

Beh la passione l’ho presa da lui, pensa che siamo appassionati anche di freccette. Ci piace vederne il livello di preparazione, osservare la tecnica e rispettare il talento di tutti gli sportivi. Ogni disciplina richiede competenza e sforzi.

La musica è una delle tue passioni e Patty Pravo, non è un mistero è il tuo mito. Da dove nasce?

Ascolto musica italiana da quando ero piccolo, e da adolescente mi è piaciuto approfondire alcuni cantautori italiani, infatti Lucio Battisti è il mio preferito. Hanno fatto pezzi che mi emozionano ogni volta che li ascolto, e seppure non sembrano brani che possano caricare io li sento prima delle gare e mi fanno un gran bene. Ascolto anche il rock, adoro i The Struts.

 

 

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LA STORIA DI UN CAMPIONE: ANDREW HOWE

Andrew Howe, atleta statunitense naturalizzato Italiano ed appartenente all’Aeronautica Militare, nasce a Los Angeles per poi arrivare in Italia con la mamma che lo allenerà sin da piccolo nella città di Rieti. Come dice lui non conosce la fatica, i traguardi raggiunti lo hanno portato ad un considerevole numero di medaglie, che ne fanno un vero e proprio orgoglio nazionale. Le sue doti non le dimostra solo in campo, infatti abbiamo imparato a conoscerlo meglio nelle sue apparizioni televisive dove carisma e humor lo hanno contraddistinto sin dal primo momento.

 

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Sei nato a Los Angeles e poi sei arrivato in Italia, com’è andata.

Mia madre, atleta anche lei, sognava ancora le olimpiadi di Barcellona, quindi non a caso, ha preceduto il mio arrivo a Rieti per fare un sopralluogo, e poi l’ho raggiunta anch’io. La città non è stata scelta a caso in quanto desiderava trovare un’atmosfera dove si potesse respirare l’atletica, avevo solo tre anni e mezzo, e ricordo ancora quanto mi mancasse il sole della California all’inizio. Il primo ostacolo è stata la barriera della lingua, ma piano piano mi sono inserito. Sin da piccolo ho imparato ad essere poliedrico nello sport, quindi ho provato un po’ tutto, poi la vita mi ha portato a scegliere l’atletica leggera passando dalla 100×1000 alla 100×300 e tante altre.

Invece tuo padre l’hai conosciuto quando eri già grande.

Avevo sedici anni quando ho incontrato mio padre, anche lui atleta, eravamo in contatto, ma internet non aveva ancora preso il sopravvento delle nostre vite, quindi era molto più complicato anche solo il sentirsi. Mia madre è stata davvero una donna eccezionale. In quanto è sempre stata molto onesta con me, ed altrettanto lui, nonostante io sia stato cresciuto dal suo secondo marito Ugo Besozzi, anche lui atleta, devo dire, che alla fine sono davvero uguale a mio padre caratterialmente. Il DNA non mente mai. 

La tua specialità in questo momento è?

Nella vita di uno sportivo ci sono sempre tanti cambiamenti, ad esempio quando ho avuto la frattura del tendine nel 2011, sono stato obbligato a modificare alcune cose, oltre allo stop obbligatorio per un certo periodo. E poi sono fermamente convinto che cambiare faccia bene quindi quest’anno mi sto dedicando ai 200 ed i 400 mt, vedremo che succederà.  

Che cos’è la fatica per te? 

Posso dire in tutta sincerità che io amo la fatica, quando sento le persone lamentarsi continuando a ripetersi che non ce la fanno, io non li capisco davvero, per me non esiste, so solo che per me è uno stimolo a fare meglio. Anzi se non la sento, mi dico che forse c’è qualcosa che manca.

La sfida più difficile che hai dovuto affrontare nella tua vita qual è stata?

Sicuramente è stato due anni fa, quando andai ad allenarmi in Svezia, dopo un periodo in cui stavo pensando seriamente di smettere. Tante situazioni non andavano per il verso giusto in quel momento, ma quando sono rientrato in Italia ed ho messo piede sul campo mi son detto: “Ma chi me lo fa fare di smettere, io voglio solo correre!” Devo ringraziare Fabrizio Donato, che mi ha allenato per due anni, e mi ha trasmesso stimoli nuovi, soprattutto nella dieta, che è sempre stata alla base per me, ma con lui l’ho potuta portare a livelli altissimi. Mi confessa che il “Kinder Bueno” purtroppo non rientrava nel regime alimentare.

Ti sei mai detto questo è impossibile non ce la posso fare davvero. 

Non l’ho mai fatto e non lo farò mai, mi hanno insegnato che se credi di poterlo fare, lo fai e basta, senza precluderti mentalmente con un’idea negativa.

Il momento più bello della tua carriera qual è stato?

Ce ne sono stati tanti, ma di sicuro il secondo posto ai campionati del mondo ad Osaka, o vincere i 200 mt al Golden Gala, ma poi alla fine siccome non ho ancora finito di correre voglio pensare a tutti quelli che arriveranno.

Come tutti i lavori agonistici non sarà per tutta la vita, hai già un piano B per cosa farai dopo?

Ho tante idee, forse troppe, non saprei nemmeno dire se possa essere un bene o un male, sicuramente allenare ed aiutare lo sviluppo di nuovi talenti, oppure cambiare radicalmente e buttarmi nel mondo della televisione, in quanto mi sono sempre divertito tantissimo in tutte le esperienze che ho fatto come ad esempio “Ballando con le stelle”. È un mondo che visto dall’esterno sembra gigante ma in verità è piccolissimo e tutti mi conoscono, però non nascondo che mi affascina.

Secondo te qual è la tua forza più grande?

Il mio sorriso in qualsiasi momento, anche i più brutti.

 

 

Ph Davide Musto 

Stylist Stefania Sciortino

Assistente fotografo Federico Taddonio 

Assistente Stylist Rosamaria D’Anna

Grooming Chiara Tipaldi per Simone Belli agency

 

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10 PARCHI DA SCOPRIRE IN ITALIA

Nel 2050, secondo le stime dell’ONU, il 68% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. Tra i motivi di questo spostamento verso le grandi città ci sono le opportunità in ambito formativo e professionale, l’offerta culturale e le numerose attività dedicate allo svago. Una vita urbana non presenta però solo vantaggi. Il ritmo frenetico e lo stress quotidiano possono scaricare velocemente le energie. Per questo motivo Holidu, motore di ricerca per le case vacanza, ha analizzato le recensioni di Google al fine di individuare la top ten dei parchi urbani sul territorio italiano, il posto ideale per staccare la spina dalla vita frenetica della metropoli e dedicarsi ai propri hobby, lo sport oppure una semplice passeggiata. Ecco la classifica dei più belli del nostro Paese.

  1. Giardino degli Aranci, Roma

Il Giardino degli Aranci può avvalersi di un’area verde di circa 7.800 m² impreziosito da numerosi alberi di arancio profumati. Si trova sul colle Aventino e percorrendo il viale in mezzo al parco, si raggiunge il belvedere dove è possibile meravigliarsi con la vista del panorama sulla capitale.

  1. Parco di Monza, Monza

Il Parco di Monza, situato a nord della città, rappresenta uno dei maggiori parchi storici europei e il più grande circondato da mura. Il parco, realizzato per volontà dal figlio di Napoleone come riserva di caccia, nel corso degli anni è stato più volte ampliato e ad oggi è circondato da 14 km di mura.

  1. Real bosco di Capodimonte, Napoli

Motivo di orgoglio per la città di Napoli, Il Parco di Capodimonte vicino all’omonima reggia offre ai visitatori ben 124 ettari di verde e svariati edifici che in passato vennero utilizzati da principi e re.

  1. Parco degli Acquedotti, Roma

Secondo parco in classifica per la nostra capitale. Il Parco degli Acquedotti deve il suo nome ai sette acquedotti risalenti all’epoca dell’Antica Roma. La bellezza di questo parco è stata apprezzata e utilizzata anche in campo cinematografico, ad esempio appare come set nel film La dolce vita.

  1. Parco di Villa Ghigi, Bologna

Anche se lontano dal centro di Bologna, il parco attrae molti visitatori. Dal Parco di Villa Ghini si gode di una vista molto suggestiva ed è possibili osservare una grande varietà di flora, anche esotica.

  1. Parco della collina di Superga, Torino

Il Parco naturale della collina di Superga è stato istituito nel 1991 per promuovere il territorio attraverso la valorizzazione, a livello turistico, della floristica e delle strutture architettoniche che contiene.

  1. Parco del Gianicolo, Roma

Questo parco, posto sull’omonimo colle romano, è famoso per la sua Passeggiata. Presente anche una statua dedicata a Giuseppe Garibaldi che si trova nella piazza (a lui dedicata) adiacente al parco e il Cannone del Gianicolo, che ogni giorno alle ore 12:00, spara un colpo.

  1. Parco Giacomo Leopardi, Torino

Probabilmente è il parco meno conosciuto rispetto agli altri in classifica. Il Parco Giacomo Leopardi ha la caratteristica di contenere tra la sua natura anche dei rifugi antiaerei che risalgono alla Seconda Guerra Mondiale.

  1. Parco Sempione, Milano

Famosissimo invece è Parco Sempione. Prende il nome dal corso Sempione e si trova poco distante dal Castello Sforzesco, rendendolo una frequente meta turistica milanese. La flora del parco è molto variegata e valorizzata attraverso alcuni percorsi botanici.

  1. Parco del Valentino, Torino

Ultimo dei parchi in classifica. Il Parco del Valentino di Torino, chiamato anche semplicemente “Il Valentino”, è una bellissima area verde che ospita al suo interno il Castello dei Savoia, certificato come patrimonio UNESCO.

 

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A NEW RISING STAR: MAX IRONS

Trentatré anni, figlio del Premio Oscar Jeremy Irons e una carriera avviata come attore. È Max Irons, attore britannico formatosi alla Guildhall School of Music and Drama, il cui debutto professionale in “Wallenstein” di Friedrich Schiller al Chichester Festival Theatre gli è valsa la nomination al prestigioso Ian Charleson Award. La sua carriera da attore è costellata di successi internazionali, come “Red Riding Hood” a fianco di Amanda Seyfried e Gary Oldman, il suo ‘Tommy nel thriller “The Runaway” nominato agli Emmy, o il suo ruolo come re Edoardo nella serie televisiva della BBC/STARZ “The White Queen” candidata ai Golden Globes, solo per nominarne alcuni. Tra gli ultimi progetti ricordiamo la serie spy “Little Drummer Girl” basata sul romanzo di John le Carré, dove Max interpreta Al, sotto la regia di Park Chan. Quest’anno sarà protagonista in “Condor”, una serie drammatica di dieci episodi, in cui il personaggio del giovane attore è ispirato al ruolo iconico di Robert Redford nel thriller politico “Three Days of the Condor” del 1975, su cui si basa la serie, in uscita a giugno negli Stati Uniti. Comparirà anche in “Terminal”, un thriller noir scritto e diretto da Vaughn Stein, prodotto e interpretato dalla candidata al Premio Oscar Margot Robbie, in cui Max è il sicario Alf. Ad agosto negli USA, Max è apparso come David Castleman nel film indipendente “The Wife”, scritto da Jane Anderson e basato sul romanzo omonimo di Meg Wolitzer, dove recita al fianco di Glenn Close, Jonathan Pryce e Christian Slater. Ha inoltre prestato il suo volto per marchi come Burberry e Mango. Personaggio affascinante e molto riservato, Max Irons non è un fan dei social network e si dichiara molto geloso della sua privacy. In questa intervista esclusiva scoprite i suoi prossimi progetti e l’editoriale scattato nella sua amata Londra.

Quando hai deciso di diventare attore?

Ho deciso di diventare attore quando frequentavo la scuola d’arte drammatica.  Ho diretto e recitato in un piccolo lavoro teatrale chiamato Gaggle of Saints, che è un atto unico del drammaturgo Neil LaBute. Ho quindi insegnato teatro per un anno e da lì ho avuto la conferma che era quello che volevo fare. Inoltre, se riesci a superare i tre anni di scuola di recitazione e ti diverti ancora, allora stai facendo la cosa giusta.

Come è stato il tuo percorso di formazione alla scuola di arti drammatiche Guildhall?

Intenso, terrificante ma illuminante allo stesso tempo.

Come è andata la tua prima esperienza e apparizione come attore?

Esilarante e spaventosa in egual misura.

Chi sono i registi che ti hanno maggiormente ispirato? Con chi ti piacerebbe lavorare in futuro?

Steven Soderbergh, Francis Ford Coppola, David Fincher, Christopher Nolan, Mike Nichols, Martin Scorsese e Stanley Kubrick, giusto per citare qualcuno.

Ti dividi tra serie tv e cinema, come selezioni i tuoi progetti?

Non c’è una formula fissa, valuto caso per caso. Dal cast coinvolto, la sceneggiatura, la storia della parte, è una combinazione di una serie di cose.

Quest’anno hai interpretato Joe Condor nel film Condor e il tuo personaggio si basa sul ruolo di Robert Redford. Come ti sei preparato per questa parte e quale è stata la tua esperienza?

 Fare una parte resa famosa da Robert Redford è una cosa che può intimidire, ma è anche un onore essere invitato a farlo. Tuttavia, anche se è importante rispettare ciò che è venuto prima, bisogna prendere e imparare quello che puoi e rielaborarlo perché che non ha senso cercare di emulare una determinata performance. Il fatto stesso che sei tu a interpretare la parte lo rende diverso e quindi ti permette di ampliare la tua comprensione del personaggio liberamente. Inoltre, lo scenario della nostra versione di Condor è diverso a causa dell’ambiente geo-politico estremamente mutevole in cui ci troviamo.

La tua performance in The Riot Club ha avuto grande successo ma allo stesso tempo ha creato scalpore, come descriveresti questa esperienza?

 The Riot Club è stata un’esperienza fantastica su più livelli. Lavorare con un giovane cast di attori inglesi e avere Lone Scherfig, una regista danese che racconta un inglese è stato molto entusiasmante.

Hai recitato anche il ruolo chiave di Edoardo IV nella serie storica The White Queen. Com’è lavorare su personaggi storici?

 The White Queen è ambientato durante il periodo storico della Guerra dei Roses, un momento affascinante e ricco di storia. Un’enorme quantità di risorse da cui attingere.

Esaminando la tua carriera, e tra i numerosi ruoli recitati quali sono per pietre miliari per te? Quali sono i film o le serie che rappresentano i punti di svolta per la tua crescita come attore?

 Farragut North, una commedia che ho fatto al Southwark Playhouse e al Riot Club

Quali sono i luoghi in cui ti rilassi e ti ricarichi?

Mi piace andare in bici, ma amo anche l’arrampicata. Mi piace molto anche la Grecia.

 

Il tuo ultimo viaggio che hai nel cuore?

Visitare Maiorca in bici

L’ultimo film che hai visto e ti ha ispirato?

Hereditary. Mi piacciono i film di paura e questo è estremamente bello.

Vivi a Londra o New York?

Londra, mentre prima vivevo a New York.

Hai un forte legame con Londra, quali sono i tuoi luoghi  preferiti della città?

Mi piace andare ad Hampstead Heath e al Borough Market

Raccontaci come è stato l’anno scorso e cosa c’è nel tuo futuro.

Il 2018 è stato un anno molto intenso, sono usciti al cinema ben due film: Terminal e The Wife. Ho recitato anche nella serie della BBC/AMC The Little Drummer Girl basato su un racconto di John Le Carrè. Nel 2019 tornerò a recitare nella seconda stagione di Condor. Non vedo l’ora!

Quali sono i piani per la tua carriera?

Continuare a lavorare, imparare da chi mi sta intorno e non perdere la prospettiva, cercando di divertirmi sempre mentre lo faccio. Il segreto è tutto lì.

 

 

 

 

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TAGLIO DI STAGIONE

Archiviata quasi definitivamente la moda del look hipster con barbe extra folte da curare e ciuffi scolpiti con rasature vertiginose, diamo il benvenuto alle colorazioni per barba e capelli (ovviamente senza esagerare) con tonalità naturali per nascondere i primi capelli bianchi oppure per intensificare il proprio colore naturale. Le fiale anti-caduta invece, si rinnovano trasformandosi in rituali per purificare ed esfoliare il cuoio capelluto. Insomma la scelta è ampia, ma  l’importante è rispettare  la tempistica. L’uomo sempre di corsa non ha tempo di attendere che la colorazione faccia il suo effetto e vuole che il trattamento sia veloce ed efficace. Ecco tre nuovi indirizzi da provare subito:

 

Essenza minerale da Marchina Hairstyling

Presso lo storico salone milanese situato in Corso Venezia nel centro pulsante della città, scopriamo un trattamento cosmetico completo a pH 4.5 adatto a tutti i tipi di capelli e cute in grado di annullare l’effetto elettrostatico e ristrutturare gli steli, eliminando il fastidioso prurito causato da agenti atmosferici e chimici come colorazioni e decolorazioni. Un rituale detossinante in fiale, formulato con Magnesio e Zinco, che purifica in profondità e aiuta la cute a ritrovare il giusto equilibrio, per capelli leggeri e luminosi. La chioma resta lucente e morbida anche i giorni successivi al trattamento.

Un tocco di colore da Gum Salon

Da sempre molto amato dal pubblico maschile, il salone ci propone nuove combinazioni di colori naturali per nascondere i primi capelli bianchi, oppure per  intensificare il proprio colore naturale:

MAN SINGLE COLOR : L’applicazione di colore semipermanente che colora leggermente in modo naturale, senza coprire totalmente. Sfuma dopo una ventina di lavaggi, evitando l’effetto “ricrescita” e senza tirar fuori riflessi rossicci

MAN DAFT COLOR: Tonalizzante che va a spegnere il giallo dei capelli bianchi, per ottenere un effetto naturale sale e pepe

BEARD COLOR: Applicazione di colore semi permanente sulla barba, che colora leggermente in modo naturale. Questo servizio è consigliato per chi vuole coprire i capelli bianchi, ravvivare il colore naturale della barba o neutralizzare il giallo causato dal fumo.

 

Un taglio “trap” da Orea Malià

Precursore tra i parrucchieri più innovativi della città, è famoso per aver curato l’immagine di numerosi artisti. Vanta la collaborazione con il mondo del cinema, della televisione e con varie istituzioni accademiche quali il DAMS di Bologna o la Statale di Milano. Nello store di via Marghera, troviamo un corner interamente dedicato all’uomo per la cura di barba e capelli. I più audaci possono sperimentare le nuove proposte firmate da Marco (fondatore e titolare di Orea Malià) che si ispirano ai look dei cantanti del rap e del trap.

 

 

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VIVIENNE WESTWOOD: LA DAMA RIVOLUZIONARIA.

Iconica, punk, rivoluzionaria e controcorrente, nel corso degli anni Vivienne Westwood ha dato vita ad uno stile unico che si sposa perfettamente con il suo attivismo. Lo scorso 20 febbraio è uscito nelle sale cinematografiche “Westwood. Punk. Icona. Attivista” diretto da Lorna Tucker e distribuito da Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema, un intimo ritratto dell’iconica designer britannica. Ma perché Vivienne Westwood è così importante?  Ecco i cinque motivi per cui designer britannica è diventata un’icona destinata a rimanere per sempre tra i nomi che hanno rivoluzionato la moda.

Ha lanciato lo stile Punk nella moda.
Proveniente dalla Working Class Inglese, Vivienne arriva a Londra all’età di 17 anni, la sua vita prende una piega inaspettata quando incontra Malcom McLaren, impresario e manager dei Sex Pistols: insieme aprono un negozio a Kings Road lanciando il genere punk,  che di lì a poco diventerà poi una vera e propria sub-cultura dal respiro rivoluzionario.

Ha attuato una rivoluzione sessuale
Dalla metà degli anni 70, il negozio assume un’identità ancora più forte, attraverso design perversi destinati a prostitute e personaggi eccentrici della movida londinese, viene esplorata la sfera sessuale e trasferita direttamente sui capi. La coppia più eccentrica di Londra aveva come obbiettivo quello di scioccare le persone e rivoluzionare l’opinione pudica di quegli anni, pertanto, vennero istallati dei graffiti pornografici nelle pareti interne del negozio.Westwood e McLaren arrivarono persino a includere nelle loro collezioni delle scarpe che ricordavano atti sessuali espliciti.

L’impegno politico
Le battaglie politiche sono fondamentali nella storia della Westwood. Nel 1983 appare in copertina per la rivista Tatler vestita e pettinata come Margaret Thatcher, allora primo ministro del Regno Unito:  l’immagine era accompagnata dalla scritta “THIS WOMAN WAS ONCE PUNK” Il completo indossato da Westwood nell’immagine era stato ordinato dalla Thatcher. Tra i suoi appoggi a questioni civili ricordiamo quello al gruppo britannico per i diritti  National Council for Civil Liberties nel 2005 dove lanciò una serie di capi che includevano lo slogan “I am not a terrorist, please don’t arrest me” durante la battaglia per la salvaguardia della libertà individuale che vige nel Regno unito. Il gesto più anticonformista rimane però il suo incontro con la Regina Elisabetta II in occasione del ricevimento del titolo di dama dell’ordine dell’impero britannico, Vivienne da sempre ostica alla Gran Bretagna fece ruotare l’ampia gonna, mostrandosi con addosso soltanto delle collant senza biancheria intima.

La battaglia ambientalista
Da sempre un’attivista molto sensibile a tematiche ambientali, Vivienne promuove nelle sue creazioni una moda sostenibile e cruelty free. Dalla linea di borse e accessori creata per l’Ethical fashion Africa project,  fino al suo sostegno per la campagna Save the Artic con lo scopo di fermare le trivelle e la pesca industriale nell’artico, passando per le t-shirt in collaborazione con Marie Claire e People Tree volte a salvaguardare le tribù indigene della foresta pluviale. La sua battaglia ecologica va a pari passo con quella politica, ricordiamo il famoso aneddoto del natale 2014 quando regalò al primo ministro inglese David Cameron un pacco contenente amianto per protestare contro la pratica del fracking.

E’ una stilista da Museo
Vivienne Westwood ha da sempre avuto un profondo rapporto con il mondo dell’arte tanto da dare vita ad una concezione di moda che è un punto d’incontro tra arte e design. Alcune delle sue creazioni sono diventate fondamentali per la storia del costume, tanto da essere esposte nei musei come delle vere e proprie opere d’arte, è il caso della collezione Pirate in mostra al Victoria and Albert Museum di Londra.
Proprio lo scorso dicembre è stata annunciata la sua collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, per l’occasione, la dama della moda Inglese ha disegnato le divise del personale, andando così a solidificare il suo legame con le istituzioni museali.


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QUANDO LA BICICLETTA DIVENTA SUPERCOOL, INTERVISTA A LORENZO MARTONE

Una nostra chiacchierata con Lorenzo Martone, da pr a fondatore della linea di bici design Martone Cycling Co.

Originario di San Paolo in Brasile, classe 1979, Lorenzo Martone si occupa di pubbliche relazioni fra New York e Los Angeles, personaggio piuttosto noto, anche perché spesso seguito dai paparazzi per la sua vita sentimentale passata, Martone ha deciso di intraprendere un percorso più personale, rimanendo sempre nel settore lifestyle che lui conosce bene, e dopo aver fondato la sua agenzia The Creative NYC, aver disegnato nel 2010 una collezione di swimwear, dal 2013 ha lanciato Martone Cycling Co, una linea di biciclette colorate e dal design accattivante.

Figura solare e carismatica, Martone ha un notevole following sui social e il suo esperimento nel mondo delle bici, nato perché non gli piaceva come questi comodi mezzi di trasporto apparivano una volta appesi al muro della sua casa fra una biciclettata e un’altra, sta facendo il giro del mondo, e i prodotti sono stati venduti in posti cool come Colette a Parigi e Saks Fifth Avenue.

Incuriositi dal personaggio di ‘self-made man’ dalle tante idee, lo abbiamo raggiunto per farci raccontare meglio la sua avventura con la linea Martone Cycling Co e più in generale nel mondo del lifestyle. Ecco la nostra chiacchierata.

 

A chat we had with Lorenzo Martone, who founded the bicycle line Martone Cycling Co.

Born in 1979 in Sao Paolo, Brazil, Lorenzo Martone handles public relations between New York and Los Angeles and is known mostly because of his private life, which lead paparazzi to follow him around. Martone decided to take on a more personal project, staying in the lifestyle field that he knows very well, by founding its agency  The Creative NYC and designing in 2010 a swimwear collection. In 2013 he created Martone Cycling Co, a line which featured colored bicycles with a catching design. 
Being a cheerful and charming figure, Martone has a great success on social media and its experiment in the bicycle world is becoming more and more famous all over the globe, since it’s being sold in cool spots like Colette in Paris and Saks Fifth Avenue. This project was born because Martone wasn’t very enthusiastic about the fact that these comfortable means of transport were hang on the wall after using them.

We were very curious to meet this ‘self-made man’ full of new ideas, so we decided to reach him and let him tell us his adventure with Martone Cycling Co and his view of lifestyle in general. Here is our chat with him.

Seguendoti sui social media, mi è chiaro che ti occupi di diverse cose. Prima di tutto sei un PR. Con l’avvento di Instagram e dei social, quanto è cambiato lo scenario in cui lavori negli ultimi anni?

I social media hanno avuto un successo travolgente. La maggior parte delle persone, di diverse età e con interessi diversi fanno tutte parte di questo mondo, ora le carriere si basano solamente sull’uso di Instagram. Questo è ciò che interessa ai giovani, perché non vi sono filtri ed è tutto estremamente rapido.
Credo che i social media sono qui per rimanere, e tra dieci anni potrebbe anche non trattarsi più di Instagram o di Twitter ma addirittura di qualcos’altro; un’unione di tutto ciò che le persone amano: immagini, musica, messaggi, news, ricerca di attenzione e di seguito! E’ la combinazione perfetta.

Hai poi deciso di dare vita ad una linea di biciclette. Quando e come hai deciso di intraprendere questo business?

Sono il fondatore di Martone Cycling Company. Abbiamo iniziato 6 anni fa e ora abbiamo un ufficio a New York e uno a Parigi. Realizziamo biciclette locali e ciò che ci rende più famosi è la Gold bike.
L’ispirazione per la gold bike è arrivata dall’ottone e dall’idea di una bicicletta appesa in salotto come parte dell’arredamento, quasi come fosse una scultura.

 

Following you on socials it is clear to me that you do a lot of things. First of all you are a pr. How do you think has changed the scenario in which you are working in the last few years. For example how much are important things like instagram and socials?

Social media has taken the world by storm. The majority of people, all ages and interests are part of it – people build careers nowadays only using their Instagram. It’s what young people pay attention to, because it has no filter, it’s fast and furious . I believe social media is here to stay. And in 10 years it might not be about Instagram or twitter but something else, it’s a combination of all things people love: Images, music, messages, news, attention seeking and validation! It’s the perfect formula.

Then you decide to create a line of cycles. When and where did you decide to create this business?

I’m the founder of Martone Cycling Company. We started 6 years ago and now have one office in NY and one in Paris . We make commuter bikes and we are famous for the all Gold bike . Talk about attention seeking ! The gold bike was inspired by brass and the idea of hanging  a bike in the living room like part of the furniture – almost sculptural.

Quanto è importante l’aspetto ecologico nel tuo approccio su questo mercato?

Ciò che amo del ciclismo e delle biciclette è la vasta gamma che ricopre. E’ molto utile, ti porta dappertutto e non usa alcun tipo di petrolio o gas, il che è ottimo per l’ambiente e rappresenta anche un’opportunità per fare esercizio. E’ fondamentale per la salute e il benessere. Amo ciò che faccio per questo motivo.

Quali sono i tuoi progetti per Martone Cycling Company?

Il progetto è quello di continuare ad espandersi, abbiamo prodotto accessori, caschi e altri articoli ispirati al ciclismo, ma il piano sarebbe di inserire biciclette elettriche e active wear.

 

How much is the ecological aspects of cycling important in your approach with this business?

What I love about cycling and bicycles is the range it covers. It’s useful as it takes you from A to B, doesn’t use any oil / gas ( good for the environment) and also its an opportunity to exercise while commuting . It plays on good health and well being . I love what I do because of that. 

And which are your plans related to that?

The plan is to continue expanding – we launched accessories, helmets, locks and other cycling inspired items but the plan includes electric bikes and active wear.

Sei diventato piuttosto famoso tanto da essere seguito dai paparazzi. Come hai gestito la tua vita privata e quanto questa notorietà ti è tornata utile per il tuo lavoro?

Sono stato seguito dai paparazzi solamente quando mi frequentavo con Marc Jacobs e ho continuato la mia vita come se nulla fosse, non è stato così fastidioso. Vivere sotto i riflettori significava dovermi comportare in un certo modo davanti al pubblico, ma da subito ho capito che potevo essere me stesso. Ho una forte personalità e non ho filtri, dico ciò che voglio e faccio ciò che penso. Non tutti sono d’accordo ma ho scoperto che l’autenticità è rara e devo semplicemente essere me. Il mondo si abituerà.

Ci daresti le tue definizioni di eleganza e bellezza?

La bellezza e l’eleganza vengono da dentro. A mio parere non tutto gira intorno all’apparenza, a come sei fisicamente o i vestiti che indossi, ma a come ti comporti, alle parole che scegli, il punto di vista che hai rispetto al mondo. È questo che definisce un uomo. Come diceva Coco Chanel “la moda passa, lo stile resta”, e penso che il linguaggio del corpo, il sorriso e perfino il modo in cui ci si scambia una stretta di mano dicano di più di una persona rispetto a ciò che indossa.

