LOEWE

Spenti i riflettori sulla Paris Fashion Week, non si spegne, invece, l’eco del LOEWE’s FIRE of YOUTH SUMMER PARTY, l’immancabile appuntamento che ha festeggiato la nuova collezione maschile del brand, dedicata alla primavera/estate 2018. Il 22 giugno, presso l’Institut du Monde Arabe, celebrity, designer e influenti personaggi del mondo dell’arte e della moda come Jonathan Anderson, ASAP Rocky, Stefano Pilati, Rick Owens, Sita Abellan, Kiki Willems, Elisa Lasowski, Mathias Augustyniak e molti altri, si sono trovati a festeggiare l’inizio dell’estate in un contesto, totally LOEWE.
Sensualità e rilassata esplorazione spirituale, queste le parole chiave della collection, dove classici capi del guardaroba maschile vengono rivisitati con fluida sensibilità. La prossima stagione calda, l’uomo LOEWE tenderà a scoprirsi di più rispetto alle estati passate, indossando capi arricchiti da texture, toppe, stampe e innovativi tocchi artigianali, come zip, applique e ricami colorati; gli accessori, mescolati ai capi, sono ricordi di viaggi in terre lontane, da portare sempre con sé, come porta fortuna.
Lino, popeline e tela lavata sono i tessuti protagonisti di un menswear di grande valore evocativo dove, anche i capi più sportivi si arricchiscono di richiami etnografici. Il motivo a foglia di William Morris in jacquard e il decoro del teschio pervadono la collezione. Non è finita qui. Altro grande rimando artistico che pervade le creazioni è la casa catalana di Salvador Dalí a Cadaqués, che accompagna l’uomo LOEWE in un viaggio a 360°, sia nelle immagini della rivista che ogni stagione accompagna la collezione, sia come ispirazione per la scenografia dell’ultima presentazione del brand, presso l’atelier/showroom di Saint Sulpice.

www.loewe.com
®Riproduzione Riservata

NINTENDO INFIAMMA IL RING

La tecnologia è in grado di riprodurre quasi perfettamente la realtà. E questo vale anche se è applicata al gioco: Nintendo Switch ha da poco introdotto ARMS, il nuovo picchiaduro, ispirato alla boxe, che rende il combattimento ancora più interattivo, coinvolgente e soprattutto realistico. I giocatori, infatti, possono utilizzare delle braccia estensibili per mandare a tappeto gli avversari, possono schivare gli attacchi e martellare di pugni gli antagonisti. In occasione della presentazione del gioco al Teatro Principe di Milano, MANINTOWN ha intervistato il peso superleggero Donatello Perrulli, classe 1995, e il “demolitore” ucraino Maxim Prodan, 24 anni, che si sono sfidati prima sul ring e poi con i Joy-Con della nuova console Nintendo Switch.

Come vi siete avvicinati alla boxe?
DP: Mi sono avvicinato a questo sport all’età di 13 anni, nel 2008, seguendo le imprese della nazionale azzurra a Pechino, durante le Olimpiadi. Sono della stessa città del campione olimpico Roberto Cammarelle e ho iniziato a seguire le sue gesta e il suo percorso. Poco dopo le Olimpiadi, ho incontrato i maestri della palestra di Cinisello Balsamo, Rocky Marciano e mi hanno coinvolto in questa loro attività, ho cominciato a frequentare la palestra e da lì non sono più uscito. È stata una (dolce) condanna.
MP: Io ho questa passione già da piccolo. Ho sempre voluto diventare come il campione Kličko, ho visto il primo incontro quando avevo cinque anni. È sempre stato il mio sogno.

Qual è l’incontro che ricordate con più emozione?
DP: Sicuramente il mio debutto da professionista, che è stato piuttosto recente e mi ha toccato a fondo. Mi sembrava di essere uno scolaretto al primo giorno di scuola. Mille sensazioni e mille emozioni fortissime. E poi, senz’altro la vittoria del titolo italiano nel 2013, che mi ha scosso con sensazioni intense.
MP: L’ultimo incontro di sabato (27 maggio, ndr) in cui ho pareggiato contro un bell’avversario, un esperto, a un bel livello. Ho fatto tutto il possibile, ho disputato un bel match, però è andata come è andata.

Quali sono le differenze tra la boxe e questa esperienza di gioco? In cosa, invece, si assomigliano?
DP: Senz’altro la dinamica fisica, la cinetica con cui si gioca. I colpi e gli spostamenti sono molto realistici, molto simili a quelli della boxe. La differenza effettiva sta nel contatto, il pugilato è uno sport di contatto, richiede delle tempistiche, a livello di velocità, molto ristrette e ovviamente una certa forza. Il calcolo delle prestazioni è a livello di fisica applicata. Il gioco, invece, è coinvolgente, si attiene molto alle figure principali della boxe e alla pulizia dei colpi, è divertente anche la sensibilità di queste tecnologie: un minimo spostamento del telecomando implica una determinata reazione da parte del gioco. È molto realistico.
MP: Il pugilato non è un gioco, è uno sport serio. Ci vuole tanto carattere e tanta esperienza, bisogna provare tantissimo.

Avete un rito scaramantico?
DP e MP: Piccoli riti ci sono sempre, ma bisogna tenerli segreti sennò non funzionano più (ridono, ndr).

Qual è il capo di abbigliamento che più vi rappresenta?
MP: A me piacciono le scarpe Nike, comode, con il piede sempre sicuro.
DP: Anch’io, come Max, sono vicino a uno stile underground: tuta, scarpa comoda, qualcosa di non troppo raffinato.

www.nintendo.it

®Riproduzione Riservata

Charity a ritmo di musica.

Il gruppo Coin sceglie Radio DEEJAY per la personalizzazione della radio in store, un progetto che vuole accompagnare a ritmo di musica le shopping experience dei propri visitatori, ma aggiungendo anche un importante risvolto etico grazie all’intervento di Orsola Branzi, meglio nota come La Pina. Storica conduttrice della trasmissione radiofonica “Pinocchio” insieme a Diego Passoni, rapper, voce fissa di Radio Deejay, ma anche conduttrice televisiva e scrittrice, La Pina sta riscuotendo un crescente successo con il suo libro “I Love Tokyo”, una guida musicale, o meglio, una canzone d’amore per il Giappone, visitato dall’autrice ben quarantatré volte, in cui le parole scorrono sulla colonna sonora scritta dal marito, Emiliano Pepe. Il libro, disponibile in una selezione di punti vendita Coin, è affiancato da una limited edition di accessori per il viaggio, gadget e bambolini di Hello Kitty, che portano il tocco inconfondibile de La Pina. Il ricavato di questi prodotti sarà devoluto per supportare il progetto #DANCE4AFRICA della Onlus “SOS Villaggi dei Bambini” di cui la conduttrice è Ambassador, insieme a Emiliano Pepe, Sofia Viscardi e Marco Materazzi.
Come ci racconta la stessa Pina: “L’obiettivo è raccogliere la somma necessaria per realizzare un’unità mobile di soccorso che possa girare per fornire visite mediche anche nelle zone rurali meno accessibili dello Swaziland, una terra in Sud Africa incredibile per bellezza, ma dove i bambini sono massacrati dall’Aids. Da tempo sostengo questo progetto SOS Villaggi dei bambini e con Emiliano Pepe, Sofia Viscardi e Marco Materazzi abbiamo lanciato la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi #DANCE4AFRICA. Grazie al libro e a questa limited edition di prodotti (che spaziano da una bag, beauty case, mascherina) e gadget giapponesi vogliamo portare, insieme ad Hello Kitty, un aiuto concreto e un messaggio di speranza.”
Un libro – I Love Tokyo – che si può “leggere” su differenti livelli, dalla grafica al contenuto sonoro, un mix di linguaggi che esprimono le diverse passioni dell’autrice. All’inizio di ogni capitolo si trova un QR Code associato a video e musiche di accompagnamento alla lettura, che rendono l’esperienza ancora più coinvolgente e significativa. Per viaggiare anche solo con i sensi, rimanendo a casa. Un’opera che non solo racconta il grande amore per il Giappone, ma anche testimonia dell’impegno e sensibilizzazione per aiutare centinaia di bambini africani in Swaziland.

Per maggiori info:
regali.sosvillaggideibambini.org/progetto-swaziland 

 ®Riproduzione Riservata

Cinecult: Baywatch di Seth Gordon

Teste solide e cuori teneri gli eroi della saga di grande successo dei bagnini degli anni ’90 con David Hasselhoff e Pamela Anderson che tornano anch’essi come cammei nel 2017 nel film ‘Baywatch’ diretto da Seth Gordon e distribuito da Universal Pictures. Stavolta la missione dei due super bagnini, Mitch Buchannon (Dwayne Johnson) e Matt Brody (Zac Efron), due ‘supereroi’ semidei umanizzati con muscoli scolpiti e grande spirito di gruppo, è tentare di fermare una pericolosa criminale Victoria Leeds (Priyanka Chopra) che sembra una perfida e splendida Bond Girl che vuole accaparrarsi, comprandola rapacemente, l’intera spiaggia di Emerald Bay per farne la copertura di loschi traffici di droga e omicidi. Il film in cui regna la simpatica figura di Johnson, aitante ma anche molto ironico e saggio (“Baywatch non è un lavoro, è una famiglia e una comunità, un modo di vivere”, gli mettono in bocca gli autori del film), è un ottimo motivo per fare un ripasso di come eravamo negli anni ’90 e soprattutto dei corpi statuari che ci piacevano e che lentamente stanno tornando di moda come prorompente fenomeno di costume. Nel cast giganteggiano personaggi prodighi di gag esilaranti e modelle belle come sirene che prendono molto sul serio la responsabilità di sorvegliare e controllare la salute e il benessere dei frequentatori di Emerald Bay. Notevoli le scene d’azione come quella subacquea in cui Zac Efron è avvolto nelle fiamme palesemente riprodotte al computer. Nel cast si conquistano una discreta popolarità anche Summer (Alexandra Daddario) e Amber (Izabel Goulart). Merita una menzione speciale la simpatia e la bravura di Zac Efron che è un po’ un antieroe e ‘gioventù bruciata’ in libertà vigilata nel cast del film. Commedia pop carica di umorismo, fisicità, adrenalina, ottima per chi vuole godere della visione di corpi statuari e di personaggi molto divertenti e a tratti un po’ demenziali come è giusto che sia. Perché si tratta di un film che è una rivisitazione altamente comica e avvincente della serie originaria.

®Riproduzione Riservata

Xavier Rudd, il musicista arrivato dal mare

È sempre a piedi nudi, sa suonare talmente tanti strumenti, tra cui il didgeridoo, la chitarra, l’armonica e il tamburo azteco, che non bastano le dita di due mani per contarli. È un surfista nato, un vegetariano convinto e un attivista per i diritti umani e per la salvaguardia del pianeta. Promotore dell’idea “things meant to be, will be”, Xavier Rudd ha lo sguardo profondo, le braccia tatuate e i capelli biondi, è nato a Torquay, in Australia, da padre aborigeno e madre metà irlandese e metà olandese. La sua musica e la sua visione ottimistica del mondo s’intrecciano in modo permanente e il suo suono è profondamente influenzato dal questo punto di vista umanistico. Nel corso degli otto album registrati in studio, questo giovane polistrumentista ha entusiasmato il pubblico con un suono organico, che gli è valso diversi premi e menzioni. A metà aprile 2017 è tornato in Europa con lo straordinario live, registrato nel maggio 2016 in Olanda, allo storico TivoliVredenburg, spettacolo emblematico di quel tour europeo sold out, e a metà giugno ha solcato di nuovo i palcoscenici italiani con tre date d’eccezione. Qui, ci ha raccontato delle sue ispirazioni, di suo nonno e delle risate in riva all’oceano.

La musica della tua terra e le origini sono molto importanti per te. La tua musica parte da lì?
Sì, sicuramente. Da bambino non sapevo neanche di scrivere canzoni, inventavo semplicemente delle melodie sulle quali cantavo le cose che mi succedevano. Era un processo totalmente inconsapevole. Ed è, in un certo senso, quello che faccio ancora adesso: metto in musica le cose che vivo, né più né meno. Scrivere canzoni è parte di me, è essenziale. Come respirare.

Quando hai deciso che saresti stato un musicista?
Direi quando avevo dieci anni, ma sono sempre stato attratto dalla musica, anzi è la musica che mi ha trovato.

Da dove o da chi trai più ispirazione?
Direi davvero da tutto. Ogni mio album, ogni pezzo che scrivo proviene da dentro, da quello che vivo. È come un diario di viaggio fisico, emotivo e spirituale. Tutte le mie esperienze formano il viaggio della mia musica.

Come vivi quando sei a casa, nel tuo villaggio?
Vivo vicino al mare, lì è tutto molto tranquillo. Quando non sono in tour mi piace vivere come una qualsiasi persona normale che abita sulla spiaggia: faccio surf e mi rilasso. Non amo particolarmente circondarmi di persone. Mi piace stare fuori, andare a sedermi vicino al fuoco, navigare, correre, nuotare. Sono attivo, amo ascoltare la Terra. Non guardo la TV o cose del genere.

Viaggi tanto, c’è un luogo con il quale hai legato di più?
Difficile. Trovo bellezza e sintonia in tanti posti diversi. Penso di riuscire sempre a trovare luoghi che mi piaceranno. Mi sono sentito benissimo anche in Sud Africa, ad esempio.

Cosa ti fa ridere?
Interessante. Se intendi ridere e stare bene, direi stare con i miei amici, intorno a un fuoco sulla spiaggia. È quando siamo più in pace e in armonia che ridiamo davvero.

L’uscita di questo live è stata molto importante, è un disco diverso dagli altri.
Sì, è come una retrospettiva del mio lavoro. Il tour in Europa era stato venduto tutto ed eravamo molto elettrizzati. C’era una carica speciale, l’energia era enorme e si sentiva una forte intenzione positiva nella gente. Abbiamo avuto l’opportunità di registrare le ultime due notti a Utrecht e ho pensato che sarebbe stata una buona idea soprattutto per noi come riferimento, documentare dove eravamo.

E poi tu sei legato con l’Olanda da tuo nonno.
Non ci ho mai pensato, però sì potrebbe. C’era un’energia molto forte in quelle sere. Quando abbiamo ascoltato di nuovo la registrazione, era come se avessimo catturato un po’ di magia, in particolare l’ultima notte e quindi sono felice di condividere, ora, quello che sento come il miglior prodotto live a questo punto della mia carriera.

Photos by Arterium
®Riproduzione Riservata

ASI MOTOSHOW 2017 – La passione in pista

A maggio di quest’anno, all’autodromo Riccardo Paletti di Varano de’ Melegari è andata in scena la sedicesima edizione di ASI Motoshow, organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano. È una kermesse motoristica, dedicata esclusivamente al mondo delle due ruote classiche. È la più grande e importante in Europa, che ha riunito migliaia di appassionati che si sono dati appuntamento in pista, nei paddock e sulle tribune dell’autodromo parmense, per poter ammirare da vicino l’imponente spettacolo offerto dalle 751 motociclette schierate, suddivise in diciannove batterie in base alla data di costruzione del mezzo. Presenti all’evento e sempre capaci di magnetizzare su di loro l’attenzione dei fans, campioni del mondo del calibro di: Manuel Poggiali, Freddie Spencer, Loris Capirossi e dell’insuperabile Giacomo Agostini, quindici volte iridato, il pilota più titolato nella storia del motociclismo. Tutti, sia prima che dopo aver indossato casco e tuta per la pista, si sono pazientemente concessi al bagno di folla con scatti e autografi di rito; un’umanità particolare, un’umanità coi piedi per terra e con il gas a martello.
Il primo giro di pista, non senza emozioni, è stato appannaggio di Roberto Loi (presidente ASI), dell’onorevole Giuseppe Romanini e del sindaco di Varano, Giuseppe Restiani, accompagnati da Palmino Poli, Presidente della Commissione Manifestazioni Moto, e Ariel Atzori, vicepresidente ASI, vere anime dell’organizzazione. Subito dopo l’inaugurazione, tutte le moto dei partecipanti hanno affrontato cordoli e asfalto per il primo turno di giri in pista.
Sono state spettacolari le sfilate di MV Agust,a in memoria di Ubaldo Elli e quella delle Motobi, a ricordo di Primo Zanzani. Divertente e singolare l’iniziativa ‘100×50’, che ha visto sfilare un centinaio di cinquantini contemporaneamente. A più riprese, gli aerei storici dell’HAG (Historical Aircraft Group) hanno sorvolato acrobaticamente il tracciato, esibendosi in precisi passaggi a bassa quota.
Al termine dei vari passaggi il testimone delle sfilate è passato alle Cagiva. Poi è stata la volta delle “Eterne Rivali”, che ha visto sfidarsi amichevolmente i marchi Harley Davidson e Indian, Vespa e Lambretta, BMW e Honda, Automoto Triciclo e Triciclo Perfecta.
Alle spalle del rettifilo centrale, nell’area paddock, campioni come Giacomo Agostini (in pista con la Yamaha TZ750), Freddie Spencer (in pista con la Honda NSRV 500 2T), Manuel Poggiali, Loris Capirossi, Pierpaolo Bianchi (con la Honda da GP di Cadalora), Pietro Giugler, Carlos Lavado e Piefrancesco Chili (per citarne alcuni) hanno pazientemente affrontato la folla di appassionati, una volta smessi i panni a loro più consoni. In quest’area erano esposti anche numerosi mezzi storici, tra cui le pioniere Automoto Tricycle 300 e la Perfecta Turismo 310, entrambe risalenti al 1898, che hanno avuto l’onore di essere gli esemplari più antichi della manifestazione.
Come da tradizione, è andata in scena anche la Grande Parata dei Campioni, ovvero quaranta titoli mondiali in sella – nella maggior parte dei casi – alle moto con cui hanno vinto, che hanno ancora una volta emozionato il pubblico di ASI Motoshow accalcato sugli spalti, con alcuni giri in pista, rievocando le imprese e le vittorie delle loro formidabili carriere.
Robert Pirsig, autore de “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” (autobiografia di un viaggio in moto tra il reale e il metaforico attraverso gli States, ndr) evidenzia in maniera semplice la differenza tra una due ruote e un’automobile: «In macchina sei sempre in un abitacolo. […] Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei nella scena e la sensazione di presenza è travolgente». La moto è proprio così, è la libertà di uno stile in movimento che non ha eguali. Un rapporto tra uomo e macchina fatto di passione, rispetto e una buona dose di pazzia: non sono forse questi gli ingredienti principali delle storie più durature?

Photos by Carlo Di Pasquale
®Riproduzione Riservata

C’ERA UNA VOLTA L’OPIFICIO SAN NILO

Less is more. Quando è la Natura a ispirare un prodotto, non c’è bisogno di molto altro. Questa la filosofia di Opificio San Nilo, un marchio di fitocosmesi nato dall’iniziativa di un farmacista romano, il Dr. Luigi Macchiagòdena, che ha voluto creare qualcosa di differente dalle comuni proposte commerciali. Grazie alla sua esperienza nella farmacopea, i prodotti cosmetici sfruttano i principi attivi estratti dai vegetali: le materie prime sono i fiori, le piante e i frutti, trattati con lavorazioni artigianali, alcune di queste effettuate a mano, come una volta. Niente etichette dall’INCI kilometrico, ma solo principi funzionali vegetali, combinati da una buona chimica di laboratorio. La proposta dell’Opificio San Nilo è ampia e comprende creme con diverse funzionalità, idratanti, rigeneranti, anti-age, opacizzanti e rigorosamente senza parabeni, ma anche bagni doccia e shampoo, sia per lui che per lei. In questa stagione, un’ottima idea regalo per una donna potrebbe essere la crema corpo “prova costume” o il trattamento nebulizzato contro gli inestetismi della cellulite, i veri alleati must have dell’estate. Proprio in virtù della loro purezza e genuinità, è consigliabile consumare i prodotti in un periodo di tempo non superiore ai tre/quattro mesi dopo l’apertura. Sempre targate Opificio San Nilo, le fragranze ambientali sono studiate in collaborazione con i migliori nasi profumieri francesi, che hanno ideato combinazioni particolari e armoniose, come fico e mela o melagrana e uva fragola, diffuse attraverso bastoncini di rattan, che, per ottenere una profumazione più intensa, andrebbero capovolti ogni due/tre giorni. Semplicità e naturalezza caratterizzano anche il packaging: flaconi e vasetti minimal, dall’aspetto vintage, sono realizzati con materiali riciclati e, a loro volta riciclabili, nel totale rispetto dell’ambiente in cui viviamo.

opificiosannilo.com

Vedi anche -> Agocap.it

®Riproduzione Riservata

https://www.youtube.com/watch?v=6cS7EXc5AUg&feature=youtu.be

Milano-Puglia, alleanza di gusto

Nel “laboratorio del gusto” di Antonio Moscara, ponte ideale tra Milano e la Puglia, si investe nella ricerca delle materie prime; la tradizione enogastronomica della sua amata terra è esaltata nei colori, nei sapori e nei profumi, che si traducono in una ricca varietà di piatti meravigliosamente unici. “Pasta fatta in casa, pesce dei nostri mari, verdure dolci, amare e piccanti….” queste le memorie culinarie tramandate di generazione in generazione, che ora vivono di una gloria tutta nuova al Moscara Terra D’Otranto.

Un menù tradizionale e variegato, racconta come una mappa dettagliata, ogni angolo di Puglia. Già a partire dagli antipasti, il tour gastronomico si apre con grandi classici, come le “pittule”, crocchette tradizionali del Salento da gustare con vin cotto, o come il morbidissimo polpo in pignatta (uno dei fiori all’occhiello dello chef ndr), servito con le mitiche friselle, per poi proseguire con puntarelle croccanti, gamberi, scampi e ricci di mare. Mai sazi, si continua con pasta fresca, da tradizione chiamata “scurtighiatta”, fatta con purè di fave, cicoria e pancotto; in alternativa orecchiette con cime di rapa, cicoria e pecorino, o la “ciricì e tria” ovvero la versione salentina di pasta e ceci.

Per onorare la tradizione tricolore il menù di Moscara Terra D’Otranto si arricchisce di una selezione di pizze specialim, che ovviamente portano alto lo stendardo pugliese, con ricette e combinazioni di sapori, inedite. Preparate con farina biologica integrale, vengono lasciate lievitare naturalmente e  cotte in forno a legna, per essere quindi proposte a pranzo e cena come piatto salutare, digeribile, leggero e non per ultimo come mix sfizioso di sapori tradizionali.

Per Antonio, la cucina è una pura forma d’arte in continua evoluzione, da sperimentare e da condividere con gli altri. Testimoni di questa squisita accoglienza, possiamo toccare con mano il piccolo grande regno Moscara, trapiantato a Milano in spazi completamente rinnovati. Il restyling artistico, curato dall’architetto Fabio Novembre, non solo amico e conterraneo, ma anche uno degli architetti-designer più noti a livello internazionale, ha restituito al locale un fascino tutto nuovo,  ispirato ai frantoi ipogei salentini scavati nella roccia.

L’instancabile ambizione del proprietario, rende più che mai viva questa parentesi culinaria doc; da pochissimo arricchita di uno spazio-enoteca, dove apprezzare i prodotti delle piccole realtà d’eccellenza pugliese, magari proprio attorno ad una tavola imbandita.

www.moscaraterradotranto.com

®Riproduzione Riservata

DENIM IS ALWAYS A GOOD IDEA

alessio guadagnuolo e jin seng

Ultimo appuntamento con la Lee Jeans tribe. Per concludere, MANINTOWN propone l’intervista con il mixologist Alessio Guadagnuolo, che, in occasione dell’evento organizzato al TOM- The Ordinary Market a Milano, ha preparato cocktail ricercati e raffinati, e con il DJ della serata Jin Seng, un cacciatore di ritmo appassionato di vinili.

Come ti descriveresti?

AG: Mi ritengo un ottimista di natura, determinato, curioso, sempre a caccia di “conoscenza”.
JS: Positivo, energico, curioso e spontaneo.

Come descrivi il tuo lavoro? 

AG: È un lavoro dinamico, creativo, artistico, in continua evoluzione.
JS: Non lo vivo come un lavoro, quanto piuttosto come qualcosa che stimola la mia empatia e la mia creatività e che mi permette di trasmettere un’emozione, qualsiasi essa sia, attraverso musica rigorosamente in vinile.

Come indossi il denim?

AG: Io con la moda ho un feeling semplice, mi piace vestire comodo. Un jeans abbinato alla più BASIC T-shirt bianca, per me è perfetto.
JS: Mi piace indossarlo abbinandolo a t-shirt bianca, occhiali da sole e sorriso smagliante.

Quando e quanto lo indossi?

AG: Lo utilizzo in molte occasioni, ma lo preferisco nel tempo libero.
JS: Praticamente sempre, ma lo indosso più facilmente nelle giornate di sole, non chiedetemi perché.

Che tipo di jeans preferisci?

AG: Personalmente preferisco jeans scuri e di taglio REGULAR. Sono un evergreen per me.
JS: Decisamente skinny, anche se in consolle o quando vado a ballare preferisco indossare dei regular per stare più comodo.

Come si lega il denim al tuo lavoro? 