 

Since we are a life style magazine. Can you tell me which is your definition of elegance? And which is the definition of beauty?

Elegance and beauty come from the within. For me it’s not about physical attributes – not the way you look or what clothes you buy. But how you behave. The words you choose to use .  The point of view you have about the world . That defines someone to me. As Coco Chanel use to say, fashion fades, only style remains . I think people’s body language, smile and even the way they shake your hands says more about them then what they wear .

You became quite known in the media, thanks also to paparazzi following you around. How did you manage to continue your normal life and how this notoriety became useful for your job?

I was only followed by paparazzi while I dated marc jacobs and I continued to live my life the same way and it wasn’t that disturbing . Living under the microscope meant I had to behave a certain way publicly but soon enough I found out I should just be myself . I have a strong personality and I use no filter – I say what I want and do what I think . It doesn’t please everyone but I found out that authenticity is rare and I should just be me. The world does adjust.

 

Parlando di lifestyle, ti sei recentemente trasferito da New York a Los Angeles, perché? E in che modo queste due città si assomigliano e differiscono?

Dopo 13 anni a New York ho deciso di dare un’opportunità anche alla West Coast. Quando avevo 20 anni, qualcuno mi ha detto “Devi vivere almeno una volta a New York, ma non per troppo tempo, così non diventi troppo duro. Vivi almeno una volta in California, ma non per troppo tempo, così non diventi troppo debole.” Mi sono sentito troppo duro e volevo calmarmi un po’, ma sempre sotto il migliore sole. Sembra scontato, ma il sole e il tempo sono metà della mia felicità. Magari troverò anche l’amore? Chi lo sa.

Un film, un libro o un musicista, daresti ai nostri lettori dei consigli su cosa leggere, vedere o ascoltare?

Ho visto tutto ciò che ha visto partecipe  Timothee Chalamet perché penso che sia un grande talento. Sono un grandissimo fan dei suoi film. Ascolto i The XX e inoltre una nuova scoperta di quest’anno al Burning Alan è stato un compositore, produttore e musicista berlinese di nome Monolik, che produce il sound più bello che io abbia sentito da tanto tempo.
Ho letto i libri di Yuval Harari “Sapiens” e “Homo Deus” che trattano della storia dell’umanità. Uno parla del passato, la rivoluzione agricola (è anche il libro preferito di Obama) e l’altro parla del futuro: la rivoluzione tecnologica.Onestamente la mia raccomandazione è quella di trovare artisti interessanti e libri che trattano di come vivere al meglio. A quasi 40 anni la mia esistenza è diventata una questione filosofica. Quindi voglio leggere di più su questo argomento.

Seguendoti su Instagram, ci è chiaro che sei un appassionato di arte. Sei anche un collezionista? Quanto è importante l’arte nel tuo lavoro?

Per quanto riguarda l’arte, ero solito dire che ero un “ giovane collezionista” poiché cercavo di comprare e supportare artisti emergenti. Ora non sono più così giovane ma mi piacciono comunque i giovani che realizzano arte insolita. Non sono sicuro di come poter classificare questa cosa ma un artista a cui mi sono appassionato è Austin Young. Sono totalmente ossessionato dal modo in cui rappresenta la critica alla società.

Talking about lifestyle, you recently left New York for LA. Why? And in which way do you think the two cities are similar and in which ways they are different?

Lifestyle is a word that has been overused but I try to imagine that a “good lifestyle “ includes you doing things that please you. And if that includes buying designer fashion than you should dress in couture all the time . People should be free to do whatever makes them excited . Fashion is self expression. Sadly he world has been pretty boring lately. 
After 13 years in NY u decided to give the West Coast a shot . When I was 20 years old, someone told me: “live in NY once, but not for too long so you don’t become too hard”. Live in California once, but not for too long so you don’t become too soft. I have been feeling to hard. I want to soften up a bit . But always best under the sun. It sounds basic but the sunshine and the weather are half of my happiness . Maybe I will find love there too?! Who knows .

A place, a drink, a movie, a book ? Give our readers some tips about your fave things to do, read, see, listen?

I have been watching everything that Timothee Chalamet is involved because I think he’s our great next star. I’m a huge fan of his work and craft.  I listen to The XX and one new discovery this last year at Burning alan was a German composer / Producer / musician from Berlin, his name is Monolink and it’s the most beautiful sound I have heard, in a long time . I have been reading both books by Yuval  Harari “SAPIENS” & “HOMO DEUS” both address the history of humanity. One talks about the past, it’s  about the agricultural revolution ( also its Obama’s favorite book of all Times ) and the other one talks about the future: the technological revolution.
Quite honestly my recommendation is to try to find interesting artists and books that address things in living thru. At almost 40 my existence on Earth became a philosophical question. So I want to read more about that. 

Following you is it clear also that you are a lot into art. Are you a collector? How much art is important for your jobs?

About art. I use to say I was a “young collector” because I was filling emerging artists and trying to buy things here and there. Now I’m not so young anymore but still I gravitate towards young people doing crazy art . Haha so not sure how to classify this but the artist I have been into is Austin Young . I’m obsessed about how critical and observant of society he is .

Una frase che ti rappresenta?

Una frase che mi rappresenta? Less is more, il troppo stroppia.

Progetti futuri?

I miei progetti futuri includono sistemarmi a Los Angeles e diffondere Martone Cycling in California. Trovare un partner ed avere dei figli. Molto semplice!

 

Personal motto/quote that represents you?

A quote that represents me ? “Less is more”

Plans for the future?

my plans for the future include adapting to LA and expanding Martone Cycling in California . Finding a partner in crime and have a kid ! Simple ! 

 

 

 

 

 

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BEAUTY ENERGY

L’esplosione cosmica all’inizio del tempo ha avuto origine da un grumo di energia. L’incessante trasformazione di questa energia primordiale, il suo continuo disperdersi e riaggregarsi costituiscono a tutti gli effetti la storia dell’universo. L’energia è LUCE ed è massa, è movimento ed è calore, è elettricità ed è vita. I fisici definiscono l’energia come capacità di compiere un  “lavoro meccanico”, ma è molto di più: un pallido riflesso dell’energia primordiale muove le nostre vite, illumina e riscalda le nostre notti, alimenta l’economia del pianeta e con essa la speranza di miliardi di individui.

Come aumentare la propria energia vitale?

Iniziamo a pensare in questi termini. Tutto è energia e vibrazione. Ripristinare la nostra energia psico-fisica attraverso integratori energetici è un passaggio importante. Oggi il mercato offre molteplici possibilità anche se personalmente preferisco avvalermi di prodotti biologici certificati, vegan and cruelty free. Di seguito alcune suggerimenti per ritrovare un’energia che sprigiona benessere e bellezza.

NAROSAN RED BERRY multivitaminico ricco di elementi naturali: sciroppo con calcio e magnesio, bacche aromatiche, lampone, aronia, melograno ed estratto di germe di frumento, adatto per una grinta in più nell’attività fisica.

TERRANOVA CORDYCEPS (fungo puro) la sua peculiarità è quella di produrre energia, è una pianta adattogena capace di produrre un generale miglioramento delle condizioni psicofisiche, incrementando la resistenza alla fatica e allo stress, quindi eccellente per la resistenza fisica.

VEGAVERO BIO MACA polvere di quattro radici di maca peruviana (giallo rossa, nera e viola) utilizzata già duemila anni fa nella cultura Inca come energizzante e afrodisiaco. E’ ricco di aminoacidi essenziali e contiene tutti i tipi di vitamine, in particolare quelle del gruppo B. Ottimo per prestazioni di lunga durata.

B E C  PERFOR MAX  integratore di vitamine e sali minerali con estratti vegetali, magnesio ossido, spirulina, ginseng, rosa canina, olio essenziale di menta e di limone, tutti elementi che supportano l’organismo nella stanchezza e nello condizioni più stressanti.

 

 

 

 

 

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UNA STELLA ITALIANA: EDUARDO VALDARNINI

E’ la nuova rivelazione del mondo dell’acting italiano e spazia fra il cinema e la televisione. Su Netflix Eduardo Valdarnini nato in Francia nel 1991 e cresciuto a Roma, segno zodiacale Vergine, ha interpretato il giovane Lele nella prima e nella seconda stagione di “Suburra-La serie” quest’ultima in arrivo sugli schermi italiani nei primi mesi del 2019. Un personaggio ambiguo e scaltro. Figlio di un poliziotto, spaccia stupefacenti nei party della Roma bene fino a fare i conti con Samurai, boss della criminalità capitolina. Con imprevedibili evoluzioni nella seconda serie in cui entrerà in polizia, con un ruolo più attivo rispetto alla prima stagione della serie in cui subiva gli eventi.

 

Eduardo quanto c’è in te di Lele?

Non molto direi. Lele è ambivalente, è un ragazzo ferito, segnato da traumi ma in fondo potrei definirlo un’estremizzazione del mio ‘io’.

Oltre al successo di Suburra, che è un progetto televisivo, ti sei fatto conoscere al cinema con il film di Cristina Comencini ‘Qualcosa di nuovo’ accanto a Micaela Ramazzotti e Paola Cortellesi. Che differenza c’è per te fra cinema e televisione?

Nessuna, in entrambi mi metto in gioco con pari professionalità. Al cinema i miei idoli sono Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonté e mi piacerebbe lavorare con chiunque ha una buona idea.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Attualmente mi divido fra Roma e Parigi dove vivo con la mia ragazza Jeanne, che lavora nella post-produzione cinematografica, e mi sono tuffato su una sceneggiatura per un lungometraggio destinato al cinema.

Qual è il tuo rapporto con lo sport?

Ho praticato pallavolo a livello agonistico per 10 anni. Lo sport per me è un piacere ma anche una necessità, mi piace tenermi in forma. Il vero sport è quello di squadra perché sviluppa lo stesso spirito di collaborazione che poi si ritrova nell’ambiente di lavoro di un set. Mi piacerebbe recitare nel biopic di un atleta.

Oltre al lavoro, i tuoi hobby e passioni?

Mi piace stare ai fornelli e la mia specialità sono le lasagne.

Capo must del guardaroba.

Un pullover dallo scollo ad anello, prediligo un gusto casual che possa contaminarsi con il formale.

Luogo fisico e dell’anima.

La Francia, piena di posti da scoprire per la fisicità e per la mia anima Villa Ada, che rievoca la mia infanzia a Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

Photo: Roberta Krasnig

Stylist: Stefania Sciortino

Ph Assistant: Chiara Filippi

Stylist Assistant: Rosamaria D’Anna

Grooming: Silvia Magliocco per Simone Belli Agency

Tutto il servizio in CALVIN  KLEIN JEANS  SS19

 

 

 

 

 

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BORN TO DARE

 

 

 

 

PHOTO: Angela Improta

STYLING : Giuseppe Ceccarelli

MUA: Claudio Furini
MUA ASSISTANT: Paola Marino

Per il make up: NARS
Per i capelli: PAUL MITCHELL

 

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GIFT GUIDE PER LA FESTA DEL PAPÀ

I nostri papà, sebbene vadano celebrati tutti i giorni dell’anno, in  questa ricorrenza speciale meritano un’attenzione in più. Un regalo beauty, un piccolo accessorio o un oggetto tech per esempio, ogni spunto è buono per dimostrargli tutto il nostro affetto. Di seguito alcune idee, per ogni tipo di budget, di gusto e ovviamente di papà.

Men’s Code Cells Swiss Power

Dalla collaborazione tra Swiss Prestige Cosmetic e Lamborghini  una linea di cinque cosmetici: dopobarba idratante, il detergente viso, il siero energizzante, la crema anti age e la crema contorno occhi.  Ciò che determina l’unicità di questi prodotti è la presenza di sostanze biotecnologiche e ingredienti totalmente naturali, che formano di conseguenza una miscela di principi attivi decisamente innovativa.

Terre d’Hermès “Flacon H”  Limited Edition 2019

Firmata da Liubov Edwards, illustratrice e designer inglese, trasporta, ancora una volta, in un viaggio simbolico attraverso gli elementi.  Quest’edizione limitata si articola nelle due declinazioni olfattive di Terre d’Hermès: Eau de toilette e Parfum.

FOREO Luna 2 for Men

Questo fantastico dispositivo di bellezza garantisce una superficie di pulizia più ampia del 50%, punti di contatto il 26% più lunghi, motore due volte più potente per una pulizia ancora più efficace e un’esperienza di rasatura ultra-confortevole.

FOREO Iris Black

Pensato per agire sul contorno occhi, rimuove i segni evidenti dell’invecchiamento come linee d’espressione, zampe di gallina, borse sotto gli occhi e occhiaie. Si adatta perfettamente al contorno occhi effettuando un massaggio ringiovanente con un design smart e travel-friendly.

Braun Series 9

Realizzato con sistemi tecnologici all’avanguardia, si adatta alle caratteristiche del viso, con la speciale tecnologia intelligente SyncroSonic™, brevettata da Braun, che analizza la densità della barba durante la rasatura e la adatta automaticamente 160 volte al minuto.

Hemp Care Styling Gel e Matte Hair Wax

Il gel è adatto a chi cerca uno styling definito, mantenendo la naturale brillantezza del capello. È arricchito con Olio di Cannabis Sativa Italiana Bio, Pantenolo e Vitamina E, dalle proprietà idratanti e antiossidanti.

La cera opaca invece dona al capello un effetto naturale senza appesantirlo e senza lasciare residui. La sua formula è arricchita con Olio di Cannabis Sativa Italiana Bio, Burro di Karitè Bio, estratto di Semi di Lino, Olio di Cocco Bio e Glicerina vegetale: nutre il capello, donandogli forza e lucentezza.

SkinLabo

Una linea composta da tre prodotti dermatologicamente testati, paraben free, allergen free e gluten free. Lo shampoo fortificante anti-forfora consente di ottenere una cute sana e idratata, lo shampoo rinforzante anti- caduta trasforma i capelli in forti e vigorosi; infine la lozione rinforzante anti-caduta rinforza i capelli fragili e diradati attraverso un trattamento intensivo.

Excape Eyewear

Ispirate alle tendenze architettoniche delle metropoli moderne, forme geometriche si incontrano generando una combinazione equilibrata di vertici e linee gentili: questa è l’essenza di Excape Eyewear. L’estetica essenziale è arricchita da cromie a contrasto per uno stile contemporaneo e chic.

Cuffie Pioneer DJ HDJ-X10 C

I materiali speciali utilizzati in questo modello unico non solo vantano un look di gran pregio, ma consentono anche di ascoltare i br, anche nelle maratone di set. La fibra di carbonio negli alloggiamenti riduce le vibrazioni indesiderate, filtrando i rumori inutili, mentre la placcatura metallica aggiunta offre un suono di risoluzione superiore a frequenze più ampie.

Ingersoll

The Swing è il nuovo timepiece della collezione SS19 e si distingue per la particolarità delle anse oscillanti. Oltre ad essere un particolare meccanico della cassa, le anse facilitano la vestibilità adattandosi alla diversa grandezza dei polsi. Disponibile in due versioni, cassa placcata in oro rosa con cinturino in pelle nera o cassa e bracciale in acciaio inox. Rresiste all’immersione nell’acqua fino a 5 ATM e il suo quadrante, con indici in rilievo, è in vetro minerale antigraffio, finiture guilloché e bilanciere a vista.

Alessandro Enriquez

Una capsule speciale, pensata in collaborazione con Universal, in cui viene celebrato il famoso personaggio dei cartoon Woody WoodPecker, sottolineando nuovamente la sensibilità del designer nei confronti delle storiche property che hanno reso immortali le icone del cinema animato.

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JACOPO VENTURIERO, QUEL BRAVO RAGAZZO DI SUBURRA 2

Jacopo Venturiero romano quasi doc, le sue origini sono campane, è davvero un bravo ragazzo al punto che anche lui ha dubitato del suo ingresso nel cast di SUBURRA 2. Invece il destino l’ha voluto li con tutto il successo che ne è conseguito. Ha iniziato a recitare giovanissimo, infatti la sua formazione Accademica è quella della Silvio D’Amico, ha fatto parte sia della fiction storica della RAI al fianco di Massimo Dapporto, sia del teatro impegnato con grandi tournee, ora per i millenials è Adriano.

Hai iniziato a recitare giovanissimo, dimmi com’è successo.

 È iniziato tutto per caso, in quanto mio padre che si occupava di musica aveva un’amica agente per Young Talent, la quale mi ha iscritto alla sua agenzia e a dieci anni ho fatto il mio primo film che si chiamava “La medaglia” al fianco di Franco Nero ed Antonella Ponziani. Correva l’anno 1997 e siamo anche andati in concorso al Festival di Venezia.

 

Vieni da un percorso formativo molto serio, teatro impegnato, doppiaggio, fiction, tutti lavori di altissima qualità.

 Beh, quasi per gioco, a diciott’anni e soprattutto senza speranze feci l’esame d’ammissione per l’Accademia Silvio D’Amico, e con mia totale sorpresa fui preso. Anche se a quel punto avevo già lavorato tantissimo con le fiction di Massimo Dapporto come “Amico mio” ed “Un prete tra noi”, erano gli anni d’oro delle serie TV RAI. Parallelamente, mia madre che è un’attrice di teatro, mi ha sempre coinvolto in tutto ciò che faceva, come ad esempio, portarmi al Festival di Todi dove l’unico mio capriccio era quello di stare in prima fila, ma ero buonissimo e venivo accontentato. Col senno di poi forse il motivo era perché non avrei visto nulla dello spettacolo se fossi stato seduto più indietro. Era ancora il periodo delle grandi tournee teatrali con maestri come Giorgio Albertazzi e Gabriele Lavia, una vita assestante che quasi non esiste più.

Cosa hai pensato quando sei stato chiamato per un provino per “Suburra”.

Il mio percorso per Suburra, si compone così: la prima volta che sono stato chiamato ero a Siracusa impegnato in teatro con le tragedie greche, quindi non sono potuto andare. Andando ancora più indietro mi avevano chiamato anche per il film, ma sinceramente mi sono sempre detto “che ci vado a fare?”, sono cosciente di avere la faccia da bravo ragazzo, che forse è anche il mio limite, e l’ha dentro non mi ci vedevo proprio. Per quest’ultima volta mi sono preparato bene e, quando ho visto che i call back iniziavano ad essere uno, due, tre, ho iniziato a crederci davvero.

 

Che effetto fa entrare a far parte di una serie TV Netflix che è un successo internazionale.

 Un piacere immenso, in quanto in Italia sia a livello produttivo che di immagini non esiste nulla di comparabile. Allo stesso tempo sento una grande responsabilità, in quanto un attore aspetta sempre un grande ruolo e quando arriva realmente, devi lavorare sodo per mantenerlo agli standard richiesti.

In realtà, tu che lo conosci bene il tuo personaggio Adriano è un buono o un cattivo?

Non so mai che rispondere a questa domanda, però posso dire che nella serie non ci sono personaggi o bianchi o neri, e forse il bello è proprio questo. Adriano lo ritengo un personaggio giusto, in quanto segue i suoi ideali e farebbe di tutto pur di realizzarli. Fondamentalmente a lui sta a cuore la sua città, che è Roma, e fa di tutto per andare contro la corruzione che la circonda.

 

 

Secondo te perché piace così tanto Suburra?

 Forse perché quello di Netflix è un prodotto talmente diverso da ciò che siamo abituati a vedere in chiaro sulla TV, che alla fine è facile innamorarsene. Il ruolo dell’attore viene messo in primo piano senza improvvisazioni e senza sbavature, non vi è nessuno che arriva da un talent solo perché ha una bella faccina. Pensiamo alla cura della libertà nel raccontare le storie che vanno dalla politica, al Vaticano, sarebbe impossibile in qualsiasi altra produzione.

 

 

Che cosa hai in comune con il tuo personaggio Adriano.

 Mi verrebbe da dire niente, invece qualcosa c’è, ovvero la rabbia nel vedere la propria città allo sfacelo, questo mi fa veramente incazzare. Credo fermamente che Roma sia la città più bella del mondo, e vedere i romani abituati ed arresi alla non curanza mi fa una rabbia incredibile.

 

Sei stato catapultato nel mondo del “Glam” con questa serie, non so se lo eri anche prima, ma che rapporto hai con la moda.

 Assolutamente zero, forse per pigrizia mentale, o forse per una questione di retaggio, non mi sento in grado di andare a fare acquisti, e quindi mi attengo al comodo, sobrio ed elegante (ndr: ride).

 

 

La cosa che diverte di più?

 Cazzeggiare con il gruppetto di amici che mi porto dietro fin dalle medie, con la libertà di fare lo stupido senza giustificare nulla perché mi sento talmente libero che non ho freni inibitori.

 

 

 Che cosa non deve mai mancare nella tua valigia prima di partire per un viaggio.

 Un libro, o vari libri, ma non è detto che li apra. È una cosa che ho sempre fatto e farò sempre, infatti anche oggi ne ho due nello zaino.

Foto: Francesco Ormando

Total look: Fifty Four

Styling: Valeria J. Marchetti

Grooming: Chiara Amodei @makingbeauty

Location: The Independent Hotel

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HAPPY ST. PATRICK WEEKEND

La festa di San Patrizio è una celebrazione di origine cristiana che si festeggia il 17 marzo di ogni anno in onore appunto di Saint Patrick, patrono dell’Irlanda. La festa commemora l’arrivo del cristianesimo nella nazione durante il quinto secolo d.C., diffuso dal celebre vescovo. Tale ricorrenza viene celebrata anche in altri paesi del mondo, in particolar modo quelli interessati da una significativa immigrazione irlandese. La festa di San Patrizio è, inoltre, una delle ricorrenze nazionali più festeggiate al mondo e ha acquisito grande fama e interesse in tutta Europa. Nella nostra Milano moltissime vie si tingeranno di verde durante tutto il weekend con vari eventi, concerti e iniziative che rimandano alla cultura irlandese. Ecco allora alcuni appuntamenti da non perdere!

 

Da oggi 15 marzo, fino a domenica 17 presso lo Stadium si terrà il St. Patrick Street Food Fest 2019, dove si festeggerà in pieno stile irlandese, con piatti, danze tipiche e naturalmente fiumi di birra.  Anche lo Spirit de Milan ha voluto trasformarsi in Spirit of Ireland, attraverso uno spettacolo presentato da Jude Sweeney, showman e cantante irlandese.

 

Sabato 16 marzo si terrà l’immancabile Block Party di Jameson Irish Whiskey in Via Corsico sui Navigli, l’equivalente milanese del quartiere Temple Bar di Dublino, dove si esibiranno live il gruppo Irish folk Wooden Legs e Diego Montinaro. Dalle 22 dello stesso giorno si darà il via ad un grande evento gratuito ed aperto al pubblico al Superstudio, in via Tortona 27, dove si entrerà nel vivo del Jameson Neighborhood.

Tara Dance Academy, storica presenza, proporrà anche quest’anno le sue danze tradizionali irlandesi, e darà la possibilità al pubblico di imparare i movimenti e partecipare ai balli. Infine, per gli amanti del settore, ASD Rugby Nordmilano effettuerà una dimostrazione del popolare sport anglosassone. L’appuntamento è sabato 16 e domenica 17 marzo 2019. L’ingresso è gratuito.

Spostandosi leggermente fuori città,  sempre sabato 16 marzo la Contrada San Magno di Legnano si colora di smeraldo. Per tutta la serata, a partire dalle 20:30, fiumi di birra, musica irlandese e danze celtiche animeranno e coinvolgeranno il pubblico per onorare il patrono d’Irlanda. La Contrada San Magno sorge nel cuore della città di Legnano; da sempre definita “Nobile Contrada San Magno”, la precisazione deriva, per prima cosa, dalla posizione centrale che essa occupa, dalle famiglie di rilievo che vi risiedono, tra le quali le famiglie fondatrici della Contrada, e dalle opere monumentali che custodisce.

 

 

 

 

 

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FOUR SNEAKERS, FOUR MEN

Poco meno di una settimana e inizia la nuova stagione primaverile. Le temperature si fanno più calde e aumenta la voglia di nuovi abiti e accessori. Le collezioni SS2019, per la moda maschile, hanno posto l’accento sulle sneakers, sancendo ancora di più la stretta relazione tra i grandi marchi e lo street style.

Ecco le quattro sneakers che ci ispirano per l’imminente stagione e un’idea su chi le potrebbe indossare.

PER CHI NON RINUNCIA AL DIVERTIMENTO

Le sneakers in tela di Marni sono un inno vero e proprio alla primavera. La stampa a fiori colorati in rosa, azzurro e arancione, è adatta ad un uomo che ama giocare con la moda, e con la vita, chi non si prende sul serio ma non rinuncia ad un elemento fashionable all’abbigliamento casual di ogni giorno.

PER GLI HIPPIES CONTEMPORANEI

Coach 1941

La tomaia in pelle suede color cammello, adorna di frange, ricorda le calzature anni 70. Ma Coach 1941 unisce questo modello, d’ispirazione un po’ vintage, a dettagli in gomma colorata e ad una suola tipica da sneakers, alta e morbida.

PER IL BOXEUR ELEGANTE

Emporio Armani

Sneaker high top chiusura con velcro alla caviglia colore grigio chiaro ed in tessuto super tecnico. Dettagli in gomma, pelle, rete ed elastici avvolgono il piede in questa sneaker Emporio Armani. Una scarpa sportiva, che più di così sembra quasi impossibile, perfetta con un abbigliamento più elegante o uno degli iconici suits del brand.

PER IL FASHION VICTIM INARRESTABILE

Givenchy

Suola quasi carrarmato, accostamento di colori che non fanno passare inosservati, le sneakers Jaw di Givenchy riprendono in sè tutti gli elementi dell’urban style. Sicuramente destinate a solcare le strade delle nostre città, ai piedi dei più irriducibili amanti della moda street.

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MANINTOWN MEETS ARBITER: INSIDE THE WARDROBE

L’uomo Manintown incontra l’uomo Arbiter. Due visioni estetiche a confronto che si completano sotto il comune denominatore della cultura per l’Eleganza e lo Stile. Con Arbiter entriamo nel guardaroba di due personaggi tanto straordinari, quanto diversi: Giovanni Chianese, giovane avvocato e vintage addicted, e l’imprenditore e web icon Alessandro Squarzi. Due self made man che scavano nella moda del passato per trovare nuovi spunti per il presente.

Passione vintage: Dentro il guardaroba di Giovanni Chianese

«Penso che la gente si vesta come per difendersi dal prossimo e passare inosservata. C’è paura sociale di mostrarsi, di apparire e di essere. ‘Meno sono e meglio sto’, salvo poi sfogarsi diversamente. La maniera sana di vivere il contesto sociale secondo me è rispecchiata soprattutto dall’abbigliamento, ed è attualmente deviata». È tacitiano Giovanni Chianese, avvocato trentaduenne napoletano residente nel centro della capitale borbonica. È nato in campagna, caratteristica che traspare nella moltitudine di capi d’abbigliamento accumulati in una dozzina di anni e in centinaia di chilometri percorsi tra i mercatini partenopei. Capi che indossa con un portamento raro. Come sempre più appartenenti alla sua generazione, rifiuta l’imposizione di capi insignificanti e costosi e sceglie la via della ricerca, della verità, dell’economicità, dell’ecologia: il vintage. Impressionante la quantità e la qualità degli indumenti, dalle giacche in tweed alla decina di smoking, ai frac, tight, alle centinaia di cravatte, papillon, bretelle, cappotti, pantaloni in whipcord, stivali da equitazione, camicie inamidate inizio secolo, scarpe. A proposito di quest’ultime, è una delle poche persone a possedere ben cinque paia di Gatto, calzaturificio romano che fece la storia. «La mia è una raccolta non sistematica, un’accumulazione che risponde a un’esigenza di bello», racconta Giovanni Chianese. «È di fatto uno spaccato di quello che è stato creato per lo più a Napoli negli anni 60-70-80. Ci sono certe categorie di capi che si trovano spesso, mentre devi essere molto fortunato per trovare quelli più particolari, o altrimenti farteli fare. Attualmente non mi posso permettere la sartoria tanto in termini di denaro quanto di tempo. Mi riprometto di farlo in futuro per pochi capi particolari che non ho ancora scovato come la norfolk jacket o il burma. I più bei mercatini qui a Napoli fino a poco fa erano nei campi dei rom. Questo perché oggi questo genere d’abbigliamento, per quanto sia stato costoso all’epoca, bello e fatto su misura, ha valore zero». Parliamo di 50 centesimi, un euro o due per giacche in tweed. Gli stessi capi in mercatini o negozi blasonati a Londra, Milano o Firenze costano centinaia di euro o di sterline. Soprattutto le scarpe hanno prezzi più elevati, in base al ragionamento che la scarpa è la prima cosa che uno deve avere, in cui si rispecchia anche Chianese, che prosegue: «I miei riferimenti sono il mercato di Gianturco, quello notturno a piazza Garibaldi, la domenica ad Agnano, che oggi si tiene nell’ippodromo, Poggioreale ma è più antiquariato e modernariato, corso Malta e il sabato mattina a Quarto». Prediligo i tessuti invernali, ruvidi e pesanti, le giacche che stanno in piedi da sole, le fantasie a quadri, molto vistose, le righe molto larghe.