AG: In modo perfetto! Noi del TOM utilizziamo il DENIM in gran parte del nostro “abbigliamento da lavoro”.
JS: Mi viene in mente la copertina di uno dei miei primi dischi “Revolution of the mind”, concerto live del maestro James Brown, dove lui veste interamente jeans con il suo stile inimitabile. È per me fonte di ispirazione costante e mi capita di immaginarlo vestito come in quella foto.

Cosa ti è piaciuto, in particolare, di questo progetto Lee? 

AG: L’atmosfera artistica e l’unione di diverse attività, tutte legate, però, da un unico scopo: sentirsi liberi.
JS: La cosa che più mi ha piacevolmente sorpreso di questo progetto è stato capire quanto il denim sia intramontabile: appartiene a tutti, indipendentemente dal tipo di lavoro e stile di vita, proprio come la musica.

www.lee.it

®Riproduzione Riservata

Taste the City – Il Test Drive 2.0

4 date, 4 ristoranti, 4 vetture per ogni tappa. Questo il nuovo concetto di test drive che la storica concessionaria milanese AutoRigoldi sceglie per i suoi ospiti e clienti. Una staffetta che coniuga la passione per le quattro ruote con i piaceri del palato, a bordo di 4 vetture di punta nel parterre Rigoldi.

Due gli showroom scelti per le serate: Via Pecchio 10 e Via Inganni 81/A. Da qui parte la gimcana di nuovi modelli Škoda e Volkswagen, guidati da driver esperti per raggiungere le quattro stazioni gourmet sparse per la città e prendere così parte ad una cena del tutto innovativa.

Guidare con gusto claim della campagna Taste The City – è sicuramente il motto più indicato, per questa iniziativa gastronomica meneghina 2.0 I fortunati ospiti, ma anche gli appassionati che hanno potuto iscriversi attraverso le pagine Facebook di AutoRigoldi e di Club Milano (media partner dell’iniziativa), non hanno fatto altro che accomodarsi e farsi accompagnare da un ristorante all’altro, con l’intrigante suspance di una meta sconosciuta.

La ruggente carovana Volkswagen, ha visto entrare in scena due Tiguan, la Nuova Golf 1.6 Tdi e la Golf GTE, per un comfort di guida sempre diverso da poter alternare durante il corso della serata.

Primissimo pit stop per deliziare i commensali: Party Like Russians, declinazione insolita del classico food truck, a base di caviale e champagne, all’ombra dell’arco di Piazza XXV Aprile. Proseguimento senza indugi alla volta di Trattoria Trombetta, proposta milanese dello chef stellato brianzolo Giancarlo Morelli, dove mangiare un buon risotto diventa questione d’onore. Location d’eccezione per la terza tappa, che vede in primo piano l’accoglienza del Chiostro di Andrea, angolo romantico dove assaggiare gli “sgagnini” di Andrea Alfieri.

Perfetta conclusione di serata: l’immancabile spuntino della mezzanotte; ancor più apprezzato se a base di prodotti doc, come i tagli di carne più pregiati di Macelleria Popolare, laboratorio fronte Darsena di Giuseppe Zen (creatore del fenomeno “Mangiari di Strada”); o come le preparazioni tradizionali di (R)esistenza Casearia.

www.autorigoldi.it

®Riproduzione Riservata

#CIRCUITRAINING5

Ultima sessione di allenamento con i circuiti ideati dal preparatore atletico Paolo Barone in esclusiva per MANINTOWN. La forza richiesta è massima: in tutti gli esercizi ad alta intensità il battito cardiaco sale molto, quindi si consiglia di avere un cardiofrequenzimetro per monitorare la frequenza cardiaca. È importante anche portare sempre dell’acqua con sé e osservare dei tempi di recupero adeguati, altrimenti non si riesce a completare il percorso. In questo caso dopo 40 secondi di attività per ogni stazione, si raccomanda di rispettare 2-3 minuti di recupero.

Riscaldamento

Corsa leggera di almeno 15/20 minuti

Camminata stile “boot camp”

L’esercizio consiste nel camminare sui gomiti, alternando braccia e gambe e tenendo contratto l’addome. L’allenamento stile marines sfrutta il peso corporeo ed è l’ideale da eseguire all’aria aperta.

Salto del fosso

Come uno squat jump, ma più intenso. Questo esercizio è efficace per tutta la catena inferiore, quadricipiti e glutei. È importante non atterrare mai né sull’avampiede né sul tallone ma su tutta la pianta, ammortizzando bene.

Salto del muretto

L’esercizio può essere eseguito in due modi: salto sopra il muretto e discesa (versione facilitata)

Oppure salto dell’ostacolo, con un lavoro di forza esplosiva. Quest’ultima consiste nella capacità da parte del nostro sistema neuromuscolare di esprimere elevati gradienti di forza nel minor tempo possibile. In pratica, permette di sviluppare la potenza e la capacità di rispondere più rapidamente a un’azione.

Side Plank

Esercizio specifico per gli addominali obliqui, il side plank lavora sulle fasce oblique del core che aiutano a ruotare il dorso e a stabilizzarlo. Si comincia distendendosi a terra su un fianco, poi, portando un gomito sotto la spalla in posizione perpendicolare, con l’avambraccio fisso a terra, si solleva il corpo, mantenendo le gambe tese. Per renderlo ancora più impegnativo, si possono sollevare il braccio e la gamba: tenendo questa posizione per circa 40 secondi il muscolo traverso si contrae e rimane attivo con una forte intensità.

Addominali isometrici

Questo esercizio consiste nel mantenere una determinata posizione senza muoversi, ma inducendo comunque una contrazione muscolare sull’addome. Staccando il busto dal terreno, si sollevano di 45 gradi braccia e gambe insieme (che devono rimanere tese).

Photographer paolobaronephotography
Stylist Chiara Troiani

Model Max Maestri

Sweater Scuderia Ferrari
Shorts Lacoste Sport
Sneakers Model’s own

®Riproduzione Riservata

Donne al top: da Cinecittà a Hollywood. Passando per la TV.

Questa volta guardiamo chi, tra le attrici italiane, ha raggiunto la consacrazione oltreoceano (e quindi ha firmato i contratti più redditizi) e chi sono le conduttrici che hanno più successo nei nostri palinsesti. La regina indiscussa è Monica Bellucci: la madrina del Festival di Cannes 2017 fa parte del cast della terza stagione di Twin Peaks, la serie attesa da 25 anni, inoltre lo scorso anno ha fatto parte del serial Mozart in the jungle, senza contare che ha recitato in due capitoli della trilogia di Matrix (Reloaded e Revolution). Negli anni 2000, è stata musa di Spike Lee, ed era suo il ruolo della regina in I fratelli Grimm e l’incantevole strega, al fianco di attori del calibro di Matt Damon e del compianto Heath Ledger.

Tra le attrici italiane, che hanno sfondato a livello internazionale, ricordiamo Ornella Muti, Claudia Cardinale e Giovanna Mezzogiorno, ma la giovane Alessandra Mastronardi si sta dando da fare per crearsi una carriera che non sia solo italiana. Napoletana, classe 1986, è famosa soprattutto per essere stata Eva nella fiction, I Cesaroni, con il tempo, però, si è pian piano allontanata dalle produzioni made in Italy. Prima la parte in To Rome with love, di Woody Allen, poi in Life, di Anton Corbijn, infine il ruolo di Francesca in Master of None, web serie di Netflix. Come se non bastasse è anche ambasciatrice Chanel. Anche se, con Karl Lagerfeld dice lei, ha un rapporto di grande soggezione e gli parla pochissimo.

Altra attrice che di recente abbiamo visto sul grande schermo in produzioni hollywoodiane, è Claudia Gerini che, assieme a Riccardo Scamarcio, ha avuto una parte in John Wick 2, al fianco di Keanu Reeves e di Lawrence Fishburne, entrambi protagonisti in Matrix. Insomma, mica i primi due incontrati per strada.

Rimanendo nel nostro Paese, Ambra Angiolini è nel suo periodo d’oro. Oltre ad aver recitato in molti film negli ultimi anni (ha esordito relativamente tardi, nel 2007 in Saturno contro) l’ormai “ex ragazza” di Non è la Rai ha trovato la quadratura del cerchio. Giudice saggio nel serale di Amici di Maria De Filippi – record di ascolti del sabato sera – tiene una media di due (anche tre) film all’anno. Questa primavera l’abbiamo vista al cinema in La verità, vi spiego, sull’amore, e a breve la vedremo nel film per la tv, Il fulgore di Dony, diretto da Pupi Avati.

In Italia, però, è il piccolo schermo a fare da padrone, non il cinema, dove purtroppo si va sempre meno. Ne è la prova la battaglia che nasce ogni volta che si deve discutere o rinnovare un contratto dei divi della “prima serata”. Ma anche del “pomeridiano”, a ben vedere. Una delle regine dello share è Maria De Filippi, che nella seconda settimana di febbraio abbiamo visto praticamente dappertutto. Di pomeriggio, nel salotto di Uomini & Donne, poi ad Amici e infine la sera, all’Ariston, per condurre in coppia con Carlo Conti il Festival della canzone italiana. Con uno share del 50,7%, è stata la kermesse canora più seguita dal 2006 a oggi. Oltre al potere in termini di share, la De Filippi ha anche una società di produzione, la Fascino PGT, in comproprietà con la RTI, del gruppo Mediaset. Un doppio potere per un doppio guadagno, in termini monetari. Altra donna dello spettacolo che è nome di punta in casa del “biscione” è sicuramente Barbara d’Urso. Il suo salotto tv fatto degli ospiti più eterogenei può far storcere qualche naso: insulti, nervi tesi e discussioni dai toni quasi mai pacati, potrebbero sembrare eccessivi e creati ad arte per far alzare vertiginosamente lo share, ma il punto è proprio questo, i dati di ascolto danno ragione alla d’Urso. Quest’anno ha vinto a mani basse la sfida dell’auditel, nella fascia oraria pomeridiana e soprattutto in quella domenicale. Chissà se il prossimo anno verrà creato un format in grado di farle cedere la corona?

Chi, invece, riesce a sbaragliare la concorrenza, di qualsiasi tipo, è Antonella Clerici. Da mezzogiorno in poi, per un’ora e mezza, le attenzioni dei telespettatori sono tutte per lei. Dominio assoluto per la compagna del petroliere Vittorio Garrone, che, con La prova del cuoco, da ormai 17 anni fa incetta di ascolti. L’edizione 2016-2017 si è ormai conclusa, il prossimo anno, però, sono attese novità per il programma di cucina della Rai: che sia un cambio al timone? Anche se ciò avvenisse, la Clerici potrebbe benissimo avere successo in altri format. Lei sa spaziare nei generi, ricordiamo che ha condotto due volte il Festival di Sanremo (2005 e 2010), è stata mattatrice a Ti lascio una canzone, ed è reduce dal programma Standing Ovation. La Clerici sarà impegnata anche la prossima stagione tv in un format musicale?

®Riproduzione Riservata

36

Frank Gallucci classe 1986, apre il suo blog alla fine del 2013 dopo aver ultimato i suoi studi in materia politico-economica e un soggiorno in Australia. Il focus che continua a sviluppare per il suo blog è il menswear e il lifestyle italiano con uno stile sempre riconoscibile e coerente. Instancabile nella ricerca di nuovi trend da affiancare ad uno stile classico che per scelta non abbandona mai, Frank con la sua presenza costante sulla scena internazionale delle fashion week si è ritagliato un ruolo ben definito nel panorama degli influencer, tanto da essere nominato da fashionbeans.com una dei punti di riferimento per lo streetstyle. Tra le sue passioni, oltre alla moda, i viaggi, il mondo del fitness e le auto. Attualmente è impegnato su numerosi progetti per sviluppare il suo blog e il prossimo anno lancerà la sua capsule collection alla quale sta già lavorando intensamente.

www.frankgallucci.com

Liu Jo Uomo FW17: tante personalità, un unico stile

Si riconferma protagonista della campagna Liu Jo Uomo per la collezione F/W 17, Francisco Lachowsky, modello e influencer con 1,7 milioni di follower su Instagram, ambassador del marchio nella passata stagione.
Le immagini della collezione, realizzate dal fotografo Byron Mollinedo Winkler, sono in bianco e nero alternate a frame a colori, e mostrano un uomo con uno stile urban, metropolitano, a volte rock, un uomo ricercato, dal touch intellettuale, gentleman, al passo con i tempi e gli stili via via scelti, un uomo che passa da un giubbino in pelle o una camicia jeans, al classico cappotto di cammello, senza mai perdere la propria identità di stile.

www.liujouomo.it

®Riproduzione Riservata

MOSCOT LANCIA UNA SPECIAL EDITION


L’azienda newyorkese MOSCOT annuncia il lancio della Special Edition del modello LEMTOSH FOLD in Matte Black, con la decennale azienda di abbigliamento maschile Freeman’s Sporting Club. L’occhiale è riproposto con montatura pieghevole, che unisce in un unico design la vecchia e la nuova New York, reinterpretando così uno dei modelli più iconici del brand. L’edizione speciale è realizzata a mano con materiali di altissima qualità, tecnologia all’avanguardia con magneti, montatura extra robusta e pieghevole, grazie a 102 anni di esperienza nel mondo degli occhiali a una combinazione di 112 anni di ricerca nel design. Il LEMTOSH ha “incorniciato il volto” di generazioni di artisti e intellettuali, da Buddy Holly e Truman Capote, a Jonny Depp, Chris Pine, Courtney Love, solo per citarne alcuni, divenendo, oltre che un’icona di stile, sinonimo di creatività, estro e indipendenza. Un “Must Have” per chi, nella vita, ama distinguersi.

moscot.com

®Riproduzione Riservata

SUICOKE LANCIA LA SUA PRIMA COLLEZIONE CON Stüssy

SUICOKE ha lanciato la sua prima collaborazione con Stüssy. Questa collaborazione fa parte del “Summer Trip Fest” che si concentra su una varietà di prodotti e l’influenza del camouflage. I sandali sono dotati di una suola Morflex che completa l’estetica e aggiunge funzionalità e comfort. Tra le sue qualità primeggiano la leggerezza e la riduzione agli urti che migliorano la mobilità dei sandali.

suicoke.com

®Riproduzione Riservata

L’ELEGANZA DELLA STREETART

Un’arte priva di genere. Dall’incontro tra il brand Made in Italy Victorvictoria e lo street artist di origine etiope Rediet è nata una mini-capsule dallo stile cosmopolita ed essenziale. Quattro t-shirt e una camicia in pregiato 100% cotone sono personalizzate da Rediet, che con le sue pennellate omaggia Jean-Michel Basquiat, uno degli esponenti più importanti del graffitismo americano. Come tele bianche, le maglie sono pitturate da segni e disegni neri, che creano un forte contrasto e sono portatori di un’idea di parallelismo imperfetto e fluidità tra i sessi, espressi, ad esempio, da parole con il lettering al contrario. Victorvictoria ha voluto collaborare con Rediet per questa sua fervida creatività, per il touch moderno e multiculturale, in perfetta sintonia con i valori del brand: qualità, pulizia formale e forte identità.

victorvictoria.com

®Riproduzione Riservata

NikeLab collabora con Stéphane Ashpool per la nuova collezione NikeLab x Pigalle

NikeLab, per la nuova collezione in vendita dal 24 giugno nei negozi, ha collaborato con Stephane Ashpool, fondatore e direttore creativo di Pigalle, marchio francese di grande appeal, per una linea completa di scarpe e abbigliamento ispirata al mondo del basket, sport amatissimo dal fondatore del marchio. Lo scopo del designer è stato unire ad un passato di tradizione una tecnica che guarda al futuro, passando da giacche in tessuto forato a tute dotate di polsini a scatto, a polsi e caviglie in colori non troppo forti, berretti, cappelli a visiera, t-shirt. Due le proposte di calzature NikeLab Shake Ndestrukt x Pigalle e la NikeLab Benassi Duo Ultra Slide, binomi che uniscono con equilibrio elementi maschili e femminili.

www.nike.com/nikelab

®Riproduzione Riservata

Moa + Joachim: la limited edition è tutta da scoprire

In occasione della presentazione delle novità per la stagione SS18, MOA ovvero Master of Arts presenta la nuova collezione uomo-donna di sneakers in collaborazione con uno street artist di fama internazionale, il belga Joachim. L’artista, famoso per le sue creazioni di street art nelle metropoli di varie nazioni dove il motivo ricorrente sono occhi e denti giganteschi, si impone al pubblico anche con lavori su tela prodotti con materiali riciclati o di scarto. Per il brand, presente a Pitti, Joachim ha messo a disposizione la sua creatività realizzando fra l’altro una sneakers con farfalle che ricorda la spontaneità fanciullesca, di notevole impatto visiva. La collezione è in vendita presso i più importanti  retailer del mondo ed è pronta a conquistare fashion addicted e non.

www.moaconcept.com

®Riproduzione Riservata

Aurelien: la sneakers da Uomo firmata Christian Louboutin

cover_PH. Proj3ct Studio

Per la prima partecipazione a Pitti Uomo 92, Christian Louboutin sceglie Firenze per presentare Aurelien, le sneakers nate solo x uomo. In questa occasione lo stilista francese ha allestito nella famosa e splendida piazza Santa Maria Novella un torneo, durato tutta la giornata, di hard court bike pool, con otto squadre partecipanti, provenienti da tutto il mondo, per una simpatica e amichevole competizione. Ai piedi degli atleti, tre per ogni squadra, le nuove sneakers low – top Aurelien, in vari colori, fabbricate e personalizzate da aziende fiorentine, sneakers uniche nel mondo Louboutin e nel campo del footwear. Ogni scarpa richiede due giorni di lavorazione e il calzino in neoprene foderato in rosso (già simbolo delle iconiche calzature femminili) dona al piede un confort assoluto e permette di indossare le scarpe slacciate per uno statement moda del tutto unico. Le Aurelien sono già presenti nelle boutique Lauboutin e on-line.

eu.christianlouboutin.com
®riproduzione Riservata 

Sushi all’italiana: dal Giappone all’Italia

Il sapore della cucina del Sol Levante, con i condimenti all’ italiana e un design che ricorda le Hawaii nascosto, però, in una viuzza laterale “vecchia Milano”, nei pressi di Corso Sempione. Fusion è l’aggettivo che caratterizza Kitchen Society, la sintesi del percorso di vita dello chef Alex Seveso, con tante esperienze condensate in gusti decisi, ma armoniosi. Appassionato giocatore di golf e del bien vivre, stile Miami Beach di 20 anni fa, Alex ha sempre amato il sushi e il sashimi, eleggendolo a suo principale nutrimento. Rispetto a quello che si prova in Italia, però, indipendentemente dal ristorante di lusso o dal take away finto giapponese, il sushi qui è sempre intriso da forte salsa di soya e wasabi, tanto da perdere il gusto del pesce fresco. Il condimento sovrasta il sapore del piatto.
Ecco come nasce l’idea di un sushi all’italiana: le migliori tecniche giapponesi unite ai condimenti italiani, la materia prima viene così esaltata da selezionati olii extravergine d’oliva, capperi di Pantelleria, granelle di pistacchio di Bronte, creme di tartufo bianco e di erbe, spezie mediterranee. A Miami il successo. La proposta di aprire catene di ristoranti, società e franchising. L’Italia chiama e Alex Seveso decide che vuole un unico ristorantino, il suo, dove poter sperimentare continuamente nuovi piatti nell’amata Milano, che lo ha visto nascere. Cosa non manca mai nelle creazioni dello chef? Un gusto orientale abbinato al meglio dei sapori italiani, un forte senso dell’estetica e quel tocco caraibico immancabile in chi ha vissuto a Miami.
I must da provare sono il Nigiri Rocher, un gamberone affumicato al pepe, con granella e crema di pistacchio che s’ispira, come tecnica di pralinatura, al noto cioccolatino; la Polpo salad, si parte da un semplice polpo lessato e poi grigliato, abbinato a un’ insalata di cavolo cappuccio con avocado, acciughe e paprika dolce; i risottini fusion con riso giapponese non mantecato (da provare la versione giallo Milano, per una vera e propria fusion) con gamberi, avocado, peperoni e crema al tartufo bianco o quello con mix di salmone, orata, tonno e gamberi con olive, capperi e basilico; tra gli uramaki rolls i migliori sono quelli con orata, burro e salvia (una rivisitazione di una classica ricetta lacustre, il risotto con pesce persico).
Se la novità è la regola, il menu continua a cambiare a seconda dell’estro dello chef: per l’estate i nuovi antipasti come il burger di salmone scottato alla piastra su riso condito e alghe goma wakame; la caprese di tonno tonnato con mozzarella di bufala; il totanetto scottato, ripieno di riso con peperone su purea di fagioli cannellini al vino bianco; il gunkan di King Crab, con acciughe del mar Cantabrico; gli uramaki di gamberi rossi al pesto ligure e diverse proposte con jamon iberico Pata Negra de Bellota de cebo de campo, anche in versione mini hamburger, stanno conquistando rapidamente la clientela.
Lo chef non ama mettersi in mostra, preferisce incontrare i clienti per caso, perché spinti nel vicoletto invisibile di via Chizzolini, per il passaparola, per la curiosità, per il gusto. Preferisce lasciar parlare i Paesi che ha visto, amato, vissuto.

 

Kitchen Society
Via Gerolamo Chizzolini 2
20154 – Milano
Tel. 340.6763939
Chiuso domenica e al pranzo di sabato
Orari cucina: 12-14.30/19.30-23.30

www.kitchensociety.it

®Riproduzione Riservata

 

Jimmy Choo: Man Ice

Jimmy Choo svela un nuovo capitolo della franchise maschile del marchio, lanciando la nuova, fresca e aromatica fragranza Jimmy Choo MAN ICE. La fragranza, creata da Michel Almairac, è un profumo dinamico, complesso, rinfrescante e potente, si apre con una brezza di agrumi con note di Mandarino, Bergamotto Italiano ed Essenza di Cedro, rafforzata da intense note di Mela croccante, Essenza di Vetiver, Patchouli di Indonesia e Legno di cedro. Il design del flacone riflette la freschezza della fragranza, mentre i dettagli cromartici metallici creano un forte contrasto alla silhouette. Il tappo in pelle bianca con stampa coccodrillo in rilievo regala una veste moderna. La campagna di Jimmy Choo MAN ICE ha come protagonista il famoso modello brasiliano Marlon Teixeira.

jimmychoo.com

®Riproduzione Riservata

LE METAFORE DI MINOR WHITE

Minor White Radio&Truck

Con una mostra innovativa dedicata al fotografo americano Minor White, uno dei più importanti del XX secolo, la fondazione LOEWE segna la sua settima annuale partecipazione a PHotoEspaña e il suo quarto contributo al festival, organizzato dalla curatrice María Millán, con l’obiettivo di far crescere il suo profilo internazionale di figura artistica chiave, il cui lavoro è stato determinante nel dare forma all’estetica della fotografia del dopoguerra. Il direttore creativo di LOEWE, Jonathan Anderson, spiega che “La modernità di Minor White calza naturalmente a pennello con la casa di moda perché le sue fotografie funzionano su vari livelli. Da LOEWE crediamo nella polivalenza”. Per questa mostra, 40 stampe di White hanno viaggiato verso Madrid grazie a un prestito speciale da parte della galleria Howard Greenberg e a collezioni private. Le fotografie variano dai primi paesaggi urbani a interessanti studi sul corpo maschile e prese astratte sulla natura, offrendo un punto di vista rappresentativo riguardo alla capacità di White di utilizzare i colori e la composizione come mezzi per evocare stati contemplativi e connotati da riferimenti allusivi. White è stato capace di produrre uno spettro straordinariamente ricco di neri, bianchi e grigi, mentre utilizzava close-up e ritagli per esprimere ciò che non poteva essere mostrato. White era più interessato al potenziale simbolico della sua arte che alla rappresentazione della realtà. L’immagine, infatti, era tesa a rappresentare uno stato emotivo interiore.

Minor White: metaphors
1 giugno 2017- 25 agosto 2017
LOEWE Gallery, Gran Via, 8, Madrid

®Riproduzione Riservata

Cinecult: I Pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar di Joachim Rønning ed Espen Sandberg

Spiagge assolate e cristalline ma anche morti viventi, duelli all’ultimo sangue, mappe straordinarie con rubini incastonati, galeoni magici che mutano formato e dimensione improvvisamente in mezzo al mare. Questo e altro ancora in “I pirati dei caraibi: la vendetta di Salazar” diretto da Joachim Rønning ed Espen Sandberg e distribuito da Walt Disney Pictures. Il ‘passero’ Jack Sparrow, bucaniere dandy dai mille talenti e attrattive, interpretato dall’inossidabile Johnny Depp è tornato, più seducente e ironico che mai. Adora i soldi e le sottane e non ha paura di niente e di nessuno, sempre alla ricerca di arcani tesori e di nuovi linguaggi da decifrare. Stavolta dovrà vedersela con il macellaio dei mari il capitano Salazar (Javier Bardem) tornato dall’oltretomba per vendicarsi dell’umiliazione subita vari anni prima dallo stesso Sparrow nel cosiddetto spaventoso ‘Triangolo del diavolo’. Alla compagnia si uniscono la bella astronoma Carina Smyth (Kaya Scodelario) e il giovane Henry Turner (Brenton Twaites), marinaio dell’esercito di Sua Maestà che nel film si cala nei panni del figlio del pirata Will Turner interpretato da Orlando Bloom sul quale pesa una maledizione che solo il potere emanante dal tridente di Poseidone potrà spezzare.
Il film è il quinto capitolo della saga di Pirati dei Caraibi e il sequel di Oltre i confini del mare, uscito nel 2011. Torna anche il personaggio del corsaro Hector Barbossa (Geoffrey Rush) legato per vincoli affettivi e familiari alla giovane e intrepida astronoma. Il film, ipervisivo e mirabolante, è ricco di colpi di scena e di scene spettacolari ambientate in mare ma anche sulla terraferma: memorabile quella della ghigliottina che diventa itinerante e si trasforma in un’esilarante marchingegno. Da segnalare il cammeo di Paul McCartney che nel film interpreta lo zio di Jack Sparrow. Notevole la performance di Bardem, ricostruito con effetti speciali degni di nota, che gioca un po’ il ruolo del dandy latino ferito nell’orgoglio. Fra mostri animati e acque che si aprono tutto conferma come dice il giovane Turner che ‘I miti del mare sono reali’. E così di nuovo realtà e fantasia si confondono magicamente per valorizzare i poteri magici e misteriosi di mappe e il lato oscuro degli oceani. Convinti che per liberare il potere del mare bisogna dividere il tridente collocato sulla tomba di Poseidone. E’ un sogno l’apparizione di Keira Knightley, resa ancora più glamour dalla costumista Penny Rose. Una piccola avvertenza: si consiglia di non lasciare la sala prima che siano terminati i titoli di coda. Ne vedrete delle belle.