 

Lezioni di stile: Il guardaroba di Alessandro Squarzi

 Alessandro Squarzi ha sempre sognato di lavorare nel mondo dell’abbigliamento. Anche quando, da ragazzo, dopo il diploma in ragioneria e il servizio militare faceva il rappresentante per prodotti di erboristeria, era malato per il vestire e andava regolarmente dal sarto a Forlì, sua città natale. Se i suoi amici compravano i jeans da Armani, lui cercava i Levi’s vintage. Ed è tuttora un cultore del vintage: a Forlì ha un capannone di mille metri quadri che ospita un archivio di capi storici con centinaia di pezzi tra cui numerosi giubbotti di pelle anni 30 e militari. Ma torniamo al sogno di Alessandro Squarzi: lavorare nell’abbigliamento. Classe 1965, ha iniziato a realizzarlo nel 1992, lavorando come commesso in un negozio a Forlì. Da commesso è diventato agente: grazie alla sua intraprendenza ha portato il fatturato dagli 8 miliardi di lire iniziali a 50 milioni di euro in 13 anni. Poi, con amici, ha dato vita al marchio di jeans Dondup. «Il jeans va preso blu scuro e indossato a lungo affinché si personalizzi, prendendo addirittura le tue forme. Cerco di trasmettere questa cultura», racconta Alessandro. «Ho sempre lavorato con grande passione, senza pensare al denaro, poi con gli anni sono arrivate anche le soddisfazioni economiche. Oggi ho anche il mio marchio Fortela, che conduco con quella stessa passione che mi anima da sempre: produco quello che avrei sempre desiderato trovare nei negozi senza mai trovarlo. Viaggiando per il mondo, vedevo che c’erano bei tessuti, ma con vestibilità sbagliate. Il nome doveva essere Tela Forte, ma non era registrabile, essendo parola di uso comune: così ho invertito i termini. È un marchio che rispecchia quello che sono io. Per i pantaloni uso tessuti giapponesi, rigorosamente rigidi e non stretch, confezionati in Italia. In Giappone hanno i vecchi telai denim americani, e non solo. I miei capispalla riportano in vita tessuti che stavano andando nel dimenticatoio». Prosegue Alessandro: «Sto usando dei copri materasso dell’esercito francese degli anni 50 nuovi, in canapa e lino: sovratingo e creo gilet e giacche. Disegno tutto io. Ho un altro marchio di sneaker che si chiama Atlantic Star, forte in Giappone e Corea. Poi produco i parka AS-65, sulla base di vecchi M-51 o M-65: lavo, sterilizzo, rimetto in taglia, rammendo e fodero con la pelliccia di visone, cincillà, coniglio, volpe, murmasky». Lui non ha dei canoni rigidi, se non di fare quello che si sente. Le scarpe sono prevalentemente Alden ed Edward Green, e soprattutto scamosciate. Due delle sue grandi passioni, per parlare di accessori, sono gli orologi e le penne. Ha una collezione di Montblanc Writers Edition: di tutta la serie le sue preferite sono l’Agatha Christie e la Hemingway. Come orologi, spaziamo nel vintage: dal Rolex Oyster Perpetual al Patek Philippe Calatrava, dall’Omega che metteva Kennedy a Cartier. Alessandro tiene a specificare che lui intende l’eleganza esclusivamente a 360 gradi: l’uomo è elegante per come si pone, per come si comporta nel mondo, per le sue movenze. Puntualizza: «Può essere elegante un muratore vestito da lavoro e può essere inelegante un uomo con la giacca. L’eleganza o ce l’hai o non ce l’hai, non puoi comprarla. Per me l’etichetta è importantissima, per esempio se in una serata è indicato un dress code va seguito, per rispetto a colui che ti invita. È questione di educazione. Io appaio come sono e sono così da sempre». Infine, per gli appassionati di vintage come lui, Alessandro ci regala alcuni consigli: bisogna andare a Pasadena, Usa, al mercato che si tiene ogni seconda domenica del mese, a Rose Bowl. A New York non si può mancare al Front General Store, un vintage molto selezionato gestito da ragazzi giapponesi, o al Quality Mending, sempre a Brooklyn. A Tokyo c’è J’antiques, a Londra Vintage Showroom, in Italia Angelo a Lugo, a Firenze Jules e Jim.

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NON SOLO CINEMA: MATTEO MARTARI

Un passato da modello, un folgorante presente da attore. A trentaquattro anni Matteo Martari, nato sotto il segno del Sagittario, si è cimentato in molti ruoli fra cinema e televisione. Un talento naturale il suo che lo fa presto notare e approdare al cinema dove debutta con la partecipazione nel film di Gianni Zanasi ‘La Felicità è un sistema complesso’. Il salto arriva quando conquista un ruolo nella mini serie di Rai1 ‘Luisa Spagnoli’ ed entra nel cast della serie televisiva di Rai3 ‘Non uccidere’, lavori che lo fanno conoscere al grande pubblico e lo porteranno a lavorare con registi come il premio Oscar Michel Hazanavicius che lo dirige nel film ‘Le Redoutable’ presentato a Cannes. Di recente lo abbiamo visto in televisione nel secondo capitolo della produzione internazionale ‘I Medici’ in cui ha vestito i panni di Francesco de’Pazzi che ne ha decretato ulteriormente il successo in un ruolo intenso e drammatico.

 

Quali sono i tuoi prossimi progetti di carriera? Più televisione o più cinema nel tuo futuro?

Nel futuro prossimo, nel 2019, andranno in onda due progetti televisivi ai quali ho lavorato: le nuove puntate di “A un passo dal cielo” e la serie “Non mentire” diretta da Gianluca Maria Tavarelli. Non è una questione di televisione o cinema, secondo me è il ruolo la giusta considerazione da fare.

Fra le tue passioni sportive spiccano i motori….

Una passione che nasce sin da piccolo, attraversando quasi tutta l’Italia tra rally con mio padre e gare di moto con mio cugino. I motori hanno sempre fatto parte della mia vita fra formula uno e MotoGP. Trentaquattro anni dopo sono cambiate tantissime cose, ma la domenica è ancora Formula Uno e MotoGP. Recentemente ho preso la licenza sportiva da pilota…ne vedremo delle belle, chissà.

Ti piacerebbe interpretare un personaggio sportivo in tv o al cinema? In caso chi e perché?

Si mi piacerebbe molto. Se facessero un film su Colin McRae, vorrei poter fare almeno il provino. È stato il più grande campione di Rally della storia (al momento).

L’esperienza più esaltante della tua vita in senso globale?

Credo sia stata la mia nascita, c’ero, anche se ho dei ricordi molto confusi a riguardo.

Capo must del tuo guardaroba?

Il cappello…

Un luogo del corpo e dell’anima.

Trovo il mio equilibrio in montagna, purtroppo però non ci vado troppo spesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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GABS X FIAT: COLORWAYS

Ai nastri di partenza la collaborazione tra GABS e l’azienda automotive simbolo dell’Italian Style per una capsule collection all’insegna del colore e dell’italianità. Sull’onda del successo ottenuto con la prima collezione, la quale comprendeva non solo prodotti ma anche uno speciale concorso concluso nel dicembre del 2017 con in palio una fiat 500, oggi le due realtà hanno deciso di riunirsi fino al 31 dicembre 2021 in una collaborazione all’insegna dell’esaltazione del prodotto Made in Italy e il design che lo rendono inconfondibile.

Grazie ad un accordo di licenza, GABS potrà utilizzare il marchio 500 per la creazione di borse dalle diverse forme, pochette, accessori e perfino trolley per soddisfare i clienti amanti del travel. La capsule comprenderà 6 artwork differenti, per un totale di sessanta articoli, caratterizzati da un mood decisamente pop. Punto di forza della collezione è sicuramente la cura dei dettagli, quali manici e tirazip, ispirata alla gamma di colori delle carrozzerie della prima serie 500. Immancabile la presenza dell’iconico logo, che sarà protagonista di una linea in vitello opaco sviluppata in 4 modelli e 8 diverse colorazioni, le quali variano dagli eleganti nero e grigio ai più vivaci rosso, rosa, giallo e verde. Grande fonte di ispirazione per la creazione di questa capsule collection è stata la community Instagram “500 Happy People”, rappresentata attraverso l’arte del cartoon con un linguaggio ironico e riferimenti al passato e al presente, che pienamente incarnano la filosofia di GABS.

New entry, per quanto riguarda il mondo del travel, è sicuramente la borsa G-Urban, nata grazie all’unione della comodità di un semplice zaino e della praticità del monospalla. con questa La partnership pone al centro della sua attenzine quelle che sono le scelte stilistiche del consumatore stesso, conformandosi quindi al fenomeno dell’User Generated Content e raccontando le esperienze di viaggio dei consumatori attraverso scatti self made con scenari tipici delle grandi città e panorami naturali.

Di fondamentale importanza è inoltre la grande attenzione che questi due brand hanno dedicato al tema della sostenibilità, sostituendo il PU al PVC come materiale di base e utilizzando materiali e manifattura italiani. L’attesa collezione sarà presente al prossimo Salone di Ginevra, evento di riferimento del settore automobilistico, che si svolgerà dal 7 al 17 marzo 2019.

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HAIR TIPS: L’ORA DEL DETOX

Parlando di cura dei capelli, una delle principali richieste del pubblico maschile è quella di formulazioni sempre più mirate a purificare e disintossicare i capelli e il cuoio capelluto. Con la primavera in arrivo, oltre che la nostra pelle, anche i capelli meritano trattamenti specifici per cominciare la nuova stagione. Ecco allora cosa scegliere a fine giornata per una perfetta azione detox, senza rinunciare a volume e leggerezza.

JOY by Supernova Natural Haircare

Shampoo in crema  molto piacevole a base di menta peperita, estratto di menta acquosa (riduzione di estratto di menta), sciroppo d’acero rosso bio, olio extra vergine d’oliva e gel di aloe vera. Perfetto per l’uso quotidiano, fornisce maneggevolezza e forza senza spellare i capelli o il cuoio capelluto, lasciandolo in questo modo pulito.

Fresh Grass by Yope

Rinfresca, regola la secrezione di sebo, idrata. Una Gamma di prodotti estremamente delicati e leggeri, che detergono e idratano perfettamente sia il cuoio capelluto sia i capelli.  Grazie alla loro composizione ricca di preziose sostanze attive, regolano in maniera rapida la secrezione sebacea senza appesantire i capelli che appariranno così, elastici, morbidi e voluminosi.

Plant & mineral Refresh by Oway

Dona nuova vita a cuoio capelluto e capelli allungando i tempi tra un lavaggio e l’altro. Rinfresca il look in maniera immediata con effetto volumizzante senza il bisogno di acqua e di strumenti a caldo utilizzati per l’asciugatura. Un blend botanico-minerale detergente al 100% composto da ingredienti di origine naturale, in grado di assorbire l’eccesso di sebo lasciando i capelli leggeri, voluminosi e delicatamente profumati.

Solu Shampoo by Davines

Ideale per tutti i tipi di capelli, la sua formulazione è indicata per detergere in profondità ed è  particolarmente indicato per chi utilizza con abbondanza i prodotti di styling. La schiuma è ricca ma ariosa e l’effetto finale è quello di un capello leggero e idratato.

Peeling Dermo-Purificante by Biopoint

Trattamento pre shampoo che pulisce in profondità il cuoio capelluto, eliminando le cellule morte e stimolando l’ossigenazione dei tessuti grazie al suo effetto detossificante e profondamente purificante che libera i pori dalle impurità, dall’inquinamento e dall’eccesso di sebo.

 

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THIS IS ENGLAND

Julien wears
Turtleneck LACOSTE
Scarf STYLIST’S ARCHIVE
Shirt CERRUTI 1881
Pants ROBERTO CAVALLI
Earrings HARPO
From left Hugo wears
Shirt CERRUTI 1881
Tank top ROBERTO CAVALLI
Pants ACNE STUDIOS
Boots DR MARTENS
Chain ROBERTO CAVALLI
From right Theo wears
Top LACOSTE
Jacket ISSEY MIYAKE
Pants ERMENEGILDO ZEGNA
Boots DR MARTENS

PHOTOGRAPHY: ALESSANRA PADOVANI
ART DIRECTION & STYLING: REBECCA MUZZIOLI

MOVIE TO WATCH: BOY ERASED VITE CANCELLATE.

Siamo stati alla prima di Boy Erased, film basato sulla storia vera di Garrard Conley e raccontata nel suo libro di memorie Boy Erased: A Memoir, pubblicato negli Stati Uniti nel 2016 e tradotto in italiano nel 2018.

Protagonista del film è Lucas Hedges, affiancato dallo stesso regista Joel Edgerton, Nicole Kidman e Russell Crowe. La pellicola si snoda sulla tormentata storia di Jared, dicannovenne proveniente da una famiglia battista dell’Arkansas che dopo aver fatto coming out con i genitori, viene costretto ad intrapendere una terapia di conversione dall’omosessualità, la cui pena in caso di fallimento sarà l’esilio dalla famiglia e dagli amici. Il percorso “riabilitativo” chiamato Love in Action, si rivela per il protagonista un viaggio nella follia di una compagnia religiosa oscurantista, un’antiterapia che si pone come obbiettivo quello di cambiare la natura dell’omosessuale sfidando i numerosi studi psichiatrici in merito. Boy Erased racconta tramite la finzione cinematografica, una realtà purtroppo ancora oggi profondamente radicata nella cultura occidentale.

Il film è ispirato da una storia vera, quella di Garrard Conley, che compiuti 19 anni subisce uno stupro, a cui segue il coming out. Da quel momento i genitori decidono di fargli seguire una “terapia di conversione” in un centro religioso specializzato per “curare i gay”, Love in Action, poi diventato Restoration Path. L’obiettivo è smettere di essere omosessuale, ma dopo due settimane Conley tenta il suicidio e si sente un errore umano. Non è l’unico ad essere stato sottoposto a programmi per adolescenti che, si legge nella descrizione del centro, “soffrono per l’attrazione sessuale verso partner dello stesso sesso, per l’interesse verso la pornografia e/o verso la promiscuità”, con risultati piuttosto rilevanti. Le terapie di conversione sono presenti anche sul territorio italiano, in epoche non troppo lontane hanno avuto anche una forte risonanza mediatica, come nel caso del controverso brano “Luca era Gay” di Povia, secondo classificato a Sanremo 2009 che ricalca la storia vera di Luca di Tolve, omosessuale “convertito” che oggi presiede anche l’associazione onlus Regina della Pace, finita negli anni scorsi nel mirino mediatico a seguito di un servizio delle Iene.

Nonostante le tematiche trattate nella storia siano ormai all’ordine del giorno, non è mai troppa l’informazione in questo senso. Se da una parte sembra che questi argomenti siano ormai permeati e metabolizzati dalla nostra società, assistiamo quotidianamente a discriminazioni che ci dimostrano il contrario. Compito principale del cinema è quello di educare, ed è giusto ricordarci di una società chiusa e bigotta nella quale la scoperta dell’omosessualità viene ancora trattata come una malattia, nonostante il DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) la abbia derubricata nel 1990.

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Credit: Focus Features

IN SVIZZERA TRA ARTE E CULTURA

Da sempre territorio di numerosi collezionisti d’arte, la Svizzera ha deciso di valorizzare il proprio patrimonio artistico attraverso la creazione di nuovi spazi espositivi attuando molti progetti promozionali. L’obiettivo è quello di avvicinare le persone all’arte coinvolgendo la stessa nella quotidianità dei cittadini inserendola anche nell’ambiente urbano. Eccovi di seguito una selezione di appuntamenti da non perdere.


Copyright by: Switzerland Tourism – By-Line: swiss-image.ch/Ivo Scholz

Tra i numerosi progetti culturali del 2019, a Zurigo riaprirà l’11 maggio il Pavillon progettato da Le Corbusier. L’edificio in questione, situato sul Lago di Zurigo, venne costruito a seguito della richiesta da parte della collezionista Heidi Weber. La struttura divenne uno spazio espositivo per opere artistiche di diverse tipologie: dai dipinti ai mobili. La particolarità del Pavillon è nella struttura che mette da parte la classica struttura in cemento a favore di vetro, metallo e pannelli di vernice.

Copyright by: Switzerland Tourism – By-Line: swiss-image.ch/Ivo Scholz

Ad Ascona invece, i proprietari dell’Hotel Ascona hanno portato alla luce una collezione inedita di opere di Luigi Pericle Giovannetti (1916-2001), trovata all’interno della sua abitazione. L’artista svizzero raggiunse il picco della sua carriera negli Anni ’50 dopo l’acquisto di un centinaio dei suoi dipinti da parte della famiglia Staechelin. Alcuni dei pezzi della collezione trovata, tra dipinti ad olio e disegni a inchiostro, sono conservati in ottime condizioni è attualmente è possibile ammirarli proprio nelle sale dell’Hotel Ascona.

L’Hôtel N’vY di Ginevra è il protagonista di un’opera artistica dal mood street. L’interno dell’edificio (in particolare la zona bar, alcune delle stanze e gli spazi comuni) è dove hanno espresso la loro arte il newyorkese Meres One e un gruppo di altri giovani artisti.

 

A Basilea, la città svizzera con il maggior numero di musei, l’arte campeggia anche nei luoghi pubblici. Il mediatore e promotore artistico Philipp Brogli è l’esperto del settore. Il suo lavoro è quello di mettere in contatto chi ha spazi, o per meglio dire pareti libere, con gli street artist interessati. Grazie a Brogli sono numerose le opere nate tra i palazzi.

Per potere scoprire queste opere tra le vie di Basilea è attivo il tour “UrbanArt Experience” realizzato con la partnership con l’hotel cinque stelle Les Trois Rois. Questo famoso hotel, al cui interno ospita anche un ristorante stellato, non disdegna le nuove forme d’arte e, attraverso la collaborazione con Artstuebli, organizza per i propri ospiti questo tour alla scoperta della street art locale. La particolarità: il percorso è interamente a bordo di una coloratissima Bentley ricoperta di graffiti.

Eine Gebaeude Installation im Hafen-Areal.

 

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SPRING BREAK: 24 ORE TRA LANGHE E ROERO

I professionisti delle gite fuori porta lo sanno bene, la formula weekend lungo è l’ideale per allontanarsi dalla città e concedersi una pausa ristoratrice dalla routine quotidiana. Se però, potersi concedere un giorno libero è diventato sempre di più un lusso, eccovi svelato un mini itinerario per esplorare una parte delle celebri Langhe in sole 24 ore, per chi proprio non può rinunciare ad un city break rigenerante o desidera godere di una gita all’insegna della scoperta e del buon cibo.

 

Guarene

Borgo della provincia di Cuneo, certificato a dicembre nuova località Bandiera arancione del Touring Club italiano, si trova nel Roero immerso nell’itinerario del Barocco piemontese. Qui, il protagonista è l’illustre Castello, una splendida dimora storica destinata dal 2011 a nuova vocazione: un hotel di lusso appartenente alla catena Relais e Chateaux, in grado di offrire ospitalità di altissimo livello in uno scenario mozzafiato. La mirabile struttura domina infatti dalla sua sommità le Langhe, il Monferrato e le cime delle Alpi.

La location è davvero suggestiva poiché è rimasta intatta con tutte le sue opere d’arte diventando inoltre una tappa eccezionale nei percorsi turistici della regione. Le camere da letto sono sontuose, in stile barocco con seduzioni aristocratiche. Per vivere a pieno l’esperienza, non deve mancare una pausa nella spa della struttura: dalla piscina, scavata interamente nella roccia ai percorsi di caldo e freddo, acqua e vapore, e le esperienze olfattive di profumi e di colori cromo terapici. Fiore all’occhiello, un lungo corridoio medioevale lungo 120 metri che separa i due lati della spa, e i prestigiosi rituali da cabina del brand Comfort Zone ideali per coccolarsi a fine giornata.

Infine, l’antica sapienza gastronomica del Roero e delle Langhe è il naturale riferimento della cucina del castello. I piatti della tradizione arrivano a tavola rivisitati, stupendoci per stile e delicatezza. Quanto ai vini, la cantina sfoggia l’intero repertorio dei più celebri del Piemonte, come Barolo e Barbaresco.

 

Barbaresco

Fondamentale per tutti gli appassionati dei vini piemontesi, il borgo sorge sotto l’imponente Torre che separa le Langhe dal Roero. Dalla terrazza panoramica è possibile ammirare un panorama mozzafiato, mentre all’inerno della struttura è stato allestito un piccolo museo per conoscere le storie di uomini, luoghi ed etichette che hanno contribuito a rendere il Barbaresco un vino conosciuto su scala mondiale. Terminata la visita, potete esplorare una delle numerose cantine presenti nel paese, da completare per i più golosi con una food experience presso la prestigiosa osteria Campamac.
Osteria Campamac

 

Alba

La città, storicamente romana e punto di riferimento per tutti gli amanti del tartufo è anche la capitale enogastronomica delle Langhe. Nel capoluogo piemontese è possibile visitare l’imponente duomo in stile gotico realizzato con i tipici mattoncini rossi. La città medioevale crebbe sui resti di quella romana, chiamata Alba Pompeia ed è oggi visitabile grazie al tour Alba Sotterranea, un percorso guidato da un archeologo professionista che si snoda su tre tappe principali e si conclude presso il museo archeologico di scienze naturali.

 

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UNA VITA A POIS, YAYOI KUSAMA APPRODA AL CINEMA CON “KUSAMA INFINITY”

Arrivata all’apice della fama nel mondo fashion grazie alla collaborazione con Louis Vuitton nel 2012, Yayoi Kusama è anche considerata una delle artiste contemporanee più importanti e quotate al mondo. Ma durante il periodo  tra il 1958 e il 1973 a New York fu una donna sul continuo orlo della miseria, nonostante le sue  intuizioni d’avanguardia siano state motivo d’ispirazione per artisti del calibro di Andy Warhol e non solo.

Le estreme difficoltà che incontrò a farsi accettare dal mondo dell’arte, la condussero alla malattia mentale poiché nessuno voleva o riusciva a capirne la sua importanza.
Conosciuta soprattutto per le fantasiose creazioni a pois, tra cui le celebri zucche colorate e le “Infinity Room”, stanze a grandezza naturale tappezzate di specchi che riflettono il pavimento e il soffitto a dismisura, in realtà il ventaglio dei suoi lavori è estremamente più ampio e complesso comprendendo dipinti, performances, installazioni scultoree all’aria aperta ecc.

Il personale immaginario artistico della Kasuma è notevolmente influenzato dalla sua storia personale che si intreccia profondamente con quella del Giappone. Crebbe, infatti, durante la Seconda guerra mondiale in una famiglia che fece di tutto per scoraggiare le sue inclinazioni creative e farla sposare. Cercò poi successivamente rifugio nella Grande Mela, metropoli in cui dovette affrontare non solo il sessismo ma anche razzismo in quanto “asiatica”, ma dove trovò la libertà di esprimersi senza costrizioni culturali preconcette.

Attualmente vive di sua volontà in un ospedale psichiatrico da cui esce solamente per recarsi al suo atelier ma, come doveroso contrappasso, negli anni passati le sue mostre personali a Città del Messico, Rio de Janeiro, Seul, Taiwan e in Cile hanno attirato più di cinque milioni di visitatori, dal 2017, inoltre, Yayoi Kusama ha aperto il suo museo personale a Tokyo.

Il 22 marzo compirà 90 anni e il 4 marzo è uscito in sala con Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema  Kusama Infinity di Heather Lenz, toccante documentario ritrattistico che utilizza materiale d’archivio inedito, raccontando in maniera intima la sua storia attraverso le sue stesse parole e le interviste a direttori di musei, collezionisti, amici e collaboratori.

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DOVE GUSTARE LE MIGLIORI PIZZE GOURMET A MILANO

La pizza, che sia la tradizionale napoletana con cornicione alto, o sottile e croccante come si usa nella capitale, è sempre stata la regina indiscussa del panorama culinario italiano.  Ciò che differenzia le pizzerie italiane però, è l’approccio alla tradizione, in quanto il trend della pizza gourmet sta diventando sempre più diffuso, con una particolare attenzione alla creatività e all’innovazione. Eccovi allora una selezione delle migliori pizzerie da degustazione a Milano.

 

Pizzium

Quello di PIZZIUM è un vero e proprio “viaggio” culinario della Pizza Napoletana lungo lo Stivale, alla scoperta dei sapori della tradizione italiana. Oltre che alle classiche Margherita, Marinara e Bufala troviamo pizze speciali dedicate a tradizioni, ricette, ingredienti e prodotti delle Regioni italiane. Un’esplosione di sapori che nasce dall’attenta selezione di prodotti regionali DOP e IGP provenienti da aziende locali. Per i suoi due anni inoltre, il locale propone un nuovo menu con tante pizze inedite e creative che rendono omaggio al capoluogo campano seguendo come fil rouge il viaggio tra i quartieri napoletani. Da Posillipo a Mergellina, da Vomero a Focerlla, il nuovo menù è una mappa del gusto davvero da scoprire.

Berberè
Il progetto Berberè nasce grazie alla mente creativa di due fratelli calabresi trasferitisi a Bologna per studiare economia. Matteo e Salvatore propongono una pizza artigianale da lievito madre vivo, morbida dentro e croccante fuori.  Il concetto che caratterizza la pizza Berberè è il cosiddetto sharing, attuato grazie alla creazione di otto spicchi per permettere a tutti i commensali di gustare la grande varietà di ingredienti, anche insoliti come il miele di Acacia o il cavolo nero.  Assolutamente da provare è la pizza che rappresenta appieno la Calabria, con ‘Nduja di Spilinga, fior di latte ed i classici pomodoro e prezzemolo.

 

Briscola Pizza Society
Perché accontentarsi di una sola pizza, quando se ne possono ordinare due?  Ecco la filosofia di Briscola Pizza Society, che supporta anch’essa il pizza sharing, consentendo al cliente di scegliere se optare per due pizze da 20 cm o una classica da 30 cm.  Come se non bastasse, attraverso il Pizza Profile i commensali possono comporre la pizza che più rispecchia i loro gusti, partendo da una semplice Margherita bianca o rossa e condendola con ingredienti provenienti da tutta Italia. Insomma, un’esperienza assolutamente da provare e decisamente Instagram worthy!

 

Lievità
Grazie all’utilizzo di farina semi-integrale di tipo 1 e farina integrale, Lievità intende rivoluzionare la preparazione della pizza, senza però stravolgere la ricetta tradizionale napoletana.
La pizza Lievità, vincitrice del  titolo di migliore pizza gourmet di Milano, è pensata per risultare più saporita e paradossalmente anche più digeribile, grazie all’accuratezza risposta nella preparazione dell’impasto base. Il menu vanta una varietà di accostamenti e sapori unici con ingredienti creativi e decisamente freschi, che rendono la pizza più gustosa.

 

Assaje
Se siete alla ricerca di una pizza gourmet unita a piatti tipici della tradizione napoletana, Assaje a Milano fa decisamente al caso vostro. Il brand è nato infatti grazie alla tenacia e alla passione di un team completamente napoletano, il quale ha deciso di portare nel panorama milanese i veri sapori della genuinità partenopea.  Ciò che maggiormente caratterizza Assaje è la varietà del menu, che comprende inoltre panzerotti, arancini napoletani e le “gourmissime del mese”, ovvero quattro pizze estremamente creative pensate in base agli ingredienti di stagione. Una piccola curiosità sulla pizzeria Assaje, è la partecipazione al programma “4 ristoranti” dello chef Alessandro Borghese tra le migliori pizzerie gourmet di Milano.

 

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6 FRAGRANZE PER QUESTA PRIMAVERA

Se la bella stagione è impaziente di accoglierci, noi non possiamo tirarci indietro. Le nuove fragranze della prossima primavera 2019 sono già disponibili, e molte di queste sembrano tematizzare l’estate in modo deciso. Evocano la brezza marina, sono leggere e ci conducono in luoghi esotici e remoti, motivo per cui è arrivato il momento di conoscerle e indossarle sin da ora.

 

BLAUER UNITED STATES EDT FOR HIM

Un sorprendente intreccio di esclusivo Cardamomo Jungle Essence, succoso Bergamotto e sensuale Noce Moscata apre una fragranza moderna e raffinata. Il cuore esplode in un virile abbraccio di Lavanda Jungle Essence, piccante Geranio e accattivante Fior d’Arancio. Il tutto si posa soavemente su un fondo di cremoso Legno di Sandalo, prestigioso Legno di Cashmere e morbido Lorenox.

SERGE LUTENS LES EAUX DE POLITESSE

Ogni fragranza di questa collezione è di un colore diverso ma tutti condividono una trasparenza relativa in una gamma di tenui pastello appena sfumati. Questa linea di 6 fragranze fresche e leggere non ha nulla da dimostrare. L’unico scopo è darti la sicurezza di affrontare il mondo, come una cortesia sociale. Chiarezza e morbidezza sono le parole chiave.

ORTO PARISI MEGAMARE

Appartiene alla nuova creazione olfattiva di Alessandro Gualtieri. Con questa fragranza il maestro profumiere sfrutta la ricchezza e l’originalità delle note marine. Gli accordi marini sanno suscitare le emozioni dall’effetto rilassante, che come il mare ti porta sulle rive di nuove terre e ti chiama per incontrarti.

PENHALIGON’S PORTRAITS COUSIN MATTHEW

Questa eau de parfum ha una costruzione abbastanza inaspettata. Il mandarino è aperto, fresco, frizzante. Il patchouli è una  base ricca e oscura. Tra i due, uno spazio luminoso, arioso e vibrante. Decisamente fresca per un uomo  informale e sicuro.