®Riproduzione Riservata

Asics: oltre il senso del tempo

Dopo la Jyuni White collection, Asics presenta la nuova limited edition della linea Black collection, che guarda ad un moderno lifestyle con dettagli artigianali ed elevata funzionalità, trasformando il concetto sportivo in uno style fashion e minimale ispirato al Giappone, alla città di Tokyo, dove tutti i giorni si crea qualcosa di nuovo, fucina di idee, luogo di grande movimento. Jyuni significa tempo: la collezione vuole ispirarsi alla possibilità di sentirsi liberi, senza vincoli. La linea, oltre alle shoes, comprende capi per lo sport in tessuto di maglia high-tech con linee eleganti e raffinate e sguardo ai dettagli delle cuciture per una riuscita unica, capi comodi e pratici da indossare praticamente tutti i giorni.

www.asics.com
®Riproduzione Riservata

Burberry con Gosha Rubchinskiy

San Pietroburgo, città russa ma fortemente europea grazie alle architetture volute dallo zar Pietro il Grande, città giovane che guarda alla libertà di espressione, ha ospitato la sfilata per la Primavera/Estate 2018 del celebre brand inglese Burberry in collaborazione con lo stilista russo Gosha Rubchinskiy. Lo stilista ha affiancato Christopher Bailey e Stephen Jones, riproponendo la stampa iconica a quadretti, tanto amata ed emulata, per il mercato russo e non, stampa che avuto una parte importante nella storia del look Burberry, nato nel lontano 1856. Rubchinskiy ha presentato una capsule collection di 8 pezzi più l’iconico trench e altri capi outwear immaginati con una sagoma oversize. Tutti i capi di Rubchinskiy saranno lanciati a gennaio 2018 e sono ispirati ai mondiali di calcio che si terranno appunto in Russia il prossimo anno. Camice, shorts e cappelli sono realizzati in collaborazione con Stephen Jones. La sensibilità culturale dello stilista russo ha permesso un’interpretazione nuova dei trench e capispalla nel rispetto della tradizione british in contrasto con il resto della collezione che è un mix di capi ultramoderni e audaci. Classico e moderno per un pubblico attento.

it.burberry.com

®Riproduzione Riservata 

Due Soli: una capsule in denim e una co-lab ad arricchire la prossima collezione del brand milanese

Due Soli, brand milanese di capispalla 100% Made in Italy, fondata da Fabio Renzetti, Giovanni Muracchini e Alessio Curzi, imprenditori italiani con istinto creativo, si è ripresentato a Pitti Immagine Uomo, riaffermandosi come marchio di rilievo nel mondo fashion della moda maschile. L’eleganza unita alla sperimentazione formano un binomio interessante per la reinterpretazione del Bomber, simbolo del brand, capo streewear maschile, mentre la novità è il classico giubbino jeans che diventa però chic-rock grazie al tessuto utilizzato” deep blue” e alle patchs ispirate alle insegne luminose dei motel del centro America. In questa edizione la novità più interessante è dovuta alla collaborazione con Holland e Sherry, storica casa inglese di tessuti nata nel 1836 in Savile Road, sinonimo di eleganza e style sofisticato. I tessuti di fresco di lana e drill 100%cotone della casa inglese sono utilizzati per bomber e trench raffinati e di qualità superiore. La linea comprende, oltre al trench e alla giacca gentile per uomo dalle linee ricercate senza tempo, il bomber La Boum da donna, leggero e sportivo, e un mini e long trench dalle maniche a sbuffo per un diverso look urban chic, mai banale e sempre moderno.

www.due-soli.it

®Riproduzione Riservata

Campagna ADV Emporio Armani AI 17/18

La nuova campagna pubblicitaria di Emporio Armani A/I 2017-2018 è stata realizzata da fotografo Matteo Montanari scelto da Giorgio Armani per raccontare la nuova collezione. Grazie ad uno sfondo neutro, il fotografo concentra l’attenzione sull’abbigliamento, sulle personalità dei soggetti con gioco di sguardi, luce e atteggiamenti. Le foto in bianco nero e sprazzi di colore ritraggono i famosi modelli protagonisti: Chiharu Okunugi, Londone Myers, Valery Kaufman, Romy Schonberger, Julian Schneyder, Jegor Venned e Alessio Pozzi ricreando atmosfere eleganti e classiche come è nel dna della Maison Armani, sinonimo di raffinatezza e bellezza nel panorama internazionale della moda.

www.emporioarmani.it

®Riproduzione Riservata

Tod’s x Mr Porter: eleganza vista e …comprata

Sì è svolta a Milano presso Villa Necchi Campiglio la presentazione della nuova capsule collection per l’estate 2017 di Tod’s x Mr.Porter, il sito internazionale di riferimento per la moda uomo.
La collezione nasce prendendo ispirazione dall’iconico Gommino e si sviluppa in una capsule collection estiva che incarna perfettamente l’uomo TOD’S. I pezzi chiave includono una versione aggiornata del Gommino in un’ampia varietà di colori; un bomber jacket in camoscio in diverse tonalità di Bleu, una Tote Bag in pelle scamosciata, pantaloncini da bagno in coordinato con camicie con preponderanza di colori Bleu, rosso e bianco.
Si tratta della prima operazione “see now-buy now” scelto dalla maison di Diego Della Valle.

www.tods.com
www.mrporter.com
®Riproduzione Riservata

Hollywood: donne alla carica. Del cachet.

Nelle recenti vicende, relative alla parità di cachet nell’industria cinematografica di Hollywood, si capisce perché alcune attrici, come Jennifer Lawrence, vorrebbero compensi più equi: «Perché dovrei guadagnare meno dei miei colleghi uomini?», ha detto l’attrice durante un’intervista a un’emittente francese. Perché il cinema, in ambito internazionale e la tv, soprattutto in Italia, non sono più terreno di conquista esclusivo degli uomini.

Se andiamo a guardare i guadagni personali, per ogni film girato, al comando di questa particolare classifica troviamo proprio lei, Jennifer: Forbes piazza la 26enne premio Oscar (nel 2013 per, Il lato positivo) al primo posto, con ben 46 milioni di dollari guadagnati solo nel 2016. Un bel gruzzolo, per la protagonista di successi al botteghino come X Men e Hunger Games, che vedremo a novembre in Mother!, e nel 2018 in Red Sparrow, adattamento dell’omonimo bestseller di Jason Matthews.

Al secondo posto, una vera e propria sorpresa. Ricordate chi interpretava Sookie in Una mamma per amica e che abbiamo visto nei panni di Abby Yates, quest’anno al cinema, in Ghostbusters? Bene, Melissa McCarty è la seconda attrice più pagata, con 33 milioni di dollari. La prova che per entrare nell’Olimpo delle star hollywoodiane non bisogna per forza pesare 50 chili ed essere alte, bionde e con gli occhi azzurri: la sua simpatia straordinaria è più importante dell’aspetto fisico, per i produttori di oggi.

Al terzo posto, con 25 milioni di dollari guadagnati – ma 10 in meno rispetto all’anno precedente – c’è Scarlett Johansson. In Capitan America: Civil War era la Vedova Nera, e le sue acrobazie e combattimenti hanno fatto del film Marvel uno dei più visti della storia del cinema, con 1,1 miliardi (sì, avete letto bene) di dollari al botteghino. Un bel successo per la ragazza che, appena quattordicenne, aveva esordito in L’Uomo che sussurrava ai cavalli, nel 1998.

Rimanendo nel panorama mondiale, ma passando dal grande al piccolo schermo, la numero uno delle serie tv con “busta paga” da capogiro è Sofia Vergara. L’attrice colombiana, protagonista di Modern Family, ormai giunto alla sua ottava stagione, ha messo nel salvadanaio ben 43 milioni di dollari nel 2016.

Queste erano le star internazionali più pagate e più famose, vedremo poi chi sono le nostre donne dello spettacolo più potenti (altre curiosità online su The Sex Salad)

®Riproduzione Riservata

Expat. Fenomeno o uno stato mentale?

Martina, Michele, Tommaso, ma anche DJ, Stefania ed Emanuele. Sono solo alcuni degli italiani che decidono di lasciare, prevalentemente e per un tempo indefinito, la terra dove sono nati, le loro case, le loro abitudini e le facce amiche. La tecnologia diventa una delle loro migliori amiche per lavorare, vivere e condividere nuove vite, senza abbandonare davvero la propria casa. Come è possibile che in una società che alza bandiere, inni e muri, ci siano sempre più flussi di persone che decidono di trasferirsi in un altro meridiano? Di mettere su famiglia in un altro emisfero?
Non si tratta (per fortuna) di guerre e carestie, ma di scelte consapevoli, più o meno ragionate – perché una piccola dose di incoscienza ci vuole sempre – e condivise con i propri compagni.
Si tratta, invece, della fervida necessità di vivere bene, di costruire nuove famiglie, nuovi network e di non accontentarsi, se si è provato tutto e si tratta proprio di non riconoscere quei confini imposti dalle carte geografiche, ma sbaragliati dalla volontà e dalla capacità di adattamento. Alcuni lo fanno per raggiungere una qualità di vita migliore rispetto a quella offerta dall’Italia, come avevano dovuto scegliere i loro bisnonni. Altri, per una curiosità insita nel loro carattere, per una necessità ancestrale di scoperta, evoluzione e cambiamento. Altri ancora, sono spinti prima dalle vite altrui, per poi scoprire che è quella la vita che hanno sempre voluto. E allora il passaggio da necessità a fenomeno, poi a stato mentale, è davvero breve e forse può essere, oggi, una delle chiavi determinanti per annientare barriere fisiche e limiti ideali.

TOMMASO – PRODUTTORE DISCOGRAFICO

Brevemente, chi sei?
Sono cresciuto a Lerici, Golfo dei Poeti, La Spezia. Un posto incredibile, che adesso vedo in tutta la sua bellezza quando, troppo raramente, torno, ma che d un certo punto ho lasciato per inseguire la musica. Musica che mi ha portato prima a Milano, poi in mille altri posti e ora a Londra.

Dove vivi adesso?
Adesso sono a Londra ma, onestamente, sono a casa dappertutto o fuori luogo ovunque, a seconda dei giorni. Diciamo comunque che se c’è qualcosa da imparare o da scoprire sto bene.

Cosa vuol dire essere lontani da casa?
Oggi è molto più semplice di dieci anni fa. Un po’ perché mi sono abituato è un po’ perché il mondo è molto più connesso. Vivendo a Londra, ogni tanto è tutto caotico, ma sempre molto stimolante

“Expat” ha una connotazione di appartenenza e di nazionalità…
Ho iniziato a sentirmi un immigrato dopo l’esito della Brexit e adesso dovremo vedere come va.

L’aspetto più interessante del Paese in cui vivi?
Essere a contatto con culture molto diverse. Di tutti i tipi. Impari da tutto e sei obbligato a essere molto più tollerante e comprensivo.

Quanto pensi di fermarti?
Una durata variabile tra tre mesi a tre decenni. Vedremo dove mi porta la vita.

STEFANIA – TRAVEL E LIFESTYLE BLOGGER

Brevemente, chi sei?
Sono di Bologna, ma da quasi due anni vivo a Barcellona. Sono molto fortunata ad avere un lavoro che mi permette di vivere dove voglio. Finché ho un wifi posso vivere e lavorare ovunque.

Dove vivi adesso?
Ora sto lavorando per un progetto di blogging a Bucarest, in Romania, ma a breve tornerò alle spiagge e al clima mediterraneo di Barcellona.

Cosa vuol dire essere lontani da casa?
Sono stata in viaggio per diversi anni, quindi sono abituata a vivere dovunque, riuscendo a sentirmi come a casa, ma mai completamente, se capisci cosa voglio dire. Non importa quanti anni si vive da qualche parte, quanto bene si sa la lingua, ci sono sempre alcune differenze culturali. Vivere lontani apre la mente, ti espone a nuove esperienze e persone, ti arricchisce in un modo che solo chi ha vissuto può capire.

“Expat” ha una connotazione di appartenenza e di nazionalità…
Io sono oggettivamente un expat e non ho nessun problema a considerarmi tale, ma ci sono alcune connotazioni negative del termine, quindi cerco di essere qualcosa più. Le comunità di espatriati, a volte, finiscono per essere molto egoiste e ipocrite, così provo a integrarmi nel posto in cui sono, per quanto possibile. Cerco di incontrare gente del luogo, non solo altri stranieri, e andare in località che non siano fatte solo per gli espatriati.

L’aspetto più interessante del Paese in cui vivi?
Nessuno si preoccupa di cosa fanno le altre persone.

Quanto pensi di fermarti?
Ho intenzione di rimanere a Barcellona solo per pochi mesi e poi, probabilmente, di andare in Thailandia per l’inverno.

“Un Samedi à la maison” BY Jessica De Maio

Staying in for the weekend? You can stay chic and dandy too, with this Fall / Winter preview.

Photo | Jessica De Maio
Styling | Michela Caprera
Assistant Stylist Varun Leo
Grooming | Daniele Falzone @AtomoManagement using @Bumble&Bumble
Model Riccardo Mora @ILoveModelsManagement

®Riproduzione Riservata

Via Calzabigi, la calza di classe

Da modesto pedalino a status symbol, un indumento basic diventato sartoriale dimostra come la creatività italiana sappia imporsi. Via Calzabigi, è il nuovo brand livornese, nato nel 2016 dall’idea di Alessandro Cirinei e il progettista e designer di esperienza, Massimo Ferrara, che riporta in auge il Made in Italy. L’uso estroso del colore e delle righe, unito alla ricerca continua della qualità dei filati, ha consentito un’importante partnership con lo sportivo Francesco Coco. Francesco ha trasferito nel concept la sua passione per il mondo del calcio con cinque collezioni che riportano i riferimenti cromatici di cinque delle squadre in cui ha militato durante i suoi quattordici anni di carriera: Milan, Barca, Inter, Livorno e Torino.
La Limited Edition è stata presentata con un evento presso lo showroom Luxury Distribution, durate il quale è stato proiettato un video promozionale realizzato per l’occasione dalla Native Agency Keyformat con la collaborazione della presentatrice radiofonica, Tv e Lifestyle blogger Francesca Leto, e che rappresenta l’avanguardia della campagna di Digital Communication attualmente online.

www.viacalzabigi.it

®Riproduzione Riservata

LO STILE STREET SECONDO FRANKLIN&MARSHALL

Franklin and Marshall, il brand veneto che si ispira alla cultura street americana e al mondo dello sportswear, ha presentato a Pitti Uomo 92 la collezione per la Primavera/Estate 2018, tra grandi classici come il varsity, l’iconico trend collegiale che sta tornando in auge, e alcune novità.
Tre sono le macro aree all’interno della collection: Basement, che raccoglie le proposte più basic ma di qualità, Basici Main Collection, il core business del brand, che si arricchisce di nuovi tessuti e colorazioni, e Varsity/Seasonal, che ripropone il varsity, interpretandolo secondo nuovi stilemi frutto di anni di sperimentazioni e contaminazioni. Per la SS18 lo studio dei volumi si approfondisce, le forme sono a trapezio e palloncino come nello stile sportswear degli anni 80/90. Le contaminazioni e i rimandi sono un gioco di palleggi fra la cultura street e afroamericana e la musica R’n’B e HipHop. La chiara ispirazione sport dei tardi anni 80 è espressa dai pattern rigati e nei tessuti woven jacquard, anch’essi rigati, che danno ritmo all’intera collezione. Sempre di ispirazione vintage i giochi di sovrapposizioni e i ribaltamenti di upside-down, cappucci e colli-polo: felpe e tees girocollo possono diventare basi su cui sovrapporre layer di canotte dalla vestibilità basket.

www.franklinandmarshall.com

®Riproduzione Riservata

INFLUENCING SHOES

Fronde di limoni e aranci ricamano ombre vibranti sul lastricato dell’Istituto Lombardo Accademia Scienze e Lettere, eccezionalmente aperto al pubblico nella sua storica sede di via Borgonuovo, a Milano. Nella quiete garbata di questa corte nascosta, guadagniamo un rifugio dalla frenesia dei giorni della moda meneghina, per scoprire una collezione che ha meritato più di una sosta.
Disposti su maioliche brillanti, studiamo uno a uno i pezzi forte di questa primavera/estate 2018, targati EDHÈN Milano. Colorati, geometrici, intarsiati e lavorati finemente: questa la versione 2.0 dei tradizionali Belgian Loafer proposti da Filippo Cirulli e Filippo Fiora, coppia di designer e influencer italiani, tra i più seguiti su Instagram, capaci di interpretare la contemporaneità, lasciandosi ispirare da dogmi imprescindibili del menswear più classico.
Un binomio passato/presente, che anima anche questa loro quarta collezione, fatta di contaminazioni tra la più nobile arte della manifattura calzaturiera e la freschezza spensierata di uno stile pop. «Abbiamo lanciato EDHÈN, proprio per realizzare scarpe che ci piacciono – racconta Fiora – l’obiettivo più ambizioso è sicuramente essere i primi ad amarle e indossarle e, avendo un contatto continuo con chi ci segue, eravamo sicuri non saremmo stati gli unici ad apprezzarle».
Elemento di ispirazione primaria dell’intera collezione è l’opera di Aldo Rossi; Il richiamo all’archetipo, tema particolarmente caro all’architetto, si tramuta nel sapiente utilizzo di forme elementari come quadrati, triangoli e cerchi, così come volumi basilari, cilindri e piramidi, che vengono poi combinati creando un lessico inedito.
I modelli sono ammiccanti e dall’appeal modaiolo: il sabot Antibes, in raso giallo e azzurro, con profili a contrasto; ancor più estivo nella sua versione tutta al naturale in raffia, con tuxedo bow. L’intramontabile Kensington, nella sua versione Operà, declinato per la sera, con un prezioso fiocco in gros grain, oppure più daily, in pelle, con lavorazioni laser. Il best seller Brera, che si arricchisce di nuovi elementi, come borchie, intarsi e intagli, oltre che di inediti contrasti cromatici e la nuova versione in camoscio totalmente sfoderato.
Molte sfaccettature di un’unica opera omogenea e coerente, che sceglie come propria cifra di definizione il made in Italy. Dalle lavorazioni dei pellami pregiati, alla manifattura dei dettagli scultorei, alla confezione del packaging, EDHÈN si attesta come sinonimo di eccellenza senza compromessi.

www.edhenmilano.com

®Riproduzione Riservata

#CIRCUITRAINING4

Le vacanze sono ormai alle porte e i circuiti ideati dal preparatore atletico Paolo Barone in esclusiva per MANINTOWN si fanno sempre più intensi. Ogni stazione, come negli allenamenti precedenti, deve essere svolta in 40 secondi di attività e 20 di recupero tra le diverse postazioni, ma stavolta, se si vuole ripetere il circuito, è meglio attendere dai 2 ai 3 minuti per reidratarsi e riacquistare le forze.

Riscaldamento

Corsa leggera di almeno 15/20 minuti

Scatti veloci

Segue una fase cardio più esplosiva che consiste in alcune ripetute, cioè scatti veloci, (anche di 100 m) da eseguire per 10 volte.

Trazioni alla sbarra

Sono un esercizio completissimo, perché, oltre ad allenare molto bene le braccia, si va a lavorare anche sulla parte dorsale e addominale, che aiuta nel movimento di salita. Nelle foto è mostrata la versione più complessa, a presa prona, ma l’esercizio può essere eseguito anche a presa inversa. Fondamentale è partire con le braccia distese in massimo allungamento, dopodiché bisogna salire il più possibile, portando la sbarra al mento o al petto. A questo punto, si può iniziare la discesa, tornando nella posizione iniziale con le braccia distese.

Plank

Il plank è un ottimo esercizio per rafforzare non solo l’addome, ma anche le spalle e la schiena. In questa variante, si distendono in modo alternato un braccio e la gamba opposta, per creare uno squilibrio e rendere la posizione più intensa ed efficace.

Dip a corpo libero

Questo esercizio può essere eseguito in due modi: per focalizzarsi sui tricipiti, mantenere i gomiti stretti, oppure, flettendo leggermente il tronco in avanti, si vanno a sforzare sia i tricipiti che i pettorali.

Photographer paolobaronephotography
Stylist Chiara Troiani

Model Max Maestri

First look:
T-shirt New Balance
Shorts Puma
Jacket New Balance
Sneakers Model’s own

The other looks:
T-shirt GORE
Shorts Under Armour
Jacket Colmar
Sneakers Model’s own

®Riproduzione Riservata

DOUCAL’S GOES SOCIAL

Durante Milano Moda Uomo, Doucal’s – brand dallo spirito artigianale nato nel 1973 grazie allo spirito imprenditoriale della famiglia Giannini – presenta il lato più contemporaneo attraverso un evento all’insegna dei social media.
Grazie alla collaborazione con il magazine di lifestyle maschile MANINTOWN, numerosi influencer e blogger hanno interpretato in modi sempre diversi le gym shoe all white firmate Doucal’s con un live shoot all’interno dello store di via Gesù 15. Il risultato lo si vede seguendo gli hashtag #manintownlive e #doucals. Durante il cocktail party le tre foto più cool, che hanno saputo catturare l’essenza dello spirito Doucal’s, sono state premiate con altrettante paia di white sneaker. Un progetto a ritmo di musica e instagram che dimostra l’importanza del digital per raccontare in modo coinvolgente e in tempo reale l’eccellenza calzaturiera italiana, nata nel cuore delle Marche. Un saper fare che si rinnova per parlare ai consumatori delle nuove generazioni, che usano Instagram come primo media per interagire con i brand e scoprirne le novità. Doucal’s conferma ancora una volta l’intuizione dei suoi fondatori di poter abbinare tradizione, salvaguardia del fatto a mano e tecnologie non solo sul prodotto, ma anche nella comunicazione.

Follow @doucals @manintownofficial

www.doucals.com

Videomaker | Vincenzo Traettino
Photo by Dumitrita Negoita

®Riproduzione Riservata

AirDp: colore, comfort e innovazione

La leggerezza è la “Way of Life “del marchio AirDP, nato nel 2015 dall’unione di quattro menti poliedriche come quelle di Lele Danzi, Paola Froldi, Antonio Cavazzini e Alessandro Del Piero. Di questa linea, presente ora a Pitti come novità, fanno parte occhiali, sneakers, zaini, tutti accessori da indossare con facilità e adatti ad ogni occasione, grazie alla loro funzionalità, al design moderno, all’innovazione e alla leggerezza. Gli occhiali si identificano con la nuova generazione sempre più “on the move” e hanno lenti fotocromatiche che si adattano alla luce della spiaggia come a quella artificiale dell’ufficio. Il materiale è in polietereimmide e il leggero decoro puntinato della serie Cava dona un effetto perlage divertente senza trascurare la solidità del design geometrico. Le sneakers in gomma, pvc e Tpu sono traspiranti, morbide, impermeabili, coloratissime. Lo zaino fatto a mano, in poliuretano, leggerissimo e trasparente, permette di vedere le piume colorate che lo rendono unico. Air DP, un brand decisamente all’avanguardia per uno stile unico.

airdpstyle.com

®Riproduzione Riservata

Andrea Montovoli in sella alla Triumph Bonneville verso l’Isola di Skye

Nacque nel 1830, sull’isola di Skye, uno dei più famosi whisky single malt del mondo, il Talisker, inconfondibile per le sue note torbate e sapide, che si formano nell’invecchiamento grazie alla vicinanza del mare. L’isola di Skye, nelle Ebridi occidentali, è famosa, oltre che per la distilleria, per le sue coste selvagge sferzate dal mare impetuoso e dal vento forte, emblema di sfida fra uomo e natura. Come una sfida, dunque, nasce il viaggio dell’attore Andrea Montovoli, in sella alla mitica Triumph Bonneville T100, da Milano verso la Scozia, passando per Versailles, Mont Saint-Michel, Lancaster, Glasgow e arrivando proprio sull’isola di Skye, in 10 giorni. Un’avventura con un unico mezzo di trasporto, la moto appunto, per provare tra rettilinei, curve, paesaggi mozzafiato a vivere lo spirito di avventura e l’impegno non facile di un’esperienza unica e irripetibile. Andrea, dopo 10 giorni di fatica, si è poi gratificato con 3 giorni di full-immersion nella natura dell’isola con il team internazionale di Talisker.

®Riproduzione Riservata

Overhead: mettete la testa a posto

Si presenta in modo originale e creativo la nuova collezione di cap per la stagione FW 17/18 di Stefano Minesso, designer italiano cresciuto vicino Venezia per il nuovo brand emergente Overhead (abbreviato OH). La tradizione italiana di cappelli torna prepotente con questo marchio, che si avvale di mani artigiane nella zona di Fermo nelle Marche, utilizzando forme classiche e nuovi materiali dal sapore street. La nuova collezione è infatti un omaggio agli anni ’90 londinesi, patria di innovazione per moda, musica, arte e questo si nota nei materiali che comprendono lane cotte, tweed bottonati, principe di Galles, tessuti bouclè e pellicce eco, feltro di lapin rasato con diverse colorazioni. La forma con visiera è invece ispirata al baseball cap americano, seppure più cool e divertente, elevando il classico cap sportswear ad un livello più high-end.

®Riproduzione Riservata

Un filo (rosso) lungo 200 anni

Cover_BOZZETTO PUBBLICITARIO A TEMPERA SU CARTA CON INSERTO IN TESSUTO PER CARTOLINA, LANEROSSI, FINE ANNI CINQUANTA;
PAGANINO(?), CARTOLINA PUBBLICITARIA, ANNI QUARANTA

Il 2017 segna una tappa importante per Lanerossi, storico lanificio italiano, che raggiunge il ragguardevole traguardo dei 200 anni di attività. L’anniversario, però, non è festeggiato come di consueto con foto d’epoca dell’azienda Vicentina, fondata da Francesco Rossi nel 1817, bensì attraverso immagini e manufatti usati nella comunicazione. L’inusuale chiave di lettura consente di ricostruire non solo – e non soltanto – la storia del lanificio, ma anche quella dell’intero Paese, perché rappresenta uno spaccato socio-economico che si riflette sull’Italia intera. A partire dagli anni ’30 del secolo scorso, Lanerossi si è affidata ai più bei nomi del design e dell’arte contemporanea come, Adolfo Busi, Armando Testa, Pino Tovaglia e Severo Pozzati, tra gli altri. Stessa accurata predilezione anche per la fotografia, dove campeggiano pilastri dell’obbiettivo quali Mauro Masera e Ugo Mulas. L’intero excursus ha il suggestivo nome di, Il filo rosso delle idee. Lanerossi 200 anni, una mostra che ha debuttato a Pitti Immagine Uomo e che, a breve, sarà on stage a Pitti Immagine Bimbo, al Teatrino Lorenese, dal 28 al 30 giugno prossimi. Un percorso cognitivo che, di fatto, apre lo sguardo su di uno spaccato dell’Italia che fu e che permette ai visitatori di conoscere (magari un po’ meglio) una delle eccellenze produttive che hanno fatto la storia del nostro Paese. A sancire l’esposizione il Gruppo Marzotto, nella cui orbita opera il Lanificio Lanerossi, assieme a Filivivi, altra realtà leader nei filati lanieri per maglieria e licenziataria di Lanerossi.

®Riproduzione Riservata

 

Due mondi in una (camicia)

Due realtà all’apparenza distanti che cominciano a dialogare tra loro nel segno dello stile. Non uno qualunque, però, ma quello nitido e significativo di Alessandro Squarzi. Con lui, imprenditore multitasking e web influencer del fashion system internazionale, parla di moda maschile Bagutta, brand di camiceria made in Italy, creato nel 1975. Da questo creativo e amichevole colloquio è nata una capsule di 11 modelli da uomo, delineata dal gusto sicuro di Squarzi nei popeline, nelle gabardine e nei cotoni cimosati di matrice giapponese. Già dall’etichetta si intuisce la personalità di queste camicie, «Designed by one of the most extravagant men of Italian style», capaci di accompagnare chi le indossa attraverso tutte le occasioni d’uso, dallo urban style alla serata in smoking. Per Bagutta questo è il primo step verso un rinnovamento dei codici stilistici del marchio, non a caso la presentazione del co-branding è avvenuta a Firenze durante Pitti Immagine Uomo 92, il palcoscenico dello stile maschile per eccellenza, di cui il brand è presenza fissa.

www.bagutta.net

®Riproduzione Riservata

Polar M430, il nuovo sportwatch progettato per i runner

Polar, multinazionale leader nella produzione e commercializzazione di sport watch e tecnologie indossabili, presenta Polar M430, lo sportwatch dedicato alla corsa che rileva andatura, distanza e altitudine tramite GPS integrato. Rileva passi, distanza, calorie bruciate, qualità del sonno ed imposta il tuo obiettivo di attività quotidiana personalizzato. Per gli allenamenti indoor rileva andatura, distanza e cadenza tramite accelerometro.
Il cardiofrequenzimetro integrato comprende un sensore a 6 LED con lettore ottico che permette di rilevare la frequenza cardiaca da polso in modo estremamente accurato senza bisogno di una fascia cardio toracica. Avvisi con vibrazione, lap automatici e manuali, profili sport e schermate di allenamento completamente personalizzabili, feedback ad ogni allenamento e Running Index, che calcola l’efficienza di corsa in base a velocità e frequenza cardiaca, rendono M430 una guida all’allenamento completa e ideale per ogni tipo di runner.
Il servizio Polar Flow e l’app omonima permettono di preparare un programma di allenamento personalizzato, monitorare il carico di lavoro e misurare il tempo di recupero. Non manca infine la possibilità di ricevere le notifiche dallo smartphone.
Il Polar M430 è disponibile in tre colori: grigio scuro, bianco e arancione.

www.polar.com
®Riproduzione Riservata

Donne Concept Gallery

A Cagliari nasce DONNECONCEPTGALLERY, un nuovo spazio espositivo dedicato alla fotografia di moda, design e arte curato dalla fotografa Stefania Paparelli.
Il programma prevede almeno sei mostre all’anno e sarà il punto di partenza per l’attivazione di progetti di residenze artistiche che portino gli scenari di Cagliari e della Sardegna sotto i riflettori della fotografia internazionale, facendo della galleria un centro di produzione e scambio tra fotografi, tecnici e creativi del settore.
La galleria inaugura il 22 giugno con la mostra The Light Prayer, a cura di Francesca Sassu, che racchiude vent’anni di immagini realizzate per riviste internazionali dalla fotografa Stefania Paparelli, di origine romana ora residente a Cagliari, grande professionista e in primis donna dall’energia speciale alla ricerca di stimoli continui.

®Riproduzione Riservata

CHRISTIAN LOUBOUTIN LANCIA LE SNEAKERS “AURELIEN”

Per la 92esima edizione di Pitti Uomo, Christian Louboutin ha trasformato la storica Piazza di Santa Maria Novella in un’arena per il torneo di hardcourt polo, durante il quale otto squadre internazionali hanno gareggiato per il titolo di campione. Ogni team indossava sneakers Aurelien di diversi colori, personalizzate nella forma da fabbriche fiorentine di fiducia di Louboutin, in esclusiva per lo sport e l’occasione. I colori monocromatici sono stati indossati da sei squadre, con un iconico mix di materiali in rosso, bianco e nero. Caratterizzate da una costruzione complessa, le sneakers Aurelien sono uniche nel mondo di Christian Louboutin e nell’universo del footwear. Innovativo mix di autentica maestria artigianale italiana e tecnologia di produzione innovativa, ogni Aurelien richiede due interi giorni di lavorazione, con 50 elementi che creano il corpo e la soletta esterna di una singola scarpa. Inoltre, un calzino in neoprene foderato in rosso culla il piede garantendo il massimo comfort e consentendo così di indossare la scarpa slacciata, per uno statement moda ben marcato.

christianlouboutin.com

®Riproduzione Riservata

VIAGGIO DI RITORNO

Andalusia, porto di Sanlúcar de Barrameda. Quasi cinquecento anni fa, cinque navi partivano da qui per il primo viaggio della storia attorno al globo. Da Occidente per arrivare in Oriente, fino alle Isole delle Spezie, nell’arcipelago indonesiano. Toccavano le sponde dell’Argentina e qui scoprivano un passaggio tra i due oceani, fino ad allora segreto, quello stretto che prenderà il nome dell’uomo che capitanava la flotta, Ferdinando Magellano.

La circumnavigazione, un percorso circolare, è la metafora del viaggio che si conclude dove è partito. Scoprire nuovi mondi e vivere altre vite, per poi tornare all’inizio. Il rientro a casa, alla terra che ci ha generati. Quella terra che si stende sotto i nostri passi, che si sgretola fra le mani. Dove ci si incontra, ci si scontra, ci si ritrova, si consumano le passioni.

Quello di Jacob Cohën è altrettanto un viaggio di ritorno all’origine, agli elementi fondamentali. Acqua, aria, fuoco e terra, che mai in nessun altro luogo si combinano, potenti, come in quelle lande che Magellano attraversava per la prima volta. La Terra del Fuoco, che rivive nei ricami, nelle applicazioni grafiche.

Annotazioni su un diario di bordo, un resoconto, come quello in cui Antonio Pigafetta scriveva le memorie di quella prima spedizione attorno al mondo. Il racconto di un viaggio che fa rotta verso una terra lontana per ritornare al principio, a un gesto essenziale come quello di annodare un foulard al collo. Al dettaglio, all’elemento fondante dell’eleganza maschile.

jacobcohen.it
®Riproduzione Riservata

Creative Direction: Federico Alpi
Photographer: Marcello Arena
Directed and edited by Matteo Mavero
Styling: Orsola Amadeo
Grooming: Gigi Tavelli @ Freelancer Artist Agency
Assistant Photographer:  Andrea Mottinelli
Models: Cristiano @ Brave Model Management
Michael Masin @ Urban Models
Location: Cava Bergamina (Officina della Ghiaia)

BREAD&BUTTER BY ZALANDO: BE BOLD OR GO HOME

Carsten Hendrich, Dame Vivienne Westwood, David Schneider

Un festival completamente “BOLD”, audace e anticonformista. È questo il tema della seconda edizione del Bread & Butter by Zalando (B&&B) che avrà luogo dall’1 al 3 settembre 2017 all’Arena di Berlino. Un evento nato nel 2016 e dedicato alla moda e alla musica a portata di tutti, un’occasione per democratizzare il mondo fashion, facendo partecipare attivamente il pubblico alle svariate attività organizzate dai più importanti brand di moda internazionali. Il Festival of Style and Culture ha scelto il tema BOLD in tutte le sue declinazioni legate alla moda, alla musica e al cibo, per celebrare il pensiero fuori dagli schemi, innovativo, sopra le righe. Ospite d’eccezione dei B&&B Talks non poteva che essere Dame Vivienne Westwood, che ha segnato la storia della moda nel periodo punk, insieme alla modella e attivista Adwoa Aboah. I brand che presenteranno a B&&B dei pezzi in esclusiva sono, fra gli altri: adidas, Alpha Industries, Converse, Fila, Hilfiger Denim, Nike, Lee, Levi’s®, Puma, Reebok, Topshop, VANS, Wrangler e Nike, con performance e sfilate interattive fortemente coinvolgenti.
Un’entusiasmante esperienza off e online da non perdere.

®Riproduzione Riservata

L’ELEGANZA DI DORIANI CASHMERE INCONTRA LA TECNOLOGIA

Importanti novità per Doriani cashmere: a Pitti Uomo il brand di maglieria pregiata Made in Italy presenta lo stile della collezione Primavera/Estate 2018, che si arricchisce di colori sorprendenti e preziose mischie di filati di qualità e naturali, con un occhio alle nuove tecnologie. Nel guardaroba Doriani è presente anche il denim, di grande tendenza, reinterpretato rispetto alla precedente collezione con particolari abbinamenti cromatici e inserti preziosi, per un look casual ma sempre legante. Cambiano anche le combinazioni di filati, che privilegiano la leggerezza, come i modelli in seta/cashmere estremamente morbidi e impalpabili, la morbidezza, grazie la classico abbinamento merinos/seta/cashmere e, infine, l’eleganza dégagé del cotone/cashmere. Lo stile Doriani si rinnova costantemente attraverso tecnologie innovative che, applicate alla lavorazione dei capi, rendono i materiali traspiranti e impermeabili, perfetti anche senza doverli stirare. Per rendere unico ogni capo e chi lo indossa, Doriani offre un servizio di customizzazione “Made to Measure”, un servizio di personalizzazione di ogni dettaglio e cucitura che valorizza la personalità di ogni cliente.

www.doriani.it

®Riproduzione Riservata

IL TATUATORE DI DENIM E L’ARTIGIANO DELLA BARBA

Alessandro Malossi e Gabriele Valente

Un caleidoscopio di colori come tavolozza e una giacca Lee in denim come tela. Da circa un anno l’illustratore e tatuatore Alessandro Malossi, classe 1993, ha incontrato il mondo della moda, istoriando la sua arte su capi d’abbigliamento che diventano una seconda pelle, su cui questo artista incide in modo indelebile un soggetto unico e inimitabile. In occasione dello special event #LeeJeansTribe, MANINTOWN ha visto all’opera il giovane tatuatore e lo ha intervistato per voi, insieme a un altro giovane artista, che usa forbici e rasoio: il barbiere Gabriele Valente. Un ragazzo semplice, con tante passioni, tra cui la musica, i lavori artigianali e il rapporto umano con le persone.

ALESSANDRO MALOSSI

Da dove parte la tua formazione nel mondo dell’arte?
Ho studiato al liceo artistico a Bologna, poi ho frequentato la NABA a Milano, però ho smesso al secondo anno, perché ho cominciato a fare l’artista indipendente e ho iniziato a ricevere proposte lavorative al di fuori dell’ambito scolastico, così ho deciso di smettere. Questa è la mia base artistica, poi disegno da quando sono nato.

Come definiresti il tuo stile e quali tecniche utilizzi principalmente?
Mi definisco un iperrealista, però mi piace anche il surrealismo e ogni tanto sperimento cose che non faccio mai, come l’astrattismo, ma è raro. Come tecniche generalmente uso i colori acrilici o, in questo caso, sul jeans sto usando i colori per tessuto. Mi piace anche realizzare illustrazioni a matita o a china.

Come è nato questo progetto con Lee jeans?
Questa estate ho iniziato a dipingere a caso delle giacche che avevo in casa e ho pubblicato le foto su Instagram. Da lì mi hanno contattato più brand, tra cui anche Lee.

Molto spesso la moda prende spesso spunto dall’arte, ma anche l’arte può avvicinarsi alla moda. Ti piace lavorare in questa direzione?
Sto scoprendo anch’io che questo tipo di arte applicata alla moda mi piace particolarmente, anche se non l’avrei mai detto e sta funzionando. Mi piace sempre sperimentare nuove cose, applicare nuove tecniche che non conosco. Sono una persona che vive molto alla giornata, quando mi passa qualcosa per la testa lo faccio.

Quali sono gli artisti che ti ispirano?
Non ho un artista preferito, come per la musica mi piacciono stili completamente diversi. Un nome su tutti è Dalí, perché è quello che si avvicina di più a ciò che sono, come gusti e tematiche. Per essere Surrealisti bisogna essere bravi, anche nel realismo, ed è difficilissimo.

Qual è il tuo rapporto col denim nella vita quotidiana?

Lo uso tantissimo. Molto spesso indosso degli scarti che ho dipinto e non ho venduto o che tengo per me. Molte persone, poi, me li chiedono. Devo molto del mio successo ai social, perché è grazie a questi che sono stato notato.

GABRIELE VALENTE

Come descrivi il tuo lavoro?
Il mestiere del barbiere mi da modo di coltivare al meglio le mie passioni. Il mio lavoro è fatto di precisione e dedizione, ma anche di vena artistica e trasporto delle emozioni, che in quel momento esplodono insieme per creare un cocktail perfetto. È fatto di storie belle che ogni persona ha da raccontare e che vuole condividere con te, che sei il suo barbiere. Amo ogni aspetto di questa antica arte, che ha seguito la storia in ogni sua evoluzione, più importante di quello che si possa credere.

Come indossi il denim?
Mi piace indossare il denim con una maglietta, ma anche con una camicia, con un bel paio di anfibi possibilmente.

Quando e quanto lo indossi?
Lo indosso praticamente sempre, non saprei farne proprio a meno. Un bel denim fa sempre la sua scena ed è adatto ad ogni situazione. Amo quando comincia a consumarsi, un buon motivo in più per indossarli.

Che tipo di jeans preferisci?
Tendenzialmente indosso jeans non troppo chiari e neanche aderenti. Mi piacciono che disegnino bene la gamba, ma senza esasperare le forme. Se sono strappati, poco male.

Come si lega il denim al tuo lavoro?
La comodità di un denim e il bello di portarlo con una camicia vanno in perfetta armonia con il mio mestiere. La forza di due storie che vanno di pari passo.

Cosa ti è piaciuto, in particolare, di questo progetto Lee?
Sono contento che Lee abbia messo in risalto il nostro mestiere e in generale i lavori artigianali, che purtroppo stiamo perdendo. Io credo che siano queste le persone da valorizzare, gente che fa cose concrete e ricche di passione. Ringrazio Lee per lo spazio che ci ha dedicato ed è stato davvero un piacere aver collaborato con il brand.

www.lee.it

®Riproduzione Riservata

#CIRCUITRAINING3

Continua l’appuntamento con i circuiti di allenamento ideati, in esclusiva per MANINTOWN, dal preparatore atletico Paolo Barone. Ricordatevi che ogni step deve essere svolto, possibilmente, in 40 secondi di attività più 20 di recupero tra le diverse postazioni; se si vuole ripetere il circuito bisogna attendere un minuto per reidratarsi, rallentare il battito cardiaco e riacquistare le energie, senza, però, raffreddare i muscoli. Better sore than sorry!

Riscaldamento

Step up alternato sul muretto, portando le ginocchia al petto. Questo primo esercizio va a rafforzare gli arti inferiori, soprattutto i glutei.

Piegamenti sulle braccia

Mantenendo le mani in appoggio sul muretto, formare un angolo di 45 gradi tra gomito e polso. Si va a lavorare su pettorali, deltoide interiore e tricipiti. Per eseguire correttamente l’esercizio bisogna stabilizzare l’addome e mantenere la schiena in posizione neutra, avvicinando l’ombelico alla colonna vertebrale. Il viso deve essere in linea con il tronco, con lo sguardo fisso verso il basso.

Affondi

Mantenendo la punta del piede in appoggio sul muretto, la gamba anteriore e quella posteriore devono formare un angolo di 90 gradi. Il ginocchio, durante l’affondo, non deve mai superare la punta del piede. Schiena diritta e postura corretta.

Crunch su panca piana

Il movimento consiste nell’avvicinare il tronco alle ginocchia per potenziare l’addome. Mantenendo le mani in appoggio si fa molta meno fatica, al contrario, senza mani in appoggio, l’intensità aumenta. Nella seconda parte del movimento, distendere le gambe andando indietro con il tronco. Fate attenzione a non inarcare mai il tratto lombare della schiena. Inspirare in chiusura, espirare in apertura.

Stretching

Appoggiare una gamba sopra l’altra e afferrare con entrambe le mani la coscia della gamba sottostante, tirando leggermente verso di sé.

Photographer paolobaronephotography
Stylist Chiara Troiani

Model Max Maestri

Total look Sergio Tacchini
Sneakers Model’s own

®Riproduzione Riservata

“The suburb is our playground” di Roberta Krasnig

We explore the outskirts of Rome with Andrea Bosca in this AW17 preview.

Photography: Roberta Krasnig
Styling: Stefania Sciortino
Grooming: Martina Di Crosta @makingbeauty
Trattamento Viso KIEHL’S Age Defender Cream

Photo Assistant: Olga Bondarevych

®Riproduzione Riservata

LIMPIDA COME L’ACQUA

Andrea Renzo Vaccani, 27 anni, è a capo di un’azienda che commercializza oltre 80 milioni di bottiglie l’anno di acqua oligominerale. La sua è tra le acque con la più bassa percentuale di sodio (0,9), idonea anche per la preparazione degli alimenti dei lattanti (come riconosce il Ministero della Salute). La storia di Chiarella inizia nel 1965 nel comune di Plesio, sul Lago di Como, con l’imbottigliamento dell’acqua a soli 650 metri dalla fonte. Martin Reise, considerato il più influente water sommelier del mondo, ha inserito quest’acqua tra le sue preferite, gli esclusivi hotel e ristoranti affacciati sul lago di Como la propongono nelle proprie liste e, persino una delle star più famose di Hollywood, la preferisce durante i suoi soggiorni a Laglio. MANINTOWN ha intervistato il giovane signore dell’acqua, presente in luxury hotel e ristoranti stellati in Italia e nel mondo
Cosa provi ad essere a capo di un’azienda tra le maggiori in Italia e sui principali mercati internazionali a soli 27 anni? Cosa hai dovuto fare di più rispetto ai tuoi coetanei? Quali sono i pregi e i difetti di questa responsabilità?

Credo che il lavoro sia, nel suo significato più meritevole, una forma di realizzazione della propria interiorità, un concretizzarsi di ciò che ci rende unici e indistinguibili. Tempo fa ho ritrovato nella mia libreria una poesia di Charles Bukowski, che recita: “Se hai intenzione di provarci, fallo fino in fondo.” Vivo il lavoro e la vita privata con la stessa intensità, come se fosse un’unica opportunità di realizzazione di ciò che sono. Il mio ruolo pretende dedizione assoluta, una forte dose di lucidità che deve coesistere con un intelligenza intuitiva. Il lavoro mi dà, quindi, una forte libertà espressiva, ma esige anche grandi attenzioni e un impegno costante in termini di tempo.

Il lago di Como è ancora glamour? Perché qui l’acqua è particolarmente pura?

“Il lago di Como negli ultimi anni è cresciuto sia in ambito turistico, sia mediatico. Credo che oggi sia una delle mete turistiche più allettanti a livello mondiale. I margini di crescita sono ancora enormi, ma sono possibili unicamente se vi sono investimenti sui servizi, sulla logistica e sull’offerta culturale. L’impatto emotivo e paesaggistico del lago rimane imbattibile e va valorizzato il più possibile in ogni sua declinazione. Il jet set internazionale continuerà a riunirsi qui finché l’offerta turistica si muoverà su queste coordinate. L’unicità di Chiarella in termini qualitativi e, in un certo senso, “emotivi”, è data proprio dalle caratteristiche geografiche del luogo. Le montagne cadono a picco nel lago o, come scrisse Alessandro Manzoni ,“monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo” e la conformazione geologica della montagna fornisce un’ acqua estremamente equilibrata, con un mix perfetto di calcio, magnesio e potassio”.

Può un’acqua essere oggetto del desiderio, tale da richiederla quando ci si siede al ristorante?

Assolutamente sì. L’interesse sempre maggiore del consumatore per il benessere, ha portato a una crescente attenzione rivolta all’elemento più importante della nostra dieta: l’acqua. Il consumatore ha raggiunto una forte maturità in termini di scelta e di comparazione dei prodotti e una consapevolezza impensabile fino a 15 anni fa: oggi è proprio lui che, a ragione o torto, determina le scelte del ristoratore e non più il contrario. Finalmente, permettetemi di aggiungere.

Condiziona anche il gusto dei piatti?

Certamente. La regola base prevede acque con un residuo fisso più alto per la carne e i cibi conditi, invece, con un residuo fisso più leggero, per il pesce e i piatti più delicati. Questa regola è la declinazione di un noto dogma culinario: vino rosso per la carne e vino bianco per il pesce.

La carta delle acque ha senso in un ristorante?

I ristoranti che stanno registrando sempre maggior successo sono quelli che si distinguono per la ricercatezza delle loro proposte culinarie. In tal senso, la carta delle acque mi sembra un passaggio obbligato per chi propone certi tipi di standard.

Come si diventa water sommelier e come si distingue un’acqua premium da una di qualità inferiore?

Per distinguere un’acqua premium da una di primo prezzo potrei suggerire numerosi parametri; dall’equilibrio dei sali minerali alla provenienza. Importantissimi sono i dati tecnico-scientifici, ma l’esame da passare è sempre quello del gusto.

Pregi e difetti dell’acqua microfiltrata e differenze con i tuoi competitor

Intanto una premessa: l’acqua microfiltrata non è acqua minerale, è un prodotto completamente diverso. Chiarella si presenta con un prodotto leggero, la percentuale di sodio è tra le più basse del mercato, ma straordinariamente equilibrato e adatto alla dieta di tutti i giorni. Le acque con un residuo fisso molto basso non portano alcun tipo di nutrimento, ma, come dichiarato dall’OMS, sono dannose sul lungo periodo, perché assimilabili all’acqua distillata. Io raccomando sempre una scelta oculata, figlia della consapevolezza piuttosto che dei consigli pubblicitari. Quindi anche la mia acqua deve essere bevuta con criterio.

Ogni anno la legge italiana alza la soglia di tolleranza per i componenti nocivi che si trovano nelle acque minerali, cosa ne pensi? I valori di Chiarella sono cambiati nel tempo?