MONTBLANC EXPLORER

In testa troviamo un’esplosione di frizzanti note pervase di bergamotto italiano che rivelano il lato brillante, energico e ottimista della fragranza. Il cuore di Vetiver ci porta nella zona più remota di Haiti: nell’estremo sud-ovest dell’isola, la regione di Les Cayes, dove il vetiver più pregiato al mondo viene prodotto secondo criteri biologici ed etici. Infine il patchouli del Borneo nel cuore della foresta pluviale, più precisamente sull’isola di Sulawesi.

ABATON CHINOTTO DARK

Fragranza dal  colorito  quasi  ligneo con note   verdi  agrumate  e  leggermente  balsamiche  delle  foglie  del  frutto  del chinotto  verde  raccolto nel  mese  di  Settembre. Cuore  rotondo,  quasi  liquoroso  con  un  fondo di  assenzio,  ginepro  ed  incenso,  che  rievocano  il  gusto  che  si  prova  nell’assaporare  questa  delizia  dolce-amara. È decisamente maschile ed elegante.

 

 

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TOKYO CAPITALE GOURMET

La meta del 2019 per gli appassionati del settore “food and beverage” è soltanto una: Tokyo, Giappone. Il Paese del Sol Levante affascina sempre più potenziali visitatori e invoglia, chi già c’è stato, a tornarci per vivere nuovamente le esperienze che solo la cultura giapponese può offrire. Ad aggiungere una nuova voce alla lista di motivi validi per fare le valigie e partire verso il Giappone ci ha pensato la rinomata Guida Michelin che annualmente si occupa di stilare una raccolta dei locali enogastronomici migliori al mondo.

Tokyo, secondo la dodicesima edizione della guida citata, è la città più stellata al mondo per quest’anno. Proprio tramite l’assegnazione di stelle ai singoli locali valutati, la Guida Michelin premia quelli ritenuti migliori (considerando diversi fattori) mettendoli subito sotto i riflettori dei professionisti e degli appassionati del settore culinario. I locali di Tokyo che si sono aggiudicati almeno una stella sono ben 230 ma le stelle totali assegnate sono addirittura 308. Un risultato degno di nota che rende la capitale del Giappone anche la capitale gourmet.

In questa edizione i nuovi locali entrati in classifica sono 73 ma non tutti sono specializzati in cucina tipica giapponese come si potrebbe pensare. La metropoli di Tokyo è una delle più globalizzate e l’interesse per il cibo non asiatico è molto. Lo testimonia il ristorante L’Osier, guidato dallo chef Olivier Chaignon e ispirato alla cucina francese, che quest’anno ha conquistato la sua terza stella Michelin. Per il must della cucina nipponica, il sushi, sono numerosi i ristoranti premiati: dalla new entry Kobikicho Tomoki, con le sue due stelle conquistate in un solo colpo, a Sukiyabashi Jiro Honten, un veterano nella guida gastronomica che conferma anche questa volta le sue 3 stelle. Nell’edizione attuale sono molte le novità riguardo i Bib Gourmand, indirizzi dove è possibile assaporare ottimo cibo a fronte di prezzi moderati. I locali di questo tipo inseriti nella guida sono 44 e testimoniano il fatto che la città offre proposte interessanti e gustose per tutte le tasche.

Non finisce qui il focus su Tokyo perché dal 19 al 29 aprile 2019, tra gli spazi della Roppongi Hills Arena, verrà ospitata l’edizione annuale della Craft Saké Week. Questa fiera-evento metterà in mostra 110 aziende produttrici di saké (il tipico liquore nipponico ottenuto tramite la fermentazione del riso) provenienti da tutto il Giappone. Un’occasione imperdibile per gli amanti della cultura e della cucina locale.

 

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MARCO CASTELLI: BOXING SOUL TEAM

Marco Castelli, classe 1990  e agrigentino di origini, è uno dei tanti esempi che  tra sogni e realtà il passo è breve. Da giovanissimo comincia a lavorare per caso nella moda, diventando prima top model per le più grandi case italiane, parigine e newyorkesi, poi testimonial di campagne pubblicitarie di brand importanti. Oggi insieme all’attività di modello è anche imprenditore, con la sua collezione di moda Marco Castelli Collection, dove crea abiti per la famiglia reale di Doha o per chi desidera uno stile assolutamente unico. Con il suo viso da bravo ragazzo conduce una vita sana e mai sregolata fatta di sport, alimentazione genuina e amore per gli affetti più cari come quello verso la famiglia e la sua terra, Porto Empedocle in Sicilia.

Ed è proprio il suo territorio ad ispirarlo nella prossima sfida, un cortometraggio di prossima produzione che verrà girato nella provincia di Agrigento e alla base vedrà il rapporto tra due fratelli . I due protagonisti saranno il modello Marco Castelli e Gerlando Castelli, due fratelli che il mondo del lavoro ha trascinato a grandi distanze per poi farli rincontrare nel Mediterraneo. Punto di congiunzione di una fratellanza che rappresenta anche una profonda amicizia, è la passione per la kick boxing e l’amore per la propria terra. «Abbiamo realizzato un trailer che rappresenta il primo passo per un prossimo cortometraggio che valorizzi la nostra terra – ha spiegato Marco Castelli, ideatore del progetto e autore della sceneggiatura – vogliamo comunicare a tutti i nostri luoghi sullo sfondo del bene tra due fratelli».  (Testo a cura di Alan David Scifo)

 

 

Credits video: Elis Gjorretaj, Andrea Vanadia

 

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LONDRA, NEW YORK E MILANO: I TALENT TO WATCH DELLE FW 2019.

Delle vere e proprie vetrine volte alla promozione dei giovani talenti del panorama internazionale,  le FW di Newyork, Londra e Milano puntano anno dopo anno sulle nuove leve più interessanti del settore che , attraverso innovazione e creatività, spiccano tra le passarelle delle tre metropoli della moda.

Londra – 1×1 studio
Fondata nel 2017 e guidata dalla designer Taiwanese Yi-Ling Kuo premio FDC Young Designer,  il marchio di abbigliamento maschile di lusso propone una maglieria innovativa che fonde perfettamente artigianato e creatività, formale e casual si fondono così nella visione di Yi-ling Kuo dando vita ad un ready to wear giocoso che può essere adatto a tutti i tipi di occasione. Nelle lavorazioni di 1×1 studio vengono impiegati sempre materiali di riciclo, che fusi con le particolari trame 3d e tecniche di lavorazione innovative, permettono alla designer Yi-ling Kuo di esplorare nuovi orizzonti tessili.
1×1 studio si è distinto durante gli scorsi one to watch di Londra con una collezione che esplora la tecnologia d’avanguardia interpretando la convinzione di un futuro scientifico. La relazione tra uomo e tecnologia viene spiegata attraverso il miro di Icaro, l’idea di “non volare troppo vicino al sole” si riversa sull’atteggiamento umano verso la tecnologia e trova la sua spiegazione attraverso una collezione innovativa che ci proietta nel futuro.

Milano – Angel Chen

Dopo una formazione in Central Saint Martins Angel Chen fonda il suo brand nel 2014 a Shangai, durante la scorsa FW milanese ha presentato la sua nuova collezione, un sentito tributo all’antica tribù nomade Qiang della Cina occidentale.
Twill, denim, tessuto scozzese, montone, piume, e toni aranciati, rossi, giallo brillante e blu navy hanno dato vita ad una fall winter colorata e frizzante, la giovane designer  seminfinalista al Woolmark prize 2018/2919 è anche molto attenta all’utilizzo e all’impiego di tessuti eco-sostenibili come le pellicce di lana o il tessuto scozzese realizzato con filo ricavato da bottiglie di plastica riciclata.

Styling a cura di Giorgia Cantarini

New York- R13
Fondata nel 2009 dal designer Chris Leba R13 vuole presentare beni di lusso che richiamino lo spirito ribelle della storia Americana.
Per la FW 2019 Leba si è ispirato ai negozi dell’usato mentre visitava Austin TX, la collezione viene descritta come “un’ode alle nonne grunge” e mescola sapientemente diversi elementi vintage; bavaglini di pizzo, t shirt vintage ricamate a mano, abiti floreali anni 50, giacche adornate con braccialetti e leopardato che viene impiegato in cappelli, pantalon,  top in flanella drappeggiati e abitini stapati.
Il risultato finale è una fantasia vintage che si fa collezione attraverso il personale tocco del designer.

 

 

Quanto guadagnano gli influencer su Instagram e come

Instagram è uno dei social network più utilizzati ed apprezzati al mondo. Secondo alcune stime solo nel nostro Paese ci sono ben 11 milioni di utenti attivi ogni giorno, ovvero 11 milioni di persone aprono quotidianamente Instagram. Naturalmente l’applicazione serve a curare le proprie amicizie, conoscere cose nuove e stabilire una rete di contatto, ma non sono poche le persone che hanno deciso di guadagnare con Instagram.

Il fenomeno dei cosiddetti influencer è ormai noto a tutti. Un influencer è quella figura definita fino a poco fa come opinion leader, ovvero un utente (spesso una persona comune) che riesce a definire e consigliare i gusti del suo seguito. Va da sé che per essere influencer è necessario prima avere un consistente numero di followers attivi sul proprio profilo, ovvero utenti reali con cui si interagisce ogni giorno. In molti, quindi, si chiedono come guadagnare con Instagram e quanto guadagna veramente un influencer. Alcuni studi di specialisti in statistica e tecnologie informatiche hanno provato a quantificare il giro d’affari intorno ad Instagram.

Uno dei modi più comuni per guadagnare su Instagram è quello di stringere collaborazioni, ovvero accordi commerciali, con aziende interessate a raggiungere il vostro seguito con le loro promozioni. Più la base di followers è caratterizzata ed interessata ad un particolare tipo di argomento, più sono alte le possibilità di presentarsi ad un’azienda per stringere un accordo commerciale. Il segreto è certamente quello di studiare bene la bio di Instagram, che permette di chiarire subito (in maniera seriosa o ironica) lo scopo della vostra presenza su Instagram. Il tempo ha dimostrato che descriversi in poche frasi è un’arte e sono pochi che riescono veramente a realizzare la bio perfetta. Ad ogni modo è necessario far comparire anche il proprio indirizzo di contatto, che non sia la mail personale ma un indirizzo creato appositamente per accogliere questo tipo di richieste.

Anche se non si è intenzionati a pubblicare l’indirizzo in bio è necessario almeno possedere un indirizzo utilizzato solo per il lavoro. Molte collaborazioni nascono proprio nei DM (ovvero direct message) e presentare subito una certa professionalità è sicuramente una carta in più al vostro favore. Ma quanto sono retribuite le collaborazioni?

Sono molti i parametri che permettono di stabilire il valore di mercato di una sponsorizzazione: la frequenza di pubblicazione sul vostro profilo, l’engagement dei vostri fan, il numero di sponsorizzazioni proposte nel tempo e così via.

Ad ogni molto molti siti hanno elaborato alcune stime per chi è alle prime armi o non ha mai svolto una collaborazione con un’azienda. Secondo il Corriere della Sera, ad esempio, un influencer nella fascia bassa (100k followers circa) può guadagnare fino a 500 euro da una collaborazione più ovviamente i prodotti in omaggio, un influencer medio (500k) possono guadagnare fino a 5000 euro. Discorso a parte per i grandi influencer (quelli che possiedono più di 1 milione di followers) e in questo caso è meglio parlare di personaggi pubblici. Le trattative con i “grandi” sono spesso materia di riserbo, ma il budget deve partire almeno dai 3000 euro.

ALLEARE – LA PIATTAFORMA DI SERVIZI INTEGRATI PER AGENZIE IMMOBILIARI

Il  panorama complessivo delle aggregazioni di agenzie immobiliari  si arricchisce di una nuova iniziativa, atta ad affiancare l’attività di intermediazione da svolgere con tutti i servizi necessari a migliorarne la qualità e l’efficacia.

Non si tratta dell’ennesimo network,  associazione o rete, ma di una Piattaforma digitale di servizi integrati a disposizione degli Agenti Immobiliari.

Bruno Vettore, executive manager di provata esperienza e capacità, è il Presidente della società ALLEARE e guiderà il progetto, con alcuni manager e con il supporto di We-Unit Group Spa.

La professione di Agente Immobiliare è al centro di una profonda evoluzione. La semplice attività mediatoria, regolata dal codice civile, si sta rivelando insufficiente di fronte ad una clientela sempre più esigente, nell’ambito di un mercato molto competitivo ed estremamente selettivo.

In questo contesto alcuni Agenti Immobiliari sono spettatori inermi della “partita del cambiamento”, mentre altri si stanno attrezzando sul piano delle competenze, degli strumenti e dei servizi  per soddisfare i propri clienti ed aumentare performances e profitti.

Il tema delle crescita personale e  dei “servizi al cliente” è assolutamente centrale per differenziarsi ed essere costantemente attrattivi per tutte le persone che devono vendere ed acquistare casa. L’Agente Immobiliare evoluto è in grado di sezionare scientificamente la propria attività ed inserire, a beneficio del miglior risultato finale ed  in ogni fase della compravendita, vantaggi e assistenza al proprio cliente.

L’approccio non può essere generico o pressapochista, ma deve essere sistemico ed industrializzato, al fine di ottimizzare costi e ricavi, preservando l’alta qualità del risultato  finale.

La Piattaforma di servizi integrati ALLEARE si pone come efficace strumento polivalente che ogni Agente Immobiliare può utilizzare per la propria attività professionale.

Non ha nessun costo di ingresso e nessun canone di mantenimento.

Mette  a disposizione un tool di servizi utili e vantaggiosi che l’Agente Immobiliare utilizzerà  in caso di necessità e di reale convenienza.

Si tratta quindi di una libera adesione, di una moderna aggregazione  con il dichiarato obiettivo di fornire servizi ad alto valore aggiunto ad una ampia platea di fruitori che possano trarre benefici ed utilità per il proficuo svolgimento della professione.

Per informazioni : www.alleare.it  [email protected]

WORK OUT ALERT: COME ALLENARE LE SPALLE

Torna l’appuntamento con il trainer Saverio Ricciuti, questa volta con qualche consiglio dedicato ai deltoidi, gruppo muscolare molto spesso trascurato da noi uomini per dare più spazio all’allenamento del petto, della schiena o delle gambe. Come conferma il trainer “Certamente queste sono le aree muscolari più grandi del corpo umano, direttamente responsabili per incrementare la massa muscolare e la forza di tutto il corpo, tuttavia nell’allenamento ideale anche i deltoidi risultano fondamentali”. Vediamo allora perché è importante allenarli, anche sfatando qualche falso mito.

  • Il giusto focus: Le spalle partono svantaggiate rispetto ad altri gruppi muscolari e questo è il primo motivo per dargli maggiore importanza dedicando una giornata per allenarle, magari abbinandogli l’allenamento delle braccia.
  • Questione di peso: Molte volte per le spalle vengono utilizzati carichi troppo elevati con una tecnica pessima. Dimezzate i carichi ed elevate il numero di range di ripetizioni. Non importa se in palestra vi guarderanno sollevare pesi relativamente bassi. Lo scopo dell’allenamento non è alzare carichi ma costruire muscoli, il peso è importante ma non deve essere un fattore limitante della crescita come nel caso dei deltoidi. Con carichi maggiormente gestibili ne guadagnerà anche la tecnica di esecuzione.
  • Avere le spalle larghe: Molti sportivi allenano le spalle esclusivamente con esercizi di distensione, ma sono i deltoidi laterali a dare la larghezza alla spalla e non sempre vengono stimolati a sufficienza. Inserite prima o dopo l’esercizio di distensione adibito alle spalle, un esercizio di alzata laterale con peso medio basso cercando di curare tecnica, contrazione muscolare e respirazione.

Infine, ricordiamo da ultimo il non meno importante fattore estetico. Il nostro corpo risulterà più proporzionato e in armonia, e se siete attenti allo stile, sarete pronti per esaltare le giacche e  i capi più difficili del vostro guardaroba.

 

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Intimo da uomo: non di solo cotone

Negli ultimi anni il mondo dell’abbigliamento ha vissuto una serie di rivoluzioni, dovute alla diffusione di tessuti e materiali del tutto nuovi. Per quanto riguarda l’intimo da uomo la questione è ancora più vistosa, fino a qualche decina di anni fa infatti in questo ambito si utilizzava esclusivamente il puro cotone, al massimo reso più confortevole con il jersey. Oggi le cose sono molto cambiate, anche se c’è ancora chi predilige l’utilizzo del cotone sulla pelle.

Intimo da uomo: l’importanza dei tessuti

Quando si parla di intimo da uomo i modelli disponibili in commercio sono in numeri minimi, stiamo parlando infatti dei classici slip o dei boxer in puro cotone. Per l’uomo attivo, che desidera fare sport e avere un intimo sempre piacevole da indossare sono disponibili diversi modelli di intimo in tessuto molto confortevole. Si tratta in genere di tessuti tecnici, di solito sintetici, che offrono la massima elasticità, da sfruttare in ogni situazione. Nel reparto intimo maschile di Yamamay invece troviamo slip e boxer in jersey di cotone, con una percentuale di elastane, un filato che aumenta in modo importante l’elasticità dei tessuti, che seguono il corpo in ogni movimento. Le cuciture piatte, che non si sentono sulla pelle, e i modelli comodi fanno poi il resto, consentendo di indossare questo intimo in ogni momento della giornata, anche mentre si fa sport.

Trovare l’intimo giusto

Solitamente l‘abbigliamento intimo da uomo viene scelto seguendo i gusti di ogni singolo soggetto che lo deve acquistare. Oggi fortunatamente l’ampia scelta è facile da valutare, grazie anche ai negozi di intimo uomo online. Quindi anche chi predilige modelli particolari, boxer in cotone tradizionale, slip parigamba molto lunghi o molto corti, tessuti confortevoli e così via, può trovare tutto ciò che desidera. Molti uomini tendono poi ad indossare la medesima tipologia di intimo in tutte le situazioni, contrariamente a quanto di solito fanno le donne. La possibilità di trovare però boxer e slip di ogni genere, fantasie azzardate o tessuti in tinta unita, canottiere di ogni tipologia, dovrebbero invitare anche l’uomo a scegliere l’intimo con maggior cura. Indipendentemente dai propri gusti personali infatti avere a disposizione dell’intimo comodo mentre si va in palestra, o elegante da indossare sotto un completo firmato, dovrebbe essere il modo corretto di vedere l’intimo da parte di ogni uomo.

Scegliere l’intimo per ogni occasione

Ecco quindi un piccolo vademecum per aggiornare il proprio guardaroba, in modo da avere a disposizione l’intimo più adatto per ogni occasione. Se infatti lo slip elasticizzato può essere adatto in occasione di una partitella a calcio con gli amici, per altre situazioni sarebbe opportuno cambiare gli slip per qualcosa di più azzeccato. Si perché lo slip è purtroppo uno tra gli indumenti da uomo che le donne odiano maggiormente. Conviene quindi prediligere i boxer parigamba elasticizzati, che sono ideali sia per le serate con le amiche fuori a cena, sia per le occasioni in cui si fa sport. Sotto l’abito elegante, classico e di lusso, meglio sempre prediligere i tradizionali boxer.

Moda uomo: l’eleganza passa dalla scarpa

Statisticamente, gli uomini appassionati di shopping, acquistano in Italia circa 16 milioni di paia di scarpe in un anno. La scelta dell’acquisto è guidata sia dall’influenza dei trend del momento, sia dai gusti personali. Per scegliere la calzatura giusta è bene sapere che tipo di acquisto vogliamo fare, se si cerca una scarpa basic oppure se si preferisce un modello più stiloso, che calzi perfettamente il piede, restituendo comodità e personalità ad ogni passo, rispecchiando la qualità della scelta.

Tra le varie proposte assistiamo ad una vera e propria rivoluzione delle scarpe eleganti uomo, ognuna di esse adatta a completare uno stile, un outfit ben preciso. A rivoluzionare non sono solo le scarpe ma anche il concetto stesso di stile. La moda casual incalza il passo e lo sportswear entra prepotentemente nei guardaroba maschili.

Solo una cosa non cambia mai: la scarpa in pelle resta un evergreen. Anfibi, stivaletti o modello Oxford rappresentano la scelta più gettonata dagli uomini del mondo.

Le parole chiave per le scarpe eleganti maschili: dettagli contemporanei e materiali sperimentali. E l’unico motto per far tendenza è: osare. Nascono così modelli come i mocassini Oxford rivisitati senza lacci in pelle di culatta di cavallo nero tinta e lucidata, con punta allungata, cuciture a contrasto e suola in cuoio.

Menzione d’onore per un altro must have della Primavera 2019: il modello Ankle Chelsea boot. Il boot nero è perfetto da indossare con i pantaloni scuri, skinny, per completare look soft punk e rock. Alcuni modelli sono realizzati con un prezioso fondo in cuoio Good Year, arricchito da una cintura a stagno intorno. Eleganti e rock allo stesso tempo.

E per uno stile davvero glamour perché non osare con stivaletto realizzato in un particolare pellame abrasivato argento, dal particolare fondo in micro, arricchito da battistrada in gomma effetto crepe smussato su punta e tacco.

Lo stivale Chelsea è nato nel periodo vittoriano e si narra sia stato il fabbricante di scarpe personale della regina Vittoria a realizzarlo per primo. Successivamente la scarpa si diffuse velocemente tra la gente comune e quando negli anni 70 i The Beatles e i The Rolling Stones li portarono sul palco, la loro moda esplose. Oggi quasi tutti gli uomini ne possiedono un paio come le super icone di stile Kanye West e Brooklyn Beckham.

BROTHERHOOD

Bryan ( a sinistra) – completo: Emporio Armani, calze: Borghi Uomo, scarpe: CC Collection Corneliani, orecchini: model’s own; Stefano (a destra): completo: Emporio Armani, scarpe: Cesare Paciotti.
Completo e camicia: DOPPIAA.
total Look Bally, cappello Inverni.
giacca e completo Gabriele Pasini, foulard vintage A.N.G.E.L.O., scarpe Cesare Paciotti.
giacca Tagliatore, T-shirt e pantaloni SSENSE.
completo Manuel Ritz, camicia Gabriele Pasini.
Total look N°21, calze Borghi Uomo.

total Look Gabriele Pasini, foulard vintage A.N.G.E.L.O.
Bryan e Stefano a sinistra: total look Wayeröb.
total look Emporio Armani; Stefano a destra in basso: T-shirt Wayeröb.

underwear Wayeröb, cappello Inverni.
underwear Wayeröb, cappello Inverni.
completo Manuel Ritz, felpa Lucio Vanotti, cappello Inverni, occhiali da vista Moscot Originals NYC; Stefano: bomber MTL Studio Matteo Lamandini, completo DOPPIAA.
impermeabile Manuel Ritz, completo Gabriele Pasini, camicia CC Collection Corneliani, scarpe Cesare Paciotti; Bryan : giacca impermeabile e camicia DOPPIAA, completo CC Collection Corneliani, scarpe Cesare Paciotti.
underwear Wayeröb, cappello Inverni.
cappello: Inverni.
a sinistra: giaccone CP Company, maglia Missoni, camicia Manuel Ritz; Bryan foto a destra, a destra: total look Missoni.

Stefano a sinistra: giaccone CP Company, maglia e pantaloni Missoni, camicia Manuel Ritz; Bryan a destra: total look Missoni.

PHOTOGRAPHER : Davide Carson
STYLIST : 3
STYLIST ASSISTANTS : Fabiana Guigli e Davide Spinella
GROOMING: Elija Gutierrez @MKS Milano
SET ASSISTANT: Vittoria Parola
VIDEO MAKER: Irene Cacciarini
Models: Stefano Berretti @3mmodels @Next Model Management; Bryan Guglielmetto @I Love Models Management

MUSIC: Vincenzo Pizzi

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SEXY E GLAMOUR: LA FOTOGRAFIA DI MODA SECONDO GIAMPAOLO SGURA

“NEVER CONFUSE FASHION WITH STYLE
AND SEX WITH LOVE!!!”
GIAMPAOLO SGURA

Uno dei fotografi italiani più acclamati e riconosciuti a livello internazionale, Giampaolo Sgura ci racconta la sua visione estetica e passione per la moda. Una vita intensa tra Milano, New York e Miami, ma anche un elogio alla semplicità di chi non ha perso di vista la bellezza dei gesti più quotidiani.

Raccontami del tuo percorso, dagli studi architettura al momento in cui hai capito avresti fatto il fotografo

Ho sempre sognato sin da piccolo di lavorare nella moda. Mi affascinava la rierca del Bello e della eccessiva creatività. Poi durante gli studi di architettura ho continuato a fare i miei reportage fotografici finchè un amico, che lavorava per Glamour, mi ha convinto a fare delle foto per una rubrica. Così pian piano mi sono addentrato. Un’avventura iniziata quasi per caso…

Quali sono stati per te dei maestri ed esempi che ti hanno ispirato e insegnato? 

Penso a grandi maestri come Steven Meisel, Richard Avedon, Irvin Penn, per me tutti grandi esempi e mostri sacri della fotografia.

Qual è stato il tuo primo importante lavoro che ti ha fatto capire stavi svoltando?
Di sicuro il mio primo editoriale per Vogue Paris

Proprio Vogue Paris ha descritto la tua visione della donna in equilibrio tra femminilità, sensualità e glamour. Che personaggi per te incarnano questi valori?

Purtroppo oggi più nessuno. La moda è’ ormai piena di tante cose diverse e ciò che manca sicuramente è proprio il vero glamour. E la parola stessa glamour suona male agli stessi addetti ai lavori. Per me la donna deve avere sempre questi tre elementi: femminilità, sensualità e glamour. E cerco di farlo emergere dalle mie foto, che sia un editoriale al mare o una storia moda in studio. Forse Carine Roitfeld è oggi l’unica donna che incarna questi tre valori nella moda! Le altre donne hanno troppa paura di osare.

Come vedi l’evoluzione della moda oggi, come sta cambiando in relazione ai social media?
La moda è pura democrazia oggi: la fanno tutti, la criticano tutti, si sentono tutti alla moda. Per me resta sempre un sogno, una visione. Instagram ha certamente reso la moda più accessibile e fruibile al grande pubblico.

Che pensi di questa ondata di sportswear nella moda uomo?
Io personalmente ho sempre vissuto e indossato in stile sportswear. E’ la mia divisa e oggi è di moda.

Raccontami un aneddoto relativo a un personaggio maschile che hai scattato e un personaggio che vorresti scattare nel futuro

Vorrei scattare Moby e Leonardo di Caprio perchè ammiro la loro perseveranza nel supportare le grandi cause del disastro ambientale e del climate change. Per me sono i veri eroi del presente….Moby for president! Tra gli aneddoti l’incontro con Timothée Chalamet, ragazzo davvero interessante, che si rivela essere anche un grande attore, una personalità incredibile.

Quando non lavori, le tue passioni…

Cose molto semplici: dormire, allenarmi, portare i cani al parco, andare a vedere mostre e cene con amici.

Quale la città che è ancora una fonte di ispirazione e quale in cui ti ricarichi?
Senza dubbio New York resta piena di stimoli e suggestioni, una città sempre in fermento creativo, mentre a Miami riesco veramente a rilassarmi. Miami mi regala inoltre la possibilità di fotografare usando una luce naturale e intensa. Miami mi trasmette un’energia molto positiva e mi sono trasferito lì. Vedremo come va…


 

Sexy & Glamourous: Fashion Photography, According to Giampaolo Sgura

“Never confuse fashion with style, or sex with love” – Giampaolo Sgura

One of the most acclaimed and internationally recognised Italian photographers, Giampaolo Sgura, tells us about his aesthetic vision and his passion for fashion. He lives an intense life between Milan, New York and Miami, but one that is also a tribute to the simplicity of someone who has not lost sight of the beauty in everyday moments.

Tell us about your journey, from studying architecture to the moment you realised you would be a photographer
I have always dreamed of working in the fashion industry since I was a child. I was fascinated with the search for beauty and the excessive creativity in fashion. While I was studying architecture, I did photographic reportages and a friend who worked for Glamour convinced me to take some pictures for a column. So, I got into it slowly. An adventure that started almost by chance.

Who were the masters and role models that inspired and taught you?
The great masters like Steven Meisel, Richard Avedon and Irvin Penn, were all terrific examples for me and sacred gurus of photography.

What was your first important job that made you realise this was becoming your career?
Absolutely it was my first editorial for Vogue Paris.

It was Vogue Paris that described your vision of women as a balance between femininity, sensuality and glamour. Who do you think embodies these values?
Unfortunately, no one of today does anymore. Fashion is now full of so many different things and certainly what is missing is true glamour. Even the word ‘glamour’ sounds bad to industry insiders. For me, women must always have those three elements: femininity, sensuality and glamour. And I try to make that emerge from my photos, whether in an editorial by the sea or a fashion shoot in the studio. Perhaps Carine Roitfeld is the only woman who embodies those three values ​​in fashion today. The rest of women are too afraid to dare.

How do you see the evolution of fashion today? How is it changing in due to social media?
Fashion is pure democracy today: everyone creates it, everyone criticizes it, and everyone feels fashionable. For me, fashion is still about a dream, a vision. Instagram has certainly made fashion more accessible and user-friendly to the general public.

What do you think of the rise of sportswear in men’s fashion?
Personally, I have always lived in sportswear style. It’s my uniform and today it’s fashionable.

Tell us a story about a male celebrity you shot, and someone who you’d like to shoot in the future.
I would like to shoot Moby and Leonardo di Caprio, because I admire their perseverance in supporting great causes against environmental disaster and climate change. For me, they are the true heroes of the present…. Moby for president! Among the those I’ve worked with is Timothée Chalamet, a really interesting guy who turns out to be a great actor with an incredible personality.