“No, da 54 anni, tempo trascorso dalla prima bottiglia uscita dal nostro stabilimento, i valori di Chiarella sono rimasti invariati nel tempo e questa è garanzia assoluta del valore del nostro prodotto. Non sono d’accordo di continuare ad alzare l’asticella della soglia di tolleranza proposta dal governo, si rischia di legittimare dosi sempre più alte di minerali pesanti.

Che iniziative avete pensato di promuovere per far conoscere la vostra acqua?

Da un anno abbiamo lanciato il progetto “Dalla parte dei piccoli”, insieme all’associazione Action Aid, donando una percentuale del prezzo di acquisto alla fondazione, per il supporto dei suoi progetti sulle scuole italiane. Da luglio prossimo lanceremo un nuovo progetto chiamato Symposion: ciclicamente verrà chiesto ad artisti internazionali di reinterpretare la nostra etichetta, tramite un opera d’arte originale. Il nome del progetto è ispirato al simposio di Platone.

Dove siete maggiormente presenti in Italia e all’estero?

Il nostro fatturato si divide per il 70% sul mercato nazionale e il 30% dell’estero. I nostri prodotti sono distribuiti principalmente nel Nord Italia, fino alla Toscana, all’estero siamo regolarmente distribuiti in più di nove Paesi in ambito Ue ed europeo.

®Riproduzione Riservata

A cena nella magia de La Rampina

Alcuni posti sono come casa. Anzi, a volte meglio. Il calore elegante che risiede tra le mura de La Rampina è una specialità che oggi raramente si trova nei ristoranti gourmet che animano le serate milanese. A memoria, si contano sulle dita di una mano.

La storia di quest’antica osteria, inseriti anche nella guida del Gambero Rosso, si perde nelle notti del ‘500, quando le carrozze dei viandanti si fermavano sul selciato per rifocillarsi prima di entrare a Milano. Si dice anche che il generale Radetzky, scappando a gambe levate dai moti milanesi delle Cinque Giornate, si sia fermato qui. Oggi, non sono generali e non sono solo viandanti a scegliere di accomodarsi nelle sale de La Rampina, o in giardino nelle serate più fresche, ma sono milanesi e non che vogliono regalarsi un pranzo o una cena appena fuori dal caotico ritmo della città senza rinunciare all’eccellenza.

L’osteria è gestita, egregiamente, dalla famiglia Gagliardi, più o meno dagli anni ’70 e recentemente alla straordinaria cucina tradizionale di Lino Gagliardi, che prepara un risotto con osso buco semplicemente perfetto, si è aggiunta quella ricercata e di sperimentazione del figlio Luca. Giovane, appassionato e con già un’ottima esperienza alle spalle costruita a Le Buerehiesel di Strasburgo, sotto la guida dello Chef tristellato Westermann, Luca propone un menu sensibile e innovativo, senza strafare e raggiungendo equilibri di gusto impeccabili. Rigorosamente stagionale, la carta spazia quindi dalla tradizione della cucina lombarda a piatti arditi, tra i quali spiccano i risotti (su tutti il buonissimo risotto al salmerino e finger lime, seguito subito da quello al limone, scamorza affumicata e camomilla).

Infine, la cantina, uno degli ambienti, oltre alla sala del camino, più suggestivo dove oltre 500 etichette tra rossi, bianchi e rosè aspettano di essere le compagne di una serata unica. Lasciatevi consigliare da Lorenzo, secondo genito di Lino, sia per le bottiglie storiche d’annata che per vini più giovani.

www.rampina.it
®Riproduzione Riservata

Be True: il migliore augurio che Nike possa farvi

Nel 2012 Nike decise di rinnovare l’impegno verso la comunità LGTBQ per l’uguaglianza dei diritti e il rispetto delle diversità. Nasce così la collezione BeTrue con modelli iconici, nei quali sono inseriti i colori dell’arcobaleno, in omaggio alla Rainbow Flag, comparsa per la prima volta a San Francisco nel 1978. La nuova collezione BeTrue per il 2017, in vendita dai primi di giugno, comprende una linea di abbigliamento e una di scarpe, unisex e con i simboli che contraddistinguono il movimento Pride: il colore rosa e il simbolo del triangolo oltre alla scritta RON FIERCE, per evidenziare che lo sport accomuna tutti gli atleti senza pregiudizi sull’identità sessuale.

www.nike.com

®Riproduzione Riservata

TUDOR: NATO PER OSARE

La marca svizzera di orologi Tudor ha presentato il suo nuovo testimonial per la campagna #BornToDare: David Beckham. Il calciatore inglese ha saputo imporsi come uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, ma non solo. Imprenditore, filantropo, icona di stile, David Beckham incarna l’uomo audace che ha reso Tudor ciò che è oggi. La nuova campagna omaggia la storia del marchio e racconta le avventure di uomini che hanno compiuto delle imprese sulla terra, in aria, sott’acqua e tra i ghiacci, con un Tudor al polso. Un riferimento elegante alla visione del fondatore del brand Hans Wilsdorf, che ha concepito degli orologi resistenti alle condizioni più estreme. Osare è la parole chiave della campagna e del sentimento che ha ispirato e guidato tutte le innovazioni introdotte da Tudor nell’industria dell’orologeria e che tuttora costituiscono dei punti di riferimento.

www.tudorwatch.com

®Riproduzione Riservata

Se da una camicia nasce un resort

Prendete una splendida villa padronale di fine ‘800, conservata eccellentemente, come se non fosse passato neanche un anno dalla sua costruzione. Prendete, poi, un artigiano/imprenditore che ama la sua terra, lo stile e la raffinatezza. Scegliete una regione meravigliosa dello Stivale, la Puglia e mescolate con cura il tutto. Il risultato sarà Mazzarelli Creative Resort, un elegante 5 stelle a pochi passi da Polignano a Mare.
L’idea è di Domenico Mazzarelli, artigiano della camicia, conosciuto in tutto il mondo per la qualità impeccabile della manifattura, la ricercatezza dei filati e l’inconfondibile stile italiano delle sue camicie da uomo, cucite a mano da circa 60 anni. La tecnica e la passione risalgono di generazione in generazione e hanno fatto sì che proprio l’abilità artigianale, l’esperienza e la conoscenza dei filati, assieme alla maestria nella produzione, siano diventati i punti di forza dell’azienda.
Ora la storia si arricchisce di nuovi elementi, che esulano dalla moda e dall’artigianalità, ma che non si discostano molto dall’esclusività e dall’amore per la propria terra: la villa, trasformata in un hotel dal design esclusivo, è pensata, infatti, per chi sceglie di visitare la Puglia in tutta la sua bellezza e per chi ama immergersi nell’affascinante realtà di un’azienda storica, baluardo dell’alta sartorialità Made in Italy. Circondati da 2400 alberi di ulivo, gli interni e le 12 suite sono lavorati con evocazioni del mondo dell’ago e filo, mentre l’esterno, nella caratteristica pietra bianca locale, si affaccia sui giardini all’italiana. Oltre alla sala lettura e alla cantina, la stanza del sarto merita una visita speciale.

Mazzarelli Creative Resort

®Riproduzione Riservata

TUTTE LE SFUMATURE DEL DENIM

La tribù di Lee, riunita con un evento al TOM- The Ordinary Market a Milano, ha partecipato al progetto social del brand di jeans di tendenza, affidando ad alcuni influencer del momento dei capi in denim da interpretare. Questa settimana si raccontano per MANINTOWN Carlo Sestini, dandy influencer fiorentino dal curriculum internazionale con più di 160mila follower, e Roberto De Rosa, fashion influencer e globe trotter conosciuto in tutto il mondo.

Come declinate il jeans nella quotidianità?

CS: Mi piace molto spezzarlo con una giacca, mixare il casual con qualcosa di più formale ed elegante.
RDR: Il denim è un capo che ci accompagna e invecchia con noi: personalmente lo indosso sempre.

Un ricordo legato al denim?

CS: Ne ho molti. Così, a sensazione, mi viene da dirti di quando a Ginevra, qualche anno fa, prima di andare in discoteca, mi preparavo e indossavo il denim con la camicia bianca, creando un look più sportivo e sbarazzino. Bei tempi!
RDR: Sicuramente li associo a quando abitavo a Brooklyn, indossando spesso denim&denim.

www.lee.it

www.carlosestini.com

www.robertoderosa.com

®Riproduzione Riservata

Cinecult: Alien: Covenant di Ridley Scott

Nello spazio nessuno può sentirti urlare. Ne sa qualcosa Ridley Scott, artefice di Alien. Tornano al cinema i mostri cosmici inventati da Giger, gli orribili xenomorfi che attentano alle vite di coloro che navigano nello spazio ignari dei pericoli che incombono su di loro. Esplora nuovi orizzonti della paura il nuovo capitolo della saga epico-horror di Ridley Scott ‘Alien: Covenant’ il sequel del film ‘Prometheus’ del 2012 e secondo prequel della saga di Alien. Nel cast della pellicola distribuita da 20th Century Fox, il sesto episodio della serie c’è ancora Michael Fassbender che si sdoppia e scopre di avere un gemello : l’attore impersona due ruoli, David l’androide creato da Peter Weyland (interpretato da Billy Crudup), fondatore della Weyland Corporation e Walter l’altro androide che invece si trova a vigilare sulla nave spaziale Covenant che ha il compito di portare 2.000 persone a colonizzare il pianeta Origae 6: l’azione si svolge nel 2104. Dopo essere stata colpita da una tempesta di neutrini la nave perde alcuni coloni e il team che guida il vascello spaziale decide di indagare su un altro pianeta intercettato tramite un’interferenza ma la scelta si rivelerà fatale. Nella vegetazione del nuovo pianeta si trovano delle spore che incorporate nell’organismo umano danno vita a degli spaventosi neomorfi che si fanno largo in modo cruento fra le viscere dei corpi posseduti. Centrale il duello dei due androidi: Walter e David rispettivamente ‘il robot buono’ e quello ‘cattivo’. Entrambi sono immortali, citano Byron e Shelley, sanno amare e creare, ma solo uno dei due, David, si crede superiore agli esseri umani e mira a creare una razza sovrumana di corpi alieni capaci di controllare lo spazio. Fra il grand guignol dellle scene più d’effetto e la tensione narrativa che fa irruzione nel plot come un fiume in piena emergono spunti New Age nella concezione di Ridley Scott di una natura ciclopica e misteriosa pervasa da una sua spiritualità mentre i robot assumono un ruolo demiurgico, anche contro gli interessi di chi li ha creati. Una bella prova, appassionante e ricca di sorprese dove spunta anche il mito di Narciso con i due gemelli. Azione e sangue si intrecciano a una riflessione filosofica che fa meditare sui risvolti della cibernetica.

®Riproduzione Riservata 

Riva 100’ Corsaro debutta a Montecarlo

Da un lato la velocità in pista, dall’altro lo stile in acqua: Ferrari e Riva di nuovo insieme durante il Grand Prix di Monaco, che ha avuto luogo domenica 28 maggio e che ha fatto sognare, come sempre, tutto il mondo interessato alla Formula1. Una collaborazione vincente culminata con la presentazione europea del nuovissimo flybridge Riva 100’ Corsaro e con il podio per i 2 piloti della Scuderia Ferrari, Sebastian Vettel (primo posto) e Kimi Raikkonen (secondo posto). La magia della città di Montecarlo ha aiutato, è vero, ma quello che è certo è che questo nuovo debutto rappresenta un capitolo interessante per i 175 anni della Fondazione Riva, incarnando ancora una volta, la sintesi perfetta di comfort, prestazioni, stile e sicurezza, creata in collaborazione con Officina Italiana Design. Ferrari e Riva dunque, due marchi italiani sinonimi di eccellenze, tradizione e modernità, che hanno rinnovato questo connubio perfetto di lifestyle e lusso italiano.

®Riproduzione Riservata

Dieci per Dieci

Dieci capi per dieci anni di qualità, funzionalità e modernità. Cos celebra il suo decennio di successi con una capsule collection dedicata alla donna, all’uomo e al bambino rimanendo fedele alla propria filosofia e i propri valori. Da sempre ispirate al mondo dell’arte, le collezioni firmate Cos hanno fatto del capo basico un vero e proprio oggetto del desiderio creando una reale connessione tra mondo della moda e quello del design, dove continuità, coerenza, progetti e collaborazioni hanno fatto si che il brand diventasse una vera e propria istituzione in continua crescita stilistica e concettuale. In occasione del suo decimo anniversario il brand ha creato dieci item, dall’evidente influenza giapponese, utilizzando l’intera larghezza del tessuto, e ricavando una forma dall’altra, come un puzzle, in modo da limitare ogni eccesso e spreco. Questo approccio ha dato vita ad una collezione pulita dai volumi ampi e silhouettes lineari caratterizzata da tessuti leggeri come il cotone e il poliestere tecnico nelle nuance dei sabbia e dei bianchi. La creazione della capsule è stata anche un’opportunità per il marchio a sperimentare nuovi e antichi processi tecnici di modello-taglio, da utilizzare anche in un futuro, su un uso efficiente e senza sprechi delle materie prime. È possibile scoprire la collezione presso le boutique COS di Milano, Verona, Firenze, Roma o online sul sito cosstores.com.

@Riproduzione Riservata

“Strapped for Stripes” by Lucie Hugary

stylist: Nicholas Galletti
grooming: Celine deCruz
model Sacha Celaya @16Men

New Pittan Studio: Bellezza controcorrente

Ieri, giovedì 25 maggio ha avuto luogo a Milano, in via Vetere 10, l’inaugurazione dello studio del più celebre tatuatore italiano, Claudio Pittan. Per i suoi trent’anni di carriera, il tatuatore si è regalato una nuova location nel cuore di Porta Ticinese, il New Pittan Tattoo, dedicato a tutti gli amanti e non solo, dell’arte del tatuaggio, quell’arte da indossare. Il nuovo spazio, una via di mezzo tra una galleria e uno showroom, ha arredi essenziali fra pareti di mattoni lucidi, è un luogo minimal chic per un’artista che ha avuto riconoscimenti internazionali, non solo nel campo tattoo, ma anche nella pittura, grazie alla sua frequentazione dell’Accademia di Belle Arti, di Brera. Pittan ha frequentato, inoltre, studi di artisti di tatuaggi in Europa, New York, Messico e Brasile. La sua specializzazione nell’IREZUMI, famoso tatuaggio giapponese, lo ha portato a una conoscenza importante nelle tecniche di realizzazione con significati specifici. Sul biglietto d’invito, la dice lunga l’immagine della famosa carpa giapponese, pesce apprezzato non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua forza ed energia, capace di nuotare controcorrente grazie alla volontà. Chi lavora con passione, sforzo e sacrificio può compiere grandi imprese, proprio come Claudio Pittan

®Riproduzione Riservata

Il potere delle illustrazioni

“Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell’estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione.”
Inizia così uno dei libri più straordinari di sempre, nato dalla penna di Douglas Adams nel 1979: “Guida Galattica per gli Autostoppisti”. Nei più ampi festeggiamenti del Towel Day (25 maggio), quest’anno ci sarà una chicca in più per celebrare il romanzo. Si tratta della bellissima versione illustrata della Guida, ideata da Gomma Festival. 6 artisti hanno scelto e riprodotto 6 scene del libro: ognuna delle 30 tavole formato A5 che compone la Guida è un’illustrazione con descrizione ed è stampata su carta pregiata.
Dove comprare questa meraviglia? In Santeria Paladini a Milano, domenica 28 maggio, dalle 16 alle 22.30. Per tutta la sera ci sarà una mostra mercato degli illustratori che hanno partecipato alla rivisitazione della Guida, la presentazione della box, un reading, diversi dj-set e, per l’occasione, Santeria preparerà una lista cocktail ad hoc. Infine, proprio come sarebbe piaciuto ad Adams, per chi si presenterà con un asciugamano è previsto un piccolo sconto. Da non perdere!

www.gommafestival.it
®Riproduzione Riservata

Una cuffia smart per comunicare con i malati di SLA

Un dispositivo in grado di leggere i pensieri dei pazienti che sono interamente paralizzati, esponendoli all’esterno.
È il progetto di un team guidato da Niels Birbaumer, neuroscienziato dell’Università di Tubingen, in Germania, che ha ideato una sorta di cuffia che, grazie a una tecnologia a infrarossi, capta le variazioni del flusso sanguigno nelle diverse aree del cervello di chi le indossa, trasferendo i dati a un computer che li analizza ed è in grado di comprendere quando la persona risponde “sì” o “no” a semplici domande.
Un aiuto per i pazienti che sono affetti dalla cosiddetta sindrome di locked-in totale (Clis), in cui, a causa di malattie degenerative, la mente è intrappolata nel corpo, come nel caso della SLA.
I primi risultati, pubblicati sulla rivista Plos Biology, sembrano promettenti. I test sono stati eseguiti su un uomo e tre donne di età compresa tra i 24 e 76 anni affetti da sclerosi laterale amiotrofica, a cui è stata fatta indossare la cuffia. Nelle prime fasi di calibrazione del dispositivo, è stato chiesto di rispondere sì o no a domande molto semplici, riguardanti nomi di familiari o di cultura generale. Mappando le aree del cervello è stato possibile ricostruire quello che pensava il paziente per un riscontro positivo o negativo. Sulla base di questi risultati poi, è stato possibile utilizzare il sistema al contrario, per ottenere risposte di tipo personale. Il successo del test risiede anche nel fatto di avere ottenuto una ulteriore conferma: l’attività cognitiva di questi malati sembra davvero ancora in funzione. “Questa è la prima volta che si riesce a stabilire una comunicazione affidabile con queste persone – racconta Birbaumer – credo sia un passo importante per loro e per i loro cari”.

®Riproduzione Riservata

Nike Air Vapormax: il tempo migliore per correre…

Saranno in vendita dal primo giugno le nuove Nike Air Vapormax “Day to Night” destinate  principalmente ai cultori del runner. Le colorazioni di queste Nike presentano sfumature intonate alle ombre del cielo, a seconda delle diverse ore del giorno in cui ognuno sceglie di correre.
Dall’alba al tramonto,ogni ora è quella giusta per correre. La collezione è abbinabile all’Apple Watch Nike, nelle varie tonalità di azzurro e rosa viola con cinturino traforato per un perfetto look sportivo coordinato. La Nike Air Vapormax è una sneakers che ha conquistato un enorme numero di persone e con il new pack composto da 5 colorway: Glacier blue, Blue Orbit, Light Violet, Violet Dust e College Navy avrà sicuramente un’accoglienza strepitosa degna di Nike.

www.nike.com
®Riproduzione Riservata

Ilario Alicante il ragazzo dall’argento vivo addosso

Livornese di nascita, classe 1988, Ilario Alicante è uno dei Dj più noti a livello internazionale nel panorama contemporaneo. Il suo stile è originale, frizzante e contaminato dal mondo che lo circonda, in modo da esprimere a pieno la sua personalità. Vivace e amante della musica fin da ragazzino, Ilario ha raggiunto, giovanissimo, traguardi importanti guadagnandosi la stima di fan ed esperti del settore. Dj, ma anche ragazzo come tanti altri, appassionato di libri, affezionato ad amici, famiglia e luogo di nascita. Ilario, il ragazzo “dall’argento vivo addosso”, come dicono a Livorno, ci ha raccontato un po’ di sé, tra sogni, traguardi e passioni.

Ormai sei un DJ di fama internazionale, ma chi era Ilario Alicante prima di diventare quello di oggi?
A Livorno si dice, “c’hai l’argento vivo addosso” , a un ragazzo che non riesce mai a stare fermo, quando è eccessivamente vivace e intraprendente. Questa frase è stata il sottofondo della mia adolescenza. Mi piaceva stare sempre in mezzo alla gente, marinavo la scuola, ho fatto dannare i miei genitori per questo. Si è accesa la passione per la musica quando avevo 15 anni e da quel momento non ho più pensato ad altro. Mi si è accesa la vita. L’Ilario di allora è comunque l’Ilario di oggi , con una sgangherata valigia di esperienza in più che si porta dietro.

La sperimentazione e la contaminazione musicale sono elementi importanti del tuo lavoro, da cosa e da chi prendi ispirazione per comporre?
Sono molto istintivo in studio, non prendo grandi ispirazioni da altri artisti, ovviamente ci sono alcuni che inevitabilmente hanno influito, magari inconsciamente, sullo stile che ho maturato negli anni, però per me fare musica è trasmettere tutto quello che sento e che ho dentro. La mia più grande ispirazione è quello che mi circonda, la mia vita, le mie sensazioni.

Hai una canzone preferita? Una che associ a un ricordo speciale?
Nell’ambito della musica elettronica, quando ascolto “James Holden 10101”, provo sempre un’emozione particolare. È come se il disco si divertisse a entrarmi dentro, per mettermi il cuore in gola. Qualche volta mi riporta indietro verso un ricordo, altre volte invece mi proietta avanti con la mente, verso il non accaduto, verso l’immaginario.

Vivi a Berlino, come mai? Cosa ti affascina e cosa ha questa città più di altre?
Sono quasi otto anni che vivo qui. Quando sono arrivato, avevo semplicemente voglia di cambiare aria, di immergermi in una nuova realtà. Mi ha sempre affascinato questa città per il suo passato difficile, importante. Quando passeggio per le strade respiro la storia. Non vivrei assolutamente in nessun’altra città della Germania, per me Berlino è come se fosse una nazione a sè. C’è stato subito un feeling particolare. Quando rientro qui, dopo le serate o i tour, mi sento tranquillo, sereno… a casa. Oltre a questo, Berlino è da molti anni l’epicentro della musica techno in Europa, anche questa è stata una delle tante motivazioni che mi hanno portato a trasferirmi.

Cosa ti manca dell’Italia?  Torneresti mai?
I colori, i sapori, il calore dell’Italia. Mi mancano tante cose; la famiglia, gli amici, il cibo. Certo che tornerei. Lavoro spesso in Italia e quando posso mi fermo sempre qualche giorno in più. Come dicevo all’inizio però, non riesco a stare fermo per troppo tempo, sento sempre il bisogno di cambiare, forse proprio perché sin da giovanissimo sono stato abituato al fatto di vivere con la valigia in mano. Tornare, ci tornerei, ma non per molto. Per rendere l’idea, cito un pezzo di un libro letto recentemente che mi ha veramente colpito e che consiglio. Il libro è “La vita segreta delle città”, di Suketu Metha, che dice, “Rivendico, con sicurezza, con orgoglio, di non essere radicato in un’unica città. Rifiuto di abitare in un’unica stanza. La mia casa ha tante stanze. La mia casa è un palazzo: è la terra.”

Qual è stato il momento più importante e emozionante della tua carriera fino a ora?
La mia prima volta al Timewarp è stata una delle più emozionanti. È un festival che ha segnato i miei primi passi nel mondo della musica elettronica. Prendevo sempre un aereo con tutti i miei amici dall’Italia per essere presente a ogni edizione. Dopo anni poi, ritrovarsi su quel palco a mettere dischi davanti a quel mare di persone è stato indimenticabile.

Quanto è importante lo stile e la moda nella tua vita e nel tuo lavoro?
Più passano gli anni e più lo diventa. In passato seguivo poco la moda poi, pian piano, mi sono appassionato e ho trovato stilisti che apprezzo e seguo. Lo stile però è la cosa più importante secondo me, come disse Quentin Crisp, “La moda non deve mai decidere chi sei. È lo stile a decidere chi sei. E a perpetuarlo.”

Come definiresti il tuo?
Non ho mai pensato a definire il mio, e ora che ci penso…non voglio pensarci.

Cosa non può mancare nella valigia di Ilario quando è in trasferta per lavoro?
Due libri. Il mio lavoro ha tanti tempi morti causati dai lunghi e frequenti viaggi. Amo leggere, è la mia seconda passione, dopo la musica.

Sogni nel cassetto e progetti futuri?
Il mio focus principale adesso è quello di sviluppare la mia label, Virgo, una piattaforma che sostiene i nuovi talenti. Il progetto più importante è senza dubbio questo. Mettere insieme una crew di artisti, creando quanta più musica possibile.

www.instagram.com/ilario_alicante
®Riproduzione Riservata

Mini Metro Maps: se la metropolitana si trasforma in arte

Trovare arte ovunque, anche nei luoghi più impensati. Si basa probabilmente su questo concetto il progetto dell’illustratore americano Peter Dovak, che ha preso le metro più importanti di tutto il mondo e le ha trasformate in piccole opere d’arte, che ha racchiuso nella serie Mini Metro Maps. Ed ecco che le tube più famose – da New York a Tokyo, passando per Londra – si trasformano in schizzi colorati e riconoscerle è quasi impossibile, per un totale di 220 maps stilizzate al punto da rientrare ciascuna in un cerchio di 120px. Una collezione di icone grafiche rielaborate in chiave minimal, nata quasi per caso: ”Il progetto – racconta Dovax – trova le sue origini nel mio inutile tentativo di creare un app per iPhone, diversi anni fa. Una delle cose più divertenti in quel caso sono state proprio le piccole e semplici icone da associare ai menu di navigazione. Mi aveva colpito il fatto che quella della metro di Washington fosse così riconoscibile, seppur su piccola scala. Così, ne ho create delle altre. Molte città sono state difficili da elaborare, ma è stata una grande soddisfazione vedere quelle più complicate diventare così piccole”.
In questa raccolta sono presenti anche numerose realtà italiane, dalle più celebri – come le metropolitane di Milano o Roma – alle meno note, come nel caso di Genova o Catania, talmente piccole da essere rappresentate da due piccole righe rosse e nessun altro colore.
Le ultime novità legate al progetto di Dovak sono recentissime e risalgono solo a qualche settimana fa: “Ho finalmente aperto un negozio – spiega il creatore di Mini Metro Maps – su RedBubble che vende prodotti con mappe individuali di diverse città. Ci si può trovare di tutto, dalle magliette ai cuscini alle cover per lo smartphone, adesivi e molto altro, anche se il mio preferito è l’orologio a muro”.