When you’re not working, what are your passions?
Very simple things: sleeping, working out, taking the dogs to the park, going to see exhibitions and dinner with friends.

Which city is still a source of inspiration for you and in which city do you recharge?
Without a doubt New York is full of stimuli and splendour, a city always in a creative buzz, while in Miami, I really can relax. Miami also gives me the opportunity to photograph using natural, intense light. It gave me a very positive energy, so I moved there. We’ll see how it goes….

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IL NUOVO ROCKET BAR MILANO

Eleganti carte da parati, arredi vintage e di modernariato, e l’attento lavoro cromatico, raccontano il nuovo design bar dell’area Navigli. Sarà questo lo scenario che ci accoglierà presso il nuovo Rocket Bar Milano il 19 febbraio, dalle 19 alle 21, in Ripa di Porta Ticinese 95 inizialmente con un evento dedicato alla stampa.

Il Rocket Bar Milano è certamente una novità nella movida milanese che si inserisce tra i locali di design nella eterogenea offerta notturna dell’area Navigli. L’arredo ricercato ideato dall’interior designer Valentina Lubrano crea un’atmosfera perfetta in cui poter conversare e ascoltare buona musica. La data di inaugurazione coincide proprio con l’inizio delle sfilate di Milano Moda Donna che renderanno la zona, già molto frequentata, crocevia di un pubblico ancora più internazionale.

Per citare poi Bukowski, che diceva: “Drinking is an emotional thing”, l’offerta qualitativa e creativa del bar è l’aspetto più importante. Ai grandi classici si aggiunge una speciale drink list studiata appositamente per Rocket Bar Milano da Mattia Mizzi, bar tender del Tree Cocktails and Food, con dieci proposte particolari che mescolano sapori datutto il mondo: dal sake all’assenzio allo jalapeno al miele, dal rosmarino al sambuco all’agave al pepe di Timut. Non ci resta che scoprirlo!

 

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FASHION ARCHITECTURE E NON SOLO: A TU PER TU CON FABIO FERRILLO

Specializzato nella progettazione di interni di lusso e spazi commerciali per prestigiosi marchi italiani e non solo, Fabio Ferrillo sviluppa il suo stile peculiare formandosi a Milano per poi trasferirsi a Parigi. Nel 2010 rientra nella città meneghina per fondare Off Arch, studio di progettazione di interni e di prodotto capace di creare una perfetta armonia grazie agli interessanti riferimenti ai maestri del passato, che incontrano sapientemente nuove accattivanti prospettive.

Il tuo percorso passa per due città (Milano e Parigi) che sono un concentrato di Design.
Quanto hanno influito sulla tua visione architettonica?

Entrambe, profondamente. Milano è il luogo in cui ho studiato e mi sono formato come professionista, mi ha sedotto quando ero studente e mi ha accolto di nuovo quando ho fatto ritorno, portando stavolta con me il progetto OFF Arch. Parigi è la mia seconda casa, una città in cui mi sono riconosciuto, in cui ho imparato il rigore e la follia e che mi ha regalato alcune tra le più grandi soddisfazioni professionali. Lavorare ma soprattutto collaborare in una lingua che non è la tua insegna a sviluppare di sé il senso della disponibilità, della generosità e di una sana allegria. Parigi è stata ed è tuttora per me un luogo del cuore, della creatività e del pensiero.

Cosa ti ha spinto a scegliere Milano per aprire il tuo studio?

Aver vissuto per anni lontano da questa città mi ha permesso di apprezzarne il cambiamento col vantaggio della prospettiva. Milano vive un momento di grande energia culturale, è capace di accogliere realmente nuovi contenuti. Il più grande progetto che si sia visto a Milano negli ultimi vent’anni è Milano stessa. Era il posto giusto in cui tornare, forte di un progetto preciso. E come spesso accade le ragioni personali e emotive si organizzano attorno alle decisioni più importanti, a rendere ancora più evidente la scelta da farsi.

Hai realizzato concept store e shoowroom per Pucci, Chiara Ferragni MSGM e Moschino. Presente, passato e futuro convivono perfettamente con la tua visione, ce ne puoi parlare?

I quattro brand che hai citato nascono da esperienze e percorsi davvero differenti, alcune molto recenti, altre che affondano le proprie radici nella grande tradizione dello stile italiano. Tutte, però, hanno in comune un tratto fondamentale: la contemporaneità, che si è tradotta nella realizzazione di spazi che parlano una lingua attuale ed esprimono, nel rispetto del DNA di ciascuno, la tensione verso il futuro.

Per Msgm hai rivalutato una vecchia officina di fabbri trasformandolo in uno spazio industriale contemporaneo, quanto è importante l’attenzione al sostenibile nel tuo lavoro?

Molto, non ancora abbastanza. Credo che non solo il mondo dell’architettura, ma anche quello dell’interior design, oggi, abbiano il dovere di farsi carico di temi e contenuti quali la sostenibilità, l’approvvigionamento energetico, l’eco-compatibilità dei materiali, dei processi produttivi e, dunque, delle scelte progettuali. Esiste un tema etico legato alla professione che è strettamente connesso all’attenzione al sostenibile, sul quale abbiamo il dovere di formarci molto più di quanto noi professionisti non facciamo. E infine credo sia fondamentale comprendere quanto questi temi siano potenti in termini di comunicazione dell’identità dei progettisti stessi.

I tuoi lavori non girano solamente intorno al mondo della moda, hai anche collaborato con Campamac, ci sono alti progetti per il food & beverage?

Il food & beverage è un territorio per me elettrizzante. Il Campamac è stato un progetto amato, studiato, coltivato davvero con grandissima passione e che è stato occasione di grande approfondimento tecnico specifico. Rispondendo alla tua domanda, sì, senza dubbio sì e ne sono davvero orgoglioso, ma non posso dirti di più. Stay tuned.

Hai anche realizzato un concept store in Vietnam, ci puoi parlare di quel progetto?

Runway, ad Hanoi, costituisce un momento cruciale nella mia carriera. Il progetto nasce dal desiderio di unire i colori, le forme e le sensazioni dell’eccezionale vegetazione vietnamita alle linee essenziali della storia del design italiano, realizzando uno spazio fortemente contemporaneo. Coordinare il mio ufficio di Milano con le maestranze vietnamite e una squadra di fornitori tanto europei quanto asiatici non è stato semplice, ma la collaborazione sincera e l’accoglienza straordinaria dell’azienda e del suo presidente, Anh Tran, non solo hanno reso possibile che questo concept store nascesse, ma hanno permesso che si instaurasse tra OFF Arch e Runway una profonda fiducia che ci porterà presto a nuove esperienze laggiù. Ne vado davvero fiero.

Quali sono i progetti futuri?

La collaborazione con Moschino prosegue, stiamo lavorando a diverse nuove realizzazioni in Europa e negli Stati Uniti. Contemporaneamente lo studio sta sviluppando nuovi spazi commerciali per Twinset Milano, sul concept che abbiamo inaugurato con il recente store di c.so Vittorio Emanuele qui a Milano. Come ti accennavo le incursioni nel mondo del food & beverage saranno diverse qui in Italia ma ci porteranno inoltre di nuovo in Vietnam, dove sono allo studio in queste settimane anche progetti per nuovi departement store. OFF Arch si occupa poi con continuità di progetti di carattere residenziale su scale diverse, tra le altre sono prossime le realizzazioni di alcune ville nelle Langhe in Piemonte.

Runway Store, Hanoi
Runway Store, Hanoi
MSGM sede produttiva Filottrano
Credits: Lorenzo Fanfani
MSGM sede produttiva Filottrano
Credits: Lorenzo Fanfani
Credits: Elena Datrino
Moschino Paris
Credits: Elena Datrino
Campamac
Credits: Carmine Conte

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Migliori smartphone economici del 2019: ecco quali comprare

Sono molti gli smartphone di fascia economica ma di alta qualità presenti sul mercato in questo 2019. Nel caso il tuo smartphone si sia improvvisamente guastato o semplicemente vorresti comprarne uno nuovo, sono molte le soluzioni di qualità ottenibili con un prezzo che non supera i 300 euro. Alcuni degli elementi principali da considerare quando si acquista un nuovo smartphone sono certamente la velocità e le prestazioni e la grandezza della memoria esterna. Per la prima caratteristica basta scegliere uno smartphone con un processore avanzato e molto veloce, per la seconda si consideri che esistono molti smartphone economici che hanno una memoria interna di 64 GB estendibile con microSD a 256 GB. Vediamo quindi quali sono i migliori smartphone economici del 2019 secondo DGTalkers, uno dei siti più affidabili per le guide d’acquisto e per le recensioni.

Smartphone Economici 2019: i prodotti Honor

Honor è una compagnia che fa capo al gruppo Huawei, produce smartphone pensati appositamente per un pubblico giovane che fa un uso massiccio del cellulare. I migliori modelli del 2019 in una fascia di prezzo contenuta sono sicuramente: Honor 7S, dal prezzo base di 119 euro ma rintracciabile anche a 95 euro. Nonostante qualche pecca nelle prestazioni, è un ottimo telefono da acquistare per chi vuole spendere meno di 100 euro, lo schermo soprattutto è adatto alle esigenze più comuni. Honor 7X, della stessa linea dello smartphone precedente è sicuramente molto più evoluto. Il costo di listino si aggira sui 299 euro ma è possibile rintracciarlo con grossi sconti anche sui 200 euro, rendendo il prodotto veramente accessibile. Il punto di forza dell’Honor 7X è sicuramente il display 18:9. Honor 9 Lite, sicuramente il migliore della casa ad un prezzo contenuto. Buone prestazioni si conciliano ad una buona velocità. Il prezzo si aggira sui 199 euro, il punto di forza sono le doppie fotocamere interne ed esterne.

Smartphone Economici 2019: i cellulari Motorola e Huawei

Marchio storico ritornato in auge, Motorola ha realizzato modelli di smartphone che ben conciliano economicità, praticità e buone prestazioni. Il più economico della gamma è il Motorola G6 Play, smartphone base della categoria. Il prezzo si aggira sui 170 euro e tra i punti di forza ha indubbiamente uno schermo molto buono ed una batteria di lunga durata. Ad ogni modo con una piccola differenza di prezzo è possibile comprare il Motorola G6, fratello maggiore della versione play.

Con circa 300 euro (ma il prezzo può scendere anche fino a 200 euro) è possibile comprare il Motorola One, uno dei migliori telefoni nella fascia di prezzo bassa. I punti di forza sono sicuramente uno schermo molto grande (ma con risoluzione migliorabile) ed una batteria di lunghissima durata. Come anticipato prima il Motorola G6 è un po’ il top di gamma. Con 270 euro è possibile comprare uno smartphone che ha tutte le funzionalità di telefoni più cari come ricarica rapida, ottima fotocamera e buone prestazioni.

Nella classifica non possono mancare gli smartphone Huawei, azienda sempre più leader di mercato. Nella classifica c’è il Huawei P Smart che a soli 140 euro prevede molte delle funzioni che hanno anche i top di gamma come il riconoscimento delle impronte digitali, ottimo schermo e buone prestazioni.

NICO VALSESIA – IMPRESE ESTREME: IL POSSIBILE NELL’IMPOSSIBILE

Imprese all’apparenza folli, ma straordinarie, che abbracciano la bellezza degli oceani, l’infinità dei deserti e la maestosità delle catene montuose. Nico Valsesia, 47enne di Novara, ne è il protagonista. In più di
vent’anni di onorata carriera, ha collezionato una lunga serie di imprese sportive estreme e record in giro per il mondo. Del suo motto “la fatica non esiste” ne ha fatto un libro, nel 2014. È istruttore di sci, ciclista,
campione di endurance, ultratrail runner e organizzatore di tour di cicloturismo estremo e competizioni no-limits, come ad esempio il K3, l’evento Red Bull che è entrato nel circuito mondiale di skyrunning, e la toubkal in Marocco. Proprio in Marocco, nel 2019 prenderà il via “let’s ski together”, un progetto finalizzato alla donazione di
attrezzature sciistiche di cui Nico è prima voce e promotore.

Com’è nata la sua passione per lo sport estremo?
Sono nato in un paese (Borgomanero, Novara, n.d.r) situato tra le montagne, a 1500 metri dal livello del mare. Un luogo in cui principalmente si scia, quindi sport più comuni come il calcio, ad esempio, non sono stati
mai molto praticati. Sin da ragazzino ho sempre amato avventurarmi per ore, e con la sola compagnia del mio cane, tra la natura della montagna. Amavo stare solo, e questa mia capacità di saper affrontare l’endurance
credo sia in parte ereditaria: mia mamma non ha mai praticato sport, ma nella vita ha lavorato come commessa in un bar-pasticceria. Attaccava alle 5 del mattino e staccava a mezzanotte. E oltre questo, faceva i lavori
di casa. Una resistenza incredibile; se nella vita avesse fatto l’atleta, probabilmente si sarebbe distinta nella maratona. Il suo motto è diventato il titolo del suo libro. Quale filosofia c’è
dietro al fatto che “la fatica non esiste”? La fatica esiste, tutto sta nel non sentirla. Perchè se riesci a fare di quello
che è la tua passione la tua vita, allora la fatica non esiste. Se riesci a rendere la tua passione il tuo lavoro, hai vinto, e non esistono soldi in grado di pagare questo tipo di soddisfazione. Credo che nella vita sia
importante non accontentarsi mai, lottare per raggiungere i propri sogni, perché la fortuna non casca dal cielo, la fortuna si crea. Pensandoci, “la fortuna non esiste” potrebbe essere il titolo di un mio prossimo libro.

Coltiva degli hobby?
Il mio lavoro lo è. Allenarmi tutti i giorni per 4 o 5 ore è un piacere, uno sfogo, la mia felicità. Sono sereno quando mi alleno, è come una dipendenza.

Come si concentra prima di un’impresa?
Col passare del tempo ho imparato a conoscermi e a riconoscere
quando sono in forma, è tutta una questione di “testa”. Prima di una sfida cerco di focalizzarmi solo su quello, anche se gli altri pensieri e ciò che c’è al di fuori delle gare non posso cancellarlo. Mi
concentro intensamente su uno specifico spicchio di quella torta che rappresenta la mia vita per dare il massimo, che raggiungo anche grazie agli stimoli: il più importante è rappresentato dai miei
tre figli.

Parliamo ora del progetto “Let’s ski together”: da quale idea nasce e perchè ha scelto proprio il Marocco?
Il Marocco è nel mio cuore, per svariati motivi. Non tutti sanno che è patria dell’immensa catena dell’Alto Atlante, caratterizzata anche da montagne di 4mila metri. Lo scorso anno mi trovavo proprio in Marocco
a sciare, come tante altre volte. Ricordo che aveva nevicato moltissimo, in due giorni si erano formati circa 3 metri di neve. Durante lo sci alpinistico, passando tra un villaggio e l’altro, rimango stupito alla vista di ragazzini
che tentavano di sciare utilizzando stivali di gomma inchiodati su tavole di legno: il loro entusiasmo e la loro grinta mi avevano colpito molto, così tanto da iniziare a pensare a cosa poter fare per renderli felici facendoli
divertire. La sera successiva al mio ritorno dal Marocco, ero ospite da Fazio. Ed è lì, in diretta, che ho deciso di dare vita a questo progetto. Ho iniziato a spargere la voce per raccogliere delle
attrezzature da donare a quei ragazzi; un riscontro incredibile, tanta gente da privati agli sci club, persino una nota azienda di forniture ha contribuito alla causa con 900 paia di sci nuovi, delle
tute, e 500 scarponi. Per un totale di 2500 pezzi.

A quando il via?
“Let’s ski together” inizierà il 21 gennaio 2019. Il 22, all’arrivo del camion, io e una decina di volontari italiani, insieme ai molti amici collaboratori del posto, scaricheremo il tutto alla stazione
sciistica di Oukaimeden e raggrupperemo tutti i ragazzi che desiderano sciare. Cercheremo di organizzare nel miglior modo possibile, l’obiettivo è renderli contenti. Entrerò in gioco anche
come maestro di sci, impartirò lezioni per circa una decina di giorni. Ho preso anche accordi con il Governo marocchino e con la Federazione Royal marocchina di sci e di sport di montagna
per mettere a disposizione dei ragazzi gli impianti gratuitamente, oltre che dar modo di farli pernottare nella colonia di proprietà del governo. Il Marocco, come ho già detto, per me è un luogo magico, che mi ha sempre regalato buone notizie e conoscenze importanti. E con lui sono in debito. Portare un camion di sci è il minimo che io possa fare.

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DESTINAZIONI PER L’INVERNO

Nell’eterna indecisione su come programmare le vacanze invernali, tra lontane mete esotiche o le affollate capitali europee riscopriamo le nostre Dolomiti, montagne che tutti nel mondo ammirano e che sono capaci di regalarci skyline suggestivi e atmosfere mozzafiato in ogni stagione. Anche le strutture non scherzano, molti hotel alpini ormai non hanno più nulla da invidiare ai nomi più chic di città. Questi hotel hanno tutto ciò che ci si aspetta da una struttura di montagna: sono sulle piste per cominciare subito la giornata, oppure lontani da tutto per sentire solo il silenzio delle, hanno spa e piscine sensazionali con vista bosco, ristoranti gourmet o stellati.

Questo inverno, in Alto Adige scopriamo alcune novità dal lusso irresistibile, perfetti per le coppie, per le famiglie oppure per un detox retreat in solitaria.  Insomma se amate questa regione ecco dove andare assolutamente per una vacanza al top, in tutti i sensi.

 

Alpina Dolomites Health Lodge & Spa

A 1860 metri della località Compatsch, sorge l’Alpina Dolomites Health Lodge & Spa, hotel a 5 stelle della catena Leading Hotels of the World la cui struttura, costituita da tre unità collegate fra loro e da un edificio circolare a sè stante, è stata edificata secondo criteri ecologici finalizzati a ottenere il minimo impatto ambientale e un basso consumo energetico, secondo un innovativo concept architettonico che ha fatto suoi i suggerimenti della natura circostante: edifici in legno, pietra e vetro, inseriti perfettamente nell’ambiente coniugano design accattivante e vocazione eco, all’insegna di una sostenibilità a 360°.  Se oltre allo sci e ai paesaggi siete alla ricerca del benessere è la scelta più giusta, grazie alla proposta olistica dell’Alpina SPA, fiore all’occhiello dell’hotel, premiata nell’ambito degli Spa Traveller Awards come Best Spa Hotel / Resort e per il miglior Programma Detox.

Hotel Lamm

Incastonato alle pendici dell’Alpe di Siusi, al centro di un paesino medievale, l’Hotel Lamm di Castelrotto è tornato finalmente a splendere. Dopo un attento restyling che ha saputo conciliare il fascino della tradizione, leggermente rivisitato, con un design moderno, elegante e unico.

Tra i punti forti della struttura,  il ristorante Zum Lampl che è il tempio dello chef Marc Oberhofer, che ogni giorno regala specialità della tradizione altoatesina reinterpretate e create usando esclusivamente ingredienti locali, di stagione e di alta qualità provenienti dall’Alto Adige. Il bar annesso invece è il vero punto di riferimento per ospiti e non: dotato di grandi vetrate affacciate sulla piazza di Castelrotto è un punto eccezionale per osservare la vita del paese. Spettacolare, all’ultimo piano dell’hotel l’oasi spa: un’ampia e raffinata area wellness.

PURMONTES Private Luxury Chalet

Il Purmontes è un meraviglioso complesso di chalet con 5 suite di recentissima apertura. La contemporaneità è sapientemente legata alla tradizione, mentre il benessere è interpretato in un modo totalmente nuovo dove il rapporto stretto con la natura e la scoperta della sua varietà e delle sue meravigliose caratteristiche giocano un ruolo fondamentale. La luce è protagonista degli spazi dei 5 chalet-suites, ognuno dei quali ha un’ infinity pool privata, grande terrazza o giardino e camino; accanto troviamo il maneggio dove cavalcare ed esplorare i panoramici dintorni.

 

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LE FRAGRANZE DA AVERE A SAN VALENTINO

San Valentino è senza dubbio la giornata dedicata all’amore, non solo verso l’altro ma più in generale anche nei confronti del nostro corpo e del nostro benessere. Quale occasione migliore allora, per coccolarci con un pensiero beauty? Ecco una selezione tra le migliori proposte da regalarsi o farsi regalare.

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LOREDANA GALANTE E I RAGNI TESSITORI

Loredana Galante, artista indipendente, ha allestito all’Atelier #2 del Macro Asilo a Roma un laboratorio creativo per lavorare e interagire con il pubblico. I suoi “Ragni Tessitori”sono realizzati con centrini e lavori a uncinetto raccolti e donati da svariate persone. Il dono diventa così un gesto simbolico e ricco di significati. La tela del ragno, similmente alle relazioni interpersonali, sono fragili e delicate: un’incomprensione può comprometterle o distruggerle.
Essere in relazione – dichiara l’artista – è il tema portante del mio lavoro: un esercizio di inclusione e confronto, un conferire costantemente importanza all’altro da sé. Il mio lavoro attraversa gli strati emozionali, riabilita la gentilezza, esalta il sentimento. Persegue un tempo lento, consapevole, in ascolto, un tempo dell’assimilazione e della riformulazione costruttiva. Con il mio lavoro cerco di risvegliare un’appartenenza consapevole, sostenere con la parte migliore di ognuno un’appartenenza responsabile in cui trovare conforto.


Oggi la società vive un momento di chiusura, l’intento dell’artista è molto chiaro: quello di tentare di essere sempre in relazione con l’altro, esercitarsi al dialogo e al rispetto.
Inoltre è stato presentato “Peace Maker”, il catalogo di Loredana Galante all’interno della collana di Art Commission. Le pubblicazioni di Loredana Galante sono presenti in numerose e importanti biblioteche di musei come il MET di New York, il Peggy Guggheneim di Venezia e la Tate Modern di Londra.

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Social Media Tips: Crescere con #INSTAGROW

#INSTAGROW è un Servizio completo di gestione e crescita di account Instagram totalmente italiano, ideale per chi desidera ottenere una crescita organica e di qualità. Non si tratta di un bot e per questo motivo non opera seguendo profili qualsiasi e a dispensando like casualmente tra i post più popolari, strategia di per sé poco efficiente.

Il processo si sviluppa in questo modo:

  1. Il team di InstaGrow effettua un’analisi del tuo profilo, delle esigenze del cliente e della nicchia di mercato in cui opera
  2. Vengono definiti degli obiettivi credibili che il profilo può raggiungere nel periodo di tempo in cui il servizio viene attivato (1 settimana o 1 mese)
  3. InstaGrow inizia a lavorare sulla crescita del profilo, mentre al cliente non resta che la pubblicazione dei contenuti

I prezzi dei Pacchetti disponibili si dividono come segue:

  • Nel Pacchetto1 Settimana viene garantita una crescita dai 600 ai 2.200 followers italiani reali ed attivi con il costo di 6 euro al giorno.
  • Il Pacchetto 1 Meseprevede una crescita dai 2.500 ai 9.000 followers italiani reali ed attivi e la garanzia di un supporto clienti prioritario rispetto al Pacchetto “1 Settimana” + 1 e-book bonus gratuito e costa 4 euro al giorno.
  • L’Influencer Packgarantisce una crescita dai 2.500 ai 10.000 followers italiani reali ed attivi e la garanzia di un supporto clienti prioritario rispetto al Pacchetto “1 Settimana” + 2 e-book bonus gratuiti al costo di 7 euro al giorno.

La variabilità del numero di follower in ciascun pacchetto dipende molto dal settore in cui si opera, viaggi, fitness e fashion per esempio hanno un pubblico più elevato rispetto ad altri argomenti di nicchia.

Spetta poi al cliente elaborare un numero costante di contenuti in modo da permettere alla applicazione di lavorare al meglio e raggiungere velocemente gli obiettivi prefissati.

Ultima nota positiva è che il Servizio è offerto da un’azienda italiana con un’assistenza clienti totalmente madrelingua che segue costantemente la crescita, nel caso ci fosse bisogno di chiarimenti durante l’attività.

Per scoprire tutte le potenzialità di #INSTAGROW visita il sito https://www.instagrow.it/.

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Quando gli orologi uomo sportivi diventano icona di stile

Gli orologi uomo sportivi non sono semplici oggetti da portare al polso, ma sono veri e proprio simboli distintivi.

A prescindere dal look che si decide di indossare, gli orologi maschili sono l’emblema di stile e personalità. Considerato come un accessorio per stare al passo con il trascorrere del tempo o come un dettaglio fashion, l’orologio da polso per uomo è, ormai, immancabile nel look di ogni ragazzo.

Per gli sportivi poi, il segnatempo diventa un accessorio essenziale. È uno strumento indispensabile per monitorare le proprie performance atletiche, per qualsiasi tipo di attività e a qualunque livello la si pratichi.

Ciò non significa che gli orologi da uomo sportivi non possano anche essere dei gioielli glamour. Dal fitness alle serate mondane, l’orologio è l’accessorio ideale da sfoggiare nelle occasioni mondane, i cronografi uomo, per esempio, sono ideali per lo sport e spesso si trasformano anche in dettagli di tendenza.

Orologi da uomo in acciaio: l’eccellenza del marchio Breil

Sinonimo di eccellenza nel settore degli orologi da uomo in acciaio e non solo, Breil è un marchio prettamente italiano che si distingue per design innovativo e prestazioni di elevatissimo livello.

Da sempre attento nella ricerca in ambito tecnico e nell’ideazione di modelli dalle linee e forme accattivanti, se si parla di orologi per uomo, Breil è il punto di riferimento assoluto. È leader indiscusso in materia di orologi eleganti e cronografi.

In base alle esigenze, il brand propone watches con movimento Chrono, Solotempo o multifunzione, rispondendo a una gamma larghissima di necessità e gusti. La scelta è infatti ampia e variegata, con un catalogo vasto di orologi da polso tecnicamente avanzati e dal design contemporaneo.

Ne sono un esempio gli orologi subacquei, come il modello Subacqueo Solare. Gli orologi di questa collezione garantiscono il massimo della performance e della tecnologia per un prodotto di altissima resa. Sono disponibili in sei versioni, cronografi o solo tempo. Sono disegnati con cassa e cinturino in acciaio, materiale espressione dell’anima Breil, oppure con cinturino in poliuretano blu o nero. O ancora, sono realizzati interamente in titanio, per un oggetto cool e di considerevole rendimento, estremamente leggero e allo stesso tempo resistente. E sono anche solari, con un’anima green quindi, grazie alla quale il cambio della batteria non sarà più un problema.

Gli orologi da uomo Breil: per lo sport e non solo

Gli orologi da uomo Breil per l’attività sportiva, come tutti i modelli del marchio, sono pensati in tantissime variabili. Selezionando le caratteristiche preferite è possibile individuare il modello perfetto. Oltre al tipo di movimento più adatto alle necessità del maschio che dovrà portarlo al polso, è importante selezionare la dimensione della cassa. Questa deve essere proporzionata al braccio dell’uomo, in modo da essere confortevole all’indosso. Ciò è fondamentale soprattutto durante le attività sportive, in cui ci si deve sentire liberi di muoversi.

Inoltre, è possibile scegliere il materiale del quadrante, tra acciaio, alluminio e titanio. I tre metalli offrono sostanziali differenze in termini di resistenza e leggerezza, da prediligere quindi, sulla base di cosa ci si aspetta dal segnatempo.
Non va sottovalutata, poi, la scelta della fascia, tra bracciale in metallo oppure cinturino: in pelle, tessuto o poliuretano. Tale opzione risulta essenziale a seconda, ad esempio, dello sport che si pratica, se in acqua o su terra.
Infine, gli stessi modelli sono spesso proposti in svariati colori, per rispecchiare al meglio la personalità di chi lo porta.

Tra le altre, la linea Speedway è una gamma di quattro cronografi uomo, tutti a carica solare. Sono degli orologi diver dal look super sportivo e grintoso, che variano sensibilmente nel design. Due presentano la cassa in acciaio e il bracciale in PU, blu o nero, con quadrante in tinta. Gli altri due invece, sono interamente in acciaio, ma differiscono nella nuance della cassa.

Lo stesso vale per la collezione Manta Sport, composta da tre cronografi dall’anima vintage, che trae ispirazione dagli orologi sportivi degli anni ’70. I modelli, identici tra loro, sono proposti in diverse colorazioni. Presentano ciascuno un inserto in alluminio azzurro, blu o nero, e quadrante grigio con dettaglio gold, oppure blu con dettagli rose, o ancora nero con dettagli bianchi.

@Credits Foto: Breil

UMIT BENAN: LA MODA COME STORYTELLING

Nato a Stoccarda ma trasferitosi ad Istanbul all’età di due anni, UMIT BENAN è quello che si può definire un cittadino del mondo, poiché dall’età degli studi a oggi ha ormai vissuto in 9 Paesi differenti. Il designer, le cui origini però sono turco-libanesi vanta già una lunga carriera nella moda e tra le sue ultime esperienze, la direzione creativa di Trussardi. È inoltre uno tra i nomi internazionali presenti a 080 Barcelona fashion, occasione in cui lo abbiamo incontrato.

 

080 Barcelona Fall/Winter 2019-2020

 

Come stai sviluppando la tua linea? 

La collezione attuale si concentra su abiti veri, destinati a essere indossati da uomini reali con l’obiettivo di trasmettere un messaggio più ampio, che è certamente collegato al mondo in cui vivo e ai temi che mi riguardano da vicino. Punto alla costruzione di un guardaroba per uomini eleganti ma che si sporcano le mani. Raffinati ma grezzi, autentici e ricchi di contrasti.