®Riproduzione Riservata

Tenax: Bellezza…che non lascia residui

Si chiama Tenax la nuova linea di prodotti dedicata all’hairstyling by Ludovico Martelli, pensata per un pubblico maschile dai 20 ai 40 anni, attento alle novità di mercato e ai prodotti di qualità. La linea si compone di 5 prodotti: shampoo energizzante e fresco a base di mentolo, da usare tutti i giorni, che dona un capello morbido, lucente e leggero. Seguono 2 pomate con tenuta 08 una e 10 l’altra, da usare su capelli umidi o asciutti, che regalano una tenuta decisa ma semplice da togliere per la formulazione a base d’acqua. Lucentezza estrema con la brillantina a tenuta 08 extra forte, che mantiene tutto il giorno capelli compatti. Per finire, la gelatina a tenuta 10 con effetto memory si applica sui capelli asciutti fissando lo stile con effetto memoria a lunga durata. Il brand, in perfetto stile vintage che evoca il mondo delle vecchie barberie, si presenta con l’immagine del rinoceronte, e punta sulla qualità del prodotto che non sfibra i capelli, non appiccica, non lascia residui.

®Riproduzione Riservata

57° Biennale d’Arte di Venezia _ 10 padiglioni da non perdere

Cover photo:Paadiglione dell’Austria

Viva Arte Viva è il titolo della 57° Biennale d’Arte di Venezia, curata da Christine Macel. Un percorso espositivo che mette al centro l’artista, attraverso una riscoperta di progetti site specific e di retrospettive. Per districarsi fra i numerosi padiglioni nella sede dei Giardini e dell’Arsenale vi propongo la mia personale lista dei dieci più interessanti.

1 Il Padiglione Italia, curato da Cecilia Alemani, espone una triade d’artisti: Roberto Cuoghi, Adelita Husni-Bey e Giorgio Andreotta Calò. Il mondo magico è contraddistinto da inquetudine e intimità dei lavori presentati. In particolare l’arte di Roberto Cuoghi, che presenta l’opera imitazione di Cristo, si articola attravero una fabbrica che produce e moltiplica l’immagine del Redentore.

2 Il padiglione della Germania, Leone d’Oro per il miglior artista e partecipazione nazionale, accoglie gli spettatori con due doberman. Una struttura in vetro e acciaio è stata installata a modificare lo spazio del padiglione, dove il progetto di Anne Imhof mescola performance, pittura e scultura attraverso una coreografia coinvolgente e riflessiva.

3 Il Padiglione del Belgio sceglie una personale di Dirk Braeckman; una serie di scatti sui toni del grigio dal forte impatto, sui temi della produzione di massa e sul consumo d’immagini.

4 Il Padiglione dell’Austria viene affidato a Erwin Wurm, che invita i partecipanti a un’esperienza attraverso la “prova” delle sculture esposte, un’esperienza corporea, meccanica e mediale.

5 Il Padiglione della Serbia dedica una retrospettica a Vladislav Šcepanovic, Milena Dragicevic e Dragan Zdravkovic attraverso un percorso caratterizzato da differenti linguaggi e origini geografiche. Evidenziandone differenze e similitudini.

6 Il Padiglione della Korea mette in luce la contraddizioni del contemporaneo. Cody Choi e Lee Wan esaltano un’estetica sfarzosa e invitante, ma dal sapore amaro attraverso un lavoro apparentemente di facciata, però ricco di significati. Un autocritica culturale del Paese e del suo sviluppo interno.

7 Il Padiglione della Cina, curato da Qiu Zhijie, accoglie una collettiva che unisce tradizione e contemporaneità attraverso mezzi espressivi differenti, all’insegna della cultura millenaria del Paese. L’esposizione ruota attorno al concetto d’identità storica, proponendone una serie di avvenimenti e di leggende.

8 Il Padiglione dell’Australia installa, all’interno del nuovo spazio espositivo, una personale di Tracey Moffatt. My Horizont, è composta da due serie di fotografie e due video. È una visione che coniuga realtà storica, sociale e televisiva.

9 Il Padiglione della Nuova Zelanda, nello spazio dell’Arsenale, vive attraverso uno schermo lungo quaranta metri, dove viene proiettato il film di Lisa Rehiana che racconta il colonialismo e la storia del Paese.

10 Il Padiglione della Danimarca espone il progetto Influenza, dell’artista Kirstine Roepstorff, che modifica la struttura dell’area. Uno sguardo nel buio, dove l’oscurità dissolve e confonde attraverso un processo di metamorfosi.

www.labiennale.org
®Riproduzione Riservata

 

La Pizza di Bio.it

Proprio ai piedi del Bosco Verticale, nell’affascinante e moderno quartiere di Isola, Bio.it, ristorante che utilizza solo materie prime biologiche di alta qualità, annuncia che a partire dal mese di maggio aggiungerà il piatto cento per cento italiano, la pizza napoletana, al proprio menù. Solo durante il servizio serale è possibile gustare le pizze impastate sotto la guida esperta delle mani di Maurizio Iannicelli, terzo classificato nella gara del Campionato del Mondo di Pizza 2015.
La pizza è disponibile in 12 versioni: da quella classica napoletana, a quelle gourmet nate dalla creatività ed esperienza di Ersilio Montella Chef di BIO.it.
Le farine utilizzate saranno rigorosamente bio, e si potranno scegliere per creare l’impasto preferito tra macinata a pietra, multi cereali, integrale o di farro.
Fatevi travolgere nel mondo di Bio.it e lasciatevi trasportare da contrasti di sapori e consistenze in una serata cento per cento italiana che diventerà una vera e propria esperienza mistica.
®Riproduzione Riservata

#CIRCUITRAINING2

Se volete uno stile di vita più sano e più attivo, e ottenere dei risultati visibili, dovete sempre aumentare l’intensità dell’allenamento. MANINTOWN propone, oggi, il secondo appuntamento con i circuiti studiati dal preparatore atletico Paolo Barone, sempre eseguibili all’aria aperta e senza bisogno di attrezzi specifici. Ricordatevi che ogni step deve essere svolto, possibilmente, in 40 secondi di attività più 20 di recupero tra le diverse postazioni; se si vuole ripetere il circuito bisogna attendere un minuto per reidratarsi, rallentare il battito cardiaco e riacquistare le energie, senza, però, raffreddare i muscoli.

Riscaldamento

Corsa di 15-20 minuti ad andamento controllato, per scaldare le articolazioni e alzare il battito cardiaco, in preparazione agli esercizi successivi.

Squat jump

Un esercizio ad alta intensità, molto esplosivo, in cui si alzano parecchio i battiti cardiaci. È efficace per tutta la catena inferiore, quadricipiti e glutei. Per eseguirlo correttamente bisogna fare attenzione a non atterrare mai né sull’avampiede né sul tallone, ma su tutta la pianta e ammortizzare bene. Durante il salto bisogna portare le ginocchia al petto. Mantenere lo sguardo fisso di fronte a sé, in modo che la schiena resti diritta.

Crunch inverso 

Di questo esercizio si propongono due opzioni. La prima, facilitata, si esegue portando le ginocchia al petto, mentre la più intensa si svolge mantenendo le gambe tese, in modo da aumentare la leva. In questo caso è importante mantenere i piedi a martello. Con questo esercizio lavorano gli addominali, ma non solo: intervengono anche i muscoli ileopsoas e il retto femorale.

Tricipiti su panchina

Mantenere i gomiti chiusi e stretti, stabilizzare le spalle, tenere la testa in linea con il tronco, neutro sempre in attivo. Anche in questo caso è possibile eseguire l’esercizio con le gambe piegate (meno intenso) o tese (più intenso).

Stretching

Stando seduti a terra, divaricare le gambe, accertandosi di tenere la schiena e la testa ben diritte e i piedi a martello. Spingere con le mani l’interno coscia, in modo da distendere i muscoli delle gambe.

Stretching per i quadricipiti

Stando in piedi, flettere una gamba, afferrando il piede con la mano e avvicinarlo al gluteo per allungare il quadricipite. Mantenere la posizione per qualche secondo, poi cambiare gamba. Per mantenere l’equilibrio, può essere utile appoggiarsi a un albero.

Photographer paolobaronephotography
Stylist Chiara Troiani

Model Max Maestri

T-shirt and Jacket New Balance
Shorts Puma
Sneakers Model’s own

®Riproduzione Riservata

Armata di Mare: nuove interessantissime novità…all’orizzonte

La collezione Primavera/Estate 2017 della famosa “Armata di Mare” stupisce ancora una volta per i suoi capi, praticamente adatti a tutti gli uomini dai 28 ai 65 anni di età, capi sinonimo di qualità e garanzia. II prodotto si rivolge all’uomo che ama vivere all’aria aperta senza rinunciare a quel tocco glamour di moda contemporanea. I capi, nei colori classici del blu e bianco, sono accompagnati da colori caldi e accesi, come il giallo e il rosso, perfetti per l’estate imminente. Il mare è naturalmente il motivo ispiratore della collezione. Must-have della collezione: il giubbino in nylon immancabile per chi viaggia in barca o la felpa con il logo per chi ama la bike, o le classiche polo fresche e divertenti dal gusto urban. Una collezione dunque a 360°, per lo sportivo e nello stesso tempo elegante seaman o city man. Il prodotto si può acquistare nei migliori negozi di abbigliamento e di sport, in Italia e all’estero, dove Armata di Mare è sinonimo di qualità e chic traveller fashion.

www.armatadimare.com

®Riproduzione Riservata

Save the date: 21 Maggio, Roma, vino e…arte

Sì svolgerà il 21 maggio a Roma, presso il Casino dell’Aurora Pallavicini, un evento che unisce la degustazione del vino all’arte di un luogo stupendo. 50 aziende vinicole, le migliori in assoluto, guideranno i visitatori per sorseggiare il meglio della produzione italiana. A partire dalle 15.30, fino alle 19.30, sarà possibile, con visita guidata, ammirare la collezione privata del Casino dell’Aurora, gioiello del Barocco Romano fatto costruire ai primi del 1600 dal cardinale Scipione Borghese, sul colle del Quirinale. La seconda edizione di Vino e Arte, l’anno scorso svoltasi a Palazzo Patrizi, sarà l’occasione, oltre alla degustazione di 300 etichette, di far conoscere agli appassionati d’arte e non, i tesori di valore inestimabile della raccolta. Si spazia da opere di artisti come Luca Giordano, Annibale Carracci, Antonio Tempesta, Guido Reni, autore dell’affresco sul soffitto “Il Carro dell’aurora” (da cui il nome del Casino) a busti, statue, sarcofagi marmorei di straordinaria bellezza e stato di conservazione. Questo luogo, così storicamente prezioso ed esclusivo, sarà sicuramente garanzia di un evento davvero speciale.

Casino dell’Aurora Pallavicini
Via Ventiquattro Maggio, 43, 00187 Roma
Ingresso: € 25,00
Sconto del 40% a tutti i sommelier

Cinecult: The Circle di James Ponsoldt

Che prezzo saremmo pronti a pagare per la piena condivisione dei nostri dati online e il superamento di ogni confine della privacy in una società dove “i segreti sono bugie” e “vedere è bene ma conoscere tutto è meglio”? A queste e ad altre domande tenta di rispondere il film ‘The circle’ diretto da James Ponsoldt. Distribuita da Adler Entertainment e Good Films, la pellicola è tratta dal romanzo ‘The circle’ di Dave Eggers che ha collaborato attivamente alla scrittura di questo film. Nel cast accanto al talentuoso Bill Paxton il film esibisce Tom Hanks ed Emma Watson. Quando Mae Holland (Emma Watson) viene assunta per lavorare a The Circle, la prima azienda di tecnologia e social media del mondo, è sicura di aver vinto la lotteria. Man mano che progredisce di grado e posizione nella società Mae viene incoraggiata dal fondatore della società Eamon Bailey (il premio Oscar Tom Hanks) che nel film sembra quasi un visionario stile Steve Jobs, a rinunciare totalmente alla propria privacy e a vivere la sua vita in un regime di trasparenza assoluta e di connettività totale dei propri dati. Ma il bello-si fa per dire- è che nessuno è veramente al sicuro quando tutti hanno la possibilità di guardare. La società crea delle micro videocamere wireless collegate via satellite che sono in grado di ‘spiare’ e monitorare la vita di chiunque in ogni parte del mondo e la società acquista il potere di elaborare analiticamente in tempo reale i dati incamerati grazie a un algoritmo. L’inventore del sistema social di The Circle chiamato True You, Ty (un validissimo John Boyega già visto in Star Wars Episodio VII- Il Risveglio della Forza) se ne vergogna e mette in guardia Mae sui rischi insiti nel meccanismo di The Circle: “Tutti siamo studiati: in questa società immagazzinano dati per aumentare ricchezza e controllo nel disprezzo della privacy”. Quando Mae si mette totalmente a nudo a The Circle rendendo la sua vita completamente trasparente scopre le tare del sistema e decide di reagire. Il film è basato sull’interpretazione della giovane eroina, la Watson al quale viene dato ampio risalto drammatico soprattutto nelle sequenze ad alta tensione narrativa dove emerge il carattere del personaggio, determinato ma assolutamente privo di cinismo e portatore di sani valori e vivacità intellettuale. “Quello che temo veramente è il mio potenziale inespresso” dice la protagonista in una sequenza del film che è interessante e avvincente proprio perché si interroga sulla legittimità e i valori di un sistema di relazioni che ci riguarda sempre di più nel profondo. Da vedere.

®Riproduzione Riservata

Incontri D Visioni

Il 20 maggio 2017, dalle ore 11 alle 18.30, in Viale Pasubio, 21 a Milano, città da sempre legata allo stile, alla tecnologia e all’avanguardia, nella nuova Microsoft House si alterneranno ospiti e artisti che condivideranno con il pubblico la loro “visione” di futuro, intesa come capacità di guardare avanti e ripensare oggetti, abiti, imprese, forma e forme. Insieme a ospiti di prestigio, tra cui il presidente della Camera della Moda di Milano, Carlo Capasa, Matteo Battiston, head of design Luxottica, Paolo Quaini, capo della Divisione Servizi Energetici del Gruppo Edison, Paola Cavallero, Direttore Marketing and Operations di Microsoft Italia, solo per citarne alcuni, attraverso talk e performance, si scopriranno visioni e idee di design, moda, cultura, arte, scienza e musica e tutto ciò che creerà lo scenario del domani.

Tutti gli eventi sono gratuiti e aperti al pubblico sino al raggiungimento della massima capienza prevista dagli spazi.

Questo il calendario:

H.11_IL FUTURO SECONDO D
Aprirà la giornata il direttore di D, Valeria Palermi, che introdurrà i giovani talenti del corso di laurea in Design della moda e Arti multimediali dello Iuav – l’università di Venezia – accompagnati da Maria Luisa Frisa, critico e fashion curator, nonché direttore del corso di laurea e presidente MISA (Associazione Italiana degli Studi di Moda).

11.30_GUARDARE AVANTI NELL’EPOCA DEL NICHILISMO
Umberto Galimberti, filosofo ed editorialista di D e Repubblica, ci aiuterà a guardare al domani da un contesto complesso come quello attuale.

H.12_PRODURRE IN CITTÀ: DESIGN, MAKING, ARTIGIANATO E IL NUOVO LAVORO CREATIVO
La robotica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione alternativi: come rimodelleranno il lavoro? Un intervento di Stefano Maffei, professore Associato alla Scuola del Design del Politecnico di Milano e Direttore di Polifactory, il makerspace del Politecnico di Milano e del Master in Service Design e della Service innovation Academy Poli.design.

H.12.15_L’IMPRENDITORIA DIGITALE
Come nascono idee di successo: Sabrina Mossenta, esperta di Media digitali, Giorgio Finzi, fondatore di 4gifters.com, prima piattaforma digitale che permette di fare regali di lusso in tutto il mondo, Andrea Capaldi, Presidente di Mare Culturale Urbano Milano, centro di produzione artistica nato nella zona Ovest di Milano, ci racconteranno i nuovi orizzonti professionali.

13-14.30 PAUSA E DEGUSTAZIONE FORMAGGI SVIZZERI

H.14,30_IL FUTURO È VIRTUALE
Qual è la realtà? Quella reale, virtuale o…

Lo scopriremo insieme ad Andrea Benedetti, Director of Technical Evangelism presso Microsoft, e grazie a Hololens, il primo computer indipendente, dotato di intelligenza artificiale, che dispone di sensori avanzati in grado di catturare in tempo reale informazioni sull’ambiente che ci circonda e interagirci direttamente

H.15_LA VALORIZZAZIONE DELL’UMANO.
Daniel Perez Brand Communications Director di Desigual ci accompagna lungo il processo di valorizzazione dell’essere umano che passa anche attraverso la moda.

H.15.15_MODA: LA TRADIZIONE INCONTRA IL FUTURO.
Quali i mestieri del futuro? Ne parleremo insieme con il presidente della Camera della Moda di Milano, Carlo Capasa; con Giuseppe di Morabito, enfant prodige della moda che ha al suo attivo, a soli 23 anni, 4 collezioni; con Riccardo Vannetti, direttore di Pitti Tutorship, la nuova struttura di Pitti Immagine che segue i designer nel loro percorso professionale; con Andrea Boragno, presidente e A.D. di Alcantara e con Matteo Battiston, head of design Luxottica; con Sara Azzone, Direzione IED Moda Milano e la stilista Gentucca Bini, insieme con i ragazzi di IED Milano.

H.16_VIRTUALE E REALE
L’architetto e ingegnere Carlo Ratti, professore al Mit di Boston dove dirige il Senseable City Lab racconterà in un video i nuovi orizzonti dell’architettura mondiale: come la tecnologia permeerà il nostro modo di abitare.

H.16.15_COSTRUIRE IL DOMANI
Come costruiremo il mondo che verrà? Paolo Quaini, capo della Divisione Servizi Energetici del Gruppo Edison, Paola Cavallero, Direttore Marketing and Operations di Microsoft Italia e Riccardo Balbo, Direttore Accademico dello Ied, l’Istituto Europeo di design, proveranno a immaginarlo.

H.17.15_IL FUTURO È MUSICA
Incontro con Levante.

H.17.45_TUTTO QUESTO UN GIORNO SARÀ TUO: PICCOLI ABITANTI DI DOMANI CRESCONO
Claudia de Lillo, alias Elasti, mamma scrittrice, giornalista, editorialista di D e blogger, concluderà la giornata con la sua scanzonata ironia.

H.18.00
Aperitivo di chiusura.

Tsugi Netfit: Avanti… in tutti i sensi

Puma e AW LAB presentano la nuova Tsugi Netfit, una sneaker innovativa dal nome importante, che in giapponese significa Avanti. Avanti nell’allacciatura con Lancing System, modalità che permette una completa personalizzazione. La tomaia in evoKNIT si adatta all’anatomia del piede come una seconda pelle, mentre l’intersuola IGNITE, con doppio strato, garantisce una maggiore ammortizzazione e leggerezza. Il design minimalista è un richiamo costante al Giappone, che ha ispirato anche la forma decisamente futurista. In occasione della presentazione della Tsugi Netfit, Puma e AW LAB sorprendono con un contest straordinario. Coloro che si faranno fotografare in uno dei tanti Store AW LAB, con un modello Puma relativo alla campagna RUN THE STREETS, (protagonista il nuovo Global Brand Ambassador e Creative Collaborator Abel Tesfaye, in arte The Weeknd) parteciperà a un concorso i cui vincitori andranno direttamente a due esclusivi festival di musica Live europei, il BBS festival di Bilbao e il FIB di Benicassim. Ancora ci state pensando? Correte numerosi a farvi fotografare, avete tempo fino al 1 giugno per caricare le vostre foto sul sito http://www.aw-lab.com/runthestreets con #AWLAB e #RUNTHESTREETS.

www.awlab.com

®Riproduzione Riservata

OneSoul: Alberto Guardiani osa con una sneaker imperdibile

Alberto Guardiani presenta la nuova sneaker unisex ONESOUL FW 17, adatta a chi vuole vivere in libertà e fa della funzionalità il suo mantra. Il fondo tipico del running si combina ad una tomaia essenziale, accompagnata dalla fascia elastica, che trasforma questa calzatura in un’agile slip-on. Il design affusolato, la cura dei materiali, l’artigianalità nelle cuciture e la leggerezza ne fanno un’icona nel suo genere, oltre alla versatilità dell’impiego, adatta ad ogni occasione di lavoro e tempo libero. Presentata nella versione in tessuto tecnico nero lucido a contrasto con lo spoiler rosso fuoco, sarà disponibile già da luglio, invece a settembre sarà proposta in diversi materiali e colori, come il feltro, la lana melange, la seta jaquard con effetto 3D.
Don’t miss out!

www.albertoguardiani.com
®Riproduzione Riservata

PAROLA D’ORDINE: DENIM

Il tribe concept di Lee, lanciato con un evento al TOM. – The Ordinary Market di via Molino delle Armi, a Milano, si sviluppa nelle parole dei suoi brand ambassador, coinvolti nel nuovo progetto multimediale dallo storico brand di denim, oggi più che mai sulla cresta dell’onda. A interpretare il jeans di Lee, giovani influencer italiani con migliaia di follower che hanno vissuto in modo del tutto personale i capi del marchio. Fra questi, Lorenzo Liverani, founder del blog YourMirrorStyle, e i gemelli Andrea Faccio e Paolo Faccio. Tutti e tre hanno raccontato e condiviso un ricordo legato al denim. Per seguire la LEE TRIBE non perdere i prossimi post su MANINTOWN, media partner e story teller di questo progetto.

Come declinate il jeans nella quotidianità?

LL: Beh, il jeans è un capo davvero immancabile, un must-have del mio guardaroba. Lo porto ovunque, da un viaggio in aereo a una serata importante, con una T-shirt bianca e una sneakers o con un look più ricercato. La duttilità di questo capo è il suo punto di forza.

AF: Lo uso tutti i giorni, sono un po’ come Homer Simpson, mi vesto sempre nello stesso modo. (ride, ndr.). Difficilmente, infatti, uso altri tipi di pantaloni.

PF: Li porto tutti i giorni, soprattutto neri, con T-shirt e felpa.

Il primo ricordo legato al jeans?

LL: Il primo che ho scelto e acquistato, con i miei risparmi, a 14 anni.

AF: Ricordo che da piccolino, a 6 anni, avevo questo paio di jeans corti e strappati, con un dalmata de, La carica dei 101 stampato sopra. Li amavo da impazzire.

PF: Alle medie indossavo spesso dei jeans strappati, con tutte le toppe cucite sopra. A pensarci adesso mi fa quasi sorridere, ma allora era tutto così cool.

www.lee.it

yourmirrorstyle.com

www.instagram.com/andreafaccio

www.instagram.com/paolofaccio

®Riproduzione Riservata

A cena con un single (malt)

L’idea di pasteggiare a whisky può suscitare perplessità al momento, magari si è troppo abituati ad accompagnare le pietanze con del vino, per prendere in considerazione un super alcolico come questo distillato. Poi, però, capita anche di scoprire che l’abbinamento whisky/cibo non solo sia possibile, ma particolarmente indovinato e gustoso. Del resto, si dice che già Ava Gardner e Renato Guttuso fossero degli habitué di questo binomio a tavola, prediligendo distillati dal gusto importante e deciso. Questa particolare esperienza di abbinamento ha pure un nome ben definito, food pairing e sembra essere l’ultima frontiera dell’arte culinaria. A Milano, in vicolo Lavandai, c’è chi propone questa food experience da par suo, accompagnando i piatti dello chef Paolo Rollini non con un solo whisky, ma abbinando a ciascuna portata un single malt diverso, tutti, però, scozzesi. È la scelta di Morgante Cocktail &Soul, raffinato bar ristorante incastonato in fondo al più suggestivo dei vicoli sui Navigli meneghini. Se la cucina è di competenza di Rollini, la degustazione di whisky è affidata a Diageo Reserve, con l’attenta supervisione del brand ambassador Franco Gasparri. Così, si alternano la Tartare di salmone su pane nero con mandorle tostate al gusto leggermente fumoso e fruttato di un Caol Ila Moch d’eccezione; i Tagliolini freschi con cardi gobbi, carciofo e bottarga di muggine alla morbidezza cremosa con note di buccia d’arancia, cacao e liquirizia del Cardhu Special Cask Reserve. Fino all’ultima portata, è un susseguirsi di pietanze e distillati, per arrivare a concludere il pasto con un Parfait agli agrumi con Croccante di Amaretti e Salsa al Cioccolato, accompagnato da un superbo Talisker 18YO. Artefice di questo nuovo modo di degustare, bevande e cibi, è lui, Gianfranco Morgante. Se proprio vogliamo trovargli una definizione Morgante è un architetto, in realtà è un perfetto ospite per i suoi avventori perché, per lui, “la cortesia e la qualità vivono insieme generando piacere”. Non sono solo i whisky a poter essere abbinati con le pietanze. Seguendo il fil rouge della sperimentazione sensoriale, al Morgante il cibo si accosta anche al rum, alla vodka e al gin, oltre che ai cocktail preparati dal bartender Lorenzo Allegrini, che tratta i drink come creazioni sartoriali su misura. Del palato.

®Riproduzione Riservata

Progetto “L’IMPERMEABILE” FW 17-18: Dalla Toscana, una conferma in fatto di stile

Vittorio Marchetti

La famiglia Landi, di Empoli, è da tempo specializzata nella produzione degli impermeabili che hanno fatto la storia del Made in Italy. Risale al 1907, infatti, l’inizio dell’attività imprenditoriale, nata per fare concorrenza al trench coat inglese, che ha poi superato per qualità e lavorazione artigianale. Nel 1948 il capostipite della famiglia aprì la manifattura Landi, che si presentò sul mercato con vari prodotti salvo poi specializzarsi nel capo anti-pioggia per eccellenza. Il motto di famiglia, “fare quello che sappiamo fare nel modo migliore possibile”, è rimasto intatto e granitico nel corso del tempo. L’impermeabile, icona di stile, indossato da grandi star del cinema, è perfetto per la mezza stagione grazie alla sua praticità e non conosce tramonto. Il modello proposto per la collection FW 17-18 rimane un classico, rivisitato leggermente nelle nuance e nel tessuto leggermente lucido, ma sempre raffinato per chi ama distinguersi per eleganza e ricerca del gusto.

®Riproduzione Riservata

L’ESSENZA DEL GOLF

Moda e sport Made in Italy viaggiano sui campi da golf di tutto il mondo grazie a Laura Biagiotti Parfums, il cui logo compare sulla sacca da Golf di Francesco Molinari, vincitore dell’Italian Open di Golf del 2016 e testimonial della linea di profumi del brand. Le esclusive essenze speziate e floreali caratterizzano le fragranze Roma Uomo e Roma Passione Uomo, che richiamano gli sterminati campi verdi di questo sport. Il legame tra Laura Biagiotti e il golf nasce già alla fine degli anni ’80, quando la stilista e suo marito diedero vita al Marco Simone Golf & Country Club, situato nella campagna romana e diventato ormai punto di riferimento dei Golf players internazionali. Un rapporto profondo e affettivo che continua tuttora, in tutti i tornei e le manifestazioni a cui Francesco Molinari prende parte.

®Riproduzione Riservata

BIENNALE ARTE – Un’iniezione di vita

Aperta fino al 26 novembre 2017, nelle splendide sedi dei Giardini e dell’Arsenale, la 57. Esposizione Internazionale d’Arte, è un’iniezione di gioia, confronto con il prossimo, apertura verso l’ignoto e presa di coscienza di possibili e magici legami tra esseri viventi. Dal titolo Viva Arte Viva, la mostra è curata dalla francese Christine Macel, che ha coinvolto artisti internazionali per un nuovo Umanesimo, creando nove capitoli o sezioni, con due primi universi nel Padiglione Centrale ai Giardini e sette altri mondi che si snodano dall’Arsenale fino al Giardino delle Vergini, per un totale di 120 artisti partecipanti, provenienti da 51 Paesi. Di questi, 103 sono presenti per la prima volta alla Mostra Internazionale del curatore Macel.
«Questa Biennale – ha spiegato Paolo Baratta, il presidente – è proprio dedicata a celebrare, e quasi a render grazie, all’esistenza stessa dell’arte e degli artisti, che ci offrono con i loro mondi una dilatazione della nostra prospettiva e dello spazio della nostra esistenza».
«Una mostra ispirata all’Umanesimo – gli fa eco Christine MacelNon focalizzato su un ideale artistico da inseguire, né tanto meno caratterizzato dalla celebrazione dell’uomo come essere capace di dominare su quanto lo circonda; semmai un Umanesimo che celebra la capacità dell’uomo, attraverso l’arte, di non essere dominato dalle forze che governano quanto accade nel mondo, forze che se lasciate sole possono grandemente condizionare in senso riduttivo la dimensione umana. L’atto artistico è a un tempo di resistenza, di liberazione e di generosità». E allora, immergendosi nel racconto firmato da Macel, si percorre tutta la complessità del mondo, a partire dallo spazio comune, passando dai libri, dagli sciamani fino all’idea di tempo e di infinito. Artisti giovani e sconosciuti si alternano a nomi scomparsi troppo presto o ancora misconosciuti al pubblico e con alcuni di loro è possibile sedersi a tavola grazie al progetto Tavola Aperta, mentre di altri è possibile conoscere qualcosa in più, grazie ai brevi video di Progetto Pratiche d’Artista, e per merito de, La Mia Biblioteca (ispirata al saggio di Walter Benjamin pubblicato nel 1931) scoprire le loro letture preferite.
Perfettamente allineata con gli intenti di questa edizione, l’installazione realizzata dall’artista inglese Ian Davenport, per Swatch Faces 2017, “Giardini Colourfall”. Un dipinto su larga scala, composto da una sequenza strutturata e ritmica di più di mille colori che scivolano lungo la superficie verticale, per lasciare le loro tracce, poi, sul piano orizzontale. All’intervento artistico segue la Limited Edition Wide Acres of Time, pensata da Davenport per la collezione Swatch Art (1.966 esemplari già in vendita). Per la prima volta inoltre, Swatch è presente in Biennale con un Padiglione, come una nazione, tra l’Albania e Singapore. Qui sono presentati i lavori di quattro artisti che hanno partecipato al progetto di residenza artistica al Swatch Art Peace Hotel, albergo-hub aperto 6 anni fa a Shangai dall’azienda svizzera, per creare un luogo dove talenti da tutto il mondo potessero vivere e lavorare scambiandosi creatività, idee ed energie.

www.labiennale.org

®Riproduzione Riservata

Atelier des Grandes Dames. Con Veuve Clicquot le donne in cucina si fanno strada

Veuve Clicquot, la famosa maison francese di champagne, ha fondato lo scorso anno l’Atelier des Grandes Dames, network che premia e supporta i talenti femminili dell’alta ristorazione. Questo “Atelier” rende omaggio allo spirito imprenditoriale femminile, ispirandosi alla fondatrice del marchio – quella Barbe Nicole Ponsardin, che a soli 27 anni prese le redini della Casa, divenendo la prima donna imprenditrice in Champagne – nonché alle donne che si stanno facendo largo in un universo decisamente maschile, nell’eno-ristorazione di alta qualità. Il progetto Atelier è rivolto alle chef talentuose, che hanno la capacità e la voglia di fare gruppo, per promuovere il talento femminile con l’impiego e la collaborazione fra professioniste. Quest’anno il Premio Donna Chef 2017 è stato assegnato a Caterina Ceraudo, del ristorante Dattilo nell’agriturismo di Strongoli, in provincia di Crotone. Caterina, assieme ai fratelli, è cresciuta in un contesto culinario, il padre Roberto, infatti, ristrutturò nel 2004 un vecchio frantoio, creando un grazioso agriturismo con annesso ristorante di grande qualità, dove adesso lei regna come chef indiscusso. Laureata in enologia, Caterina è stata allieva di Niko Romito e della sua Scuola di Alta Formazione in Abruzzo, la sua cucina si distingue per sapori raffinati e per l’utilizzo di prodotti eccellenti e inoltre unisce ricette della tradizione natia con la creatività moderna. La chef calabrese, grata per il premio, ha evidenziato le difficoltà delle donne nel mondo della ristorazione di alta qualità a causa di falsi pregiudizi e si è augurata di essere d’esempio per le giovani iscritte alle scuole di cucina. Con Caterina Ceraudo sono 13 le donne chef dell’Atelier Des Grandes Dames, inoltre Veuve Clicquot è anche sponsor ufficiale della guida Michelin per il 2017.

www.veuveclicquot.com
®Riproduzione Riservata

Ciak, si gira: Rihanna sul set

Photo by Kristy Sparow/Getty Images for Fenty Puma

Certo, l’estremo zelo professionale di Rihanna è cosa nota: cantante, sostenitrice di importanti campagne umanitarie, ambasciatrice del fashion e di nuove tendenze, attrice. Camaleontica, Riri: già parte del cast stellato, tutto al femminile, di Ocean’s 8 e messa alla prova nel ruolo di Marion Crane –  che fu di Janet Leigh nell’epico film di Hitchcock – prequel di Psyco, Bates Motel, è di poche ore fa la curiosa news, ancora riservata, secondo la quale proprio Rihanna potrebbe essere la protagonista di Annette, un film che narra la vicenda sentimentale fra un attore di commedia e una cantante d’opera. Mentre si sa che il regista francese Alexandre Oscar Dupont, in arte Leos Carax (quello di Holy Motors per intendersi) girerà il film, pare che Adam Driver avrà il ruolo del protagonista e che Rooney Mara si sia tirata indietro dal cast.
E Riri, sarà davvero lei ad affiancare Driver in questa pellicola che promette ottimi risultati? Riuscirà ad essere all’altezza, a stupire ancora una volta coi suoi mille e sfaccettati talenti? Dalla Bajan Queen, certo, c’è da aspettarselo.

®Riproduzione Riservata

#CIRCUITRAINING1

MANINTOWN vi allena. Non solo la mente, con le letture, ma anche il corpo, grazie alla nuovissima ed esclusiva serie di circuiti d’allenamento, ideati dal preparatore atletico Paolo Barone. In vista dell’estate e della prova costume, o semplicemente per non perdere la forma fisica acquisita con fatica durante l’anno, ecco una serie di percorsi che saranno pubblicati ogni settimana in ordine graduale, dal più basic, per i principianti, fino ai più intensi. Questa prima sequenza può essere eseguita all’aperto, approfittando della bella stagione e dei tanti parchi e aree verdi, senza bisogno di attrezzature particolari e può essere eseguita da soli o condivisa con altri addicted. Ciascun circuito è costituito da sequenze di esercizi brevi, intensi e diversificati, che mirano a stimolare ogni distretto muscolare per un workout bilanciato e completo. Ogni step deve essere svolto possibilmente in 40 secondi di attività e 20 di recupero tra le diverse postazioni; se si vuole ripetere il circuito bisogna attendere un minuto per reidratarsi, rallentare il battito cardiaco e riacquistare le energie, senza, però, raffreddare i muscoli.

Riscaldamento: Squat e Affondi alternati senza sovraccarico.

Con questi esercizi si va a lavorare su quadricipiti e glutei per tonificare la catena inferiore. Per eseguire correttamente l’esercizio:

  • Divaricare le gambe con un’ampiezza superiore rispetto a quella delle spalle, tenendo le punte dei piedi leggermente ruotate verso l’esterno
  • Tenere gli addominali contratti
  • Spostare indietro il bacino, come se ci si volesse sedere su una sedia
  • Scendere, assicurandosi di mantenere la schiena diritta
  • Non sollevare i talloni da terra e non superare con le ginocchia le punte dei piedi
  • Durante la risalita, spingere con forza sui talloni e contrarre i glutei

Per gli affondi:

  • Fare un passo in avanti, piegando la gamba posteriore fino a formare un angolo di 90 gradi
  • Ritornare nella posizione iniziale e ripetere il movimento, cambiando gamba

Push-up/Piegamenti sulle braccia

Si va a lavorare su pettorali, deltoide interiore e tricipiti. Per eseguire correttamente l’esercizio: stabilizzare l’addome e mantenere la schiena in posizione neutra, avvicinando l’ombelico alla colonna vertebrale. Maggiore è l’ampiezza creata dalle braccia, maggiore sarà il lavoro sui pettorali. È necessario formare un angolo di 90 gradi tra polso, gomito e spalla. Il viso deve essere in linea con il tronco, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.

Crunch

Sostenere il peso della testa con le mani e mantenere i gomiti larghi. Immaginare di avere il pugno o una pallina da tennis sotto il mento, per evitare di andare a sforzare tutto il tratto cervicale. Si espira quando si sale, si inspira nella discesa. Durante la salita cercare di staccare le scapole da terra.

Trazioni a presa inversa

La presa inversa permette di lavorare sul tratto dorsale, ma anche tantissimo sul bicipite. Per eseguire l’esercizio, bisogna innanzitutto stabilizzare le spalle. Tirando, si avvicinano le scapole alla colonna e si butta fuori l’aria. Mantenere le gambe tese, perché tenendo le gambe piegate si rischia di utilizzare solo la schiena e i glutei.

Stretching

Lo stretching è una parte fondamentale dell’allenamento, perché permette di ridurre la tensione muscolare e di prevenire eventuali strappi muscolari. Un esempio semplice consiste nel tenere una gamba tesa e l’altra piegata verso l’interno, con il piede appoggiato alla parte interna della coscia della gamba tenuta diritta. A questo punto, flettere il dorso in avanti, toccando con le dita la punta del piede, o, in alternativa, poggiando le mani sulla tibia.

Photographer paolobaronephotography
Stylist Chiara Troiani

Model Max Maestri

Total look Lacoste Sport
Sneakers Asics

®Riproduzione Riservata

Il locale dove degustare. Lentamente

Lo chef Domenico Della Salandra torna alla carica con un nuovo progetto. Dopo essersi fatto amare da Il Taglio, in via Vigevano, in zona Navigli a Milano, ora si sposta in un quartiere upper class, accanto alla fermata Turati, a metà strada fra il Duomo e la Stazione Centrale. Ha aperto, in sordina e da circa un mese, un ristorante che, sicuramente, sarà molto frequentato dove, tra orchidee e cactus più unici che rari, consumare lentamente un buon piatto di casa, realizzato con tecniche da cucina stellata.
È proprio questa la filosofia di Desinolento, in Galleria Turati. Una carta che a pranzo cambia quotidianamente, garantendo ingredienti selezionati, freschi e stagionali, appartato e solo per pochi. Al momento l’apertura è solo per il pranzo, ma presto sarà elaborato un menu degustazione a 60 euro, per la cena, con piatti semplici, ma sfiziosi. Desinolento: una parola arcaica per sottolineare l’antico rito che incita a consumare in convivialità un pasto, assaporandolo fino in fondo; ecco perché spesso in menu si trovano anche piatti che “gridano” casa.
Alle pareti sono esposte mostre temporanee della galleria Deodato Arte; gli ambienti sono corredati da musica elettro jazz, pop anni ‘70 e da qualche momento rock. Il ristorante è molto materico, con delle tendenze anni ‘50, materiali diversi, sedie spaiate, dove l’unicità di ogni singolo angolo rende il locale sempre diverso. Un grande tavolo social- conviviale al piano superiore, che sembra a prima vista ricavato dal cuore di un albero, fa da contraltare a un bancone retroilluminato di finta ossidiana, più pacato e semplice il primo, effervescente e impegnativo il secondo.
Questo è il regno di Davide Mingiardi, ex Enocratia, che fu il tempio del buon bere a Milano e con esperienza nel bistellato Arnolfo, in Toscana. Il suo fare, spigliato e attento al tempo stesso, rende ancora più preziosa la cucina di Della Salandra e del sous chef Raffaele Russo, in perfetto accordo con lo stile del locale: fine dining, ma senza pretese, senza “puzza sotto il naso”. Trenta selezionati vini in mescita, una piccola carta di cocktail old school e i grandi classici della Milano da bere, ma anche svariati gin e 7 diverse acque toniche. L’inaugurazione si attende per i primi di giugno.
La primavera, introduzione al percorso gastronomico è un gioco visivo di colori e consistenze al palato: asparago bianco, verde, scquacquerone, piselli, fragole, crumble di uova e nero di seppia stordiscono e incuriosiscono fino a finire il piatto prima del previsto.
Dopo l’innovazione si passa a qualcosa di più codificato, ma non meno scontato: triglia con crema di patate al limone, zenzero confit, polvere capperi e olive taggiasche. Semplice e accattivante, perfetto per l’estate.
Ecco il piatto di casa – quello che Antonio Guida, chef executive del ristorante Seta del Mandarin Hotel chiese a Della Salandra quando era da Il Taglio e che diventò il suo piatto del cuore – fave e cicoria. Non un tradizionale fave e cicoria, perché si è usato un olio che è rimasto in infusione con 15 spezie e che conferisce, a un piatto visto e rivisto, una nota piacevolmente speziata e intrigante.
Classico anche questo, ma con qualche appunto caratteristico, il risotto cacio e pepe con le zeste di limone. Un ristretto di aceto di mele e il burro acido a mantecare ne attesta l’appartenenza all’alta cucina.
Per chiudere, un cioccolato bianco, lime, menta e ananas sciroppato homemade, realizzato con la tecnica del sottovuoto. Un ristorante dove prendersela molto lentamente.

Desinolento

®Riproduzione Riservata

THE INSIDERS @SIMONEDECHECCO ROME CAVALIERI WALDORF ASTORIA

Primavera a Roma è pura magia.
Attraverso vicoli e viali è possibile respirare l’aria dei grandi uomini che l’hanno vissuta, immaginare storie e leggende, passioni e intrighi, per poi ritornare a casa con un frammento di eternità.
Dall’alto dei suoi colli si tratteggia un panorama meravigliosamente vario, punteggiato dai celebri monumenti della Roma imperiale e dalle severe architetture fasciste, avvolto a custodire gelosamente gli angoli raffinati dei quartieri “bene” di Parioli e le più antiche chiese e monumenti d’Italia. È sul più vasto dei colli romani, Monte Mario, affacciandosi da uno dei numerosi terrazzi del Rome Cavalieri Waldorf Astoria, che si può riconoscere questa tanto celebrata “Grande Bellezza”.
Questo resort hotel stupisce per la vista mozzafiato, ma per gli estimatori e i più curiosi, la vera chicca che vale un soggiorno è la sua inestimabile collezione d’arte, che si attesta come la più prestigiosa del mondo all’interno di una struttura alberghiera. Fiore all’occhiello di questa privatissima galleria sono tre grandiose opere di Gianbattista Tiepolo, davanti alle quali non si può che rimanere a bocca aperta.
Non è tutto. Il Rome Cavalieri Waldorf Astoria ha recentemente lanciato un servizio ancora più esclusivo: la Suite Experience, un insieme di servizi “be spoke” unici e personalizzati.
Trattamenti detox, sessioni di yoga e fitness funzionale con personal trainer da alternare a visite in limousine tra le vie della città e tra i suoi tesori misteriosi. Gli ospiti delle suite, arredate con pezzi di antiquariato, mobili provenienti dalla casa di Karl Lagerfeld e opere d’arte di Andy Warhol o Robert Indiana, potranno inoltre godere di un fantastico picnic nel parco dell’hotel o visitare la spettacolare cantina del La Pergola, che vanta una selezione di oltre 65mila bottiglie di etichette doc, tra italiane e straniere. I romantici non potranno lasciarsi sfuggire il tour notturno in Vespa o scoprire le collezioni dell’alta moda direttamente nella propria camera.
A disposizione di tutti coloro che prenoteranno un servizio Suite Experience c’è l’Imperial Club, esclusivissima lounge del settimo piano, ricca di prelibatezze e comfort e l’accesso alla Cavalieri Grand Spa Club, la più lussuosa Spa in Italia con oltre 2200 mq. dedicati al wellness. Ultimo di una lunga lista di eccellenze, ma non certo per importanza, è il food. Trend del momento, che tuttavia non è mai passato di moda per i cultori del genere che amano concedersi il meglio. Per questo c’è la cucina del celebre Heinz Beck – tre stelle Michelin – a capo del ristorante “La Pergola”, situato all’ultimo piano dell’hotel.

romecavalieri.com/it
®Riproduzione Riservata

 

Mr Porter per Kingsman: sul grande schermo una partnership di stile

Dopo Kingsman – Secret Service, del 2015, la 20th Century Fox presenterà il prossimo settembre il sequel Kingsman – Il Cerchio d’oro, diretto e co-prodotto dal regista Matthew Vaughn, come nella prima edizione, e replicherà anche la famosa costumista americana Arianne Phillips, dopo il suo personale successo nel vestire gli interpreti del film. Il protagonista, un agente segreto stile 007, lavora per un’agenzia d’intelligence, con sede operativa in una delle sartorie più chic e importanti di Savile Row, la Kingsman. Il personaggio, interpretato da Colin Firth, affiancato da attori di prim’ordine, è un insieme di eleganza, stile e aplomb inglese, un eroe affascinante che non si scompone, ma rimane perfetto anche nelle situazioni più movimentate. Arianne Phillips, che ha scelto la parternship costume-to-collection con il famoso sito di abbigliamento maschile Mr Porter, esplora nuove strade di design particolari con influenze western, vestendo Channing Tatum, che affianca Firth, in maniera nuova e particolare. Lo scopo è di creare uno stile condivisibile con i giovani di oggi, che si identificano col look degli attori del film.

®Riproduzione Riservata

 

Cinecult: The Bye Bye Man di Stacy Title

“Non dirlo, non pensarlo”: quando The Bye Bye Man, il terrificante mietitore dall’oscura figura entra nelle menti delle persone non c’è via di scampo se non evitare di pensarlo e di pronunciare il suo malefico nome. Nasce così il plot di ‘The Bye Bye Man’ diretto da Stacy Title e distribuito da Koch Media. Il film basato su ‘The bridge to Body Island” è la storia inquietante ambientata nel 1990 di tre ragazzi Elliott (interpretato da Douglas Smith), John (Lucien Laviscount) e l’avvenente Sasha (Cressida Bonas), studenti universitari che decidono di convivere in una vecchia casa che custodisce le tracce di una forza sovrannaturale che per decenni ha terrorizzato vittime ignare, The Bye Bye Man. Il malefico mietitore oscuro (che nel film è impersonato da Doug Jones) si insinua nelle vite dei 3 ragazzi manipolando i loro pensieri, le loro visioni e le loro fantasie fino a distorcere completamente la realtà. Per aiutare le persone che gli sono accanto e sconvolto dai suoi pensieri nefasti, Elliott comincia a indagare sul passato di The Bye Bye Man, cercando di conservare la sua sanità mentale, ma si troverà a scoprire le storie passate di un giornalista che avendo pubblicato un articolo sul mostro ha eliminato fisicamente tutte le persone che sapevano della sua esistenza e ne avevano parlato. Nel cast spicca un bel cammeo di Faye Dunaway e la partecipazione di Carrie-Anne Moss, autentiche leggende del cinema. Il film, a metà fra horror psicologico e apoteosi di effetti speciali, ha terrorizzato oltre 2 milioni di spettatori in America. Tutto si basa sul tarlo diffuso dei pensieri inquietanti che come un avvertimento ossessiona ognuno di noi e in questo senso si fonda su premesse realistiche, soprattutto per chi crede nell’occulto e nelle forze esoteriche che sono sottese alla realtà materiale.

®Riproduzione Riservata

THE WOOLMARK COMPANY E AUSTRALIAN SCENDONO IN CAMPO CON WOOL TEK

Paolo Lorenzi, uno dei tennisti italiani top player, trentaseiesimo nell’ATP ranking a livello mondiale, è il volto della campagna di Australian, che, insieme a The Woolmark Company, l’autorità globale della lana merino, ha ideato l’innovativo tessuto Wool Tek. Costituito da poliestere tecnico e misto lana, questo tessuto rappresenta il perfetto compromesso tra morbidezza, elasticità e performance. Leggera, resistente ai raggi UV e dry-fit: la lana merino, infatti, assorbe il vapore acqueo del corpo, facendo in modo che la maglia rimanga fresca e asciutta persino durante un esercizio fisico intenso. La t-shirt sarà indossata da Lorenzi in esclusiva durante gli Internazionali BNL d’Italia 2017 a Roma; inoltre Australian, in collaborazione con le eccellenze mondiali del tessile, SuedwolleGroup Safil, Tessuti Marzotto Fabrics e Zegna Baruffa Lane Borgosesia, ha sviluppato una collezione in lana Merino e poliammide tecnico, composta da una polo, una giacca e un maglione che vestirà i Giudici di linea, i Ball Boys, lo Staff Direzionale, lo Staff Super Tennis, i Cameramen e la squadra ATP di Australian durante tutto il torneo.

www.australian.it
www.woolmark.com

®Riproduzione Riservata

DI CORSA OLTRE IL LIMITE

Una maratona si corre dal primo kilometro. Lo sa bene Valeria Straneo, campionessa italiana specializzata nelle gare di fondo, specialmente la maratona, scelta da Bridgestone come brand ambassador, insieme a Gregorio Paltrinieri e Gianmarco Tamberi, per la campagna Insegui il tuo sogno, non fermarti mai: un messaggio rivolto soprattutto alle nuove generazioni, diffuso attraverso il linguaggio universale dello sport. Bridgestone, azienda leader nella produzione di pneumatici e Partner Mondiale dei Giochi Olimpici fino al 2024, invita tutti a raggiungere i propri obiettivi, percorrendo una strada costruita con dedizione, passione, ma anche sacrifici e sofferenze. Valeria Straneo questa strada l’ha attraversata di corsa, kilometro dopo kilometro, superando i suoi stessi limiti fisici, perché campioni non si nasce, lo si diventa. Anche a 37 anni, dopo una laurea, due figli e l’asportazione della milza. MANINTOWN l’ha incontrata per voi.