La tua visione del menswear oggi

Il menswear oggi è completamente diverso rispetto al passato, mi piace molto di più lo stile classico di un tempo e continuo a lavorarci anche se oggi il classicismo non c’è quasi più. È praticamente tutto streetwear e sportswear, e questo va benissimo soprattutto per fare una bel lavoro di comunicazione del tuo marchio, ma io non amo molto questo genere e spero si torni a codici più classici.

Quanto c’è delle tue origini nella tua collezione?

Questa collezione ha di mio solo l’elemento della religione musulmana e poi il fatto di aver vissuto a Istanbul che inserisce in questa ma in generale in tutti i miei lavori, grandi contrasti proprio come le sovrapposizioni che connotano la città turca . Cerco di lavorare sempre su diversi concetti e paesi per creare outfit per un uomo del mondo.

Come mai hai scelto di presentare la nuova collezione qui a Barcellona?

Sono stato invitato a 080 Barcelona Fashion e l’idea mi è piaciuta sin da subito. Qui il clima è più disteso e c’è la possibilità di una celebrazione maggiore del momento della presentazione della collezione che è una parte fondamentale per uno stilista. In altre fashion week come Milano, Parigi o New York è sempre tutto più di corsa, e l’attenzione a questo momento cruciale è minore.

Dove produci la tua collezione?

In Italia, un territorio fondamentale per l’industria della moda. Tecnicamente tutte le produzioni sono in Italia, il grosso potere di questo paese sono proprio le aziende che producono i materiali.

Progetti imminenti per il futuro?

Per adesso va bene così, vedremo.

 

 

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080 BARCELONA FASHION

Siamo stati alla 23esima edizione di 080 Barcelona Fashion, che in questi giorni si sta svolgendo all’interno dell’edificio Modernista di Sant Pau nel capoluogo spagnolo. L’ appuntamento, volto a promuovere la creatività e il settore moda a livello internazionale ci ha mostrato le collezioni di diversi designer maschili e femminili tra nomi noti e stilisti emergenti. Vediamo la nostra selezione di brand da scoprire.

 

Il brand sudafricano  CHULAAP, omaggia la diversità del panorama africano attraverso le sue stampe grafiche dai colori sgargianti. CHULAAP inoltre è stato selezionato da HighSnobiety tra i primi 5 brand africani di spicco. Ha infine ricevuto il premio come best menswear collection al Durban Fashion Fair.

080 Barcelona Fall/Winter 2019-2020
080 Barcelona Fall/Winter 2019-2020
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UMIT BENAN, designer turco-libanese  è uno tra i nomi internazionali di questa edizione. Benan vanta già una carriera nella moda, tra le sue ultime esperienze, la direzione creativa di Trussardi. La collezione si concentra su abiti veri, destinati a essere indossati da uomini reali, l’obiettivo di Umit è sempre quello di trasmettere un messaggio più ampio, che è inesorabilmente collegato al mondo in cui vive e alle cose che lo riguardano. La componente religiosa è senz’altro presente nella collezione che ci mostra giacche di pelle, caftani, e abiti sartoriali pensati per la figura e le esigenze di stile dell’uomo musulmano.

080 Barcelona Fall/Winter 2019-2020
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Il tedesco Javier Girón o meglio noto com JNORIG presenta un marchio di abbigliamento maschile di fascia alta definito da questi principi: urban-chic, eclettico e principalmente acromatico con attenzione alla selezione del tessuto. Al centro di JNORIG c’è un modello molto preciso sviluppato con cura per ogni capo. La sua collezione si rivolge ad un uomo giovane e innovativo che vuole osare con il proprio stile. Gioca con simmetrie, silhouette minimali e linee dritte.

080 Barcelona Fall/Winter 2019-2020
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KILLING WEEKEND mira a comunicare attraverso la moda uno stile di vita basato sull’essere se stessi, lottando per ciò in cui si crede e vivendo la vita in maniera spontanea. La proposta è semplice e confortevole, collezioni senza tempo in lotti limitati. Scommette su un prodotto di qualità realizzato in collaborazione con aziende locali.

080 Barcelona Fall/Winter 2019-2020
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MANINTOWN MEETS BREITLING: GUARDA I PROTAGONISTI DELLA SERATA

Breitling festeggia con la presentazione delle ultime novità con Breitling Brand Day #SQUADONAMISSION che ha visto la partecipazione di numerosi sportivi e amici del marchio fondato nel 1884. Grandi novità di prodotto e rebranding presentate durante un workshop che si è poi trasformato in evento cocktail party nella suggestiva location dell’Officine del volo. La serata ha visto anche la partecipazione di MANINTOWN che ha coinvolto alcuni talent del proprio network , impegnati in un live reportage della serata che ha voluto porre omaggio ai modelli iconici del brand. Selezionati da MANINTOWN hanno partecipato influencer lifestyle come Roberto De Rosa, Frank Gallucci e Giulia Gaudino fino a talent eclettici come Marco Castelli e micro-influencer come Nicola Surbera, Yossy Fisher, Samuele Zuccarello e Simone Pollastri.

 

 

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“FUORI GIOCO THE PASS” CON EDOARDO PURGATORI E MIGUEL GOBBO DIAZ

Da giovedì 31 gennaio a domenica 17 febbraio 2019

Dodici anni. Tre camere d’albergo. Un’ultima scommessa.
Quanto sei disposto a perdere per vincere?

Un’intervista doppia ed esclusiva ai due attori protagonisti Edoardo Purgatori e Miguel Gobbo Diaz nella prima trasposizione teatrale italiana della pièce presentata al Royal Court Theatre di Londra nel gennaio 2014.
Lo spettacolo suddiviso in tre atti ci racconta la storia di due ragazzi diciannovenni, in competizione tra di loro la notte prima della decisione di chi tra i due entrerà a far parte di una grande squadra.
Ma proprio quella notte succederà qualcosa che li cambierà per sempre, infatti uno abbonderà il calcio e vivrà la sua vita apertamente gay, l’altro arrivando a compensi milionari che come sempre prevedono grandi sponsor alle spalle, sarà costretto a vivere la sua omosessualità in totale segreto.
Siamo nel 2019 eppure sulla carta abbiamo solo un ex calciatore dichiaratamente gay, per il resto rimane tutto nell’ombra.
Proprio per questo l’importanza del testo originale di John Donnelly viene rimarcato con il patrocinio di Amnesty International e del CONI. Il tema dell’omofobia viene trattato con estremo garbo, e sarebbe consigliabile di poterlo vedere a tutti, soprattutto alle nuove generazioni, che hanno bisogno di segnali di amore e non di odio.
Forse qualcosa sta cambiando.

1- Che cosa hai pensato quando hai letto la sceneggiatura.

M: Che era una fantastica occasione, in quanto il calciatore fa parte della mia adolescenza, e l’attore è il mio mestiere.

E: Ho pensato che era una figata. Infatti, ho finito di leggerlo alle quattro del mattino e ho detto subito di si. Il testo proveniva da un festival di pièce con autori stranieri mai portati in scena in Italia, l’occasione era perfetta.

2- Avevi già lavorato con il tuo partner di scena?

M: Si avevo già lavorato con Edo ne “La grande rabbia”.

E: Si ma ci eravamo incontrati poco nel film, però il ricordo era bellissimo.

3- Hai esitato o hai detto subito di si per questo spettacolo?

M: Le cose son andate in maniera strana, in quanto la prima volta che mi hanno chiesto di partecipare a questo provino non c’ero perché ero a Londra. La seconda volta stavo girando la fiction” Nero a metà” e poi finalmente l’anno scorso, ero appena atterrato ed ho avuto modo di fare il provino e di li siamo partiti.

E: Quando uno può scegliere i propri progetti è sicuramente una grande fortuna, e questo è nato con la mia compagnia teatrale che si chiama “La forma dell’acqua” con la regia di Maurizio Mario Pepe.
Il prossimo anno sicuramente andremo in giro per l’Italia con lo spettacolo.

4- Senti la responsabilità di portare un messaggio forte come quello dell’omofobia nello sport.

M: Assolutamente sì. Soprattutto a quei livelli dove l’immagine è così importante, sarebbe bello che un giorno le persone si sentissero libere di poter essere sé stessi nonostante il lavoro svolto.

E: Il teatro è un luogo d’incontro prima di tutto, penso che l’arte in generale sia intrattenimento, quindi come minimo non bisogna annoiare il pubblico, poi se si riesce a trasmettere un messaggio forte al punto di porsi delle domande, vuol dire che si sta facendo qualcosa di meraviglioso.

5- Perché secondo te tutt’oggi è ancora un problema inaffrontabile essere gay nel calcio.

M: Credo che a quei livelli l’immagine che deve dare un calciatore è quella dell’uomo sposato con una bellissima donna, con figli ed una vita quasi perfetta. Sono abituati a vedere quello che loro chiamano “normale”, tutto li.

E: Si sono abbattuti parecchi muri a riguardo, però il calcio è ancora troppo legato alla cultura del virilismo e machismo, sono tifoso della Roma e so perfettamente che cosa viene detto allo stadio.
Anche Lippi che ci ha fatto vincere un mondiale ha detto “non ho mai conosciuto un calciatore gay”, statisticamente impossibile, ma questo è ciò che la gente vuole sentir dire.

6- Perché bisogna venire a vedere lo spettacolo

M: Perché lascia un messaggio molto forte, ovvero la scelta di vivere la vita per come sei o nasconderti dietro ad un’immagine.

E: Andare a teatro fa bene a tutti a prescindere, e questa è una storia che vale la pena di essere ascoltata.

7- La cosa più difficile di questo ruolo?

M: La consapevolezza dell’essere gay quando si è giovani. Con una tenerezza ed una sensibilità che hanno le persone che sentono delle emozioni ma non le vogliono seguire.

E: È una struttura classica quella di questo spettacolo, con la trasformazione del personaggio in tre fasi, quindi il far vedere tre momenti diversi della vita di questo personaggio.

8- Chi è più bravo dei due?

M: Abbiamo una connessione molto forte, ma non potrei mai dire chi è più bravo.

E: Quando siamo in scena ci divertiamo, ma ovviamente io! (ride)

 

 

 

ph. Manuela Giusto
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ALTAROMA 2019: TALENTI DA SEGUIRE

Sempre più chiara la vocazione di Altaroma, manifestazione guidata da Silvia Venturini Fendi, che si focalizza sempre più come incubatore di talenti, un format simile a un festival culturale dove le nuove promesse della fashion industry trovano terreno fertile per esprimere al meglio la loro creatività. Tra i vari debutti e marchi da tenere d’occhio segnaliamo Federico Cina, creativo di Sarsina, che con la sua collezione “Romagna mia” ha parlato dell’importanza delle radici per ritrovare sé stessi. Ha proposto stampe di maxi spighe di grano sulla sua maglieria, insieme a pantaloni dalla ampia vestibilità, capispalla e trench destrutturati.

EdithMarcel si ispira allo sportswear: cappotti classici e sartoriali sono affiancati alla lycra, la maglieria è proposta in color block, per un interessante contrasto tra mondo sartoriale e activewear.

Martina Cella propone l’immaginario creativo sedimentatosi dal ricordo di un viaggio in Romania: l’anima folk della collezione è arricchita da altri ricordi, quelli d’infanzia come i viaggi sciistici. Il risultato? Un guardaroba in cui l’animo contemporaneo e nostalgico della donna convivono: il flavor classico del tailleur accostato all’estetica dei duvet anni Novanta. Tra i talent dell’Accademia di Costume e Moda da tenere d’occhio Luca Rao con la sua collezione “Give me a Chance”, un maturo métissage di menswear e activewear. Il designer ha proposto outerwear con pregiati decori al limite della tridimensionalità. Volumi over, imbottiture, camouflage che si mescolano in modo inusuale alla maglieria. Altaroma si conferma la manifestazione in cui è centrale la tutela e promozione dei giovani talenti.

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Migliori Epilatori in Vendita Online su Contropelo.Net

L’uomo di oggi è sempre più attento al proprio aspetto e dedica tempo ed attenzione a prendersi cura di sé, atteggiamento che una volta era riservato maggiormente alle donne. Questo mutamento è stato registrato e fatto proprio anche nell’immagine che degli uomini viene offerta all’interno, per esempio, di pubblicità e sfilate di moda e, di conseguenza, nelle proposte commerciali che vengono rivolte al genere maschile. Accantonata la figura dell’uomo rude che si prepara in pochi minuti e si lamenta della compagna ancora alle prese con messa in piega e trucco, ora è proprio lui ad occupare il bagno per rifiniture al look, tra creme, spazzole ed epilatori.

Un ambito infatti che è stato ormai sdoganato per l’uomo è quello che riguarda l’epilazione, attività un tempo quasi esclusivamente femminile o al massimo riservata a culturisti e pochi altri. Il dandy contemporaneo non lascia nulla al caso e la peluria va controllata e regolata, sia sul viso che sul resto del corpo.

Il sito contropelo.net offre l’opportunità di conoscere le novità del settore, indicando caratteristiche e funzionalità dei migliori epilatori disponibili sul mercato, con una speciale attenzione al rapporto qualità/prezzo.

Vengono quindi messi a confronto 5 versioni del marchio e modello per eccellenza, Braun Silk-épil, già noto al pubblico femminile da molti anni. Si può quindi valutare l’uso sotto la doccia comprensivo di massaggio esfoliante, per fare del bene anche alla propria pelle con un gesto solo, o quelli che riescono a rimuovere peli estremamente corti, permettendo di dire addio a dolorose cerette. La delicatezza non è infatti sottovalutata e nelle zone sensibili come le ascelle diventa anzi un importante elemento discriminante nella scelta dell’epilatore perfetto.

Sono inoltre molto apprezzati accessori che facilitano la regolazione di barba e baffi, area di estrema importanza nella definizione di un look curato e alla moda. Le barbe infatti negli ultimi anni sono risalite sempre più alla ribalta, abbandonando però la modalità casuale e un po’ arruffata per diventare raffinate e ben definite, anche in caso di lunghezze significative.

A questo proposito, all’interno di contropelo.net si possono trovare anche valutazioni sui migliori regolabarba, per effettuare aggiustamenti precisi in maniera pratica e semplice, e saponi da barba, da quelli di marchi storici a prodotti con un delicato aroma di lavanda, per soddisfare tutte le esigenze.

Da non perdere risultano anche essere le osservazioni sugli oli da barba, articoli sempre più diffusi per assicurare la giusta morbidezza, donare piacevoli profumazioni e, in certi casi, facilitarne addirittura la crescita.

Anche i phon rappresentano, come le donne sanno da tempo, un oggetto che può fare la differenza. Sul sito è disponibile una valutazione fra diversi modelli per ricci, una tipologia di capelli molto difficile da gestire e domare; il giusto strumento in fase di asciugatura è indispensabile per evitare un effetto troppo gonfio o crespo.

Per essere quindi uomini al passo con i tempi e rimanere  aggiornati sulle ultime tendenze, è altamente consigliabile affidarsi a suggerimenti mirati e molto pratici che possono aiutare a districarvi nel complicato mondo della definizione del proprio aspetto e nel mostrare agli altri un’immagine che trasmetta amore di sé, carattere e stile.

Bottega Veneta : la prima campagna di Daniel Lee

E’ il tempo il vero lusso, ed è proprio sotto questo concetto che Daniel Lee, nuovo direttore artistico di Bottega Veneta, vuole celebrare la sua prima campagna.
Non c’è futuro senza passato, ma il risultato è paradossalmente senza tempo. Attraverso un’analisi dell’heritage della maison italiana, l’ex direttore di Celine vuole attuare un riposizionamento del brand nel panorama attuale della moda, una celebrazione del significato più profondo di Bottega Veneta che guarda al passato ma con un occhio verso il futuro.

Il fotografo Tyrone Lebon scatta uomini e donne che, prendendo in prestito il glorioso cinema neorealista italiano, ci mostrano la visione che Lee ha per Bottega Veneta, un calderone di personaggi appartenenti a generazioni e backround diversi ma che si riuniscono sotto lo stesso concetto di comunità, modelli e modelle che, se messi in contrapposizione, riescono a far risaltare ciò che li unisce, non ciò che li separa.
In una casa privata sull’isola di Ischia, giorno e notte fanno da sfondo a figure immerse in acqua, adagiate su una sedia o posizionate davanti a un balcone in pieno stile italiano. Ma è la pelle intrecciata la prima e vera protagonista, il simbolo indiscusso del brand vuole in questo contesto sottolineare le sue affinità con la pelle umana di una schiena nuda.

La moda è messa a nudo con l’intento di raggiungere la sua forma più pura, ed è identificando abiti e accessori simbolo della maison Italiana, in una perfetta unione tra passato presente e futuro, che è definita l’anima di Bottega Veneta.

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OLTRE LA MODA OLTRE IL GENERE: BALMAIN SS19

Le immagini della nuova campagna primavera/estate 2019 di Balmain puntano letteralmente a togliere ogni pretesa, concentrandosi su nient’altro che non l’essenziale della donna di oggi: la sua audacia, la sua forza e la sua sicurezza. La modella Cara Delevingne incarna quella donna moderna: è autentica, trasparente e non ha mai paura di spingersi su ogni livello. Il designer della collezione, Olivier Rousteing afferma : “Non potevo ammirare di più quello che ha realizzato nella sua carriera e come vive la sua vita – è un talento con qualcosa da dire e non è mai stata timida nell’esprimere il suo punto di vista – ed è per questo che la considero una musa.”

“Mi è sempre piaciuta la chimica speciale che condivido con la mia amica Cara. Ogni volta che ci incontriamo, è impossibile nascondere la mia ammirazione per lei o la gioia che provo in sua presenza. È un legame che va al di là delle numerose foto e video realizzati negli ultimi anni, catturando i nostri abbracci, i baci spontanei e, naturalmente, le risate senza fine.”

Negli scatti il designer e la sua musa sono nudi, stimolando una riflessione sulla bellezza e l’onestà della nudità, la forza impressionante di una donna sicura di sé, l’importanza dell’amicizia e, più di ogni altra cosa, una verità essenziale  : il più grande lusso della vita è essere completamente aperti, veri e onesti con noi stessi.

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ALESSANDRO ENRIQUEZ AI19: L’OMAGGIO ALLA PANTERA ROSA

If you can dream it, you can do it” diceva Walt Disney. Il designer siciliano Alessandro Enriquez è l’incarnazione del motto del celebre cartoonist: presenta la collezione maschile e unisex AI19/20 traendo spunto dalla seduzione in chiave “ironica”. La casa cinematografica Metro-Goldwyn-Mayer ha affidato allo stilista la reinterpretazione del suo iconico personaggio, la Pantera Rosa: nascono così tre nuance di “Pink from Panther” che il designer aggiunge alla sua palette colori. Enriquez propone T-shirt, felpe e capi iconici arricchiti dalle tinture naturali con effetto tye and dye. Una narrazione creativa composta da molteplici elementi, riproponendo stili del passato cari al designer: dalle illustrazioni Fifties, le vestibilità iconiche anni ’90 dei giubbini in jeans, del denim rilavorato con una tecnica patchwork, delle T-shirt e felpe dalle vestibilità oversize. Le stampe raffigurano baci, gesti, la lingerie e gli “ex-voto” che, in versione cartonizzata, diventano “sex-voto”, amuleti per ottenere miracoli d’amore. Lo “script” che il designer siciliano ha composto per il suo uomo il prossimo autunno, è una storia a lieto fine, piena di positività e joie de vivre.

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ANDREA CARPENZANO

Chi è veramente Andrea Carpenzano? Le versioni sono tante, quella del “bad-boy” di Roma, oppure il giovanissimo attore, considerato la nuova promessa del cinema italiano, ma lui non si rivede in nessuna di queste. Dice di essere stato fortunato ed aver incontrato persone giuste che lo hanno instradato ad un mestiere a cui lui non pensava proprio.
La sua carta vincente è la trasparenza che ne fa un vero e proprio personaggio senza sovrastrutture.
Presto lo vedremo al cinema nei panni di astro nascente del calcio, un mix di genio e sregolatezza che incontrerà Stefano Accorsi, il quale lo aiuterà a diventare una persona migliore, dopo le tante bravate commesse. Commedia per la regia di Leonardo D’Agostini.

Trench, jacket, shirt and pants all by Gabriele Pasini
Jacket Barena, low tech hoodie by Lotto, pants Tela Genova, white sneakers Church’s
Suit and hoodie by Filippo Pecora, wrist band Nohant, trainers Church’s
Checked Trench, tartan suit and printed shirt all GUCCI
Long military orange coat Acne Studios, micro checked jacket Tagliatore, red hoodie C.P.Company, pants Pence 1979, Chelsea Boots by Church’s, hat Champion
Trench coat Allegri, striped pink jacket Thom Browne, white shirt Emporio Armani, tartan pants Gucci
Tartan Jacket, shirt with pin, all by Gabriele Pasini

Ti senti un bad-boy?

Sono stato una bella testa di …, soprattutto per la mia famiglia, ed un “paraculo” per i professori, finalmente adesso hanno visto che occupo il tempo in modo costruttivo senza far danni in giro, quindi diciamo che sono tutti più contenti.
Mi rendo conto di essere stato un macello per tutti quelli che mi stavano accanto.
Creavo costantemente problemi. Ma ora sono cambiato.

Che tipo di ragazzino sei stato?

Dipende delle fasi che ho avuto, la mia crescita è stata scandita da alti e bassi, da piccolino ad esempio ero molto tranquillo, silenzioso, tenebroso e sempre imbronciato.
Poi c’è stato il passaggio delle medie al liceo in cui ero completamente fuori di testa, andare a scuola: pochissimo, uscire alle quattro del pomeriggio per tornare alle cinque del mattino: sempre.
Finalmente ora mi son calmato, questo lavoro mi obbliga a ricordarmi che magari domani ho qualcosa da fare e quindi cerco di comportarmi bene.

Chi sono le persone che ti stanno più vicino in questo momento.

Pur se non è sempre al mio fianco, per me è mia sorella il mio punto di riferimento, è più grande di me e so di poter contare su di lei in qualsiasi momento.
Possiamo stare in silenzio, ma ci capiamo senza dire nulla.

Ti vedresti vivere in una città diversa da Roma.

Non te lo saprei dire, in quanto non sono mai stato troppo tempo lontano dalla mia città, e quando mi è capitato, alla fine mi manca sempre.
Parigi ad esempio è bellissima, ma poi ti manca la puzza, il disordine, insomma tutti i punti di riferimento della capitale.
Anche Milano, stupenda, ma questa cosa che l’autobus poi ti arriva sempre puntuale, per me è spiazzante. Non hai nemmeno il tempo di fumarti una sigaretta in pace.

Come ti sei preparato per il film in uscita con Stefano Accorsi “Il campione”.

Innanzitutto, sono entrato in una palestra per la prima volta nella mia vita, ed ho avuto occasione di toccare con mano che cosa vuol dire, alla fine non mi è dispiaciuto nemmeno troppo.
Poi mi sono allenato con una squadra di calcio, o almeno ci ho provato, perché anche se ti sforzi, se sei una “pippa”, tale rimani. Non basterà la fatica, ma ci saranno le inquadrature giuste che mi salveranno.
(mi confida che la passione per il calcio l’ha sempre avuta, ma solo da spettatore, anche perché quando da piccolo chiese a sua madre di iscriverlo, le rispose di no, perché altrimenti sarebbe diventato un “cojone”, ndr).

Cosa ne pensi di te come attore.

Oddio, non posso nemmeno dire parolacce, mi trovo in difficoltà. Non so giudicarmi, il senso critico lo abbiamo tutti, quando mi vedo recitare inorridisco, ma credo sia normale da quello che sento dire anche dai miei colleghi.
Preferisco non avere pensieri a riguardo, non sono capace e nemmeno incapace, sono così, e spero di non cambiare la mia visione, anche perché non voglio diventare una brutta persona con il rischio di sopravvalutarmi.

Hai un attore o un regista a cui ti ispiri, o con cui vorresti lavorare.

Non potrei mai ispirarmi ad un’altra persona, per quanto mi riguarda, traggo spunti dal mondo che mi circonda. Forse dal barbone sotto casa o da uno che guardo sulla metro.
Sul regista, difficile dirlo, i miei preferiti son tutti morti (ride,ndr).

La cosa che ti piace di più e quella che ti piace di meno del mestiere di attore.

Ciò che mi piace meno sono sicuramente le pubbliche relazioni forzate, solo perché non mi piace, non perché sono snob. Mi hanno sempre spiegato che fanno parte del gioco, ma per me non è cosi. Una persona; che può essere un regista, un attore o un produttore, se mi è simpatico ci vado a cena, altrimenti no, è semplice.
Non amo le imposizioni, o ancor peggio le dietrologie, solo quello.
Al contrario la cosa che mi diverte maggiormente è proprio il fatto di conoscere persone di ogni tipo dal casting director al macchinista, o l’addetto alle luci (che come dice lui, sono malati di mente di ogni tipo) e quindi fare le pubbliche relazioni non forzate.

Qual è il tuo tipo di vacanza ideale.

Non lo so perché non l’ho mai fatta pensandola come dovrebbe essere.
Forse in autunno andrei a fare un tour del vino, in Toscana o in Piemonte, visto che sicuramente la degustazione è tra le mie passioni.
In estate invece al mare in uno di quei posti che vedi solo in cartolina, che non sai esattamente se esistono davvero oppure no.

ENGLISH VERSION

Andrea Carpenzano will be in theatres soon as The Champion, but in real life is he the reputed “bad boy”?

Who really is Andrea Carpenzano? There are many versions- Rome’s “bad boy,” young actor considered to be the next promising talent in Italian film- but he doesn’t see himself as either. He claims to be lucky to have met the right people who lead him toward a career he had never even considered.

His trump card is his transparency, rendering him an honest personality without superfluity.

Soon he will appear on the silver screen as a rising football star, a mix between genius and unruly who, after years of mischief, meets Stefano Accorsi’s character who helps him become a better person. The comedy is directed by Leonardo D’Agostini.

Do you think of yourself as a bad-boy?

I was a real pain in the… especially for my family, and a piece of work to my teachers. Finally, they see that I now spend my time constructively, without running around doing damage, so I’d say they are all much happier now.
I realise that I was a disaster for all those around me.
I created trouble constantly. But now I’ve changed.

What were you like when you were young?

Depends on the phases I had. In the years growing up there were lots of ups and downs; when I was a child, for example, I was calm, quiet, even sombre and sullen.
Then there was the move from middle school to high where I was completely crazy, I barely showed up to school, I’d go out at four in the afternoon and come home at five in the morning, always.
Finally, I have calmed down. This job forces me to remember that I have to wake up and be responsible tomorrow, so I try to behave well.

Who are the people who are closest to you right now?

Even though she’s not always by my side, my sister is my go-to person; she’s older than me and I know I can count on her at any time.
We can even be together in silence; we understand each other without saying a word.

Do you see yourself living in any city besides Rome?

I couldn’t say, because I haven’t spent much time far from my city and when I have, in the end, I always miss it.
Paris, for example, is beautiful, but it doesn’t have the smell, the chaos, basically all the characteristics of my capital city.
Even Milan is great but the fact that the bus is always on time, for me, is unsettling. You don’t even have time to smoke a cigarette in peace.

How did you prepare for the upcoming film with Stefano Accorsi, The Champion?

First of all, I stepped inside a gym for the first time in my life and saw first-hand what it means to work out, which in the end wasn’t all that bad.
Then I trained with a football team- or at least I tried- because even if you push yourself, if you suck, you suck. Effort is not enough, but luckily the right camera angles and editing will save me.

I’ve always had a passion for football, but only as a spectator. When I asked my mother to sign me up for a league when I was young, she said ‘no’ because otherwise I would have become a “cojone.”

What do you think of yourself as an actor?

Oh man, I can’t use curse words, so I’m stuck about what to say. I don’t know how to judge myself, the critical sense we all have- when I see myself acting, I’m horrified. But I think it’s normal based on what I hear even from my colleagues.
I prefer not to think about it, I’m neither good nor bad, just so so, and I hope not to change my opinion. I do not want to become an arrogant person by overestimating myself.

You have an actor or director who inspires you, or with whom you would like to work?

I never get inspiration directly from another person as an actor, I draw inspiration from the world around me. It may be from the homeless man on my street or from someone I see on the metro.
As for a favourite director, it’s hard to say, but my favourites are all dead (laughs).

What do you like best and least about the acting profession?

What I enjoy least is most certainly the forced public relations, simply because I don’t like doing it, not because I’m a snob. It has always been explained to me that it’s just part of the job, but for me it’s an burden. In my book, if a person is nice- whether a director, an actor, a producer- I’ll go to dinner with him or her; otherwise I won’t, it’s that simple.
I don’t like the obligation, the blowing hot air, that’s all.
On the other hand, the thing that I enjoy the most is getting to meet all kinds people, from the casting director to the stagehand or the lighting person- I’m intrigued by all types of people- hence non-forced, natural public relations.

What is your ideal holiday?

I’m not sure, because I’ve never planned a trip thinking about the ideal.
Maybe in autumn I would go for a wine tour in Tuscany or Piedmont, as wine-tasting is one of my passions.
In the summer, though, I’d go to the seaside, to one of those places I’ve only seen in postcards that I’m not sure really exists or not.

Photography PASQUALE ABBATTISTA

Styling 11

Grooming GIUSEPPE GIARRATANA

Postproduction ALESSANDRO LAMANNA

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ARIES e DAVID SIMS: LA NUOVA COLLABORAZIONE

Si chiama WILTSHIRE BEFORE CHRIST il nuovo progetto concepito da Aries in collaborazione con l’artista Jeremy Deller e il fotografo David Sims, già per lungo tempo collaboratore del marchio con Jane How.

La collaborazione nata tra Aries, Jeremy Deller e David Sims è stata lanciata al The Store X, 180 The Strand questo mese. Concepito e prodotto in collaborazione con gli artisti britannici Jeremy Deller e David Sims, Wiltshire B4 Christ prenderà la forma di una mostra immersiva debuttando allo Store X, 180 The Strand a Londra, con un libro d’arte e un una capsule collection in edizione limitata. Il progetto riunisce il direttore creativo di Aries Sofia Prantera, Deller e Sims. Girato in alcuni dei principali siti neo-litici della Gran Bretagna, tra cui Stonehenge e Avesbury, si impegna con il misticismo, la simbologia pagana e in particolare l’Esplorazione britannica di identità, tempo e luogo. La mostra sarà aperta al pubblico da mercoledì 16 gennaio fino a Domenica 27 gennaio e sarà caratterizzato da un tunnel di proiezione, murales dipinti sulle pareti del museo di Salisbury mentre una stanza ospiterà un film girato sul posto da Deller. Il libro che accompagna la mostra è nel formato di una guida per i siti neolitici della Gran Bretagna e presenta mappe aeree dei siti, diagrammi eillustrazioni accanto a immagini di manufatti locali antichi. Il libro imposta questo stile accademico insieme a più di 50 immagini scattate in questi antichi siti di David Sims e disegnati da Jane How. Con un’introduzione del rinomato archeologo Julian Richards il libro è pubblicato da The Store X dopo precedenti pubblicazioni con Theater Gates, Arthur Jafa e il New Museum.

Ci sarà inoltre una capsule collection edizione limitata con l’artwork grafico presente in tutte le serie; t shirt, felpe, capispalla in eco pelliccia e camiceria di seta così come tazze, casse del telefono, calze e coperte che saranno disponibili esclusivamente al 180 Strand in collaborazione con The Store e presso i negozi Dover Street Market a Londra, Los Angeles, New York, Singapore e Ginza.

 

 

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Alessandro Borghese brand ambassador di Fielmann: Ecco gli occhiali da 10.

L’azienda eyewear tedesca sceglie il celebre chef e conduttore televisivo come brand ambassador per l’espansione sul territorio italiano. Una scelta ponderata che rappresenta una novità in casa Fielmann

“Avere un testimonial è una grande novità per Fielmann. Abbiamo scelto Alessandro Borghese perché incarna i principi del nostro marchio. Anche Alessandro Borghese mette sempre la felicità dei suoi ospiti al primo posto. Nella nuova campagna pubblicitariaAlessandro Borghese è un cliente che ha scelto Fielmann come ottico di fiducia. Siamo sicuri che i valori di Chef Borghese, uniti alla nostra filosofia, ci accompagneranno nell’espansione in Italia” spiega Ivo Andreatta, country manager Fielmann Italia.

Per la collaborazione, Fielmann ha realizzato uno spot pubblicitario con protagonista Alessandro Borghese che effettua un simpatico esame della vista. Al posto delle avanzate tavole ottometriche degli store Fielmann ci sono delle simpatiche tavole a tema food, i quattro asset, stile, prezzo, qualità e servizio vengono enfatizzati in linea anche con la filosofia di Borghese.

La campagna è inoltre accompagnata dal lancio di due nuovi modelli di occhiali 100% made in Italy, sviluppati in collaborazione con Marco Collavo e disponibili negli store Fielmann a partire dal 5 Febbraio 2019.

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BRAND ALERT: DUE COLAB PER BIRKENSTOCK

Il dialogo tra Pierpaolo Piccioli, Creative Director della Maison Valentino, e il marchio di calzature BIRKENSTOCK, ha dato vita a due interpretazioni esclusive dei celebri sandali Arizona per le c ollezioni Uomo e Donna di Valentino Garavani.

I due speciali modelli sono stati svelati in occasione della Sfilata Uomo Autunno/Inverno 2019/20 di Parigi: un sandalo modello Arizona in pelle rosso Valentino con fibbie e plantare ton sur ton e un sandalo modello Arizona in total black caratterizzato lateralmente dall’iconico logo Valentino VLTN. I sandali saranno in vendita presso le boutique Valentino selezionate in tutto il mondo e sul sito valentino.com, presso le boutique BIRKENSTOCK selezionate e su 1774.com

Inoltre, seguendo il successo della prima collaborazione, sempre BIRKENSTOCK collabora nuovamente con Rick Owens in occasione dell’opening di un Pop-Up store all’interno del department store francesce Le Bon Marché.

Situato al secondo piano, il negozio è caratterizzato da elementi in sughero nero grezzo, che fondono l’heritage di entrambi i protagonisti e diventano uno sfondo  perfetto per  ospitare la nuova collezione. Per celebrare il lancio del Pop-Up, che resterà aperto fino al 27 febbraio, uno speciale evento serale ha riunito oltre 250 ospiti lo scorso 17 gennaio, durante la fashion week maschile di Parigi.

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PETROSYAN MANIA GOLD EDITION

I celebri thaiboxer e kickboxer  Giorgio ed Armen Petrosyan  hanno presentato assieme a Martina Cambiaghi, Assessore allo Sport e Giovani dellla regione Lombardia e a Carlo di Blasi, l’evento che si terrà il prossimo 16 Febbraio alla Candy Arena di Monza, con 16 combattimenti nazionali ed internazionali, tra cui 3 incontri valevoli per il titolo europeo WKU e uno per titolo mondiale ISKA -70kg K1 RULES che vedrà Giorgio difendere la cintura contro l’atleta giapponese Atsushi Tamefusa.

 

L’evento PETROSYAN MANIA GOLD EDITION, ormai un cult in Italia, ospiterà l’unico match che Giorgio potrà disputare in Europa nel 2019. Petrosyan ha voluto credere fortemente nel progetto PETROSYAN MANIA tanto da inserire nel contratto, recentemente firmato con il circuito asiatico One Championship, una clausola che gli permettesse di combattere in questa occasione.

Atsushi Tamefusa, l’atleta sfidante è mancino ed ha un ritmo lento, caratteristico della tecnica di combattimento Thailandese. Giorgio sostiene che questo per lui, per il momento sia un vantaggio. “Sono molto orgoglioso di poter combattere in questo speciale evento organizzato da mio fratello Armen” sostiene Giorgio, aggiungendo che un altro motivo di vanto per i due fratelli fighter è la partecipazione di alcuni atleti del Team Leone Petrosyan tra cui Alexandru Negrea, che sfiderà il fighter greco Alfons Kosta per il titolo europeo WKU 86kg, Mattia Solarino che sfiderà il fighter il francese Sabri Sadouki per il titolo europeo WKU 70kg e Mirko Flumeri che combatterà contro il francese Sofiane Meddar per il titolo europeo WKU 60kg.

 

“Un milione e settecento mila persone in Italia praticano questo sport.” Così apre il suo intervento Carlo di Blasi, il deus ex machina della Kick Boxing Italiana, spiegando come questo sport negli ultimi tempi sia andato oltre il semplice intrattenimento, promuovendo attività volte all’insegnamento di tecniche difensive per contrastare le violenze e il bullismo. Tra i 16 incontri in programma, si vedranno sfidare anche due donne, la pluricampionessa italiana Martine Michieletto contro la francese Delphine Guénon.

 

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BRAND ALERT: NIKE YOGA COLLECTION

Molti atleti professionisti, dagli skateboarder ai velocisti, per ottenere migliori performance sportive completano il loro allenamento con un’arma segreta: lo yoga. Lo skateboarder  Korahn Gayle, Alana Beard, giocatrice WNBA, Dennis Hartmann, atleta di fitness professionista, Scout Bassett, atleta paralimpica americana di atletica leggera hanno raccontato come lo yoga ha permesso loro di “aver una marcia in più” nella pratica della loro disciplina. Tra i buoni motivi per cui svolgere questo tipo di allenamento ricordiamo infatti che lo yoga:
 

Conferisce una sensazione di calma anche nel corso di un allenamento intenso

Migliora la coordinazione ed equilibrio

Le sue posizioni a basso impatto favoriscono la circolazione sanguigna e riducono rapidamente i tempi di recupero

Aumenta il raggio di movimento e la flessibilità

Insegna a controllare le pelvi, componente fondamentale ed essenziale per gli atleti di tutti gli sport

Ecco perchè Nike ha lanciato la sua prima collezione di abbigliamento realizzata appositamente per questo sport e questa volta anche per l’uomo . La Nike Yoga Collection di Nike Training comprende capi di abbigliamento che garantiscono facilità di movimento, versatilità e sostegno sia durante l’esecuzione di complesse verticali che di un tranquillo rilassamento, meglio noto come savasana. Perfetti da indossare prima dei vostri “oom”.

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MILANO FASHION WEEK: BRAND TO WATCH

M1992
I ricordi adolescenziali del designer Dorian Gray, vissuti a Londra negli anni Novanta, rivivono nella sua collezione “Cool Britannia”. Non siamo davanti all’appropriazione culturale: i millennials hanno sedimentato nel loro vissuto molte esperienze a livello globale che hanno portato a formarli come individui. I luoghi cari al designer (come la  Trellick Tower, la Torre del Terrore, fino alle mostre dei Young British Artists), uniti al pregiato tailoring made in Italy, sono l’ennesima conferma della celebrazione del suo immaginario creativo che da sempre cavalca l’onda del goth. Tra i new talent il direttore creativo di M1992 è abile come pochi altri a fare leva sul marketing digitale per creare look “acchiappalike” su Instagram.

SARTORIAL MONK
Sabato Russo, fondatore del brand il cui nome unisce il concetto di sartorialità alla filosofia buddista di un monaco laico, debutta alla settimana della moda maschile di Milano. La collezione FW “Gesto” instaura un dialogo tra materico e spirito. Elementi del guardaroba maschile e femminile convivono, i volumi sono morbidi e i capi sono privi di orpelli, creando così un’idea di eleganza classica post-moderna. Lo stile di Russo, pensato per animi gipsy e caratterizzato dal design che potremmo definire chic décontractè, è qua per rimanere.

ISABEL BENENATO
La designer partenopea gioca con una palette impostata nei toni del bianco e nero, con tocchi di rosso. Protagonista assoluta nel suo defilè la maglieria, jacquard e capi lavorati a intarsio. Una particolare reinterpretazione dei codici di rottura del punk vive nelle sue creazioni. I pantaloni sono indossati con stivali very Brit, l’outerwear e le giacche sono abilmente confezionate, proprio come la tradizione sartoriale napoletana impone. La sensibilità tutta femminile della designer è la chiave per comprendere questa rilettura del fenomeno storico e di costume nato nei tardi Settanta, che raramente è apparso così poetico.

 

DANILO PAURA
Il designer calabrese debutta a Milano. La collezione FW19 è un crescendo di una sperimentazione stilistica a cavallo tra lo stile grunge e bohemién, che si traduce in un immaginario estetico anticonvenzionale ed esterofilo. La maglieria in mohair, la stampa animalier, ecopellicce e montoni oversize: ai piedi stivali texani. L’uomo immaginato dal designer prende ispirazione dal personaggio interpretato da Brad Pitt nel film the Snatch: il suo motto è “libertà di essere eleganti”. La collezione Gipsy Tour è stato certamente un bel traguardo per il debutto mainstream del designer Danilo Paura alla Milano Fashion week.

ph. credits: Camera Moda

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ALLENARSI CON STILE

Corsa all’aperto, pesi e aerobica sono ormai protagonisti della settimana di molti di noi. L’appuntamento fisso in palestra è d’obbligo, per tornare o rimanere in forma, ma anche per ridurre lo stress e le tensioni del lavoro. Il look quindi deve essere necessariamente sportivo, senza rinunciare ai dettagli cool. Va bene allenarsi, ma il dictat è quello di farlo con stile. Ecco una selezione di capi imperdibili per essere sempre sul pezzo anche durante i nostri workout.

ODLO

T-shirt “strato base” che offre un comfort ottimale in qualsiasi situazione e in qualsiasi clima, per tutto l’anno.

Pantaloncini 2 in 1 il cui strato interno integrato oltre a garantire un effetto rinfrescante, dona maggiore sicurezza e comfort durante l’attività fisica.

PEAK PERFORMANCE

Gilet leggermente imbottito realizzato in tessuto idrorepellente, antivento, traspirante e isolante, ideale per il running e attività all’aperto.

Leggings ideali per il running realizzati in tessuto tecnico idrorepellente, antivento, traspirante ed elasticizzato con dettagli riflettenti.

UNDER ARMOUR

Giacca da running impermeabile grazie alla tecnologia UA Storm interamente riponibile nella propria borsa dentro la tasca per la mano sinistra con chiusura a zip.

Maglia da running in tessuto ultra leggero con esclusivo motivo a forma esagonale e traspirante durante la corsa.

NIKE TRAINING

La maglia Nike Tech offre una morbida copertura per dare forza alla corsa. Il motivo a griglia ultraleggero garantisce una traspirabilità ideale, mentre il tessuto traspirante assicura pelle fresca e asciutta.

La felpa con cappuccio Nike Sportswear Tech Pack combina design tecnico e stile Windrunner. Realizzata in un confortevole tessuto dal peso medio, assicura un calore ideale per tutti i giorni dell’anno.

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PICCOLI INFLUENCER CRESCONO CON INSTAGROW

E’ il social media diventato in pochi anni il punto di riferimento per diversi tipi di industries, dalla moda al food, dal design all’automotive. Oggi Instagram è diventato anche uno strumento di ricerca per creativi, oltre a un’opportunità di business per tantissime persone che hanno saputo trasformare la loro passione in un vero e proprio lavoro. Dietro a profili social a volte molto seguiti non c’è solo il talento di chi sa creare una storia, ma sono sempre più diffusi i servizi di crescita per raggiungere audience e avere like in modo esponenziale ma spesso non coerente rispetto al proprio target e segmento. Tra i vari bot presenti sul mercato #InstaGrow è un potente servizio di crescita organica di followers e likes su Instagram che in modo totalmente automatizzato permette di interagire con utenti reali e interessati ai tuoi contenuti. Il servizio funziona su qualsiasi nicchia e settore, che tu sia influencer, viaggiatore, food blogger, azienda di accessori o abbigliamento. #InstaGrow individua il giusto target e utilizza tecniche legittime per permetterti di crescere organicamente, aumentando la tua esposizione e soprattutto l’engagement su Instagram. Un servizio facile da attivare e dal prezzo accessibile che assicura risultati graduali, non perdendo di vista la qualità dei contenuti e delle interazioni.
Scopri da qui come funziona #InstaGrow  e guarda il video con alcune testimonianze:

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THE HOUSE

Total look Cavalli Class
Total look Gucci
Total look Brunello Cucinelli
Total look Gazzarrini
Total look Gazzarrini
Cappotto Barena, camicia Alessandro Gherardi, pantaloni Berwich, occhiali Saturnino
Cappotto Barena, camicia Alessandro Gherardi, occhiali Saturnino
Giubbotto e T-shirt Iceberg, completo in velluto Lucio Vanotti
Total look Les Hommes

 

Photo Manuel Scrima
Styling 3
Stylist’s assistants Fabiana Guigli and Anastasia Mariani
Grooming Chiara Vitulo
Model: Kilian Isaak @Independent Models MGMT

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LUCA BOTTE: L’ATLETA E LA FIXED GEAR

Una vita senza freni: grazie al furto di una bici Luca Botte ha scoperto quelle a scatto fisso. Se ne è appassionato a tal punto da trasformare la sua passione in business. Le fixed gear – precisa lui – “sono uno stile di vita piuttosto che uno sport”. Ci ha confidato che questa adrenalina che prova mentre va in bici è per lui insostituibile. E c’è da credergli. Attualmente collabora con brand come Cinelli e Fred Perry, e sul suo profilo instagram condivide con gli appassionati follower questa passione giorno dopo giorno.

Da dove nasce la tua passione per la bicicletta? Ci spieghi come mai prediligi le “Fixie” (biciclette a scatto fisso)?

E’ nato tutto circa 4 anni fa, quando mi rubarono la mia unica bici da corsa vintage che usavo quotidianamente per andare a lavorare. Non essendo mai stata una mia passione, non ho mai voluto spenderci più di tanto, infatti poi ho deciso di prendere dei pezzi di seconda mano per crearne una da zero a costo super ridotto. A lavoro finito mi sono reso conto che mancavano i freni e il cambio, optional a dir poco vitali per chiunque usa la bicicletta! Mi sono documentato su internet e ho scoperto questa tipologia di bici, ovvero SCATTO FISSO, in poche parole bici senza freni e senza rapporti. Venendo dal mondo dello skateboard, considerato sport estremo, diciamo che mi ha subito affascinato la cosa di andare in giro per la città senza freni! La prima volta che ci sono salito, mi sono catapultato in avanti e da allora è stato subito amore. Perché preferisco una bici a scatto fisso? Semplicemente perché ormai sono abituato ogni giorno ad avere la mia dose di adrenalina, cosa che una bicicletta normalissima non riesce più a darmi. Gli optional che ti facilitano la pedalata, non mi piacciono!

Quali sono i tuoi principali pensieri durante la giornata?

Dopo 4 anni, sono riuscito a fare della mia passione un lavoro vero e proprio, ora ho tanti followers che mi seguono da varie parti del mondo e uno tra i primi pensieri della giornata, è proprio quello di far vedere a chi mi segue cosa sto facendo e cosa ho fatto nelle giornate precedenti postando varie foto sui social media, principalmente su instagram.

Sul mercato ci sono modelli di prossima uscita che non vedi l’ora di testare?

Ho la fortuna di essere sponsorizzato da Cinelli, un brand di biciclette ormai storico che tutt’ora continua a produrre nuove bici, e proprio qualche mese fa mi hanno dato in anteprima la nuova Cinelli Vigorelli Shark, un telaio da pista che uscirà nel 2019.

Cosa stai ascoltando come musica in questo periodo?

Non ho un genere preferito, ma principalmente ascolto musica Retrowave, suoni anni 80 che nessun altro genere riesce a riportare, ogni volta che ascolto qualche canzone, immagino sempre di essere in un’altra realtà, con palme ovunque, auto strane, schermi giganti e ovviamente il tutto sfumato di blu e rosa. Solo chi ascolta questo genere può capire cosa intendo!

Hai dei rituali pre-allenamento?

Da quando ho iniziato ad andare in bicicletta, non mi sono mai considerato un ciclista vero e proprio, non sono il tipico ciclista che vedete con la tutina alla domenica mattina! L’unica cosa che controllo ogni volta prima di uscire, è se la playlist che sta per partire è quella giusta con il mood della giornata.

Hai dei talenti segreti?

Vi sembrerà forse strano se vi dico che ho acquisito un sesto senso, ma col tempo, andando a scheggia in mezzo al traffico, ho imparato a prevedere quasi ogni cosa in pochi istanti. Molti dicono che è solamente fortuna se io sono ancora qui a raccontarvi quello che faccio, ma dopo anni di guida senza freni, sei praticamente costretto a prevedere cosa può fare qualcuno davanti a te. Per esempio, se qualcuno frena improvvisamente davanti a me, devo già sapere dove andare perché non ho alcun modo di frenare. E’ estremo, ma nient’altro riesce a darmi questa adrenalina.

Qualche novità che ti riguarda? Obiettivi di prossima realizzazione?

Per quest’anno ormai le novità sono state svelate, ma nell’anno nuovo ci saranno nuove collaborazioni con brand conosciuti di cui non posso svelare ancora nulla!

Se potessi scegliere di essere il personaggio di un film, quale sarebbe e perché?

Sono un tipo strano, tanto quanto Ryan Gosling nel film Drive. Se potessi scegliere, sceglierei sicuramente di essere lui, calmo ma allo stesso tempo estremo sotto certi aspetti, di poche parole ma sempre pronto a fare la scelta giusta anche nelle situazioni più assurde dove chiunque prenderebbe la strada sbagliata.

“Dammi ora e luogo e ti do cinque minuti: qualunque cosa accada in quei cinque minuti, sono con te, ma ti avverto, qualunque cosa accada un minuto prima o un minuto dopo, sei da solo. Io guido e basta.”

Parlaci della tua esperienza come influencer di instagram.

Preciso a dire che essere etichettato “INFLUENCER”, è una cosa che mi infastidisce molto, ma purtroppo non c’è alternativa oggi giorno. E’ iniziato tutto per gioco 4 anni fa, (quando ancora non era di moda essere influencer), ho conosciuto i ragazzi del famosissimo negozio DafneFIxed, ho comprato una coppia di ruote per la mia bici e loro mi hanno proposto uno sconto in cambio di qualche foto da postare sui social per fare pubblicità. Da quel giorno abbiamo iniziato a collaborare, facendo foto ai loro prodotti e postandoli sui miei canali, e con il passare dei mesi, sono arrivate le prime proposte di pubblicità da varie parti del mondo. Il mio primo sponsor è stato Leader Bike, un’azienda di bici situata a San Diego, amanti dell’urban riding, proprio come vivo io la mia passione, only urban. Per me è stata una grande soddisfazione e da quel momento ho voluto spingere di più il mio personaggio su instagram, e cosi facendo sono continuate ad arrivare proposte una dietro l’altra! Ora sono fiero di essere supportato da brand famosissimi come Fred Perry, Cinelli, Bricklanebikes, RedBull, GoPro e tanti altri! E’ una continua soddisfazione perchè ricevo proposte continue per collaborazioni con nuovi brand e questa cosa mi da modo di viaggiare e conoscere persone nuove in giro per il mondo! Ancora mi fa strano dirlo, ma sono riuscito a fare della mia passione un vero e proprio lavoro.

Cosa ti appassiona ogni giorno dello sport?

Ciò che faccio io, non lo definirei uno sport ma uno stile di vita. Non c’è qualcosa di preciso che mi appassiona, non è uno sport come un altro, non ci sono regole e non c’è una fine. Forse è proprio per questo motivo per cui lo faccio, non ci sono limiti e nessuno può fermarmi.

 

 

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MOSCHINO CON JEREMY SCOTT CELEBRA A ROMA IL GENIO DI FELLINI

Re per una notte. Jeremy Scott, direttore creativo di Moschino che con lui in 5 anni ha visto impennarsi i fatturati, subito incoronato il nuovo enfant terrible del fashion gotha internazionale, ha reso omaggio a Roma, in una magica notte di moda e affabulazione, al genio istrionico della cinematografia di Federico Fellini al quale si è ispirato per la collezione menswear e la prefall autunno-inverno 2019-20 della maison di Aeffe. Set ideale per la immaginifica sfilata co-ed del creativo americano è stato lo studio 10 di Cinecittà dove il grande cineasta italiano ha girato alcuni dei suoi capolavori ai quali lo stilista iconoclasta erede di Moschino ha dichiarato di essersi ispirato: Satyricon, 8 ½, Casanova, Roma e La Dolce Vita. E complice la genialità di Scott il surrealismo del maestro del cinema diventa subito una pirotecnica opera pop. Sullo sfondo delle terme di Caracalla trasformate in una irriverente sala da ballo dominata da una scenografica torcia sfilano matrone e centurioni con tanto di armatura ed elmo d’ordinanza, ammiccanti flapper e showgirl a riposo in compagnia di principi azzimati e provocatori con i loro frac preziosi e ludici, talora rocckettari. Fra i tavoli dello studio 10 Scott ha lanciato un’autentica boutade modaiola celebrando il connubio dello streetwear più fantasioso e colorato con la couture più raffinata e magistrale in un tourbillon di citazioni colte e omaggi all’immaginario felliniano. Cappotti ricamati di lettere romane come tavolette cesellate e paltò spigati sono solcati da fiocchi teatrali e si alternano ai parka e ai bomber portati su abiti gioiello da gran sera, torreggianti parrucche e armature alla Satyricon si portano con gli anfibi e le cinture dove il marsupio si trasforma in zainetto bonsai suggellano il look dei completi in technicolor, in un trionfo esuberante di stampe virate in una palette coloratissima che inneggiano in chiave ironica ai fasti della romanità. Parrucche colorate, mini panier settecenteschi in perfetto stile ‘Casanova’, lustrini e opulenti decori animano le mise stravaganti ma portabili fra costume e alta moda. Anita Ekberg rivive nel fasciante fourreau a sirena scarlatto con accessori dorati mentre un modello si esibisce in un completo formato da un chiodo e un tutù da ballerina da portare con gambe nude e scarponcini d’ordinanza. Chiudono lo show di 55 uscite i super top Nadja Auermann e Jon Kortajarena: per lui corona tempestata di gemme e frac dalle code che formano uno strascico e per lei abitino scintillante in stile anni’20 come nel film ‘Cotton Club’ e copricapo piumato su bomber army glam.
Un vero en plein all’altezza delle aspettative con un invito singolare: una spada da gladiatore disegnata come una scultura di cartone.

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SICILIAN DINNER @ I MORI MILANO

La cena siciliana di Man in Town con Alessandro Enriquez per celebrare il nuovo sport issue durante la settimana della moda maschile a Milano. Una grande serata, cibo incredibile e colma di persone talentuose.

Alessandro Enriquez – Federico Poletti – Asia Argento
Andrea Mazzuca
Andrea Marcaccini – Raffo Marone
Stefania Sciortino
Paolo Stella – Marco Cartasegna
Marvely

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5 BUONI MOTIVI PER ALLENARE LE GAMBE

Se l’unico esercizio delle vacanze di Natale è stato quello di posizionare le gambe sotto il tavolo, concluse le festività e i lunghi pranzi con parenti e amici è arrivato il momento di rimettersi in pista per prepararci alla primavera e per i più lungimiranti, anche alla prova costume. Esistono diversi allenamenti per avere gambe perfette, dinamiche, toniche e anche se spesso prediligiamo allenare la parte superiore del nostro corpo non dovremmo mai trascurarle per una serie di motivi:

  1. Allenare solo i muscoli della parte superiore non consente di avere un fisico proporzionato
  2. Allenare le gambe porta una maggior produzione di GH e testosterone: Il GH, è l’ormone naturale della crescita (muscolare) che il nostro corpo produce in automatico. Così facendo, permettiamo la produzione naturale di GH e testosterone in modo da far crescere tutto il corpo.
  3. La massa grassa si riduce perchè la produzione di GH e testosterone favoriscono l’ossidazione dei grassi in tutto l’organismo, permettendo così il loro smaltimento.
  4. Si ha una maggiore ipertrofia muscolare allenando gambe e glutei con il gisuto focus, infatti per ottenere buoni risultati bisogna cercare di allenarle con alti carichi , ma soprattutto prediligere gli esercizi base e in secondo luogo quelli supplementari
  5. Squat con bilanciere libero, stacchi e affondi non dovrebbero mancare nella scheda di nessun individuo che mira ad allenare le gambe in modo serio. Un intenso allenamento di questo gruppo muscolare comporta l’utilizzo di molte calorie, dunque una volta finito sarà bene recuperare con una corretta alimentazione e un buon riposo.

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SCOOTER ELETTRICO NES: PRESTAZIONI E DESIGN

Quando libertà, dinamismo e rispetto per l’ambiente si uniscono, nasce NITO, marchio italiano che sfida i grandi brand per divenire protagonista del mercato consumer delle due ruote.

NITO offre prodotti dal forte carattere distintivo, mezzi elettrici di design e dalle prestazioni brillanti, capaci di distinguersi nel contesto metropolitano per dettagli e bellezza.
Ogni prodotto è customizzabile, il design è italiano, le forme compatte e i materiali di qualità eccellente. Chi viaggia con NITO viaggia con stile, e si diverte nel pieno rispetto dell’ambiente.
NES, lo scooter del brand torinese, è tra i più scattanti mezzi sotto i 4 kw in termini di prestazioni, il valore aggiunto di un prodotto eco-friendly e dal grande impatto estetico.

nitobikes.com

Coat Acne, polo and shoes Reebok, trousers Les Hommes

Coat Acne, Jumpsuit Kappa, shoes Reebok, glasses Tom Ford
Vest, Pants and shoes, GCDS, Orange jacket ESEMPLARE

total look GCDS, Sunglasses Oakley

photo: Enrico Mazzarino

styling: Simone Botte

Talent: Samuele Zuccarello

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Man in Italy: Il musical a cavallo tra moda e bellezza Italiana.

Danza, moda, musica e italianità, il nuovo spettacolo teatrale scritto e diretto da Alfonso Lambo “Man in Italy” in scena al teatro Ciak, è questo e molto di più.
Il musical nasce dalla volontà di voler raccontare la bellezza italiana attraverso il suo aspetto più caratterizzante: La moda, e vanta la partecipazione di nomi del mondo dello spettacolo come Iva Zanicchi, Alex Belli, Bianca Atzei, e Jonathan Kashanian.
La maison “Man in Italy” diretta dalla cinica Norma (Iva Zanicchi) è pronta ad affrontare nuove sfide grazie all’arrivo della creativa Emma (Beatrice Baldaccini), colei che sconvolgerà la vita di Alex (Alex Belli).
Nel mentre il testimonial Samuel (Daniel Balconi) si innamora di Sara (Bianca Atzei) la figlia dell’irriverente direttrice, a far da cornice alla storia ci saranno una serie di teatrali fashion show a metà tra sfilate e concerti e il corpo di ballo “Angels” che interpreterà le coreografie di Bill Goodson.
Moda e vita di tutti i giorni convivono all’unisono in questo particolare progetto ispirato dal celebre romanzo di Lauren Weisberger “Il diavolo veste Prada” dal quale è stato tratto il celebre film del 2006 con Meryl Streep, Stanley Tucci e Anne Hathaway, l’impianto scenico vedrà l’utilizzo di un’enorme passerella mentre la colonna sonora è un sentito omaggio alle più celebri hit degli anni ottanta.
Dopo Dirty Dancing, Fame, The Body Guard e West Side Story, la Wizard Production propone un nuovo contenuto accattivante e originale, un vero inno alle passerelle, all’italianità e ai sfavillanti anni ottanta, in replica al teatro Ciak di Milano fino al 20 gennaio.