Il suo esordio in Nazionale risale al 2011, in occasione degli Europei di cross di Velenje, dopo che ha avuto due figli e ha subito un’operazione importante nel 2010. Come è riuscita a conciliare il suo desiderio di maternità con la carriera?
Ho una storia un po’ particolare, sono esplosa tardi, in quanto ho una disfunzione radicale del globulo rosso che si chiama sferocitosi. Questo non mi ha permesso di esprimermi come effettivamente ho fatto dopo l’operazione in cui mi hanno tolto la milza e la colecisti. I figli li avevo già, erano abbastanza grandi quando ho cominciato a correre, anche se di solito si fa il percorso opposto. Io invece mi sono laureata, ho avuto i figli e poi è venuta anche la carriera agonistica, che sinceramente non mi aspettavo. Dopo l’operazione sono veramente migliorate le mie performance, per cui sono riuscita a intraprendere questa carriera piuttosto inaspettata.

Sappiamo che nella sua vita ha coltivato molteplici interessi, che l’hanno portata a sbocchi professionali molto distanti dal mondo sportivo. Come si è imposto lo sport su tutti gli altri?Innanzitutto ho sempre avuto questa grandissima passione, mi sarebbe sempre piaciuto essere un’agonista, però con i miei problemi, non ero mai riuscita a eccellere. Il guaio della sferocitosi è che ti abbassa l’emoglobina e l’ematocrito, che sono quelli che ti servono per andare forte nella maratona, nelle gare lunghe che faccio io. La mia condizione mi aveva messo i bastoni fra le ruote. Una volta superati questi ostacoli, i risultati sono venuti. È per questo che ho cominciato così tardi. Ho fatto un salto nel buio, avendo l’appoggio di mio marito, che mi ha spronato dicendo “se non ci provi adesso, il treno passa”. Al limite, per un periodo avrebbe lavorato lui e se non fosse andata bene mi sarei dedicata ad altro. Però ci sono riuscita.

Nella sua vita di mamma e sportiva che stile predilige? Riesce a trovare del tempo per sé?
Da pochissimo tempo a questa parte vado dall’estetista, cosa che non avevo mai fatto. Sono andata solo perché l’estetista è la fidanzata di un mio amico e volevo provare. Adesso è diventata una droga! Non ho mai curato molto l’aspetto fisico e la moda, anche se mi piace tantissimo. Il mio sponsor è Nike, che non è certo un marchio di alta moda, però ha dei capi bellissimi e mi vesto sempre con le loro proposte. Non sono neanche capace di vestirmi elegante, le mie scarpe sono tutte basse e da ginnastica anche perché, correndo così tanto, inizio ad avere male da una parte e dall’altra ed è meglio non indossare il tacco, per cui sono sempre stra-comoda con i vestiti Nike. Desigual, invece, mi piace perché ha dei capi molto versatili e colorati.

Ha un rito scaramantico prima delle gare?
Non sono per niente scaramantica, però cerco sempre di portarmi alle gare qualcosa dei miei figli. Avere qualcosa di loro, come un disegno che ricordo di aver portato ai mondiali, me li fa sentire più vicini..

Quali sono i suoi progetti futuri?
Purtroppo sono reduce da un infortunio che mi ha fermato per un paio di mesi, per cui sto riprendendo. Come progetto futuro vorrei partecipare ai Mondiali di Londra di quest’anno, anche se non penso troppo al domani perché devo compiere 41 anni e so che la mia carriera è quasi alla fine. Non posso neanche pensare di essere alle prossime Olimpiadi, però non si sa mai, dipende dal mio stato fisico, di forma e dagli infortuni. Se il fisico regge ci potrò pensare. Un sogno in famiglia è di andare a vivere in un altro Paese, alle Baleari. Abbiamo già dei contatti là e, chi lo sa, magari, si potrà realizzare.

®Riproduzione Riservata

Havaianas presenta la nuova collezione estiva

Quest’anno la campagna Havaianas punta in alto: vuole diffondere lo spirito dell’estate brasiliana in giro per il mondo. L’estate, come una centrifuga rinfrescante alla frutta, è un mix di colori e odori che infonde allegria e ottimismo nell’animo di tutti. Tutto ciò in Brasile è elevato al quadrato, è quel momento in cui lo spirito brasiliano esce al naturale, i passi si trasformano in danza, tutti si muovono con disinvoltura lungo le strade. Le infradito Havaianas, che hanno il sapore dell’estate, sono nate proprio in Brasile e rappresentano lo spirito allegro e la spensieratezza della stagione più calda della loro terra natia.
Havaianas svela gli ingredienti magici dell’estate brasiliana per ricrearla ovunque tu sia: Amicizia, nessuno come questo popolo riesce a fare amicizia all’istante; Energia e Colore, infatti i brasiliani al loro arrivo sprigionano energia nell’atmosfera ; Spontaneità, è l’essenza della loro indole, Vibrazioni Positive, perché quando si arriva in questa terra si provano sensazioni di allegria e naturalezza.
havaianas.com
®Riproduzione Riservata

 

 

“Sergio The Sailor” by Ention Sulo

Foto Ention Sulo 
Styling Luca Termine 
Grooming/ Hair Giorgia venturino @mks-milano 
Model Sergio Muniz @fashionmodel

®Riproduzione Riservata

Once in a Lifetime: Marche

Chi l’ha detto che per scoprire posti meravigliosi ci sia sempre bisogno di salire su un aereo e fare infinite ore di volo? A volta basta prendere un treno e scendere ad Ancona.
Destinazione per questo appuntamento mensile: le Marche, regione troppo spesso lasciata in disparte in favore della vicina cugina Toscana, molto più rinomata per le sue morbide colline, per il mare blu intenso e i vini eccezionali. Questa regione, abbracciata dal mare e da un entroterra speciale è come un tesoro, da scovare e custodire, da svelare lentamente e da assaporare fino in fondo.

Ecco qualche chicca, un po’ meno battuta dal grande turismo!

ANCONA

Passeggiare per le vie di Ancona vi stupirà perché avrete la chiara dimostrazione che questa città non è solo porto, anzi, è merita un tour in bicicletta alla scoperta dei murales prodotti dal Pop Up Festival negli anni.
Dopo una passeggiata all’interno del Parco del Cardeto, avviatevi verso il Colle Guasco e poi oltre verso Piazza San Francesco per un caffè al Guasco Cafè. Nel pomeriggio, poi, e verso l’imbrunire spostatevi verso Piazza del Plebiscito, detta Piazza del Papa dagli anconetani, vista la statua di Clemente XII che domina su tutta l’area. Per cocktail ricercati e di qualità, Raval è l’indirizzo giusto. Restate in zona per cena e provate La Moretta, ristorante storico della città dove assaggiare uno dei migliori stoccafissi all’anconetana. Se invece siete alla ricerca di una cenetta letteralmente sul mare a base di pesce, tappa obbligata a La Vecchia Pesca, ristorante un po’ fuori dal centro, costruito su una palafitta che cerca di resistere, come il suo proprietario, alle peggiori mareggiate. Dopo gli antipasti strepitosi, provate il tonno cotto sulla pietra.

MONTE CONERO

Soprattutto se viaggiate in tarda primavera inizio estate, regalatevi un panorama mozzafiato dal Parco del Monte Conero a cominciare da Portonovo, prima tappa di un percorso naturalistico unico. Per pranzo pied-en-l-eau, fermatevi al ristorante Da Marcello e lasciatevi cullare dalle piccole onde di un mare cristallino.

ARCEVIA

Salendo verso l’entroterra, le Marche si fanno, se possibile, ancora più magiche e se di magia si tratta, non si può non passare da Arcevia e dai suoi 9 castelli. Qui infatti negli anni Settanta un gruppo di intellettuali e artisti aveva pensato di creare una comunità ideale, dove tutte le forme d’arte fossero integrate. Oggi, tutta questa magia rimane nei 400 ettari della Riserva San Settimio, dove l’amore per la terra, la natura e la sua anima vivono nella gestione romantica e imprenditoriale di Francesca.

EREMO DEI FRATI BIANCHI

Le prime tracce sono nelle grotte e risalgono all’undicesimo secolo, ma l’atmosfera unica di questo luogo arriva fino ad oggi. Merita sicuramente una visita, ma concedetevi tempo e occhi per guardarvi intorno. C’è la possibilità anche di pernottare in alcune delle vecchie stanze dei monaci rimesse in ordine.

SAN GINESIO

Se è il tramonto il momento della giornata che più preferite, la migliore location è Il Balcone dei Sibillini, o Balcone delle Marche, in questo piccolo borgo riconosciuto tra i più belli d’Italia. Qui, tra luglio e agosto, ogni anno va in scena il Festival Internazionale del Folklore, un appuntamento da non perdere.
Per un’esperienza che porterete sempre con voi, pernottate al Wabi Sabi Culture, un agriturismo ecosostenivile dal sapore orientale, un ryokan delle campagne giapponesi.

Naturalmente, qui non si è parlato di molti luoghi delle Marche che varrebbero un altro viaggio e un altro articolo. Senigallia e la sua Rotonda sul Mare, Urbino e i suoi palazzi, tutto il litorale, così come le Lame Rosse. E proprio per questo non sempre bisogna andare lontano per godere di paesaggi, architetture, ospitalità ed enogastronomia speciali.

popupfestival.it
ravalfamily.it/raval
www.rivieradelconero.info/it/il-parco-del-conero
www.sansettimio.it
www.eremo.net/it
www.wabisabiculture.org

®Riproduzione Riservata

Un ARABESQUE di culto

Un cult store nel cuore di Milano, che si affaccia garbatamente su Largo Augusto. Per i cultori un salottino raccolto, dove scovare volumi di arte e di design introvabili; per i palati esigenti una sala da pranzo raffinata, con un menu doc; per le fashion victim uno negozio dove il vintage è padrone di casa. Per tutti è L’Arabesque.

L’ingresso principale accompagna direttamente alla boutique: uno spazio pervaso dalla luce naturale, punteggiato da pezzi d’antiquariato, preziosi capi d’abbigliamento e gioielli con manifatture uniche. Non trascorre molto tempo perché si venga assorbiti da un’atmosfera sognante e sospesa; il caos cittadino rimane alle spalle e si è liberi di viaggiare attraverso le suggestioni incantate delle diverse stanze che, in sequenza, raccolgono tutte le esperienze targate L’Arabesque. Il trait d’union è l’intreccio a filo doppio tra l’estetica dichiaratamente orientaleggiante e la spiccata anima vintage, entrambe firme d’autenticità della padrona di casa, Chichi Meroni.

Una creativa della Milano dei salotti bene, estimatrice del savoir-faire e dell’accoglienza d’altri tempi. Su questo tracciato di stile ed heritage si basa tutta l’avventura in store, arricchita da una componente fondamentale dell’ospitalità meneghina: la tavola. Quella de L’Arabesque café è apparecchiata nei toni delicati dell’acqua marina e durante il pranzo e la cena è dedicata al menu stagionale dello chef, che ripropone gli ever green della cucina italiana più raffinata, in una veste squisitamente nuova e sorprendentemente fotogenica.

Gli ingredienti fondamentali rimangono l’eccellenza della materia prima e la meticolosità della lavorazione; quel che cambia sono le note acidule delle salse agrumate al profumo di pompelmo, la morbidezza delle mousse al cioccolato o la sapidità inaspettata dei tranci di salmone. Le scelte della cucina sono in continua rielaborazione, per soddisfare un cliente che si affeziona facilmente, ma che non vuole annoiarsi.

Gli habitué sono frequenti e così come gli avventori sporadici non impiegano molto per sentirsi a casa: lo staff si avvicina con una chiacchiera confidenziale e, quasi con maliziosa premeditazione, sorprende, indovinando richieste e preferenze, rendendo la pausa pranzo una coccola più che mai gradita, da proseguire in tutti gli spazi dello store.

La selezionata raccolta di letture diventa un’edicola di fiducia, i preziosi kimono vintage, un guardaroba a cui attingere per le grandi occasioni e l’elegante sala da pranzo, un rifugio quotidiano; la rarità di questo eclettismo raffinato e del lusso interamente personalizzabile, rendono L’Arabesque un vero e proprio must have milanese.

www.larabesque.net
www.larabesque.net/cafe

®Riproduzione Riservata

 Photos by Marco Paris

LEE RIDER BIKE: LA PRIMA BICI IN JEANS

Lee veste Trek Segafredo. Ciclismo e denim d’eccellenza trovano un punto d’incontro nella LEERIDERBIKE, la prima bicicletta in denim al mondo che indossa il nuovo bottom di punta “Rider”: il nome, non a caso, richiama nel mondo ciclistico il corridore impegnato nelle competizioni. In occasione del Giro d’Italia, Lee riveste Trek Domane, il modello della bicicletta ufficiale della squadra Trek Segafredo, mostrando la sua qualità e il fit straordinario. Ad aggiungere valore alla Trek Domane versione deluxe il coinvolgimento della storica Sartoria Masi di Firenze dal 1933, che ha messo al servizio la sua sapienza artigiana per la ricamatura del tessuto in denim e la vestitura della LEERIDERBIKE. Artigianalità, passione e unicità sono valori intrinsechi nel DNA di Lee, espressi in modo trasversale attraverso queste partnership tra eccellenze di settori diversi.

www.lee.it

®Riproduzione Riservata

Primavera: le mete migliori per il vostro spring break

La primavera è ormai inoltrata e la voglia di una fuga fuori porta si fa sempre più pressante. La stagione è perfetta per un piccolo break: le temperature si alzano, il sole splende, i prezzi dei voli e degli hotel sono molto interessanti. Preferite una meta esotica? Volete allontanarvi un po’, ma non troppo? O preferite visitare una capitale? Se le tanto desiderate ferie sono vicine e non avete ancora deciso per quale destinazione optare, ecco qualche meta per voi.

  1. L’Egitto. Offre un ventaglio di attività unite a mare, sole e una meravigliosa barriera corallina. L’ideale è prenotare in uno dei lussuosi resort a Sharm El-Sheikh o a Hurghada, per godere delle svariate sfaccettature dell’oceano, gustando un cocktail a bordo piscina mentre vi abbronzate fino a far invidia a tutti i colleghi dell’ufficio. Volete concedervi un’escursione che fonda la storia con il vostro senso dell’avventura? Approfittate della possibilità di una visita nella meravigliosa Alessandria o a El Cairo.
  2. Londra. I prezzi dei voli sono davvero bassi, anche se le strutture dove alloggiare sono un po’ meno convenienti. La primavera è sicuramente la stagione migliore per una visita nella bella capitale britannica che unisce movida, shopping e cultura, tutto nella stessa e interessantissima città. Le temperature sono alte e il tempo è meno piovoso del solito: che altro aspettare?
  3. Turchia. Un Paese perfetto per vacanze in coppia, ma anche in famiglia o tra amici. La bella Istanbul mette a disposizione tutti gli ingredienti per una vacanza perfetta, a seconda dei vostri accompagnatori: potete infatti scegliere tra diverse attrazioni, musei, ristoranti e chi più ne ha, più ne metta. E se volete darvi a località costiere, la Turchia offre anche questa possibilità: basta spostarsi in città come Antalya, ma anche Bodrum e Kemer sono degne di nota.
  4. Malesia. Zaino in spalla e spirito libero non possono mancare, se scegliete questa meta, una vera e propria destinazione all’insegna dell’avventura. Visitate l’affascinante Kuala Lumpur e poi fate una breve tappa nella bella Shah Alam. Tra un’escursione e l’altra, ritagliate del tempo per voi e per meditare, purificando la vostra mente e il vostro spirito, osservando paesaggi di natura incontaminata.
  5. Tunisia. È una delle mete preferite dalle famiglie, ma anche dalle coppie in cerca di una meta romantica. Qui potete trovare spiagge miti e assolate e vaste distese di sabbia, dove approfittare delle calde temperature primaverili. Recatevi ad Hammamet, poi, nella suggestiva spiaggia di Mahdia, dopo fate tappa a Sousse, per una sosta all’insegna della storia e delle bellezze naturali che questa meravigliosa cornice africana offre. Preferite una località più turistica per godervi la movida? Non potete perdervi la rinomatissima Djerba.

®Riproduzione Riservata

Cinecult: Fast & Furious 8 di F. Gary Gray

Credit Matt Kennedy

E’ un concentrato esplosivo di testosterone e adrenalina Fast & Furious 8, il film diretto da F. Gary Gray e distribuito da Universal Pictures e che come gli altri capitoli della saga action a stelle e strisce sta mietendo una ridda di consensi fra il pubblico. Un cast stellare comprendente Kurt Russell (il Signor Nessuno ai limiti della legge), Michelle Rodriguez (Letty), Elsa Pataki (Elena, una ex poliziotta di Rio) Jason Statham (Deckard Shaw) e il nerboruto Dwayne Johnson ‘The rock’ eletto da People l’uomo più sexy dal mondo nel 2016 che nel nuovo film è Hobbs, un agente del DSS (Diplomatic Security Service), accompagna le nuove gesta di Vin Diesel che nel film interpreta nuovamente Dominic Toretto, tempra di ribelle indomito ed ex fuorilegge legato a corse clandestine che stavolta volge le spalle alla ‘famiglia’ da lui creata per inseguire il crimine a cui sembra non poter sfuggire. Ora che Dominic e Letty sono sposati, Brian e Mia si sono ritirati dai giochi – ed il resto della squadra è stato esonerato – il gruppo giramondo ha trovato una parvenza di vita normale. Ma quando una donna misteriosa -l’attrice premio Oscar Charlize Theron, nel ruolo di Cipher una cyber terrorista bellissima ed enigmatica, pronta a tutto pur di ridurre le superpotenze mondiali alla sua mercé- ammalia Dominic fino a convincerlo con un ricatto ad assecondare i suoi perfidi comandi, la squadra sarà messa a dura prova come mai prima d’ora e sarà chiamata a intervenire in prima linea per scongiurare un terzo conflitto mondiale che Cipher vorrebbe orchestrare. Non mancano ovviamente i pericolosi inseguimenti in macchina e i colpi di scena in questo action movie ad alta tensione che per oltre due ore terrà gli spettatori incollati alla poltrona. Da segnalare il cammeo di Helen Mirren attrice premio Oscar che qui si cala nei panni della donna più misteriosa che Dom abbia mai incontrato nelle sue missioni intorno al mondo. In questo nuovo capitolo il primo della trilogia conclusiva della epica saga hollywoodiana, la squadra d’élite viaggerà intorno al globo in una serie di avvincenti avventure e peripezie ambientate fra le coste di Cuba, le strade di New York fino alle distese ghiacciate al largo del Mare artico di Barents in un trionfo di rocamboleschi e spettacolari inseguimenti che evocano il mondo delle corse clandestine dei primi film della serie, il tutto come dicono dal team creativo del film, “sfidando i temi fondamentali alla base del ciclo in modo convincente ma anche divertente”. Missione compiuta. Film vivamente consigliato.

®Riproduzione Riservata

BREAKING2: SFIDA LA VELOCITA’ CON NIKE

Domani venerdì 5 maggio, Nike scende in Piazza Duomo a Milano ed esorta tutti i runners a sfidarsi e a superare i propri limiti, nello stesso weekend in cui Eliud Kipchoge, Lelisa Desisa e Zersenay Tadese correranno sul circuito di Monza per abbattere definitivamente il muro delle 2 ore sulla maratona. Per l’occasione la piazza si trasformerà in una pista d’eccezione su cui 334 runners si cimenteranno in una staffetta di 42 km, sulle note inedite dell’Infinity Orchestra, diretta dal produttore milanese Gadi Sassoon. A incitarli e ispirarli con il loro esempio, oltre alla guida spigliata e frizzante del presentatore Alessandro Cattelan, ci saranno campioni sportivi del calibro di Carl Lewis, Paolo Maldini, Marco Belinelli, Bebe Vio, Gianmarco Tamberi, Alessia Trost e l’attore Kevin Hart. Just Do It!

www.nike.com

®Riproduzione Riservata

Quelle donne che corrono per “Quel che Inferno non è”

Cover_ Diana Hartan

Si chiamano Obstacle Course Races: sono manifestazioni sportive che mettono alla prova la resistenza e la capacità di superare i propri limiti, in percorsi costellati di ostacoli naturali e artificiali.
Tra queste corse c’è anche l’Inferno Run che, valida anche come prima tappa del Campionato Italiano OCR, si terrà il 6 maggio nella splendida Tenuta di Torre a Cenaia (Pisa). Nei suoi 14 km, con oltre 30 ostacoli per competitivi e amatoriali, e con la novità di un percorso di 5 km con una ventina di ostacoli riservati ai non competitivi, la Inferno Run vale anche come gara qualificante per Europei e Mondiali OCR del 2017.
E poi, nelle OCR finalmente ci sono le donne: con una presenza femminile pari al 34%, la quota rosa in questo tipo di attività è pari a tre donne su dieci, mentre nelle maratone ci si attesta ancora al rapporto 1/10.
Ci sono personaggi come Diana Maria Hartan, nata il 1989 in Romania: a 6 anni la madre l’accompagna alla selezione dell’Accademia “Nadia Comaneci”, la più prestigiosa scuola di formazione in ginnastica artistica del paese, dove viene subito ammessa e dove rimane per tutto il resto del tempo della sua carriera agonistica.
Nel 2000, Diana vince la sua prima medaglia a una competizione nazionale di specialità (corpo libero), e più tardi ottiene tre medaglie di bronzo ai campionati nazionali.
Nel 2006, un grave infortunio la costringe a interrompere l’attività agonistica, emigra in Italia, dove risiedeva parte della sua famiglia e dove oggi lavora come personal trainer. Diana s’imbatte per caso, con quella sua curiosità da professionista, nelle gare di OCR italiane, parte per la tappa di Inferno Run di Firenze, nel 2016. Tutta la volontà e la determinazione di affrontare le sfide più impetuose, quelle che urlano dentro se stessi e nel passato, tornano fuori, fanno eco, hanno smania di arrivare. Ed è subito un successo.
A Cenaia, il 6 maggio, ci sarà anche Ginevra Cusseau, classe 1986, campionessa per due anni consecutivi nella categoria femminile del campionato italiano OCR: un’infanzia nelle campagne fiorentine, un fidanzato nuotatore, la laurea in Scienze Naturali e tutto l’entusiasmo e la frenesia di una giovane combattente, piena d’energia, che ha cominciato a correre dopo i vent’anni, partendo dai canonici 4 km. Oggi Ginevra, che è parte del Team Inferno, può correrne anche 20 di chilometri senza mai fermarsi, e tutto anche per lei cominciò quasi come una casualità, le voci su una competizione che si correva fra ostacoli di paglia e fango: lei accettò senza riserve, si presentò con un gruppo di amici, fece incetta di adrenalina e poi arrivò il traguardo. Lo tagliò assieme a un’avversaria che poi sarebbe diventata un’amica, perché la parte di solidarietà, di reciproco aiuto, è qualcosa di estremamente importante nelle competizioni OCR.  È in mezzo a un percorso periglioso, spinti fuori dalla propria comfort zone, che le persone riscoprono la naturalezza e la spontaneità di un gesto semplice come quello di chiedere aiuto: passarsi un laccio per capelli, incitarsi, ricevere.
E poi c’è Rocìo Rodriguez, giornalista madrilena, moglie del campione della Fiorentina Borja Valero: innamorata del running, che considera un antidoto poderoso all’ansia e all’esigenza di staccare la spina, del calcetto e dell’Italia intera, un Paese che le ha fatto da casa, dentro a una Firenze che si è stampata sul cuore le iniziali del nome del marito, le sue presenze- garanzie all’interno del gruppo in maglia viola. Rocìo gareggerà nella Inferno Run presso la tenuta di 500 ettari in provincia di Pisa che avrà come testimonial d’eccezione il pluricampione olimpico Juri Chechy e si schiera in prima linea a fianco della Fondazione Tommasino Bacciotti, devolvendo una parte dei suoi incassi per il sostegno di progetti di ricerca medico-scientifica dell’Ospedale Pediatrico Meyer e per il Progetto Accoglienza Famiglie. Una forma di competizione, quella di Rocìo, a metà strada fra la libertà assoluta del running, l’esperienza sacrale dei polmoni che si dilatano e la mente che si svuota, e le attenzioni di una giovane madre (lei e il centrocampista della Fiorentina hanno due figli, Alvaro e Lucia), che dà il suo contributo nella lotta alle malattie terminali.
Esempi di donne, queste, che insieme a molte altre, si sporcheranno le scarpette e i polpacci di fango, durante la tappa del 6 maggio: ci metteranno la faccia, loro, facendo forza e affidamento su ogni muscolo, ogni pensiero positivo, ogni surrogato di energia. Correranno dentro e fuori dalle paure che ogni giorno, tutte le donne, vivono e attraversano. Racchiudere, metaforicamente, il dolore e gli ostacoli dentro a dei percorsi da combattere al fianco, divise ma in squadra, è una sfida da raccogliere. Oggi.

Per info sulla Inferno Run (I°tappa 6 maggio, Cenaia (PI) e ultima tappa 21/22 Ottobre, Firenze):
Iscrizioni 7 su www.infernorun.it
bit.ly/InfernoPisa2017

FIOCR www.federazioneitalianaocr.it
CAMPIONATO www.campionatoocr.it