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PITTI UOMO: LEVI’S® CELEBRA IL RITORNO DEL SUO ICONICO MODELLO DEL 1999

Cosa ricorderemo di questa 95ma edizione di Pitti Uomo? Uno tra gli eventi certamente più interessanti per gli appassionati dello stile è certamente stato quello organizzato da Levi’s®, che durante la kermesse fiorentina ha celebrato il ritorno dell’iconico “Twisted Jeans” del 1999 Levi’s® Engineered Jeans™ creando un’installazione nella suggestiva location del Tepidarium, progettata dall’architetto Giacomo Roster nel 1800, caratterizzata da una spettacolare volta in vetro. La storia di questo modello cult di denim firmato Levi’s è stata proiettata su una struttura tridimensionale. Le caratteristiche di questa re-edition quali sono? I jeans sono pensati con un approccio innovativo al design, massimizzano sia il comfort sia la libertà di movimento. La tecnologia knit 3D,il tessuto quadrielastico, le tradizionali cuciture laterali ergonomicamente curve e lo sprone appuntito della collezione originale sono i tratti distintivi del modello, che però, rispetto a quello originale, ha un fit più contemporaneo.

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A TALK WITH BRITISH MODEL LAURIE HARDING

Fisico asciutto e scolpito, tratti spigolosi, occhi di un azzurro intenso: il modello britannico Laurie Harding ha conquistato tutti gli insider dell’industria della moda anche grazie alla sua educazione very British. Abbiamo scambiato qualche domanda con Laurie durante la pausa natalizia, quando si stava ricaricando per ripartire alla grande a gennaio per la moda uomo.

Che cosa ti rende felice quei giorni?
Recentemente mi sono trasferito in Italia con la mia ragazza e questa è stata probabilmente la mossa più intelligente che abbia mai fatto. E poi non dimentichiamoci la pizza!

Qualche consiglio per una carriera di modello di successo come la tua?
Sii educato, sii te stesso, sii puntuale!

Se potessi essere un supereroe, quale sceglieresti e perché?
Wonder Woman, ha un lazo che spazza via le s****te della gente, sarebbe molto utile.

Cosa ti fa continuare a muoverti?
Le persone che amo intorno a me.

C’è qualcosa che vorresti cambiare nella società moderna? Qual è un argomento rilevante su cui dovremmo essere maggiormente concentrati?
Uguaglianza, diritti umani, cambiamenti climatici. È il 2019 e sembra che in molte aree stiamo facendo passi indietro. Riformulerei la domanda.

Cosa ti aspetti dal 2019?
Un sacco di cose in work in progress. Ma troppo presto per dirlo.

Descrivici la tua routine di fitness.
Corro, ad essere sincero non faccio molto altro … un po ‘di basket a volte con gli amici.

Cosa farai dopo questa intervista?
Torna alle e-mail, purtroppo. Grazie per aver parlato con me!

 

Vestaglia: Pierre-Louis Mascia Camicia: Bally
Cardigan: Pringle of Scotland Camicia: Gucci Sandali: Hermés
Completo: Salvatore Ferragamo Camicia: Roberto Cavalli
Total Look: Hermés

LAURIE HARDING @ I LOVE MODELS MANAGEMENT (@laurieharding_)
PHOTOGRAPHER: VALENTINA FRUGIUELE (@valentinafrugiuele)
FASHION STYLIST: FABIO PITTALIS (@fabiopeet)
HAIR/MAKE UP: MISAKI KATO (@misaki_artmakeupandhair)
FASHION ASSISTANTS:
GIULIA NOBILE (@giulia__n)
TERRY LOSPALLUTO (@terrylospalluto)

 

 

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PITTI UOMO 95 HIGHLIGHTS

ANNIVERSARI
Diadora, una mostra per il 70° anniversario
Diadora celebra 70 anni di attività con “It plays something else”. L’exhibition, curata da Davide Giannella, rende omaggio alla storia sportiva del marchio con un team di artisti che reinterpretano l’idea della velocità. In scena il design, la fotografia, le immagini in movimento e la scultura di Ducati Monroe, Maisie Cousins, Gabber Eleganza, Invernomuto e Patrick Tuttofuoco. La mostra inaugura l’8 gennaio e rimarrà aperta al pubblico come omaggio alla città di Firenze nei due giorni successivi.

Moon Boot festeggia il 50° con una capsule
Sono passati 50 anni da quando Giancarlo Zanatta, ispirandosi allo sbarco sulla Luna e agli astronauti, ha dato vita a Moon Boot. In occasione dell’anniversario il marchio, diventato icona per i suoi doposci, presenta la capsule The (R)evolutionary journey of an icon, creata con materiali di ultima generazione. Un mostra di 50 pezzi ripercorre poi la sua storia, con un occhio al futuro. Il progetto sarà reso ancora più speciale da un’experience a testa in su, in scena la sera del 9 gennaio alla Stazione Leopolda.

Barbour celebra 125 anni di heritage
A 125 anni dalla sua fondazione, Barbour presenta una collezione celebrativa. La casa di moda britannica, oggi presieduta da Dame Margaret Barbour, quarta generazione e diventata famosa per il giaccone cerato, ha lavorato sulle sue icone rilette in chiave contemporanea. Sullo sfondo, una zona museale accoglie le linee e i capi che hanno fatto la storia dell’azienda, come il tradizionale Tartan. Barbour è gestito e distribuito in Italia da WP Lavori in Corso.

CAPISPALLA
Outdoor urbano da Rewoolution
La città diventa una giungla da attraversare per Rewoolution. Il marchio di activewear sostenibile racconta l’inverno nella sua Urban Outdoor, una collezione in pura lana Merino ad alta performance. In primo piano lo Suit in flanella dai tagli classici, l’Anorak in lana accoppiata a membrana e il Rain Jacket in Sport Blazer. Quest’ultimo è simbolo dell’unione tra lo stile sartoriale e il mondo dello streetwear: il volume destrutturato è protetto dalla mantella interna ultralight.

Herno presenta l’evoluzione di Laminar
La sartorialità è sempre più tecnologica in casa Herno. L’azienda guidata da Claudio Marenzi accende i riflettori su Sartorial Engineering, progetto evolutivo di Laminar, collezione nata nel 2012 simbolo di funzionalità oltre l’estetica, che mette al centro il capospalla impermeabile, resistente al vento e traspirabile. La linea si compone di 28 nuovi modelli, dal parka e filed jacket fino al bomber. La classicità di lane e flanelle, check e pied-de-poule incontra trattamenti water resistant e windproof, mentre dettagli sportivi e interni staccabili conferiscono comfort e vestibilità.

L’apparel è eco da Invicta
Non solo zaini da Invicta. Il brand ha studiato dei capispalla ecosostenibili, realizzati in tessuto proveniente dal riciclo di bottiglie pet, in un connubio di tradizione e sperimentazione. I giubbotti, dotati di imbottitura Primaloft che garantisce comfort, calore e resistenza all’acqua, contribuiscono a salvare l’ambiente dalle plastiche inquinanti. All’interno si trovano anche le bretelle personalizzate per il trasporto quando non indossato. E se le prestazioni sono certificate, l’ispirazione creativa arriva da una storica spedizione di Invicta.

COLAB
Best Company, il capospalla è hi-tech con Ono Yoshinori
Best Company guarda a un futuro di ultima generazione e lo fa insieme a Ono Yoshinori. Il marchio fondato a Carpi negli anni Ottanta da Olmes Carretti, tutt’ora a capo delle collezioni, ha chiamato il designer nipponico per dare vita a una collezione di capispalla dalla vocazione high-tech. In scena parka e piumini che strizzano l’occhio all’immaginario della natura e al mondo del design, a cui si lega il creativo. Le performance? Traspirabilità, controllo termico e fitting 3D.

Allegri rilegge l’impermeabile con Cottweiler
La tradizione di Allegri si sposa allo sportswear sartoriale inglese di Cottweiler. Per il marchio, il duo britannico Ben Cottrell e Matthew Dainty ha realizzato una capsule di dieci impermeabili ispirata al mondo marino. I capi vengono caratterizzati da elementi legati all’abbigliamento sportivo della pesca subacquea e dell’apnea. In primo piano i layer termici removibili e tessuti speciali che testimoniano le tecnologie avveniristiche uniti allo stile formale.

Rossignol firma la sneaker di Philippe Model
Sarà presentata nel Giardino di Villa Vittoria, in un’installazione futuristica ad igloo, la capsule Rossignol x Philippe Model Paris, nata dal gruppo francese dello sci e dal marchio di sneakers high-end. Il modello si caratterizza per la suola running agile, mentre tomaia e allacciatura tecnica richiamano gli sport di montagna, come il sistema di chiusura e il collarino imbottito che ricordano la parte interna dello scarpone da sci. Disponile in quattro differenti abbinamenti colore, due per l’uomo e due per la donna.

Les Hommes incontra l’active di Sergio Tacchini
Le atmosfere urbane e la palette colori minimalista di Les Hommes incontra l’immaginario agonistico del tennis di Sergio Tacchini in una capsule dall’anima active. La griffe di abbigliamento maschile guidata dal duo belga Tom Notte e Bart Vandebosch, rilegge in chiave fashion i pezzi iconici anni Ottanta del brand sportivo. In scena felpe, polo e tute in una geometria di grafismi, dove il nero e il cobalto diventano le nuove referenze cromatiche.

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SOS FREDDO: LA BEAUTY ROUTINE DELL’INVERNO

Quando le temperature si abbassano la pelle tende a perdere luminosità, il colorito si spegne e la texture diminuisce di compattezza e idratazione a causa dell’aggressione del freddo. La cura specifica in inverno prevede creme con formule particolarmente idratanti, detergenti e sieri dal potere illuminante, capaci di stimolare il rinnovamento cellulare. Qualche consiglio anche per mani e capelli che necessitano di prodotti ad hoc come creme barriera o shampoo e maschere energizzanti e riequilibranti.

Clarins Men Baume Super Hydratant

Associando acido ialuronico e ione minerale calcio, assicura un’idratazione ottimale e rinforzata a tutti i livelli cutanei, oltre a ripristinare l’effetto barriera della pelle, scudo contro l’evaporazione e la perdita d’acqua.

 Cerave spf 25

Una crema viso idratante con spf 25, offre un’ampia protezione contro i raggi uv, uva e uvb. Si applica e si asciuga facilmente e aiuta a ripristinare la barriera protettiva della pelle.

Homme Eisenberg Trattamento Attivo Calmante Idratante

Trattamento urbano completo, idrata, protegge, lenisce velocemente e riduce i rossori delle pelli sensibili. Ripara i danni causati dalle aggressioni quotidiane quali la rasatura, le variazioni climatiche, l’inquinamento o gli sbalzi termici dovuti allo sport.

Uriage Xemose Stick Idratante Labbra

Trattamento quotidiano per le labbra disidratate e soggette ai fastidi causati da fattori ambientali. Questo stick idrata le labbra e le protegge dalle aggressioni esterne quotidiane. Il burro di karité nutre intensamente le labbra secche mentre la vitamina C e la vitamina E le proteggono dall’aggressione dei radicali liberi. 

 Chanel Le Lift Crème-Huile Réparatrice

Rinforza la barriera cutanea, protegge la pelle e la ripara per un confort duraturo e un’azione anti età intensa. Il trattamento intelligente dalla consistenza sensoriale, associa la morbidezza di una crema all’efficacia riparatrice di oli preziosi. 

Davines Authentic Burro Restitutivo

Sul corpo e sul viso, assicura un effetto nutriente profondo ed una piacevole profumazione energizzante. Sul viso, è un trattamento nutriente ed elasticizzante intenso. Sul corpo, è ideale da applicare sulle zone più aride, come ginocchia, gomiti e talloni.

Neal’s Yard Remedies Invigorating Hair & Body Wash

Rivitalizza i capelli e il corpo con ingredienti detergenti e condizionanti. L’aroma energizzante di pompelmo biologico, olio essenziale di bergamotto e alloro rinvigorisce i sensi, rendendolo un inizio di giornata perfetto.

 Sisley Soin Lavant Revitalisant Volumateur

Uno shampoo che deterge delicatamente apportando le vitamine e i minerali necessari alla vitalità del cuoio capelluto e dei capelli in tutta la loro lunghezza. Formulato senza solfati, è arricchito con ingredienti tensioattivi ultra-delicati per dare tono e volume ai capelli.

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STYLE PREVIEW PITTI UOMO 95

Au197Sm

Il brand che ha fatto dell’innovazione la frontiera ultima del fashion design presenta in occasione di Pitti Uomo 95 CLIMBERS, la collezione autunno-inverno 2019-20 che veste l’uomo scalatore, nello spirito.
I suoi look, tutti accomunati da una visione pioneristica della moda, si spinge ben oltre il guardare avanti e che fa della creazione innovativa e d’avanguardia il suo centro propulsore. Un approccio che trova proprio nella retorica dell’arrampicata la sua dimensione figurativa: in tutta la collezione i moschettoni si alternano agli inserti catarifrangenti, riflettenti e iridescenti. L’effetto finale è quello di uno street-luxury in chiave sporty-tech.

Parcoats

Debutta a Pitti Parcoats Florence, brand di outerwear uomo e donna prodotto da Giovanni Allegri, imprenditore di una delle famiglie chiave della storia dello sportswear italiano, con la direzione creativa di Simone Guidarelli e Masha Brigatti. Una crasi tra Parka e Coat. Una composizione di sangue misto che affonda le sue radici nel concetto di Famiglia, intesa come l’appartenenza a un gruppo, difendendo però la propria unicità. La capsule collection uomo e donna autunno-inverno 2019/20 è composta da 24 pezzi ispirati alla libertà sartoriale anni Settanta, fondata sui concetti di recupero e creatività. Tramite una decostruzione dei capispalla, che appaiono tagliati, mescolati, rimontati, vengono esaltati dettagli in accostamenti azzardati, ma dal sapore self confidence. I materiali della tradizione come il panno di lana, il casentino, il bouclé, si accompagnano a tessuti in tela di nylon e gabardine high tech, in un’idea di contaminazione globale.

Lumberjack

Lumberjack ci presenta non semplici sneaker ma nemmeno running shoes: sono iperconfortevoli, hanno alte prestazioni e, oltre a essere super scattanti, si adattano a ogni look. La prima, ispirata al mondo sportivo tout court, sceglie materiali tecnici mesh textile abbinati a pelli PU per non rinunciare alla leggerezza ma, al contrario, per amplificarla. La tomaia della seconda, invece, rilegge il mondo Hybrid che conserva il dna del brand grazie all’utilizzo di materiali naturali e morbidi come il camoscio impreziosito dai ganci da montagna in metallo color canna di fucile. La suola voluminosa ma altrettanto leggera sceglie il Phylon – una EVA più lieve- con il battistrada in gomma e il plus di uno stabilizer in TPU che amplifica la stabilità nella camminata.

OOF

La kermesse fiorentina è stata scelta per presentare a livello globale la nuova immagine del brand che parte dal restyling del logo: un simbolo iconico ed essenziale, pulito, lineare e geometrico che rispecchia a pieno il concept della nuova collezione, The Shape’s Lab, il laboratorio delle forme. nella collezione Fall Winter 2019/20 in cui l’ispirazione nasce dai colori, dalle luci e dalle ombre che caratterizzano il sottobosco e i suoi elementi tutti racchiusi in un mix speciale e distintivo di tessuti e tonalità . In primo piano, come sempre,
design e ricerca che creano modelli al limite dell’iconico in cui le texture vengono reinterpretate come l’ecofur ironica, il velluto con il nylon cangiante, il pvc e i cotoni impermeabili, mentre la reversibilità rimane una firma identitaria del brand.

American Vintage

Presenza consolidata quella di American Vintage alla manifestazione Pitti Uomo . Comfort è la parola d’ordine del guardaroba maschile, che parte dai materiali pregiati e dai tagli loose per creare look morbidi tanto nella vestibilità quanto nello stile. Le fibre naturali come modal e tencel, soffici e traspiranti, e il cotone supima, di qualità superiore, si alternano ai capi 100% lana, a quelli in cashmere, alpaca, baby alpaca e lana merino extra-thin. Le forme sono vagamente over, come i tessuti guidate dall’ideale di un outfit prima di tutto confortevole. La palette richiama i toni dell’autunno e dell’inverno, spazia da quelli più neutri a quelli più vitaminici, giocando con le sfumature della natura e le cromie calde del focolare.

Cividini

Nel generale cambiamento del trend si inserisce sicuramente il nuovo approccio alle cose di bell’aspetto, all’handsome chic. Un uomo che si riappropria con sicurezza di quanto è consolidato nell’immaginario collettivo maschile, senza più timore del conosciuto bensì alla riscoperta del conosciuto. Il conosciuto nell’accezione di Cividini è il sedimento della cultura del bel vestire maschile reinterpretata con canoni moderni e mixata con elementi di rottura ripresi dalla cultura dei millennials. In questa collezione, si costruisce ed elabora il prodotto attingendo a piene mani nella tradizione del saper fare artigianale italiano, completando l’approccio slow con la più sofisticata tecnologia. l’Handsome Chic si materializza in un nuovo mix contemporaneo di tradizione e contaminazione.

Baldinini

Protagonista assoluto il coté sportivo di cui espressione è proprio la sneaker, che mostra il suo volto più cittadino, tanto da poterla indossare anche in ufficio, sotto un pantalone elegante, e che offre totale libertà di movimento. Costruite intorno a dettagli importanti, con una ricerca continua di texture e di colori in linea con il trend invernale. I modelli sono versatili, amplificano il fattore comfort nel loro carattere maschile e strong, impreziositi da una sapiente ricerca, nell’uso speciale dei materiali, delle lavorazioni e delle tomaie utilizzate: perfetta espressione è la ginnica a polacchino, costruita su fondo in gomma particolarmente leggero e tomaia in nappa estremamente morbida. Risultano performanti e perfette per il tempo libero.

 

 

 

Moose Knuckles

“Man Against the Elements” è il concept scelto dal  brand canadese di abbigliamento outdoor di lusso, per la nuova stagione FW19-20 presentata alla 95°edizione di Pitti Uomo. Capi casual e dal design unico adatti alla vita di tutti i giorni, ma allo stesso tempo funzionali grazie all’utilizzo di materiali resistenti, per proteggere chi li indossa da ogni condizione climatica. Il designer Tu LyIl ha tratto ispirazione dal mondo marittimo e dalle avventure nautiche, la nuova collezione infatti è un richiamo al mare, al grande classico della letteratura Moby Dick, ma anche al più recente docureality statunitense The Deadliest Catch – in onda su Discovery Channel, che ritrae la vita reale abordo dei pescherecci nel Mare di Bering, in Alaska.

 

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La London Fashion Week Men’s pone l’accento su giovani talenti e fluidità di genere

Ai nastri di partenza la tredicesima edizione della London Fashion Week Men’s. La Settimana della Moda britannica dell’abbigliamento maschile si svolge in realtà in una finestra di tre giorni pieni, da sabato 5 gennaio a lunedì 7 gennaio, presentando 42 show, 4 in meno rispetto al calendario di giugno 2018. La LFWM si contraddistingue anche in questa sessione per l’attenzione riservata ai giovani talenti del menswear, alla fluidità tra i generi sessuali e ad un’inesauribile voglia di sperimentazione. Le sfilate scattano sabato mattina con Art School, i cui fondatori, Eden Loweth e Tom Barratt, credono nelle identità di genere non binarie, realizzando collezioni che celebrano lo stile queer e si rivolgono a persone trans-identified. La giornata terminerà con il finalista del ‘Prix LVMH’ Charles Jeffrey con la sua etichetta Loverboy, la cui sfilata della scorsa stagione ha combinato diverse fantasie LGBTQ, fra teatro Noh, samurai trasgressivi e alcune macchine da cucire di cartapesta indossate come cappelli, ma anche nightclubbing vecchia maniera e riferimenti alle drag queen. E ancora la label Blindness della coppia coreana Kyu Yong Shin e Ji Sun Park, con sede a Seoul, le cui collezioni per uomini e donne cercano di eliminare le frontiere tra i sessi.

Londra ha sempre avuto come obiettivo principale la scoperta di nuovi talenti e monitora continuamente il processo di maturazione delle nuove scoperte del settore. Fra queste promettenti facce nuove o alle prime armi, appaiono in cartellone Feng Chen Wang, altro finalista del ‘Prix LVMH’, con i suoi capispalla concettuali, Paria Farzaneh, stilista britannica nata nel Devon da genitori iraniani, Delada, il marchio unisex intriso di tipica nostalgia russa della designer Lada Komarova. Da visionare anche le proposte del giapponese Arashi Yanagawa, che si approccia in modo insolito alla sartoria tradizionale con il suo brand John Lawrence Sullivan (così chiamato dal nome di un famoso pugile irlandese-americano), ma anche quelle di Khalid Al Qasimi, che vive a Londra e mixa influenze mediorientali (lo stilista è degli Emirati) allo utility streetwear londinese.

Se si parla di attenzione portata alla giovane creazione, è tradizionalmente importante durante la LFWM lo spazio Fashion East, proposto come sempre con la formula della sfilata congiunta di tre nuovi talenti. In questa stagione (domenica 6 gennaio alle 19) i suoi protagonisti saranno Mowalola, dell’anglo-nigeriana Mowalola Ogunlesi, laureatasi alla Central Saint Martin’s, Stefan Cooke, noto per le sue particolarissime tecniche tessili, e la dublinese Robyn Lynch, che vanta un Master della University of Westminster.

Il défilé più atteso dagli addetti ai lavori sarà però quello di del marchio londinese A-Cold-Wall, fondato da Samuel Ross, originario di Brixton, ex assistente di Virgil Abloh e anche lui finalista del ‘Prix LVMH’. Tutti gli esperti lo considerano la next big thing dell’abbigliamento maschile, destinata a grandi cose. Il suo marchio miscela in modo sofisticato sportswear tecnico, dettagli concettuali, vestiti della working class e volumi smart.

Ma sarà da vedere anche la sfilata di Cottweiler, il marchio inglese di sportswear di ricerca molto cool dei designer Ben Cottrell e Matthew Dainty, anche loro finalisti del ‘Prix LVMH’, nel 2016, e vincitori del ‘Woolmark Prize’ nel 2017. Pochi giorni dopo, Cottweiler tornerà a partecipare al Pitti Uomo, grazie ad una collaborazione con Allegri per la realizzazione di una capsule collection di 10 impermeabili.

La maggioranza degli stilisti che partecipano alla LFWM vivono o hanno la sede a Londra, ma la metropoli britannica ha attirato anche grandi nomi internazionali, come l’italiano Iceberg, storico specialista della maglieria, alla seconda sfilata nel calendario britannico.

Non mancheranno comunque le sfilate di linee sartoriali moderne, da E. Tautz a Oliver Spencer, a Wales Bonner, Stefan Cooke e Kent & Curwen. Quest’ultimo è il marchio diretto da David Beckham, che è il testimonial ufficiale di questa London Fashion Week Men’s. Da non perdere, infine, le sfilate di etichette heritage classiche come Barbour e Belstaff (lunedì 7, rispettivamente alle 11:30 e alle 13:30). Di seguito LA GALLERY STREETSTYLE DALLA LONDON FASHION WEEK.

 

Ph: Andrew Barber

 

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5 BEAUTY REMEDIES PER CURARE UN HANGOVER

Durante le festività o magari nei fine settimana è capitato a tutti di eccedere con l’alcol. Ovviamente la moderazione in questo frangente è la regina delle virtù, ma qualora sia proprio impossibile evitare quel bicchiere in più ecco come controllare il danno, almeno sul nostro viso.  Di seguito alcuni rimedi essenziali per aiutare a compensare i cinque effetti tipici di una sbronza e ripartire quasi alla grande il giorno successivo.

Reintegrare i sali minerali 

L’alcol è un potente diuretico, il che significa che riduce i liquidi nel corpo lasciandoci deboli e letargici. Se abbiamo bevuto troppo o stiamo per farlo, è quindi importante andare ad integrare subito i sali espulsi dal nostro sistema, specialmente il potassio e il magnesio.  Assicuriamoci a fine serata di assumere integratori di questo tipo altrimenti un valido rimedio naturale e ancora più veloce è una banana con tanta acqua di cocco.

Evitare gli occhi gonfi

La pelle intorno agli occhi è la più sottile sul nostro viso, quindi sarà ovviamente la prima a riportare i segni di una notte brava. Piuttosto che passare la giornata a nasconderci dietro le nostre lenti più cool, guardiamo ai marchi high-tech grooming come Lab Series, Natura Bissé e Dr. Dennis Gross Skincare. Instant Fix Eye Lift Gel di Dr Sebagh per esempio si adatta perfettamente a questa problematica e sgonfia la zona degli occhi. Oltre che ad uno sguardo riposato il rischio è quello di sembrare più giovani!

Il pre-tox cocktail 

Prima di uscire e introdurre alcol nell’organismo che affaticherà il nostro fegato, esiste la pozione di risveglio di Faust che è una misura preventiva utile perché contiene, tra le altre cose, l’N-acetil cisteina, un amminoacido che neutralizza l’acetaldeide, il sottoprodotto della metabolizzazione dell’alcol, che è 30 volte più tossico dell’alcol stesso. Ancora, è possibile assumere integratori di vitamina B6 e un paio di gocce di cardo mariano, un miracoloso rimedio a base di erbe che aiuta la disintossicazione e rigenera le cellule del fegato.

 

La crema idratante

Indispensabile un alleato che continui a funzionare bene fino a tarda notte per evitare che la nostra pelle si disidrati e si secchi troppo. Una maschera viso esfoliante o idratante prima di uscire è sicuramente un ottimo rimedio preventivo accompagnato da una crema idratante. Idem a tarda notte al rientro a casa, anche se la routine di bellezza non è proprio nei nostri pensieri sarà bene procedere con una veloce pulizia del viso con acqua e sapone e un tocco di crema a base di peptidi, antiossidanti e omega 3.

Il menù dell’hangover 

L’alcol può causare un grave calo dei livelli di zucchero nel sangue. Questo potrebbe spiegare perché siamo inclini a scosse o sbalzi d’umore errati dopo aver bevuto. Dal momento che il fegato è sopraffatto dal lavoro da svolgere, avrà trascurato il fatto che ha bisogno di pompare più glucosio per riportarci sul pianeta terra. Anche se abbiamo poco appetito dopo una sbornia è bene mangiare poco e spesso. Evitare le fritture nella speranza che “assorbano” l’alcol e, invece, optare per un’opzione a basso indice glicemico come il pane tostato integrale e un frullato di frutta.

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Arredare Moderno: il design per gli alberghi

La aspettiamo tutto l’anno, generalmente in estate o durante le feste natalizie. La tredicesima? No, la vacanza. Che sia la settimana bianca, o una vacanza ai Caraibi, l’importante è scappare lontano e rifugiarsi lontano dallo stress del lavoro.

Arredare Moderno: le vacanze degli italiani

Sempre più persone scelgono ormai di affittare appartamenti a prezzi talvolta davvero stracciati. Tuttavia, il fascino e la comodità di un albergo è insostituibile. Sono le cose più semplici ad attrarre: l’idea di non dover rifare il letto al mattina o non dover preparare il pranzo e la cena, ad esempio. Il buon cibo, la gentilezza dei dipendenti e la comodità di un albergo sono tra gli elementi che più incidono sulla scelta della struttura in alloggiare. Un hotel però deve saper unire la comodità alla bellezza. Un arredamento sofisticato, oppure casual; uno stile classico o al contrario vintage danno un’impronta alla struttura in grado di condizionare anche la scelta dell’ospite a volte. Scegliere l’arredamento del proprio albergo non è certo cosa facile. Lo stile generale della struttura, la mobilia per le stanze, i sanitari per i bagni, i saloni, la reception.

Arredare Moderno: lo stile di un hotel

Vi parliamo oggi di un arredamento di design in grado di soddisfare però le più svariate esigenze. Sullo shop online di Arredare Moderno è infatti possibile trovare un’ampia gamma di pezzi di mobilia a prezzi talvolta stracciati. Arredare Moderno è il rivenditore di alcuni tra i più famosi e prestigiosi marchi made in Italy. Tramite un sito perfettamente congeniato ed organizzato è possibile effettuare una ricerca veloce e mirata. Che si preferisca uno stile classico, moderno o minimal, tutti i gusti potranno essere accontentati. Un modo semplice ed efficace per arredare la propria struttura.

Arredare Moderno: i servizi dello shop online

Qualora si dovessero avere dei problemi durante o dopo l’acquisto, niente paura. Tramite un servizio clienti, infatti, sarà possibile essere assistiti da un operatore in grado di dissipare tutti i dubbi. Nella sezione Outlet e Promozioni troverete di volta in volta dei prodotti scontati del 70% rispetto al servizio di listino. Dal salone alle camere, dalle cucine ai bagni, tramite lo shop online di Arredare Moderno sarà possibile dare un’impronta inconfondibile alla vostra struttura, in grado di condizionare la memoria dei vostri ospiti.